Per - Ospedale Niguarda
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Per - Ospedale Niguarda
Marzo 2013 ospedaleniguarda.it Poste Italiane Spa Sped. abb.post. Dl n. 353/2003 art 1 (comma1) D&B Milano DISTRIBUZIONE GRATUITA Scegli il medico con un click Sul sito della libera professione il tuo giudizio sullo specialista iale r Edito I Nuova veste, nuovi contenuti n uno scenario di attualità scandito da importanti cambiamenti anche noi de “Il Giornale di Niguarda” abbiamo deciso di aprire la porta alle novità. Basta poco per accorgersene, sfogliando il Giornale, infatti, troverete elementi nuovi che interessano sia i contenuti sia la forma del nostro periodico. Per rendersene conto non occorre girare tante pagine; lasciate cadere lo sguardo sotto queste righe e trovate un sommario colorato che ci guida in questo numero con una griglia di argomenti prestabilita che ci accompagnerà in tutti i numeri a venire, scelta così perché a nostro avviso sono i contenitori che meglio ci aiutano ad inquadrare e a raccontarvi la realtà poliedrica del “Niguarda”, sia come grande Ospedale generalista, ma anche come anello di un più grande Sistema Regionale. Come in tutti i giornali non può mancare una sezione dedicata all’attualità: l’abbiamo pensata come una finestra sull’attività di ricerca e clinica, ma anche sulle storie che ogni giorno vanno in scena nel nostro Ospedale; vicende degne di nota che ci sembra giusto sottoporre alla vostra attenzione. CONTINUA A PAGINA tre Attualità a pag. 2 Antiveleni: pericolo caps Sommario Sanità a pag. 3 Risarcimento danni: l’auto-assicurazione Centri Specialistici a pag. 5 Novità tumore al colon-retto Malattie dalla A alla Z a pag. 6 Otorino: la Sindrome di Meniere Gli Specialisti Rispondono da pag. 8 a 11 L’allergologa, l’oculista, il nefrologo, la pneumologa... Arte e Storia a pag. 12 Lo scultore Timo Bortolotti Volontariato a pag. 13 Per le neomamme “Fiocchi in Ospedale” S cegliere il medico che ci visiterà in base al suo curriculum e all’opinione che altri pazienti prima di noi hanno lasciato, sapendo subito quanto ci costerà la sua prestazione; il tutto comodamente dal proprio computer, tablet o smartphone. Per farlo basta andare sul portale dedicato alla libera professione che da pochi giorni è on-line. Il servizio - il primo in Italia ad essere pensato per l’attività medica privata degli specialisti che operano in un Ospedale pubblico - è nato con l’obiettivo di affiancare il binario della NIGUARDA CARDIO CENTER Il medico in video visita il paziente Una sperimentazione per la prevenzione cardiovascolare a distanza, ecco i risultati U n prelievo del sangue, l’auscultazione di cuore e polmoni, la misurazione della pressione e un elettrocardiogramma: tutto quello che serve per una visita cardiologica in poco più di 20 minuti e direttamente sul proprio posto di lavoro, ma senza che il medico sia lì. CONTINUA A PAGINA cinque NIGUARDA TRANSPLANT CENTER La storia di un trapianto CONTINUA A PAGINA due prestazione in regime di sistema sanitario nazionale per ampliare la possibilità di scelta del paziente. Il portale permette di prenotare una visita privata per tutte le specialità cliniche. Ovviamente, trattandosi di libera professione, non è richiesta l’impegnativa del medico curante e sono attive varie convenzioni (tutte chiaramente specificate nel sito) con diverse polizze assicurative o mutualistiche che danno diritto a tariffe agevolate. CONTINUA A PAGINA due Ricerca Uno studio per trattare l’ictus Sul “New England” i risultati del trial iniziato dal Niguarda 3 62 pazienti arruolati in 25 centri in tutta Italia: sono questi i numeri di Synthesis Expansion, il primo studio al mondo, (tutto “tricolore” e finanziato dall’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco) che mette a confronto la trombolisi periferica con il trattamento intraarterioso nell’ictus acuto. CONTINUA A PAGINA due NIGUARDA CANCER CENTER Passi avanti nel trattamento del tumore al colon retto CONTINUA A PAGINA cinque Periodico di informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda Il giornale di Niguarda Anno 8 - Numero 1 due NIGUARDA TRANSPLANT CENTER La storia di un trapianto La moglie dona il rene al marito: si regalano una nuova vita G iorgio e Danila: ad unirli un matrimonio che dura da 40 anni e un trapianto di rene che li ha visti protagonisti riportandoli ad una nuova vita. Una bella storia che ha avuto il suo lieto epilogo, proprio qui a Niguarda. Una vicenda da raccontare non solo per questo, ma perché può essere d’esempio per tanti. La malattia di Giorgio inizia nel 1989: i suoi reni non funzionano bene a causa di una patologia genetica, il rene policistico e già allora gli si prospetta la possibilità di diventare un dializzato. E così è. Nel 2007 inizia la dialisi. “Nulla è rimasto più lo stesso- ci dice Giorgio-, dalla banale dieta alla quotidianità. Sei legato a doppio filo con una macchina”. E’ davvero difficile. “Perché è impossibile fare programmi: fare una vacanza, condurre una vita normale- ricorda Danila-. Per tre volte a settimana lo vedevo uscire di casa e sapevo che per quattro ore era attaccato a una macchina”. Ma i due non si arrendono. Giorgio già nel 2007 viene messo in lista per il trapianto. L’operazione doveva essere effettuata al massimo entro il 2009. “Invece- ci racconta- per cinque volte sono stato chiamato in ospedale. Per cinque volte ci ho creduto e per cinque volte, nonostante la compatibilità dell’organo, il trapianto non è stato effettuato perché purtroppo, dopo la biopsia, i medici in tutti i casi hanno scoperto che i reni del donatore non erano perfettamente sani”. La svolta arriva al Niguarda. E’ una data che non si può dimenticare: è l’8 agosto del 2012 quando Giorgio viene visitato da Giacomo Colussi, Direttore della Nefrologia, che gli propone il trapianto da vivente, chiedendo la disponibilità alla moglie. Danila non ci pensa neanche un secondo: “Non avevamo mai discusso di questa cosa, perché nessun medico ce ne aveva parlato prima, ma non ho avuto neanche un’esitazione”. Completati gli accertamenti sulla compatibilità e i rigorosi controlli, fatti di “incartamenti legali” e colloqui con lo psicologo, finalmente si arriva all’intervento che viene portato a termine dall’équipe dei trapianti, coordinata da Luciano De Carlis. E’ il 14 dicembre scorso: la prima a scendere in sala operatoria è Danila, dopo 5 ore tocca al marito. “Dopo 5 giorni ero già a casa, mio marito mi ha raggiunto il 24 dicembre”. Un gran bel regalo da trovare sotto l’albero! “Io posso solo dire di essere rinato- ci dice Giorgio-. Oltre a mia moglie voglio davvero ringraziare tutti i medici e gli infermieri del Niguarda”. Per i due, oggi, la dialisi è solo un brutto ricordo e si aprono le porte di una nuova vita. “Ora finalmente ce la godremo come non abbiamo potuto fare prima, ci godremo il nostro nipotino, faremo viaggi e, perché no, magari una seconda luna di miele”. Circa il 10% dei trapianti di rene che si effettuano ogni anno a Niguarda sono da donatore vivente. “La bella storia di Giorgio e Danila- ci tiene a precisare il Direttore della Nefrologia Giacomo Colussi- testimonia che il trapianto di rene da donatore vivente è una procedura non solo fattibile, ma ormai “di prassi” ed accessibile a chiunque possa esserne interessato e si trovi nelle condizioni di poter trarne beneficio”. Attualità Scegli il medico con un click La grande “casa dei trapianti” Il nostro Ospedale è sede di uno dei più importanti Transplant Center d’Italia, uno dei pochi ad aver valicato il traguardo dei 5.500 trapianti complessivi nella sua storia. Nella “grande casa della donazione” a Niguarda si è viaggiato a pieno ritmo e i numeri fotografano un’attività intensa anche per il 2012 appena trascorso. Sono stati 89 i trapianti di fegato effettuati, 59 quelli di rene, 4 quelli combinati di fegatorene, 21 quelli cardiaci, 1 di pancreas e 2 di isole pancreatiche, 6 quelli di rene e pancreas, 3 i trapianti di polmone. A questi si aggiungono 126 innesti di cute, 51 trapianti di cornee e 103 di midollo. Il 2012, inoltre, ha visto anche un’importante novità che ha preso il via nel nostro Ospedale: il trapianto di fegato per i pazienti sieropositivi. “Sono stati portati a termine i primi 3 casi all’interno di un programma che coinvolge l’équipe chirurgica dei trapianti, gli infettivologi, lo staff dell’Epatologia, e i professionisti dell’Anestesia e Rianimazione 2- ci spiega Andrea De Gasperi, Direttore del servizio che segue i trapianti addominali-. È importante che anche per questi casi oggi si possa ricorrere al trapianto, una possibilità preclusa fino a qualche anno fa e che testimonia come l’infezione da Hiv sia curata sempre meglio”. SEGUE DALLA PRIMA La logica di navigazione e di ricerca è pensata per andare incontro alle esigenze del paziente. Si può così selezionare direttamente il nome del medico, se si conosce, o procedere in modo più generale all’inserimento della prestazione necessaria (es. visita generale allergologica, elettrocardiogramma etc…). In pochi istanti sarà possibile visualizzare l’elenco degli specialisti che ci interessano. Insieme al nome e cognome compariranno anche i loro curricula, i costi per le singole prestazioni offerte, la sede con gli orari e il rating, ovvero il giudizio medio espresso dagli altri pazienti, visitati prima di noi dallo stesso medico. Una volta individuato il nostro dottore, per completare la prenotazione basterà inserire i dati personali e la disponibilità richiesta in termini di tempo (si può scegliere la prima data disponibile o specificare una finestra, “dal.. al…”, per il periodo desiderato). La conferma dell’avvenuta prenotazione con data, ora e luogo - non tutti gli specialisti, infatti, svolgono l’attività privata in Ospedale- sarà inviata tramite mail. E se non voglio indicare un medico nello specifico? Si chiama solvenza aziendale e il sistema contempla anche questa possibilità. Si tratta di una modalità che permette di prenotare una prestazione privatamente, senza dover indicare uno specialista in particolare, con la garanzia dei professionisti del Niguarda e con a disposizione una maggiore flessibilità oraria. Dal sito www.ospedaleniguarda.it o da www.areaprivata.ospedaleniguarda.it, la prenotazione online affianca i canali già attivi come la linea telefonica dedicata, il numero è 02 6444.2409 (lunedì-venerdì: 8.30-19-30 sabato: 8.30-13.30) e la prenotazione presso gli sportelli del Blocco Sud (lunedì-venerdì: 8.30-19-30 sabato: 8.30-13.30). Uno studio per trattare l’ictus Centro Antiveleni Si tratta di una ricerca multicentrica iniziata oltre 4 anni fa e che ha visto il Niguarda come ideatore e coordinatore del trial (ndr il principal investigator è il neurologo Alfonso Ciccone, responsabile nazionale per Synthesis, che di recente si è trasferito dal nostro Ospedale al Carlo Poma di Mantova). In questi giorni sono arrivati i risultati, pubblicati sulle pagine di una delle riviste di maggior rilievo nell’ambito della ricerca medico-scientifica: il New England Journal of Medicine. Una tecnica contro l’altra, ma di cosa si tratta? “Le due tecniche- ci risponde il neuroradiologo Luca Valvassoriutilizzano lo stesso farmaco scioglitrombo, l’ rt-PA, che in quella periferica viene iniettato in una vena del braccio, entro un massimo di 4-5 ore dall’ictus; nell’ altra (nella stessa finestra di tempo) viene invece portato da uno speciale catetere, introdotto dall’inguine o dal braccio, direttamente nell’arteria cerebrale chiusa dal trombo, individuata con l’angiografia. L’operazione “apri-arteria locale” può essere inoltre effettuata anche in modo meccanico, utilizzando speciali device, detti stentriever, dalla forma ad uncino, con i quali si sfila via il trombo occludente”. Ovviamente per questo secondo trattamento le competenze e le risorse da mettere in campo sono molte di più, occorre infatti avere a disposizione una sala angiografica con la