Vision. 60 - Unindustria Reggio Emilia

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Vision. 60 - Unindustria Reggio Emilia
PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE - N. 4/2016 • POSTE ITALIANE SPA • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE -70% • REGGIO EMILIA
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA N. 1104 DEL 09/09/2003
DICEMBRE 2016
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Vision
il punto di vista degli industriali reggiani
costruire
una nuova
realtà
le nanotecnologie per vincere il cancro
testimonianza di Mauro Ferrari
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Che cos’è la
Disruptive Innovation
Intervista
a Mauro Ferrari
Il grande futuro
della nanomedicina
Che cosa è
Industry 4.0
n° 60
DICEMBRE 2016
Rivista trimestrale
di Unindustria Reggio Emilia
Direttore Responsabile
Alessandro Parma
Redazione
Via Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia
Progetto grafico
Hammer Communication srl
Vision
il punto di vista degli industriali reggiani
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L’OPINIONE
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IMPEGNARSI PER COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ
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IMPRESE REGGIANE
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IMPRESA
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LA SOLITUDINE DELL’IMPRENDITORE ITALIANO
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IMPRESE - INNOVAZIONE
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CHE COS’È LA DISRUPTIVE INNOVATION
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CHI GUARDERÀ MAI LE FOTO SU UNO SCHERMO?
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TIR A GUIDA AUTONOMA
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COME SARÀ IL MONDO TRA 50 ANNI
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LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
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ARTICOLO DI COPERTINA
Una nuova generazione di terapie con un impatto
Editore
S.I.F.I.R. Spa
Via Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia
decisivo in oncologia
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Stampa Tecnograf srl
Stampato e diffuso in 6.000 copie
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C.so Vittorio Emanuele 113 • Modena
Tel. 059 212194
Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni
di Unindustria Reggio Emilia
che comunque li ritiene un contributo
sul piano dell’informazione e dell’opinione.
LA PROMESSA AI FIGLI DEL PROFESSOR FERRARI E IL MALE
ITALIANO DA CURARE
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ARTICOLO DI COPERTINA - APPROFONDIMENTI
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IL GRANDE FUTURO DELLA NANOMEDICINA
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CHE COSA SONO LE NANOTECNOLOGIE
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INDUSTRY 4.0
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COSA DICE IL PIANO INDUSTRIA 4.0 PRESENTATO DAL GOVERNO
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INDUSTRY 4.0 • UN PROGETTO RILEVANTE PER IL PAESE
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CHE COS’È INDUSTRY 4.0
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ECCO LA MAPPA DELL'INNOVAZIONE ITALIANA CHE NUTRIRÀ
L'INDUSTRY 4.0
Unindustria Reggio Emilia
Via Toschi 30/A - 42121 Reggio Emilia
70
VOLONTARIATO
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UNINDUSTRIA NOTIZIE
tel. 0522 409711• Fax 0522 409793
www.unindustriareggioemilia.it
IMPEGNARSI PER COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ - MAURO FERRARI A REGGIO EMILIA
Nel settembre scorso si è tenuto il primo appuntamento di “Costruire una nuova realtà”, l’iniziativa culturale pluriennale organizzata dall’Associazione degli industriali reggiani. Protagonista dell’incontro l’ing. Mauro Ferrari. Un talento nell’oncologia che ha costruito una straordinaria carriera scientifica, manageriale e imprenditoriale negli Stati Uniti.
L’incontro, organizzato presso la sede di Credem, è stata una grande esperienza culturale, scientifica, etica e umana. Affrontare un tema come il “cancro”, così intimamente legato all’esperienza della sofferenza, del dolore e della perdita, è una questione che ha toccato le corde più
sensibili di ciascuno. Affrontarlo dal punto di vista scientifico, vale a dire, dell’incredibile e frustrante tecnicità che caratterizza la lotta tra la scienza e le sorprendentemente intelligenti e
aggressive cellule tumorali, è stata un’esperienza inedita per la maggior parte dei presenti.
Mauro Ferrari – al quale abbiamo dedicato la copertina di questo numero di Vision – ha rega-
l’opinione
lato ai reggiani una grande ed emozionante lezione magistrale dedicata alla vita. La vita di ciascuno. La vita che tutti noi conosciamo. La vita fatta di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, di
sfide e di rese. Un’esperienza che, come la ricerca stessa, non è fatta di una sola prova né di
Mauro Severi
una sola verità, ma da una complessa interazione di elementi e esperienze che di volta in vol-
Presidente Unindustria Reggio Emilia
ta devono trovare faticosamente un equilibrio. Credo di poter affermare che siamo usciti tutti arricchiti da questo incontro. Per primi quelli ai quali il cancro ha attraversato o sta attraversando la vita. Poi i molti giovani impegnati nello studio della medicina, così come per i numerosi medici intervenuti. Allo stesso modo sono rimasti colpiti gli imprenditori e le autorità perché nella ricerca e nelle sue dinamiche c’è una lezione che aiuta a comprendere come adattarsi a un mondo che cambia nelle fabbriche, nei territori e nelle comunità. Infine, la questione che forse rappresenta la vera chiave di volta che ha retto l’intensa narrazione proposta da
Mauro Ferrari: quella fede in assenza della quale non possono realizzarsi né l’immediata e compassionevole azione di cura e conforto, né la battaglia infinita contro un’idra in grado di sfiancare persino Ercole perché capace di ricreare, ogni mattina, la propria teste decapitata il giorno precedente. Tutto ciò si chiama speranza. Un piccolo, ma “grande” successo per l’iniziativa “Costruire una nuova realtà” che ho pensato e voluto come “palestra culturale” il cui fine
è esortare i reggiani di mettersi in gioco per costruire un futuro migliore.
IMPRESE
REGGIANE
Si invitano le Aziende Associate della provincia di
Reggio Emilia a segnalare notizie
e avvenimenti sulle loro attività all’Ufficio
Comunicazione di Unindustria Reggio Emilia,
tel. 0522 409760-409723, e-mail:
[email protected].
La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di Vision.
In un mercato sempre più caratterizzato da alti livelli di
variabilità della domanda, le aziende moderne esprimono la necessità di disporre di uno strumento che agevoli
la gestione della capacità produttiva e che risolva due
diverse necessità: soddisfare le richieste del cliente, aumentando il livello di servizio ed evitando la perdita di
flussi di ricavo, ed ottimizzare la capacità produttiva, minimizzando lo spreco di risorse e l’incidenza sui costi.
Riconoscendo l’importanza di questo tema, Q&Oconsulting propone ai suoi clienti un nuovo strumento tecnologico. Simula è un web-tool di supporto alla pianificazione della produzione che permette di avere un’indicazione di massima di quanto si dovrà produrre e di
quante e quali risorse produttive saranno necessarie nel
breve medio-periodo. Offre un ambiente di simulazione
in cui il pianificatore ha la possibilità di valutare l’impatto
della domanda entrante sul piano di produzione già presente e valutarne la fattibilità in termini di capacità produttiva. Inoltre serve al responsabile di produzione per
organizzare il carico di lavoro delle risorse disponibili
(uomini e macchine) nel breve termine, per poter rispettare le date di consegna definite in sede contrattuale.
L’interfaccia user-friendly ed un’accurata gestione a vista permettono all’utilizzatore di verificare l’avanzamento
dell’ordine ed il grado di saturazione delle risorse produttive. Infine, è uno strumento di approfondimento e
apprendimento interno, utile alla comunicazione tra i vari
reparti ed al monitoraggio delle dinamiche del sistema.
il Natale in arrivo Attilio Servi, oltre al classico panettone, propone una linea gourmet di focacce, tra cui spicca la Focaccia del Contadino: una variante salata del
classico dolce natalizio, i cui ingredienti principe sono le
pere e il Parmigiano Reggiano DOP. Per quanto riguar-
da il Re dei Formaggi, la scelta di Attilio Servi è caduta
sul Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi targato
Casello 417, quindi prodotto dal Caseificio Colline di
Selvapiana e Canossa. Una grande soddisfazione per
Dalter Alimentari, che ha acquisito questa realtà già nel
2005, avviando poi un processo di modernizzazione
della struttura, oggi un unicum nel panorama dei caseifici di montagna della provincia reggiana.
BLULINK
“Quality for Results” è lo slogan coniato dall'European
Organization for Quality in occasione della “Settimana
Europea della Qualità”, campagna lanciata nel 1995 a
tutti gli Stati membri con la richiesta di tenere nel corso
DALTER ALIMENTARI
Per Dalter Alimentari si preannuncia un dolce Natale:
merito della collaborazione con il pastry chef Attilio Servi, titolare dell’omonima pasticceria a Pomezia, Roma.
Da alcuni anni nel gotha della pasticceria italiana, tanto
da aver avuto l’onore di servire due diversi Papi e da essere il “riferimento dolce” per la Santa Sede, Attilio Servi è protagonista assiduo nei più importanti eventi di
settore, dal SIGEP di Rimini allo Sweety of Milano. Per
del mese di novembre iniziative per diffondere la Cultura
della Qualità.
Durante questa settimana si colloca la Giornata Mon-
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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Q&OCONSULTING
ERREVI SYSTEM
Errevi System, società reggiana operante in ambito ICT
dal 1997, si appresta a chiudere il 2016 confermando il
trend di crescita degli ultimi anni. L’azienda ha investito
nello sviluppo di nuovi territori con focus particolare sul-
la Lombardia, rinnovando la propria sede commerciale
di Milano e consolidando la propria presenza grazie all’acquisizione di importanti nuovi clienti. Tra questi anche il Comune di Cremona, per il quale Errevi System
ha implementato un innovativo progetto di infrastruttura
iper-convergente che ha portato ad una estrema semplificazione del sistema informatico comunale. Importanti
collaborazioni vedono Errevi System impegnata anche
in territorio reggiano: l’azienda ha infatti supportato Comer Industries nel progetto di innovazione della sua infrastruttura informatica dedicata al CAD, che ha permesso all’azienda di Reggiolo di semplificare e migliorare il modo di lavorare del suo ufficio di progettazione.
Anche la divisione Business Solutions presenta importanti novità: essa ha infatti arricchito il proprio portafoglio
prodotti, presentando al mercato italiano una soluzione
innovativa di Field Service Management focalizzata sul
miglioramento delle performance dei tecnici sul campo.
A breve Errevi System festeggerà inoltre un’importante
ricorrenza: il 2017 in arrivo segnerà i primi 20 anni di attività dell’azienda e inizierà con l’inaugurazione di una
nuova sede, scelta volta a supportare il progetto di crescita aziendale.
CORGHI
Corghi ha realizzato un video decisamente atipico per il
settore che racconta per immagini la storia della nascita
di una attrezzatura, uno dei modelli di punta dell’azienda
FERRARI SERGIO METALMECCANICA
Lv8 Elevate ha preso parte per la prima volta ad Intermot, fiera internazionale per il mondo delle due ruote
che si è tenuta lo scorso ottobre. Lv8, per l’occasione,
ha proposto diversi prodotti tra cui sollevatore per Trike
(cavalletto mono braccio sinistro e arredo tecnico da officina auto e moto) riscuotendo successo tra il pubblico
tedesco. In concomitanza con l’esposizione biennale di
Colonia, si è svolta a Milano, la 74 edizione di Eicma
Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo. Lv8
Elevate e LV8 Qube, marchi di Ferrari Sergio Metalmec-
canica, sono stati i protagonisti e ideatori della “Officina
Cucina made in Italy”, una reinterpretazione dello spazio
officina, rivisitando l’arredo tecnico modulare per officina in «cucina italiana». È cosi andato in scena “the master chef of your workshop space” nello spazio reinventato all’insegna delle eccellenze della food valley e della
motor valley. Coprotagonisti del progetto sono stati il
Consorzio del Prosciutto di Parma, Smeg, Azienda Agricola Bertinelli, Cantine Ariola e Laminam. Il marchio LV8
Elevate, ideato nel 2002, è oggi brand leader nella progettazione, costruzione e fornitura di cavalletti moto, sollevatori moto, attrezzature e arredo tecnico modulare
per moto/auto officine con la linea LV8 Qube.
emiliana, l’Artiglio Master Jolly, e lo fa seguendo un percorso narrativo che è anche produttivo. Solitamente si
vedono questo tipo di attrezzature in funzione, ma questo film invece si concentra non tanto sulla macchina in
sé, che è protagonista inconsapevole, ma accompagna
chi lo guarda in un viaggio attraverso le varie fasi produttive, con un ritmo incalzante e sicuramente coinvolgente. Si nota così l’impegno necessario per la produzione di uno smontagomme tra i più venduti al mondo, e
si scopre quanto lavoro ci sia dal taglio della prima lamiera fino alla preparazione alla spedizione. Quello che
emerge è l’orgoglio per una produzione completamente
realizzata negli stabilimenti nel distretto di Correggio, e
in poco meno di tre minuti si possono realmente constatare come tutte le lavorazioni, dal taglio alla piega,
dalla saldatura alla verniciatura, fino al montaggio e
stoccaggio sono espressione di una filiera virtuosa frutto di esperienza decennale.
UNIMAC-GHERRI
Nel corso del 2016 Unimac-Gherri - azienda di Montecchio attiva nella produzione di impianti di confezionamento per le industrie alimentari - ha messo rinnovato la
propria immagine a partire dal logo e dal sito internet, fino all’apertura di nuovi spazi per gli uffici commerciale
ed amministrativo.
Già nel 2013 era stata ampliata l’area produttiva, raddoppiando lo spazio dell’officina.
Quest’anno l’opera si è completata con la costruzione
di nuovi uffici, moderni e funzionali, accanto alla sede
esistente. Sono state realizzate ampie vetrate per dare
luce e respiro, rendendo così l’ambiente più piacevole
per dipendenti e clienti, ma anche per simboleggiare lo
spirito di apertura dell’azienda alle novità, al futuro e alle
tante soluzioni innovative. Alle pareti sono stati appesi
pannelli con le fotografie delle macchine prodotte abbinate a capitali del mondo per sottolineare l’internazionalità dell’azienda e il fatto che le macchine vengono vendute in tutto il mondo. La facciata è stata ridipinta con
colori più eleganti e sobri per un’immagine più curata. I
nuovi uffici sono stati inaugurati alla presenza dei dipendenti con le rispettive famiglie, dei fornitori e delle autorità locali. In concomitanza con la fiera Cibustec di Parma inoltre l’impresa ha aperto le porte ad agenti, colla-
boratori commerciali e clienti, allestendo una zona espositiva all’interno del comparto produttivo, dove è stato
possibile visionate i modelli più importanti e una linea di
confezionamento salse in funzione.
SERIGRAFIA 76
Serigrafia 76, l’azienda montecchiese riferimento internazionale per la produzione di grafiche adesive e loghi
tridimensionali per veicoli e macchinari industriali, ha
partecipato ad Eima 2016 con alcune importanti novità.
“Questa edizione di Eima è stata per noi molto importante – afferma Elisa Mammi, responsabile commerciale
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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diale della Qualità, istituita il secondo giovedì del mese
di novembre e, in questa giornata, Blulink organizza da
sette anni il Quality for Italy - Italy for Quality.
“L'evoluzione delle Organizzazioni e dei Processi - ai
tempi di Quality 4.0 - per il Risultato” è stato il titolo dell'incontro, diversi i temi affrontati: l'evoluzione delle
aziende, degli scenari e dei processi, il ruolo dell'etica
nella qualità sempre più forte oltre che le sfide che la digitalizzazione ci offre e il Cliente 4.0.
Tra i relatori: Alessandro Brun, professore di Quality Management al corso di Laurea in Ingegneria Gestionale al
Politecnico di Milano; Stefano Setti, Direttore Tecnico
Blulink; Oliviero Casale delegato AICQ per Industria
4.0 ed Ezio Boiani, consulente senior del Gruppo Galgano. A breve sui canali Blulink verranno pubblicati i video riassuntivi.
ministratore Delegato di Sabart Luigi Bartoli. Tra i prodotti più apprezzati di Oregon, che Sabart distribuisce
in esclusiva per l’Italia, il sistema di taglio SpeedCut, la
testina per decespugliatore Gator SpeedLoad e la gamma di macchine da giardinaggio a batteria. Anche il nuovo catalogo AgriRicambi ha catturato l’interesse dei visitatori, grazie al significativo ampliamento della gamma di
ricambi e accessori per macchine agricole e al rinnovamento della veste grafica. Delle novità a marchio ForestalGarden, hanno ricevuto un riscontro particolarmente
positivo le testine con inserto antiusura e l’ampliamento
dell’offerta di ricambi tecnici per motoseghe e decespugliatori.
EMAK
BREVINI
Dal 2012 Brevini partecipa ogni anno al progetto Pmy
Day – Industriamoci, promosso dalla Piccola Industria di
Confindustria, in collaborazione con Unindustria Reggio
Emilia e rivolto alle scuole medie inferiori.
Brevini nei giorni scorsi ha aperto le porte dell’headquarter di via Luciano Brevini a 100 studenti, appartenenti a due classi della Fermi e a due classi della Fontanesi, che hanno avuto la possibilità di scoprire l’azienda
e quali figure professionali una multinazionale ricerchi.
La presentazione in aula è stata condotta dall’ing. Claudio Lucchi, maestro del Lavoro, che ha collaborato con
Brevini per oltre 20 anni. A seguire i ragazzi, guidati dallo staff aziendale, hanno visitato anche il plant produtti-
giovani ospiti è poi stata offerta una merenda. Claudio
Bombardi, direttore generale e responsabile vendite, ha
così illustrato le finalità di questo progetto: “La formazione degli allievi è un tema a noi molto caro: l’obiettivo è
quello di impostare un legame duraturo tra scuola e imprese, aprendo le porte dell’azienda a questo e altri
eventi dedicati ai giovani. Iniziative importanti per far
scoprire ai ragazzi come nasce un prodotto e quale ruolo fondamentale l’industria svolge per l’economia, ma
anche per la società. Un segnale chiaro del fatto che
sono le persone la vera risorsa per continuare a competere nel mondo. In tale ottica, infatti, negli scorsi mesi
Bombardi Rettifiche ha aderito ad altre due iniziative. A
settembre è stata data continuità al percorso di Alternanza Scuola Lavoro (A.S.L.) iniziato il marzo scorso: un
Un successo la partecipazione di Emak ad Eima, dove
l’azienda emiliana ha presentato le ultime novità dei
SABART
Si è conclusa con successo la partecipazione di Sabart
a Eima, dove l’azienda emiliana ha portato le ultime novità nei settori forestale, giardinaggio e agricolo, a marchio Oregon, ForestalGarden e AgriRicambi (Sabart).
