SCARICA IL PDF , Parte1 - Il Quaderno di Mauro Scardovelli
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! ! VOLPINI Parte 1 ! ! Trascrizione a cura di Denis Burghelea Mauro (00.00) ! Lei ha visto un partigiano che ne uccideva un altro e lì lei ha preso una decisione : voleva lavorare affinché nel mondo non succedessero più cose di questo tipo . Abbiamo un’occasione unica di poterci confrontare con una persona che ha sperimentato e sperimenta un livello di coscienza completamente diverso; nella quale il mondo viene visto in modo completamente diverso. E un altro modo di osservare. ! Angela Volpini (00.37) ! Avevo intenzione di parlare direttamente dell’umanità realizzata: di come io ho visto le possibilità dell’essere umano, al di fuori della mia esperienza, perché anziché aprire al dialogo e alla comunicazione, mette un velo alla comunicazione, perché è un’esperienza mistica. Poi,durante la strada, ho cambiato idea: dovevo cominciare per forza dalla mia esperienza. Lì c’è il rapporto tra due persone reali . Quello che volevo comunicarvi è proprio la realizzazione e la pienezza dell’umanità che non è un’astrazione, ma la realizzazione delle nostre persone. Mi è sembrato quindi giusto parlarvi della mia esperienza, perché è un incontro di due persone, come quello di cui io ho avuto esperienza mistica: l’incontro di tutte le nostre persone, in comunione che da senso alla nostra esistenza personale, perché se no è facile scivolare in qualcosa che ci riunisce tutti, che ci fa sentire una sola cosa ma a scapito della nostra persona, con la sua storia, che è un valore. ! due persone e hanno vissuto la comunione che inglobava tutti e interessava tutto Parto dalla mia esperienza perché si sono incontrate 1 ! l’universo, perché partiva dalla soggettività di due persone in comunione. ! Questa comunione tra le persone riesce a mettersi in comunione con tutto. quest’esperienza è superbo volerla tradurre in parole. ! ! Avevo sette anni ed ero in un luogo simile a questo, al pascolo, appena dopo la guerra. La mia famiglia era formata da contadini poveri e facevano ciò che erano capaci di fare: portare le mucche al pascolo. Ero con i miei amici, quando mi sono sentita prendere in braccio da una donna. Mi ha preso da dietro le spalle e quindi io ho sentito il corpo di una donna sulla mia schiena, e siccome ho intuito che era alto e snello questo corpo, pensavo che fosse una mia zia e ho girato la testa senza nessuna sorpresa, pensando di incontrare mia zia. Invece era una persona sconosciuta, una donna bellissima,dolcissima,ma sconosciuta. Dopo un primo momento di sorpresa e meraviglia, senza nessuna paura, c’è stato un riconoscimento che naturalmente a sette anni non potevo fare. C’è stato un’illuminazione attraverso la quale io ho riconosciuto questa donna come l’umanità realizzata come il mio fine, quello che potevo diventare io e ogni essere umano. Questo era il fine di ogni essere umano. ! Dopo aver avuto questa prima percezione ne ho avuto immediatamente un’altra che era la prima umanità realizzata: Maria, madre di Gesù. Questa è stata l’esperienza mistica. Questa donna aveva iniziato ad essere umanità realizzata molto prima di me, molto prima di noi e per questo era stata la madre di Gesù. Dopo, lei mi ha messo in terra e mi ha parlato. Mi ha detto che era venuta ad insegnarci la via della felicità sulla terra. ! Attraverso queste parole e l’illuminazione, ho capito che il fine dell’essere umano è la felicità, non è la sofferenza. Avevo sette anni e avevo poche nozioni della nostra cultura, però io la nozione che la vita era sofferenza ce l’avevo, perché questa è tipica dei contadini. Lì ho cambiato pensiero e ho capito che la vita non era fatta per soffrire, ma per essere felici. In questa comunicazione io ho avvertito anche come si può essere felici; cioè qual è la via per arrivare alla felicità. Questa è la cosa essenziale per tutti noi. ! 