presenza di un anestesista e di un neuro-interventista. SEGUE DALLA PRIMA Per l’altra è sufficiente isolare una vena e procedere con l’iniezione. Semplificando al massimo si potrebbe dire che lo studio intende rispondere alla domanda se vale la pena o meno ricorrere al trattamento, “più laborioso”, quello intra-arterioso, a fronte di possibili vantaggi per il paziente, sia in termini di sopravvivenza che di ridotte disabilità a 3 mesi dal trattamento. Ebbene? “I risultati- continua Valvassori- non hanno evidenziato miglioramenti significativi né in favore dell’una o dell’altra tecnica. E questa è un’indicazione importante per intervenire in modo appropriato contro l’ictus ischemico. Si può così definire una precisa priorità nelle opzioni terapeutiche che devono avere come primo trattamento quello endo-venoso e riservare l’intraarterioso, quello locale, come seconda chance per i casi in cui la situazione non migliora o in cui il farmaco iniettato per via sistemica non può essere utilizzato per possibili controindicazioni”. I numeri Con 52 pazienti arruolati Niguarda è il centro con la casistica più ampia nello studio Synthesis. Contro l’ictus La Stroke Unit del nostro Ospedale è tra le prime ad aprire in Italia (1998) ed effettua diagnosi e trattamenti ultraspecialistici, compreso quelli neurointerventistici, di chirurgia vascolare e neurochirurgici. Pericolo caps, meglio prevenire I detersivi pre-dosati nelle capsule idrosolubili e trasparenti, le cosiddette “monodosi, ecodosi, caps”, rappresentano un pericolo per i bambini. Il colore, la forma, la consistenza e la confezione attraggono i più piccoli, che portandoli alla bocca possono ingerirne il contenuto. L’allerta è stata lanciata più volte dal Centro Antiveleni di Niguarda che negli ultimi anni ha registrato un incremento di casi legati a questo tipo di incidente domestico. Finalmente più sicurezza: il Ministero della Salute, sulla base delle segnalazioni dei diversi CAV italiani, ha deciso che a partire dall’inizio del 2013 questo tipo di detersivi non possano essere venduti senza l’apposita informativa (etichetta/volantino) che ricorda ai genitori le misure di sicurezza necessarie per un utilizzo più consapevole. Le regole sono semplici, ma fondamentali: non lasciare le caps a portata di bambino (il consiglio è quello di riporle in alto su scaffali difficilmente accessibili ai più piccoli), ricordandosi di chiudere bene la confezione. Coinvolte tutte le aziende produttrici che dovranno immettere sul mercato contenitori non più trasparenti e dall’apertura “più impegnativa”. NEWS DAL WEB Per un uso sicuro dei detergenti S apete cosa c’è nel detersivo che state usando? Oppure quali sono i pericoli legati ai prodotti usati per la pulizia domestica? Come scegliere il detergente adatto ma senza trascurare l’ecologia? Tutte queste risposte si possono trovare su cleanright.eu. il portale dedicato ad una pulizia domestica più sicura e sostenibile. www.cleanright.eu Economia e Sanità Risarcimento danni: la formula dell’auto-assicurazione tre Cosa cambia per medico e paziente L o scorso agosto c’era stato l’annuncio del via: una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare chiarezza sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali. Oggi i lavori si sono chiusi e sono finalmente disponibili i risultati dell’indagine che sono stati ripresi in un recente articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 27 febbraio. Assicurazione o no?- Si parte dal presupposto che le strutture sanitarie non hanno l’obbligo di stipulare assicurazioni per responsabilità civile nei confronti dei loro assistiti e, comunque, non possono assicurarsi per il danno da colpa grave del medico o di altro operatore sanitario. Secondo il rapporto della Commissione parlamentare, però, il 26% delle strutture pubbliche censite, ha ugualmente stipulato polizze di questo tipo. In questa quota non rientra il Niguarda. Dall’anno scorso, infatti, la via intrapresa è quella dell’autoassicurazione, ovvero nessun accordo con le compagnie assicurative. I fondi dovuti ad eventuali risarcimenti sono presi direttamente dal bilancio dell’azienda. Una soluzione che garantisce i rimborsi per i pazienti e che tutela i medici. Per loro, infatti, sarà sempre l’ospedale a provvedere in caso di risarcimento. Unica eccezione: i casi di colpa grave per cui la Corte dei Conti potrà rivalersi sul singolo professionista chiedendo il rimborso di tutto o di parte di quanto pagato dall’azienda. “Si tratta di casi isolati e non è una novità: la normativa in materia ha da sempre previsto questa possibilità- ci spiega l’avvocato Anna D’Andrea, che si occupa di gestione delle problematiche assicurative e del risk management per il Niguarda”. Ma quali sono i consigli per chi ritiene di aver subito un danno? “Comunque, al cittadino-paziente consiglierei di rivolgersi con serenità agli uffici competenti della struttura sanitaria, per metterli al corrente della propria valutazione dell’esperienza vissuta, — dice l’avvocato D’Andrea — in modo che la struttura e il personale possano condividere la sua personale percezione degli eventi. Questo contatto può consentire l’avvio di un percorso di chiarimento, lasciando libero il cittadino-paziente di attivare in qualsiasi momento tutte le forme di tutela che riterrà necessarie, qualora non si trovi un punto d’incontro condiviso e laddove ne sussistano i presupposti”. Con il “Decreto Balduzzi” I medici liberi professionisti o che esercitano in strutture private saranno obbligati ad assicurarsi per la responsabilità civile derivante da colpa grave dal prossimo 13 agosto (ai sensi del cosiddetto “Decreto Balduzzi”, 13 settembre 2012 n.158, e legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189). Non lo sono, invece, i medici dipendenti di strutture pubbliche. Dal canto loro, le compagnie assicuratrici non sono obbligate ad assicurare le strutture sanitarie. Ospedale e Performance Le pagelle dei pazienti, quest’anno un po’ più “british” C onsigliereste ai vostri parenti o amici di farsi curare in quel determinato ospedale? E’ questa la domanda a cui gli Inglesi dovranno rispondere a partire dal prossimo aprile. Si tratta di un quesito voluto dal premier David Cameron per valutare la qualità delle strutture sanitarie d’oltre Manica. Parola ai pazienti, dunque, il cui parere diventa un indicatore strategico per un’assistenza sanitaria di qualità, un termometro importante per mantenere alto il livello delle cure e cercare di eliminare i casi di malapratice, come quelli che di recente hanno afflitto gli ospedali inglesi del Mid-Stafforshide. Consigliare questo ospedale oppure no? E’ una domanda che non giunge nuova alle orecchie dei pazienti del Niguarda. Questo è, infatti, uno dei quesiti chiave della customer satisfaction, l’indagine sulla qualità che la Ca’ Granda ogni anno conduce insieme all’Università IULM, sondando il parere di oltre 3.000 utenti. Attraverso i questionari il paziente esprime il suo giudizio sui diversi aspetti del percorso di cura, attribuendo un punteggio che va da 1 a 7, dove il 5 significa soddisfatto. Ecco i dati relativi all’ultima indagine e che si riferiscono all’attività del 2012. L’indice di raccomandabilità generale (“consiglia o meno l’ospedale a parenti o amici?”) si attesta a 6,11, mantenendo i livelli del 2011 (era 6,12). Esattamente lo stesso score dell’anno precedente, 6,12, per l’indicatore del riutilizzo, che risponde alla domanda: “ritornerebbe in questo ospedale?”. Oltre quota 5 anche i “voti” per l’indice di soddisfazione generale: 5,88. Passando in rassegna gli indicatori per singola area, si trovano punteggi alti anche per gli ambulatori: 5,67 per la soddisfazione, 5,95 per la raccomandabilità e 6,00 per il riutilizzo; tutti in crescita rispetto all’indagine dell’anno precedente. I pazienti promuovono a pieni voti il Niguarda anche per quanto riguarda l’ambito della degenza, sono, infatti, sopra il 6 sia l’indice per la soddisfazione, 6,07, che quello della raccomandabilità, 6,27. Come dire: “Yes sir, I reccomend it”. Editoriale Ovviamente vi parleremo di salute, sia nelle pagine dedicate alle patologie, “Malattie dalla A alla Z”, sia nella rubrica in cui a parlare in prima persona sono i nostri “camici bianchi” (“Gli Specialisti Rispondono”). Per farlo, in quest’ultima sezione, abbiamo adottato, in quasi tutti i casi, la formula dell’intervista cercando di immaginare quali siano le richieste che un paziente può fare ad un medico su questo o su quell’altro tema. Le interviste le potrete ascoltare anche su YouTube, sul canale ospedaleniguardatv. Le patologie “dei pochi”, poi, le cosiddette “Malattie Rare”, continueranno a farci compagnia sia con la descrizione del clinico che con la testimonianza di chi vive la malattia in prima persona. Ma Niguarda non è solo un “luogo di salute” è anche un luogo d’arte e di storia e questo è un aspetto che non può essere tralasciato e che ci sembra importante continuare a raccontarvi (“Arte e Storia”). 74 anni di tradizione, di certo hanno lasciato segni importanti SEGUE DALLA PRIMA nella storia della medicina, ma anche quello che si profila all’orizzonte, quel “verso il Nuovo”- su cui sempre vi abbiamo tenuti aggiornati- non poteva essere lasciato fuori da questo nuovo “impaginato”. Così il nostro “reportage” dai cantieri (nella pagina dedicata alle News dall’Ospedale), in cui si sta costruendo il nuovo Blocco Nord, non cesserà fino a quando l’ultimo mattone non sarà posato e anche quando la nuova struttura sarà operativa, noi saremo qui per tratteggiarvi quel futuro che diventerà presente. Ma come dicevamo in apertura non si tratta solo di una nuova veste grafica, si tratta anche di contenuti: il “Volontariato” ci è parso un’angolazione nuova a cui dare spazio in una pagina dedicata. Sono, infatti, oltre 40 le associazioni che operano alla Ca’ Granda: un punto di riferimento per i pazienti e sempre più un prezioso alleato nell’attività dell’Ospedale. Nuova forma, nuova “sostanza”: questi due aspetti riflettono anche il nuovo Piano di Organizzazione Aziendale (POA), da poco approvato. Niguarda è il più grande ospedale metropolitano, generalista ma è anche un riferimento per tante patologie. Da qui l’idea e la spinta di creare quattro centri: quello Oncologico (Niguarda Cancer Center), quello dell’Emergenza (Niguarda Trauma Center), quello Cardiovascolare (Niguarda Cardio Center) e quello dei Trapianti (Niguarda Transplant Center); questi centri, a differenza di altre realtà ospedaliere, possono intervenire sulla malattia da più angolazioni proprio perché operano in un ospedale generalista e possono contare sulla presenza di tutte le specialità. In questo numero parliamo di tumore al colon-retto e delle nuove frontiere mediche e chirurgiche, della radioterapia ma anche dei trapianti e del cuore sia con una storia a lieto fine di un paziente trapiantato sia con l’esperienza delle visite cardiologiche a distanza. Infine ci è sembrato opportuno salire su un “gradino più in alto” per gettare un’occhiata a quello che è il panorama sanitario più in generale (“Sanità”). L’abbiamo pensato come un contenitore in cui raccogliere le novità in materia di politica sanitaria ed economica, sia a livello regionale sia a livello nazionale. Riteniamo che proprio la voce di un grande ospedale debba impegnarsi a rendere tutti consapevoli che il sistema sanitario ha meccanismi e regole che cambiano nel tempo, e che si adattano alla situazione sociale e contingente. Già in questo numero l’argomento è di attualità e riguarda le assicurazioni ospedaliere. Ci è parso che una visione complessiva di quello di cui Niguarda è espressione aiutasse a raccontarvi meglio e in maniera più completa quello che quotidianamente accade in questo “Grande Ospedale”. Buona lettura. La Redazione Sanità Consigli questo ospedale? Yes or no La lista della spesa fatela da noi. Sono più di 500 le aziende che hanno scelto