“Nell’edizione da record di Eima, che ha collezionato
285 mila presenze, esprimiamo anche noi grande soddi-
sfazione per la forte affluenza dei visitatori, privati e professionisti del verde, che sono accorsi fin dal primo
giorno nel nostro stand, dimostrando grande interesse e
curiosità nei confronti delle nostre novità” – spiega l’Am-
brand Efco, Oleo-Mac, Nibbi e Bertolini. Tra le novità
proposte, sono state particolarmente apprezzate le nuove motoseghe da potatura MTT 2500 e MTT 3600 di Efco; GST 250 e GST 360 di Oleo-Mac. Si distinguono
per il design unico ed esclusivo Made in Italy firmato
Giugiaro, azienda leader a livello mondiale nel settore del
disegno industriale, che abbina perfettamente la qualità
e la funzionalità del prodotto all'estetica e all’ergonomia
di un design innovativo. Ottimo riscontro anche per il rinnovo della gamma Bertolini e Nibbi, con l’introduzione
dei motocoltivatori ad uso intensivo dotati di nuovo comando frizione con sistema EHS che garantisce facilità
di impiego, riduzione degli sforzi e massima semplificazione per l’utilizzatore. Presso lo stand ha suscitato particolare interesse anche l’Engine Management System for
two-stroke engine, controllo elettronico per l'iniezione di
carburante in un motore due tempi che sfrutta la corrente di ionizzazione come segnale di retroazione: innovazione che è stata insignita del titolo “Segnalazione 2016” al
“Concorso novità tecniche”. Premio attribuito anche al
Sensore ottico di presenza olio catena per motosega,
che rileva il livello di lubrificante indipendentemente dalla
posizione in cui si trova la motosega stessa.
vo delle lavorazioni meccaniche. L’iniziativa a livello nazionale ha coinvolto 40mila partecipanti che hanno visitato oltre 950 imprese aderenti all’iniziativa, mentre
Reggio Emilia i numeri parlano di oltre 1.300 studenti
presenti in oltre 30 aziende su tutto il territorio provinciale. Con questo appuntamento che negli anni è fortemente cresciuto, studenti e insegnanti, ma anche giornalisti e amministratori locali, hanno l’opportunità di entrare nelle imprese del loro territorio e conoscere l’attività e l’impegno degli imprenditori e delle persone che
vi lavorano.
BOMBARDI RETTIFICHE
Bombardi Rettifiche ha preso parte anche quest’anno
all’iniziativa “Pmi Day - Industriamoci”. Gli alunni e gli insegnanti della scuola media Pertini 2 di Reggio Emilia
hanno visitato la sede di Cadelbosco Sopra e hanno
avuto l’opportunità di toccare con mano la produzione
industriale, dall’ingresso del materiale alle lavorazioni, fino ai controlli in progress. Alla fine della visita guidata ai
allievo in uscita dalle classi terze di Meccatronica è stato ospitato per un tirocinio di tipo lavorativo di 160 ore.
A ottobre, invece, l’impresa ha collaborato con la Fondazione ENAIP Don Magnani, un ente di formazione
professionale, per la formazione di un allievo attraverso
un periodo di stage all’interno dell’azienda per una durata di 180 ore”.
MOSS
Nei giorni scorsi due classi della scuola media Einstein
di Reggio hanno vistato l’azienda Moss.
L’iniziativa si inserisce nella settima edizione del Pmi
Day - Industriamoci.
“Moss anche quest’anno ha aderito all’iniziativa con entusiasmo – spiega la titolare Daniela Fantozzi, che ha accolto personalmente i ragazzi – e abbiamo fatto confrontare le classi con diverse figure attive all’interno della nostra realtà industriale: dal direttore tecnico Marco Minardi, ai responsabili che gestiscono la qualità e sicurezza
Claudia Fabbi e Andrea Pelli. Gli studenti inoltre hanno
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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e marketing – perché coincide con il quarantennale della nostra azienda e perché ci siamo presentati in una fase di forte ampliamento dei prodotti e servizi. Abbiamo
avviato già da qualche tempo alcuni progetti in collaborazione con nostri partner, che ci hanno scelto e individuato non più soltanto per la fornitura di grafiche adesive e loghi tridimensionali, ma anche per una gamma di
servizi e forniture che non sono di nostra diretta produzione, per i quali ci viene comunque chiesto un ruolo di
interlocutore di fiducia. Offriamo prodotti per l’etichettatura durevole e la marcatura industriale. La proposta di
serigrafia prevede un servizio completo: software, stampanti, adesivi e cartucce, oltre che formazione e assistenza per l’installazione e la manutenzione. Sempre più
clienti ci chiedono di diventare unico referente anche
per forniture di carattere commerciale che pure non produciamo direttamente, quali manuali d’uso e di manutenzione, prodotti adesivi non strettamente legati alla
decorazione o alla sicurezza ma che interessano altri
ambiti come l’etichettatura permanente in sostituzione
delle targhe rivettate in alluminio, soluzioni per l’etichettatura legata alla logistica interna, antieffrazione e antimanomissione per parti di ricambio e componenti”.
tappini in plastica e il funzionamento di una macchina
per capsule in alluminio. Le scolaresche hanno mostrato
interesse sottoponendo domande e curiosità riguardo i
processi aziendali, informandosi anche sui percorsi scolastici intrapresi dal personale con cui hanno avuto modo
di relazionarsi. Moss è rimasta pienamente soddisfatta
dell’esperienza affrontata quest’anno e spera di aver
contribuito con la propria partecipazione ad informare e
formare i giovani ad intraprendere il giusto percorso scolastico per il loro futuro ingresso nel mondo del lavoro”.
l'iniziativa. In Immergas sono state accolte due classi
terze della Scuola Media di Gualtieri (Re). «Far conoscere ai giovani, nel contesto della settimana europea
dedicata alle PMI, come si vive nelle fabbriche nell’era
di Industrie 4.0, nella fabbrica digitale – spiega Mirko
Orlandini, Direttore Risorse Umane Immergas – era il
nostro obiettivo e abbiamo raccolto grande interesse e
curiosità sia tra gli studenti che tra gli insegnanti». Anche Industriamoci è un'occasione per raccontare la storia delle aziende, l'orgoglio, i valori e la cultura che sono
alla base del lavoro quotidiano delle persone che ne
fanno parte. Le visite guidate consentono a Immergas di
contribuire a diffondere la conoscenza della realtà produttiva e l'impegno quotidiano a favore della crescita
del paese. I ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Gualtieri
hanno fatto visita al museo aziendale, alle linee produttive e alla Domus Technica, il Centro di Formazione Avanzata Immergas, con tante occasioni per domande e risposte su tematiche come il risparmio energetico e la
qualità dell'abitare, che assumeranno rilevanza sempre
maggiore, anche alla luce delle nuove politiche dell'Unione Europea in materia di sostenibilità.
OMIG
Si è concluso nel mese di settembre il trasloco di tutti gli
ambienti produttivi di OMIG nella nuova sede di via Raffaello 33, nella zona industriale di Mancasale (Reggio Emi-
COMATROL
“Vi presentiamo la fabbrica, come è veramente e come
forse non riuscite a immaginarla”. Con questo obiettivo
Immergas ha aderito per il quinto anno consecutivo al
Il progetto nasce in Comatrol nel 2015 con l’obiettivo di
individuare la percezione dei dipendenti circa il livello di
comunicazione promossa in azienda. Attraverso una serie di interviste condotte da Federmeccanica all’interno
dello stabilimento di Reggio Emilia, Comatrol è stata
identificata come azienda “Champion” nelle relazioni interne. “Questo riconoscimento – afferma Emiliano Cagliari, Plant Director dello stabilimento di Reggio Emilia
PMI Day – Industriamoci. Quest’anno sono stati oltre
40.000 gli studenti che hanno partecipato alle visite organizzate nelle oltre 950 imprese che hanno aderito al-
– conferma che le comunicazioni regolari ed aperte con
i nostri dipendenti relativamente alle performance aziendali, ai risultati finanziari ed alla strategia, le buone rela-
IMMERGAS
zioni con i Sindacati, il coinvolgimento delle persone
sulle attività di miglioramento continuo e l’organizzazione di eventi che promuovano la socialità, sono la giusta
direzione per il successo dell’organizzazione”.
“Un sincero grazie – aggiunge Cagliari, confermando
l’intenzione di proseguire seguendo questa direzione va al team HR e a tutto il management per l’attenzione
prestata alla comunicazione interna durante lo svolgimento del proprio lavoro; il grazie più grande va però alle persone dello stabilimento di Reggio Emilia per la fiducia mostrata. Questo elemento è stato essenziale per
raggiungere l’importante traguardo”.
I clienti scelgono questa software-house con pluriennale esperienza in continuo sviluppo nel settore IT, logistica e spedizioni, per le loro sedi estere e per le loro delocalizzazioni produttive.
Fra le principali, recenti installazioni logistiche dell’applicativo CM-Logistica.net, in aggiunta alle esistenti in
Spagna, Svizzera, Singapore, ci sono Lisbona, Hannover e Francoforte. Per il mercato delle spedizioni nazio-
nali ed internazionali e delle pratiche doganali, Cis &
Met è stata scelta da un Top Player svizzero che ha
adottato la soluzione CM-Spedizioni.Net, specifica per
la gestione e il controllo completo del loro business nel
mondo. Grazie all’esperienza pluriennale e alle conseguenti competenze, Cis & Met ha creato per gli operatori logistici e spedizionieri una soluzione completa,
CM-Suite.Net, ottenendo notevoli successi con una
particolare attenzione e costanza nell'affiancamento al
cliente. Fin dal momento del “go-live”, infatti, i clienti sono in grado di gestire tutte le criticità del loro settore.
Cis & Met, grazie alla sinergia instaurata con i propri
clienti, è riuscita a sviluppare soluzioni all’avanguardia e
qualificare sempre di più il proprio personale.
CIMA CABLAGGI
lia). Un passaggio storico per l’azienda produttiva reggiana, specializzata nella produzione di ingranaggi da quasi
40 anni: un rinnovamento completo sia per l’ampiezza degli ambienti che l’efficienza dei processi implementati –
sottolinea il titolare Ivano Cocchi.
“Quella in cui oggi ci troviamo non è una nuova OMIG
ma un’altra OMIG” – sottolinea Ivano Cocchi, titolare di
OMIG. A margine del trasloco e a conclusione del rinnovamento messo in atto dall’azienda, OMIG ha provveduto a modernizzare anche la sua immagine: infatti, proprio in occasione di EIMA 2016, ha inaugurato il nuovo
sito internet, all’interno del quale potete trovare la cronaca del trasloco raccontata proprio dai protagonisti.
CIS & MET
Cis & Met negli ultimi anni ha ulteriormente incrementato la presenza dei suoi prodotti su scala internazionale.
Cima Cablaggi è nata nel 2008 con l’acquisizione di
tecnologie, competenze e struttura produttiva di una
precedente azienda che dal 1979 era attiva nella produzione di cablaggi e quadri elettrici.
Con l’intento di proiettarsi sempre più verso l’automa-
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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avuto modo di visionare tutti i reparti produttivi, compresi
l’ufficio della progettazione tecnica ed elettronica e il reparto di montaggio e collaudo, dove hanno visto lo stadio iniziale di assemblamento di una macchina offset per
supporters austriaci) che hanno soggiornato in Emilia
tra le due giornate. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Parma
la delegazione a seguito della squadra ha raggiunto la
nostra città, così come la stampa, mentre i vip hanno
scelto di soggiornare a Parma e i supporters a Bologna.
NETIDEA WEBRANKING
Una giuria composta da esperti internazionali, tra cui
Avinash Kaushik, Digital Marketing Evangelist di Google
e Adam Singer, Analyst Advocate di Google, ha premiato Webranking per il migliore case SEO dell’anno svolto
sul sito Marazzi durante la cerimonia degli SMXL
Awards al MiCo di Milano, nell’ambito del convegno in-
Gli ospiti hanno avuto occasione di conoscere la cucina
locale, ed Itinere ha organizzato per loro visite guidate a
Reggio e Parma per fare scoprire queste perle emiliane
anche in Austria.
L’ospitalità è stata apprezzata dalla squadra ospite che
ha ringraziato Itinere per la professionalità e l’accuratezza con cui ha organizzato l’incoming.
Itinere ha gestito un altro grande evento sportivo che ha
costituito un’occasione di promozione (turistica e non
solo) per l’intera città di Reggio Emilia e per tutto il territorio emiliano.
Modena Cento Ore è l’unico evento italiano del 2016
ad aver ricevuto la nomination come Rally of the Year
ITINERE
In occasione della quarta giornata di Europa League
Sassuolo - SK Rapid Vienna, svoltasi a Reggio Emilia,
Itinere ha gestito 720 persone (squadra ed entourage e
BELTRAMI REAL ESTATE
Nel corso del periodo estivo sono avvenute due nuove
aperture negli immobili di proprietà di Beltrami Real
Estate che sono stati ristrutturati e riqualificati per ri-
CAVAZZONI
CANOSSA EVENTS
ternazionale dedicato alla comunicazione e al marketing
digitale. Un premio che nasce dalla collaborazione tra
l’agenzia di Search Marketing Webranking e Marazzi, tra
i leader mondiali nel settore delle piastrelle in ceramica
e gres porcellanato, che dal 2015 lavorano insieme per
migliorare il posizionamento organico del brand a livello
internazionale sul web. La strategia messa in atto ha tenuto conto dell’esigenza di Marazzi di rivolgersi in modo
distinto al target B2B e B2C, migliorando la qualità della navigazione degli utenti e strutturando una comunicazione declinata e specifica sui due segmenti.
do. Per il secondo anno consecutivo infatti la Cento Ore
è entrata nella short list degli eventi più belli al mondo.
La serata delle premiazioni si è svolta a Londra. La Modena Cento Ore 2017 si svolgerà dal 6 all’11 giugno.
Le pre-iscrizioni stanno confermando il grande entusiasmo per l’evento, che sta per registrare il tutto esaurito
già nella fase di early booking dell’evento, con domande
di partecipazione giunte da tutto il mondo. Il team della
Scuderia Tricolore e di Canossa Events sta preparando
un programma ancora una volta unico, che vedrà gli
equipaggi sfidarsi per quattro giorni sulle più belle strade di Emilia-Romagna e Toscana, da Rimini a Firenze,
da Forte dei Marmi a Modena.
agli International Historic Motoring Awards, gli “oscar”
riservati ai migliori eventi di motorismo storico nel mon-
Spirax Sarco, Kaeser Compressori e Bono Energia per
la prima volta insieme per un progetto rivolto alle aziende, in particolare a quelle che prevedono cicli produttivi,
che intende creare consapevolezza e conoscenza intorno al tema del risparmio energetico. Per scoprire tutto
sul recupero energetico e trovare in poco tempo la soluzione giusta per la propria azienda basta visitare il sito
www.recuperoenergia.org.
L’energia rappresenta, oggi più che mai, un importante
valore strategico nei processi industriali. Un’opportunità
che bisogna rendere accessibile e veloce per ogni
azienda che voglia implementare il proprio potenziale.
Entrando nel sito è possibile trovare case history da cui
trarre ispirazione, news di settore, ma anche schede
tecniche di prodotto sempre aggiornate. Il portale è
inoltre in grado di elaborare e proporre, attraverso un
veloce questionario, soluzioni ad hoc mettendo in contatto attivamente le realtà industriali con i principali partner del settore. È possibile scoprire il proprio potenziale
nell’area interattiva disponibile in homepage che permette di calcolare, inserendo alcuni semplici dati riguardanti attività e potenziale risparmio annuo.
Per l’evento conclusivo del Tour 2016 i partner di Recupero Energia hanno fatto tappa nella sede di Cavazzoni
a Reggio Emilia.
spondere al meglio alle esigenze della clientela.
La personalizzazione delle strutture, la location ottimale,
la disponibilità ad attività tailor made hanno decretato il
successo di queste ulteriori iniziative testimoniate dal
forte afflusso di clientela fin dai primi giorni di apertura.
A Reggio Emilia, in via Rodano (fronte OBI), in particolare è stato inaugurato un nuovo locale denominato
Trallallero che è uno spazio per bambini e genitori che
vogliono godersi una cena in tutto relax, oppure desiderano organizzare un compleanno o un party in compagnia.
A Soave (VR) in viale del Commercio 26 è stato invece
inaugurato il Sushi Kikko restaurant, un concept di cucina etnica giapponese con elementi fusion asiatici adeguando ai gusti italiani il menù tipico del Sol Levante, inserendo ricette saporite adatte anche ai bambini.
ISI PLAST
Isi Plast - azienda italiana leader nella produzione di
contenitori in plastica per il settore industriale, alimentare ed eco-sanitario - ha intrapreso un importante percorso volto all’innovazione tecnologica che ha portato all’introduzione delle navette a guida automatica senza operatore AGV (Automatic Guided Vehicles). L’introduzione
di questi veicoli automatizzati all’interno del ciclo produttivo dell’azienda ha consentito di ottimizzare e rendere più efficienti i flussi di movimentazione dei pallet all’interno del reparto produttivo e dei magazzini. Tutto
questo si traduce anche in un netto miglioramento delle
attività di controllo sulla qualità del prodotto finale ed
15
Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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zione Cima Cablaggi si è dotata di una gamma professionale di macchine automatiche per il taglio, la lavorazione ed il confezionamento dei cavi, specializzandosi
nei settori: motociclo, automotive, autocarri, ferrotramviario, gpl e metano, idropulitrici, elettronica civile e industriale, illuminotecnica, quadristica elettromeccanica.
Oggi Cima Cablaggi è una concreta realtà produttiva
che opera con attrezzature all’avanguardia su una superficie coperta di 650 metri quadri. Nella propria sede
di Rubiera in provincia di Reggio Emilia.
Imprese Reggiane
16
TECNOVE
Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha fatto tappa nella provincia reggiana in un
percorso di vicinanza e conoscenza delle realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio.
Dopo un incontro con le istituzioni e gli imprenditori
presso il Comune di Novellara, ha visitato l’azienda metalmeccanica Tecnove, che è stata selezionata come
ARGO TRACTORS
una maggiore sicurezza volta alla salvaguardia della salute degli operatori. L’implementazione tecnologica intrapresa da Isi Plast è il segno tangibile della volontà
aziendale di essere leader del proprio settore.
PRIMA INDUSTRIES
Argo Tractors, realtà industriale produttrice dei trattori
Landini, McCormick e Valpadana, che ha il proprio head
Quarter a Fabbrico, ha accolto presso la propria sede
Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, assieme ai Sindaci dell’Unione dei Comuni della Pianura e della Bassa
Reggiana.
Ad accompagnare la delegazione istituzionale è stato il
A luglio 2016 Prima Industries ha ottenuto la certificazione, riconosciut a a livello internazionale, I S O
14001:2015, superando brillantemente l'audit dell'ente
di certificazione TÜV Thüringen.
