Notiziario del 31/12/2006
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Notiziario del 31/12/2006
progetto Benvenuti Mara e Federico! Ora il progetto passa a loro Mi chiamo Mara Brancolini e ho 34 anni. Vengo da Carpi, in provincia di Modena, cittadina nella quale vivo e lavoro come pedagogista per il settore Istruzione della pubblica amministrazione. Sono stata selezionata dal Mlal per coordinare questo progetto e, fortunatamente, il mio ente mi ha concesso il periodo di aspettativa. Insieme a Federico, spero di poter continuare con eguale successo l’ottimo lavoro già fatto da Cristina e Fabio in questi quasi due anni di attività sul campo. Nonostante sia affezionata alla mia città e ami moltissimo la mia professione - seguo progetti che interessano la promozione dell’intercultura a scuola e mi occupo di formazione per educatori di infanzia – sento costantemente la necessità di provocare la realtà in cui mi trovo per allargare il mio orizzonte. E il carburante del mio agire consiste sostanzialmente nel sentirmi utile agli altri. Da sempre lavoro con i bambini, e per i bambini, anche se negli ultimi anni mi sono aperta al mondo della cooperazione internazionale. Dalla fine del 2001 ad aprile 2005 ho lavorato come volontaria per 3 anni e mezzo nella Repubblica di São Tomé e Principe (ex colonia portoghese al largo del Golfo di Guinea) in un Progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri di formazione e riqualificazione per educatori di infanzia. Un’esperienza assolutamente unica e decisiva per la mia vita. Al mio rientro in Italia mi sono specializzata all’Università Bicocca di Milano sulla scrittura autoanalitica e autobiografica nelle relazioni d’aiuto. Questo corso mi ha permesso di “sistematizzare da dentro” l’esperienza vissuta in Africa e di orientarmi verso un’altra possibilità di confronto. Da questa ricerca è nato l’importante incontro con il Mlal Progetto Mondo che mi offre oggi l’opportunità di fare un viaggio in un continente nuovo, al fianco di persone in cammino verso la faticosa acquisizione dei loro diritti alla dignità e alla cittadinanza. E visto che il Progetto a cui lavorerò si trova oggi a metà strada, vorrei lasciarvi con una frase di Luce Irigaray , oggi particolarmente ricca di significato: E’ ancora il tempo dell’incompiuto, della meraviglia. La vita cammina in punta di piedi. Gli spazi non sono né pieni né vuoti, sono abitati da una crescita invisibile. Arrivederci a presto l BRE V I o Mara Mi presento sono Federico Olivieri, anni 32, un bellunese poco amante del freddo. Questo è già uno dei motivi che mi hanno spinto sempre a ricercare luoghi caldi... Così ho deciso di spostarmi a frequentare l’Università a Forlì che, non saranno i Caraibi, ma il clima è decisamente più mite di quello delle Dolomiti o delle più scontate sedi di Padova, Milano o Venezia. Ho vissuto in Romagna per molti anni, alternando studio e lavoro e mi sono avvicinato al mondo della cooperazione molto radicata nel territorio romagnolo, ho fatto parte di una associazione universitaria e mi sono avvicinato al mondo delle cooperative. Inoltre gli studi mi hanno indirizzato su temi legati alla storia e alla politica dei paesi sudamericani. Il primo contatto è stato a Cuba nel 1998: un’esperienza incredibile che mi ha fatto conoscere una realtà completamente diversa dalla mia. Il Brasile è sempre stato nei miei sogni. Non so bene cosa mi spingesse verso questo Paese. Forse i racconti di amici, il caldo, un mondo così lontano, una cultura diversa… Per soddisfare queste mie curiosità, a febbraio di quest’anno, sono partito per quest’avventura. Per sei mesi sono stato a Bahia (più precisamente a Capim grosso, una piccola città dell’interno) dove lavoravo per una Ong brasiliana “AEC-TEA” con bambini e adolescenti, facendo l’insegnante di inglese e italiano e poi collaborando con una cooperativa di artigianato locale come amministratore. In questi mesi mi sono avvicinato molto alle problematiche locali e ho cercato di contribuire nel mio piccolo alle necessità delle persone che mi circondavano. Il mio soggiorno in Brasile è stato veramente positivo, soprattutto dal punto di vista umano, ho incontrato