comunicazione e significato - Dipartimento di Scienze Umane per la

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comunicazione e significato - Dipartimento di Scienze Umane per la
Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
COMUNICAZIONE
E
SIGNIFICATO
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Punti della sezione
• I principali punti di vista sul significato:
1. Semantica vero-condizionale
2. Semantica strutturale
3. Semantica cognitiva
• Verso una teoria unitaria del significato: le tre
dimensioni (referenziale, inferenziale, differenziale)
• Universalità linguistica (Chomsky e Wierzbicka)
versus relatività linguistica (Sapir Whorf)
• Componenzialità (semantica a tratti) e prototipicità
del significato (semantica del prototipo)
• Stabilità e instabilità del significato
• Significato, contesto e indessicalità
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• Significato letterale e significato
figurato
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Il significato di significato: i tre principali punti di
vista sul significato *
1. Semantica vero-condizionale (o logico-filosofica, o
modellistica): il significato come referenza oggettiva
(Kripke, Putnam, Grege, Carnap, Montague)
2. Semantica strutturale : l’autonomia della semantica
e il significato come valore linguistico (de Saussure)
3. Semantica cognitiva (o semantica dinamica): il
significato come comprensione dell’esperienza
(Fillmore, Jackendoff, Lakoff, Violi, Jaszczolt)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
1.La semantica vero-condizionale: il significato come
referenza oggettiva
(inizi Novecento, filosofia del linguaggio)
Semantica vero-condizionale (o logico-filosofica, o modellistica):
il significato di una parola o di una frase è dato dal rapporto che
esiste fra linguaggio e realtà
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Le condizioni di verità
Ogni enunciato è dotato di un determinato valore di verità
Il significato di un enunciato consiste nell’affermare qualcosa su un
determinato stato di cose che può essere vero o falso
Le condizioni di verità
• sono intrinsecamente diverse dalla reale verità o falsità di un
enunciato *
• sono di natura linguistica
• sono le caratteristiche/proprietà che un certo stato di cose all’interno
di un determinato mondo (reale o possibile) deve possedere affinché
un determinato enunciato possa essere considerato vero in quel
mondo
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Relazione diretta fra segno e referente
Riferimento diretto dei nomi propri (ma anche dei dimostrativi e dei
deittici) ai loro referenti attraverso un atto di nominazione
Tre passaggi successivi per definire il significato (Putnam):
a) indicazione del genere di cose cui la parola fa riferimento
b) estensione delle cose determinata direttamente dal mondo reale
c) lo stereotipo, cioè l’insieme delle conoscenze associate alla parola e
individuate in modo valido da competenti esperti
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Relazione mediata fra segno e referente
Frege, distinzione fra senso (Sinn) e riferimento (Bedeutung): è
possibile fare riferimento alla medesima realtà con espressioni
linguistiche diverse, che quindi hanno un senso diverso
* e.g.La stella del mattino/la stella della sera
Senso:
• parte del significato che determina i suoi valori di verità
• non coincide con l’idea soggettiva e con la rappresentazione mentale
individuale di un dato referente
• non coincide con il referente e con il mondo esterno
• è “un terzo ambito”, qualcosa di mezzo, una proprietà della parola,
non cambia da contesto a contesto (= garanzia dell’intersoggettività)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Intensione, estensione e mondi possibili (Carnap)
Contesti opachi, non vero-condizionali, generati dai verbi di atteggiamento
proposizionale, del tipo “credo che p”. Il valore di verità dell’enunciato “che
p” non dipende dal riferimento a uno stato di cose dall’atteggiamento del
parlante. Per superare questa difficoltà:
Mondo possibile = il significato di un enunciato non è dato da ciò che
designa nel mondo reale, bensì consiste in un’intensione, ossia una
funzione a un mondo possibile nel quale la frase sarebbe dotata di
un’estensione
Estensione = ciò a cui l’enunciato si riferisce; fornisce le condizioni di verità in
base alla quale esso possa risultare vero
Intensione = funzione a un mondo possibile, nel quale la frase sarebbe dotata
di un’estensione
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Limiti della semantica vero-condizionale
• concezione referenzialista e antipsicologica: il significato è
indipendente dalla mente dei singoli individui ed è un’entità
oggettiva e assoluta (presupposto dell’indipendenza)
• la semantica modellistica esclude il lessico dal proprio studio,
svuotando la semantica medesima di contenuti specifici sotto il
profilo linguistico
• (non è in grado di spiegare le differenze fra i quantificatori) e non
tiene conto delle sostituzioni lessicali, che cambiano il significato
di una frase in modo considerevole
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Capitolo III. Comunicazione e significato
2. La semantica strutturale: il significato come valore
linguistico
de Saussure, semantica strutturale: definizione esclusivamente
linguistica del significato
Lingua naturale: sistema di segni, totalità in sé organizzata (da
