Relazione annata agraria 2015

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Relazione annata agraria 2015
PROVINCIA DI FERRARA
SETTORE AMBIENTE E AGRICOLTURA
PO Agricoltura Sostenibile, Caccia ed Aree Protette
Annata Agraria 2014/2015 in Provincia di Ferrara
1. Introduzione
Prima di entrare nello specifico dell’andamento del settore agricolo provinciale si ritiene opportuno
effettuare una breve analisi della situazione nazionale e regionale del settore produttivo primario.
Nell’anno d’Expo il reddito reale per lavoro degli agricoltori europei è diminuito del 4,3%, ma in
Italia si registra un aumento medio dell’8,7%, anche se permangono aree di grave crisi, dal latte alla
carne fino ai cereali, dove i ricavi non coprono neanche i costi di produzione. Da un’analisi su dati
Eurostat, relativi al 2015, si evidenzia che con un aumento record del 26,1% del reddito reale di chi
lavora in agricoltura negli ultimi 5 anni, l’Italia si classifica al primo posto a livello europeo, mentre
in fondo si posizionano la Germania (-35,3%) e la Finlandia (-53,7%) nel periodo 2010-2015.
A condizionare i bilanci delle aziende agricole è anche il modello di sviluppo con risultati più
positivi per chi ha scelto di puntare sulla peculiarità e sulla multifunzionalità dell’agricoltura come
l’Italia, che è il paese leader in Europa per prodotti a denominazioni riconosciuti, imprese orientate
al biologico; ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di
prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte
rispetto alla media europea (1,4%).
Senza dimenticare il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana dove un’impresa su tre
è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione
aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche le attività
ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per
l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la
cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
2. Situazione in Provincia di Ferrara
Le prime stime della Regione Emilia-Romagna sull'annata agraria 2015 indicano una crescita della
produzione lorda vendibile del 10,7 per cento rispetto al 2014, grazie soprattutto ai risultati positivi
della frutta, in particolare delle pere e dell'uva da vino.
Analizzando l’annata agraria 2014/2015 il dato finale risulta complessivamente positivo nella
Provincia di Ferrara, con un + 9, 82% riferito alle sole produzioni agricole.
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Anche se bilanciando le varie voci dei costi e profitti aziendali si osservano andamenti diversi in
base non solo ai differenti comparti ma anche all’interno dello stesso comparto, emerge una
sostanziale conferma delle difficoltà della nostra agricoltura.
I prezzi all’origine per molti prodotti continuano a non pareggiare i costi di produzione, con una
remuneratività scarsa o assente, per certe colture, quali: mais, colza, erba medica, sorgo, grano
tenero, bietola, cocomero, pesco, nettarina e melo, diminuisce la superficie coltivata.
Le imprese agricole nella nostra provincia, dopo un calo sostanzioso nel primo decennio del 2000,
(da 10.782 a 7.394 aziende agricole – 31%, fonte censimenti agricoltura 2000 e 2010), negli ultimi
anni pur continuando a diminuire, sembrano assestarsi su un valore leggermente superiore alle 6000
unità. I giovani (per l’U. E. con meno di 40 anni) che erano l’8,59% nel censimento 2010, stentano
ad intraprendere l’attività agricola a causa degli investimenti iniziali importanti.
Un 2015 caratterizzato da un inverno mite, seguito da una primavera estremamente piovosa hanno
reso difficile l’ingresso in campo delle macchine per la preparazione dei terreni e la semina delle
colture primaverili, stesse difficoltà anche per i successivi interventi con le irroratrici e gli
spandiconcime che hanno, nel complesso, determinato gravi conseguenze sulle condizioni
agronomiche dei terreni, specie su quelli più argillosi, rendendoli duri, compatti ed impermeabili. In
seguito, un’estate particolarmente siccitosa ha consentito da un lato un agevole ingresso in campo
delle macchine da raccolta, ma dall’altro ci ha riconsegnato terreni assolutamente refrattari alle
lavorazioni classiche come l’aratura o l’estirpatura convenzionale che, in queste condizioni,
generano zolle di grandi dimensioni, difficilmente riconducibili ad un letto di semina di buona
qualità, in funzione delle semine autunnali di colza, e, soprattutto, cereali a paglia.