2 La via per essere felici è che ognuno sia se stesso fino in fondo, e che porti fino in fondo la sua diversità da tutti gli altri, che aggiunga la sua caratteristica essenziale, perché questo è il motivo per cui vive : per essere se stesso. Essendo se stesso si può mettere in comunicazione col tutto e scegliere di amare. Essere se stesso è il primo passo, scegliere d’amare il secondo. ! ! Diamo una priorità in questo senso, in realtà io è proprio così che l’ho sentito. Quello che io ho capito mi basta per tutta la vita e mi è bastato per tutta la vita e anche per la vita che ci sarà ancora. Ho capito il valore dell’essere umano, cioè non solo il suo fine, ma anche il valore essenziale ed originale dell’essere umano che è ben diverso da quello che noi comunemente pensiamo o ci e stato trasmesso. Io ho capito che l’essere umano è infinita possibilità. In queste infinite possibilità ognuno di noi deve ritagliare quello che vuole essere, che può essere; cioè essere se stessi. ! ! (08.58) Io ho visto questo valore straordinario; l’essere umano è dotato di un potere creativo straordinario. Contemporaneamente, attraverso di lei, ho intuito il divino: la figura di Dio,come amore e creazione, con un punto personale, una persona che voleva creare e amare. Questo amore,che intuivo attraverso maria, aveva riversato su di me e su ogni altro essere umano il suo amore e il suo sogno. Io mi sono sentita investita non solo dall’amore di Dio,ma anche dal suo desiderio; dal suo sogno, cioè che io possa diventare me stessa ed essendo me stessa, che io possa colloquiare con lui. Questo è quello che io ho sentito pienamente.Tutto il mio potere e il suo amore l’ho riconosciuto dentro di me e dentro gli esseri umani. Questo l’ho avvertito perché, attraverso la comunicazione con Maria, una persona diversa da me, concreta, era la comunicazione di tutti i passaggi che aveva fatto per la sua umanizzazione personale. Nella misura in cui lei mi comunicava questi passaggi che l’hanno portata ad essere se stessa, io vedevo che quegli stessi passaggi di consapevolezze e di scelte erano miei. Io potevo fare, non dovevo, come ha fatto lei. In lei c’era pienezza, in me incompiutezza. Nella misura in cui sceglievo di essere me Lì ho capito che questa comunicazione tra due persone reali e diverse ci arricchiva e stessa, io capivo che io arricchivo lei come lei arricchiva me. 3 produceva il divino attorno a noi. Quello che riuscivo a percepire del divino era oltre noi, ma iniziava dalla nostra comunicazione. Questa è l’esperienza straordinaria che io ho avuto e ricevuto, attraverso la quale ho capito il valore straordinario dell’essere umano. ! ! (13.21) Tornata alla realtà, ho visto un mondo artificiale, rispetto a quello che avevo vissuto, che avevo riconosciuto come reale, come quello adatto a noi, quello che tutti vogliamo. Nella vita reale c’era un obbrobrio: riconoscevo di essere un essere umano anche io, ma i rapporti che c’erano tra gli esseri umani era così diverso e strano, rispetto alla realtà che avevo visto possibile per gli esseri umani, che mi sembrava di essere dentro un altro mondo irriconoscibile . Ho fatto una fatica non indifferente ad adattarmi al nostro mondo, al mio quotidiano. Dovevo riconoscere che ero una persona umana, come tutti gli altri, che avevo avuto questa visione che gli altri non avevano avuto. È per questo che gli altri vivevano così miseramente, così al di sotto delle loro possibilità. ! Questo è quello che ho compreso. ! Voglio trasmettervi la mia fatica che dovrebbe essere anche la vostra. Ho dovuto fare questa premessa per dirvi quale é stata la mia fatica. ! La mia fatica è stata quella di trovare la connessione tra il mondo reale, cioè la vita umana, normale, con questa visione. ! Volevo trovare una connessione, capire a cosa serviva quella vita rispetto alla