Agosto è iniziato e come dice una vecchia canzone “tutti al mare
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Agosto è iniziato e come dice una vecchia canzone “tutti al mare
Agosto è iniziato e come dice una vecchia canzone “tutti al mare “. Noi, pur con un mare ma di ghiaccio, abbiamo invece un colorito non certo pigmentato dalla melanina stimolata dal sole assente ormai da mesi, ma possiamo avere anche qui certe soddisfazioni come nel cosiddetto mondo moderno. Una sauna esterna a poche decine di metri dalla base ci permette di poter trarre beneficio da questo bagno di vapore che non è seguito da una doccia fredda come prassi vorrebbe con la sauna finlandese, ma da una uscita nell'ambiente antartico che ovviamente nulla ha da invidiare alla doccia ghiacciata essendoci temperature attorno -70°C e c'è chi si diverte a rotolarsi in costume da bagno sulla neve. I più giovani! Dopo ulteriori uscite per tonificare l'organismo,si rientra rapidamente in base non avendo altro abbigliamento che l'accappatoio, dandoci appuntamento in sala pranzo dopo le h. 23-23,30 per una spaghettata aglio-olio-peperoncino, cucinata ovviamente da noi italiani. Il morale ed il fisico risentono positivamente dei benefici sia della sauna che della spaghettata !Ecco un punto dolente però. A questa altezza (3233 mt e con pressione barometrica fra 600hPa e 660hPa (corrispondenti ai più noti millibar) ci sono degli aspetti da tener presente: l'acqua bolle a circa 85°C e non ai classici 100°C e quindi sono necessari, per la pasta ad esempio, tempi di cottura più lunghi rispetto a quelli indicati sulle confezioni con la possibilità di scuocere la stessa però; poi l'acqua che utilizziamo è ottenuta dallo scioglimento del ghiaccio ed è priva di sali minerali per cui si deve aggiungere una maggior quantità di sale. Altre curiosità legate all'ambiente in cui viviamo:le farine si disidratano anche fino al 15% causa la scarsissima umidità dell'aria e spesso ciò comporta per esempio con i dolci, una non corretta lievitazione. Comunque sono problemi tutti risolvibili! Che vedo? Sogno o son desto? Una flebile luce è già presente alle 7,30 del mattino rischiarando le forme ed i colori delle strutture formanti la parte tecnica della base e ricoperte di neve. Ormai il buio ci sta lasciando ed attendendo quello che per ogni invernante può essere considerato, forse l'evento più atteso dell'anno cioè la ricomparsa del sole, il pensiero si sofferma sulla lunga notte polare che non si potrà di certo dimenticare. Il tempo e l'ambiente col buio diventano irreali, si vive come in un mondo di fantasia, come all'interno di un sogno buio dove sembra si vaghi di pensiero in pensiero. Ma, quel buio che avvolge in questa parte del mondo il periodo invernale ed a torto considerato mortificante, col quale ho convissuto per 98 giorni, è una situazione che non rivivrò più, come non rivedrò quel gioco di ombre che nasceva improvviso quando compariva la luna in un cielo totalmente scuro. E non si pranzerà più con le stelle a mezzogiorno. Queste situazioni fanno emergere sensazioni che solo qui si possono vivere ed apprezzare tant'è che alcuni winterover vedono questo periodo invernale come un compromesso con la vita frenetica, ricevendo in cambio un ritmo più rilassato perché per vivere questo periodo ci vuole elasticità mentale, spirito di adattamento,capacità nell'apprezzare ciò che l'ambiente esterno offre:stelle,via lattea, luna,silenzio assoluto! E se appare forse ingenua la felicità che si prova nel rivedere la luce, luce che dovrebbe far apparire chiare le situazioni della vita, si deve però rivalutare il buio che per tutto l'inverno ci ha accompagnati silenziosamente e mai minacciosamente grazie alla