Eurocompany come ufficio acquisti. Eurocompany è un gruppo d’acquisto di nuova generazione. Sa dove trovare la migliore qualità, ha la forza e l’esperienza per ottenere i prezzi migliori, conosce il mercato come pochi altri. Fornisce il meglio, personalizzato sulle esigenze del singolo: prodotti per l’ufficio, grafica e stampa, progettazione e soluzioni per l’arredamento, regalistica aziendale, realizzazione di eventi e congressi. Con Eurocompany l’azienda può concentrarsi al meglio sul proprio core business: a tutto il resto pensiamo noi. Eurocompany. L’ufficio acquisti, per gli acquisti dell’ufficio. Eurocompany srl via canova 19 - 20145 milano [email protected] www.eurocompany.mi.it cinque NIGUARDA CANCER CENTER Passi avanti nel trattamento del tumore al colon retto N el mondo Occidentale si accertano ogni anno 1 milione di nuovi casi di tumori al colonretto, il terzo per diffusione nel mondo. Il lavoro scientifico più recente pubblicato sul Clinical Cancer Research presenta dati innovativi per tutti quei pazienti con tumore al colon-retto in fase avanzata che non hanno trovato risposte alle terapie comuni. Lo studio, portato avanti dell’équipe dell’Oncologia, ha consentito di identificare quei pazienti con specifiche alterazioni molecolari che li rendono particolarmente “responsive” a certi farmaci. Infatti con gli studi clinici di fase 2 si è dimostrato che il trattamento, a base di dacarbazina, è efficace in presenza di un enzima alterato. Le evidenze qui menzionate rappresentano complessivamente passi importanti nella terapia personalizzata antitumorale in quanto consentono risposte efficaci. I risultati pubblicati in questi giorni dal Clinical Cancer Research sono incoraggianti e spingono lo staff di Salvatore Siena, Direttore dell’Oncologia, a sostenere questa linea di lavoro. UNA NUOVA TECNICA CHIRURGICA Circa le metà delle persone che si ammalano di tumore del colon-retto guariscono con la chirurgia, talora associata alla radioterapia e alla terapia medica. L’importanza della via chirurgica, nei casi in cui è praticabile, è strategica. Per questo gli specialisti della Chirurgia Oncologica Mininvasiva si stanno esercitando nella pratica di un intervento che assicura una maggiore precisione e sicurezza nell’asportazione dei tumori del retto. “Intervenire su questo tipo di neoplasie per via mininvasiva è difficoltoso e i chirurghi che sono in grado di farlo sono pochi in tutto il mondo- ci spiega Raffaele Pugliese, Direttore della Chirurgia Oncologica-. La tecnica, ideata da Patricia Sylla (del Massachusets General Hospital di Boston), è stata pensata per semplificare l’intervento e renderlo praticabile da un numero maggiore di specialisti. Per farlo si utilizzano due accessi: uno è quello laparoscopico l’altro è l’approccio endorettale che utilizza come accesso privilegiato le cavità naturali dell’organismo. Al momento stiamo facendo pratica sui modelli animali nel nostro centro di formazione AIMS Academy. Per fine marzo daremo il via ai primi interventi”. Niguarda sarà il terzo centro al mondo dopo Boston e Barcellona ad utilizzare questa innovativa tecnica chirurgica. Terapie personalizzate: le tappe più significative In Italia si ammalano di questo tumore 35.000 persone ogni anno, 17.000 delle quali raggiungono la fase metastatica. Negli ultimi anni 10 anni nel Niguarda Cancer Center e nell’Istituto di Ricerca per la Cura del Cancro di Candiolo più di 500 ammalati di tumore del colon-retto hanno partecipato alle sperimentazioni cliniche per la scoperta di nuove di terapie per questo tipo di carcinoma, che hanno portato all’uso di routine dei farmaci a bersaglio molecolare come cetuximab, panitumumab e regorafenib. Inoltre più recentemente è stato messo a punto un metodo di diagnosi che rileva la presenza della resistenza del tumore nel sangue. Prima dell’ideazione del test non si sapeva perché solo alcuni pazienti affetti dal tumore al colon-retto con sviluppo di metastasi rispondessero alle cure dei nuovi farmaci. Il problema è stato studiato dai ricercatori di Candiolo e di Milano, i quali hanno inizialmente scoperto che la cura non dà risultati quando la cellula tumorale presenta una mutazione del gene KRAS o BRAF. Queste mutazioni sono presenti nel 40-50% dei casi. Nel 2011 si è scoperto, grazie ad un importante finanziamento A.I.R.C. (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), in un trial condotto su modelli preclinici, che anche l’amplificazione dell’oncogene HER-2 recita un ruolo di primo piano nella resistenza alle terapie. Sulla base di questa evidenza si è ideato e condotto uno studio clinico. I primi risultati, ottenuti sui sei pazienti finora trattati, sono positivi e promettenti: non solo la malattia si è fermata in tutti i casi tranne uno, ma si assiste anche a una riduzione rilevante delle dimensioni del tumore, in particolare delle metastasi epatiche e polmonari. Nel 2012 sulle pagine di Nature, la più autorevole pubblicazione in campo medico-scientifico, è stata annunciata dall’asse Candiolo-Niguarda una nuova importante scoperta: il gruppo di ricerca è, infatti, riuscito ad identificare dei frammenti di DNA rilasciati dal tumore nel sangue del paziente, una spia genetica (il gene KRAS mutato) che si “accende” con mesi di anticipo rispetto a quando l’esame radiografico indica che il tumore ricomincia a crescere. Si tratta di un indicatore dosabile con un semplice esame del sangue per predire e impostare il trattamento più efficace contro il tumore del colon-retto. Il medico in video visita il paziente Sono queste le caratteristiche principali delle studio Health presence che ha coinvolto Niguarda e Cisco, azienda leader nell’Information and Communication Technology. La sperimentazione è stata possibile grazie ad un innovativo sistema di telecomunicazioni in remote che ha permesso ai cardiologi del Niguarda di visitare i dipendenti della società, con sede a Vimercate, senza muoversi dall’Ospedale. Incredibile ma vero. I controlli cardiologici a scopo preventivo sono stati, infatti, effettuati in Cisco dove è stata allestita una sala visita. Qui il paziente alla presenza di un infermiere - sempre del Niguarda, il progetto, infatti, è stato possibile grazie alla collaborazione con la Direzione Infermieristica - è stato messo in contatto SEGUE DALLA PRIMA video con il cardiologo che ha realizzato il controllo a distanza grazie ad una tecnologia (telepresence) di ultima generazione. Sulla rete telematica ad alta velocità, oltre alla connessione audio-video, che ha permesso al medico, infermiere e paziente di interagire, hanno viaggiato i risultati degli esami eseguiti. Grazie a questa “autostrada digitale” a banda larga è stato persino possibile per il medico auscultare il battito cardiaco del paziente a distanza. Sembra fantascienza, si chiama telemedicina ed è una delle nuove frontiere dell’assistenza sanitaria. Veniamo ai risultati: quanto questo nuovo modello di visite preventive a distanza si è dimostrato efficace? “Allo studio- ci risponde la cardiologa Antonella Moreo della Cardiologia 4- hanno partecipato 87 dipendenti di cui il 76% aveva una familiarità positiva per eventi cardiovascolari. Il 26% dei soggetti ha presentato dei valori elevati di pressione arteriosa. Nel 33% dei pazienti è stato riscontrato un quadro di ipercolesterolemia, mentre nel 19% si è scoperta una condizione di iperglicemia. Tutti questi sono fattori che aumentano il rischio di eventi cardiovascolari che è bene tenere sotto controllo. La valenza preventiva della visita è stata, inoltre, significativa, infatti, solo il 43% dei soggetti ipertesi era a conoscenza degli elevati valori pressori. Per quanto riguarda la dislipidemia e l’iperglicemia, si è trattato di una prima diagnosi rispettivamente nel 55% e nel 30% dei casi”. ggia feste e a noi ività m insie nni di att a ’ trent subema.com ti ari e uc oni s mozi ili pro o ettan ti asp rdib impe ta amb eb onna o, d om ure u alzat lant ino, p odot tri pr l a i t n Sede centrale: Via G. Pergolesi, 8 20124 Milano Tel. 02 667 152 07 www.comunicarte.eu www. Ortopedia Subema - Rho Via Stoppani, 9 20017 Rho (MI) Tel. 02 931 821 80 Ortofarma Subema P.zza dell’Ospedale Maggiore, 3 20162 Milano Tel. 02 661 119 09 Multimedica Sesto S. G Via Milanese, 300 20099 Sesto S. Giovanni (MI) Tel. 02 242 090 84 Centri Specialistici RICERCA sei Algologia Fibromialgia: quando il dolore è donna Un disturbo cronico difficile da diagnosticare U Malattie dalla A alla Z na sensazione di fastidio, di bruciore, oppure una fitta lancinante come una morsa che serra, schiaccia e comprime: è così che i pazienti che hanno avuto la sfortuna di incontrarla descrivono la fibromialgia. Si tratta di una sindrome da dolore cronico, che colpisce le fibre muscolari, i tendini e i legamenti in vari punti del corpo. Dolore alla colonna vertebrale, alle spalle, alla nuca, alle braccia, ai polsi, alle cosce, ma anche un affaticamento (astenia) che accompagna il paziente per tutta la giornata, sono questi i tratti distintivi di un disturbo di cui non si conoscono le cause e che fino a 20 anni fa non aveva alcun riconoscimento da parte della medicina, tanto da essere classificato come disturbo psico-somatico. “Il dolore che non cessa, l’affaticamento, ma anche la rigidità mattutina- spiega Paolo Notaro, Responsabile della Terapia del Dolore- sono tutti campanelli che si sovrappongono al quadro di una patologia reumatoide, con la differenza che in questi casi i principali indicatori d’infiammazione sono tutti negativi. Il dolore c’è, ma in apparenza non deriva da nessuna causa organica”. I pazienti sono per la maggior parte donne (il rapporto femmine/maschi è di 3 a 1) e per loro il rischio di non centrare subito la diagnosi o di vedersi “derubricati” alla voce sindrome di affaticamento cronico, un “sosia” con molti punti in comune, è davvero alto. Ammalati di dolore senza una causa precisa: non è certo una condizione incoraggiante, ma oggi gli strumenti per diagnosticare e contrastare questa sindrome ci sono. “Aiuta nella diagnosi- ci dice Notaro- la presenza di un dolore che si protrae per più di 3 mesi e la refrattarietà alla terapia farmacologica con i comuni antidolorifici. C’è inoltre una precisa mappa di 18 punti, detti tender points, del corpo: se almeno 11 di questi sono interessati dal dolore con una distribuzione simmetrica, la probabilità che sia fibromialgia è molto alta. Un altro indizio importante sono i disturbi del sonno”. Gli antidepressivi scendono in campo per la cura. “Il loro effetto è duplice: da un lato si utilizzano per migliorare il tono dell’umore- aggiunge il terapista del dolore-, messo a dura prova da un dolore debilitante che impedisce di vivere una vita normale. Dall’altro vengono utilizzati per il loro effetto curativo, ovvero quello di incidere sui meccanismi elettro-chimici che modulano la sensazione di dolore. Poi non mancano i farmaci analgesici: dai derivati della codeina fino ai morfinici per i casi più gravi”. Nel centro di Niguarda si affiancano alle terapie farmacologiche interventi locali come le infiltrazioni e l’elettrostimolazione. “Con questa La mappa dei 18 tender points: se almeno 11 di questi sono interessati dal dolore con una distribuzione simmetrica, la probabilità che sia fibromialgia è molto alta tecnica si introducono sotto-cute degli elettrodi che generano una corrente a bassa intensità, utile per interferire con la trasmissione del dolore. Fondamentale per una buon riuscita del trattamentoconclude Notaro- è anche il supporto psicologico, garantito dalla presenza dello psicologo che nel nostro centro segue il paziente insieme al terapista del dolore”. Otorino La sindrome di Meniere Dallo specialista se… Avete episodi ricorrenti di vertigini; la difficoltà a mantenere l’equilibrio può indicare la presenza di un problema dell’orecchio interno. Se avete difficoltà crescenti a sentire; una perdita graduale dell’udito può indicare un problema