delle persone che mi hanno dato molto e con cui ho condiviso situazioni e momenti indimenticabili. Data l’esperienza positiva, e il dispiacere di aver lasciato qualcosa di tanto bello, ho cercato di tornare in Brasile il più presto possibile. E questa possibilità è arrivata con il progetto del Mlal. Sono molto felice di far parte di questo progetto Indigeni migranti e sono sicuro che con Mara porteremo a termine il lavoro ben avviato dai due volontari precedenti. Andrò così ad aggiungere un altro nome alla lunga lista di bellunesi nel mondo che -si narra- abbiano ormai raggiunto la considerevole cifra di un milione... Un saluto a tutti Federico [ La prosecuzione serena di questo progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri deve molto alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana che ha concesso al Mlal un contributo importante per tre anni di attività di formazione. La Cei è orgogliosa di poter dire che si tratta di una somma raccolta grazie alla quota dell’8 per mille che con la dichiarazione dei redditi è possibile versare per la Chiesa, si tratta quindi di un contributo della collettività! Grazie allora alla Cei che dimostra di credere in questo progetto e a tutti coloro che lo hanno reso possibile. [ Per sostenere il progetto Indigeni Migranti versa il tuo contributo sul c/c 512580 della banca Popolare Etica (sede di Padova) abi 5018 – cab 12100, oppure tramite bollettino postale n. 12808374. Con 180 euro all’anno garantirai l’accoglienza a un cittadino in difficoltà; con 500 euro contribuirai alla realizzazione di un corso di formazione lavorativa; infine con 2000 euro sosterrai la creazione di un fondo di microcredito per l’avvio di una piccola attività economica. Mlal ProgettoMondo viale Palladio 16, 37138 Verona tel. 045 8102105 [email protected] www.mlal.org versamenti (intestati al Mlal): c/c postale 12808374 c/c bancario 512580 Banca Etica (ABI 5018 CAB 12100) Causale «Indigeni Migranti» indigeni migranti dicembre 2006 primo piano Una nuova pressante richiesta arriva dai nostri partner del progetto a Boa Vista emergenza urbana Carissimi Sostenitori, stiamo affrontando un momento particolarmente significativo per il progetto Indigeni Migranti, l’inizio di una nuova fase siglata anche da una staffetta nell’equipe del progetto. Cristina e Fabio sono infatti rientrati in Italia dopo due anni di prezioso servizio a Boa Vista nel Centro per Indigeni e Migranti della Città (Camic) per il quale hanno speso il loro entusiasmo, la loro energia e la loro professionalità. E a loro va il nostro ringraziamento più sincero per il servizio svolto e per la disponibilità a continuare nella relazionedi solidarietà con il Camic e con Boa Vista. Contemporaneamente sono partiti in queste ore Mara Brancolini e Federico Oliveri, che dovranno raccogliere il testimone e proseguire nel cammino tracciato da Cristina e Fabio, arricchendolo naturalmente con le loro competenze e il loro entusiasmo. E non c’è dubbio che l’arrivo di Mara e Federico coincide con un momento particolarmente importante per il Paese intero: la conferma di Lula, rieletto presidente del Brasile appena poche settimane fa. Un rinnovo di fiducia, dunque, in un presidente che evidentemente ha saputo conquistarsi la fiducia dei settori più popolari e ottenere quel consenso che sarà ora alla base delle prossime politiche sociali ed economiche. Mentre, lo scorso mese di settembre, abbiamo ricevuto la visita in Italia di Dom Roque, vescovo di Boa Vista e nostro punto di riferimento per il progetto. Dom Roque, congedandosi, ha lasciato una richiesta importante: poter lavorare insieme per la sostenibilità del Camic e del servizio ai profughi, agli immigrati, agli indigeni della città. Una città che secondo gli studi di urbanistica è destinata a raddoppiare nel prossimo decennio il numero degli abitanti, e che perciò deve garantire già oggi chiavi di lettura e di integrazione indispensabili per fare fronte all’emergenza che ne deriverà. Questo allora sarà il nostro obiettivo per il prossimo anno: affrontare insieme ai nostri amici del Camic e della Diocesi l’emergenza urbana costruendo sostenibilità e competenze per il dopo-progetto. A