Relazione di laboratorio di Chimica
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Relazione di laboratorio di Chimica
Relazione di laboratorio di Chimica ANALISI CHIMICA QUALITATIVA Analisi per via secca: Saggi alla fiamma Scopo dell’esperimento: Riconoscimento della presenza di alcuni elementi per via secca Premessa teorica: I saggi per via secca, così detti perché si eseguono a partire direttamente dalla sostanza iniziale, sono saggi preliminari, e forniscono utili informazioni sulla presenza di alcuni ioni nel campione analizzato. Il saggio alla fiamma è un’analisi spettroscopica, il cui mezzo di riscaldamento è appunto la fiamma. Possono essere rivelati con quest’analisi solo quegli elementi, le cui radiazioni elettromagnetiche cadono nel campo del visibile. Quando all’atomo di un dato elemento viene ceduta energia (calore), gli elettroni di quest’atomo, si spostano da un livello energetico più basso, a uno più alto. In seguito, l’elettrone ritorna sul livello precedente, liberando l’energia accumulata in precedenza, sotto forma di radiazione elettromagnetica. Per esempio, la colorazione gialla del sodio è dovuta alla transizione elettronica dall’orbitale 3s al 3p, cui corrisponde l’emissione di una lunghezza d’onda di 589 nm. Materiale occorrente: Becco Bunsen Filo al Nichel-Cromo Acido cloridrico (HCl) Elementi da analizzare Vetrino al cobalto Descrizione dell’esperimento: I saggi si conducono immergendo un filo di Nickel-Cromo, pulito con HCl, nel campione da analizzare, in modo tale da farne aderire uno o due cristalli ed esponendoli alla fiamma del Becco Bunsen. Si osserva così la colorazione assunta dalla fiamma, e dal colore, si può risalire all’elemento che ha generato questa colorazione. È bene porre il filo prima nella zona bassa della fiamma del Bunsen, poi pian piano, spostarlo nella zona alta. In certi casi può essere necessario l’utilizzo di un vetrino al cobalto, per filtrare la radiazione giallo-arancio, caratteristica soprattutto del Sodio. Questo si rende necessario, perché alcuni Sali, come il Potassio, hanno una colorazione molto debole, che viene, se presente, coperta da quella del sodio. L’utilizzo del vetrino al cobalto, permette il riconoscimento degli elementi più deboli, in quanto appunto, elimina la radiazione del sodio. Ione Colore Litio Sodio Potassio Calcio Stronzio Bario Rosso - carminio Giallo intenso Violetto Rosso-Arancio Rosso porpora Verde Conclusioni: Questo esperimento non ha recato problemi di esecuzione, ed è stato già da subito positivo. 1 Relazione di laboratorio di Chimica Analisi degli Anioni Scopo dell’esperimento: Riconoscimento della presenza di alcuni Anioni Premessa teorica: L’analisi degli anioni, permette appunto di verificare se in un dato elemento è presente o meno un dato anione. Un anione è un atomo che ha acquistato degli elettroni (Cl -, F-, O-2, N-3…), quindi, tramite queste prove, si può verificare il tipo di sale (cloruro, solfato, solfito …). Materiale occorrente: Acetato (Na, K) CH3COONa, CH3COOK Bisolfito di potassio KHSO4 Carbonato (Na) Na2CO3 Acido cloridrico (2 M) HCl Idrossido di Bario Ba(OH)2 Acido acetico CH3COOH Solfito (Na) Na2SO3 Solfuro (Fe) Fe2S3 Bicromato di potassio K2Cr2O7 Acetato di piombo (CH3COO)2Pb Provette Tubo a squadra Spatola Becco Bunsen Vetrino da orologio Descrizione dell’esperimento: 1. Acetato: Con l’aiuto di una spatola, si pone in un vetrino da orologio la sostanza iniziale (CH3COONa oppure CH3COOK), con il doppio di KHSO4 solido e 1 goccia di acqua. Con il retro della spatola, di schiaccia la miscela così ottenuta; un odore caratteristico di acido acetico, indica la presenza di un acetato. 