L’acquisizione di tale certificazione, che è facoltativa, è
la dimostrazione dell’impegno di Prima Industries a ga-
rantire la qualità dei processi ed a gestire con maggiore
efficienza e continuità le problematiche legate all'impatto ambientale. Inoltre ed in tale ottica, per ridurre il consumo di energia, Prima Industries ha sostituito l'impianto di illuminazione al neon con luci led più brillanti, efficienti e senza sostanze pericolose, che sono studiate
per durare fino a 80.000 ore (circa 10 anni di luci accese 24 ore al giorno), oltre che per garantire un forte abbattimento dei consumi con relativo miglioramento in
Presidente di Argo Tractors, il Cav. Valerio Morra, assieme al figlio Alberto e ad alcuni stretti collaboratori.
Azienda strettamente legata ad una produzione Made in
Italy concentrata nell’area reggiana, Argo Tractors conta
oggi complessivamente 1.650 dipendenti, con una capacità produttiva di 22.000 trattori all’anno.
La delegazione ha proseguito la mattinata visitando lo
stabilimento di Fabbrico: dalla sala lavorazioni meccaniche alla linea di assemblaggio trattori e alla linea trasmissioni, quest’ultima caratterizzata da un cantiere di ampliamento al fine di adeguarla alle logiche Kaizen, già implementate in azienda, per poi arrivare al nuovissimo R&D
Center di Argo Tractors che, con l’occasione, ha ricevuto
un’inaugurazione di rilievo. La visita si è infine conclusa
con la presentazione di alcuni modelli di trattori rappresentativi dell’ampia offerta prodotto Argo Tractors.
esempio virtuoso di connubio tra storia pluridecennale e
approccio all’innovazione e al cambiamento.
Nel corso della visita nelle unità produttive, il Presidente
Bonaccini ha dimostrato interesse per la tecnologia utilizzata, l’organizzazione del lavoro, oltre ad aver notato ed
apprezzato gli interventi strutturali di consolidamento effettuati per la messa in sicurezza dopo il terremoto del 2012.
Sono stati molti e costruttivi gli spunti di riflessione nati
da questo momento di scambio e di confronto su tematiche e problematiche condivise da molti imprenditori su
cui lavorare in maniera congiunta.
Hanno partecipato alla visita anche Andrea Rossi, sottosegretario alla Presidenza della Regione, i sindaci Elena
Carletti di Novellara con l’assessore Marco Battini, Fabrizio Allegretti di Rolo, Maurizio Terzi di Fabbrico, Lucio
Malavasi di Rio Saliceto e Cinzia Ghisi, Assistente alla
Direzione di Tecnove.
ACO PASSAVANT
“La Nuvola” di Massimiliano Fuksas, firmata dal noto architetto romano, è un gioiello di architettura e ingegneria che coniuga l’anima storica e barocca della capitale
con l’approccio razionalista del quartiere, attraverso soluzioni innovative, un approccio eco-compatibile e materiali tecnologicamente avanzati.
Il nuovo Centro Congressi di Roma è un’opera di gran-
de impatto architettonico per la cui realizzazione sono
stati scelti e applicati materiali e soluzioni innovative tra
cui i sistemi di drenaggio di ACO, sia per la loro efficacia e tecnologia, sia per il loro design minimale ed essenziale, per una perfetta armonia visiva ed estetica con
il contesto architettonico circostante. Il contributo di
ACO per la realizzazione del nuovo Centro Congressi di
Roma non si è limitato solo alla fornitura delle linee di
drenaggio: gli ingegneri dell’azienda hanno affiancato i
progettisti nell’individuazione dei diversi punti dove collocare i canali di scarico e inoltre, prima dell’installazione, ogni tratto della rete di drenaggio è stato sottoposto
a simulazioni e verifiche idrauliche attraverso il software
specifico HYDRO in grado di simulare condizioni di moto non uniforme in condotte. I responsabili tecnici e
commerciali hanno inoltre effettuato numerosi sopralluoghi in cantiere per aiutare i progettisti a superare tutte le
difficoltà di una realizzazione così complessa e affiancarli sia in fase di progettazione sia in fase operativa.
MAP MANAGING CONTROL
Si è tenuto presso l’Università degli Studi di Modena e
Reggio Emilia il convegno di presentazione di DataSmart: innovativo prodotto pensato per imprenditori,
consulenti e per tutte le figure legate alle analisi aziendali. Nato da un mix di ricerca scientifica e di esperienza
pratica è uno strumento innovativo di gestione, capace
di supportare ogni giorno le decisioni di manager e imprenditori. DataSmart è una piattaforma tecnologica che
trasforma il controllo di gestione “tradizionale”, in uno
strumento innovativo di guida quotidiana alle decisioni
d’azienda, capace di dialogare con tutti i processi aziendali, trasformare grandi volumi di dati in poche e decisi-
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Imprese Reggiane
termini di impatto ambientale. Infine con l’obiettivo di essere produttori ecologicamente responsabili, l’azienda
ha attuato importanti investimenti per sostituire le precedenti presse ad iniezione con le nuove Engel Victory, ottenendo un abbattimento di circa il 30% sul consumo di
energia elettrica. La vision di Prima Industries è tutta
orientata al modello di Smart Factory e l'aver superato
con successo la certificazione, convalida gli sforzi di tutto lo staff.
cassonetti blu. Le confezioni Tetra Pak consegnate nella postazione del Conad Superstore di
Rubiera andranno ad aggiungersi alla raccolta
differenziata cittadina.
MATRIX MEDIA
tendo di individuare immediatamente in quale zona del
comune ci si trova anche grazie alla differenziazione cromatica delle icone.
Il progetto è ambizioso, la vision è comune: creare un unico polo digitale che possa affiancarsi
alle aziende e fornire un servizio altamente professionale.
Parte da questo presupposto l’operazione che ha
portato all’unione operativa di tre aziende: Matrix
Media, storica agenzia di comunicazione, Seven
It, azienda specializzata nell’informatica e Cyberland, realtà concentrata nella cyber security e
nelle nuove frontiere dell’Iot (Internet of thinghs).
Il passo definitivo è avvenuto nella scelta della
TETRA PAK
sandro Garlassi e Luca Fornaciari. Nel 2014, il progetto
prende forma quando, al team, si unisce anche Danilo
Maini. Nel 2015 DataSmart vince il bando regionale per
l’Emilia-Romagna sull’innovazione tecnologica delle StartUp Innovative, e oggi vanta oltre 50 applicazioni in uso
presso piccole, medie e grandi aziende, di tutta Italia.
APOGEO
Apogeo srl ha contribuito alla realizzazione della nuova
immagine turistica della città veneta.
Il comune di Treviso ha da poco concluso un intervento
di restyling completo della propria comunicazione, partendo dall’individuazione di aree di interesse turistico
culturale e di percorsi tematici.
Sono stati realizzati un portale web dedicato, una brochure con informazioni dettagliate sul comune, una
mappa a strappo per agevolarne la distribuzione. Il coinvolgimento di Apogeo ha riguardato la creazione e installazione di un corposo numero di manufatti di segnaletica turistica coordinata.
Il materiale della struttura dei manufatti realizzati è il
Cort-en, perfetto per i contesti storici in quanto innovativo, resistente ma dall’effetto particolarmente materico,
L’iniziativa ambientale che fa risparmiare chi ricicla è arrivata a Rubiera che, con il 71,6% dei rifiuti raccolti in modo differenziato nel 2015 e un sistema premiante presso
l’isola ecologica inaugurato pochi mesi fa, è uno dei comuni reggiani tra i più virtuosi nella nostra Regione.
“Riciclare Conviene” è un progetto itinerante ideato da
Conad e Tetra Pak nel 2011 con lo scopo di sensibilizzare i cittadini alla corretta raccolta differenziata, perché
separare i rifiuti conviene non solo all’ambiente, ma anche alla comunità grazie al risparmio economico che
produce.
Giunta alla 13° edizione, l’iniziativa andrà quindi a premiare con sconti sulla spesa la raccolta differenziata dei
cartoni Tetra Pak per latte, succhi, vino e altri alimenti.
Fino a domenica 8 gennaio 2017 sarà in funzione al Conad Superstore di Rubiera la postazione interattiva de-
dicata alla raccolta dei cartoni Tetra Pak: ad ogni conferimento, la macchina emetterà gli eco-scontrini che danno diritto ai buoni sconto sulla spesa nel punto vendita.
Questa iniziativa non sostituisce la modalità di raccolta
dei contenitori Tetra Pak insieme a carta e cartone nei
sede operativa: gli ultimi due piani del palazzo
che fino a pochi anni fa ospitava la sede provinciale di Confcommercio in Giglioli Valle, nel
quartiere del Tondo.
Le tre aziende hanno unito e messo a disposizione l’una dell’altra le rispettive professionalità,
mettendo in campo un servizio di consulenza rivolto alle imprese.
A dimostrare l’inizio di un nuovo e ambizioso percorso ci sono i numeri: 30 professionisti al lavoro e circa 200 clienti attivi con un fatturato consolidato che quest’anno supererà i 2milioni di
euro, il 20% in più rispetto allo scorso anno.
CIR FOOD
Dopo aver presentato in primavera il piano industriale quinquennale con cui punta a sviluppare
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Imprese Reggiane
risulta elegante e moderno, senza però apparire fuori
luogo in aree di specifico interesse artistico e culturale.
La grafica applicata ai pannelli è chiara e pulita, permet-
Imprese Reggiane
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ve informazioni di performance, sfruttando la rapidità e
la semplicità d’uso, tipica delle nuove tecnologie.
DataSmart è una realtà nata nel 2012, fondata da Ales-
ha spiegato come gestire un budget tra integration, deploy e delivery; Ray Oranges, illustratore di fama inter-
so 20 settembre 2016, su invito personale del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, alla cerimonia di premiazione al Palazzo del Quirinale in Roma.
Il premio ha assegnato il riconoscimento alle migliori imprese in grado di mantenere e accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l’innovazione.
Comer Industries è stata scelta “per aver saputo portare nel mondo come leader di settore l’immagine di eccellenza italiana, conseguendo numerosi premi a livello
internazionale”.
WARRANT GROUP
Dall’esperienza di Warrant Group, nasce “Smart 2020”,
la nuova applicazione che l’Associazione Bancaria Italiana riserva alle banche aderenti al Progetto speciale
“Banche 2020” per navigare ed essere sempre informa-
ISAL
nazionale, ha raccontato come sviluppa un’idea a partire
dal processo creativo.
Il pomeriggio ha visto un workshop di approfondimento.
presso SDA Bocconi e LIUC-Università Cattaneo, Fiorani ha maturato diversi anni di esperienza nel settore
Food&Beverage. Dopo aver diretto l’area Logistica e
Global Services di Airest SpA, negli ultimi quattro anni
ha ricoperto il ruolo di Vice President Operation Italy
della divisione F&B di Largardere Travel Retail.
Fiorani lavorerà al piano di sviluppo di questo settore,
che oggi rappresenta il 12% del fatturato dell’impresa,
con l’obiettivo di aprire ogni anno 15 locali di ristorazione, raddoppiando i ricavi nel 2020. Grazie anche al successo raggiunto a Expo 2015, CIR food è pronta ora a
lanciare i propri format di ristorazione commerciale in
shopping center, aeroporti, stazioni, gallerie all’interno di
ospedali, centri urbani di grandi dimensioni e distretti industriali.
Isal, azienda di Correggio, appartenete al gruppo industriale tedesco Kärcher, ha presentato la nuova SM70/E
elettrica, l’evoluzione del modello ISAL SM70 manuale.
La piccola SM70E è una macchina leggera e manovrabile, adatta ad ambienti interni ed esterni e per la pulizia
COMER INDUSTRIES
Comer Industries ha vinto l’edizione 2016 del Premio
Nazionale Imprese per l’Innovazione Andrea Pinifarina,
classificandosi tra le prime nove imprese che hanno ricevuto il “Premio dei Premi”, organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito della Giornata
Nazionale dell’innovazione.
Fabio e Fabrizio Storchi, Presidente e Amministratore
Delegato di Comer Industries, hanno partecipato lo scor-
INSIDE TRAINING
Si è tenuto presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi il Creativity Day 2016, un evento organizzato da
Inside Training, società reggiana specializzata nella
formazione nell'ambito del design, della tecnologia e
dell'innovazione. È stato utilizzato un nuovo format
pensato per consentire ai partecipanti di approfondire
le tematiche preferite lavorando fianco a fianco con gli
speaker.
Questo il panel dei relatori: Gianluca Diegoli, consulente e pubblicista, ha parlato delle peculiarità del mercato
e-commerce per il mobile; Francesco Fullone di Ideato
di vialetti, piccoli parcheggi e stazioni di servizio.
Le sue caratteristiche (spazzola elettrica, filtro aspirazione di facile pulizia, regolazione in altezza dell’impugnatura e dell’angolatura delle spazzole) rendono questa macchina pratica all’uso sia professionale che industriale ma
adatta anche all’uso privato. Isal non ferma la sua corsa
verso l’innovazione e completa con questo prodotto la
già vasta gamma di spazzatrici della sua pipeline.
ti sulle opportunità di incentivazione per le imprese, rese
possibili dalle politiche europee, nazionali e regionali
con particolare riferimento all’area ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica.
“Vi è un tale proliferare di norme e bandi che la prima
impressione è quella di trovarsi di fronte a una giungla
inestricabile. – sottolinea Fiorenzo Bellelli, presidente di
Warrant Group – Per usufruire di tutte queste opportunità, il primo passo è conoscerne l’esistenza e quest’app costituisce un valido supporto informativo che
l’ABI mette a disposizione delle banche e delle imprese
clienti per orientarsi agilmente nell’ampio ventaglio di
agevolazioni e realizzare investimenti eventualmente in
connessione con i prodotti di finanziamento offerti dagli
stessi istituti di credito”.
Il Progetto “Banche 2020” ha l’obiettivo di promuovere
un migliore e più efficace utilizzo degli interventi di sostegno alle imprese realizzati con i Fondi strutturali dell’Unione europea, nella consapevolezza che tali fondi costituiscono una leva finanziaria strategica per lo sviluppo del
Paese e la loro ottimale allocazione rappresenta un’opportunità da cogliere al massimo del suo potenziale.
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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250 milioni di euro di fatturato nei prossimi 5 anni raggiungendo gli 800 milioni di euro, l’impresa di ristorazione CIR food ha rafforzato la divisione della ristorazione
commerciale con la nomina a Direttore di Emilio Fiorani.
37 anni, sposato con due figli, laureato in ingegneria
meccanica al Politecnico di Milano e formatosi quindi
LA SOLITUDINE
dell’imprenditore italiano
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Imprese Reggiane
Impresa
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Il libro di Mauro Magatti
di Dario Di Vico
“La sparizione dell'élite industriale del dopoguerra ha lasciato un vuoto che non è stato ancora colmato. L'Italia
ha molte imprese di qualità in grado di competere ottimamente nel mondo, che mancano, però, della consapevolezza di una comune cultura e della sua condivisione, prima ancora che di strategie collaborative”. Con
questo giudizio scritto quasi in chiusura del volume che
ha curato, (“Alla ricerca di una nuova borghesia produttiva”, editore Guerini e Associati), il sociologo Mauro
Magatti offre al lettore una chiave interpretativa
“forte” del mancato ricambio dell'establishment italiano, che dagli ormai lontani tempi di Gianni Agnelli ed Enrico
Cuccia è sempre alla ricerca di un
nuovo centro di gravità permanenimprese
te. Le multinazionali tascabili sono
analizzate in collaborazione
con Unioncamere
state e rappresentano tuttora uno
straordinario modello di business,
hanno salvato il Paese con l'export negli anni della Grande Crisi ma non hanno
prodotto – sottolinea Magatti – una densità culturale di
sistema. Il volume giunge alle conclusioni in maniera
corretta perché parte da un'ampia indagine su un campione di 1.500 imprese realizzata in collaborazione con
Unioncamere e ci regala in definitiva almeno due “prodotti” di grande interesse. Il primo è una mappatura dell'universo delle imprese italiane classificate attraverso la
loro cultura, la relazione con il mercato e l'apertura a i
flussi dell'economia globale. Il secondo è una riflessione
più di carattere teorico sulle trasformazioni delle élite
italiane che arriva alle conclusioni anticipate sopra.
Cominciamo dalla mappa che suddivide le imprese in
cinque gironi a partire da quella che viene definita
“avanguardia” ovvero le aziende che registrano risultati
1.500
superiori alla media in tutti gli indici. È un raggruppamento tutto sommato nutrito perché vale il 22% del
campione ed è composto da imprenditori aperti ai mercati internazionali, all'interazione con territorio locale e
alla collaborazione con altre imprese/enti. Il primato, nella classificazione di Magatti, lo conquista perché guarda
più alla produzione di benessere economico e sociale,
tende a una cultura produttiva basata su qualità, bellezza e sostenibilità e fa prevalere questi obiettivi alla mera
massimizzazione del profitto. In questo comparto abbondano le aziende meccaniche, sono sotto-rappresentate invece quelle alimentari, la taglia è per lo più media
e territorialmente sono dislocate al Nord. Il secondo
gruppo di imprese vale il 17% del totale e presenta i risultati peggiori dal punto di vista finanziario. “Opera su
una strategia difensiva, shortermista e cieca rispetto all'apporto che il contesto può dare” scrivono i ricercatori.
Sono dunque imprese chiuse che spesso finiscono per
muoversi sul mercato in omaggio alla sola competizione
sul prezzo. Trai due estremi, le avanguardie e il drappello di coda, troviamo altri tre gruppi intermedi che risultano aperti ma solo selettivamente. Un segmento è più internazionalizzato e di fatto export dependent, il secondo
molto territorializzato ma con performance tutto sommato mediocri e, infine, il terzo aperto al solo contesto relazionale, in una logica da clan degli industriali. Al di là però della classificazione adottata e
della esatta diagnosi delle
differenze il lavoro di Magatti farà discutere per le considerazioni finali scritte con
Laura Gherardi. La domanda
che arriva è sicuramen-
OSCAR FARINETTI - FONDATORE EATALY
DARIO DI VICO
SERGIO MARCHIONNE - AD FCA
25
Imprese - Lavoro
Impresa
24
te stimolante: perché le avanguardie di cui abbiamo parlato e con tutte le valenze di cui sopra, non si sono trasformate in una rinnovata borghesia che sapesse raccogliere il testimone lasciato sul terreno dai vecchi poteri
forti? Si può aggiungere: perché un elevato grado di
contaminazione internazionale non si trasforma quasi
mai in un patrimonio da reinvestire in patria in termini sistemici? La risposta implicita del sociologo milanese
sta nella descrizione di una sorta di “solitudine dell'imprenditore innovativo”, riluttante all'idea di poter creare
valore nella relazione con gli altri soggetti presenti sul
territorio e più in generale con il mondo istituzionale. Una solitudine che Magatti misura nella
mancanza di reti e di aggregazioni, nella debole formazione, nella lotta senza speranze
contro la burocrazia. “Ma questa carenza - avverte - è un problema cruciale, perché diventa
difficile immaginare come il sistema imprenditoriale italiano possa compiere significativi passi in
avanti in uno scenario globale dove la competizione non è solo tra singole imprese ma tra inil libro
teri settori, intere economie, interi territori e visioni del mondo”. Se si continuerà a viaggiare
in solitaria andremo incontro a una pura e semplice selezione naturale e - anche se gli autori non lo
dicono esplicitamente - diverse di quelle multinazionali tascabili inevitabilmente passeranno di mano agli
stranieri. Leggendo le considerazioni di Magatti mi è
venuto di tentare un intreccio – inevitabilmente anarchico – tra l'approccio rigoroso contenuto nel volume e alcune biografie di imprenditori innovativi che calcano la
scena. Mi sono chiesto se la riluttanza a ragionare in termini sistemici e la lontananza dall'associazionismo dei
Marchionne, dei Del Vecchio o di new entry come
Oscar Farinetti di Eataly o Federico Marchetti di Yoox, –
solo per limitarsi ad alcuni casi –, siano così negativi.