nostra. Non potevo ritenerlo un sogno, perché era così forte quello che avevo vissuto... sentivo che era quello omogeneo a me. Il mondo normale non lo riconoscevo come mio. ! Io sono stata immediatamente analizzata da psichiatri e teologi, ma capivo che non mi comprendevano perché avevano tutti una cultura del limite: i religiosi avevano il peccato, e quelli non religiosi dicevano che noi siamo degli esseri limitati. Capivo che non c’era possibilità di comprendersi, perché c’era una visione a monte completamente diversa. Questo mi faceva un po paura perché pensavo di essere in un mondo che io non riconosco. Visto che attraverso la comunicazione razionale o sensoriale non c’era comunicazione, io mi sono messa in ascolto. Ho pensato che dovevo iniziare ad ascoltare gli esseri umani. 4 Visto che avevo questo fenomeno pubblico, la gente veniva da me con l’idea che io, avendo visto Maria, avessi poteri particolari. Ma non ne avevo nessuno e non ne ho mai avuto nessuno. Io ho approfittato di questo per conoscere le persone. Visto che c’era questa predisposizione straordinaria all’apertura, io ne ho approfittato per osservarle, ascoltarle e fare qualche piccola domanda. ! Nell’ascoltare gli esseri umani, di tutti i tipi, poiché non ho mai fatto distinzione, mi sono accorta che tutti gli esseri umani desideravano e volevano ciò che io avevo vissuto. Tutti volevano essere accolti, riconosciuti e amati attraverso la vita. È entro il desiderio più profondo dell’essere umano che ho trovato la connessione con ciò che ho visto. Il riconoscimento di ciò che è bene per l’essere umano è la ! connessione. Qui ho capito che quello che Maria mi aveva fatto comprendere era il desiderio più profondo dell’essere umano, che ha accompagnato sempre tutta l’umanità. ! ! (20.07) Gli esseri umani sono increduli rispetto alle possibilità che hanno di incarnare e realizzare questo desiderio. Hanno avuto bisogno di qualcosa di diverso, di affidarsi a Dio, ai santi, ai guru, perché realizzassero questo desiderio. ! Gli uomini hanno sempre sperato che qualcuno riuscisse a realizzare quello che loro desideravano, non hanno mai compreso che erano loro stessi che potevano dare una risposta a questo desiderio. ! Nessun altro può dare risposta a questo desiderio, nemmeno Dio stesso, perché la nostra caratteristica è la nostra libertà, è il nostro senso di esistere. Io ho capito che questo è l’unico modo di essere felici, perché diamo senso alla nostra esistenza personale storica e a tutte le esistenze personali storiche che ci hanno precedute e quelle che verranno. Noi possiamo costruire una comunione di 5 persone straordinarie, e ho capito che essendo noi stessi fino in fondo possiamo dare qualcosa agli altri, e che ! ! ! l’umanità di tutti è arricchita proprio dalla soggettività di ciascuno se la pone sull’altare del mondo. Ho capito che Maria non ha parlato a caso,ma ha parlato dalla sua esigenza storica personale, e ne ha fatto il suo processo di umanizzazione. Anche noi potevamo fare altrettanto a partire dallo stesso punto desiderante, e fare il nostro processo di umanizzazione. Quello che lei ha fatto nella sua vita, nella sua storia, noi tutti possiamo farlo nella nostra perché non abbiamo niente di diverso da lei e lei non ha avuto niente di diverso da noi. Ha avuto la sua vita fisica, concreta, spirituale e ha fatto di tutte queste qualità la sua unità per realizzare quello che lei ha voluto realizzare: identificarsi in se stessa e scegliere di amare. Maria è stata una donna coraggiosa perché ha creduto in se stessa e ha sfidato il mondo, la sua cultura, la sua religione. Poteva essere lapidata immediatamente per quello che diceva, per quello che pensava e per quello che ha fatto, ma non ha avuto timore: lei ha sfidato il mondo per essere se stessa e noi per essere noi stessi dobbiamo fare la stessa cosa; dobbiamo sfidare il mondo. Il