studiare secondo il principio di immanenza)
Rivendicazione dell’autonomia della semantica, emancipata da ogni
forma di collegamento con l’ontologia e la psicologia
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La semantica strutturale è:
•
antireferenzialista: il significato è sganciato da qualsiasi
realtà esterna e il segno linguistico è inteso come sintesi fra
significante e significato
•
antipsicologica: mette in discussione la connessione con la
mente dei singoli parlanti; l’analisi dei significati va intesa in
modo autonomo, poiché essi vanno svincolati dai rispettivi
concetti e diventano realtà squisitamente linguistiche
Significato come valore: possibilità per ogni parola di essere
confrontata e opposta a qualsiasi altra parola della medesima lingua
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Concezione differenziale e posizionale del significato: “la caratteristica
più esatta [dei valori di una parola] è di essere ciò che gli altri non
sono” [de Saussure]
significato
Relazione sintagmatica
Relazione paradigmatica
gli elementi linguistici di un
enunciato sono collegati per
Contiguità *
gli elementi linguistici di un
enunciato sono collegati per
equivalenza (o somiglianza) *
Campi semantici: insieme delle parole connesse a livello
sintagmatico e paradigmatico in un dato sistema linguistico
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Limiti della semantica strutturale
Vizio di circolarità: se i termini linguistici sono definiti in funzione dei
loro rapporti e i rapporti linguistici sono definiti in base ai termini, si
cade in un circolo vizioso
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3. La semantica cognitiva: il significato come
comprensione dell’esperienza
La semantica cognitiva e la semantica dinamica pongono
l’accento sia sugli aspetti psicologici che sui vincoli referenziali
Semantica come “teoria della comprensione”
Significato: modo in cui gli individui
comprendono ciò che comunicano
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Alla semantica della verità (T-semantics) subentra la semantica della
comprensione (U-semantics)
studio dei processi di
produzione e di interpretazione dei significati [Fillmore]
Vincolo della plausibilità psicologica come parametro per accettare o
meno un determinato modello esplicativo (Jackendoff sottolinea
l’analisi del rapporto tra parola e concetto)
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La semantica non è autonoma, forti rapporti con la psicologia
A) linguaggio è una funzione che non può essere considerata separatamente dalle
altre funzioni e attività mentali
B) L’insieme delle conoscenze implicate nell’uso dei significati concerne la totalità delle
conoscenze enciclopediche prodotte dalla propria esperienza personale e
dall’appartenenza a una determinata cultura
•
la conoscenza dei generi naturali e degli artefatti avviene attraverso i processi
percettivi per ostensione *
•
le conoscenze enciclopediche implicano un frequente e rilevante impiego dei
processi di inferenza per cogliere e interpretare gli indizi presenti nei diversi
fenomeni ed eventi della realtà
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• Stretta connessione fra i significati e i rispettivi concetti
• La semantica cognitiva e quella dinamica sostengono una
concezione referenzialista del significato MA con un punto di
vista diverso dalla semantica vero-condizionale (oggettivista
ed esternalista)
• Concezione realista del significato: risultato dell’elaborazione
cognitiva e della rappresentazione mentale di un determinato
oggetto o evento da parte dell’individuo
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Verso una teoria unificata del significato:
le tre dimensioni *
Costruzione di una semantica unificata, in grado di cogliere e
spiegare il processo di significazione nella sua globalità e interezza
1. La dimensione referenziale
2. La dimensione differenziale
3. La dimensione inferenziale
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1.
La dimensione referenziale
necessità di porre un rapporto fra il significato e la realtà
riferimento = rinvio e ancoraggio al reale
Il riferimento rimanda al contenuto dell’esperienza del parlante e,
attraverso tale esperienza, al mondo
L’esperienza personale è una lente che ingrandisce o rimpicciolisce,
modificando i dati di realtà in funzione dei propri schemi mentali, valori
e pratiche conoscitive
I significati si configurano come l’esito di un’attività culturale
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2.
La dimensione differenziale
Il sistema comunicativo della lingua, al pari di qualsiasi altro sistema
di comunicazione, contribuisce a costruire il significato di una parola
La lingua è un sistema complesso di differenze che consente un
insieme indefinito di operazioni di confronto
possibilità di
generare variazioni linguistiche di significato in grado di influenzare
la formazione dei concetti secondo una certa direzione piuttosto che
un’altra (ipotesi debole del relativismo linguistico)
I modi espressivi di accentuazione o di attenuazione o d’inibizione,
la presenza di correttivi o di modificatori, la disposizione lineare
della parole in una frase, ecc. contribuiscono a segnalare e a
definire il significato della frase in una certa maniera piuttosto che in
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un’altra…
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3.
