i limitatori naturali -

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i limitatori naturali -
I LIMITATORI NATURALI
I LIMITATORI NATURALI
controllo dei fitofagi non deve
essere necessariamente associato alla lotta chimica. Si hanno a
I Ildisposizione
LIMITATORI
NATURALI
anche altri mezzi diretti (barriere, uso di nemici naturali,…) e indiretti (siepi,…) che
I LIMITATORI NATURALI
con una corretta gestione dell’agrosistema consente di attuare una gestione integrata
dell’agroecosistema dove si opera.
Il L’uso
controllo
fitofagi non
deve essere
necessariamente
associato
alla lotta
deglidei
agrofarmaci
è immediato
e piuttosto
semplice da attuare
al contrario,
nel chimica.
caso vengano
Il controllo
dei fitofagi non
deve
essere
necessariamente
associato
allaintroduzione
lotta chimica.diSi
hanno a
Siintrodotti
hanno
adei
disposizione
anche
altri
mezzi
sia diretti
(barriere
fisiche,
antagonisti
limitatori naturali
nelle
coltivazioni,
sono necessarie
alcune informazioni
di base
sul
disposizione anche altri mezzi diretti (barriere, uso di nemici naturali,…) e indiretti (siepi,…) che
loro comportamento
in modo
daindiretti
poter scegliere
predatore
o parassitoide
specifico
del fitofago
da di
naturali,
ferormoni, ecc.),
sia
(siepi, ilpiante
attrattive,
ecc.) che,
unitamente
all’uso
con una creare
corretta
gestionefavorevole
dell’agrosistema
consente
di attuare dei
unalimitatori
gestione
integrata
controllare,
un ambiente (avvicendamenti,
al suo sviluppo
ovarietale,
facilitare l’arrivo
indigeni.
buone
pratiche
agronomiche
scelta
concimazione,
ecc)
consentodell’agroecosistema dove si opera.
no di
attuare
gestione
integrata ee sostenibile
dell’agroecosistema.
L’uso
degli una
agrofarmaci
è immediato
piuttosto semplice
da attuare al contrario, nel caso vengano
introdotti dei limitatori naturali nelle coltivazioni, sono necessarie alcune informazioni di base sul
loro comportamento in modo da poter scegliere il predatore o parassitoide specifico del fitofago da
controllare, creare un ambiente favorevole al suo sviluppo o facilitare l’arrivo dei limitatori indigeni.
I mezzi di lotta utilizzabili per la gestione integrata dell’agroecosistema orticolo.
L’uso degli agrofarmaci è immediato e piuttosto semplice da attuare, nel caso vengano introdotti degli antagonisti nelle coltivazioni, sono necessarie alcune conoscienze di base sul loro
comportamento in modo da poter scegliere il predatore o parassitoide più adatto, creare un
I mezzi di lotta utilizzabili per la gestione integrata dell’agroecosistema orticolo.
ambiente favorevole al suo sviluppo o facilitare l’arrivo dei limitatori indigeni.
Strumenti per salvaguardare e potenziare l’attività dei limitatori, sia già presenti
nell’ambiente sia introdotti mediante rilascio, nell’agroecosistema orticolo.
Strumentiper
persalvaguardare
salvaguardaree epotenziare
potenziare
l’attività
limitatori,
sia già
presenti
Strumenti
l’attività
deidei
limitatori
presenti
o introdotti
nell’ambiente sia introdotti mediante rilascio, nell’agroecosistema orticolo.
nell’agroecosistema
116
Ragnetto
rossoalcune
delle
(acaro
tetranichide)
Di seguito si riportano
noteserre
sui più importanti
fitofagi
delle colture orticole e sui loro limitatori
naturali
Tetranychus
urticae
I LIMITATORI NATURALI
Ragnetto rosso delle serre (acaro tetranichide)
Acaro
altamente
polifago,
orticole.