in una parte qualsiasi dell’orecchio (interno, medio, esterno) o del cervello. Vertigini e deficit uditivo, nel “labirinto dell’orecchio” U n deficit uditivo, accompagnato da un ronzio o da quella strana sensazione di sentire tutto ovattato, ma anche vertigini che posso durare da pochi minuti a qualche ora, sono i tratti distintivi di un disturbo, la sindrome di Meniere, che colpisce l’orecchio e che ci ricorda come questo organo sia fondamentale per sentire i suoni, ma anche per regolare il nostro equilibrio. “Solitamente colpisce un orecchio solospiega Alberto Dragonetti, Direttore dell’Otorinolaringoiatria-, ma nel 30-50% dei casi può trasformarsi in bilaterale, andando ad interessare anche l’altro. La sindrome è la terza causa più frequente di vertigine e l’incidenza varia dai 30 ai 50 nuovi casi all’anno su 100.000 pazienti”. Le vertigini, che spesso sono il sintomo più debilitante della sindrome, di solito provocano un forte capogiro che costringe il paziente a sdraiarsi. Gli attacchi possono provocare nausea, vomito e un’intensa sudorazione, e spesso irrompono all’improvviso senza alcun segno premonitore. “Purtroppo- spiega l’otorino Giovanni Rosa- tutti questi sintomi non possono essere previsti in alcun modo: di norma l’attacco è caratterizzato da una combinazione di vertigini, acufene (ronzio) e diminuzione dell’udito e può protrarsi per diverse ore. In alcuni casi gli episodi sono così debilitanti che il paziente è costretto a sdraiarsi finendo per addormentarsi, stremato”. La sindrome ha il suo “epicentro” nel labirinto, una struttura dell’orecchio interno, che è il “sensore” dell’equilibrio del nostro corpo e che in questi pazienti non funziona a dovere. Il tutto per colpa di un accumulo eccessivo di un particolare liquido, l’endolinfa, che per cause sconosciute non viene riassorbita da questa struttura dell’orecchio interno. Per la diagnosi non esiste un esame di riferimento e lo specialista si basa soprattutto sulla storia del paziente e su una serie di test strumentali e audiometrici volti ad escludere altre patologie che possono avere sintomi comuni. Per quanto riguarda la cura si possono usare farmaci specifici, come le benzodiazepine, per sedare il sistema nervoso centrale e che aiutano il paziente a superare gli episodi di vertigine. La terapia a lungo termine invece è condotta con lo scopo di contenere la ritenzione idrica per favorire il riassorbimento dei liquidi. “Per questo- spiega Rosa- si consiglia una dieta iposodica e si somministrano diuretici per periodi prolungati, almeno 6 mesi. Assolutamente da evitare anche alcol e caffè. Inoltre iniezioni intra-timpaniche di cortisone o di un particolare antibiotico, la gentamicina, possono aiutare il paziente a ridurre i sintomi”. 26 MAGGIO - VISITE GRATUITE CONTROLLI GRATUITI: 9/16/23/30 APRILE XII Giornata Nazionale del Sollievo Per “farsi le ossa” D omenica 26 maggio 2013 Niguarda aderisce alla Giornata Nazionale del Sollievo e del Dolore con gli specialisti in algologia che effettueranno visite gratuite e daranno informazioni sulle sindromi dolorose e le tecniche di controllo. PRENOTAZIONI È possibile prenotare una visita gratuita (fino ad esaurimento posti) per la giornata di domenica 26 maggio, attraverso: Numero verde di Prenotazione Regionale 800.638.638 Lunedì - sabato: 8.00 - 20.00 Sportello Prenotazione di Niguarda Area Sud, Blocco Sud Lunedì - venerdì: 8.00 - 19.30, sabato: 8.00 - 13.00 C i pensi mai alle tue ossa? Lo sai che aprile è il mese dedicato alla prevenzione di queste malattie? Si tratta di un’iniziativa promossa da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) per offrire visite gratuite negli ospedali che fanno parte del “Network Bollini Rosa”. DOVE E QUANDO Reumatologia (Area Ingresso, padiglione 3) per il 9/16/23/30 aprile. PRENOTAZIONI A partire dal 20 marzo chiamando lo 02 6444.2168 (lun-ven dalle 11.00 alle 12.00) Niguarda aderisce al network Bollini Rosa promosso da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) per un ospedale sempre più a misura di donna. sette Niguarda Centro di Riferimento per le Malattie Rare La Malattia di Wilson Un’anomalia nel metabolismo del rame che crea depositi pericolosi nei movimenti (atassia) o difficoltà nell’articolazione della parola (disartria). Anche l’occhio è interessato e può essere un importante indicatore per la malattia di Wilson. L’accumulo di rame può, infatti, portare alla formazione di un anello caratteristico (detto di Kayser- Fleischer) sulla cornea, visibile da parte dell’oculista grazie ad un particolare strumento chiamato lampada a fessurazione. “La presenzacontinua Vinci- è utile per diagnosticare la malattia, ma è anche un fattore da tenere in considerazione per il buon esito della terapia: l’anello, infatti, tende a scomparire quando la malattia è ben controllata”. La diagnosi viene fatta con il dosaggio della ceruloplasmina e del rame nel sangue e nell’urine. L’accumulo del metallo nei tessuti può essere, inoltre, confermato da una biopsia epatica o da una risonanza magnetica cerebrale, utile per evidenziare i depositi a livello del cervello. Le terapie farmacologiche si basano sulla somministrazione di farmaci che come una “calamita” si legano al rame, i cosiddetti chelanti, e che agiscono favorendo l’eliminazione del metallo dal fegato e dagli altri tessuti attraverso le urine. “I chelanti- spiega l’epatologacome la penicellamina o, in caso di scarsa tollerabilità, il trientine, farmaco che però non è commercializzato in Italia, vengono utilizzati, per il trattamento dei pazienti con malattia conclamata. In soggetti asintomatici o in terapia di mantenimento, può essere utilizzato lo zinco acetato che agendo a livello intestinale, stimola la produzione di metallotioneina, che lega il rame e ne favorisce l’eliminazione attraverso le feci. E’ necessario che il paziente segua la terapia per tutta la vita”. La dieta Per i pazienti è bene evitare tutti quegli alimenti ad alto contenuto di rame, come il fegato di bovino, le frattaglie, le ostriche, i crostacei, il cioccolato, la frutta secca e i legumi. Inoltre sarebbe opportuno valutare dove possibile, il quantitativo di rame presente nell’acqua che si beve, perchè alcuni tipi di acqua minerale o proveniente dalla rete idrica locale, potrebbero contenere tracce di questo metallo in concentrazioni relativamente alte. Test genetico Esiste un test genetico per la malattia di Wilson. Viene effettuato in centri altamente specializzati e l’esito può non essere una diagnosi di certezza per la malattia. Infatti, nonostante si siano mappate più di 400 varianti, non tutte le mutazioni responsabili della patologia sono conosciute. E’ importante l’adozione del test genetico per lo screening dei parenti di primo grado per individuare precocemente la malattia o lo stato di portatore sano: un soggetto affetto da malattia di Wilson, infatti, può nascere unicamente da due genitori entrambi portatori della mutazione (trasmissione autosomica recessiva). Intervista Edoardo, 45 anni. La diagnosi è arrivata, così, quasi per caso. Voleva donare il sangue e dagli esami si è visto che al fegato c’era qualcosa di sospetto. La scoperta fortuita ha consentito di controllare bene la malattia e di intervenire precocemente. La sua è una storia legata a doppio filo con il Niguarda: dalla donazione “rivelatrice” ai controlli, tutto è avvenuto ed avviene tutt’ora qui. Quando è iniziato il suo percorso di cura? Sono seguito presso l’epatologia di quest’Ospedale dal 2001. Ho scoperto la malattia perché volevo donare il sangue. Così mi sono rivolto al centro donazioni del Niguarda e ho scoperto che avevo i valori delle transaminasi alle stelle. Mi è stato spiegato che questi valori sballati erano una spia indicatrice di un malfunzionamento del fegato. E poi? Ci sono stati altri accertamenti, tra cui una biopsia epatica, che è servita per fare la diagnosi. Scoperto che si trattava della malattia di Wilson, come si è intervenuto? Devo fare con una certa periodicità gli esami del sangue, gli esami delle urine, l’ecografia al fegato, la risonanza magnetica al cervello e il controllo oculistico. Insomma un check-up completo da fare una volta all’anno. Controlli che ho appena fatto, a dicembre, e per fortuna va tutto bene. Per cui grazie alla diagnosi precoce ed occasionale la malattia è ben controllata? Sì, infatti, io sto bene e non mai avuto alcun sintomo. Faccio una vita normale. Grazie a questa diagnosi casuale mi è andata bene perché mi è stato spiegato che in certi casi come il mio, il fegato rischia grosso: potevo andare incontro a un’epatite o a una cirrosi fulminante. Che terapie segue? Ogni giorno devo prendere lo zinco acetato che mi aiuta ad eliminare il rame. Adesso prendo 3 pastiglie al giorno, appena diagnosticata la patologia ne prendevo 10, poi la dose è stata aggiustata. Segue anche una dieta particolare? Sì, dovrei evitare crostacei, cioccolato, frutta secca, legumi. Uso il condizionale perché alcune volte mi concedo un’eccezione. Sa com’è… è difficile resistere ad una buona pasta allo scoglio o ad un pezzetto di cioccolato. Infatti, ripeto sempre ai medici, che mi seguono, che per quanto riguarda le terapie, il mio punto forte sono le pastiglie, la dieta è una materia in cui zoppico un po’. Sa che esiste un test genetico per individuare la possibile mutazione su figli o parenti? Sì, dopo la mia diagnosi il test genetico è stato fatto (ndr all’ospedale San Paolo di Milano, uno dei centri in cui l’esame viene realizzato) sia a mio fratello, che non ha la malattia, sia a mia figlia, che è risultata portatrice sana. Un’informazione in più da tenere presente per il futuro. LE ALTRE STORIE Niguarda è uno dei 29 Presidi della Rete regionale dedicata alle malattie rare ed è in grado di garantire la diagnosi, la terapia e l’assistenza per più di 120 differenti patologie. Leggi le storie degli altri pazienti nella sezione dedicata sul sito: www.ospedaleniguarda.it Malattie Rare “Cerulosplasmina”: una parola sconosciuta ai più ma difficile da dimenticare per i pazienti affetti dalla malattia di Wilson, una patologia rara causata da una mutazione genetica. Il “colpevole” è, infatti, lì nel DNA e il gene “difettoso”, localizzato sul cromosoma 13, è responsabile della codifica di una proteina, la ceruloplasmina appunto, che si lega al rame e che è presente soprattutto nel fegato dove è indispensabile per l’escrezione biliare del metallo. Il rame non viene così smaltito regolarmente e si accumula nel fegato ma anche nel cervello e nell’occhio (raramente anche nel cuore e nei reni) portando ai sintomi della patologia. La malattia colpisce un individuo su 30.000 e l’età d’insorgenza è molto ampia e può andare da quella pediatrica a quella adulta. “Il quadro può essere molto variegato- ci spiega l’epatologa Maria Vinci-: si può riscontrare un aumento di volume del fegato (epatomegalia) con innalzamento delle transaminasi o con alterazione della funzionalità epatica. In altri casi la malattia esordisce con un’epatite acuta o con l’ittero che conferisce alla pelle e alle mucose la caratteristica colorazione giallastra. Ci sono casi, poi, in cui per molto tempo la malattia può essere asintomatica per poi improvvisamente manifestarsi come epatite fulminante o con le manifestazioni di una cirrosi. In tali casi l’unica alternativa è un trapianto d’organo tempestivo”. Fegato, ma non solo: l’accumulo di rame può creare disturbi a livello del cervello e del sistema nervoso centrale. In alcuni casi si possono avere disordini di tipo neuropsichiatrico come facile irritabilità, depressione e alterazione del comportamento. In altri possono comparire disturbi neurologici come tremori, difficoltà otto Malattie infettive Meningite: batterla sul tempo Vaccini, profilassi e un protocollo ospedaliero sono le armi per trattarla O Gli Specialisti Rispondono gni anno i casi di meningite ritornano a farci paura. Ma quali sono i rischi legati a questa