La dimensione inferenziale
Organizzazione cognitiva dei significati:
a)
i significati hanno dei corrispettivi nei concetti
Concetti = costrutti mentali in grado di “mappare”, rappresentare,
categorizzare e definire gli oggetti e gli eventi della realtà
Concetti e significati costituiscono due livelli distinti, anche se
interdipendenti
(scarto lessicale, ignoranza concettuale, polisemia, sinonimia)
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Scarto lessicale:
VEGRO (in cimbro)
= la neve si è sciolta e questo fatto rende di nuovo visibile il terreno
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b) Sul piano cognitivo, i significati richiedono un’importante attività
mentale di inferenza per essere compresi
• I significati di una parola, di una frase o di un gesto vanno intesi e
interpretati in funzione degli elementi del contesto d’uso e della rete
relazionale esistente
• Gli interlocutori si basano su una serie di indizi per cogliere e
interpretare in maniera attendibile il significato di qualsiasi atto
comunicativo
• Le parole vanno considerate, quindi, degli indizi linguistici su cui
realizzare le opportune ipotesi interpretative e implicature
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Capitolo III. Comunicazione e significato
In sintesi
Il sistema dei significati non è in sé concluso, ma è in continuo
divenire in funzione delle esperienze generate nell’interazione e
nello scambio fra i comunicatori
Il significato si configura come un percorso interpretativo per
spiegare e dare senso agli accadimenti che rappresentano il
contenuto delle proprie esperienze personali e sociali, oggetto
della comunicazione
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Capitolo III. Comunicazione e significato
I SIGNIFICATI TRA
UNIVERSALITA’ E
RELATIVITA’
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Capitolo III. Comunicazione e significato
I significati fra universalità e relatività
A) Gli aspetti universali della comunicazione
Universali linguistici = aspetti invarianti e comuni dei processi
comunicativi, condivisi dalle lingue naturali oggi esistenti.
Forme costanti e ricorrenti, che concernono il livello
grammaticale e semantico.
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L’ipotesi della grammatica universale (o generativa)
di Chomsky
Assunto di base: esistenza di una uniformità della competenza linguistica negli
esseri umani, in modo indipendente dalla lingua che parlano
Omogeneità dei processi linguistici
“Organo del linguaggio” geneticamente definito
(Language Acquisition Device o LAD)
Concezione innatista del linguaggio e della comunicazione
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Capitolo III. Comunicazione e significato
.
De Saussure
Langue
Chomsky
Competenza
Parole
Prestazione
Capacità generale (di solito non
consapevole) di usare una
lingua; fa riferimento a una
conoscenza perfetta posseduta
da un parlante ideale
Impiego concreto e contingente di
una lingua in una data situazione
E-language
“lingua esternalizzata”;
studiata da coloro che sono interessati
all’uso contingente della lingua
I-language
“lingua internalizzata”; astrazione
linguistica al fine di formulare ipotesi
sulla mente umana
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Chomsky
Struttura superficiale
Struttura profonda
Articolazione apparente e
acusticamente percepibile di una
frase; può variare da lingua a lingua
Categorizzazione linguistica non
direttamente percepibile ma
necessaria per spiegare la struttura
superficiale; è sostanzialmente
identica in tutte le lingue naturali
* es.
La lavatrice è stata riparata dal tecnico
La lavatrice è stata riparata da qualche ora
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Limiti del modello di Chomsky
Impossibilità di confronto fra categorie linguistiche senza una metalingua che stabilisca
a priori tutte le necessarie distinzioni
Impossibilità di ipotizzare una struttura “profonda” in mancanza di un lavoro di
raccordo e confronto fra le strutture “superficiali” delle diverse lingue
Riluttanza ad affrontare il livello psicologico e sociologico della spiegazione dei
fenomeni linguistici
Il modello rischia di essere un esercizio astratto sulla “logica” della mente umana, fuori
da ogni riferimento contestuale e da ogni verifica empirica. Paradosso di una “lingua
che non serve per comunicare”
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I primitivi semantici secondo Wierzbicka
Primitivi semantici: unità minime e semplici di significato, non ulteriormente definibili, a
partire dalle quali sono derivabili tutti gli altri significati (concetti elementari e semplici,
che si ritrovano in tutte le lingue del mondo, es. volere, non, sentire, pensare a,
immaginare, io, tu, mondo , questo, qualcuno, perché, buono, cattivo, …ecc.)