Fra i comparti, il frutticolo resta fra quelli maggiormente problematici, con la minaccia della
volatilità dei prezzi che è sempre presente. Le pere nel 2015 registrano segnali positivi per quantità,
qualità e quotazione dei prezzi. Da ricordare che il 2015 ha visto la nascita di due importanti poli
produttivi quali Opera e Group.
Anche il cerealicolo dimostra tentennamenti; i prezzi variano di settimana in settimana: il frumento
duro ha maggior competitività e determina maggior remunerazione, sebbene con rese più basse del
tenero, le cui quotazioni sono inferiori. Il mais continua a registrare risultati negativi, nonostante il
lieve aumento delle quotazioni rispetto al 2014. Flessioni di superfici, in sostanza su tutte le colture
industriali, bietola, colza e girasole (solo la soia cresce) e in tutti i casi anche contrazione
produttiva.
Le orticole più importanti per Ferrara, aglio, carote, radicchio, zucche, cipolle e cocomeri riducono
le superfici impiantate e seminate.
Preservare un modello agricolo, alla cui base ci sia il lavoro di tanti agricoltori e delle loro famiglie
in piccole e medie aziende agricole; sono loro i custodi delle "buone pratiche" che consentono al
nostro territorio di vantare alcuni invidiabili risultati: non solo dop e igp ma anche un'agricoltura
che offre una produzione lorda vendibile di alta qualità, ai vertici europei e tra le prime in Italia.
Un paniere ricco e differenziato composto di prodotti unici e preziosi da tutelare e valorizzare,
senza trascurare che l'impegno degli agricoltori garantisce una maggiore sicurezza del territorio».
3. Le principali produzioni del Settore primario ferrarese
MAIS:
Quest’anno si registra una riduzione della superficie investita (-15,31%). Nel complesso rese
inferiori rispetto al 2014 (-15%). L’andamento climatico non ha favorito lo sviluppo delle
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micotossine. Sul fronte dei prezzi rispetto allo stesso periodo del 2014 si registra un aumento del
5%. La plv provinciale è diminuita del 10% e la plv a ha è scesa dell’1%, rispetto al 2014.
FRUMENTO:
Per i cereali a paglia, un andamento meteorologico caratterizzato da un inverno non rigido e dalle
abbondanti e ripetute piogge per tutto il periodo invernale e primaverile, fino a maggio.
Ciò ha comportato, nei campi dove non è stato ottimale lo sgrondo delle acque, appariscenti
diradamenti e cali di produzione. La trebbiatura è stata realizzata in tempo utile.
Parlare quindi di rese medie produttive per il 2015 non risulta facile, in quanto laddove ci sono stati
importanti ristagni si sono verificate forti riduzioni di resa sia tra le diverse aziende sia all'interno
delle singole aziende.
La resa è stata buona aggirandosi tra i 60/75 q.li/ha (grano tenero) e sui 55/65 ql a ha il grano duro.
Per il grano tenero, si registra una lieve contrazione del prezzo rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno (-1,33%).Produzione provinciale in diminuzione del 1,3% prezzo unitario in calo
dell’1,33% e plv a ha in aumento del 19.08%, per il grano duro, si registra un lieve aumento del
prezzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+0,7%).Produzione provinciale maggiore sul
2014 del 35.60%, legato all’aumento della superficie seminata a Ferrara (+41.39%) e plv ad ha che
diminuisce del 4.09%.
BARBABIETOLA:
La Pac 2014-2020 prevede l’abolizione delle quote zucchero, proseguendo il processo di totale
liberalizzazione del mercato iniziato con la riforma del 2006 che, nel nostro territorio, e in generale
in Italia, ha avuto ripercussioni molto pesanti per il settore.