malattia e quali misure di prevenzione si possono adottare. L’abbiamo chiesto a Massimo Puoti, Direttore delle Malattie Infettive. Che cos’è la meningite? La meningite è un’infiammazione delle membrane, le meningi, che avvolgono come una “fodera” il cervello e il midollo spinale. E’ di origine infettiva e può essere di tipo virale, batterica o causata da funghi o in casi molto rari da parassiti. La forma virale è quella più comune e meno preoccupante. La forma batterica, invece, è meno comune, ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali se non curata tempestivamente. Che cosa contribuisce a rendere così grave la meningite? Le meningi e il sistema nervoso sono molto vicini e questo è molto pericoloso perché l’infiammazione può provocare danni nervosi lievi o persistenti. Se l’infiammazione o i germi raggiungono i centri nervosi che controllano la respirazione o il battito cardiaco, si può verificare anche il decesso del paziente. Ma ciò che la rende subdola sono i sintomi, a volte non facili da individuare. A cosa si riferisce? Il vero problema, con le meningiti, sono i sintomi iniziali in quanto sono poco specifici: febbre alta, e mal di testa. I sintomi specifici che fanno sospettare la diagnosi come rigidità nucale, tendenza a piegare le gambe e a piegarsi sul fianco per alleviare il dolore possono essere sfumati oppure più tardivi. A volte, ma solo in alcuni casi, i sintomi più gravi come convulsioni, sopore o coma possono essere i sintomi con cui si presenta il malato. Per questo la tempestività nel trattamento è fondamentale? Sì ed è importante intraprendere il trattamento con l’antibiotico il più presto possibile: al minimo sospetto di meningite bisogna trattare il paziente anche se non si ha la certezza che si possa trattare di questa infiammazione. Per questo a Niguarda c’è un percorso diagnosticoterapeutico che si attiva ogni volta che c’è il sospetto di un caso di meningite. Di cosa si tratta? Di un protocollo interdisciplinare che coinvolge la Medicina d’Urgenza, di solito il punto di ingresso del paziente è in pronto soccorso, la Neurologia, le Malattie Infettive, la Neuroradiologia, la Microbiologia e la Pediatria. Una procedura codificata per seguire al meglio il paziente dal triage del pronto soccorso fino alla diagnosi, al ricovero e al trattamento, il tutto tempestivamente senza perdere tempo. Che cosa deve fare chi è stato a contatto con il malato? E’ importante non creare allarmismi, soprattutto nelle scuole e negli asili, per le quali ci sono delle regole ben precise, come la profilassi antibiotica per i compagni di classe e per chi è stato a stretto contatto con il malato, come ad esempio i familiari. E per prevenire la meningite che cosa si può fare? La vaccinazione anti emofilo di tipo b è la migliore misura di prevenzione nell’infanzia. La copertura vaccinale è sicuramente consigliata; nel Piano Nazionale dei Vaccini viene raccomandato anche il vaccino meningococcico che copre dal ceppo C e l’antipneumococcico che copre da diversi ceppi batterici. È importante prevenire le meningiti, perché il vero problema non è la cura, perché c’è ed è efficace, la vera difficoltà è nel riconoscerle tempestivamente. Nel nostro Ospedale Dalle epatiti acute ai trattamenti per l’HIV, dalle malattie tropicali importate come la malaria, alle infezioni ospedaliere: la “battaglia” contro i microrganismi patogeni a Niguarda è portata avanti dall’équipe delle Malattie Infettive, in collaborazione multispecialistica con gli altri reparti. Per info e prenotazioni Numero verde di prenotazione regionale 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) ospedaleniguarda.it areaprivata.ospedaleniguarda.it IN ITALIA Ogni anno in Italia si verificano mediamente 900 casi di meningite batterica. Di questi, circa un terzo sono causati dal meningococco, ed un altro terzo da pneumococco, mentre gli altri casi sono causati da altri batteri o restano senza causa identificata. Fino al 1999, una causa importante di meningite batterica era l’emofilo di tipo b, la cui frequenza è drasticamente diminuita grazie alla diffusione della vaccinazione rivolta ai bambini nel primo anno di vita (fonte: Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute). Allergologia Echinacea, un alleato contro il raffreddore Gli studi confermano l’efficacia, ma per i bambini è meglio evitare C i avete mai pensato? Per il raffreddore (quando è di origine virale) non c’è cura che tenga: niente da fare, la medicina si arrende e alza bandiera bianca. Niente o quasi. Si moltiplica, infatti, il numero di persone che per far fronte al naso chiuso e agli starnuti ricorre all’echinacea, un’erba che fa parte della famiglia delle Asteraceae, il cui uso officinale da parte di molte popolazioni (soprattutto quelle indigene del NordAmerica) si perde nella notte dei tempi. Ma è davvero utile? L’abbiamo chiesto a Elide Pastorello, Direttore dell’Allergologia e Immunologia. Possiamo contare su preparati a base di echinacea per combattere il raffreddore? Nel corso degli anni si sono portati avanti diversi studi che hanno dato risultati anche contrastanti. Esiste comunque A Niguarda un importante lavoro di revisione, cioè di comparazione di tutti questi studi, che ha concluso che esiste un’evidenza in favore di questo trattamento. In particolare l’echinacea purpurea, la variante più testata, può essere un valido aiuto per alleggerire i sintomi del raffreddore e accorciarne il decorso. Questo però si realizza se l’echinacea viene presa entro 24 ore dall’esordio dei primi sintomi. Quindi un effetto curativo e non preventivo? Sì, non si sono riscontrati miglioramenti per assunzioni prolungate nel tempo allo scopo di prevenire il raffreddore. Anzi, oltre all’inutilità, gli studi sconsigliano assunzioni che si protraggano per più di 8 settimane: primo perché non è del tutto testata la sicurezza per periodi così prolungati, secondo perché sopra questo limite, pare che si innalzi il rischio di sviluppare reazioni avverse, come L’Allergologia annualmente effettua più di 29.000 test. L’attività diagnostica è organizzata secondo tre livelli: la prima visita, le prove allergologiche e respiratorie di base sono effettuate negli ambulatori; presso il reparto si eseguono i test di provocazioni con agenti specifici; il ricovero in degenza ordinaria si riserva esclusivamente per i casi più gravi. Per info e prenotazioni Numero verde di prenotazione regionale 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) ospedaleniguarda.it areaprivata.ospedaleniguarda.it allergie e tossicità. Effetti da non trascurare, che sono comparsi soprattutto nei bambini, per cui l’echinacea sembra essere anche meno efficace. Dunque da sconsigliarne l’uso nei bambini? Da evitare per possibili effetti avversi, ma anche per una minore se non addirittura inesistente efficacia; ma soprattutto da non utilizzare per mancanza d’indagini che facciano luce sulla sicurezza dell’echinacea in età pediatrica. Quindi come misura preventiva è meglio non somministrarla ai bambini. Segui la videointervista sul canale OspedaleNiguardaTV UN VACCINO CONTRO API E VESPE L’1% della popolazione italiana soffre di shock anafilattico scatenato da punture di insetti quali api, vespe o calabroni. Si tratta di una reazione allergica molto pericolosa che nei casi più gravi può addirittura portare alla morte. L’allergologia di Niguarda è uno dei pochi centri a Milano ad effettuare il vaccino per la protezione contro questo tipo di reazione; inoltre questo tipo di copertura è utile anche in casi di reazione da farmaci o alimenti per soggetti con fattori di rischio (anziani, bambini e pazienti con malattie croniche complesse). Per quanto riguarda le allergie alimentari il centro di Niguarda è uno dei pochi in Italia che effettua tutti i test necessari con alimenti freschi. Oculistica Il trapianto autologo contro la degenerazione maculare nove Un intervento per salvare dalla cecità legata all’età “La degenerazione maculare legata all’età è la 1° causa di cecità legale nel mondo occidentale e consiste nella perdita delle visione nella parte nevralgica dell’occhio che è quella della visione centrale dove sono concentrati i fotorecettori specializzati nella percezione dei dettagli e dei colori. Colpisce entrambi i sessi dopo i 55 anni comportando un notevole handicap funzionale nella visione da lontano ma soprattutto nella visione da vicino impedendo la lettura del giornale e dei testi scritti in genere. Si distinguono 2 forme: a) forma secca, caratterizzata da una atrofia centrale della retina e nella quale non è possibile alcun trattamento terapeutico; b) forma umida essudativa, caratterizzata dalla proliferazione di vasi anomali al di sotto della retina che per effetto di una essudazione siero-emorragica determinano una morte dei fotorecettori retinici. Per quest’ultima forma sono possibili varie opzioni terapeutiche che vanno dall’utilizzo del laser (sempre meno utilizzato) alla iniezioni all’interno dell’occhio di sostanze antiangiogeniche, che inibiscono la proliferazione di questi vasi anomali. Nei casi in cui questa terapia fallisca è possibile intervenire in casi selezionati mediante una procedura chirurgica piuttosto complessa consistente nel trapianto autologo di epitelio pigmentato retinico al di sotto della retina nel punto centrale di fissazione. L’epitelio pigmentato retinico è un tessuto neuroepiteliale stratificato al di sotto della retina ed è quello che provvede alla sua nutrizione metabolica. In pratica si preleva al di sotto della retina periferica dello stesso occhio da operare un quadratino di epitelio pigmentato di circa 5 x 5 mm e lo si mette al di sotto della retina centrale in modo da ricreare il supporto metabolico che si è alterato in seguito alla malattia. I risultati sembrano essere promettenti anche se è necessaria una attenta selezione dei pazienti”. Segui la videointervista sul canale OspedaleNiguardaTV Nel nostro Ospedale Da qualche anno questo intervento viene effettuato presso l’Oculistica dall’équipe guidata da Giuseppe Carlevaro. L’intervento è in regime di ricovero ed è coperto dal Sistema Sanitario Nazionale. Per info e prenotazioni Numero verde di prenotazione regionale 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) ospedaleniguarda.it areaprivata.ospedaleniguarda.it Nefrologia Reni, impegnamoci per mantenerli in salute Patologie “silenziose” in aumento I A Niguarda A Niguarda la struttura è in grado di assicurare tutti i livelli per la diagnosi e le terapie contro le patologie renali: dalla diagnostica in ambito di ricovero e in diversi ambulatori, alla dialisi sia in ospedale che domiciliare, fino al trapianto (eseguito dalla Chirurgia Generale e dei Trapianti) che si avvale delle tecniche più innovative come il prelievo d’organo (in caso di donazione da vivente) effettuato con il robot, molto meno invasivo per il donatore. Per info e prenotazioni Numero verde di prenotazione regionale 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) ospedaleniguarda.it areaprivata.ospedaleniguarda.it l 14 marzo è stata la Giornata Mondiale contro le Patologie Renali. Spesso si tratta di malattie silenziose, che non danno segno di sé e che quando si scoprono sono ormai in fase avanzata. I numeri ci dicono che le malattie renali in Italia sono in aumento e per capirlo basta ricordarci un dato: ogni anno su un milione di Italiani sono 180 quelli che entrano in dialisi. Ma che cosa si può fare per mantenere in salute i nostri reni? Ce lo spiega Giacomo Colussi, Direttore della Nefrologia. alterati lo step successivo solitamente è l’ecografia renale ed esami più approfonditi, che possono includere una biopsia renale. Da non sottovalutare, poi, la familiarità: le persone che hanno un parente con problemi renali sono più a rischio di nefropatia, in modo particolare per le malattie genetiche, come la malattia policistica renale, ed è bene che si informino, dal curante o dallo