• Identificazione di un metalinguaggio semantico naturale (lingua mentale universale)
UNIVERSALISMO E INNATISMO
• Limiti:
ƒ elenco dei primitivi è cambiato nel tempo (14 nel 1972, oltre 50 nel 1996); non
sono chiari i criteri…
ƒ l’insieme dei primitivi non esaurisce il significato di tutti gli altri termini
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Es. emozioni
Tentaivo di scomporre e analizzare il significato delle esperienze emotive, es.
tristezza
Tristezza:
X è triste
X sente qualcosa
Talvolta le persone pensano questo qualcosa nel modo seguente:
E’ capitato qualcosa di brutto
Desidererei che questa cosa non fosse capitata
Per questo, se potessi, desidererei fare qualcosa
Non posso farci nulla
A motivo di ciò, esse si sentono male
X si sente in questo modo
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Capitolo III. Comunicazione e significato
B) La teoria della relatività linguistica
Accento sulla pluralità delle culture e sui rapporti tra fra linguaggio, pensiero
e cultura
La cultura, attraverso il linguaggio, influenza il modo in cui pensiamo, in
particolare il modo in cui categorizziamo la nostra esperienza
Imparare una lingua straniera significa anche acquisire un nuovo punto di
vista sulle cose
Le strutture semantiche delle diverse lingue sono incommensurabili fra loro;
di conseguenza, i parlanti elaborano modi di pensare differenti tra loro
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L’ipotesi Sapir-Whorf
Premessa epistemologica: gli esseri umani segmentano la natura secondo
le linee indicate dalla loro lingua materna; il mondo si presenta come un
flusso caledioscopico di impressioni che deve essere organizzato dalle
nostre menti e ciò avviene attraverso i sistemi linguistici delle nostre menti
Relatività linguistica: gli esseri umani usano la loro lingua materna in modo
sostanzialmente inconsapevole. Questi modelli automatici e involontari
della lingua non sono gli stessi per tutti gli uomini ma sono specifici per
ogni lingua. Da qui deriva il principio della “relatività linguistica” secondo il
quale i parlanti di lingue diverse sono orientati dalla loro lingua verso
differenti tipi di osservazione e differenti valutazioni di eventi esterni sim
ili; di conseguenza, essi giungono in qualche modo a una differente
visione del mondo
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Il “Sillogismo di Whorf”
1. dato che esistono differenze nelle categorie linguistiche nelle varie
lingue naturali,
2. dato inoltre che le categorie linguistiche determinano alcuni aspetti del
pensiero degli individui,
3. ne consegue che questi aspetti del pensiero differiscono nelle diverse
comunità culturali in funzione della lingua che esse parlano
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Il “Sillogismo di Whorf” (continua)
Il “sillogismo di Whorf” è stato in seguito interpretato come un forte apporto
all’ipotesi del determinismo linguistico = la lingua determinerebbe le forme
del pensiero dei parlanti medesimi nei riguardi della loro esperienza
Versione forte del determinismo: i concetti possono essere concepiti e attivati
soltanto se sono formulati attraverso il linguaggio. È insostenibile, in quanto il
pensiero è assai più complesso di ciò che il linguaggio può esprimere
(percezione, rappresentazioni senso-motorie, immaginazione, esperienze
emotive…)
Versione debole del determinismo: i concetti codificati attraverso il linguaggio
sono favoriti in quanto più accessibili e più facili da ricordare
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La “revisione” della teoria della relatività linguistica
Teoria della relatività linguistica come applicazione della relatività culturale
Clark, Haviland, Gumperz, Levinson, ecc.