Svolge
generazioni,
Di Tetranychus
seguito
si riportano
alcuneattacca
note suisvariate
più importanti
fitofagi
delle numerose
colture orticole
e sui loro svern
urticae
limitatori
naturali fecondata ma in ambiente protetto può continuare a riprodursi e sviluppar
come
femmina
Acaro
altamente
polifago,
attacca svariate
orticole.
numerose generazioni, sverna
tutto
l’anno,
favorito
da condizioni
climatiche
caldeSvolge
e secche.
come femmina
fecondata
ma in ambiente
può TETRANICHIDE)
continuare a riprodursi e svilupparsi
RAGNETTO
ROSSO
DELLE
SERREprotetto
(ACARO
Pertutto
il controllo
su fragola
e peperone
si calde
può eutilizzare
l’anno,urticae
favorito
da condizioni
climatiche
secche. l’acaro fitoseide Phytoseiulu
Tetranychus
(foto
1)
persimilis.
Si tratta di attacca
un predatore
specifico,
naturalmente
presente negli
Acaro
svariate siorticole.
Svolge
numerose
generazioni,
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Per altamente
il controllopolifago,
su fragola e peperone
può utilizzare
l’acaro fitoseide
Phytoseiulus
come
femmina
fecondata
può
continuare a presente
riprodursi
edalle
svilupparsi
colturali;
sverna
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numerose
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Allevatonegli
biofabbriche
persimilis.
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specifico,
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ambienti
tutto l’anno,
favorito
da condizioni
climatiche
caldeDie solito
secche.vengono effettuati 3-4 rilasci, ed è i
viene
utilizzato
in
Europa
e
Nord
America.
colturali; sverna come adulto e compie numerose generazioni. Allevato dalle biofabbriche,
Per il controllo su fragola e peperone si può utilizzare l’acaro fitoseide Phytoseiulus persimigrado
diutilizzato
insediarsi
nelle coltivazioni
se non
vengono
eseguiti
trattamenti
in Europa
e Nord America.
Di solito
vengono
effettuati
rilasci,antiparassita
ed è in
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Si tratta
di un predatore
specifico,
naturalmente
presente
negli
ambienti3-4
colturali;
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nelle
coltivazioni
se
non
vengono
eseguiti
trattamenti
antiparassitari
con
principi
attivi
cosiddetti
“acarostimolanti”.
In
particolare,
è
molto
sensibile
ai in
piretroid
come adulto e compie numerose generazioni. Allevato dalle biofabbriche, viene utilizzato
con
principi
attivi
cosiddetti
“acarostimolanti”.
In
particolare,
è
molto
sensibile
ai
piretroidi,
Europa
e Nordnon
America.
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solito vengono
effettuati
3-4 rilasci,
ed è indigrado
di insediarsi
che
pertanto
vanno
né prima
né dopo
il rilascio
P. persimilis
pernelalmeno
le
coltivazioni
se
non
vengono
eseguiti
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con
principi
attivi
cosiddetti
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né
prima
né
dopo
il
rilascio
di
P.
persimilis
per
almeno
2
mesi (la tossicità per i fitoseidi persiste per oltre 8 settimane). Le condizioni ottimali
pe
“acarostimolanti”.
In particolare,
è molto
sensibile
ai piretroidi,
che pertanto
non vanno
utilizzati
mesi
(la
tossicità
per
i
fitoseidi
persiste
per
oltre
8
settimane).
Le
condizioni
ottimali
per
l’insediamento
del
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sono
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relativa
65-90%
e
temperature
20-27°C.
Per
u
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prima né dopo del
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per relativa
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per i fitoseidi
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umidità
temperature
20-27°C.
Per un
controllo
occorre
un rapporto
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da 1/10
sino
a 1/30
percontrollo
oltre 8 efficace
settimane).
Le condizioni
ottimali per
l’insediamento del
sono
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efficace occorre
un rapporto
predatore/preda
da fitoseide
1/10 sino
aumidità
1/30 (limite
tiva 65-90% e temperature 20-27°C. Per un controllo efficace occorre un rapporto predatore/
massimo).
massimo).
preda da 1/10 sino a 1/30 (limite massimo).
Foto 1. Adulti e uova di Tetranychus urticae (a sinistra); adulto di Phytoseiulus persimilis in atto di predare un tetranichide (a destra).
Foto
1. Adulti e uova di Tetranychus urticae (a sinistra); adulto di Phytoseiulus persimilis in atto di
(Foto
DISAFA)
predare un tetranichide (a destra).
Foto 1. Adulti e uova di Tetranychus urticae (a sinistra); adulto di Phytoseiulus persimilis in atto
predare
un tetranichide
(a destra).
Altro
acaro
fitoseide
allevato
dalledalle
biofabbriche
è Amblyseius
swirskii.