specialista che segue il loro congiunto, sulla opportunità di fare uno screening. Spesso non si avvertono ma come si posso intercettare queste patologie? Sono malattie perfide perché spesso non danno alcun sintomo, ci sono però dei campanelli d’allarme da tenere in considerazione. Uno di questi è l‘ipertensione: la pressione alta potrebbe essere, infatti, un segno importante di patologia renale. Da non trascurare anche il fenomeno della nicturia, cioè quando ci si alza la notte per fare pipì, e la comparsa di edemi (gonfiore della cute, che solitamente interessa inizialmente le caviglie): anche questi potrebbero essere i primi segni da non sottovalutare della malattia. Qualche consiglio utile per mantenere i nostri reni in buona salute? Un dato su tutti: circa il 60% dei pazienti che sottoponiamo a dialisi hanno patologie croniche come diabete, ipertensione o grave compromissione dell’albero arterioso (arteriosclerosi) in vari distretti (aorta, coronarie, cervello, arti inferiori). Per questo il consiglio è quello di annullare i possibili fattori di rischio del danno vascolare, e quindi smettere di fumare, mantenere un’attività fisica regolare (basta camminare alcuni km tutti i giorni), stare attenti al sovrappeso con una dieta povera di grassi: più frutta, più verdura, e moderare il consumo di sale. Ci sono degli esami da tenere in considerazione? Sì, per verificare la salute del rene bastano dei semplici esami del sangue e delle urine. In particolare quello che si va a valutare è il dosaggio della creatinina nel sangue e quello delle proteine nelle urine. Ovviamente se si scoprono dei valori ASL Milano I l servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) opera negli orari in cui il medico di medicina generale e il pediatra di famiglia non prestano la propria attività. Si può richiedere l’assistenza per le situazioni cliniche non urgenti ma non rinviabili al proprio curante. Il servizio è disponibile: dalle ore 20.00 alle ore 8.00 di tutte le notti e dalle ore 8.00 alle ore 20.00 nei giorni prefestivi, festivi, sabato e domenica. Per richiedere l’intervento della continuità assistenziale chiamare lo 02.34567. Per i bambini - Il servizio di continuità assistenziale pediatrica nel territorio dell’ASL di Milano, rivolto ai bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, è attivo nelle seguenti fasce orarie: dalle ore 20.00 alle ore 24.00 nei giorni feriali, dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 nei giorni di sabato, domenica e festivi. Per contattare il servizio chiamare il numero 02.34567. www.asl.milano.it Periodico d’informazione dell’A.O. Stampa: Roto 2000 S.p.A. Ospedale Niguarda Ca’ Granda via L. Da Vinci 18/20 Direttore Responsabile: 20080 Cesarile (MI) - Tel. 02-900133.1 Monica Cremonesi Tiratura: 25.000 copie In redazione: Giovanni Mauri, Reg. Tribunale Milano: Andrea Vicentini, n. 326 del 17 maggio 2006 Maria Grazia Parrillo Pubblicità: Eurocompany s.r.l. Marketing: Matteo Stocco via Canova 19 - 20145 Milano Direzione e redazione: tel. 02.315532 - Fax 02.33609213 Piazza Ospedale Maggiore 3 www.eurocompany.mi.it 20162 - Milano - tel. 02 6444.2562 [email protected] [email protected] Pubblicato online sul sito: Foto: Archivio Niguarda copyright www.ospedaleniguarda.it Il giornale di Niguarda Ieri “guardia medica”, oggi “continuità assistenziale” Segui la videointervista sul canale OspedaleNiguardaTV Gli Specialisti Rispondono L a degenerazione maculare senile è una malattia, legata all’invecchiamento, che colpisce la macula, la porzione centrale della retina. Alle terapie convenzionali oggi si affianca una tecnica chirurgica innovativa: il trapianto di epitelio pigmentato retinico. Ce ne parla Giuseppe Carlevaro, Direttore dell’Oculistica Adulti dieci NIGUARDA CANCER CENTER La brachiterapia N ella battaglia contro il cancro spesso si ricorre alla radioterapia: il tumore è colpito dall’esterno, con radiazioni prodotte da un acceleratore lineare. Ma ci sono casi in cui le cellule tumorali sono colpite da radiazioni emesse da sorgenti interne , posizionate all’interno del corpo: è la brachiterapia. Ci spiega di cosa si tratta Mauro Palazzi, Direttore della Radioterapia, insieme al radioterapista Diego Asnaghi. Gli Specialisti Rispondono Radioterapia interna “La brachiterapia è una tecnica di radioterapia in cui una sorgente di radiazioni è collocata all’interno del corpo del paziente, dentro o a pochissima distanza dal tumore da trattare. Questo è possibile grazie al posizionamento di preparati radioattivi variamente conformati (aghi, fili, semi) direttamente nel tessuto tumorale o nelle sue immediate vicinanze. La brachiterapia viene comunemente utilizzata come trattamento efficace per i tumori dell’utero, della prostata e della mammella, ma può essere impiegata in casi selezionati di tumore in altre sedi anatomiche”. Tecniche e vantaggi della brachiterapia Il radioterapista Diego Asnaghi ci descrive più in dettaglio questo tipo di modalità terapeutica. “La principale caratteristica della brachiterapia è l’impiego di sorgenti miniaturizzate che emettono Sorgenti radioattive sotto forma di “semi” usate per alcuni tipi di brachiterapia radiazione a breva distanza. Questi preparati radioattivi possono essere disposti direttamente nel tumore (tecnica interstiziale), posizionati in cavità anatomiche (tecnica endocavitaria/ endoluminale), oppure posti sulla superficie corporea (tecnica a contatto). La tecnica interstiziale è comunemente utilizzata per le neoplasie della prostata e della mammella, mentre la tecnica endocavitaria viene utilizzata come trattamento indispensabile per la cura del cancro della cervice uterina e dell’endometrio, ma può anche essere utilizzata per trattare tumori situati in molte altre sedi anatomiche come la trachea, i bronchi, l’esofago, le vie biliari, il retto e l’uretra. La tecnica a contatto è riservata ai tumori della pelle. Dato che le fonti di radiazioni possono essere posizionate proprio nella sede della malattia o comunque molto vicino ad essa, la brachiterapia consente di concentrare una dose elevata di radiazioni in un piccolo volume del corpo. La quantità e la distribuzione nei tessuti della dose somministrata al paziente è comunque sempre accuratamente programmata grazie a sistemi di pianificazione dedicati, utilizzati con la preziosa collaborazione del fisico sanitario. Per l’esecuzione dei trattamenti il medico radioterapista si avvale poi costantemente della collaborazione del tecnico di radiologia e dell’infermiere. Con questa tecnica sono stati trattati a Niguarda negli ultimi anni più di 700 pazienti con ottimi risultati clinici”. Nel nostro Ospedale ANiguarda la radioterapia è presente fin dagli anni 50 e, ad oggi, sono stati presi in carico più di 50.000 pazienti. La struttura è in grado di trattare tutte le patologie oncologiche, con un livello tecnologico d’avanguardia. Vengono effettuati routinariamente trattamenti con tecnica conformazionale 3D e con intensità modulata (IMRT), e in casi selezionati trattamenti di brachiterapia, di stereotassi encefalica (in collaborazione con la Neurochirurgia), di stereotassi corporea, di irradiazione corporea totale (Total body irradiation-TBI, in collaborazione con l’Ematologia), nonché trattamenti integrati con terapie mediche (chemioterapia o terapie biologiche, in collaborazione con l’Oncologia). Per info e prenotazioni Numero verde di prenotazione regionale 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) ospedaleniguarda.it areaprivata.ospedaleniguarda.it NEWS DAL WEB L’emergenza su facebook: “diventa un supereroe del 118” C osa devi fare se qualcuno sta male? Non tirarti indietro, chiama subito il 118, riconosci un arresto cardiaco, inizia le manovre salvavita. È grazie a questi 4 step, contenuti in una applicazione di facebook, che si potrà diventare un “supereroe del 118”. Da oggi, grazie a un progetto di Regione Lombardia e Azienda regionale emergenza urgenza (Areu), realizzato in partnership con il portale www. pazienti.it, tutte le informazioni sul primo soccorso vengono messe a disposizione dei ragazzi, ma anche degli adulti, in forma semplice, sul web e sui social network. Provalo Sia l’applicazione di facebook, sia le altre informazioni, sono rintracciabili sul sito www.pazienti.it/soccorso, raggiungibile anche attraverso il sito di Areu www.areu.lombardia.it undici Ginecologia Hpv test o Pap test? Quale scegliere per battere il tumore della cervice uterina genitale da Hpv. Ha dimostrato la grande diffusione del virus nelle sue differenti varianti, i cosiddetti sierotipi, e riesce a mettere in evidenza le infezioni provocate dai ceppi ad alto rischio oncogeno. Ci vorranno ancora però molti anni prima che riesca a sostituire il vecchio Pap test che, peraltro, ha un innegabile vantaggio: oltre ai virus, evidenzia direttamente infezioni fungine, batteriche, erpetiche, protozoarie, stati infiammatori, lesioni preneoplastiche e neoplastiche. In cosa consiste l’Hpv test e quali sono le principali differenze con il Pap test? Il Pap test è un esame citologico classico con preventiva colorazione del vetrino e osservazione tramite microscopio. Richiede una buona esperienza e preparazione del citopatologo che legge e interpreta il vetrino. Il test Hpv usa delle sonde molecolari che evidenziano l’infezione cellulare del virus riuscendo a stabilire il sierotipo e la relativa pericolosità oncogena. Non dipende dal fattore umano e presenta criteri di standardizzazione maggiore. I prossimi anni vedranno una progressiva integrazione e sinergia dei due test. per dare risposte più sicure e interpretazioni più accurate nelle infezioni genitali da Hpv. Ma nella pratica clinica ci sono dei casi in cui si preferisce l’Hpv test? Il test Hpv risulta molto utile nel valutare e indagare alcuni tipi di lesione, in particolare quelle displastiche della cervice uterina che possono presentare prognosi peggiore se infettate da ceppi virali Hpv ad alto rischio. Prevenzione col vaccino In Italia è disponibile un piano sanitario, contro i ceppi potenzialmente tumorali di HPV, che consente l’accesso gratuito alle 3 dosi di vaccino per le bambine con meno di 12 anni. Per conoscere le sedi dove poter effettuare la vaccinazione è bene rivolgersi all’ASL di appartenenza. A Niguarda presso l’Ostetricia e Ginecologia la vaccinazione anti HPV è rivolta alle giovani donne tra i 14-26 anni; per questa fascia d’età la prestazione non è in regime di esenzione. Per info e prenotazioni Numero verde di prenotazione regionale - 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) ospedaleniguarda.it - areaprivata.ospedaleniguarda.it Pneumologia Sigaretta elettronica: meglio spegnerla Dubbi su efficacia e sicurezza dall’Istituto Superiore di Sanità Come “iniziare a smettere” A Niguarda sono attivi due centri “anti-fumo”: uno in Ospedale, l’altro si trova nella sede di Villa Marelli. Per accedere ai centri occorre essere in possesso della impegnativa del medico. Numero di Prenotazione Regionale 800.638.638 (lun-sab: 8.00-20.00) E ’ anche un oggetto piacevole da tenere in mano, spesso dal design elegante e disponibile in svariate fragranze. I negozi che la vendono ultimamente sbucano come funghi, peccato che l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) l’abbia bocciata: è la sigaretta elettronica e se pensante che diventare un “e-smokers” possa aiutare in maniera sicura a redimersi dal vizio, è bene che vi informiate. Sentiamo il parere dell’esperto, la pneumologa Luisa Arcangeli, referente del Centro di disassuefazione dal fumo di Niguarda. Di recente l’Iss ha presentato un aggiornamento scientifico per le sigarette elettroniche. In questo documento si legge che Dove sono i Centri CENTRO PER LA DISASSUEFAZIONE E IL TRATTAMENTO DEI DANNI DA FUMO - OSPEDALE NIGUARDA Piazza Ospedale Maggiore 3, Milano - Area Nord, padiglione 15 (per info 02 6444.2222 dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 16.00, dal lunedì al venerdì) CENTRO PER LA DISASSUEFAZIONE E IL TRATTAMENTO DEI DANNI DA FUMO – VILLA MARELLI Viale Zara 81, Milano - (per info 02 6444.5822 dalle 9.00 alle 12.00, dal lunedì al venerdì) “presentano potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età”… E’ una posizione assolutamente condivisibile. Perché infatti si tratta di un’auto-somministrazione di nicotina senza alcuna valutazione medica. E questo è un rischio perché non dimentichiamoci che questa sostanza è una vera e propria droga che porta a una dipendenza molto forte. Tanto è vero che la stessa sostanza, la nicotina, viene usata sotto forma di sostituti, nei trattamenti di disassuefazione dal fumo, ma solo per un periodo limitato e sotto stretto controllo clinico. Questi dispositivi elettronici sono in dubbio anche sotto il profilo dell’efficacia: “ad oggi- si legge nel rapporto- non esiste evidenza scientifica sufficiente a stabilirne la sicurezza d’uso e l’efficacia come metodo per la disassuefazione da fumo”. E’ così? Sì, in assenza di studi a favore è bene non ricorrere alle sigarette elettroniche per smettere di fumare ma ai metodi che hanno una validazione dimostrata, come quelli che usiamo nei due centri per la disassuefazione di Niguarda. Mi riferisco al trattamento farmacologico, che può contare sui sostituti della nicotina, i ben noti cerotti o gomme da masticare, e sui principi attivi come la vareniclina, una sostanza che mimando l’effetto della nicotina aiuta a liberarsi dalla dipendenza. Poi c’è il supporto psicologico: una possibilità importante per il buon esito del percorso, che nei nostri centri dura circa un anno ed è scandito da regolari visite, incontri e controlli. 