Mara e Federico, quindi, il compito di rappresentarci come Mlal in questa nuova bellissima impresa, con la sicurezza che non saranno soli. Grazie anche al sostegno di tutti voi daremo il nostro contributo per la costruzione di un Brasile solidale. Giuseppe Cocco progetti Mlal Promosso insieme al partner del progetto il Primo Seminario sul fenomeno in Brasile e in Roraima non si arresta la migrazione: più dell'80% va a vivere in città Dopo due anni di lavoro con i migranti nordestini, gli indios e alcuni rifugiati (in collaborazione col Centro di Difesa dei diritti umani) é stata una soddisfazione per tutti noi e in particolare per l'equipe locale, promuovere il primo Seminario sulle migrazioni nel Brasile e in Roraima, dare visibilitá e creare un dibattito attorno a un tema molto sentito in questo Stato ma su cui fino ad ora nessuno aveva pensato di organizzare delle giornate di riflessione. La partecipazione è stata buona e le tre giornate hanno coinvolto i leader dei movimenti sociali, agenti comunitari, missionari, rappresentanti della Pastorale del Migrante di Manaus e anche alcuni immigrati dalla Colombia, Ecuador, Perù e Kenia che hanno portato la loro esperienza. Si sono alternati momenti culturali (danze e canti), a lavori di gruppo, ascolto di testimonianze, discussioni e definizioni di proposte e programmi di attività. Tra i relatori, Luis Bassegio, segretario nazionale della Pastorale della mobilità umana di San Paolo, che ha fatto una panoramica sui movimenti migratori presenti in Brasile e che comprendono i migranti, gli immigrati, gli emigrati brasiliani e i rifugiati; John Clark, missionario irlandese nonché antropologo, che ci ha illustrato la situazione dei rifugiati e le cause di questa migrazione forzata; Vincente di Paula, sociologo, che ha presentato cause ed effetti del boom migratorio in Roraima a partire dagli anni '80; Maxim Repetto, antropologo cileno, che ci ha proposto la sua visione di “cidadania intercultural” (cittadinanza interculturale) e che ha richiamato l´attenzione generale sugli indios, non come “migranti”, ma in quanto abitanti originari di Roraima costretti a migrare e a considerarsi stranieri a causa della pressione dell´uomo bianco. I dati sul fenomeno migratorio emersi in questi giorni sono particolarmente indicativi: il Brasile ha circa 180 milioni di abitanti e ormai l´81,25% si è spostato a vivere concentrato nel mondo urbano. Senza contare che ogni anno circa 4 milioni di brasiliani emigrano all'estero, il maggior numero in Giappone e negli Stati Uniti. E’ poi interessante vedere da vicino le realtà più eclatanti. Uno su tutti è l’esempio di San Paolo. Qui gli immigrati latino-americani sono centinaia di migliaia e più del 40% risultano irregolari. Molti di loro sono reclutati in Bolivia e in Perú tramite annunci alla radio, alla televisione e nei giornali. Si tratta ovviamente di annunci ingannevoli che promettono casa, lavoro e un buon salario. Poi all’arrivo nella “terra promessa”, la realtà si dimostra ben un’altra. Nel corso del seminario è stato an- Un riconoscimento al videodocumentario Siamo felici che il videodocumentario “Migrantes e indígenas em busca de cidadania em Roraima”, realizzato nell’ambito del progetto dal Camic (Centro de apoio aos migrantes e indigenas da cidade) in collaborazione con la Diocesi di Roraima e il Movimento Nós Existimos, è stato selezionato per la Mostra Audiovisiva del VII Seminario Internazionale “Fazendo gênero” che quest’anno si svolgeva a Florianopolois, nel sud del Brasile. Così il 26 agosto il “nostro” filmato è stato proiettato nel Museo dell’Immagine e del Suono con la calorosa promozione del nucleo di Antropologia Visuale dell’Università federale di Santa Catarina. E lo stesso film è in programmazione anche alla “Prima Mostra Amazzonica do Film Etnico” di Manaus dall’1 al 7 dicembre. Questa manifestazione sarà un’importante occasione di diffusione e discussione del film in chiave amazzonica e anche uno stimolo per favorire il dialogo tra società civile, produttori e ricercatori. Oltre alla soddisfazione per il riconoscimento del lavoro fatto, siamo anche orgogliosi che in questo modo venga fatta conoscere in giro per