2 CH3COONa + 2 KHSO4 2 CH3COOH + K2SO4 + Na2SO4 CH3COOK + KHSO4 CH3COOH + K2SO4 2 Relazione di laboratorio di Chimica 2. Carbonato: Si pone, con l’ausilio di una spatola, una leggera quantità di sostanza da analizzare (Na2CO3), in una provetta. Si pongono nella provetta circa 1 o 2 ml di HCl o H2SO4 diluiti. Si chiude ermeticamente con il tubo a squadra, avendo cura di far pescare contemporaneamente l’altra estremità del tubo in un’altra provetta, contenente qualche ml di una soluzione di Ba(OH)2. Si scalda leggermente la prima provetta, con il Bunsen in fiamma riducente, in modo da facilitare lo sviluppo di CO2. La CO2 sviluppata, viene fatta gorgogliare nell’acqua di barite, che, a contatto con essa, reagisce, formando carbonato di bario ( BaCO3), che precipita. A questo punto, si aggiunge qualche goccia di acido acetico, se avviene la completa dissoluzione del precipitato, il campione iniziale, era sicuramente un carbonato. Quest’ultima fase, serve perché le due reazioni precedenti, sono positive, anche con i solfiti e i tiosolfati, che però danno un precipitato insolubile in acido acetico. Na2CO3 + 2 HCl 2 NaCl + CO2 + H2O CO2 + Ba(OH)2 BaCO3 + H2O BACO3 + CH3COOH Ba(CH3COO)2 + CO2 + H2O 3. Solfito: Si pone in una provetta una piccola quantità di sostanza da analizzare (Na2SO3) con 1 ml di HCl. Riscaldando la provetta, si facilità la liberazione di SO2. Per verificare la presenza di anidride solforosa, si pone sull’imboccatura della provetta, una cartina, imbevuta di soluzione di bicromato di potassio. Se avviene una liberazione di SO2, la cartina, da color arancio, diventerà verde. Na2SO3 + 2 HCl 2 NaCl + SO2 + H2O K2Cr2O7 + 3 SO2 + 2 HCl Cr2(SO4)3 verde + 2 KCl + H2O 4. Solfuro: Si pone in una provetta una piccola quantità di sostanza da analizzare (Fe2S3), si aggiunge qualche goccia di HCl, e si riscalda il tutto. Da questa reazione si libera H2S. la presenza di questo gas, si può verificare in due modi: Semplicemente riconoscendo il classico odore di uova marce, caratteristico di questo gas. Ponendo sull’imboccatura della provetta una cartina imbevuta di (CH3COO)2Pb, che a contatto con l’ H2S, forma solfuro di piombo, di colore nero. Fe2S3 + 6 HCl 3 H2S + 2 FeCl3 H2S + (CH3COO)2Pb PbS nero + 2 CH3COOH Conclusioni: Questi esperimenti, generalmente, non hanno recato alcun problema di esecuzione, essendo positivi al primo tentativo. 3 Relazione di laboratorio di Chimica Analisi dei Cationi Scopo dell’esperimento: Riconoscimento della presenza di alcuni Cationi Premessa teorica: L’analisi dei cationi permette appunto di verificare se in un dato elemento è presente o meno un dato catione. Un catione è un atomo che ha ceduto degli elettroni (Na+, Li+, NH4+, Be+2…), quindi, tramite queste prove, si può verificare la presenza di un elemento in un composto. Queste analisi sono utili, non solo in chimica, ma anche in molte altre discipline, come la geologia, dove sono utilizzate per riconoscere certe rocce o certi minerali. Materiale