Se invece la loro azione di rottura verticale non abbia alla fine prodotto maggiori ricadute positive di una certosina – ma necessariamente orizzontale –
azione di legatura.
Mi sono anche trovato a tentare di incasellare un percorso come quello di
un manager come
Andrea Guerra che
dalle multinazionali ita-
Mauro Magatti
LA NUOVA BORGHESIA
PRODUTTIVA.
UN MODELLO PER IL
CAPITALISMO ITALIANO
Edizioni Guerini e Associati
Una nuova borghesia produttiva
in Italia esiste ma non è consapevole del proprio ruolo. Questo il messaggio fondamentale dell'indagine condotta da
Mauro Magarti su oltre duemila imprese e raccontata in questo libro. Esiste una via italiana al capitalismo del XXI secolo,
un'idea originale dell'impresa e del fare impresa, centrata sulla
qualità tanto del prodotto quanto del processo, radicata nel
contesto territoriale locale e al contempo aperta alle reti globali
e alle sue sfide. Chiave per comprendere questa via italiana al
capitalismo è la multidimensionalità del valore che essa genera, non più solo economico, ma anche sociale e culturale. Buona parte delle sorti del paese dipenderanno dalla capacità di
questo nuovo ceto, una vera avanguardia silenziosa, di riconoscersi e di diventare modello, generativo e sostenibile, per tutto il sistema produttivo nazionale.
liane di successo transita per un incarico governativo a
termine e poi se ne ritorna nel privato per lanciare una
sfida globale e onestamente non ci sono riuscito. La
sensazione che ne ho ricavato però è che di fronte alle
profonde discontinuità di questa fase (il post-crisi, il digitale e per l'Italia il recupero del ritardo manifattura-distribuzione) non avremo a breve un'élite di rimpiazzo.
Procederemo per un lungo tratto ancora a strattoni.
http://dariodivico.tumblr.com/archive
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CHE COS’È LA DISRUPTIVE INNOVATION
QUALI LE OPPORTUNITÀ E
QUALI LE MINACCE
di Silvia Zamboni, SDA Bocconi, Professor di Produzione e Tecnologia
L’innovazione disruptive intesa come nuoC’è ancora molta confusione quando
vo prodotto è difficilmente guidata dal
si parla di “disruptive innovation”, letmercato, perché talmente innovative che,
teralmente innovazioni “distruttive” o
banalmente, il mercato non ci avrebbe po“devastanti”, vale a dire innovazioni
tuto pensare. Rientrano in questa categoche cambiano radicalmente le modaria le nuove categorie di prodotti, come
lità cui i consumatori sono abituati a
la tv piatta (LCD), il personal compupensare o usare prodotti e servizi e le
ter, l’auto, la stampante per uso privamodalità in cui si delineano nuovi modi
to o domestico, i prodotti “liquidi” codi concorrere, che rendono i confini tra i
me la musica, i libri, i film, digitali e i resettori industriali cui siamo abituati semlativi lettori (lettori MP3, siti di servizi aupre più sfumati.
dio e video in streaming, librerie digitali e
Si pensi alle cosiddette tecnologie disruptisupporti ebook), i tablet, ora i convertibili
ve, avanzamenti tecnologici di tale portata che
(pc e tablet insieme), la fotografia digitale, la
stanno già cambiando le nostre abitudini e continueranno a farlo. Già nel 2013 un report della McKinsey le domotica e così via. Si caratterizzano per la creazione di
aveva identificate attraverso 4 parametri fondamentali: nuovi mercati in cui sono presenti tanti piccoli innovatotassi di cambiamento molto rapidi (sia in termini di mi- ri, finché non si delinea un’innovazione “vincente” che
gliori performance nel tempo, sia in termini di riduzione diventerà lo standard di riferimento (chiamato anche dodei costi associati per ottenerle o implementarle in nuo- minant design). L’incertezza sia tecnologica sia sul valore potenziale dell’innovazione è molto
vi soluzioni), ambiti di applicazione
elevato, tanto che spesso si osserva
potenzialmente molto ampi, nuove
“nuovi modi di
l’offerta da parte deli innovatori di propossibilità di creazione di valore per i
dotti over-performanti rispetto alle esimercati esistenti o nuovi mercati e, concorrere che rendono
genze del mercato medio (sindrome
non ultimo, la loro capacità di cambia- sempre più sfumati
dell’over-engineering), lasciando così
re le regole del gioco, sia lato consuspazio alle aziende che decidono di
matori, sia lato aziende. Basti pensare i confini tra i settori
entrare in un momento successivo la
per esempio alla pervasività della tec- industriali cui siamo
possibilità di offrire soluzioni sufficiennologia mobile e rivoluzione digitale
abituati”
temente “buone” (good enough) per
associata a prodotti e servizi. Dal
la maggior parte del mercato servito,
punto di vista economico, questo si è
ma ad un prezzo e ad un rischio infetradotto nell’identificazione di nuove
riore (perché il rischio è già stato parprofessionalità del digital marketing (o
zialmente affrontato dagli innovatori
mobile marketing) e di gestione della
mole di informazioni che è possibile ottenere a supporto che hanno creato pionieristicamente il nuovo mercato).
dei processi di innovazione o di supply chain e le poten- Nel caso invece di nuovi modelli di business, l’intenziozialità derivanti dalla creazione di canali di vendita nuovi ne originaria dell’innovatore è quella, il più delle volte, di
(multicanalità). Tuttavia, la tecnologia, seppur disruptive, allargare il mercato andando a colpire diversi segmenti
non è – ancora – innovazione, ma ne è un ingrediente (senza necessariamente dover reinventare prodotti o
importante. A questa possono associarsi prodotti radi- servizi, ma andandoli ad adattare in una nuova modalità
calmente nuovi (new-to-the-world) o nuovi business mo- di erogazione). Per far questo gli innovatori, spesso, non
basano la propria soluzione innovativa su ingenti investidel, prima impensabili.
Ma analizziamo dunque cos’è disruptive innovazione e menti in R&S, ma riutilizzano informazioni, conoscenze,
come possono reagire le aziende, sia innovatrici, sia tecnologie, reti e infrastrutture, prodotti e servizi esistenti in una nuova ricombinazione per ottenere nuovo valoquelle che l’innovazione la subiscono.
”
STEVE JOBS 1955 - 2011
Imprese - Innovazione
Imprese - Innovazione
26
34.000
tezza nel riconvertire il proprio business a quello della
fotografia digitale, ritardo strategico che le è costato
l’amministrazione controllata nel 2012 e la (s)vendita
dei propri brevetti negli ultimi anni.
© Copyright – SDA Bocconi Ideas of Management on
Operations & Technology
Clayton M. Christensen
IL DILEMMA DELL’INNOVATORE.
COME LE NUOVE TECNOLOGIE
POSSONO ESTROMETTERE
DAL MERCATO LE GRANDI
AZIENDE.
Franco Angeli
il libro
Come dimostra in questo ormai
classico libro Clayton M. Christensen, professore alla Harvard Business School, mentre
spesso le grandi multinazionali falliscono quando si trovano di fronte a cambiamenti di mercato e di tecnologia, le piccole e medie imprese che sanno ascoltare i consumatori, che anticipano con le loro antenne competitive nuovi bisogni emergenti e che puntano
aggressivamente su innovazioni tecnologiche "dirompenti",
hanno grandi possibilità di successo. Attraverso un'analisi dei
modelli d'innovazione di una serie di settori (dall'industria dei
computer a quella farmaceutica, da quella automobilistica a
quella siderurgica), Christensen dimostra come le innovazioni
dirompenti tendano a non essere inizialmente ben accolte dalla
maggioranza dei clienti, inducendo le imprese che dominano il
mercato a non investire in esse. Il risultato di tale scelta è che
queste aziende finiscono con il precludersi la possibilità di
crearsi nuovi mercati e di acquisire nuovi clienti per i prodotti
del futuro. Trascurando le opportunità offerte dai rapidi e continui cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca, spianano
così la strada ad aziende più agili e intraprendenti, consentendo loro di cavalcare le nuove grandi ondate di crescita del settore. Dalle lezioni dei successi e dei fallimenti delle imprese
leader, Christensen ricava una serie di criteri e regole per trarre
profitto dal fenomeno delle innovazioni dirompenti. Questi principi, basati su casi concreti, sono utili per determinare quando
è giusto non dare ascolto ai clienti, quando investire nello sviluppo di prodotti con performance più basse, che promettono
margini minori, e quando coltivare piccoli mercati anche a spese di altri apparentemente più grandi, affrontando con successo il "dilemma dell'innovatore".
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SDA BOCCONI SCHOOL OF MANAGEMENT
SDA Bocconi School of Management è la Scuola di Direzione Aziendale dell'Università Bocconi di Milano. Si occupa di
diffondere e accrescere la cultura manageriale e di promuovere quel rigore scientifico che condivide da sempre con l'Università Bocconi. Nata nel 1971, è leader in Italia e riconosciuta in ambito internazionale. È stata il primo Istituto di formazione manageriale italiano a ottenere nel ‘98 l'accreditamento EQUIS (European Quality Improvement System),
confermato nel 2003 e nel 2009. La Struttura di SDA Bocconi School of Management, seguendo il modello delle organizzazioni di successo, incoraggia l'apertura mentale e la
crescita individuale. Il corpo docente è caratterizzato da un
forte spirito imprenditoriale che si esprime nella creazione di
nuovi programmi, nel rinnovamento di quelli già esistenti e
nella realizzazione di progetti di ricerca. SDA Bocconi
School of Management si distingue per una metodologia didattica innovativa finalizzata non solo alla crescita professionale, ma anche allo sviluppo personale e individuale. La
Scuola propone infatti percorsi formativi realizzati con il rigore dei contenuti e del metodo didattico, ma anche con innovazione, creatività ed immaginazione. L'offerta formativa exe-
cutive di SDA Bocconi School of Management si rivolge a
target differenti: grandi imprese industriali e di servizi, piccole e medie imprese, intermediari finanziari, assicurazioni, istituzioni governative nazionali e locali, amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria, istituzioni no profit, liberi professionisti e imprenditori. I programmi di formazione di SDA
Bocconi School of Management offrono una risposta concreta alle organizzazioni promuovendo competenze manageriali, imprenditoriali, innovazione gestionale e valorizzazione
delle persone.
Imprese - Innovazione
Imprese - Innovazione
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re, sostituendo ai classici processi di ricerca e sviluppo quella
che viene definita “innovazione
combinatoria”. In questo modo il costo
di sviluppo dell’innovazione risulta più contenuto rispetto al passato (nel caso ovviamente di innovazione combinatoria) e quindi gli innovatori possono permettersi di
sperimentare più spesso, sbagliando e imparando più
velocemente (fail fast fail early), avendo feedback pratiSilvia Zamboni
camente immediati dal mercato (ealry adpoters) che usa
Silvia Zamboni si è laureata nel 2001 in Economia Azienquesti “esperimenti” generando direttamente pubblicità
dale presso l’Università Bocconi di Milano. Ha conseguito
o suggerimenti tramite le nuove piattaforme di comuniil Ph.D. in Logistics and Supply Chain Management prescazione messe a disposizione a costo nullo (siti di miso l’Università di Bergamo, in collaborazione con MIT –
croblogging, siti di recensioni, social network,….)
Massachusetts Institute of Technology – Zaragoza LogiLa minaccia? Il successo, quando arriva, arriva in maniestic Centre (MIT-ZLC). È Professore a contratto presso
ra dirompente ed è necessario saper dotare la propria
SDA Bocconi per i corsi "Global operations and supply
chain management" e "Research and development manastruttura di un ecosistema tale da poter sopportare quegement" (Laurea specialistica).
sto successo inatteso e dai volumi molto accelerati nel
tempo. Nunes e Downes suggeriscono infatti un nuovo
modello di andamento delle vendite a pinna di squalo, in
sostituzione a quello di distribuzione a campana di Rogers del 1962 (ben noto nelle strategie di marketing per di) in modo da soddisfare la domanda crescente in temle introduzione delle innovazioni nel mercato).
pi rapidissimi. Con altrettanta rapidità, saper poi disinNel nuovo modello l’idea che ha successo ha un suc- vestire gli asset per prepararsi alla prossima innovaziocesso dirompente, che cambia velocemente le regole
ne “distruttiva” creata dall’innovatore stesso o da
competitive e che lascia poco spazio al “seconqualche altro player.
do arrivato”. Esempi come la crescita inaPer le aziende incumbent, cioè quelle già
spettata e rapida di twitter (500+ milioni di
consolidate e presenti nel settore tradizioutenti in meno di 5 anni, di cui 288 milioni
nale che più spesso subiscono la disruptiutenti attivi almeno una volta la mese),
ve innovation, essere in grado di intercetle città
appartenenti a 190 paesi
che ha creato alla società non pochi protare i segnali di fermento delle diverse
coperti dal servizio
blemi per poter reggere il traffico generato
sperimentazioni in atto che potrebbero
di airbnb
dai tweet giornalieri scambiati, facebook
cambiare le regole del gioco e saper reagi(1.35 miliardi di utenti attivi, http://www.statire di conseguenza (creando esse stesse l’insta.com/statistics/264810/number-of-monthly-acnovazione prima degli altri o entrando rapidamente
tive-facebook-users-worldwide/), la crescita di servizi rispondendo all’attacco degli innovatori). In questo secome airbnb (che copre affitti per brevi periodi in condo caso, rispetto agli innovatori “indisciplinati” per34000 città e 190 paesi, con 2 milioni di utenti attivi ché meno strutturati e meno vincolati da strategie di bumensilmente), o per citare casi di prodotti fisici, il caso siness consolidate e ben definite, le aziende “tradizionadi Dollar Shave Clubs, un servizio di vendita di lamette li” (incumbent) potrebbero essere ostacolate da freni inda barba per abbonamento lanciato nel 2012, che ha terni al cambiamento, come una cultura rigidamente avregistrato 12.000 ordini nelle prime 48 ore a seguito di versa all’errore, una selezione dei progetti legata alla
un messaggio pubblicitario diffuso viralmente su youtu- strategia formulata in un contesto competitivo “tradiziobe, con più di 18 milioni di visualizzazioni).
nalmente pensato” e alla rigidità nella riconversione deMa cosa significa tutto questo per le imprese?
gli asset aziendali (fisici e di competenze) verso nuovi
Per l’innovatore essere capace di sperimentare tanto, a modelli di business, potenzialmente in contrasto con
costi contenuti e, se l’esperimento ha successo, saper quanto ha dimostrato di funzionare fino al cambiamento
cavalcare l’onda con una struttura aziendale flessibile “disruptive”. Si pensi per esempio al caso che purtrop(outsourcing e scalabilità della produzione in tempi rapi- po ha fatto storia di Eastman Kodak e alla propria len-
chi guarderà mai le foto
su uno schermo?
Da 19 miliardi di fatturato a 6,7 miliardi di debito in 20 anni:
ecco come l’azienda di George Eastman non ha visto
il futuro e si è sgretolata
di Giancarlo Donadio - StartupItalia!
“Chi vorrà mai guardare le sue foto
sullo schermo di una tv?” è la risposta che Steven Sasson, giovane ingegnere di Kodak, ha ricevuto dai suoi superiori nel 1973. Steven ha inventato con 10 anni d’anticipo
il primo prototipo di fotocamera digitale e la multinazionale leader della fotografia ha chiuso in un cassetto il
prototipo del suo ingegnere. Il resto è storia con la Kodak in crisi proprio per l’avanzare delle nuove tecnologie
che spazzano via il mondo analogico. E pensare che
aveva in casa la soluzione ai suoi mali.
I numeri sono impietosi. E in alcuni casi danno anche
nostalgia. Come accade
con la Kodak e la sua storia partita ben 128 anni fa
proprio da una straordinaria intuizione. Quella di George Eastman
che nel 1888 inventa il modo per sostituire alle lastre
fotografiche rigide, pellicole sensibili alla luce. «Voglio
rendere la macchina fotografica conveniente come una
matita» spiegava. E apre la strada a una parabola di
successo che vede l’azienda che ha registrato a marchio “Kodak” rivoluzionare il mercato della fotografia,
diventandone il leader indiscusso. E pensare che
Eastman di mestiere è assicuratore e la fotografia è
solo una passione che nasce in lui durante un viaggio a Santo Domingo.
Negli anni la multinazionale sviluppa un modello di
business perfetto nel quale fa soldi in ogni step del
processo fotografico: c’è il
compleanno del
tuo bambino e hai
bisogno di
una macchina
Kodak per immortalare il momento. Devi sviluppare le foto? Vai in un centro che le stampa su una carta
sempre con il marchio dell’azienda. Nel 1990 la Kodak
fattura 19 miliardi l’anno e ha 145.000 dipendenti. Anno
2012: la multinazionale soccombe al procedere rapido
31
Imprese - Startup
Imprese - Innovazione
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ASCESA E DECLINO DI UN COLOSSO CHIAMATO KODAK
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128 anni fa, il 4 settembre del 1888, George Eastman registrò all’ufficio brevetti degli Stati Uniti il marchio “Kodak”
per la sua società, che da qualche anno aveva cominciato
a produrre macchine fotografie con un’innovazione straordinaria: le lastre fotografiche rigide che venivano utilizzate
nei primi decenni della fotografia erano sostituite da una
pellicola sensibile alla luce. La macchina diventava quindi
più leggera ed economica, e il procedimento necessario a
ottenere una foto era molto più rapido. Eastman riassumeva il suo impegno nella frase “rendere la macchina fotografica conveniente come una matita”.
tale non ha mai visto la luce» spiega al New York Times
che racconta la sua storia.