il Brasile un po' della realtà di Roraima. Vi potrebbe anche sembrare strano ma molti degli stessi brasiliani non sanno neanche dove si trovi lo stato di Roraima o credono si tratti di un’unica grande foresta abitata da indios che vanno a caccia con arco e frecce! Info: http://fazendogenero7.ufsc.br/mostra.html.br Cristina Silvan volontaria Mlal a Boa Vista che piú volte citato e commentato un testo tratto dalla Dichiarazione di Bruxelles del giugno 2002 in cui viene individuata nella “globalizzazione” la causa profonda di queste migrazioni forzate: “in quanto –è stato ripetuto- essa non distribuisce ricchezze, ma globalizza il libero accesso al mercato che non è solidale; elimina le barriere commerciali ma impedisce la circolazione delle persone; difende il libero mercato come un diritto ma non facilita l´accesso ai diritti di base. Si sta cioè globalizzando – è la conclusione degli osservatori- la povertá e non il progresso, la dipendenza ma non l´autonomia, la competitivitá ma non la solidarietá”. In ottobre il Brasile ha poi vissuto le elezioni statali e governative, ossia del capo dello stato di Roraima (nel nostro caso) e del presidente della Repubblica che ha portato, con il ballottaggio alla rielezione di Lula. Una fase politicamente “calda” che aveva registrato anche a Boa Vista un’importante iniziativa del Comitato contro la corruzione elettorale che ha visto in prima fila il Camic in collaborazione con il Centro Diritti Umani e l'Organizzazione degli avvocati brasiliani. Attraverso incontri pubblici e altre manifestazioni di sensibilizzazione, sono state denunciate le situazioni piú frequenti di corruzione, le strategie per individuarle e per poi, anche anonimamente, denunciarle telefonicamente. La campagna di sensibilizzazione ha riscosso molto successo, anche se ovviamente i risultati nella lotta contro la corruzione sono ancora gocce nell'oceano. I movimenti sociale in Roraima sono infatti ancora piccoli e la coscienza sociale e dei propri diritti ancora in stato embrionale. Così le elezioni a livello di governatore del Roraima sono state nuovamente vinte da Ottomar Pinto, un piccolo despota sostenuto da clan familiari ancora molto potenti, che continuerà a perpetuare in questo territo- Fabio e Cristina lasciano il progetto Ate logo Roraima! A presto Roraima! Ate Logo Roraima. E’ così che entrambi vogliamo lasciare questa remota terra dell’estremo nord della foresta amazzonica. A Boa Vista, la piccola capitale, abbiamo infatti lasciato molto: tanto sudore e anche una piccola parte di noi, del nostro cuore e speriamo anche del nostro sapere. Ma moltissimo porteremo anche via da qui, di ritorno nelle nostre case vicentine! Come per esempio il bimbo/a che tra qualche mese accoglieremo tra le nostre braccia… Che poi è vita! Dunque, questa terra così complessa ma così ricca, ha donato proprio a noi della vita. E se già allora (nel settembre 2004) scegliemmo di partire per il Brasile dopo aver fatto un sogno, abbiamo oggi un nuovo sogno: quello di ritornare presto in questa terra con nostro figlio-a, per rincontrare quelle persone indigene e non, che ogni volta rimanevano sorprese nel vederci ancora senza almeno un paio di marmocchi. Per questo, oltre a un arrivederci, vogliamo dirti GRAZIE, OBRIGADO, Boa Vista. Abbiamo provato con tutti noi stessi a darti un pezzettino del nostro essere e abbiamo ricevuto mille volte tanto. Se solo fosse possibile quantificare la gioia di diventare presto mamma e papà! Fabio e Cristina rio la mentalità assistenziale e paternalistica che toglie dignità alle persone, rinunciando a quel lavoro sociale ed educativo che al contrario vorrebbe invece puntare sull´iniziativa personale e sulla responsabilizzazione. I risultati elettorali non cambieranno insomma entro breve l’indirizzo politico e sociale con cui abbiamo imparato a lavorare e convivere in questi due anni. Da fare – per intenderci – ce ne sarà ancora parecchio. Sarà il ProgettoMondo 2007 del Mlal. Fabio Berselli e Cristina Silvan Volontari Mlal progetto Benvenuti Mara e Federico! Ora il progetto passa a loro Mi chiamo Mara Brancolini e ho 34 anni. Vengo da Carpi, in provincia di Modena, cittadina nella quale