24 marzo - Giornata mondiale contro la tubercolosi A Milano la maggior parte sono casi d’importazione S ono 9 milioni nel mondo le persone che ogni anno contraggono la tubercolosi. La maggior parte di queste nelle aree più povere del pianeta, dove la malattia rappresenta ancora un’emergenza. Il 24 marzo è la Giornata Mondiale contro questa patologia, che alle nostre latitudini non ha i contorni dell’epidemia, ma che per questo non va sottovalutata. Stop Tb e Medici con l’Africa CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) hanno organizzato per il 14 marzo un incontro tra gli esperti del settore per fare il punto della situazione e per discutere delle prospettive future. Abbiamo fatto qualche domanda a Luigi Codecasa, che parteciperà al meeting in qualità di Responsabile del Centro Regionale di Riferimento di Villa Marelli per la tubercolosi. L’attenzione per questa malattia In Italia sembra essersi alzata negli ultimi tempi… Sì, tanto che è proprio del dicembre scorso la nuova delibera regionale in materia, la precedente risaliva a sette anni fa. Si punta ad avere una sorveglianza più stretta basata su tre cardini: maggiore attenzione al livello igienistico per i gruppi a rischio (stranieri, immunodepressi, e chi sta a contatto con i pazienti); più sorveglianza clinica dei soggetti in cura; viene, inoltre, ribadita l’importanza degli esami di laboratorio per prevenire le resistenze farmacologiche e per individuare i focolai di micro-epidemia, grazie a tecniche d’indagine di recente introduzione. Oltre all’aggiornamento dei protocolli di cura, quali sono le novità più importanti? E’ indubbio che per vincere la sfida contro la tubercolosi non bisogna guardare solo in “casa propria”, ma è necessario rafforzare l’’intervento in quei Paesi in cui la malattia è ancora un’emergenza. L’obiettivo di CUAMM e Stop Tb è proprio quello di andare nelle nazioni africane a più alta incidenza per supportare sia l’attività sanitaria sia la formazione delle persone locali, per sensibilizzarle a riconoscere precocemente i casi di possibile malattia, che se trattati per tempo possono contrastare l’epidemia. Se riusciremo a limitare l’emergenza, abbasseremo di riflesso anche i contagi qui in Italia. Solo a Milano, ad esempio, su 100 casi trattati 70 sono pazienti stranieri. Qual è la casistica del Centro Regionale a Villa Marelli? L’anno scorso abbiamo trattato più di 330 casi con una percentuale di guarigione pari al 95%. Gli Specialisti Rispondono D opo diversi anni di studi sul campo, il test Hpv si è dimostrato un valido alleato per lo screening del Papilloma virus. Gli esperti gli riconoscono una maggiore sensibilità rispetto al Pap test. Nonostante il vecchio esame sia infatti un ottimo strumento per la diagnosi, il test Hpv ha dimostrato di essere in grado di identificare più precocemente le lesioni della cervice uterina che possono degenerare e, quindi, dare origine a un tumore. Ma questo potrebbe far pensare ad un pensionamento per il Pap test? Per sciogliere ogni dubbio abbiamo chiesto il parere dell’esperto: il ginecologo Antonio Canino. Dottore, è proprio così, si può pensare a un avvicendamento del Pap test in favore dell’Hpv test? Il test Hpv costituisce un progresso notevole nella diagnostica dell’infezione dodici Arte La Città dell’Arte A ndiamo alla scoperta delle opere e degli artisti che fanno del Niguarda una grande “Città dell’arte”. In questo numero il protagonista è Timo Bortolotti, ce ne parla il nostro esperto d’arte, il Primario Emerito Enrico Magliano. Timo Bortolotti: lo scultore del Passo del Tonale Avvicinandosi alla Chiesa dell’Annunciata sulla facciata esterna ci accolgono tra gli archi quattro busti marmorei di Santi. Diceva Vittorio Costantini, famoso critico d’arte degli anni quaranta: “Ecco sul fronte della Chiesa affacciarsi come dalle mistiche finestrelle delle celle medioevali una serie di teste scultoree: il bonario San Galdino del Bortolotti …” Timo (Timoteo Bortolotti) era nato a Darfo (Bs) nel 1884. Allievo di Cesare Tallone all’accademia di Brera era divenuto celebre negli anni venti per aver realizzato sul Passo del Tonale un colossale “monumento ossario” per i caduti della guerra, sovrastato da una bellissima figura alata (il monumento è ancora oggi ben conservato, seppure tra gli skilift). Nel 1920 iniziò ad esporre alla Biennale di Venezia. Nel 1930 aveva fondato a Milano con Piero Marussig e Achille Funi una “libera scuola d’arte”. Nel 1937 vince a pari merito con Marino Marini, non ancora affermato come uno dei più grandi scultori italiani del secolo, il Grand Prix per la scultura all’Esposizione Internazionale di Parigi. Era quindi molto famoso quando gli venne richiesto di scolpire il bassorilievo di San Galdino a Niguarda. Mi piace ricordare che Timo Bortolotti era lo zio della famosa critica d’arte Claudia Gianferrari (di recente scomparsa) che organizzò, con il sottoscritto, alla fine degli anni ottanta il restauro dei gruppi marmorei di Martini e Messina all’ingresso dell’Ospedale Niguarda: ancora oggi testimoni silenziosi della storia della nostra “Ca’… veramente Granda”. Enrico Magliano Arteterapia In Unità Spinale l’esperienza di 5 laboratori a confronto A scuola di arteterapia l recupero dei pazienti attraverso percorsi artistici: la parola è passata ai medici, agli psicologi e agli operatori del settore, protagonisti di un progetto che ha coinvolto l’Unità Spinale di Niguarda, il Policlinico di San Donato, Il Federico II di Napoli, l’Atelier di terapeutica artistica con persone con autismo di Cascina Rossago e l’ospedale di Lugano. L’arte nei contesti terapeutici: è stato questo il filo conduttore del seminario “L’esperienza di 5 laboratori artistici a confronto” tenutosi nel nostro Ospedale e nato da un progetto di interscambio promosso dalla Fondazione Alta Mane Italia, che sostiene i laboratori artistici attivi presso l’Unità Spinale. “L’arteterapia è un’attività che si è consolidata nel corso degli anni- ci spiega Jean Pierre Orrù, coordinatore del laboratorio-. Qui in Unità Spinale si realizza 4 volte a settimana in un laboratorio dedicato. Si lavora sulla pittura, sulla manipolazione della creta e sulla lavorazione del legno ed è rivolto sia ai pazienti ricoverati che agli ex-pazienti”. Che l’arte sia un plus importante per la riabilitazione ce lo conferma anche Chiara Piroddi, psicologa che segue i pazienti dell’Unità Spinale: “Il processo creativo ha senza dubbio effetti positivi sull’autostima. Questo laboratorio è importante anche perché è spesso vissuto come un’attività che alleggerisce il percorso impegnativo della riabilitazione. Inoltre è un’ottima opportunità di socializzazione per i pazienti”. Le Botteghe d’Arte del MAPP (Museo d’Arte Paolo Pini), l’Associazione ARCA Onlus e la Cooperativa Arti e Pensieri hanno attivato la “Scuola di Artiterapie MBA Modello Botteghe d’Arte”. Si tratta dell’unica scuola di arteterapia in Italia ad essere istituita all’interno di un ospedale. Le competenze acquisite permetteranno ai diplomati di progettare ed attuare, all’interno di equipe multidisciplinari, interventi arteterapeutici nell’ambito di progetti di cura integrati e in ambito preventivo e riabilitativo. Arte e Storia I www.mapp-arca.it tredici Iniziative “A casa lontani da casa” 5 Onlus insieme per dare 1000 alloggi a chi viene a Milano per curarsi Cerchi una casa vicino alla Ca’ Granda? L’elenco degli alloggi disponibili a Niguarda è consultabile sul sito www.ospedaleniguarda.it alla voce “servizi e alloggi”. letto. “Oggi — spiegano da Prometeo — questo patrimonio è gestito con il passaparola”. Avere una casa virtuale di mille letti sarebbe una possibilità importante nell’offerta assistenziale. Sono circa 40.000 i pazienti che arrivano ogni anno da fuori regione (su un totale di 100.000 “transitanti”) per affrontare terapie e interventi negli ospedali milanesi (e con loro almeno altrettanti parenti). Si tratta di numeri importanti, ma difficili da definire perché in continuo cambiamento. Anche per questo Prometeo ha avviato un questionario tra i degenti di sette ospedali milanesi: Niguarda, Policlinico, Besta, Istituto nazionale dei tumori, San Paolo, Gaetano Pini e Cto. “Sono stati distribuiti più di 1.500 questionarispiega Maria Saraceno, Presidente AVO Milano- concentrando l’indagine su quei reparti in cui è più facile trovare una larga componente extra-regione. Contemporaneamente è stata sondata la disponibilità degli alloggi per verificare i servizi messi a disposizione: un passaggio necessario per mettere in contatto adeguatamente la domanda con l’offerta”. I risultati dicono che più del 25% dei pazienti intervistati ha pernottato a Milano nell’ultimo anno, di cui oltre il 18% per circa un mese. Inoltre più dell’80% vorrebbe informazioni sulla disponibilità di alloggio direttamente da Internet o dagli ospedali, così come si fa al Niguarda: “Accogliamo ogni anno oltre 5 mila malati da altre regioni e i loro parenti - ci spiega il Direttore Sanitario Giuseppe Genduso-. Diamo a tutti gli indirizzi di alberghi e case di accoglienza. Le associazioni di volontariato propongono stanze a 10 euro al giorno. A volte neppure si paga ed è sufficiente una donazione. L’elenco degli alloggi disponibili è visibile sul sito dell’Ospedale”. Materno-infantile “Fiocchi in Ospedale” E Uno sportello per sostenere le neo-mamme in difficoltà ’ un progetto importante, quello che ha preso il via lo scorso novembre a Niguarda. Si chiama “Fiocchi in Ospedale” ed è un’iniziativa “firmata” Save the Children per dare una mano alle neo-mamme e ai neo-papà. La nascita di un figlio è, infatti, un evento che come tutti i grandi cambiamenti può portare ad ansia, preoccupazione, senso di inadeguatezza, soprattutto in quei contesti in cui la genitorialità può essere più vulnerabile a causa di un disagio. “Il progetto, reso possibile grazie a Gallerie Commerciali Italia, ha preso il via al Niguarda e al Policlinico di Barici spiega Laura Anzideo, coordinatrice per Save the Children dell’iniziativa nell’ospedale milanese- e intende intervenire per supportare i servizi già attivi sul territorio per sostenere le neo-mamme e i neo-papà, che affrontano problemi quali la povertà, la solitudine, la depressione, la scarsa conoscenza