presenza e se vogliamo alla complicità, di quel mantello bianco di neve, onnipresente. Questa luce fioca che comincia a rivedersi, non ti permette ancora di leggere ma quel chiarore che appare per alcune ore all'orizzonte è impregnato dei caldi colori che dal rosso virano lenti al giallo dorato passando per tutte le sfumature, dal pesca all'arancione. Questo fenomeno è dovuto alla riflessione dei raggi del sole che ormai già alto in costa vengono riflessi dall'immensa distesa di ghiaccio sin qui, a Concordia, cioè a 1200 km dalla costa. Sono giorni di nuvolosità diffusa che non ci impedisce di vedere, a notte fonda, ancora quel magnifico cielo stellato con la via lattea che ci copre come un mantello e noi ci sentiamo piccoli ed insignificanti puntini rossi (il colore delle tute) dinnanzi all'Universo. Non c'è sensazione di smarrimento ma di stupefacente, immensa gioia nel vedere questo infinito cielo. Dai controlli quotidiani nei siti di previsione delle aurore si rileva la possibilità di una loro visione nella notte fra il 2 e 3 agosto. Ci organizziamo e si spostiamo nello shelter posto ad alcune centinaia di metri dalla base ma in posizione ottima per una visuale a 360°C. Attendiamo fino alle h 3 della notte e poi rientriamo ormai consapevoli che le previsioni ci avevano illuso. Le macchine fotografiche lasciate nello shelter registreranno solo una tenue pallida aurora dopo un paio d'ore che non sarebbe comunque stata visibile a noi. La mattina del 4 agosto, osservando i chiarori di luce dalla finestra, noto ad est un arco color blu notte che determina un netto stacco col chiarore del mattino anche se la nuvolosità predomina. Il morale lievita giorno dopo giorno grazie anche alla prossima ricomparsa del sole prevista per il 9 o 10 agosto. Alcuni giorni dopo, con stupore, mi accorgo che è visibile l'orizzonte con il panorama di ghiaccio,ovviamente. Mi sposto in più zone della base per affacciarmi, pur col freddo pungente a guardare in ogni direzione e dopo settimane, una luce a 360°, conforta la vista. Ed alla sensazione di estrema gioia di rivedere tutto il territorio, anche se piatto e bianco, si accomuna la certezza che ormai siamo sempre più vicini alla prima alba anche se alle 15,35 ripiombiamo nel buio completo con le solite luci artificiali. Lo stesso pomeriggio accompagno l'ingegnere informatico per un giro di controlli tecnici due shelter, abbastanza distanti. La temperature è -61,1°C con windchill di- 77,9°C e poco vento. Subito spengo la lampada frontale perché mi accorgo che, pur essendo già buio, la neve ed il ghiaccio determinano una luminosità riflessa che ci permette di vedere direzioni e passi, quest'ultimi fatti sempre con attenzione perché il percorso è tutto ondulato per la presenza dei sastrugi. Il silenzio regna, interrotto solo dal rumore della neve più o meno compatta schiacciata dal nostro incedere e da rari scricchiolii, a volte veramente preoccupanti, provenienti dallo spessore chilometrico del ghiaccio sottostante. Verso ovest sono presenti, attenuandosi minuto dopo minuto, i colori caldi di quel tramonto che sta avvenendo sulla costa come descritto prima. A nord-ovest spicca, in un cielo finalmente privo di nuvolosità, la falce di una luna in fase crescente e lentamente sopra le nostre teste si stende quella stupenda via lattea che assomiglia sempre più ad un bianco lenzuolo con stampate milioni di stelle. Spesso durante questo giro, durato oltre due ore, ci fermiamo ad ammirare il tetto celeste rimanendo in un silenzio assoluto che ci permette di immagazzinare nella nostra mente questa meraviglia della natura. 