L’abolizione sarà effettiva nel 2017, quindi siamo ormai a ridosso dell’ultima campagna che
beneficerà dell’attuale regime, quella che prevede la raccolta delle radici il prossimo anno (2016).
Per la barbabietola, questa è un’annata senza nulla di eccezionale da registrare. Con il prezzo 2015
(3,57 €. al ql.) la coltura non è molto redditizia e questa cifra è determinata dalla congiuntura
internazionale del prezzo dello zucchero che è ai minimi storici.
Per il 2016 è già in essere un accordo interprofessionale che fissa il prezzo ad Euro 41,00 per
tonnellata con 16 gradi polarimetrici.
Si continua a seminare la barbabietola e si comincia anche a proporre come coltura energetica, in
alternativa al mais, per il menù dei biodigestori.
Lo zucchero prodotto in Italia copre solamente il 30% dei fabbisogni nazionali. In Italia sono
rimasti attivi 3 stabilimenti.
La produzione lorda vendibile a Ferrara è diminuita del 29,36%, il prezzo unitario è salito del
5,09%. Nel complesso l’annata è negativa con una plv a ha inferiore del 23,02% rispetto al 2014.
SOIA:
Continuano ad aumentate le superfici investite (+ 38, 47%) aumento legato soprattutto alla nuova
riforma della PAC che la considera coltura da EFA. Nella presente annata le rese produttive sono
state influenzate in negativo dall’andamento stagionale, in quanto il caldo eccessivo ha ridotto le
rese sotto le medie storiche.
Le rese si attestano a 27 q.li/ha (-43%), Plv provinciale con segno negativo ( -21%), mentre cala
leggermente il prezzo unitario dello 0,3% e crolla la plv a ha (- 42,72%).
RISO:
Iniziata sotto i migliori auspici, nonostante i problemi vegetativi provocati dalle alte temperature di
luglio, la campagna del riso non ha portato i risultati previsti.
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Le piogge intense e l’alto grado d’umidità dell’aria di settembre e ottobre hanno ritardato la raccolta
del prodotto di diverse settimane, provocando problemi sul campo e durante la lavorazione. Ritardo
che ha fatto diminuire sensibilmente, a livello provinciale, la quantità di prodotto raccolta di un -4
% che corrisponde, in media, a 2 q/ha in meno. A Ferrara la superficie investita a riso nel 2015 è di
7.306 ettari (+ 5% rispetto al 2014). I prezzi sembrano simili rispetto l’anno passato, così come gli
altri parametri economici con scostamenti variabili tra il +1 e il – 3%. Anche se il cereale pronto per
la raccolta in campo, a causa dell’eccesso di precipitazioni, ha ritardato la mietitura in condizioni di
campo difficili, con caduta di prodotto e ad umidità molto elevate. Per chi compie direttamente
l’essiccazione in impianti aziendali, corrisponde ad aumentare i costi di gestione, perché risi umidi
richiedono tempi più lunghi di essiccazione. Questo fa diminuire anche la resa industriale del riso. Il
chicco maturo bagnato e lasciato in campo, infatti, tende naturalmente a gonfiarsi per poi
restringersi in fase d’asciugatura. Questo ciclo, in condizioni climatiche non favorevoli, può
ripetersi più volte provocando il fenomeno della fessurazione, vere e proprie “crepe” che fanno
spezzare il chicco in fase di lavorazione. Il risultato finale è un calo produttivo generalizzato.
Sul tavolo della risicoltura italiana oltre ai problemi produttivi del 2015, permangono i problemi di
mercato e c’è particolare preoccupazioni per le possibili nuove aperture alle importazioni di riso
(della varietà Indica) dai paesi Eba (Everything but arms) – un accordo che consente l’esenzione da
dazi per l’accesso in Europa di prodotti (escluse appunto armi e munizioni) provenienti da paesi
meno sviluppati - che potrebbero mettere in difficoltà l’intera filiera. Ora, secondo una ricerca
dell’Ente Nazionale Risi, il 68% di riso importato in Europa entra senza pagare dazio e l’Unione
europea sta pensando di includere nei paesi esenti anche Thailandia e Vietnam, dopo Cambogia e
Myanmar.
