La... mossa del cavallo
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La... mossa del cavallo
18 Sabato, 14 luglio 2012 Como Cronaca Curiosità. Originale esposizione di scacchi al Museo di Grandate I cavalli giocattolo esposti al Museo, realizzato nella stalla che fu del cavallo Tornese, per i prossimi due mesi non procederanno a dondolo, su ruote o a pressione, ma si muoveranno a “elle”, due passi in avanti e uno laterale (e viceversa): la mossa del cavallo degli scacchi che “salta” gli altri pezzi: così, accompagnati da pedoni, alfieri, torri e dalla Regina, i cavalli sia neri sia bianchi dovranno difendere il loro Re dallo scacco matto. Il Museo, in collaborazione con il Circolo Scacchi della città di Como, ha organizzato una esposizione dedicata al “gioco dei Re” o “il Re dei giochi”. Dall’8 giugno al 4 agosto si potranno ammirare scacchiere di ogni foggia e materiale di ogni parte del mondo: da quelle di legno a quelle costruite con materiale povero, da quelle esotiche a quelle tascabili da viaggio, da quella dei Simpson a quella di Mao Tse Tung. La mostra è arricchita da oggetti e curiosità che ruotano attorno a questo mondo come orologi da gioco, collezioni di francobolli, una cravatta firmata da campioni del mondo, fotografie etc. “Ospite d’onore” una scacchiera gigante opera dell’artista Enrico Baj che ha fatto di ognuno dei 32 pezzi un’opera d’arte a suo stile, regalo sia per gli amanti degli scacchi ma anche per i cultori dell’arte. Gli scacchi, secondo la teoria più accreditata, sono stati inventati nell’India settentrionale intorno al 600 d.C. Gli indiani li trasmettono ai persiani e gli arabi, conquistata la Persia nel 641, li approfondiscono notevolmente La... mossa del cavallo In mostra, fino al 4 agosto, scacchiere di ogni foggia e materiale da ogni parte del mondo e altre curiosità. Consigliata la vista agli appassionati diventandone abili maestri. Verso il Mille li portano in Europa, attraverso l’Africa settentrionale, la Spagna e la Sicilia. Altre vie di diffusione sono state l’Asia centrale e il Caucaso, oltre al Mediterraneo e all’Atlantico, solcando i quali il gioco è giunto alle isole britanniche e alla Scandinavia ed oltre. I vari passaggi di territorio fanno sì che taluni pezzi vengano modificati alla realtà o, addirittura l’impostazione: da bianco/ nero a Europei contro turchi o spagnoli contro Inca. Come si potrà vedere nei pezzi esposti. Il gioco degli scacchi è una leale competizione fra due intelligenze che, svincolate dalla sorte e nel rispetto di norme precise, si affrontano sulla scacchiera, un quadrato di 64 caselle. Un giocatore manovra 16 pezzi bianchi (un Re, una Donna o Regina, due Alfieri, due cavalli, due Torri, otto pedoni), l’altro gli stessi pezzi, neri. La prima mossa è sempre del Bianco. La partita si può dividere in tre fasi: l’apertura, il mezzo e il finale. I pezzi si muovono in maniera diversa e man mano si “sfoltisce” il campo. Il Re è insostituibile, in quanto la sua cattura, lo scaccomatto, dal persiano Shah mat (il Re è perduto o morto) segna la fine della contesa. Anche se, sono possibili, come finale “la patta” e “l’abbandono”. Vale la pena fare una capatina, non solo per gli scacchi, ma anche per l’intero museo e gli orari di apertura sono: lunedì 15.00-18.30 da martedì a sabato 10.30 – 12.30 /15.00 – 18.30; con entrata libera da via Tornese di Grandate. Roberto Righi