08\08. Questa mattina cielo sereno,orizzonti aperti. Alle 9.40 circa, bassa all'orizzonte ad est, in un cielo celeste si vedeva già la luna con la sua gobba a ponente mentre verso le 12,30 a nord-ovest sulla linea dell'orizzonte risultava evidente un giallo solare, pur non vedendosi ancora il sole, quasi un preludio alla sua ricomparsa. Ed infatti il 9 agosto alle 11,25 circa, trascorsi 98 giorni dall'ultima alba e dall'ultimo tramonto, a nord-ovest, quasi fosse una sovrapposizione alla linea dell'orizzonte si scorge, dal tetto della torre rumorosa ove ci siamo radunati, una lama color oro che si staglia nitida e sembra emergere da una frattura della distesa di ghiaccio, circondata da un tremolio dell'orizzonte quasi fosse un'illusione ottica nel deserto. E' il maestoso astro che gioca a fare capolino e rubando le parole di Caparezza possiamo dire “siamo fuori dal tunnel”. La temperatura è -59,5°C, il windchill -80°C perché il vento soffia a 5,4 m\s ( 10,5 nodi) ma non ho freddo pur essendo il solo che non indossa tuta, stivali, moffole e berrettone ma il normale abbigliamento con berretto colorato ed un paio di guanti peraltro leggeri. Solo per le foto di rito, con il vento proprio sul viso, più di qualche brivido percorre il corpo ma la gioia di rivedere il sole prevale sul freddo. Ovvio un brindisi con bollicine italiane ma rapido perché il vino si congela rapidamente all'interno dei flut. La giornata tersa favorisce la visione di una luna già alta che si staglia su un cielo azzurro. Alle 12,40 la lama solare scompare ed alle 15,40 il buio copre nuovamente la distesa di ghiaccio. Ma non ci importa perché da oggi il sole crescerà giorno dopo giorno finché diventerà il padrone incontrastato non solo del cielo ma di questo immenso deserto bianco. Uscendo con il sole che si mostra all'orizzonte, gli occhi rivedono qualcosa cui non erano più abituati. L'ombra della persona che si staglia sulla neve! Infatti camminando col sole alle spalle si rivede non solo la nostra ombra ma si rivedono anche le ombre delle due torri, delle strutture tecniche, degli shelter, le ombre dei sastrugi. Tolte le moffole mi metto a giocare con le mani per vedere i loro movimenti riprodotti sul manto bianco nevoso, giocando come un bambino alle ombre cinesi. I due giorni di festa, 14 e 15 agosto, trascorrono con cielo nuvoloso ed un sole pallido e col buio che ora nasconde l'enorme distesa bianca verso le 16,20. Questi due giorni consecutivi di festa sembra non passino mai anche perché gita fuori-porta e barbecue di certo non sono fattibili! In Antartide comunque non si deve aver fretta che le giornate passino in fretta. Il padrone qui è il tempo che pur con la sua lentezza scorre galantuomo giorno dopo giorno, mese dopo mese e questa lentezza può essere pesante per chi non è sicuro di se stesso e viene in Antartide con insicurezza e scarsa volontà personale poiché è difficile vivere per mesi isolati, restare per giorni chiusi causa i problemi ambientali e logistici,uscire con temperature superiori a -70°C. Ma da questo isolamento si possono ricavare molte informazioni sul proprio carattere, sulla propria volontà, capacità di resistenza psicologica e anche fisica. Se tutti si abbronzano perché non possiamo farlo anche noi ora che il sole è riemerso? Eccoci allora a preparare con l'alluminio degli specchi per riflettere il sole e scimmiottare chi in alta montagna vuole abbronzarsi il volto. Certo che con un pallido sole a filo di orizzonte, con temperatura a -55,5°C, con vento che soffia a 5,1 m\s (10 nodi), non è facile rimanere nemmeno seduti a fare la foto di rito! Ma almeno diamo un parvenza di normalità e di goliardia alla giornata ferragostana. Il giorno successivo un'altra sorpresa mi attende. La luce che attraversa i vetri delle finestre, nelle ore centrali della giornata, permette