POMODORO:
L’annata 2015 si può considerare buona per il pomodoro, in quanto le rese e la qualità sono state
influenzate in positivo dall’andamento climatico, in certe aree, però si sono verificati allagamenti
per le piogge di maggio che hanno danneggiato la coltura. Resa media per ettaro non eccezionale
(685 ql a ha), PLV provinciale con segno positivo +12,71% , più ettari + 6, 46% e prezzo unitario,
anche se di poco + 0, 47%, più alto rispetto al 2014, e plv a ha con un + 5, 88%.
ORTICOLTURA:
Il settore orticolo finalmente si è riscosso, soprattutto con le due produzioni principali del ferrarese:
carota e radicchio, nonostante i problemi nei trapianti primaverili. La carota per esempio ha avuto
performance da record: + 163% della PLV provinciale, + 297% dei prezzi unitari e del 165% della
plv a ha. Era stata la coltura con il peggiore andamento nel 2014, è stata la migliore del 2015. Il
radicchio, altra coltura importante del nostro litorale, ha avuto un incremento di plv provinciale del
143% un aumento del 100% del prezzo unitario e una PLV a ha molto positiva (+154%).
PESCHE, NETTARINE:
Nella nostra provincia la superficie coltivata a pesche e nettarine, è, nel 2015, rispettivamente di
407 e 283 ettari di cui 649 in produzione, per una quantità, in provincia, intorno alle 14.813
tonnellate.
La coltura con la sofferenza maggiore in termini di redditività risulta quella delle Pesche e
Nettarine, con una campagna a due velocità: la prima parte è culminata nel mese di luglio con
quotazioni gravemente insufficienti, anche se leggermente superiori ( 12%) rispetto al 2014; nella
seconda parte della campagna di commercializzazione, le quotazioni delle pesche tardive
(settembre) sono state più alte dall'inizio del mese d’agosto (21%) fino alla conclusione della
campagna di commercializzazione.
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Comunque non sembra che questo dato possa significare molto in termini di recupero costi, fiducia
e miglioramento in quanto il 2014, come hanno specificato gli operatori del settore, è stato pessimo
e si è toccato davvero il fondo.
La qualità del 2015 è bassa non per motivi organolettici ma per le caratteristiche del frutto a causa,
anche per questa coltura, delle condizioni climatiche primaverili con molta piovosità ed
abbassamenti di temperatura: si è verificato il fenomeno del cosiddetto 'prodotto scatolato': la
spaccatura del nocciolo all'interno del frutto, non vendibile quindi come 'prima qualità (mediamente
circa il 30% dei frutti è stato coinvolto dallo 'scatolato', fra periodo precoce e medio, un po' meno
coinvolti i frutti tardivi). Ciò ha determinato un aumento degli scarti e in certi casi contestazioni dei
clienti, soprattutto all'estero. Riguardo alle varietà, le superfici a Ferrara sono così distribuite:
pesche; precoci 33%, media maturazione 58% e tardive 9%. Per le nettarine: precoci 7%, medie
74% e tardive 19%.
PERE:
Nella nostra provincia la superficie coltivata a Pero è, nel 2015, di 8.577 ettari di cui 8.182 in
produzione, con una quantità prevista a Ferrara intorno alle 256.914 tonnellate. Questa, a Ferrara, la
ripartizione varietale: abate quasi 60%, William 13%, Conference 11%, Kaiser 6%, Carmen 3%, S.
Maria Decana e Max Red Barlett tutte attorno al 2%, mentre sotto il 5% sono Passacrassana, Guyot,
Morettini, Packams e le altre pere.
