Gli scultori della luce

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Gli scultori della luce
di Alberto Gerosa | beHome | 21 maggio 2014
Baccarat compie il suo primo quarto di millennio. È d’altronde con il metro dell’eternità che si misura la storia del
cristallo.
Il vetro piombico-potassico con le sue straordinarie caratteristiche di trasparenza e rifrazione è in effetti il
legittimo erede di quel cristallo di rocca (quarzo ialino) scambiato da Plinio il Vecchio per “ghiaccio pietrificato” e
al quale in passato venivano ascritti poteri terapeutici se non magici tout court.
Gli alchimisti ne facevano uso nella ricerca della pietra filosofale. E all’opus magnum alchemico potrebbe essere
paragonata la magia che da due secoli a questa parte prende forma ne “La Halle”, il laboratorio a caldo della
Cristallerie di Sant’Anna. La trasformazione di sabbia e polvere in autentici distillati di luce, che qui avviene nei
crogioli di fornaci che raggiungono i 1.400° C, non è infatti meno sorprendente. Per non parlare della magia dei
colori, appresa dai pionieri di Baccarat nella mistica terra di Boemia. I dosaggi dell’oro zecchino mediante i quali
la Manufacture ottiene le diverse gradazioni cromatiche del suo “rouge a l’or” sono avvolti da un segreto non
meno fitto dei colori che animano le vetrate della cattedrale di Chartres; mentre nel cristallo nero “onice”,
rilucente e scuro al tempo stesso, l’armonia dei contrari trova la sua attuazione più esplicita.
Quella di Baccarat è una magia benevola e laica, figlia dell’età dei Lumi. [...]
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