Le esperienze vanno codificate a livello cognitivo in modo da poter poi essere
verbalizzate
La diversità delle lingue naturali è connessa alla presenza di distinzioni
semantiche che si riflettono nelle distinzioni culturali che, a loro volta,
influenzano la categorizzazione cognitiva e affettiva dell’esperienza *
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Numerose prove a sostegno di questa impostazione:
La concezione dello spazio varia in funzione della lingua in modo rilevante:
sistema assoluto o geocentrico, sistema relativistico o egocentrico (Bali, India,
Nepal), sistema intrinseco (tzeltal)
I movimenti spaziali: le medesime azioni sono categorizzate in modo
diverso, per esempio, in inglese e in coreano
Nell’apprendere la lingua di una cultura, un bambino impara
modi particolari di pensare per parlare
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Esempio: Concezione dello spazio (es. movimenti spaziali)
le medesime azioni sono categorizzate in modo diverso in inglese e in
coreano:
•in inglese IN è associato all’azione contenere (mettere dentro) e ON
all’azione di suppprto (mettere su);
•in coreano queste stesse azioni sono semantizzate e lessicalizzate in
modo molto diverso
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Neve in eschimese
Diverse parole per questo fenomeno:
Aput: la neve al suolo
Qana: la neve mentre cade
Piqsirqop: accumulare la neve
Qimuqsug: mucchio di neve
Lessico emotivo
1. Grande differenza nell’estensione dei singoli repertori emotivi (inglese 2.000
parole, olandese 1.500, cinese 750, Maly 230, ifaluk 58, chewong una decina)
2. Non corrispondenza semantica per la medesima categoria emotiva fra una
lingua e l’altra (collera vs liget degli Ilongot collera + fierezza+baldanza + bisogno
di provare se stessi, ecc.)
Colori… & C
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Processo di convenzionalizzazione
Ogni comunità tende a elaborare il proprio codice (speech community e
idioculture): creazione di un forte senso di appartenenza che diventa esclusione per
gli altri
Salienza condivisa
Esito del processo di convezionalizzazione : elaborazione di un sistema di
categorie
A volte si ha la creazione di un vero e proprio codice criptato che, in qualità
di gergo, discrimina l’in-group rispetto all’out-group.
Eteroglossia = espressione della voce differente di una minoranza rispetto alla
lingua ufficiale della maggioranza culturale
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COMPONENZIALITA’
(SEMANTICA A TRATTI)
E
PROTOTIPICITA’
(SEMANTICA DEL PROTOTIPO)
DEL SIGNIFICATO
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Componenzialità (semantica a tratti) e prototipicità
(semantica del prototipo) del significato
A) La semantica a tratti
Due condizioni: a) il significato è scomponibile in tratti semantici
considerati come condizioni necessarie e sufficienti
(CNS) per la sua formazione
b) il numero dei tratti semantici costituisce un
inventario limitato
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Esempi…
Uomo =
ANIMATO & UMANO & MASCHIO & ADULTO
Donna=
ANIMATO & UMANO & NON MASCHIO & ADULTO
Bambino=
ANIMATO & UMANO & MASCHIO & NON ADULTO
Bambina=
ANIMATO & UMANO & NON MASCHIO & NON
ADULTO
Il significato di una parola è inteso come l’insieme finito di proprietà che
fissano la sua estensione (o applicazioni in un mondo reale o
possibile)
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Il modello CNS
I principi del modello CNS:
a)
b)
c)
d)
nessun tratto può essere cancellato in quanto ognuno di
essi è una condizione necessaria
nessun tratto può essere aggiunto, poiché i tratti semantici
sono condizioni sufficienti
tutti i tratti hanno la medesima rilevanza e sono sul
medesimo piano, senza nessuna organizzazione
gerarchica
il significato di qualsiasi termine presenta confini netti e
precisi secondo la logica booleana di natura binaria
(presenza o assenza); di conseguenza, il significato o
esiste nella sua interezza o non c’è
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Il modello CNS (continua)
•
il modello CNS è un sistema binario: la presenza di un tratto
implica l’assenza del tratto opposto
•
distinzione e separazione fra le conoscenze dizionariali
(costitutive del significato) e le conoscenze enciclopediche
(secondarie e accessorie, di natura fattuale e caratterizzate
da un numero illimitato di aspetti)
il significato di una parola è univoco, assoluto e determinato in modo
preciso dalle sue componenti costitutive
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Limiti della semantica a tratti
• non ammette eccezioni: la modifica di un solo tratto renderebbe
inapplicabile il modello
• i significati sono considerati come entità discrete, senza sfumature e
senza posizioni intermedie o marginali
• l’ipotesi che il significato sia determinato in modo univoco e definitivo
da un numero limitato e chiuso di proprietà costitutive appare fragile e
insostenibile
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Esempio
SEDIA:
a) Oggetto rigido
b) A 1 posto
c) Senza braccioli
d) A 4 gambe
e) Con schienale
Cane…
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???
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Limiti della semantica a tratti (continua)
• la distinzione netta fra proprietà necessarie e accidentali non risulta
percorribile: nel significato di qualsiasi parola esiste una gradualità
delle proprietà semantiche
• La distinzione fra conoscenza dizionariale ed enciclopedica appare
inconsistente: sono entrambe formazioni culturali; i dizionari sono
enciclopedie parziali e limitate
• la definizione di confini netti fra un significato e l’altro non è
sostenibile: per molti oggetti ed eventi esiste una zona di vaghezza
semantica
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???
tazze, ciotole, bicchieri
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Capitolo III. Comunicazione e significato
B) La semantica del prototipo
1.