In questo
caso sicaso
trattasi
Altro
acaro
fitoseide
allevato
biofabbriche
è Amblyseius
swirskii.
In questo
di un predatore polifago, utilizzato soprattutto contro tripidi e aleirodidi. Per consentirne l’insetratta di un predatore polifago, utilizzato soprattutto contro tripidi e aleirodidi. Per
diamento
giàfitoseide
prima delle
infestazioni
deibiofabbriche
fitofagi, vieneèsuggerito
di introdurlo
nelle coltivazioni
Altro
acaro
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dalle
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In questodicaso
consentirne
l’insediamento
già
prima
dellecontenenti
infestazioni
dei fitofagi,
viene
preventivamente
in sacchetti (tipo
filtri
da tè),
il predatore
insieme
ad suggerito
acari delle
tratta
di unnelle
predatore
polifago, utilizzato insoprattutto
contro
tripidi
e aleirodidi.
Pe
introdurlo
coltivazioni
sacchetti
filtri
da
tè),
contenenti
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(es. Carpoglyphus
lactis)preventivamente
come preda alternativa.
Inoltre,(tipo
per A.
swirskii
e per
altri acari il
consentirne
l’insediamento
già
prima
delle
infestazioni
dei
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viene
suggerito
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predatore
ad
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(es.
Carpoglyphus
lactis)
come
preda
alternativa.
fitoseidi
(es. insieme
Euseius
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in studio
sistemi
per fornire
polline
come
ulteriore
fonte
alimentare;
ad esempio
possono
essere
applicate
porzioni
di
corda (tipo
precedentemente
in
introdurlo
nelle
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sacchetti
filtri da
tè),poste
Inoltre, per
A. coltivazioni
swirskii
e perpreventivamente
altri acari
fitoseidi
Euseius
scutalis)
sono
in contenenti
studio
contenitori
con
polline.
sistemi
per
fornire
polline
come
ulteriore
fonte
alimentare;
ad
esempio
possono
essere
predatore insieme ad acari delle derrate (es. Carpoglyphus lactis) come preda alternativa
applicate
di corda
precedentemente
poste in (es.
contenitori
con polline.
Inoltre,
per porzioni
A. swirskii
e per
altri acari fitoseidi
Euseius
scutalis) sono in studi
TRIPIDI (TISANOTTERI)
sistemi
per fornire
polline
comee ulteriore
Frankliniella
occidentalis
(fragola
peperone) fonte alimentare; ad esempio possono esser
applicate
porzioni
di ecorda
Thrips tabaci
(cipolla
porro)precedentemente poste in contenitori con polline.
In genere, pur essendo altamente polifagi, F. occidentalis è predominante su fragola, peperone,
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I LIMITATORI NATURALI
pomodoro, mentre T. tabaci prevale su cipolla e porro (anche su fragola a Boves). I due tripidi
hanno un ciclo simile: svernano come adulti, depongono le uova nei tessuti vegetali, presentano
due stadi neanidali attivi sulle piante e due stati ninfali inattivi nel terreno. F. occidentalis è
un efficiente vettore del tospovirus Tomato spotted wilt virus (TSWV), quindi come vettore di
agenti fitopatogeni occorrerebbe mantenere la soglia zero, che resta tuttavia impossibile da
raggiungere e conservare anche con la lotta chimica. T. tabaci è invece vettore di Iris yellow
spot virus (IYSV), un altro tospovirus dannoso su lilliacee (es. cipolla).
Fra i nemici naturali di questi tripidi, molto efficaci sono gli antocoridi appartenenti al genere
Orius (foto2). Questi predatori generalisti sono attratti dal polline, e raggiungono i fiori delle
piante di peperone e fragola su cui svolgono la loro attività di controllo dei tripidi. Molte specie
sono ormai allevate dalle biofabbriche, e utilizzate in programmi di lotta biologico-integrata. Nel
caso occorre porre attenzione all’uso di fitofarmaci, sono infatti sensibili a svariate sostanze
attive (es. abamectina, neonicotinoidi, piretroidi, ecc.). Inoltre Orius spp. non vanno impiegati
su pomodoro a causa dei peli glandulari tossici per questi insetti. Le specie note sono:
• O. laevigatus, abbondante in Liguria e Sicilia, diffuso lungo le coste di tutta Europa e bacino
Mediterraneo;
• O. niger e O. maiusculus (di dimensioni maggiori), prevalenti negli ambienti continentali;
• O. insidiosus, di origine nordamericana, non presente in Europa; è stata la prima specie
ad essere introdotta nelle coltivazioni in Italia a inizio anni ’90. Fortunatamente non si è mai
insediato, e non ha quindi costituito un problema per le specie locali come è avvenuto con la
coccinella Harmonia axyridis (a tutti gli effetti ora ritenuta una “specie aliena invasiva”).