finalmente di leggere le pagine del libro. E' una situazione che ha il sapore di una nuova conquista, dopo tutti i giorni passati con la luce artificiale e che non si apprezza nella cosiddetta normale civiltà. Ma anche di ciò si deve godere in quest'ambiente che giorno dopo giorno ma lentamente sembra risvegliarsi dal lungo letargo. Certo il buio ridiscende ancora presto ma ormai il sole c'è come pure la luna in crescere e la sua luce, di notte, illumina la stanza. Stiamo rivivendo e riprendendo i normali ritmi giornalieri ed anche il nostro corpo sta riacquistando i propri ritmi circadiani alterati dalla presenza continuativa del buio. Da alcuni giorni un tenue chiarore filtra attraverso i vetri nella stanza alle 6 circa del mattino. E' l'alba pure lei assente per settimane. Se a casa la luce che penetra così presto può disturbare, qui a Concordia indica il risveglio dopo il letargo solare e non mi sfiora nemmeno il pensiero di abbassare gli oscuranti per rendere buio l'ambiente; gli occhi, semi-assonnati, guardano la stanza riscoprendola dopo settimane di buio. 19\08:la giornata finalmente si presenta con il cielo privo di nuvole, con un azzurro intenso che all'orizzonte si fonde con la neve, facendole assumere lo stesso colore, unendo così i due elementi: cielo e neve. Decido di uscire nel primo pomeriggio per accompagnare due scientifici nel loro lungo giro con temperatura a -69,5 °C ,windchill -83,7°C e con vento a 2,1 m\s(4 nodi) ma il camminare in questo silenzio, in questo ambiente finalmente illuminato e colorato dai raggi del sole che solcano cielo e distesa nevosa, ci rende tutti più allegri. Il respiro è sempre reso difficile dall'altitudine e la bassa concentrazione di ossigeno presente impedisce lunghe conversazioni per cui anche il parlare fra di noi è intervallato da lunghe e silenziose pause; inoltre il vapore del respiro, congelandosi rapidamente sulle maschere protettive, crea una barriera di ghiaccio obbligandoci a respirare con la bocca aperta essendo anche le narici tappate internamente da cristalli ghiacciati. Fra soste per controllare gli strumenti esterni, entrate negli shelter ove si trova altra strumentazione e spostamenti, rimaniamo all'esterno della base oltre tre ore osservando così anche il rapido tramonto. Alla sera la luna nella sua livrea migliore rischiara la base che risalta nel buio avendo le pareti esterne chiare e tappezzate di neve portata dal vento durante tutto il periodo invernale. Luna che ora fa capolino all'orizzonte alle 19,15 con un colorito giallo ocra e lentamente, salendo in cielo, diventa sempre più luminosa. Il 26 agosto è ricomparso il parelio, quel fenomeno dovuto alla rifrazione del sole sui cristalli di ghiaccio presenti nell'atmosfera e che formano una specie di aureola attorno al sole stesso. Certo non è completo perché il corpo celeste non è alto nel cielo e l'orizzonte lo spezza a trequarti ma è un altro segnale di ritorno alla normalità. Passano i giorni e col tramonto si rivedono i colori caldi ad ovest ed in contemporanea ad est scende la sera con il blu e rosa che si stagliano nel cielo. Il sole però non ha portato il caldo come alle nostre latitudini anzi c'è un calo netto delle temperature ed in questi giorni si sono raggiunti -75,5°C ,col windchill arrivato anche a -94°C. 31 agosto scatta la caccia fotografica e visiva all'aurora. Infatti per puro caso, verso le 21, affacciandoci ad una finestra si è notata una strana luminosità bianca a sud. Ci si veste ed usciti la sorpresa è vedere anche due archi bianchi che si tendono da sud a nord passando sopra la base. Le macchine immortalano i colori rossicci ed il verde dell'aurora australe e per alcuni attimi anche noi vediamo le onde verdi che