Le elevate temperature estive, unitamente alle grandinate di settembre, hanno contribuito alla
diminuzione delle quantità da raccogliere e a spostare leggermente il periodo di piena maturazione
Sopra i 30/35 gradi si determinano la differenza nel periodo d’accrescimento, creando difficoltà di
sviluppo del frutto. Ora il mercato del prodotto industriale aiuta a risolvere queste problematiche e
a fare in modo di utilizzare anche i calibri più piccoli con quotazioni leggermente superiori a quelle
dello scorso anno.
Anche le quotazioni del mercato fresco sono state a livelli accettabili, più alte di quelle del 2014 del
20 – 25% per i calibri grossi adatti al mercato nazionale ed estero. Per le Pere autunnali è previsto
un incremento produttivo per una media complessiva del 30%. Il mercato sembra attestarsi su
quotazioni migliori rispetto al 2014, anno che ha visto un mercato molto speculativo al ribasso da
parte degli acquirenti. La commercializzazione è di sette/otto mesi (fino a primavera 2016) e la
previsione sui prezzi è di un aumento del 15-20%.
La pera negli ultimi anni ha sofferto il graduale calo di consumi interni e di superfici coltivate, e la
difficoltà di aggregare e valorizzare l’offerta per consolidarsi sul mercato nazionale e trovare
sbocchi all’estero, dove la quota di Made in Italy è ancora notevolmente inferiore alle potenzialità.
La recente nascita di due importanti poli produttivi quali Opera e Origine Group potrebbero tuttavia
modificare il quadro della situazione in senso positivo. Queste unioni commerciali delle pere
sembrano aver dato decisamente un forte vantaggio al sistema produttivo.
MELE:
Nella nostra provincia la superficie coltivata a melo, è, nel 2015, di 1897 ettari di cui 1682 in
produzione, con una quantità prevista in provincia intorno alle 68.289 tonnellate.
La ripartizione colturale a Ferrara: Fuji 46%, Pink Lady poco oltre il 15%, Gala 12%, Golden 8%,
Imperatore 5%, Granny Smith 4%, Red Delicious 2%, Stayman 1%, Modì poco meno del 3%. Le
altre c v 4% presenti hanno superfici molto contenute. Le quotazioni del mercato sono a livelli
accettabili, più alti di quelle del 2014 del 30 % per i calibri adatti al mercato nazionale ed estero Il
fulcro della raccolta della varietà Fuji è iniziato intorno al 5 ottobre. Le piogge e le temperature
notturne in ribasso dei primi giorni di ottobre, con un'escursione termica di 10-12 gradi, sono
ottimali per la colorazione dei frutti, che risulta molto buona. Per quanto riguarda la pezzatura si
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registrano 2-3 mm circa in meno rispetto alla precedente campagna, che era però stata da "record"
dal punto di vista produttivo. In questo settore si è anche assistito ad un grave problema
commerciale derivante dall’embargo con la Russia. Una delle sfide sarà quella di mantenere le
quotazioni dei prezzi a livelli giustamente remunerativi evitando promozioni selvagge i cui costi
alla fine pesano sui produttori.
MELONI E ANGURIE:
Le alte temperature della stagione estiva 2015 hanno spinto al rialzo i consumi e i prezzi per meloni
e angurie, tipica frutta di stagione. Dopo i ribassi del secondo trimestre, riscontrati sia all’origine
che all’ingrosso, nel mese di luglio le quotazioni, con l’ondata di caldo eccezionale, hanno ripreso a
crescere, grazie anche ad una buona qualità del prodotto. Sempre per effetto delle alte temperature
si è osservato, peraltro, un anticipo della produzione, che ha generato situazioni di carenza sul
fronte dell’offerta nel mese d’agosto. Tutti i parametri sono stati nettamente positivi rispetto al
2014: PLV provinciale, melone + 50% cocomero + 118%; Prezzi unitari + 14% e + 162%; PLV a
ha + 40% e + 142%.
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