Il processo di categorizzazione
Processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e
dell’esperienza in categorie, analizzate secondo due dimensioni
(Rosch):
a) dimensione verticale = consente di collegare fra loro diverse
categorie attraverso il processo di inclusione. Tre livelli di
inclusione:
- sovraordinato
- di base
- subordinato
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Il processo di categorizzazione
Le categorie di base sono quelle più importanti
Validità dell’indizio (cue validity): probabilità che un oggetto appartenga a
una certa categoria se possiede una data proprietà
•
Categorie sovraordinate
•
Categorie subordinate
informative
più astratte e inclusive
più specifiche e particolari, meno
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Capitolo III. Comunicazione e significato
b) dimensione orizzontale: concerne in che modo ogni categoria è
organizzata al proprio interno e che relazioni sono istituite fra i suoi
diversi membri in termini di appartenenza e di rappresentatività
Concetto di prototipo. Due accezioni
1. La teoria standard del prototipo
Il prototipo è il migliore esemplare di una data categoria, quello
che la rappresenta meglio e che è dotato di maggiore salienza
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Capitolo III. Comunicazione e significato
La teoria standard del prototipo
Il prototipo è il migliore esemplare di una data categoria, quello che
la rappresenta meglio e che è dotato di maggiore salienza
Principio di somiglianza e di analogia: si confrontano e valutano i vari
elementi di una categoria con il prototipo secondo giudizi di maggiore
o minore somiglianza, procedendo in maniera graduale, fondandosi
su attività logiche di natura inferenziale
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Capitolo III. Comunicazione e significato
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Limiti della teoria standard del prototipo
• si confondono i concetti di rappresentatività (il possesso del
maggior numero delle proprietà tipiche di una categoria) e di
appartenenza (ha bisogno di criteri più forti di quelli di
“somiglianza di famiglia” e di confronto con il prototipo)
• occorre separare i concetti di prototipo e di struttura della
categoria
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Capitolo III. Comunicazione e significato
La teoria estesa del prototipo
Passaggio dal concetto di prototipo come istanza reale e come
occorrenza concreta al concetto di prototipo come entità astratta e
come costrutto mentale
Il prototipo diventa un insieme di proprietà astratte
Configurazione degli effetti prototipici: insieme delle proprietà
salienti che distinguono una categoria dall’altra
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Si ottengono diversi effetti
– una categoria può rimandare a una gamma di referenti diversi senza
essere percepita come ambigua (polisemia analitica)
– le proprietà di una categoria possono essere differenti, di importanza
diversa, fra loro sovrapponentisi
– esistenza di esemplari con un maggior numero di effetti prototipici
– presenza eventuale (ma non necessaria) di confini sfumati della categoria
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Proprietà essenziali (proprietà comuni a tutti i membri di una categoria;
definiscono l’appartenenza categoriale soltanto in negativo per
escludere chi non le possiede), es. essere oviparo e avere il becco
≠
Proprietà tipiche (proprietà specifiche aggiunte, soggette a eccezioni e
cancellabili, senza per questo inficiare il processo stesso di
appartenenza) es. volare e avere le piume
Tra le proprietà essenziali e quelle tipiche esiste una gerarchia di
rilevanza: le prime sono più importanti delle seconde
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Capitolo III. Comunicazione e significato
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Il caso della polisemia e la somiglianza di famiglia
La semantica del prototipo (come anche la semantica a tratti) si trova in
difficoltà con il fenomeno della polisemia semantica, in quanto
quest’ultima prevede un senso di base, che assume diversi percorsi di
senso nei significati derivati
Teoria della somiglianza di famiglia (Wittgenstein): per il concetto di
gioco, per esempio, non esiste il prototipo, né un insieme di proprietà
comuni, ma soltanto somiglianze parziali e locali, condivise da almeno
due membri della categoria
Categorie radiali: presenza di un caso centrale e variazioni
convenzionalizzate che non possono essere previste da regole generali
(Lakoff, analisi del sistema di classificazione dei Dyirbal)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
???