mondo ci vuole omologare perché è più semplice organizzarci se siamo omologati. È molto difficile organizzare una convivenza umana che dia la possibilità ad ognuno di noi di esprimere la sua soggettività e di farne un dono a tutti gli altri. Non ci siamo ancora riusciti. Ci riusciremo però perché siamo in buon cammino. ! ! Riportando ad oggi la mia esperienza, rispetto a sessantotto anni fa, c’è un salto di qualità eccezionale. Io sentivo proprio che anche tra i più colti non capivano niente di quello che dicevo. Oggi mi rendo conto che la gente, almeno un po', capisce di quello che sto dicendo perché l’esigenza di essere noi stessi è riaffiorata , è diventata a livello storico; è qualcosa di importante. La gente ha capito che o la loro vita ha un senso, oppure la loro vita è inutile. Questa consapevolezza è molto diffusa. ! C’è ancora un problema: noi cerchiamo fuori di noi una risposta, un’indicazione. Siamo arrivati ad un livello di coscienza alta, in cui percepiamo che o la nostra vita ha un senso o se no, non ne ha proprio, ma pensiamo che questo senso ci venga ancora da fuori. Non siamo ancora preparati. 6 Quello che posso dire è che il senso o ce lo diamo noi o non ce lo da nessuno, perché questa è la nostra caratteristica. La vita degli esseri umani è questa. Noi siamo un cumulo di possibilità e dobbiamo ritagliarci la nostra possibilità, quello che vogliamo essere e questo è il senso della nostra vita. Ognuno di noi deve dare un senso a se stesso e alla sua vita, perché la vita in sè non ce l’ha, è pura possibilità. ! Questa è la nostra grandezza: ognuno di noi può dare il senso che vuole alla sua vita ed è in questo che gli appartiene la sua vita, è in questo che diventa se stesso. ! Se invece cerchiamo il senso fuori da noi, viviamo la vita di un altro e non la nostra. Questo è quello che ho capito del valore della persona. ! Come “umanità realizzata” ho capito che è proprio l’espressione della soggettività di ognuno di noi offerta come dono agli altri che è la pienezza. ! ! La pienezza è l’integrazione permanente, continua e dinamica delle nostre soggettività messe a disposizione di tutti. Questo è quello che ho capito. Se devo immaginare al paradiso per me è questo. La beatitudine avviene dal dono di sé all’altro e dalla capacità di ricevere il dono dell’altro che continua ad alimentare la nostra umanità, a rendere sempre più grande la nostra umanità. Questa è la dinamica di quello che io immagino sia il paradiso, ma è la dinamica che può esserci già adesso, perchè è una dinamica continua che può cominciare con la nostra vita e non finire mai. Non è al di là, ma è anche al di qua. È una dinamica che possiamo mettere in atto noi, in questo momento, e che non finirà mai più perchè ci alimentiamo dal dono reciproco. La realizzazione della comunità sulla terra è possibile perchè noi ci siamo e possiamo tentare di essere noi stessi, auto crearci e scegliere l’amore. Scegliere l’amore vuol ! dire mettere a disposizione di tutti quello che è solo tuo, la tua originalità, che solo tu puoi offrire agli altri. Questa è l’umanità realizzata. È il concorso di ognuno di noi alla pienezza degli altri e tutti gli altri concorrono alla nostra pienezza. Questo è un moto dell’anima, è una scelta di vita che va declinata in una cultura diversa, una cultura del valore dell’essere umano, di una spiritualità diversa. L’altro non deve essere il nemico, l’estraneo, ma è la tua ricchezza. 7 Questo dovrebbe essere declinato poi nella politica, che deve essere molto di più che un posto dove vivere decentemente; dovrebbe essere lo spazio dove ogni originalità possa esprimersi per la ricchezza di tutti. Quello che Mauro sta approfondendo e che a me piace molto è tutto il processo per arrivare al dono, che è il dono di tutte le nostre conoscenze, fino ad arrivare al dono di noi stessi per l’arricchimento di tutti. 8