Pensando a questo ragazzo e all’incapacità dell’azienda
di capire la sua innovazione “perché abbiamo sempre
fatto così, perché è da decenni che facciamo i soldi in
questo modo”, viene in mente una sola parola “suicidio”.
Ed è un termine, ironia della sorte, che ricorre nella storia secolare della Kodak. Il suo fondatore George Eastman si è tolto la vita all’età di 77 anni. Sul bigliettino che
lascia c’è scritto: «Il mio lavoro è fatto. Perché aspettare?». La morte di un’idea, di un sogno, di una vita sopraggiunge proprio quando pensiamo che tutto sia già
fatto laddove il futuro è ancora tutto da scrivere. E da
fotografare.
Imprese Reggiane
Imprese - Innovazione
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delle tecnologie digitali e chiede l’amministrazione controllata. Un finanziamento di 950 milioni di dollari da Citigroup porta un po’ di respiro, a fronte, tuttavia, di un indebitamento di 6,75 miliardi di dollari. L’azienda accusa
perdite dal 2005 e il 3 settembre del 2013 fine della storia. Si chiude un capitolo, emerge una nuova società che
mantiene il marchio storico. Durante le procedure di fallimento vende più di 1000 brevetti, la rete dei 105.000
chioschi per sviluppare le foto. Viene chiuso il settore
che si occupava proprio delle macchine fotografiche. Insomma una carneficina.
Guardando oggi quello che resta dell’azienda di Rochester, la città dello Stato di New York dove è nata, viene
un po’ di nostalgia: 2 miliardi di fatturato e 8.000 dipendenti per un gruppo che sotto la guida di Jeffrey J. Clark
si è specializzata nella vendita di sensori touch screen,
fotocamere digitali, videocamere. Con dei buoni risultati
nel 2015 come riporta Yahoo! Finance. Ma lontani anni
luce dai fasti di quello che era stata un tempo l’azienda
leader della fotografia.
È chiaro con i se e con i ma non si fa la storia. Eppure
torna alla mente quel ragazzo di 24 anni, Steven Sasson che arriva in Kodak e in un esperimento trasforma
gli impulsi elettronici in numeri, il processo della digitalizzazione. Costruisce un macchina che in 50 millisecondi cattura un’immagine, in 23 secondi la registra dentro
una musicassetta e mostra immagini in bianco e nero.
Ancor prima dei competitor (la Sony Mavica, andrà sul
mercato solo nel 1981), aveva in mano il primo prototipo di macchina digitale e avrebbe fatto la storia della
sua azienda, l’avrebbe rivoluzionata e con lei tutto il
mondo della fotografia: «Era solo una questione di tempo, eppure la Kodak non ha abbracciato
mai la mia idea. La mia
macchina digi-
Tir a guida autonoma
l’autista diventa “uno e trino” e può guidare
fino a tre camion
Sei costruttori partecipano al Truck Platooning Challenge
per testare le carovane di Tir
La Stampa Motori
ra qualche anno un solo autista potrà “guidare”
sino a 3 o più camion contemporaneamente. Il
miracolo lo farà la guida autonoma, la stessa che
presto arriverà anche sulle nostre auto. I tir che “vanno
da soli” sono già in fase di collaudo avanzato. In prima
linea ci sono l’industria tedesca, con i “truck” di Mercedes e MAN (che è sotto il controllo di Volkswagen), e
quella svedese, con Volvo e Scania (sempre di proprietà VW), oltre all’italiana Iveco.
La tecnologia della guida autonoma applicata ai
Tir è andata in scena nella primavera scorsa
grazie allo “European Truck Platooning Challenge”, un test stradale con meta Rotterdam, dedicato ai tir in carovana connessi
tra loro mediante il trasferimento dati in
tempo reale. Nello specifico 2 o più tir
dotati di guida semi-autonoma seguono un truck “apripista”, condotto da un autista. La distanza
fra i camion in questione è ridotta al minimo (10-15 metri) di modo che gli ultimi
possano sfruttare la
scia aerodinamica di
chi precede per abbattere i consumi di
carburante fino al
10%. All’apripista
resta invece il compito di impostare direzione e velocità.
F
Partecipano al Challenge 6 costruttori. Tre tir Scania sono partiti il 29 marzo da Södertälje (Svezia) verso l’Olanda, passando per la Danimarca, Germania e Belgio. Lo stesso percorso affrontato da tre camion prototipo di Volvo. Nei giorni successivi è incominciata la spedizione di MAN, da Monaco a Rotterdam,
pa di decollo e atterraggio e lascia che sia il
computer a mantenere l’aereo in crociera. Allo
stesso modo i truck tedeschi lasceranno al guidatore solo il compito di effettuare manovre di
partenza e arrivo, mentre saranno i dispositivi di
guida autonoma a far marciare il tir in autostrada
(sorpassi esclusi).
Un prototipo di Actros a guida autonoma, denominato “Future Truck 2025”, ha recentemente
percorso una trentina di chilometri dimostrativi
sulla A14 tedesca, nei pressi della città di Magdeburgo: il tutto è possibile grazie alla sinergia
fra Gps, sensori, telecamere e sistemi di comunicazione veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura.
Mercedes vuole portare la tecnologia su strada
nel 2025, abbattendo drasticamente gli incidenti
per colpi di sonno e malori. È l’alba di un nuovo
mondo per il trasporto su gomma.
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Imprese Reggiane
Imprese - Innovazione
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che terminerà domani. Nella città olandese arriverà anche la carovana Mercedes, che utilizza il
network “V2V” (vehicle-to-vehicle) per la condivisione dei parametri di guida fra i truck marcianti
in fila tra loro, e quella di due Iveco Stralis.
Oltre ai convogli, i costruttori stanno studiando
anche come applicare la guida autonoma in autostrada al trasporto merci. La Mercedes in particolare è già in una fase avanzata di sviluppo del
suo “pilota automatico”: la filosofia è la stessa
adottata per gli aeroplani, dove il pilota si occu-
COME SARÀ IL MONDO
TRA 50 ANNI
SECONDO 9 PERSONE CHE IL FUTURO LO STANNO
FACENDO DAVVERO
Hyperloop, self driving car, ma anche lavoro per tutti comunque. Il futuro secondo
9 big della Silicon Valley tra 5 e 50 anni da oggi
Product Hunt - StartupItalia!
Il mondo fra 50 anni. Viaggi nello spazio, auto che si guidano da sole, conversazioni simultanee in decine di lingue. C’è chi dice che ricorderemo il nostro presente come preistoria. Chi pensa che vivremo nella realtà virtuale.
Il sito Product Hunt, sul suo profilo all’interno della piattaforma Medium, ha chiesto ad imprenditori, autori,
esperti di nuove tecnologie come si immaginano il nostro
mondo fra 5, 10, 20, 50 anni. Ecco cos’hanno risposto.
ECCO LE NOVE RISPOSTE ALLA DOMANDA COME CAMBIERÀ
IL MONDO NEI PROSSIMI 5-10 ANNI?
Peter Shankman, fondatore di HARO e autore
Cambierà il modo in cui venderemo e acquisteremo i
prodotti. «Dall’Internet of Things a Uber, dall’automatizzazione alla mancanza di un vero e proprio “possesso”
delle cose». Chi avrebbe immaginato nel 2002 che oggi
avremmo potuto ordinare la cena dal cellulare, mentre
aspettiamo che un’auto ci venga a prendere e seguiamo
tutto il suo percorso sulla mappa tramite gps? Questo,
per Shankman, è solo l’inizio».
James Altucher, imprenditore, podcaster, autore
Altucher pensa che la «stampa 3D sarà combinata con
la biologia da laboratorio. Immagina che qualcuno perda
un arto e, grazie al DNA, sia possibile stampare una
protesi perfetta con la stampante 3D». E poi i sensori
saranno uniti alla robotica – quindi un mondo di auto
automatiche, consegne con i droni, ecc.
Alec Cross, ex senior advisor di Hillary Clinton e autore
«Fra dieci anni i sordomuti saranno in grado di parlare e
tutti quelli che stanno leggendo questo articolo saranno
in grado di conversare in dozzine di lingue straniere»
perché, grazie ai computer, sarà stato eliminato il concetto della barriera linguistica. Miglioreranno le macchine e i software e ci saranno più dati – soprattutto i feedback degli utenti che segnaleranno le traduzioni sbagliate e contribuiranno a rendere il sistema sempre più accurato. Sia nelle traduzioni scritte che orali.
Mariam Naficy, Ceo di Minted.com e membro del
board di Yelp
Cambierà il marketing perché i consumatori saranno
sempre più esigenti. Cercheranno prodotti sempre personalizzati e vorranno sapere di più sulla storia di ciò
che stanno acquistando. Le belle immagini saranno ancora più importanti di quanto lo sono oggi e gli storytellers saranno sempre più richiesti dalle e aziende e, forse, si trasformeranno in venditori loro stessi.
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Imprese - Innovazione
Imprese - Innovazione
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Kevin Rose, Ceo di Hodinkee e co-founder di Digg
«Nei prossimi 10 anni la scienza dimostrerà
che l’uso eccessivo della tecnologia è negativo per la mente e salute. Penso che saremmo costretti a trovare un equilibrio sostenibile
tra l’uso della tecnologia e le esperienze della
vita vera». Oggi i cellulari sono la prima cosa
che usiamo la mattina quando ci svegliamo e
l’ultima la sera prima di andare a dormire, osserva Rose. «È come se ne fossimo dipendenti,
come se dagli smartphone arrivasse una sorta
il libro
di nutrimento». Un nutrimento che, però, comporta la diminuzione del contatto fisico con gli
altri e ci distrae dall’ambiente che ci circonda.
QUALI INDUSTRIE ESPLODERANNO NEI PROSSIMI
10-20 ANNI?
Sam Rosen, Ceo e fondatore di MakerSpace
«Realtà virtuale, auto che si guidano da sole, Hyperloop».
Andrew Torba, Ceo di AutomateAds.com
La realtà virtuale, secondo Andrew Torba, diventerà un
business enorme. Cambierà la comunicazione, l’educazione, la sanità, i videogiochi e lo storytelling come li conosciamo ora. E i big del settore media – da Facebook a
Google a Samsung – si contenderanno grandi fette di
mercato. Crescerà anche l’intersezione tra imprenditoria
sociale e tecnologia, per risolvere importanti problemi
globali. Infine, dice Torba, viaggeremo nello spazio.
COSA SUCCEDERÀ ALL’ECONOMIA E ALLA FORZA LAVORO FRA 50 ANNI?
Tim O’Reilly, fondatore e Ceo di O’Reilly Media
«Vedo diversi scenari e in tutti le persone lavorano». Nel
primo l’umanità decide di usare la tecnologia – e quindi
lavorare – per risolvere i problemi, dal cambiamento climatico all’inversione demografica. Nel secondo scenario non affrontiamo i problemi e tutti continuano a lavorare e lottano per restare vivi. Nel terzo scenario abbiamo già risolto i problemi, le macchine
fanno il “lavoro sporco” e gli esseri umani hanno più tempo
per intrattenersi e aiutarsi a vicenda. Lavorano tutti, ma di meno.
E hanno più tempo per dedicarsi all’arte e alla vita sociale.
Harvard Business Essentials
CREATIVITÀ E INNOVAZIONE
Editore Etas
L'innovazione è un catalizzatore
indiscusso della crescita aziendale, tuttavia molti manager non
si preoccupano di creare un clima che la incoraggi e la premi.
Questo volume analizza il ruolo dei manager nel suscitare
la creatività organizzativa e
approfondisce ciò che manager e leader devono fare per stimolare le
innovazioni di successo. Tra gli argomenti: generare nuove
idee e riconoscere le opportunità, proporre le innovazioni al
mercato, rimuovere i blocchi mentali alla creatività, promuovere
il brainstorming e il dibattito creativo all'interno dei gruppi di lavoro, creare una cultura favorevole all'innovazione. Le nuove
tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) modellano le relazioni tra attori e la competitività delle imprese e
dei territori. Il modo in cui i distretti industriali rispondono a
questa sfida/opportunità è questione aperta che coinvolge le
strategie delle singole imprese e le dinamiche di rete degli attori collettivi, pubblici e privati.
Il libro analizza questi problemi in una doppia prospettiva: attenta da un lato agli aggregati territoriali (approccio mesoeconomico), dall'altro alle singole imprese (approccio microeconomico). Il passaggio dal concetto di "spazio" a quello di "territorio" dà forma alla discussione sui vantaggi competitivi, con
specifica attenzione al ruolo delle ICT e alla riflessione sui distretti industriali, prima in una prospettiva evolutiva e quindi secondo una visione fondata sulle risorse.
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Imprese Reggiane
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Chamath Palihapitiya, Ceo di
Social Capital
«Penso che le macchine senza
guidatore siano più vicine a diventare
realtà di quanto crediamo». Secondo Palihapitiya le famiglie di vittime di omicidi stradali faranno delle azioni
legali per portare il guidatore automatico nelle automobili il prima possibile. E, a suo avviso in 5 anni nelle autostrade circoleranno solo auto senza guidatore. Tesla e
Google, dice, sono i marchi con la più alta possibilità di
successo. «Penso anche che i vecchi modelli di auto
non sopravviveranno».
LA QUARTA
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Imprese - Innovazione
Imprese - Innovazione
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RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
di John Elkann Presidente e AD di EXOR, Presidente di Fiat Chrysler Automobiles
Per ogni rivoluzione c’è
un momento preciso
che rappresenta l’avil libro
vio e segna il punto di
non ritorno: è il momento in cui il cambiamento, che fino ad allora si è mantenuto sottotraccia e poco visibile, diventa improvvisamente evidente e si impone co- me fenomeno inarrestabile,
destinato a cambiare per sempre il quadro di riferimento per tutti, e non solo per pochi specialisti o
addetti ai lavori. Questo vale anche per le rivoluzioni
industriali: la costruzione del primo impianto di filatura
alimentato dalla forza dell’acqua a Cromford, in Inghilterra, del 1771, o l’innovativa locomotiva Rocket che
esordì sulla tratta Liverpool-Manchester nel 1829 sono
gli esempi più famosi che ci vengono dal passato, prime
pietre miliari di un’evoluzione tecnologica che dura ormai
da due secoli e mezzo e che negli ultimi anni ha vissuto
un’accelerazione fulminea.
Secondo Klaus Schwab – fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum che si svolge ogni
anno a Davos in Svizzera, oltre che autore di questo fortunato libro che arriva ora in Italia per i tipi di Franco Angeli dopo il notevole successo raccolto in molti altri
Paesi – non è più possibile spiegare il progresso tecnologico attuale in termini evolutivi: l’ora della quarta rivoluzione industriale è scoccata e la nostra vita è destinata a cambiare velocemente, come forse mai prima nella
storia dell’umanità. Più che da una singola invenzione,
come invece accadde nelle precedenti svolte epocali,
questa quarta rivoluzione scaturisce da una convergenza di fenomeni tecnologici diversi, dove applicazioni digitali, studi sui materiali, automazione meccanica, ricer-
Klaus Schwab
LA QUARTA RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
Franco Angeli editore
La quarta rivoluzione industriale:
Supercomputer portatili e disponibili ovunque Robot intelligenti
Veicoli autonomi Aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro-tecnologia Scrittura
del codice genetico Le innovazioni frutto di scoperte e ricerche scientifiche permeano già le nostre
vite e sono al centro della vita pubblica Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, è
convinto che siamo tuttavia solo all'inizio di una trasformazione
che modificherà radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e
comunichiamo Una trasformazione che Schwab non esita a definire "quarta rivoluzione industriale" Le rivoluzioni industriali
hanno in passato permesso all'uomo di non dover più dipendere dalla propria forza e da quella degli animali, rendendo possibile la produzione di massa e dotando milioni di persone di
competenze digitali.
che sulla genetica umana e animale, intelligenza artificiale e soprattutto le reti in grado di collegare persone e
oggetti si intersecano in continuazione e con estrema
rapidità, creando ogni giorno nuovi strumenti e aprendo
nuove possibilità. Scorrendo le pagine del libro, risulta
evidente che l’intensità e la velocità con cui tutto ciò sta
accadendo non ha precedenti nella storia dell’umanità,
e fa pensare che questa fase rappresenti per il mondo
della tecnologia quello che fu l’Era Cenozoica per lo sviluppo delle forme viventi sulla Terra.
L’indagine interdisciplinare proposta da questo libro risulta affascinante, non solo perché contiene un’analisi
delle più avanzate esperienze attuali nel campo della
tecnologia e della ricerca applicata, ma anche
perché apre al lettore prospettive straordinarie e sorprendenti sul mondo che
verrà. Un mondo fatto di grandi opportunità, ma anche di problemi e
di rischi di pari entità.
Tra le prime, Schwab si sofferma
sottolineando in particolare le infinite possibilità che si dischiudono nel mondo delle imprese. L’innovazione oggi è un “campo di
battaglia” estremamente competitivo, con migliaia di aziende in tutto
il mondo, siano esse società mature o startup ai primi passi, che si
contendono il primato nella commercializzazione di
KLAUS SCHWAB
FONDATORE E PRESIDENTE WORLD ECONOMIC FORUM
JOHN ELKANN
nuovi prodotti e servizi. Ne sono testimone io stesso nei
diversi settori dove sono coinvolto – dall’industria dell’automobile alla componentistica, passando per il mondo dell’informazione e dei servizi assicurativi – dove la
tecnologia sta cambiando il modo tradizionale di fare
impresa.
Ma i cambiamenti in corso trasformeranno in maniera
fondamentale anche la struttura dell’economia globale, le
nostre comunità e le identità di ognuno di noi, ponendoci
davanti a scelte difficili e a responsabilità a cui non avevamo mai pensato. Affinché la portata “disruptive” della
rivoluzione in atto investa i contesti economici e organizzativi, ma non le persone – che dal progresso devono poter trarre utilità e beneficio – è necessario agire per tempo, limitando
gli impatti sociali del cambiamento e mettendone nella giusta luce gli innegabili vantaggi.
Forte dell’esperienza maturata nel corso della sua carriera e delle preziose testimonianze che ricercatori e
imprenditori di livello mondiale rendono ogni anno al Forum di Davos, Schwab ci accompagna con uno stile semplice e comprensibile alla scoperta
delle realtà scientifiche e tecnologiche di oggi, aiutandoci anche a immaginare come potrà essere la nostra vita domani. Un viaggio appassionante e documentato, che sono certo susciterà l’interesse
di ogni lettore.