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Capitolo III. Comunicazione e significato
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Capitolo III. Comunicazione e significato
STABILITA’ E INSTABILITA’
DEL SIGNIFICATO
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Capitolo III. Comunicazione e significato
A) La variabilità e la flessibilità del significato
•
•
•
•
cancellabilità dei tratti semantici
presenza di confini sfumati e continui
vaghezza semantica
contesto d’uso
B) La regolarità dei significati
•
•
•
format comunicativi
processi di riproduzione e processi di produzione (contesto
standard)
regolarità e variazione
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Capitolo III. Comunicazione e significato
A) La variabilità e la flessibilità del significato
•
cancellabilità dei tratti semantici
o si fonda sulla natura convenzionale del significato (in quanto
realtà storicamente e culturalmente definita)
•
presenza di confini sfumati e continui
o
o
un enunciato è sfumato se è caratterizzato dalla proprietà di
opacità referenziale
il significato consiste in un fuzzy set
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Capitolo III. Comunicazione e significato
• man mano che ci si allontana dai casi standard, si entra in un’area di
vaghezza semantica
• i fenomeni semantici della somiglianza di famiglia e delle categorie radiali
sfociano nel più vasto ambito della polisemia semantica
• questi fenomeni conducono alla graduabilità semantica (sia per la
presenza di proprietà semantiche di diverso statuto e rilevanza, sia per la
presenza di modi di dire e di modificatori scalari)
Es. Morto: completamente morto, quasi morto, morto stecchito, non ancora
morto, appena morto, morto di sonno, morto in piedi, stanco morto, morto
che cammina, ecc.
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Capitolo III. Comunicazione e significato
• La variabilità e la flessibilità dei significati dipendono dal
contesto d’uso
o il significato è legato a un contesto (context-bound)
o il contesto svolge una funzione di selezione semantica
o risemantizzazione contestuale: un parlante può attribuire determinati
tratti semantici a qualcosa che di per sé non possiede, ma che
acquisisce grazie a una specifica situazione contingente
o i fenomeni comunicativi sottesi all’instabilità e alla variabilità semantica
sono alla base della plasticità dei significati (consente ai parlanti di
impiegare i significati in modo flessibile in funzione delle loro intenzioni
comunicative)
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
B) La regolarità dei significati
Occorre bilanciare la flessibilità e la variabilità dei significati con la loro stabilità
e regolarità
I processi di stabilità semantica rendono possibili e spiegano le probabilità di
ordine e di regolarità nello scambio dei significati
Significato presuntivo = significato che si assume come condiviso entro una
data comunità di comunicatori (Levinson)
Format comunicativi = sequenze strutturate di scambi interattivi (verbali e non
verbali) che consente di raggiungere congiuntamente uno scopo, di seguire le
medesime procedure e sistemi di regole, nonché di condividere il significato di
quanto si sta dicendo o facendo
Molti sono caratterizzati da elevata regolarità, Es. scambio dei saluti, esame
università, dibattito politicosignificato che si assume come condiviso entro una
data comunità di comunicatori (Levinson)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Format comunicativi
Processi di riproduzione
Processi di produzione
• Processi di riproduzione: ripetizione stereotipata nel tempo;
formazione di routine comunicative entro un contesto standard
Contesto standard: contesto che presenta una elevata regolarità
nella ripetizione delle interazioni, degli eventi e degli scambi
comunicativi
La regolarità dei contesti è la regolarità dei significati: il significato
di un atto comunicativo è dato dalla rappresentazione della
regolarità del contesto standard
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Format comunicativi (continua)
• Processi di produzione: variazioni e deviazioni dei format in
funzione delle condizioni contingenti e degli aspetti di novità
caratteristici di ogni situazione comunicativa
La regolarità del contesto è un fatto storico e culturale, non una
necessità logica, e il passato non determina il presente: ciò rende
possibili delle variazioni contestuali in funzione della situazione
contingente (hic et nunc)
Nel duplice processo di riproduzione e produzione, regolarità e
variazione sono componenti essenziali del significato che si
presuppongono e si implicano a vicenda
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Stabilità e instabilità del significato
In sintesi
Stabilità e instabilità del significato
•
due poli che oscillano in continuazione e in modo sincrono
•
creano lo spazio comunicativo dei significati, nel quale si
giocano le interazioni e le relazioni fra le persone
Lo spazio comunicativo generato da tali processi consente di
collegare il flusso dei significati al flusso dell’esperienza
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Significato, contesto e indessicalità
Contesto: insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli
spaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali che assieme a
un dato testo genera il significato come unità comunicativa
• il contesto non è un a priori oggettivo, ma il risultato
delle scelte che i comunicatori fanno nei confronti di
vincoli e opportunità dell’ambiente