danzano fra stelle e via lattea, in un cielo terso. Pochi secondi certo che resteranno negli occhi e nella mente! In questi primi giorni di settembre la falce della luna crescente appare già nelle prime ore del pomeriggio per poi calare verso le 23 e lasciare verso le 4 del mattino la scena alle luci dell'alba!! Ma qui la temperatura e la pressione atmosferica sono in questo periodo variabilissime per cui si passa dai -55°C ai -77,7°C in meno di una giornata per la temperatura e la pressione scende al valore di 602,4 hPa il 10 settembre per poi risalire ai 611.6 hPa del giorno successivo. Questi bassi valori pressori hanno, a tutti noi, fatto sentire una astenia ed una mancanza di respiro ancora più evidente rispetto agli altri giorni. Ciò che fa ancor di più rabbrividire il corpo è comunque il brusco aumento del windchill che oggi 11 settembre per quasi tutta la giornata si è mantenuto a valori superiori a -100°C raggiungendo, per noi, il record di -103°C alle ore 11,06! Foto ricordo questa volta con abiti normali e solo in due,io e l' ingegnere informatico,essendo tutti a letto perché, come a casa , la domenica si dorme!! Uscendo in questi giorni per i soliti giri sembra quasi di respirare quell'aria sottile frizzante della nostra primavera ma il 21 settembre, data che nell'emisfero boreale segna l'inizio dell'autunno ed in quello australe l'inizio della primavera, si presenta a Concordia alle 7 del mattino con una temperatura di -70,7° C che rimarrà con poche oscillazioni durante tutta la giornata e con folate di gelido vento fino a 5,8 m\s. Alberi in fiore non se ne vedono, non si sentono uccellini cantare ma forse il sole che sta prendendo il sopravvento, rimanendo per più ore presente durante la giornata ed ammettiamo, anche un po' di nostalgia delle stagioni, fanno pensare ai colori, ai profumi della nostra primavera, sensazioni psicologiche di un deja vu' già vissuto. Gli effetti dei raggi del caldo sole si percepiscono con gli scricchiolii del ghiaccio presente attorno alle finestre e dai vetri che di giorno permettono di vedere l'esterno poiché il sole riesce a sciogliere il ghiaccio che li ricopre. Oramai rimangono poche ore di buio e già alle 3 del mattino la luce presente illumina la stanza per cui, dopo mesi, si devono chiudere gli oscuranti. Ma le soddisfazioni non sono terminate e domenica 25 settembre lo spettacolo di una aurora australe ha inondato i nostri occhi all'uscita dalla sauna. Per alcuni interminabili secondi, dimenticandoci sia delle basse temperature sia che eravamo solo in costume da bagno ed in accappatoio, siamo rimasti ad osservare questo stupendo fenomeno atmosferico. Poi tutti dentro a rivestirsi adeguatamente per ri-uscire e rimirare più a lungo questa meraviglia che si estendeva con intensi, luminosi, colorati archi sopra la base. E' stata l'aurora più intensa vista e, come col ritorno del sole, ci ha assalito una gioia direi infantile. Ottobre è il mese durante il quale non solo le giornate si allungano sempre più finché il sole dominerà la scena 24 ore su 24 ma è il mese di preparazione della base per l'arrivo del personale che rimarrà fino a febbraio ed anche dei prossimi invernanti. Si eseguono quindi le pulizie interne delle due torri, si libera tutta l'area attorno alla base dalla neve trasportata dal vento e che ha creato dislivelli anche di un metro\un metro e mezzo,si preparano il campo estivo e le tende che dovranno accogliere i nuovi arrivati. Questi lavori, eseguiti da tutto il gruppo, fanno passare rapidamente le giornate durante le quali inoltre ognuno ha le proprie specifiche attività da seguire ma si possono e devono pure ammirare i colori del tramonto sempre associati ai caldi colori della sera. E' questo