Prefazione al volume di Klaus Schwab
“La quarta rivoluzione industriale”
una nuova generazione
di terapie con un impatto
decisivo in oncologia
Intervista aMauro Ferrari Presidente e CEO del Methodist Hospital Research Institute
a cura di AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica
Il primo ospite del ciclo di incontri Costruire una nuova realtà, organizzati da Unindustria Reggio
Emilia, è stato Mauro Ferrari, scienziato italiano impegnato principalmente nella ricerca sulle
nanotecnologie e nel campo della bioingegneria applicate in medicina. Mauro Ferrari, oltre ad essere Presidente
e CEO del Houston Methodist Research Institute e dal
2013 direttore dell'Institute of Academic Medicine del
Methodist Hospital System ed Executive Vice President
del Methodist Hospital System (TMHS), è presidente
della The Alliance for NanoHealth emembro dell’Accademia Nazionale Delle Scienze italiana detta Dei Quaranta.
Nel settore delle nanotecnologie ha prodotto più di 350
pubblicazioni su riviste internazionali, di cui 16 sulla rivista Nature,ha pubblicato sette libri e ottenuto oltre sessanta brevetti riconosciuti negli USA e internazionali. Nel
2015 ha ottenuto l’Aurel Stodola Medal dell’Università
ETH di Zurigo. Tra i riconoscimenti principali conseguiti
per la sua attività di ricerca ci sono anche il Blaise Pascal Medal della European Academy of Sciences nel
2012, il CRS Founders Award da parte della Controlled
Release Society nel 2011. Nel 2009 gli è stato assegnato l'Innovator Award per il programma di ricerca sul
cancro al seno del Dipartment of Defense americano e
nello stesso anno è stato eletto membro dell’American
Association for the Advancement of Science (AAAS).
Prof, Ferrari, i nanofarmaci attualmente vengono utilizzati
in oncologia?
Sì, sono medicinali costituiti da nanoparticelle in grado
di penetrare direttamente nelle metastasi causate dal
cancro. Il futuro della lotta ai tumori risiede in una maggiore conoscenza delle loro potenzialità. Entro pochi anni, infatti saranno i farmaci più importanti, in particolar
modo nel campo oncologico. Permettono di migliorare
la somministrazione mirata delle terapie antineoplastiche. Le nanotecnologie stanno aprendo nuovi orizzonti
nella personalizzazione del trattamento, così come sta
avvenendo anche con i farmaci biologici.
Il successo del nanotech risiede proprio nella sua natura?
Certo perché riesce ad operare sulla scala dei nanometri che sono strutture di dimensioni di qualche atomo.
Un nanometro equivale a un miliardesimo di metro: per
fare un confronto, lo spessore di un capello umano è di
100 mila nanometri. A livello nanoscopico cambiano le
proprietà fisiche degli elementi e il modo in cui si esprimono le leggi della natura. È possibile così progettare
‘vettori’ che penetrano con maggiore facilità nei vasi
sanguigni prossimi al tessuto tumorale, aumentando la
concentrazione di principio attivo del 33%.
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Articolo di copertina
Articolo di copertina
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REGGIO EMILIA 21 SETTEMBRE 2016
Esistono altri settori in cui sono impiegate le nano
nanotecnologie?
Sì, le nanotecnologie sono trasversali e si applicano dalle biotecnologie per la salute (proteine ricombinanti, vaccini, anticorpi, metodi diagnostici)
al settore agroalimentare, alle biotecnologie industriali, alla genomica e alla proteomica.
AIOM
L'Associazione Italiana di Oncologia Medica – AIOM – ha
lo scopo di riunire i cultori dell’Oncologia Medica al fine di
promuoverne il progresso nel campo clinico, sperimentale
e socio-assistenziale, di favorire i rapporti tra gli oncologi
medici, i medici di medicina generale e gli specialisti di altre discipline, di stabilire relazioni scientifiche con analoghe associazioni italiane ed estere e di partecipare e collaborare con organismi istituzionali nazionali, regionali e
locali. In particolare, l’AIOM si propone di contribuire alla
formazione professionale di oncologi medici e di operatori
sanitari.
Inoltre ha lo scopo di promuovere la ricerca sperimentale
e clinica, la prevenzione primaria, la prevenzione secondaria (screening e diagnosi precoce e tempestiva), la qualità
delle cure oncologiche, la continuità terapeutica del paziente oncologico mediante linee guida per la terapia medica antitumorale, la interdisciplinarietà, la riabilitazione, le
terapie palliative, le cure domiciliari e di incentivare campagne di educazione rivolte alla popolazione. In particolare, l’AIOM si propone di operare per contribuire alla formazione tecnico-professionale e manageriale di oncologi
medici e di operatori sanitari e di promuovere la formazione di strutture accreditate intra ed extra-ospedaliere per
l'assistenza al paziente con neoplasia.
La nanotech unisce molteplici settori scientifici: sulla
scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto
della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmaceutici e modellisti matematici.
Michele Cucuzza, Mauro Ferrari
IL MALE CURABILE.
LA SFIDA DI MAURO
FERRARI, IL MATEMATICO
ITALIANO CHE STA
RIVOLUZIONANDO LA
LOTTA AI TUMORI
Rizzoli
Ci sono momenti nella vita di
ognuno che sembrano segnare la fine, dolori da cui pare
impossibile riprendersi. Invece sono l’inizio di grandi imprese. La storia di Mauro Ferrari è eccezionale. Laureato in matematica, dopo un master a Berkeley ottiene un posto di professore associato all’università della California. Si sposa e ha tre figli. Poi, di colpo, la tragedia. La moglie Marialuisa muore di tumore. Da allora Ferrari si dedica anima e corpo alla battaglia contro il cancro, che affronta con un
approccio assolutamente originale basato sull’applicazione delle nanotecnologie alla medicina. Ghiandole artificiali capaci di rilevare il cancro e somministrare autonomamente il medicinale;
nanovaccini che risvegliano il sistema immunitario; diagnosi effettuate attraverso una semplice analisi delle proteine; robot chirurghi e sofisticati manichini-pazienti su cui fare pratica. Non è
fantascienza, ma solo una parte di quanto si sta sperimentando
al Methodist Hospital Research Institute di Houston, Texas, diretto da Ferrari, che spiega: “Con la chemioterapia solo una cellula medicinale su 100 mila raggiunge il bersaglio. Noi lanciamo
minuscoli missili multistadio simili a quelli usati nei programmi
spaziali, carichi di farmaci che centrano solo le cellule tumorali
senza disperdere sostanze tossiche nell’organismo”. In questo
appassionato reportage Michele Cucuzza racconta del suo incontro a Houston col professore e la sua équipe di giovani collaboratori provenienti da tutto il mondo. Matematici, chimici, biologi, ingegneri e medici coalizzati nella missione comune di
sconfiggere il cancro. Una finestra aperta sul futuro della scienza medica, ma anche su una realtà, quella americana, che punta
enormi risorse pubbliche e private sulla ricerca e sull’innovazione. Al contrario di quanto accade nel nostro Paese.
45
Articolo di copertina
Articolo di copertina
44
Da quando sono utilizzati i nanofarmaci per combattere
i tumori?
I primi sono stati approvati negli USA e in Europa a
metà degli anni Novanta e vengono utilizzati su migliaia
di pazienti ogni giorno. Adesso si sta affacciando una
nuova generazione di terapie che avrà un impatto decisivo in oncologia. È rappresentata dai farmaci in grado di superare le barriere biologiche che si presentano come difesa dell’organismo. Alcune di queste molecole sono
utilizzate nel trattamento del tumore del
il libro
pancreas.
la promessa ai figli del professor Ferrari
e il male italiano da curare
di Roberto Napoletano
Mauro Ferrari replica, quasi di scatto, e per la prima vol- polipropilene isotattico, erano i tempi in cui grande
ta alza la voce: «Diciamo la verità, c’è un problema di azienda, grande università, talento giovanile erano un
tutt’uno e, con questo spirito, tutti insieme si invensensibilità (che cosa si aspetta a fare un vero creditarono la plastica e posero le basi del mirato d’imposta, come dici tu?) ma ancora prima
colo economico. Siamo in tempo per recunon siamo capaci di dotarci di un’organizzazioperare e curare il “male” italiano. La capine traslazionale...». Lo fermo: che cosa? Scutale economica del Paese, Milano, raccolsa, ma che cosa vuol dire “traslazionale”? Un
ga per prima la sfida, lo dimostri alla voce
largo sorriso e la risposta inequivoca: «Manca
fatti: la partita, tutta da giocare, di fare dell’infrastruttura che permette all’idea di divenla città dell’innovazione, nell’area dell’Expo,
tare un’impresa e di vederla crescere. Perché
un network che metta in rete le eccellennel mio laboratorio sono nate tante azienze del Paese è decisiva; la finande, nel campo delle biotecnologie,
za che in questo caso è l’ine una di queste è quotata al Nafrastruttura più rilevante,
sdaq e vale un miliardo di dolfaccia anch’essa la sua
lari mentre qui è tutto difficiparte, scommetta sui tale? Questo è il cambiamenlenti italiani, le nostre
to di cui l’Italia ha bisogno,
università e le nostre
c’è un grande capitale,
aziende, dimostri di
più diffuso di quello che
essere un’infrastrutsi pensi, che attende
tura all’altezza del
solo di essere valorizlaboratorio di Houzato, bisogna crederci
ston e, perché no, di
e bisogna adoperarsi
essere capace di incucon lo stesso spirito,
bare il futuro. Una volta
la stessa forza, e la
ci siamo riusciti, nulla ci
stessa coerenza di comdeve impedire di farcela
portamenti dell’Italia degli anuna seconda volta.
ni Cinquanta...». Ferrari ha tocMAURO FERRARI
© Il Sole 24Ore
cato il tasto giusto, non lo dice
Settembre 2016
ma pensa a Giulio Natta e al
La nanomedicina non è più un"Salto Hospital Research Institute di Houston, di passaggio a
nel buio", passando – negli ultimi 15 Milano.
anni – dalla fantascienza alla realtà. La chiave di volta della nanomedicina è dunque la veicoL’area più di frontiera resta confinata ai lazione, il trasporto, e a Houston, dopo aver mandato l'uonanorobot, una famiglia dai nomi stravaganti ti- mo sulla luna, sono certamente degli esperti… «Per andapo "microbivore" e "chromallocyte". I primi agiscono co- re sulla luna hanno studiato un sistema a tre stadi – misme i globuli bianchi e quindi possono digerire batteri e sile, razzo vettore e lem –, allo stesso modo, il nostro sistema è tristadio: il primo atterra sul
virus in poche ore, o attaccare celvaso afferente al tumore, il secondo
lule tumorali prima che si diffonda“i risultati sono
lo penetra, il terzo superala barriera
no nel corpo. I secondi, come un
sbalorditivi, i test
cellulare per svolgere l'azione citochirurgo,sono in grado di operare
sull’uomo dovrebbero
tossica» spiega Ferrari, chiamato nel
sulla singola cellula sostituendo per
2003 dal direttore del National canesempio cromosomi o geni difettosi.
iniziare nel 2017”
cer institute statunitense per scrivere
Tutti però avranno bisogno di un moMauro Ferrari
e progettare il programma federale
tore, di braccia meccaniche,di senPresidente Methodist Hospital
per la nanomedicina,in particolare
sori e un computer di bordo, dovranResearch Institute Houston
applicata al cancro, settore che gli
no essere più piccoli dei globuli rosStati Uniti considerano strategico e
si e resistenti quanto il diamante.
Una "manifattura molecolare" che ha bisogno di vere e sul quale hanno già investito 700milioni di dollari.
proprie nanofactory. Ma se i nano robot sono al momen- Come nell'elettronica, anche in nano medicina si utilizza
to solo sulla carta e nella nostra immaginazione, in tema il silicio. Economico ed estremamente versatile, l'ossido
di nanofarmaci, si sta già lavorando alla terza generazio- di silicio,in particolare, è molto poroso, e come una spune,cioè a nanoparticelle che lavorano in maniera collabo- gna con tante "tasche" riesce a contenere sostanze di-
”
MAURO FERRARI
Il grande futuro
della nanomedicina
di Francesca Cerati
rativa, i cosiddetti sistemi a multistadio. «Si tratta di "navicelle" con a bordo il farmaco in grado di superare le
barriere biologiche attraverso il rilascio di differenti, specifiche sostanze, a seconda del "nemico" che si trovano
davanti» ci racconta l’inventore della nano medicina oncologica Mauro Ferrari, presidente e Ad del Methodist
verse, oltre a essere biodegradabile. Ma la vera novità
alle spalle di questo lavoro di drug delivery è la matematica, che ha dato vita all'oncofisica del trasporto, un'idea
sempre di Ferrari, che ironicamente si definisce "il tassita delle nanoparticelle". «Tutto parte da qui: per progettare nanoparticelle efficaci devo misurare una serie di
47
Articolo di copertina - approfondimenti
Articolo di copertina - approfondimenti
46
3D RENDER DI UN MICROSCOPICO ROBOT NANOTECNOLOGICO ALL’INTERNO DEL CORPO UMANO
LA SEDE DEL METHODIST HOSPITAL RESEARCH INSTITUTE DI HOUSTON
derazioni sorprendenti: «primo che la particella migliore
al mondo, in realtà, non esiste – continua Ferrari–. E
questo è un bene perché permette di personalizzarla di
volta in volta rispetto alla malattia che si vuole curare
(rational design); viceversa, esiste la particella peggiore
e,sorpresa, è quella sferica. In regime di trasporto linea-
re lungo il flusso ematico, secondo calcoli matematici, la
particella non ha infatti alcuna ragione di attraccare».
Non solo, in questi anni si è visto che il concetto di riconoscimento molecolare(cioè la nanoparticella con un
anticorpo o un altro agente posto sulla superficie) che
ha contraddistinto il 90% della ricerca sui nanofarmaci
non è mai arrivato in clinica. «Pur molto attraente da un
punto di vista teorico – conclude Ferrari –, si scontra
con la realtà:una volta iniettata nei fluidi biologici questo
tipo di nano farmaco viene subito attaccato dalle cellule
che ne cancellano la specificità e la rendono meno permeabile alle barriere biologiche. Di conseguenza non
riesce a raggiungere il bersaglio».Altre aree di frontiera
della nano medicina riguardano le applicazioni diagnostiche. I ricercatori cercano nuovi modi per monitorare la
progressione del tumore e i chirurghi sono sempre più
interessati a usare i punti quantici per mappare la neoplasia prima di operare. Dopo50 anni il sogno di Richard Feynman, padre della nanoscienza, diventa realtà.
© Il Sole 24 Ore - Nòva24
MAURO SEVERI
Da tempo le imprese, i sistemi locali e le comunità vivono
un grande paradosso: più apprendono, più cercano di organizzarsi, più si attrezzano per gestire la complessità e
più si afferma in loro un senso d’inadeguatezza. Oggi, ciò
che serve è un nuovo modo di pensare e interpretare il
mondo. Un esercizio, allo stesso tempo individuale e sociale, fondato sulla consapevolezza di un futuro non prevedibile e sulla necessità di forti discontinuità. I tempi impongono di apprendere a coabitare con l’incertezza e con
la complessità. Non si tratta solo di sopravvivere, ma di
impegnarsi per costruire una nuova realtà capace di cogliere le nuove opportunità. Nella consapevolezza di ciò
Unindustria Reggio Emilia ha predisposto il percorso pluriennale Costruire una nuova realtà. Un “contenitore” interdisciplinare dedicato alla Grande Trasformazione in
corso e ai trend che stanno cambiando il mondo. Gli incontri, rivolti agli imprenditori e alla comunità reggiana,
concorrono a formare un percorso ideale lungo il quale si
avvicendano testimoni che rappresentano nei loro rispettivi ambiti dei punti di riferimento internazionali.
Che cosa sono le Nanotecnologie 49
a cura di Veneto Nanotech
no dei pionieri dell’applicazione industriale delle
nanotecnologie, Albert Franks, definì tali scienze
come “quell’area della tecnologia dove le dimensioni e le tolleranze tra i 0,1 nm e i 100 nm giocano
un ruolo critico”. Operare a tali livelli di definizione significa riuscire studiare,assemblare e modificare i materiali
a livello molecolare; un nanometro corrisponde infatti a
un miliardesimo di metro, ovvero una misura 80000 volte inferiore al diametro di un capello.
Attraverso l’uso delle nanotecnologie è possibile creare
nuovi materiali funzionali, strumenti e sistemi con straordinarie proprietà derivanti dalla loro struttura ed implementare qualità e caratteristiche di processi e prodotti
esistenti. I materiali nanostrutturati possono essere creati
attraverso due approcci fondamentali:”bottom up” e “top
down”. Il primo si riferisce alla capacità di assemblare il
materiale nanostrutturato a partire dalle nanoparticelle
che lo costituiranno. In biologia, biomedicina e chimica si
usa per lo più il questo tipo di approccio. Il secondo
consiste invece nella costruzione di micro e nanostrutture a partire dal blocco massiccio di materiale (bulk) con
tecniche di tipo litografico, oppure, riducendo con metodi fisici, le dimensioni delle strutture iniziali portandole a
livello nanometrico. Questo metodo è quello più comunemente utilizzato per la creazione di materiali nanostrutturati e trova i principali impieghi in applicazioni elettroniche e metallurgiche. I due metodi vengono impiegati a
seconda di quelle che sono le applicazioni da realizzare.
Attualmente l’impegno maggiore è volto a ricercare fra di
esse la sinergia più adeguata per l’applicazione desiderata: si è giunti così alle nanoscienze che costituiscono il
punto d’incontro fra discipline diverse quali la fisica
quantistica, la chimica supramolecolare, la scienza dei
materiali, la biologia molecolare.
Essendo delle scienze multidisciplinari, le nanotecnologie possono essere applicate trasversalmente ai più
svariati settori industriali. Alcuni esempi di applicazioni
di materiali nanostrutturati, quali tessuti antimacchia, superfici antigraffio o autopulenti, cosmetici contenenti nanopolveri, aerogel nanostrutturati per l’isolamento termico sono già in commercio e si prevede che il mercato di
prodotti funzionalizzati attraverso l’uso delle nanotecno-
U
logie possa crescere rapidamente nel prossimo decennio. Finanziamenti pubblici e privati per ricerche nell’ambito delle nanotecnologie sono infatti in continua crescita e si prospetta che la loro ricaduta sul mercato mondiale possa portare i prodotti nanostrutturati a raggiungere un giro d’affari stimato intorno ai 600 miliardi di
Euro entro il 2015 e ad una creazione di oltre due milioni di nuovi posti di lavoro (source: Nantional Science
Foundation”). Le nanotecnologie rappresentano un salto innovativo radicale che a detta di molti analisti produrrà una nuova rivoluzione industriale paragonabile, se
non di portata superiore, a quella generata dall’introduzione nel mercato dei semiconduttori nei primi anni ‘80.