delle cure genitoriali”. I fiocchi al Niguarda “hanno le sembianze” di una piccola stanza, nel cuore del Dipartimento Materno-Infantile (al piano terra del padiglione 16), di pochi metri per altrettanti: uno spazio ristretto, ma confortevole in cui le mamme possono trovare un punto di ascolto per le loro difficoltà, uno sportello a cui chiedere informazioni, oppure una semplice, ma altrettanto fondamentale, area per allattare il piccolo. Ad accoglierle ci sono gli educatori e gli operatori sociali dell’Associazione di Promozione Sociale Mitades, che con Save the Children porta avanti il progetto al Niguarda. “L’idea- ci dice Silvia Baldini, Presidente Mitades- è quella di uno sportello socio-educativo nell’ospedale per favorire l’inserimento nel percorso-nascita. Spesso ci troviamo davanti giovani coppie o giovani famiglie e l’obiettivo è quello di fornire loro servizi che possano sostenerli dal punto di vista psicologico e dal punto di vista educativo. Spesso, poi, chi si rivolge a noi lo fa per avere un sostegno materiale o una consulenza legale, come nel caso delle donne immigrate, spaesate dalle numerose pratiche burocratiche che le aspettano dopo la nascita del bambino”. Per aiutare è necessario creare un contatto, ascoltare e dare una mano anche indirizzando e consigliando i servizi ad hoc sul territorio, ma anche quelli già presenti in Ospedale dedicati alle neo-mamme. “Conoscersi per fare rete”, ma tra le parole d’ordine del progetto c’è anche “condividere e partecipare”: sono diverse, infatti, le attività pensate per News Diventa volontario L ’Unione Samaritana associazione di volontariato nata nel 1947 e presente anche a Niguarda- organizza una serie di incontri formativi per preparare i nuovi volontari che opereranno in alcuni ospedali e centri geriatrici di Milano. Perché per dare sollievo ad ammalati e ad anziani, non basta solo la buona volontà ma occorre anche essere formati e preparati. PER INFORMAZIONI E PER DIVENTARE UN VOLONTARIO A NIGUARDA Tel. 02 6444 2249 (lun- ven, 10.00-12.00 e 15.00-17.00) [email protected] ww.usamaritana.org S Milano capitale del turismo sanitario Secondo Prometeo ogni anno circa un milione di persone si rivolge ad ospedali al di fuori della propria regione di residenza. La quota maggiore di questo turismo sanitario, si rivolge alle strutture ospedaliere della Lombardia. Se consideriamo che nella classifica dei primi 20 ospedali italiani che forniscono prestazioni fuori regione 6 sono milanesi, si può stimare che più di 100.000 persone all’anno si rechino a Milano, dal resto d’Italia, per ricevere cure o sottoporsi a interventi chirurgici. LO TROVI QUI Area Nord-padiglione 16-piano terra. Dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 Pad.3 rampa vicina al parcheggio sud: dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00 www.savethechildren.it coinvolgere le mamme in prima persona. “Al pomeriggio ci ritroviamo al padiglione 3- ci dice Valentina Affettuoso, operatrice sociale del progetto-. Qui a seconda del giorno sono in programma diverse attività, come l’introduzione al massaggio infantile, ma anche letture ed esercizi per imparare a vedere il mondo con gli occhi del bambino, per immedesimarsi con il piccolo e i suoi bisogni già da quando è nella pancia della mamma”. Il percorso in gruppo è molto importante perché aiuta a far emergere con più facilità i veri bisogni e le difficoltà con cui i neogenitori si scontrano ogni giorno. “Inoltre aiuta a combattere contro quella solitudine che tanto spesso ci sentiamo riferire dalle mamme, una volta tornate a casa con il neonato- ci dice Baldini-. Sapere che esiste un sostegno in ospedale, dove se vuoi puoi ritornare per chiedere aiuto è il primo passo per non essere spaventati da questa nuova esperienza”, ma per godersela appieno: per poter avere, insomma, una maternità “coi fiocchi”. Appuntamenti Iniziative Musica per stare meglio C’è spazio per la musica in Hospice? i tratta di un progetto promosso dalla “Fondazione per le neuroscienze Massimo Collice Onlus” per portare la musica dentro l’ospedale. Grazie ad una serie di concerti gratuiti, che si tengono al Blocco Sud, si vuole offrire ai degenti ed ai visitatori la possibilità di incontrare la musica e di sperimentarne la sua capacità vivificante e rasserenante. I prossimi appuntamenti presso il Blocco Sud 23 marzo: Italia, Spagna.... e Tango!! Inizio ore 16.00, ingresso gratuito www.massimocolliceonlus.org S ì! Perché la musica ha la capacità di raggiungere luoghi profondi che nemmeno le parole riescono a toccare. La musica smuove, commuove, trascina e solleva. Ogni singola nota suonata è una porta aperta, una carezza, una mano che sostiene. L’Hospice “Il Tulipano” apre le porte alla musica e con la rassegna “Pomeriggi Musicali” regala ai suoi ospiti, alle famiglie e agli amanti delle sette note concerti di pianoforte e d’arpa, monologhi con musica dal vivo, pomeriggi musicali con voci e strumenti di vario tipo. I prossimi appuntamenti- presso l’Hospice “Il Tulipano”, via Ippocrate 45, Milano: 17 marzo - Antonio Branca 24 marzo - Andrea Parazzoli e Ivo Maghini 21 aprile - Antonio Branca Per il calendario e la partecipazione agli eventi: tel. 02 6444.5122 (lun-ven 9.00-17.00) Volontariato P rende forma il progetto “A casa lontani da casa” ideato da Prometeo onlus con Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), AVO (Associazione volontari ospedalieri), CasAmica e Associazione Marta Nurizzo: una cordata di solidarietà per dare alloggio a chi deve sostenere lunghe cure negli ospedali milanesi e ai loro parenti. L’obiettivo è quello di formare un database che colleghi un centinaio di enti (quelli già in rete sono circa 40), 5.000 volontari e un migliaio di posti TEATRO COMUNALE DI LIMBIATE Via Valsugana, 1 - Limbiate (MB) GIOVEDÌ 11 e VENERDÌ 12 Aprile 2013 - ORE 21,00 Ingresso: Platea € 25 - Poltronissima sima € 30 IL RICAVATO SARÀ DEVOLUTO A: INFO E PRENOTAZIONI: www.eventoavsi.it - e-mail: [email protected] - Tel. 02315532 Nuovo Niguarda Per il nuovo ospedale in arrivo 4,5 milioni di euro medica organizzata per intensità di cura e alla riabilitazione, sarà attivo nel 2014. Infatti, i lavori stanno procedendo in linea sui tempi previsti, persino con leggero anticipo; ad oggi è stato completato il 67% dei lavori e nel cantiere stanno operando circa 330 operai. E’ confermato l’obiettivo della consegna del Nuovo Ospedale fissato per il 31 dicembre 2013: si avvieranno quindi le operazioni di collaudo, di installazione di attrezzature e di arredi e di trasferimento delle attività, in modo da poter garantire la piena operatività nell’estate del 2014. Il nuovo finanziamento permetterà pertanto di garantire lo spostamento di tutta l’attività dedicata all’assistenza dei pazienti in aree dell’ospedale accoglienti, dotate di tutte le tecnologie necessarie e pienamente rispondenti alle norme di accreditamento. Formazione Corsi e Convegni di marzo e aprile e maggio 28 marzo MUSICA E SALUTE Dall’8 aprile al 24 aprile AFTER (Advanced reFractory hearT failurE couRse) Questo evento di aggiornamento interdisciplinare in ambito di promozione della salute per l’infanzia, trova nella musica il suo filo conduttore. E’ un’occasione unica per parlare con chi la musica la crea, con chi l’insegna, con chi la usa per allietare e con chi la usa per educare. Un’occasione nuova di formazione con tante idee pratiche e coinvolgenti per insegnare ai più piccoli corretti stili di vita fin dai primi anni. Un’occasione innovativa per scambiare esperienze e contenuti in tema di educazione alla salute da portare poi concretamente nella propria scuola, nel proprio gruppo ricreativo o sportivo. Sede - Area Ingresso-Padiglione 1-Aula Magna News Emilio Brunati Maria Gabriella Gentile Arcadio Erlicher Roberto Vaccari Ettore Corradi Maria Nicoletta Frova Il corso ha l’obiettivo di fornire le conoscenze teorico-pratiche per l’acquisizione delle specifiche competenze utili alla diagnosi e cura dello scompenso cardiaco avanzato/ refrattario nelle sue varie eziologie; il tutto secondo le linee guida internazionali e le più innovative modalità diagnostico – terapeutiche suggerite dalla comunità scientifica internazionale. Sede - Area Sud - Blocco Sud-Settore D- Cardiologia 2 Nuove nomine e pensionamenti D i recente nel nostro Ospedale ci sono stati dei pensionamenti importanti. Salutiamo e ringraziamo per i tanti anni passati al Niguarda Emilio Brunati, Direttore della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Arcadio Erlicher, Direttore della Psichiatria 1, Maria Gabriella Gentile, Direttore della Dietetica e Nutrizione Clinica. A ricoprire gli incarichi sono subentrati rispettivamente, con qualifica di Direttore-facente funzioni, Roberto Vaccari, Maria Nicoletta Frova e Ettore Corradi. Salutiamo con affetto anche il pensionamento di Wilma Calandri, Direttore della Gestione Logistico-Alberghiera, le attività della struttura sono state assegnate a Maria Pia Fabi e Stefano Vitiello. Dall’8 al 12 aprile (II edizione)- dal 20 al 24 maggio (III edizione) TRAINING ON THE JOB: FORMAZIONE SUL CAMPO IN ECOGRAFIA 2013 L’ecocardiografia ha assunto un ruolo sempre più rilevante nella diagnostica cardiologica ed è diventata uno strumento diagnostico indispensabile nella pratica clinica. Sempre maggiore è il numero di cardiologi, internisti ed anestesisti che si avvicinano alla metodica con lo scopo di acquisire le conoscenze necessarie alla corretta esecuzione ed interpretazione dell’esame ecocardiografico. Sede - Area Sud- Blocco SudLaboratorio di Ecocardiografia 11-12 aprile INTRODUZIONE PRATICA ALLA BIOSTATISTICA Il corso mira a dare le basi di biostatistica a personale coinvolto nei Clinical Trial in Ospedali e Istituti di ricerca/Università e si rivolge a laureati in materie scientifiche: biologi, farmacisti, medici, biotecnologi, infermieri di ricerca, coinvolti in studi clinici sperimentali. Sede - Area Sud- Blocco Sud- Aula A 7-8 maggio CORSO BASE DI ECOGRAFIA CLINICA IN EMERGENZA URGENZA Il percorso formativo di base è nato per rispondere ad un’esigenza specifica: fornire ai medici che operano nell’urgenza le conoscenze e le competenze per ottenere con l’ecografia immediate risposte a quesiti emersi nel corso della valutazione clinica dei pazienti. Sede - Area Nord- Blocco DEA- Aula Marco Broggi PER INFO www.ospedaleniguarda.it CRAL Tesseramento e cena con delitto Sono ancora aperte le iscrizioni per diventare socio-CRAL. Per chi avesse già la tessera, da non perdere la cena con delitto nella storica fortezza di Sarzanello (La Spezia) in programma per il 18 maggio, a cui seguirà la visita alle Cinque Terre, in programma per il giorno successivo. C.R.A.L. - Area Centro-Padiglione 10 - tel. 02.6444.3236 da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 16.00 www.cralniguarda.it Vuoi ricevere il Giornale di Niguarda? B asta mandarci una mail e specificare il tuo nome, cognome e l’indirizzo a cui recapitare il giornale. Sarai inserito nella lista degli abbonati e riceverai gratuitamente a casa il nostro periodico. [email protected] News dall’Ospedale P er il completamento del Blocco Nord, ultimo tassello nella realizzazione del Nuovo Ospedale la Regione ha stanziato ulteriori 4,5 milioni di euro. Con questo nuovo stanziamento, chiesto dall’ospedale, sarà possibile attivare all’internodelnuovobloccoospedalieroancheiseguentiservizi:unServizioTrasfusionale con aree ben organizzate; la nuova sede del reparto di Dietetica e Nutrizione Clinica, che costituisce un’eccellenza riconosciuta nel trattamento delle patologie legate ai disturbi alimentari; la nuova sede degli ambulatori di Oculistica Pediatrica, per i quali l’azienda è centro di riferimento regionale; l’ampliamento dell’area riabilitativa, che comprenderà ambulatori e palestre. Questi servizi completeranno l’offerta del nuovo Blocco ospedaliero che, con i suoi 400 posti letto dedicati al materno infantile, all’area quindici