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Rapporto fra testo e contesto
Prospettiva esternalista
Prospettiva internalista
Contesto = matrice del
significato di una data parola
o frase, in quanto, di volta in
volta, filtra, attiva certe sue
proprietà semantiche e ne
inibisce altre
anche il testo contribuisce a
definire il contesto, poiché,
data una parola o una frase,
sono attivati certi contesti
standard piuttosto che altri
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Per la psicologia della comunicazione
Prospettiva interazionista
testo e contesto si integrano in modo intrinseco fra loro; si
rimandano a vicenda in continuazione; non si possono discernere gli
aspetti semantici pertinenti al testo e quelli pertinenti al contesto
Il significato è la fusione di un testo e di un contesto in maniera
congiunta, dinamica e contingente
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Rapporto fra testo e contesto (continua)
Il significato dipende dall’uso (Wittgenstein), ovvero dal modo con
cui si impiega una certa parola, frase o gesto in una certa situazione
in maniera contingente
Gestione locale del significato: non è prodotto da principi generali
e astratti ma è attivato in maniera contingente nel flusso delle
interazioni fra gli interlocutori
Significato
concetto = costruzione mentale temporanea
elaborata in base alle informazioni elaborate
dalla memoria a lungo termine nella memoria di
lavoro e in funzione degli scopi e del contesto
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Rapporto fra testo e contesto (continua)
Fuoco comunicativo: modo in cui gli interlocutori orientano la loro
attenzione e interesse sugli aspetti prominenti di un certo atto
comunicativo
Importanza del fenomeno comunicativo della deissi = insieme delle
espressioni linguistiche che fanno riferimento diretto alla situazione
comunicativa nel tempo e nello spazio
Il significato delle espressioni deittiche (o indessicali) può indicare
un referente soltanto se è definito in modo preciso il contesto in
cui ha luogo la frase
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
Rapporto fra testo e contesto (continua)
Indessicalità: ancoraggio del significato e dell’interpretazione di una
frase al suo contesto d’uso
Indizi di contestualizzazione: indicatori verbali e non verbali che
servono a definire
•
l’identità sociale dei partecipanti,
•
l’attività sociale in oggetto,
•
l’atteggiamento affettivo positivo o negativo con cui intendere
l’enunciato, nonché
•
l’atteggiamento epistemico del parlante nei riguardi
dell’enunciato prodotto
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
SIGNIFICATO LETTERALE
E
SIGNIFICATO FIGURATO
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Significato letterale e significato figurato
Significato denotativo e significato connotativo
Significato denotativo
Significato connotativo
Denotazione = attribuzione di un
significato ovvio (o primario),
convenzionale e neutro a una
certa parola o espressione
Connotazione = Significato
associato (o secondario) di una
parola in aggiunta al significato
primario
Questa distinzione è stata oggi messa in discussione
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Oltre il significato letterale
Significato letterale
Significato figurato
significato linguistico;
combinazione dei significati delle
singole parole; risultato di
operazioni esclusivamente
linguistiche (significato primario)
Ricorso a modi espressivi che,
facendo riferimento al significato
letterale, lo impiegano in modo
simbolico e traslato
(significato secondario)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Distinzione ripresa da Grice
Logica del linguaggio
Logica della conversazione
Si applica al significato letterale =
riproduzione fedele del pensiero
nel passaggio all’enunciato;
rispetto del principio di
cooperazione e delle sue massime
Si applica alle regole che sono alla
base delle implicature
conversazionali; significato
figurato = deviazione dalle
massime; richiede un ulteriore
processo inferenziale di
comprensione (implicatura)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
Il significato metaforico
Tre modelli per spiegare la comprensione della metafora
a)
modello semantico: la metafora è un’anomalia e una
deviazione semantica. Occorre una correzione, trasformando
il senso metaforico con una parafrasi letterale corrispondente
e procedendo alla successiva sostituzione
b)
modello della comparazione: la metafora è un confronto
indiretto e implicito in cui si asserisce che il primo termine
(topic) ha una certa somiglianza con il secondo termine
(vehicle) sulla base della condivisione di determinate
proprietà (ground)
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Capitolo III. Comunicazione e significato
c) modello della attribuzione di proprietà: le metafore sono
comprese direttamente, in quanto al primo termine sono
attribuite proprietà della categoria costituita dal secondo
termine. In tal modo si include il topic in una categoria
attributiva attraverso il processo X è un Y
Questo modello spiega:
• l’irreversibilità della metafora grazie al processo di inclusione*
• la valutazione della metaforicità (valore metaforico
dell’enunciato, dato dal grado di inclusione del topic nella
categoria attributiva del vehicle)
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006
Capitolo III. Comunicazione e significato
La metafora è un’interfaccia importante fra il linguaggio (è
un’importante forma comunicativa) e il pensiero (forma di
rappresentazione concettuale; metaforicità del pensiero)
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