VENETO NANOTECH
Creata nel 2003 dopo un’attenta valutazione ed analisi sulle necessità di innovazione e di trasferimento tecnologico
della realtà imprenditoriale italiana, Veneto Nanotech coordina le attività del distretto hi-tech per le nanotecnologie
applicate ai materiali.Si pone quindi, come interlocutore a
livello istituzionale e come referente per le aziende ed istituti di ricerca interessati ad innovare per creare prodotti a
contenuto sempre più tecnologico. Il Veneto è la sede del
distretto tecnologico in considerazione della presenza di
forti competenze scientifiche e produttive, nonché di grandi potenziali applicativi. Veneto Nanotech nasce con l’obiettivo di creare eccellenza internazionale nell’ambito della
ricerca, favorire l’applicazione delle nanotecnologie e sviluppare nuove imprese nel settore di focalizzazione. Il Veneto, infatti, vanta il più elevato indice di imprenditorialità a
livello nazionale e un’alta concentrazione di imprese nei
settori maggiormente interessati dalle nanotecnologie, che
sono risultati elementi fondamentali nella scelta della Regione quale sito ideale per lo sviluppo di questa realtà.
Articolo di copertina - approfondimenti
Articolo di copertina - approfondimenti
48
parametri che caratterizzano da
un punto di vista emodinamico il
tumore che voglio sconfiggere, e
che corrisponde all'equazione di
trasporto delle cellule. Solo in un secondo
tempo costruisco le nano particelle di silicio caricate
con il principio attivo ad hoc. Non è solo teoria, abbiamo testato sui topi le informazioni emerse da questi calcoli matematici, e i risultati sono stati positivi». A oggi,
solo a Houston, sono una dozzina gli studi clinici che riguardano l’oncofisica del trasporto. «Entro dieci anni i
nano farmaci saranno la norma, non l’eccezione. Basti
pensare che il nab-paclitaxel, nano farmaco approvato
nel 2005 negli Usa, è già un block buster e uno dei 20
farmaci più usati in oncologia» precisa Ferrari. È invece
un traguardo europeo, la terapia fisica a base di nanoparticelle, detta di ablazione termica. In questo caso le
nanosfere non trasportano farmaci, ma vengono irradiate dall'esterno (con energia magnetica, meccanica o a
radiofrequenza) e riscaldandosi "cucinano" il tessuto
con cui vengono a contatto.
Il tedesco Andreas Jordan è stato il primo al mondo a
impiegare questa terapia,con nanoparticelle di ossido di
ferro nel glioblastoma multiforme, uno dei più aggressivi
tumori al cervello, ottenendo in alcuni casi addirittura la
guarigione. Ma gli algoritmi per la modellazione matematica impiegata dal team di Houston per ottenere i nano
farmaci hanno permesso di arrivare ad altre due consi-
Cosa dice il piano Industria
4.0 presentato dal governo
7 cose da sapere
Il governo investe 13 miliardi su innovazione e fabbricazione digitale.
Il piano Italia 4.0 prevede detrazioni del 30% e detassazione del capital gain per chi
investe in startup e Pmi innovative. Con le altre iniziative in corso e l’impegno dei
privati potrebbero si punta a mobilitare più di 50 miliardi
di Arcangelo Rociola e Aldo V. Pecora - StartupItalia!
Annunciato, rinviato. Alla fine nello scorso mese di settembre arrivato. L’Italia ha un piano per l’industria 4.0. In
sintesi, una serie di provvedimenti, incentivi, investimenti
che dovrebbe portare la digitalizzazione in tutte le fasi
dei processi produttivi dell’industria italiana. Dalla formazione degli studenti alla produzione di beni e servizi.
In mezzo, un piano di investimenti che secondo le previsioni del governo dovrebbe mobilitare complessivamente, tra impegno pubblico e leva per i privati, più di 50
miliardi. L’attesa di questo piano, considerato una vera
manna da tantissimi che lavorano nell’industria dell’innovazione per indurre le aziende ad ammodernarsi, è durata 11 mesi. Da
quando lo scorso novembre l’ex ministro Federica
Guidi ha detto: «stiamo
ultimando un piano, si
chiamerà Industry 4.0».
Le vicende dei mesi successivi (le dimissioni del
ministro e la nomina di Carlo Calenda) ne hanno ritardato la pubblicazione. Intanto ha
cambiato un po’ sostanza e nome.
Si chiama «Italia 4.0».
4.0
Dal governo 13 miliardi e cabina di regia «spietata»
Partiamo dai numeri. Si tratta di un piano organico, che
ha impegnato Palazzo Chigi e 6 ministeri, con un notevole impegno economico sia per lo Stato (per circa 13
miliardi di euro) che come leva per i privati (per circa 24
miliardi). Un impegno del pubblico nel periodo che andrà tra il 2017 e il 2020. Con un appunto, specificato
direttamente dal ministro per lo Sviluppo economico durante la presentazione del piano: «Nel 2017, non dal
2017 al 2020, cioè il prossimo anno – ha chiarito Calenda – vogliamo mobilitare investimenti privati per 10
miliardi in più” e prevediamo nell’arco di piano un “delta
di 11,3 miliardi per ricerca e innovazione». Il piano, ha
spiegato il ministro, sarà coordinato da «una cabina di
regia. E la verifica sarà spietata». Sarà gestita in un primo momento da governo e imprese, poi successivamente entreranno anche le Regioni.
Le «direttrici chiave» degli investimenti
Gli incentivi non saranno messi più a bando perché, secondo il ministro, «è un modo per non spendere». Il piano nazionale Industria 4.0, invece, è «costruito su incentivi fiscali orizzontali». Tra le misure previste, anche tempi più lunghi per il superammortamento (prorogato a un
anno), per l’iperammortamento, (incrementato dell’aliquota al 250% per i beni I4.0) e sempre a proposito dei
51
Industry 4.0
Industry 4.0
50
il libro
Cosa prevede Italia 4.0 per le startup e
Pmi, in 6 punti
Sia il ministro che il premier Renzi sono stati espliciti: lo Stato non è e non fa il VC, ma supporta gli
investimenti e cerca di operare promuovendo un
matching tra startup, Pmi innovative, mercato e investitori. Anche qui la logica degli incentivi. Il piano nazionale, infatti, prevede:
1. detrazioni fiscali al 30% per investimenti fino a un
milione in startup e Pmi innovative;
2. per i primi 4 anni di vita delle startup, altre società
“sponsor” potranno assorbirne le perdite;
3. detassazione del capital gain (ovvero, la
“tassa sulle exit”) per chi investe a mediolungo termine;
4. un programma rivolto agli acceleratori d’impresa, con lo scopo di finanstudenti universitari ziare la nascita di nuove imprese con
formati sui temi
focus Italia 4.0;
di Industry 4.0
5. fondi dedicati all’industrializzazione
nel Paese
di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico;
6. fondi di VC dedicati a startup a tema Industry 4.0 in comatching.
Gli ultimi 3 punti del Piano, in realtà, prevedono il supporto di Cassa Depositi e Prestiti.
Per la parte del piano dedicata al Venture
Capital, oltre a Cdp il governo prevede il
coinvolgimento di Invitalia.
200.000
CARLO CALENDA
Entro 3 anni banda ultra larga in
tutte le aziende
Il piano Italia 4.0 le definisce “Infrastrutture abilitanti“. Entro il 2020 tutte le
aziende italiane dovrebbero essere coperte da banda ultralarga a 30 megabit
al secondo. Almeno la metà a 100 megabit al secondo. Perché è importante
il passaggio sulla banda ultralarga è
Paul Leinwand e Cesare Mainardi
IL VANTAGGIO ESSENZIALE.
COME SVILUPPARE UNA
STRATEGIA DI SUCCESSO
BASATA SULLE CAPACITÀ.
Franco Angeli editore
L'intuizione di fondo degli autori
de “Il vantaggio essenziale” è
che la coerenza strategica nel
mondo dell'economia e delle
imprese rappresenta l'autentico vantaggio essenziale. Per
essere definita coerente, un'azienda deve
avere le idee chiare e mantenere una forte concentrazione su
tre elementi fondamentali: il suo posizionamento sul mercato (o,
se preferite, lo "stile di gioco" che sceglie di adottare); le sue
capacità distintive, che funzionano come un sistema unitario; il
suo portafoglio di prodotti e servizi. Leinwand e Mainardi illustrano con semplicità e accuratezza una serie di strumenti operativi
di provata efficacia per creare un'azienda strategicamente coerente. Strumenti da loro stessi messi a punto e frutto della comune esperienza di consulenti di strategia in Booz & Company,
una società che ha collaborato con molte aziende in momenti di
crisi e di trasformazione del business. Un vero e proprio osservatorio privilegiato, quello di Booz, che ha consentito agli autori
di condensare in questo libro l'arsenale di tecniche e idee vincenti grazie alle quali grandi imprese globali come Amazon, Zara
e Procter & Gamble hanno conseguito un successo duraturo.
scontato dirlo: senza parlare di industria
4.0 non ha alcun senso. Condivisione di
file, progetti, big data, analisi dei dati.
Tutto ciò che l’industria 4.0 comporta
passa da internet veloce. Per raggiungere questo obiettivo strategico
è prevista a partire dal prossimo anno la creazione, in aggiunta ai tavoli
istituzionali, di 6 consorzi in ambito IoT
(internet delle cose). Come sappiamo,
il piano sulla banda ultralarga c’è, o
per lo meno ci dovrebbe essere. 6,7 miliardi tra fondi nazionali ed europei e 6 miliardi di
impegno privato. Un freno può venire dal fatto
che il suo lancio ufficiale è ostacolato dal
fatto che il 69% delle imprese del paese
è in aree dove c’è un solo operatore che porta la banda larga.
Che quindi ha poco
interesse ad investire
nel loro potenziamento. Ed è
per questo che lo Stato ci investe già 3 miliardi.
Riforma del Fondo centrale di garanzia
Tra le direttrici di accompagnamento del piano
per l’industria 4.0 c’è anche la riforma e il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia. A fronte di un impegno da parte dei privati, quindi in
questo caso delle banche, per 22 miliardi di euro, il governo impegnerà 900 milioni di euro.
Il piano formazione per scuola e università
Tra le slide illustrate dal premier Renzi una voce
è dedicata alle “Competenze“. In affiancamento
al Piano nazionale per la Scuola Digitale, Italia
4.0 si propone l’obiettivo di formare e specializzare sui temi dell’Industria 4.0 più di 200 mila
studenti universitari e 3 mila manager. Quanto alle scuole superiori, saranno formati sui temi dell’Industry 4.0 il 100% degli studenti iscritti a Istituti Tecnici, e sono previsti circa 1.400 dottorati
di ricerca con focus ad hoc.
Digital manufacturing e Made in Italy
100 milioni di leva per mobilitarne 1 miliardo. Anche se in mezzo ai circa 10 miliardi complessivi
di impegno pubblico per le direttrici d’accompagnamento costituiscono appena l’1% dei fondi,
l’effetto leva generato sul mercato potrebbe essere cruciale in un settore, quello del Made in
Italy che registra non poche sofferenze tra le Piccole medie imprese del settore manifatturiero,
cuore pulsante dell’economia italiana. La soluzione prevista dal nuovo piano nazionale Italia 4.0 si
basa su investimenti su “catene digitali” di vendita e incrementi nel supporto alle Pmi, attraverso
centri tecnologici, formazione e workshop. Secondo l’ultimo rapporto della fondazione Make in
Italy, l’eventuale “upgrade” della manifattura italiana al digital manufacturing genererebbe un valore addizionale della produzione di oltre 8 miliardi di euro su base annua. «In termini di valore aggiunto – sottolinea il prof. Stefano Micelli – una
generalizzazione della diffusione di queste tecnologie coincide con un delta di oltre 4 miliardi di
euro». Con un ritorno occupazionale di circa 40
mila nuovi posti di lavoro nell’intero comparto.
53
Imprese Reggiane
Industry 4.0
52
soldi per ricerca e sviluppo, una rimodulazione del credito di imposta: sarà incrementale,
raddoppiando dal 25 al 50% l’aliquota della
spesa interna, con un credito massimo da
5 fino a 20 milioni di euro.
40
INDUSTRY
•
Intervista aAlberto Baban Presidente Piccola Industria Confindustria
di Martina Mondelli
Il piano del governo è significativo dal punto di vista
economico grazie a 13 miliardi di euro stanziati, così come dal punto di vista del metodo adottato: avvalendosi
infatti di incentivi automatici, lascia alle imprese la facoltà di decidere su quale tecnologia investire. Abbiamo
chiesto un parere ad Alberto Baban, presidente
Piccola Industria Confindustria.
Il Governo ha presentato il Piano nazionale
4.0. Siete soddisfatti?
Lo siamo. Posso dire, infatti, che il Piano
ha colto molto bene il nostro punto di vista. Ho partecipato agli incontri del gruppo di lavoro in capo al ministero dello Sviluppo economico e, sin dall’inizio, ho potuto
constatare da parte del ministro Calenda
grande sensibilità e attenzione alle nostre esigenze. In primis quella di
dare una forte accelerazione
agli investimenti delle imprese e alla modernizzazione del Paese. Sappiamo bene che l’implementazione di questa rivoluzione industriale, a differenza
delle altre che l’hanno preceduta, sarà velocissima,
che vincerà chi si adatta per
primo, sia a livello imprenditoriale che di Sistema Paese. In questa direzione il piano mette a disposizione soluzioni per accelerare
ALBERTO BABAN
la trasformazione delle pmi, favo-
rendo gli investimenti, la contaminazione e il trasferimento della
conoscenza e colmare il divario che,
ingiustamente, ci separa dagli altri Paesi. È un progetto
rilevante sia in termini di impegno economico, con 13 miliardi di risorse pubbliche di cui molte da impiegare nel
2017, che di impostazione di fondo: prevede, infatti, incentivi automatici e orizzontali ed è tecnologicamente neutrale, ovvero lascia alle imprese la facoltà di decidere su quale tecnologia investire. Prevede, inoltre, delle iniziative
di accompagnamento per supportare questo
percorso di cambiamento, tra le quali la diffusione della banda ultralarga e il potenziamento dell’internazionalizzazione, oltre a una fondamentale Cabina di regia che servirà per monitorare l’attuazione e i risultati raggiunti.
In pratica, gran parte delle
aspettative per il rilancio
dell’economia sono riposte
negli investimenti delle
imprese. Su quali
strumenti puntate di più?
Prima di tutto è positiva la riconferma
del superammortamento al 140%,
così come il rifinanziamento della
Nuova Sabatini. Oltre
a ciò contiene nuove importanti agevolazioni: mi riferisco in
55
Imprese Reggiane
Industry 4.0
54
UN
PROGETTO
RILEVANTE
PER
IL
PAESE
chi scommette e gioca in anticipo
mettendo a punto motori e telai differenti da quelli attuali potrebbe vedersi aprire vantaggi unici. E questo a
prescindere dalla dimensione aziendale.
Al contempo questo profondo cambiamento apre nuove
possibilità indipendentemente da dove si opera. Ne sono
un esempio il mercato delle prenotazioni alberghiere e
quello degli alloggi turistici online: nonostante l’Italia sia
ai primi posti al mondo per affluenza turistica e per strutture ricettive, i sistemi di prenotazione online appartengono prevalentemente a piattaforme estere. E oggi l’80%
delle scelte di viaggio avviene sul web.
In che modo?
Le strade sono diverse: per esempio, certificare il bilancio e facendo emergere l’innovazione realizzata, iscriversi al registro delle “Pmi innovative” o partecipare ai percorsi formativi del “Progetto Elite”. A supporto della trasformazione 4.0, potremo contare anche sui Competence Center e i Digital Innovation Hub, ovvero centri finalizzati alla condivisione di idee, progetti e soluzioni all’interno dei quali le associazioni di Confindustria avranno
un ruolo attivo.
Al di là delle opportunità, possiamo dire che è tutta
questione di tempo?
Dobbiamo comprendere che il cambiamento che stiamo
affrontando è epocale, che l’evoluzione tecnologica è
molto veloce. Questo ci obbliga a correre, a investire, a
essere costantemente informati. È un percorso complesso, ma è la strada da imboccare.Per questo al governo chiediamo di attuare rapidamente quanto annunciato e al sistema produttivo di informarsi e di sfruttare
le opportunità disponibili.Già lo scorso anno, grazie al
roadshow sulle “Pmi innovative”, con il ministero dello
Sviluppo economico, il ministero dell’economia e con
Intesa Sanpaolo abbiano attraversato il territorio per illustrare gli strumenti a supporto degli investimenti in innovazione. Mi riferisco al credito di imposta in ricerca e
sviluppo, al Patent box, alle agevolazioni introdotte dall’Investment Compact fino al superammortamento. A
queste misure ora se ne aggiungono di nuove, ma le risorse verranno stanziate già nel 2017 con una finestra
temporale limitata. Per questo a breve ripartiremo con
un nuovo roadshow per fare conoscere i contenuti del
piano, portando all’attenzione delle imprese casi di successo e facendogli toccare con mano perché vale la pena mettersi in gioco. Le possibilità sono molte. Abbiamo
un sistema imprenditoriale che per numero di imprese
innovative è già secondo in Europa, dopo la Germania.
Le nostre esportazioni tengono nonostante le difficoltà,
a riprova che le produzioni di qualità, il “bello e ben fatto” sono richiesti a gran voce in tutto il mondo. È nel nostro dna mettercela tutta per eccellere, in ogni situazione e a prescindere da tutto. Continueremo a farlo anche
e soprattutto in uno scenario 4.0. Perché siamo tutti
coinvolti in questa sfida: vinciamo o perdiamo tutti. Dobbiamo prenderne coscienza ed esserne parte attiva.
Novembre 2016 - © L’Imprenditore
Le pmi devono cambiare approccio?
Direi di sì. Oggi la vera sfida che attende ogni impresa è
comprendere dove andrà il mercato, cosa chiederà e
modificare, di conseguenza, le proprie strategie aziendali. Le trasformazioni sono così rapide che occorre essere
costantemente informati e riuscire in qualche modo ad
anticipare i cambiamenti in corso. Le difficoltà aumentano soprattutto per le tante imprese che operano nel business to business e non per il cliente finale; in questa
fascia le italiane sono le più numerose in Europa.Fatturato e dimensione aziendale avranno un peso, certo, ma a
fare la differenza sarà la capacità di integrare le nuove
tecnologie nei prodotti e nei processi per rispondere alle
richieste dei consumatori. Non dimentichiamo, poi, la
grande opportunità offerta dai due miliardi di nuovi consumatori che nel 2023 cercheranno il gusto, la creatività
e l’unicità che contraddistingue il nostro made in Italy.
Capire l’orientamento del mercato. Può farci qualche
esempio?