vivo e lavoro come pedagogista per il settore Istruzione della pubblica amministrazione. Sono stata selezionata dal Mlal per coordinare questo progetto e, fortunatamente, il mio ente mi ha concesso il periodo di aspettativa. Insieme a Federico, spero di poter continuare con eguale successo l’ottimo lavoro già fatto da Cristina e Fabio in questi quasi due anni di attività sul campo. Nonostante sia affezionata alla mia città e ami moltissimo la mia professione - seguo progetti che interessano la promozione dell’intercultura a scuola e mi occupo di formazione per educatori di infanzia – sento costantemente la necessità di provocare la realtà in cui mi trovo per allargare il mio orizzonte. E il carburante del mio agire consiste sostanzialmente nel sentirmi utile agli altri. Da sempre lavoro con i bambini, e per i bambini, anche se negli ultimi anni mi sono aperta al mondo della cooperazione internazionale. Dalla fine del 2001 ad aprile 2005 ho lavorato come volontaria per 3 anni e mezzo nella Repubblica di São Tomé e Principe (ex colonia portoghese al largo del Golfo di Guinea) in un Progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri di formazione e riqualificazione per educatori di infanzia. Un’esperienza assolutamente unica e decisiva per la mia vita. Al mio rientro in Italia mi sono specializzata all’Università Bicocca di Milano sulla scrittura autoanalitica e autobiografica nelle relazioni d’aiuto. Questo corso mi ha permesso di “sistematizzare da dentro” l’esperienza vissuta in Africa e di orientarmi verso un’altra possibilità di confronto. Da questa ricerca è nato l’importante incontro con il Mlal Progetto Mondo che mi offre oggi l’opportunità di fare un viaggio in un continente nuovo, al fianco di persone in cammino verso la faticosa acquisizione dei loro diritti alla dignità e alla cittadinanza. E visto che il Progetto a cui lavorerò si trova oggi a metà strada, vorrei lasciarvi con una frase di Luce Irigaray , oggi particolarmente ricca di significato: E’ ancora il tempo dell’incompiuto, della meraviglia. La vita cammina in punta di piedi. Gli spazi non sono né pieni né vuoti, sono abitati da una crescita invisibile. Arrivederci a presto l BRE V I o Mara Mi presento sono Federico Olivieri, anni 32, un bellunese poco amante del freddo. Questo è già uno dei motivi che mi hanno spinto sempre a ricercare luoghi caldi... Così ho deciso di spostarmi a frequentare l’Università a Forlì che, non saranno i Caraibi, ma il clima è decisamente più mite di quello delle Dolomiti o delle più scontate sedi di Padova, Milano o Venezia. Ho vissuto in Romagna per molti anni, alternando studio e lavoro e mi sono avvicinato al mondo della cooperazione molto radicata nel territorio romagnolo, ho fatto parte di una associazione universitaria e mi sono avvicinato al mondo delle cooperative. Inoltre gli studi mi hanno indirizzato su temi legati alla storia e alla politica dei paesi sudamericani. Il primo contatto è stato a Cuba nel 1998: un’esperienza incredibile che mi ha fatto conoscere una realtà completamente diversa dalla mia. Il Brasile è sempre stato nei miei sogni. Non so bene cosa mi spingesse verso questo Paese. Forse i racconti di amici, il caldo, un mondo così lontano, una cultura diversa… Per soddisfare queste mie curiosità, a febbraio di quest’anno, sono partito per quest’avventura. Per sei mesi sono stato a Bahia (più precisamente a Capim grosso, una piccola città dell’interno) dove lavoravo per una Ong brasiliana “AEC-TEA” con bambini e adolescenti, facendo l’insegnante di inglese e italiano e poi collaborando con una cooperativa di artigianato locale come amministratore. In questi mesi mi sono avvicinato molto alle problematiche locali e ho cercato di contribuire nel mio piccolo alle necessità delle persone che mi circondavano. Il mio soggiorno in Brasile è stato veramente positivo, soprattutto dal punto di vista umano, ho incontrato delle persone che mi hanno dato molto e con cui ho condiviso situazioni e momenti indimenticabili. Data l’esperienza positiva, e il dispiacere di aver lasciato qualcosa di tanto bello, ho cercato di tornare in Brasile il più presto possibile. E questa possibilità è arrivata