Foto 2. Adulti di Frankliniella occidentalis (a sinistra), di Thrips tabaci (al centro) e di Orius laevigatus (a destra). (Foto DISAFA)
Per il controllo dei tripidi viene largamente impiegato O. laevigatus, e ne viene consigliato il
lancio di 0,5-1 adulto/m2, un mese dopo il trapianto della coltura. Tuttavia, mentre nelle aree
ligure e mediterranea prevale O. laevigatus, nelle zone continentali (es. Francia e Piemonte)
sono maggiormente diffusi O. niger e O. maiusculus sulle piante sia coltivate sia spontanee
(es. camomilla, amaranto, galinsoga).
In particolare in Piemonte è dominante la presenza di O. niger su fragola e di O. maiusculus
su porro, mentre su peperone vengono rinvenuti O. niger e/o O. maiusculus in quantità variabili.
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I LIMITATORI NATURALI
Ciononostante, anche in Piemonte l’impiego di O. laevigatus in alternativa al trattamento chimico è proponibile sia per un primo controllo delle infestazioni sia per permettere l’insediamento
delle specie spontanee, altrimenti disturbate dagli interventi insetticidi (non selettivi per i limitatori). In prove condotte su fragola e peperone in Piemonte, trattamenti con abamectina, etofenprox e lambdacialotrina sono risultati tossici per Orius spp. Al contrario, sebbene in laboratorio
sia stata comprovata la sua tossicità, in campo lo spinosad è parso poco nocivo.
F. occidentalis è efficiente vettore del TSWV; il tripide può acquisire il virus soltanto allo stadio
di neanide, durante le prime fasi di vita. Dopo un periodo di latenza durante il quale il virus si
moltiplica e raggiunge le ghiandole salivari, il tripide ormai adulto può trasmettere il TSWV con
l’attività trofica. Per la difesa è importante ricordare che la neanide neonata è poco mobile, per
acquisire deve quindi nascere su una pianta già infetta.
Altri predatori di tripidi sono:
• tripidi predatori, abbondanti su cipolla e porro, dove svolgono un ruolo utile ed efficace nel
controllo di T. tabaci. È stato infatti dimostrato che interventi con piretroidi a inizio stagione
abbattendo i tripidi predatori favoriscono le infestazioni di T. tabaci. Pertanto nel monitoraggio
è fondamentale saper riconoscere i tripidi predatori dai tripidi fitofagi.
• A. swirskii, che può essere impiegato per il controllo dei tripidi, aleirodidi ed acari, ricordando
che è in grado di predare attivamente solo le neanidi.
MOSCA BIANCA (ALEIRODIDI)
Trialeurodes vaporariorum Bemisia tabaci
Altamente polifagi, possono provocare danni sottraendo linfa elaborata e soprattutto emettendo grandi quantità di melata, su cui si sviluppano fumaggini, e imbrattando i frutti, in particolare
su cetriolo, fragola, pomodoro, melanzana, zucchino.
Per un loro controllo mediante l’impiego di parassitoidi, è importante riconoscere quale dei due
aleirodidi è presente poiché si utilizzano parassitoidi specifici, cioè Encarsia formosa per T.
vaporariorum ed Eretmocerus mundus per B. tabaci. Quest’ultimo aleirodide è più termofilo
e non è diffuso negli ambienti piemontesi, può permanere in inverno soltanto in serre scaldate.