anche il mese dell'ultima luna piena visibile a queste latitudini anche se non più alta in cielo ma bassa all'orizzonte. Poi dal 31 ottobre fino ad inizio febbraio, come riporta il sito ”dateandtime.info”, il sole sarà il dominatore della scena. Con questo mese inizia la nuova campagna estiva che sarà la XXXII e l'apertura della base Mario Zucchelli, avvenuta il 20 ottobre, permetterà il decollo, entro i primi giorni di novembre, anche del primo aereo per Concordia, facendo così terminare il nostro isolamento, iniziato a febbraio. Nella prima settimana di novembre si ha un innalzamento delle temperature durante il giorno che arrivano a -28°C, certo sempre freddo,ma si possono smettere le tute pesanti e cominciare a ridurre così il peso dell'abbigliamento per uscire (che in inverno arriva a 10 kg.Pesati!) perché così ricoperti si riesce anche a sudare!Inoltre in stanza è piacevole sentire gli abiti appoggiati sulla sedia davanti alla finestra riscaldati dai raggi solari. Il giorno fatidico arriva all'improvviso poiché c'è uno spiraglio di bel tempo dopo giorni di cielo nuvoloso e con temperatura in netto rialzo, arrivata a -23,7°C. In tarda mattinata dell' 8 novembre veniamo avvertiti dalla sala operativa della stazione Mario Zucchelli che l'aereo sarebbe partito con arrivo previsto verso le 15,50 orario di Concordia (la specificazione è necessaria essendo la base Zucchelli cinque ore avanti rispetto a Concordia).Quando attraverso l'interfono sentiamo la comunicazione che mancano 5-10 minuti all'atterraggio tutti usciamo e restiamo tutti con il naso all'insù alla ricerca di una macchia scura nel cielo finalmente privo di nubi. Ed ecco la macchia quasi un satellite o un asteroide che si nota all'orizzonte e diviene sempre più evidente. E' il primo aereo dopo nove mesi di isolamento e finalmente vedremo nuove facce, riprendendo così i contatti col resto del mondo. Per gli scaramantici sono arrivate 17 persone ma pure frutta e verdura fresche che ormai erano assenti da mesi dalla nostra tavola. Da quanto detto al termine di un inverno in Antartide ed in particolar modo a Concordia le persone possono ritornare a casa con possibili ma non certi cambiamenti, sicuramente però non come sono state descritte in un libro, da chi non ha mai avuto la bellissima esperienza di passare un anno intero a Concordia ma ha sempre vissuto in Antartide solo il periodo estivo ritornando per il resto dell’anno ad una normale vita quotidiana e quindi non può né conoscere né giudicare gli invernanti, peraltro visti e forse conosciuti solo per pochi giorni dopo l’inizio della successiva campagna estiva. Gli invernanti non sono trogloditi che vengono scoperti da chi arriva come moderno esploratore con i moderni mezzi di trasporto ma sono persone che dopo nove mesi di convivenza “forzata” hanno finalmente il piacere e la gioia di rivedere altri essere umani. Leggendo quel libro la frase che più mi ha colpito negativamente è la seguente:"Alla fine dell'inverno, quando arriviamo a Concordia con il primo volo della stagione, la trasformazione nelle persone che abbiamo lasciato l'anno precedente è evidente. La carica emotiva individuale è altissima e l'inosservanza delle più semplici regole sociali è la norma. Noi estivi, con gentilezza dobbiamo in qualche modo "rieducarli" alle regole, alle convenzioni sociali di base e, spesso, scherzando insieme a loro, li chiamiamo " i primitivi", perché girano con buchi nei vestiti, hanno la barba incolta, i capelli lunghi, e durante una conversazione tendono ad accorciare le distanze che di solito si mantengono tra le persone". Ora però, io che ho trascorso l' inverno a Concordia vorrei fornire, non solo la mia versione basata sulla esperienza