occorrente: Ammonio (cloruro) NH4Cl Acido Nitrico HNO3 Idrossido d’ammonio NH4OH Dimetilgliossima 2 (CH3CNOH)2 Idrossido di sodio NaOH Ferro (cloruro) FeCl3 Solfocianuro (K) KSCN Ferrocianuro di potassio K4[Fe(CN)6] Piombo (nitrato) Pb(NO3)2 Ioduro di potassio KI Provette Cartina al tornasole Pipetta Descrizione dell’esperimento: 1. Ammonio: Con l’aiuto di una pipetta, si pone in una provetta la sostanza da analizzare (NH4Cl). Con un’altra pipetta si aggiunge qualche goccia di NaOH diluita. La reazione produce cloruro di sodio, acqua e ammoniaca. Ponendo sull’imboccatura della provetta un pezzo di cartina al tornasole, si può notare come l’ammoniaca gassosa faccia virare il colore della cartina, verificando la presenza di ammoniaca, e quindi di ammonio. NH4Cl + NaOH NaCl + NH3 + H2O 4 Relazione di laboratorio di Chimica 2. Ferro: Per questo riconoscimento, si possono usare due reattivi: K4[Fe(CN)6] oppure KSCN. Si pone, con l’ausilio di una pipetta, qualche ml di sostanza da analizzare (FeCl3), in una provetta. Si aggiunge nella provetta qualche goccia di K4[Fe(CN)6] oppure KSCN. In caso di presenza di ferro, la soluzione si colorerà o di rosso, se si è utilizzato il KSCN, altrimenti si colorerà di blu, se si è utilizzato il K4[Fe(CN)6]. FeCl3 + KSCN Fe(SCN)3 (rosso) + 3 HCl 4 FeCl3 + 3 K4[Fe(CN)6] 12 KCl + Fe4[Fe(CN)6]3 (blu di Prussia) 3. Piombo: Si pone, con l’ausilio di una pipetta, qualche ml di sostanza da analizzare (Pb(NO3)2), in una provetta. Si aggiunge nella provetta qualche goccia di KI. In caso di presenza di piombo, si formerà un precipitato giallo intenso di PbI2. Pb(NO3)2 + 2 KI PbI2 + 2 KNO3 4. Nichel: I Sali del nichel (Ni2+), in questo caso nitrato di nichel, trattati in ambiente ammoniacale con aggiunta del reagente Dimetilgliossima (usato in soluzione alcolica), danno un precipitato rossofragola di un complesso interno Ni-dimetilgliossima: Ni + 4 HNO3 Ni(NO3)2 + 2 NO2 + 2 H2O Ni(NO3)2 + 2 NH3OH + 2(CH3CNOH)2 (CH3CNOH)2Ni(CH3CNO)2 (rosa) + 2 NH4NO3 + 2 H2O Conclusioni: Questi esperimenti, come quelli concernenti gli anioni, generalmente, non hanno recato alcun problema di esecuzione, essendo positivi al primo tentativo. 5 Relazione di laboratorio di Chimica Meteorite Meteorite certo 100 % Durante la reazione con HNO3 si nota una vivace effervescenza. Colorazione della soluzione di giallo, caratteristico del nitrato ferroso Evidente liberazione di vapori di NO2 Reagisce positivamente sia con il K4[Fe(CN)6] che con il KSCN. Meteorite Test Durante la reazione con HNO3 non si nota un’effervescenza. Colorazione della soluzione di ruggine Liberazione di vapori di NO2 assente Reagisce positivamente sia con il K4[Fe(CN)6] che con il KSCN. Fe + 6 HNO3 Fe(NO3)2 + 3 NO2 (vapori rossi) + 3 H2O FeCl3 + KSCN Fe(SCN)3 (rosso) + 3 HCl 4 FeCl3 + 3 K4[Fe(CN)6] 12 KCl + Fe4[Fe(CN)6]3 (blu di Prussia) Conclusioni: Dopo aver eseguito la reazione per verificare la presenza del ferro e del nickel, si può concludere che il campione analizzato, non sia un meteorite, perché la prova del ferro è risultata leggermente positiva, mentre quella del nichel, totalmente negativa. 6 Relazione di laboratorio di Chimica Preparazione del campione Reazione del ferro con ferrocianuro di K Reazione del Nichel in ambiente ammoniacale con dimetilgliossima Campione esaminato: Meteorite 7