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Scuola e gay, la schizofrenia della ministra
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Scuola e gay, la schizofrenia della ministra
di Gianfranco Amato
13-07-2014
A
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Gli uomini di mondo sanno che spesso i politici si prestano a
recitare più parti in commedia. C’est la vie! La cosa si può
arrivare anche a tollerare con un disincantato sorriso, a patto
che non si superino i limiti della decenza. Come è accaduto al
Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Il 5 giugno scorso Avvenire nell’articolo di Paolo Ferrario
11
Nov
dava un’ottima notizia: «Giannini, mai più gender nelle
S
S
scuole». L’esordio dell’articolo fa ben sperare: «Mai più casi
come quello del Liceo classico “Giulio Cesare” di Roma (dove ai
ginnasiali di 15 anni è stato fatto leggere un romanzo i cui contenuti sono stati giudicati
«inopportuni» e «sconvenienti» dalla Presidenza del Senato, che ha impedito fossero inseriti
stralci del testo in un’interrogazione) o come quello del Liceo ginnasio “Muratori” di Modena,
dove è stata organizzata una conferenza del transessuale Luxuria, senza prevedere il
contraddittorio e, soprattutto, senza avvertire i genitori degli studenti, che infatti hanno molto
protestato».
Sempre secondo quanto riferito da Avvenire, la ministra Giannini in persona, rispondendo
ad un question time alla Camera, ha precisato che «sarà evitato il “ripetersi di situazioni simili”,
che sono state “conseguenza dell’applicazione, nelle scuole, della “Strategia nazionale per la
prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità
di genere” predisposta dall’Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali) in collaborazione
con 29 associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali)».
SCHEGGE DI VANGELO
Così anche voi, quando avrete fatto tutto
Nel suo intervento alla Camera il 4 giugno, la stessa ministra, peraltro, aveva esordito
prendendo le distanze dagli ormai celebri opuscoli dell’UNAR “Educare alla diversità”,
commissionati all’Istituto A.T. Beck, ritenuto espressamente «un progetto che non ha coinvolto
quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo
servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo
fare” (Lc 17,7-10)
in nessuna fase il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, né nella sua ideazione
e, tanto meno, nella sua realizzazione». Colpo ferale a quella sciagurata iniziativa.
Sempre secondo la ministra Giannini, inoltre, d’ora in avanti, ogni futuro progetto
educativo in materia, «dovrà ovviamente essere sviluppato con il coinvolgimento degli organi
collegiali scolastici, e delle associazioni dei genitori, insomma di tutte quelle parti che sono
doverosamente e pienamente coinvolte in un processo educativo che va dalla prima
scolarizzazione fino alla maturità degli studenti universitari». Roberto Gontero, Presidente
dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) e coordinatore del Forum delle associazioni
dei genitori della scuola, e Fabrizio Azzolini presidente dell’Age (Associazione genitori), hanno
ovviamente plaudito alla parole della ministra e si sono detti ampiamente soddisfatti.
Ma ecco il colpo di scena: venerdì 11 luglio Stefania Giannini incontra le associazioni Agedo,
Un nazista gay contro le Sentinelle in Piedi
Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Circolo di Cultura Omosessuale Mario
Mieli, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, MIT. Le predette associazioni illustrano
alla ministra la necessità di azioni positive finalizzate a promuovere la cultura del rispetto e delle
differenze e le consegnano un dettagliato documento nel quale chiedono, tra le altre cose, una
data precisa per l'avvio del corso di formazione rivolto alle figure apicali del ministero, così come
già previsto dall'Asse Educazione ed Istruzione della Strategia Nazionale, per la prevenzione ed
il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull’ identità di genere, e
un monitoraggio accurato sulla dimensione e sulla qualità del fenomeno che aiuti a pianificare
per il futuro opportuni interventi.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-scuola-e-gay-la-schizofrenia-della-ministra-9722.h... 11/11/2014
Scuola e gay, la schizofrenia della ministra
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A fronte di questa richiesta, la stessa ministra si è impegnata a riavviare la Strategia
Nazionale nell'ambito dell'Asse Educazione Istruzione, a far partire dal prossimo autunno la
formazione delle figure apicali degli uffici scolastici regionali e provinciali, a prevedere all'interno
della "Settimana contro la violenza e discriminazione", come tema centrale per l'anno scolastico
È già dittatura gay, dall'Italia
all'Inghilterra
del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere».