I parassitoidi vanno introdotti alla comparsa degli aleirodidi. Per il monitoraggio degli adulti si
possono utilizzare trappole cromotattiche adesive gialle e/o effettuare controlli visivi sulla parte
apicale delle piante. Gli stadi giovanili immobili (ad eccezione della prima età) sono di solito
presenti nei palchi mediani. I parassitoidi E. formosa ed E. mundus sono commercializzati
come pupari parassitizzati incollati su cartoncini da disporre nelle coltivazioni in prossimità delle neanidi. Dai pupari sfarfallano gli adulti che cercheranno gli ospiti da parassitizzare. I pupari
parassitizzati da E. formosa sono di colore nero quindi ben riconoscibili; se i parassitoidi introdotti sono attivi, si vedranno i primi pupari neri dopo circa una decina di giorni (in relazione alle
condizioni climatiche). Va tenuto presente che nei nostri ambienti le condizioni climatiche non
sono ideali per E. formosa, che per la sopravvivenza richiede temperature notturne superiori a
16°C e in generale non tollera temperature diurne molto elevate.
Per il controllo degli aleirodidi possono essere anche utilizzati i miridi dicifini. Si tratta di predatori generalisti poco più grandi degli Orius spp., con regime alimentare fitozoofago, cioè per
nutrirsi possono pungere sia la preda sia la pianta. Particolarmente attratte dal pomodoro,
sono note le specie:
• Dicyphus errans, spontaneo e diffuso negli areali di coltivazione piemontesi;
• Macrolophus pygmaeus (=caliginosus), naturalmente presente in Piemonte, allevato dalle
biofabbriche e largamente utilizzato nei programmi di difesa biologico-integrata; per un precoce insediamento nelle coltivazioni possono essere effettuati rilasci già in vivaio o subito
all’atto del trapianto. È in studio in Olanda un impiego contro afidi su peperone (foto 3);
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I LIMITATORI NATURALI
• Nesidiocoris tenuis, più termofilo, assente in Piemonte trova in Liguria il limite nord di distribuzione. Delle tre specie è quella più vorace e “aggressiva” nei confronti delle prede. Tuttavia
in assenza di preda con l’attività di nutrizione può arrecare danno alla pianta, infatti le punture
possono causare necrosi sulla vegetazione e anche accecamento dei germogli su pomodoro. Nelle aree più meridionali (così come in quelle tropicali e subtropicali) per contenere gli
aleirodidi (difficili da controllare con la lotta chimica) si lascia agire N. tenuis, poi in carenza di
preda quando diventa troppo abbondante si esegue un trattamento chimico con un prodotto
abbattente.
Foto 3. Apice di pomodoro infestato da adulti di Trialeurodes vaporariorum (a sinistra); adulti di Dicyphus errans
(al centro) e di Macrolophus pygmaeus (a destra). (foto DISAFA)
I miridi dicifini presentano un ciclo più lento: dalla deposizione dell’uovo allo sfarfallamento
dell’adulto sono necessarie 3-4 settimane in relazione all’andamento climatico. Di conseguenza, per un efficace controllo degli aleirodidi da parte dei miridi dicifini è importante adottare i
seguenti accorgimenti:
• favorirne l’insediamento prima dell’infestazione dei fitofagi introducendoli precocemente sulla
coltura e fornendo loro alimenti alternativi quali uova di Ephestia kuehniella o cisti di Artemia
salina;
• salvaguardarli e incrementarli nell’areale di coltivazione preservando le piante ospiti spontanee. Per mantenere la presenza di M. pygmaeus e D. errans, in attesa delle infestazioni degli
aleirodidi, è fondamentale conservare aree “naturali” intorno alle coltivazioni di pomodoro con
le piante ospiti in grado di ospitare i predatori in assenza della coltura. Ad esempio, calendula,
parietaria, Salvia glutinosa (piante pelose e glandulose) sono ospiti naturali di M. pygmaeus,
mentre D. errans si trova su Solanum nigrum e Geranium spp.
• porre particolare attenzione ai trattamenti fitosanitari effettuati sulla coltura prima e dopo l’introduzione dei miridi dicifini (di solito con un rilascio di 0,5-1,5 adulto/m2).
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I LIMITATORI NATURALI
AFIDI
Aphis gossypii, Chaetosiphon euphorbiae, Macrosiphum euphorbiae, Myzus persicae
L’infestazione iniziale è solitamente localizzata in focolai, che poi si diffondono in tutto l’appezzamento in condizioni ambientali favorevoli. Tra gli antagonisti allevati dalle biofabbriche
vi è il neurottero predatore Chrysoperla carnea, che agli stadi larvali è molto vorace ma
difficilmente riesce a insediarsi nelle coltivazioni poiché gli adulti compiono notevoli spostamenti per accoppiarsi. Risulta inoltre molto sensibile agli insetticidi tradizionalmente impiegati.