con il progetto del Mlal. Sono molto felice di far parte di questo progetto Indigeni migranti e sono sicuro che con Mara porteremo a termine il lavoro ben avviato dai due volontari precedenti. Andrò così ad aggiungere un altro nome alla lunga lista di bellunesi nel mondo che -si narra- abbiano ormai raggiunto la considerevole cifra di un milione... Un saluto a tutti Federico [ La prosecuzione serena di questo progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri deve molto alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana che ha concesso al Mlal un contributo importante per tre anni di attività di formazione. La Cei è orgogliosa di poter dire che si tratta di una somma raccolta grazie alla quota dell’8 per mille che con la dichiarazione dei redditi è possibile versare per la Chiesa, si tratta quindi di un contributo della collettività! Grazie allora alla Cei che dimostra di credere in questo progetto e a tutti coloro che lo hanno reso possibile. [ Per sostenere il progetto Indigeni Migranti versa il tuo contributo sul c/c 512580 della banca Popolare Etica (sede di Padova) abi 5018 – cab 12100, oppure tramite bollettino postale n. 12808374. Con 180 euro all’anno garantirai l’accoglienza a un cittadino in difficoltà; con 500 euro contribuirai alla realizzazione di un corso di formazione lavorativa; infine con 2000 euro sosterrai la creazione di un fondo di microcredito per l’avvio di una piccola attività economica. Mlal ProgettoMondo viale Palladio 16, 37138 Verona tel. 045 8102105 [email protected] www.mlal.org versamenti (intestati al Mlal): c/c postale 12808374 c/c bancario 512580 Banca Etica (ABI 5018 CAB 12100) Causale «Indigeni Migranti» indigeni migranti dicembre 2006 primo piano Una nuova pressante richiesta arriva dai nostri partner del progetto a Boa Vista emergenza urbana Carissimi Sostenitori, stiamo affrontando un momento particolarmente significativo per il progetto Indigeni Migranti, l’inizio di una nuova fase siglata anche da una staffetta nell’equipe del progetto. Cristina e Fabio sono infatti rientrati in Italia dopo due anni di prezioso servizio a Boa Vista nel Centro per Indigeni e Migranti della Città (Camic) per il quale hanno speso il loro entusiasmo, la loro energia e la loro professionalità. E a loro va il nostro ringraziamento più sincero per il servizio svolto e per la disponibilità a continuare nella relazionedi solidarietà con il Camic e con Boa Vista. Contemporaneamente sono partiti in queste ore Mara Brancolini e Federico Oliveri, che dovranno raccogliere il testimone e proseguire nel cammino tracciato da Cristina e Fabio, arricchendolo naturalmente con le loro competenze e il loro entusiasmo. E non c’è dubbio che l’arrivo di Mara e Federico coincide con un momento particolarmente importante per il Paese intero: la conferma di Lula, rieletto presidente del Brasile appena poche settimane fa. Un rinnovo di fiducia, dunque, in un presidente che evidentemente ha saputo conquistarsi la fiducia dei settori più popolari e ottenere quel consenso che sarà ora alla base delle prossime politiche sociali ed economiche. Mentre, lo scorso mese di settembre, abbiamo ricevuto la visita in Italia di Dom Roque, vescovo di Boa Vista e nostro punto di riferimento per il progetto. Dom Roque, congedandosi, ha lasciato una richiesta importante: poter lavorare insieme per la sostenibilità del Camic e del servizio ai profughi, agli immigrati, agli indigeni della città. Una città che secondo gli studi di urbanistica è destinata a raddoppiare nel prossimo decennio il numero degli abitanti, e che perciò deve garantire già oggi chiavi di lettura e di integrazione indispensabili per fare fronte all’emergenza che ne deriverà. Questo allora sarà il nostro obiettivo per il prossimo anno: affrontare insieme ai nostri amici del Camic e della Diocesi l’emergenza urbana costruendo sostenibilità e competenze per il dopo-progetto. A Mara e Federico, quindi, il compito di rappresentarci come Mlal in questa nuova bellissima impresa, con la sicurezza che non saranno soli. Grazie anche al sostegno di tutti voi daremo il nostro contributo per la costruzione di un Brasile solidale. Giuseppe Cocco progetti Mlal