vissuta e non su sensazioni personali di chi arriva, ma porre dei quesiti che contrastino ciò che è stato scritto. Cominciamo col dire che non viviamo in un gulag (pur essendo freddo!!!) e quindi nessuno degli invernanti deve essere rieducato essendo l’educazione insita in ognuno di noi e sempre presente anche dopo mesi di isolamento. Poi si deve tener presente che l’abito non fa il monaco. Chi vive a Concordia per un anno non ha un guardaroba disponibile ma solo quello che ha potuto inviare con i bagagli; i negozi più vicini sono a oltre 3000 km dalla base e vivendo isolati per nove mesi, di certo non si può fare shopping ogni fine settimana. Inoltre l’acqua utilizzata per i lavaggi proviene dalla depurazione delle acque grigie e non si utilizzano i normali detersivi profumati di casa ma prodotti particolari che non rovinano le membrane del depuratore, prodotti che col tempo possono essere i responsabili dei buchi, anche rattoppati, negli indumenti così descritti nel libro. Perché si deve considerare un incivile chi ha barba e capelli lunghi dopo un anno a Concordia, dove peraltro non c'è ne il barbiere ne la parrucchiera, mentre sono concessi nel resto del mondo dove si vive normalmente? E barba e capelli lunghi non li si potrebbero considerare anche un atto goliardico? Ma siamo sicuri che le distanze le vogliano avvicinare i ”trogloditi” o sono invece i moderni esploratori a volerli vicini, per la foto ricordo della loro riconquista territoriale? E la carica emotiva perché non può essere considerata come un'umana reazione di chi rivede dopo un lungo isolamento i colleghi e gli amici della campagna estiva precedente ? Se tutto ciò che è scritto in quel paragrafo sopra-riportato fosse vero perché enti come ENEA,CNR,Università, IPEV, ESA investono milioni nella ricerca in questo posto col rischio di creare degli incivili o disadattati ? Solo per i loro studi? O perché ciò che si ottiene da queste ricerche serve a tutto il mondo scientifico pur con i sacrifici di chi vive in questo ambiente? E non dimentichiamoci che c'è chi ha passato più di un inverno a Concordia senza subire alcun tipo di problema caratteriale o psicologico. Ma ciò non viene per nulla citato in quel libro. Ecco vorrei sfatare quelle considerazioni, perché chi se ne va da Concordia può portare con se,volendolo, un'enorme esperienza emotiva, personale, culturale e quei stupendi ricordi visivi legati ai colori della sera e dei tramonti, di un cielo totalmente tappezzato da stelle e da una stupenda via lattea, di una luna splendente più che altrove, di un orizzonte libero libero a 360°. Ricordi che mai e poi mai, nemmeno il tempo, potrà cancellare dalla mente di chi, come me, ha vissuto questa esperienza che permette di riportare a casa anche nuove e durature amicizie . Gli arrivi proseguiranno costanti nel mese di novembre riportando in base oltre un'ottantina fra logistici e ricercatori;la confusione aumenterà ma con essa aumenterà sia la vivacità della stazione scientifica che il frenetico lavoro dei tecnici finalizzato a predisporre la base per il prossimo inverno. Noi invernanti rientreremo a scaglioni in Italia e Francia secondo le indicazioni che ci verranno date e dopo lo scambio di consegne con i nostri sostituti estivi e con il prossimo invernante. La gioia di rivedere finalmente i nostri famigliari o di rimanere a goderci le ferie in territorio australiano o neozelandese farà passare il tempo sempre più rapidamente e ci farà dimenticare i giorni che ci separano dal rientro. Rientro ovviamente desiderato. Con questo concludo i miei racconti di vita a Concordia,stazione italo-francese di ricerca sul plateau Dome C, in Antartide Orientale ed attendo le date del mio ritorno in Italia.