Altro antagonista allevato dalle biofabbriche è il parassitoide afidiino Aphidius colemani; le
femmine ovidepongono all’interno nell’ospite, le larve si sviluppano “mummificando” gli afidi.
Il parassitoide può essere introdotto nelle coltivazioni prima delle infestazioni afidiche con la
tecnica delle “banker plants” (foto 4), che consiste nell’inserire graminacee in vaso infestate
da afidi delle graminacee già parassitizzati, in modo da garantire la presenza del parassitoide
nella coltura. Le “banker plants” sono prodotte e commercializzate dalle biofabbriche.
MIRIDI FITOFAGI
Lygus rugulipennis
Insetto altamente polifago e molto mobile sul territorio, è difficile prevederne le infestazioni. È
attratto da piante erbacee a elevato contenuto di azoto; infatti in Nord America per evitare danni su fragola utilizzano strisce di erba medica come pianta trappola. Date le dimensioni ridotte
dei nostri appezzamenti, l’applicazione delle reti alle aperture dei tunnel, con maglie di dimensioni minori rispetto a quella anti-piralide (~1,4×1,7 mm), potrebbe essere un metodo su fragola rifiorente per evitare l’ingresso di L. rugulipennis e al tempo stesso anche delle cimici verdi.
Foto 4. “Banker plants” in serra di peperone (a sinistra; www.omafra.gov.on.ca); impiego di erba medica come pianta trappola
per la difesa contro Lygus spp. su fragola in Nord America (a destra; foto DISAFA).
MINATORE FOGLIARE DELLE ORTICOLE (AGROMIZIDE)
Liriomyza trifolii
Minatore fogliare polifago, particolarmente dannoso su colture da foglia. Per il controllo si può
utilizzare l’imenottero eulofide Diglyphus isaea. Parassitoide ectofago, le femmine in parte
paralizzano le larve per garantire lo sviluppo della prole, in parte le uccidono per nutrirsene.
Allevati dalle biofabbriche, vengono effettuati i lanci con 1 individuo ogni 10 m2. È di solito
sufficiente un rilascio perché il parassitoide si insedi stabilmente nella coltivazione (se non
disturbato da trattamenti antiparassitari).
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I LIMITATORI NATURALI
TIGNOLA DEL POMODORO (LEPIDOTTERO GELECHIDE)
Tuta absoluta
Di origine sudamericana, è stata segnalata per la prima volta in Piemonte
nel 2009. È un insetto minatore su foglie, steli e anche frutti del pomodoro
(foto. 5) e di altre solanacee coltivate
e spontanee (es. melanzana, patata,
S. nigrum). Su questo fitofago esotico, giunto in Europa senza nemici naturali specifici, sono stati osservati in
attività svariati limitatori indigeni, predatori e parassitoidi.
Per il controllo della tignola del pomodoro si utilizzano i miridi predatori
quali M. pygmaeus (=caliginosus) e
N. tenuis. Sono in studio anche parassitoidi larvali quali gli imenotteri
eulofidi Necremnus prope artynes
e Necremnus prope tidius. Si tratta di parassitoidi ectofagi rivelatisi
efficaci antagonisti di T. absoluta ma
difficili da allevare. Le femmine, oltre
a parassitizzare le larve, ne uccidono una parte per nutrirsi aumentando
così l’attività di controllo della tignola
del pomodoro.
Foto 5: Attacchi di Tuta absoluta su pomodoro
LEPIDOTTERI
Nottuidi, Geometridi e Ostrinia nubilalis (piralide) (foto 6)
Per prevenire l’ingresso di lepidotteri
defogliatori e piralide, in coltura protetta possono essere collocate alle Foto 6: Ostrinia nubilalis su peperone. (foto DISAFA)
aperture reti (es. rete anti-piralide,
~2×4 mm), che sono efficaci se ben
posizionate. L’uso di reti potrebbe modificare il microclima all’interno del tunnel creando un ambiente caldo-umido in grado di favorire l’insorgere di altri problemi. Difficilmente però le reti utili
contro i lepidotteri alterano in modo significativo le condizioni climatiche all’interno del tunnel.
In alternativa all’uso delle reti vengono abitualmente effettuati trattamenti chimici o a base di
Bacillus thuringiensis.
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