Convegno “Gli altri e noi: la sfida dell`educazione interculturale
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Convegno “Gli altri e noi: la sfida dell`educazione interculturale
Convegno “Gli altri e noi: la sfida dell’educazione interculturale” Roma, 26-27 febbraio 2007 Quadro statistico: alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole statali e non statali di Vinicio Ongini Esperto Intercultura Ministero della Pubblica Istruzione 1. Giocare d’anticipo Il problema dell’integrazione degli immigrati nella società è al centro del dibattito politico nella maggioranza dei paesi europei. In alcuni di essi il fenomeno dell’immigrazione si è verificato solo recentemente mentre altri paesi hanno acquisito un’esperienza di lunga durata nell’adozione di politiche in questo settore. La sfida si presenta anche nei termini di successo dell’integrazione: i fenomeni di ritardo scolastico o di abbandono fra gli alunni immigrati costituiscono una preoccupazione. I paesi di più lunga e consolidata immigrazione vedono tendenzialmente le seconde generazioni, ovvero quelle composte dai figli di origine straniera, nati nel paese in cui sono arrivati i genitori, più esposte al disagio, alle devianze e in generale ai comportamenti a rischio. L’Italia che è, al confronto con altre società, un giovane paese d’immigrazione si sta ora affacciando a questa seconda fase che vedrà da parte dei ragazzi percorsi di integrazione diversi rispetto a quelli problematicamente battuti dai genitori. Bisogna dunque “giocare d’anticipo”. Il concetto di “successo scolastico” è tuttavia molto ampio. Nell’indagine nazionale sugli esiti scolastici condotta dal Ministero dell’Istruzione ci si riferisce soprattutto ai tassi di promozione da parte degli allievi stranieri. Sono molti ed eterogenei i fattori che influenzano l’esito scolastico: la scolarizzazione pregressa, in Italia e nel paese d’origine, il tempo di avvio e di inserimento a scuola, la mobilità sul territorio, la composizione della famiglia, le aspettative verso lo studio da parte dei genitori, le forme della socialità extrascolastica, la caratterizzazione etnica, la quantità di alunni e di cittadinanze presenti nella scuola frequentata. 2. Tanti mondi a scuola: alcuni dati Prima di avvicinarci a leggere i principali dati, i più immediati sugli esiti scolastici, può essere utile richiamare i numeri sulla presenza degli alunni stranieri. Sono stati quasi 430.000 gli alunni stranieri a scuola nell’a.s. 2005/2006, una percentuale che si avvicina al 5% sul totale della popolazione scolastica. Erano poco più di 50.000 nell’a.s. 1 1995/96/. Ma l’aumento è significativo anche rispetto a un anno fa: sono aumentati di circa 70.000 unità. Si confermano ai primi posti anche quest’anno i gruppi provenienti da Albania, Marocco, Romania, Cina e Jugoslavia. La più elevata consistenza di alunni stranieri (40%) si trova nella scuola primaria. L’area geografica del paese con la percentuale più alta di alunni stranieri, rispetto alla popolazione scolastica di riferimento, si conferma anche quest’anno il Nord Est. La regione con l’incidenza più alta è ancora l’Emilia Romagna con il 9,5% . La Lombardia è, invece, la regione con il maggior numero di alunni stranieri, poco più di centomila. Tra i comuni capoluogo è Milano ad avere l’incidenza più alta con il 12,7%, ma, tra le grandi città metropolitane, è Torino con la percentuale di alunni stranieri del 11,2%, a registrare la maggior crescita in un anno (+2,7% di aumento). La provincia con l’incidenza più elevata è invece Mantova con l’11,9%, seguita da Piacenza e Reggio Emilia. Siamo in un paesaggio multiculturale policentrico e diffuso, nel quale i poli di attrazione non sono solo le grandi città, ma anche i piccoli centri e i paesi. Basti pensare che località come Calcinato (Brescia), Novellara (Reggio Emilia) e Novi di Modena superano il 20% di alunni stranieri I paesi di provenienza degli alunni stranieri sono 191 (su 194 stati nel mondo). Si conferma un aumento significativo dell’incidenza delle cittadinanze dei paesi dell’Est europeo, soprattutto della Romania, che passa, in due anni, dal 9,7% al 12,4%, ma anche di Ucraina e Moldavia. E’ leggermente diminuito, invece, il peso della presenza degli alunni stranieri provenienti da Albania e Marocco. Sempre negli ultimi due anni, l’Albania è passata dal 17,7% sul totale degli alunni stranieri, al 16,3%; il Marocco dal 14,9% al 14%. Il totale degli alunni con cittadinanza non italiana provenienti da paesi a prevalente tradizione islamica è circa un terzo del totale degli alunni stranieri. 3. Il rischio delle scuole ghetto I dati a disposizione ci segnalano inoltre una crescita della presenza di studenti stranieri nella scuola secondaria superiore, con una marcata tendenza verso gli istituti tecnici e professionali: sono 100 mila nell’ anno scolastico appena iniziato, di questi circa 80 mila iscritti nei tecnici e professionali. I dati e, soprattutto, le esperienze e le preoccupazioni che vengono dalle scuole ci segnalano situazioni di forte concentrazione in singole scuole e territori. Il rischio è che diventino le scuole degli immigrati, scuole di serie B, scuole ghetto in quartieri ghetto. Di questo ci parlano, e del nostro futuro, i drammatici segnali di crisi che ci sono arrivati in questi anni da Paesi di più lunga tradizione multiculturale ( gli attentati in Inghilterra, le rivolte giovanili nelle banlieues francesi ). 