A Moncalieri (To) un'insegnante di
religione viene aggredita
mediaticamente dalle organizzazioni
Lgbt e dalla stampa solo per aver
parlato in classe della possibilità per
gli omosessuali di recuperare
l'eterosessualità. E in Inghilterra
scatta l'obbligo per le scuole religiose
di insegnare la teoria del gender,
pena l'obbligo di chiudere.
Si tratta, tanto per intenderci, di quel documento che, da qui al 2015, prevede, tra l’altro,
di Massimo Introvigne e Gianfranco Amato
» Leggi l'articolo
2014-15, il contrasto all’omofobia e transfobia.
Impegno solenne, quindi, a dare piena attuazione all’Asse Educazione e Istruzione della
Strategia Nazionale volta «a diffondere la teoria del gender nelle scuole, attraverso anche
iniziative volte ad offrire ad alunni e docenti, ai fini dell’elaborazione del processo di accettazione
specifici programmi scolastici, corsi di formazione, materiale didattico, et similia, con lo scopo di
«ampliare le conoscenze e le competenze di tutti gli attori della comunità scolastica sulle
Video
tematiche LGBT»; di «garantire un ambiente scolastico sicuro e gay friendly»; di «favorire
l’empowerment delle persone LGBT nelle scuole, sia tra gli insegnanti che tra gli alunni»; di
«contribuire alla conoscenza delle nuove realtà familiari»; di «valorizzare l’expertise delle
associazioni LGBT»; di «coinvolgere gli Uffici scolastici regionali e provinciali sul diversity
management per i docenti», di «predisporre una modulistica scolastica amministrativa e
didattica in chiave di inclusione sociale, rispettosa delle nuove realtà familiari, costituite anche
da genitori omosessuali» (genitore 1 e genitore 2); di «accreditare le associazioni LGBT, presso
il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, in qualità di enti di formazione»; di
«arricchire le offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT e
sulle nuove realtà familiari, di laboratori di lettura e di un glossario dei termini LGBT che
consenta un uso appropriato del linguaggio»; di «realizzare percorsi innovativi di formazione e
di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sulle materie antidiscriminatorie, con un
particolare
focus
sul
tema
LGBT
sullo
sviluppo
dell’identità
sessuale
HUMANAE VITAE
nell’adolescente,
sull’educazione affettivo-sessuale, sulla conoscenza delle nuove realtà familiari»; di organizzare
corsi di formazione che «dovrà essere rivolta non solo al corpo docente e agli studenti (con
La Nuova Bussola Quotidiana
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riconoscimento per entrambi di crediti formativi) ma anche a tutto il personale non docente della
scuola (personale amministrativo, bidelli, etc.)».
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I rappresentanti di Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti,
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay Center
hanno ovviamente plaudito alla parole della ministra e si sono detti ampiamente soddisfatti.
Bisognerebbe ora capire quale sia il vero volto (ma soprattutto il vero pensiero) della
Giannini. Quello comprensivo mostrato all’AGESC e all’AGE, o quello compiacente rivolto alle
variopinte associazioni LGBT? Forse, però, la vera questione è comprendere se la posizione
ondivaga della ministra rispecchi quella del governo. Gli italiani possono avere il diritto di sapere
cosa pensi il governo di quello che sta accadendo nelle scuole pubbliche? Probabilmente no. Nel
bislacco mondo sublunare della politica italiana, sembra che questo sia chiedere troppo.
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Rompere il monopolio statale
sull'istruzione. Sono le famiglie e non
lo Stato ad avere il diritto a educare i
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Il dibattito sui divorziati risposati e la
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Comunione in stato di peccato grave,
rivelano quanto nel mondo cattolico si
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La Settimana
I Nonni 2.0 insegnano a Renzi cos'è
la Buona Scuola
Il governo Renzi accoglie suggerimenti su come
impostare la Buona Scuola. I Nonni 2.0,
interpellati, hanno deciso di intervenire.
Contrariamente al disegno di riforma Renzi, sono
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sull'istruzione deve essere spezzato.
La Settimana
Vecchia Dc, nessuno ti rimpiange
I cristiani hanno perso i loro punti di riferimento
politici e li devono ricostruire. Ma non si può far
resuscitare la vecchia Dc, prodotto della guerra
fredda, ormai definitivamente consegnato al
passato. Si dovrebbe, piuttosto, costruire una rete
di luoghi di elaborazione di idee e programmi, in
cui produrre "munizioni".
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