2 4. Alunni stranieri a scuola in Italia: l’esito scolastico Dall’osservazione dell’esito scolastico degli alunni italiani a confronto con gli alunni stranieri si rileva come costante il minore successo scolastico degli allievi stranieri nei diversi ordini di scuola. Nelle scuole superiori oltre il 25% degli allievi stranieri, uno su quattro,ha una battuta di arresto. Rispetto al risultato conseguito dagli allievi italiani il divario con gli allievi stranieri è del 3,2 % alla scuola primaria, del 7,9% alla secondaria di I grado, del 12,8% alla secondaria di II grado. Questi dati nazionali sono tuttavia l’esito di situazioni diverse e frastagliate tra tipologie di scuole, province e regioni. Anche il paesaggio degli esiti e dei percorsi scolastici è disomogeneo, a macchie di leopardo, come quello della concentrazione e della distribuzione sul territorio degli allievi stranieri. 5. Scuole con soli alunni italiani e scuole con alunni stranieri: un confronto La presenza di alunni stranieri sembra incidere in termini significativi sugli esiti finali della complessiva popolazione scolastica considerata. Nei settori scolastici di base (primaria e secondaria di I grado) è abbastanza generalizzata la situazione di più elevati tassi di promozione nelle scuole con presenza di alunni stranieri rispetto a quelli delle scuole che registrano solamente la presenza di alunni italiani. Nella scuola secondaria di II grado invece gli esiti negli istituti con alunni stranieri (84,65%) sono inferiori a quelli dove vi sono solamente studenti italiani (85,45%). I dati avvalorano una sola ipotesi: questo ordine di scuola, avendo natura più selettiva di quella che si può riscontrare nei settori di base indulge minimamente sulle condizioni personali degli studenti ed è restio a riconoscere debiti formativi rilevanti su competenze disciplinari fondamentali. Di conseguenza laddove sono presenti alunni con cittadinanza non italiana si riscontra una maggior selezione nei loro riguardi che finisce per incidere sui livelli generali di promozione. Per quanto riguarda invece l’andamento degli esiti di alunni italiani in scuole con o senza alunni stranieri si può dire che nella scuola di base normalmente la presenza di alunni stranieri alza il tasso di promozione degli alunni italiani delle medesime scuole mentre negli istituti superiori lo abbassa. 6. Elementi di complessità In che modo la dimensione della istituzione scolastica, la quantità di stranieri rispetto alla popolazione scolastica, la quantità di cittadinanze concorrono al successo o all’insuccesso scolastico? La costante che si può ricavare per i diversi ordini di scuola potrebbe essere così riassunta: gli alunni stranieri ottengono maggior successo quando sono ridotti di numero. La densità della presenza non favorisce livelli elevati di esiti 3 positivi. Invece, l’elemento di complessità rappresentato dalla presenza di diverse nazionalità non italiane nelle scuole sembra non incidere negativamente sugli esiti finali degli alunni stranieri ma, anzi, in diverse situazioni lo si registra in presenza di esiti positivi. 7. Il ritardo scolastico degli alunni stranieri Il momento dell’ingresso di un alunno straniero nella scuola italiana continua ad essere critico soprattutto per chi arriva a metà di un percorso scolastico, da adolescente, o a metà di un anno scolastico e non conosce la lingua italiana. Ma è anche difficile per gli insegnanti stabilire e valutare il livello delle sue competenze pregresse. Nella figura 1 sono rappresentati i percorsi scolastici degli alunni italiani e stranieri in relazione al ritardo, ovvero alla frequenza di una classe inferiore all’età anagrafica. Già in partenza, nella prima classe della scuola primaria, si evidenzia un ritardo degli alunni stranieri di circa il 10% (1 alunno straniero su 10 è in ritardo). Ma il divario cresce enormemente con il progredire del livello di scolarità: nella prima classe della scuola secondaria di I grado il ritardo della popolazione scolastica straniera è del 47,1% (è in ritardo quasi un alunno su due). Nella prima classe della scuola secondaria di II grado il ritardo è del 75%, più di 7 studenti su 10 rispetto ai 2 studenti italiani su 10 in ritardo. È importante riuscire ad accertare alcuni livelli di competenze ed abilità per definire l’assegnazione della classe agli alunni stranieri. Rimane tuttavia il criterio generale di inserire l’alunno secondo l’età anagrafica come indica anche la recente normativa. Eventuali slittamenti di un anno in una classe inferiore vanno valutati in relazione ai benefici che potrebbero apportare e coinvolgendo la famiglia dell’alunno. 4 Fig.1- Ritardo nel percorso scolastico della popolazione scolastica italiana e straniera 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% alunni con cittadinanza non italiana V sec.di II grado IV sec.di II grado III sec.di II grado II sec.di II grado I sec.di II grado III sec.di I grado II sec.di I grado I sec.di I grado V primaria IV primaria III primaria I primaria 0,0% II primaria 10,0% alunni con cittadinanza italiana Fonte:Ministero della Pubblica Istruzione,2006 Note MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA, Indagine sugli esiti degli alunni con cittadinanza non italiana - Anno scolastico 2003/2004, Roma, gennaio 2005. MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA, Alunni con cittadinanza non italiana. Anno scolastico 2004/2005, scuole statali e non statali, Roma, ottobre 2005 (le indagini sono disponibili sul sito: www.istruzione.it/pubblicazioni). MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, Alunni con cittadinanza non italiana. Anno scolastico 2005/2006.Presenze,esiti e confronti in Europa,Dicembre 2006 CIRCOLARE MINISTERIALE N. 24, 1 MARZO 2006: Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri. (www.istruzione.it/normativa). ____________________________ Vinicio Ongini Ministero della Pubblica Istruzione E-mail: [email protected] 5