L’Olanda, ad esempio, ha annunciato di voler promuovere l’uso delle auto elettriche vietando quelle a benzina o
diesel. Non è detto, ma forse anche altri paesi potrebbero adottare questa stessa soluzione. È un rischio, però
57
Imprese Reggiane
Industry 4.0
56
particolare all’iperammortamento per beni collegati al
4.0 e alle agevolazioni fiscali del 30% per chi investe in
startup e pmi innovative. Quest’ultima è una soluzione
che può far pervenire alle 23mila potenziali “Pmi innovative” stimate dal ministero dello Sviluppo economico
una liquidità strategica per investimenti volti ad accrescere la produttività. Non mi stancherò mai di ripetere
che sostenere questa platea di imprese significa includere nel percorso di sviluppo anche i relativi fornitori, in
media 270 per ogni azienda leader. Per questo è fondamentale far comprendere alle pmi che rendersi più visibili e trasparenti agli occhi di investitori terzi, mai come
oggi, conviene.
CHE
COS’È
INDUSTRY
4.0
di Andrea Bianchi,
Direttore Area Politiche industriali Confindustria
ndustria 4.0 è ormai unanimemente considerata la
quarta rivoluzione industriale. In realtà, questa
profonda trasformazione del modo di produrre beni,
di legare il mercato dei servizi alla manifattura, nonché di dar vita a prodotti innovativi è, in parte, in corso
già da tempo. Tuttavia, poiché in Italia tale processo appare avere una dimensione e una diffusione ancora limitate, la sua prospettiva risulta più di medio-lungo termine, dai confini non ancora del tutto chiari, sebbene si
abbia la chiara percezione di una sfida impegnativa per
le imprese e le istituzioni e, al tempo stesso, ineludibile.
Infatti, la velocità, la pervasività e la trasversalità con cui
le tecnologie digitali (ma non solo) stanno penetrando
la realtà operativa di cittadini, imprese e (più lentamente) delle amministrazioni pubbliche sono tali da rendere
nello stesso tempo complesso, ma obbligato, il compito
di sfruttarne appieno le potenzialità, come volano di crescita e competitività per l’intero sistema produttivo.
In quest’ottica, capire cosa sia realmente Industria 4.0 è
fondamentale. Nella definizione corrente, Industria 4.0 è
la produzione industriale del futuro, che include quella
estensiva di prodotti individualizzati, all’interno di ambienti produttivi altamente flessibili; che punta sull’integrazione sia dei consumatori sia dei business partner all’interno dei processi di progettazione e creazione del
I
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Industry 4.0
Industry 4.0
58
re in maniera autonoma e flessibile funzioni produttive luppare sistemi di interazione M2M, ma anche
(assemblaggio, montaggio, etc.);
• Additive manufacturing: la stampa 3D che consente di per poter accumulare, geprodurre i beni “adducendo” materiale, in contrapposizio- stire e leggere i dati e le inforne alla tradizionale produzione per sottrazione, utilizzando mazioni che si renderanno disponibili.
processi produttivi innovativi e materiali innovativi, tanto Indubbiamente, Industria 4.0 impatta significativamente
sui processi produttivi e sui modelli di business. In priche i prodotti sono “stampati” in fase di produzione.
Immaginando le prime ricadute derivanti dalla diffusione mo luogo, investimenti sempre più diffusi in nuove tecnologie digitali all’interno della fabbridi queste tecnologie, un primo riferica e più in generale all’interno della
mento va ai mercati e ai settori produt- “nuovi spazi per
tivi, con la possibile creazione di nuovi
rispondere alla domanda catena produttiva potranno consentire
di realizzare obiettivi di efficacia ed efspazi imprenditoriali in risposta alla
ficienza. Ciò si dovrebbe riverberare
domanda di beni, servizi e competen- di beni, servizi e
positivamente sui costi di produzione
ze di nuova generazione (un profilo, competenze di nuova
e, conseguentemente, sui profitti, pur
questo, che ritroveremo nel riflettere
tenendo a mente il peso dell’investisulle ricadute occupazionali derivanti generazione”
mento iniziale per i bilanci delle impredallo sviluppo di Industria 4.0). Da
se, in particolare delle PMI. La veloquesto punto di vista, la progressiva
cità e l’immaterialità della comunicapermeazione delle tecnologie, in partizione all’interno del processo di procolare di quelle digitali, avrà senza
dubbio un primo punto di caduta nella crescita delle in- duzione potrebbe essere un fattore chiave a supporto
dustrie ICT, Telco e digitali, che detengono il know-how della creazione di una supply chain integrata. Un sistetecnologico necessario, affidando loro un ruolo sempre ma produttivo smart si definisce tale se è in grado di
più crescente nel sistema economico. La presenza e la connettere contemporaneamente non solo le macchine
vitalità di questo settore industriale è determinante per tra di loro, ma anche soggetti diversi, anche fisicamente
consentire la diffusione di macchinari intelligenti, di svi- distanti. In altri termini, imprese – grandi, medie e picco-
INDUSTRY 4.0. IL SISTEMA REGGIANO DEVE METTERSI AL LAVORO
di Fabio Storchi, Presidente Federmeccanica, Presidente Comer Industries
olti imprenditori hanno compreso da tempo che nel prossimo futuro le loro imprese saranno più connesse e flessibili; con più software e meno capannoni; con processi adattabili, controlli efficienti e lavoratori polivalenti.
Una consapevolezza che richiede però un ulteriore
passo in avanti: comprendere che l’essenza di Industry 4.0 non è la magnitudo raggiunta dallo sviluppo delle tecnologie. Il suo
vero elemento rivoluzionario è che queste tecnologie, insieme a un numero
enorme di possibili applicazioni, sono o saranno
alla portata di un numero sempre maggiore
di imprese e ope-
sti “mediatori” – di cui Reggio Emilia Innovazione rappresenta
l’archetipo ideale – sono indispensabili tanto le imprese, quanto la politica. In altri termini, servono decisioni e linee guida capaci di mobilitare ciò che sta fuori delle imprese e che, direttamente o indirettamente, concorre allo sviluppo della ricerca, alla sua connessione con l’industria, alla creazione di infrastrutture materiali e immateriali e al rinnovamento dell’idea stessa di
formazione.
Oggi è indispensabile essere consapevoli che non ci troviamo
solo di fronte a nuove tecnologie, bensì a un modo diverso di
organizzare i fattori che investe l’intera società. Mi riferisco sia
alla vita delle persone, ai modi attraverso i quali queste acquistano, si divertono, si informano, si curano o viaggiano; sia alle
istituzioni del welfare o, ancora, alla governance dei sistemi territoriali. Sul piano nazionale tutto ciò richiede e richiederà politiche dedicate, come Industry 4.0, l’Agenda Digitale o i programmi Smart City. Sul piano locale richiede una sola cosa: la capacità di dar vita a un hub tecnologico e una community connessi
col mondo e in grado di generare innovazione. Un obiettivo am-
industy 4.0
M
ratori. Ma attenzione, tale disponibilità sarà solo potenziale perché per accedervi ogni imprenditore e ogni azienda dovrà realizzare preliminarmente una rivoluzione
culturale. Per questo la diffusione dei
contenuti della quarta rivoluzione industriale richiede e richiederà l’impiego di veri e propri “mediatori”. Operatori capaci di trasferire non solo le
tecnologie, ma anche le loro possibili
applicazioni, le conoscenze e le informazioni correlate. Tutto ciò delinea un
nuovo possibile ruolo sia per i corpi
intermedi, come le associazioni, sia
per i soggetti pubblici e privati che detengono conoscenze in ambiti come
l’organizzazione aziendale, le reti, i sistemi complessi, le tecnologie e le loro applicazioni. Per individuare,
costituire e promuovere e que-
”
bizioso che impone di ripensare l’idea stessa di sistema locale.
In tale prospettiva il Tecnopolo reggiano, il suo soggetto attuatore, vale a dire Reggio Emilia Innovazione, insieme a un nuovo
approccio d’area vasta, ancora tutto da costruire, rappresentano i pilastri di una visione che deve velocemente diventare un’iniziativa politica, economica, amministrativa e culturale, condivisa dall’intera società reggiana.
FABIO STORCHI
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Industry 4.0
Industry 4.0
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valore; che promuove l’integrazione della produzione (sostituzione o eliminazione) di prodotti.
con servizi di alta qualità per realizzare prodotti ibridi. In Schematicamente, le principali Smart Technology su cui
termini più operativi, Industria 4.0 comporta l’organizza- dovrebbe fondarsi l’industria del futuro sono rappresenzione di processi di produzione basati sulla tecnologia e tate da:
su dispositivi in grado di comunicare autonomamente • Wearables (Wearable Device): i sensori e gli attuatori
tra di loro lungo la catena del valore: ossia un modello vengono incorporati nei beni fisici (abbigliamento e acdi smartfactory dove i sistemi controllati dai computer cessori) e sono in grado di utilizzare le reti wireless per
gestiscono processi fisici, creando un mondo virtuale e comunicare e scambiare informazioni tra loro, ma anche
di aumentare la capacità di lettura e visione della realtà
parallelo a quello fisico.
Questa trasformazione si regge sul massivo e pervasivo fisica, agevolando il processo produttivo;
• Big data analytics: ossia gli strumenti e le meimpiego di tecnologie digitali, oltre che di altre
todologie dedicati al trattamento e all’elabotecnologie (Key Enabling Technologies –
razione di grandi e varie masse di dati da
KETs), dando vita a un cocktail di innovautilizzare per configurare in maniera adezione tecnologica articolato e profondaguata ed efficiente il processo industriale;
mente interdipendente. Tentando un’ope•
Internet of Things, quale connessione ulra di semplificazione, le fabbriche dovrebsistemi controllati
tra veloce di oggetti, macchine e uomini,
bero diventare luoghi cyber-fisici, in cui il
da computer gestiscono
i processi, fisici
grazie alla quale vengono scambiate le
mondo reale e il mondo digitale si integrainformazioni sui prodotti e sul funzionamento
no: la produzione, così come è stata a lungo
dei macchinari;
immaginata, comprenderà un’interazione diretta
machine to machine (M2M) oltre che “uomo-macchina” • Cloud Manufacturing: la declinazione industriale del
e le nuove tecnologie integreranno gli oggetti, trasfor- cloud computing (internet diffuso), per accedere on demandoli in sistemi intercomunicanti e dotati di “intelli- mande open a risorse IT a supporto di processi produtgenza”. La disponibilità enorme di dati e informazioni, tivi e di gestione della supplychain;
peraltro, sarà in grado di influenzare indistintamente il • Advanced automation: macchine e robot avanzati (o
processo produttivo, i modelli di business e la creazione umanizzati), in grado di interagire con l’uomo o effettua-
Quanto ai prodotti, le nuove tecnologie di
produzione e l’integrazione di device informativi all’interno dei beni apriranno ulteriormente la strada a prodotti intelligenti,
connessi e personalizzabili (basti pensare
ai Google glass, ai tessuti tecnici impiegati in ambito sportivo in grado di fornire indicazioni sulle prestazioni etc.). L’innovazione e la creatività diventano, quindi, i pilastri di una sempre più estremizzata “customizzazione”, che guarda non più ai consumatori in senso ampio, ma “al” consumatore come singolo. Si tratta di un profilo di assoluto interesse per il sistema produttivo italiano
che ha proprio nell’artigianalità e nella creatività i punti di
forza del Made In.
La stampa 3D sta già avendo le prime applicazioni nel
mondo dei biomedicali e nell’aeronautica e, proprio nella manifattura additiva, l’Italia ha raggiunto già posizioni
di vantaggio competitivo, grazie ad un’innovazione prevalentemente centrata sul prodotto; nel lungo periodo,
questa modalità di produzione potrà essere utilizzata in
diversi settori in maniera stabile, purché se ne superino i
limiti in termini di costi e di quantità/dimensioni dei prodotti stampabili. La customizzazione diventa, pertanto,
una possibile risposta all’eccesso di offerta derivante
dalla produzione di massa e a basso costo, puntando
sulla qualità come una leva di eccezionale sviluppo per
le industrie che sapranno investire in innovazione, ricerca e nuove tecnologie.
È evidente, da questa breve descrizione, che l’industria
del futuro, che si chiami Industria 4.0 o no, ha nell’informazione il suo fattore di produzione principale. Acquisire, elaborare, condividere e sfruttare le informazioni è
fondamentale per rafforzare o creare rapporti di filiera
più stabili e qualificati, produrre prodotti sempre più
“cuciti addosso” e integrare nella manifattura tradizionale un’offerta di servizi adeguata e olistica. A titolo esemplificativo, va anche evidenziato come la produzione di
qualità e la customizzazione sono anche elementi che
giocano a favore del progressivo fenomeno di re-shoringdelle produzioni industriali cui si assiste già da tempo (il rimpatrio di produzioni de localizzate all’estero). La
competizione globale, almeno per alcune produzioni,
non si giocherà più, o sempre meno, sul fattore
costo che per molto tempo è stato alla base di scelte di
delocalizzazione delle imprese (manodopera), ma si giocherà sulla qualità, sulla collaborazione tra le diverse imprese di una filiera oltre che sulle specializzazioni dei
territori.
La disponibilità nel mercato di capitale umano qualificato e di un quadro regolatorio snello e flessibile, che sia
capace di incidere su fattispecie nuove, frutto di un
mercato in costante evoluzione, sono le leve con cui sviluppare innovazione e diffondere/utilizzare le tecnologie
digitali alla base di Industria 4.0.
Per quanto riguarda il capitale umano, un’industria dominata dalle nuove tecnologie e da una tensione naturale all’innovazione deve poter reperire sul mercato capitale umano dotato delle competenze necessarie e adeguate ad alimentare costantemente l’avanzamento tecnologico e il rinnovamento del processo produttivo. Partendo dalla scuola di base, fino all’università, la formazione nelle materie tipicamente “STEM” (Science, Technology, Engeneering, Maths) assume un ruolo chiave
per poter costruire un bacino di competenze qualificate
e alimentare il processo innovativo. Inoltre, occorre sottolineare come gran parte del dibattito su Industria 4.0
sia assorbito dagli effetti sull’occupazione derivanti da
una progressiva sostituzione dell’uomo con le macchine
che potrebbe rendere obsolete alcune figure professionali, attivando domanda per nuovi profili. Da questo
punto di vista, il dato di partenza è che ogni rivoluzione
industriale ha determinato la scomparsa di alcune figure
professionali, stimolando, però, anche la nascita di nuove (basti pensare
allo sviluppo negli ultimi decenni dei settori dei servizi e prodotti, sanitari, di cura personale, per il tempo libero - leisure, turismo). È, tuttavia,
evidente che occorrerà saper efficacemente gestire,
con strumenti e policy adeguate, il sostegno temporaneo, la formazione e il reimpiego delle persone che saranno toccate da queste trasformazioni del mercato del
lavoro. Infine, Industria 4.0 pone temi specifici legati alla
gestione e regolazione dell’informazione e dei dati. L’immaterialità che caratterizza questo nuovo modello di manifattura richiede soluzioni legislative e giuridiche adeguate in materia di costruzione degli standard operativi
e di piattaforme, per consentire l’effettiva interoperabilità dei vari soggetti di una filiera. Essa impone un forte
coinvolgimento delle istituzioni nella definizione di strumenti e norme a tutela della proprietà intellettuale industriale, dei dati personali, o nel creare strutture competenti in materia di cyber-security etc.
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Industry 4.0
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le – abituate a cooperare nell’arco di processi lunghi,
grazie alla virtualità, ridurranno le distanze e le asimmetrie informative lungo la catena produttiva.
La disponibilità in tempo reale di masse enormi di informazioni consentirà di: monitorare il flusso della domanda;
adeguare i livelli di produzione, massimizzando il tempo
di utilizzo degli asset industriali; ridurre i tempi; ottimizzare le scorte di magazzino; programmare e migliorare i
servizi di logistica; sviluppare nuovi prodotti. Tra gli effetti
positivi, si segnala anche la possibilità di ridurre consumo
energetico delle imprese, grazie ad una gestione più efficiente dei carichi di consumo, una riduzione delle dispersioni di energia delle reti e dei macchinari etc.
Cluster, competence center, parchi tecnologici, iniziative degli industriali,
e l'esempio della Vanguarde Initiative europea.
La sfida della disseminazione culturale all'interno del piano del Governo
di Barbara Weisz - agendadigitale.eu
on solo Politecnici e competence center individuati dal governo nel piano Industria 4.0, la mappa
dell'innovazione italiana che ruota intorno al rapporto università impresa coinvolge tutti i progetti legati
allo sviluppo delle competenze del futuro e al rapporto
fra il mondo della formazione e della ricerca e le imprese. «I digital innovation hub devono nascere spontaneamente e ovunque», ha specificato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda presentando il piano.
Vediamo allora una mappa di realtà italiane già esistenti,
e cerchiamo di capire con l'aiuto degli esperti come si
coniugano, sul territorio, impresa, competenze e innovazione, e soprattutto quali sono le sfide per l'Italia 4.0
Una delle esperienze più rilevanti a livello europeo è
rappresentata dalla Vanguard Initiative, un'associazione
(era un ente di diritto belga, sta diventano associazione
con personalità giuridica), che riunisce le 30 regioni europee più all'avanguardia sul fronte dell'innovazione, che
da sole valgono due terzi del sistema industriale europeo. Le Regioni italiane che aderiscono sono Lombardia ed Emilia Romagna, e attualmente proprio quest'ultima ha, dallo scorso mese di luglio, la presidenza.
«Il punto che stiamo affrontando ora - spiega Francesco
Paolo Ausiello, direttore tecnico di Aster, la società consortile dell’Emilia-Romagna per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che da due anni è protagonista attiva dello sviluppo di Vanguard Initiative - è come finanziare i progetti dimostrativi. Leading by exemple: crediamo
moltissimo in questa maniera di affrontare le cose».
Buono il giudizio sul piano Industria 40 del Governo che
si occupa di quattro elementi importanti, ovvero investimenti (con l'obiettivo di canalizzare risorse e risparmio
nazionale verso l'economia reale), infrastrutture, competenze e ricerca, attenzione alla governane. La cosa fon-
N
damentale per promuovere l'industria 4.0, prosegue Ausiello, è «incoraggiare le strade che portano alla digitalizzazione». Tornando al concetto del leading by example, Vanguard «affronta il problema di come potenziare
la creazione di impianti dimostrativi, che hanno una vicenda di finanziamenti difficile». In una paro la, «bancabilità, che è la croce di tutti gli investimenti dimostrativi».
Si tratta di realizzare dei demo plant, che possano essere utilizzati da più imprese». Strutture che ad esempio le
PMI non riescono a realizzare autonomamente: «le imprese di piccole e medie dimensioni difficilmente si imbarcano in un'operazione senza sapere quali sono i rischi. Vogliono fare delle prove che dimostrano che una
determinata tecnologia funziona per la loro azienda». I
demo plant sono una sorta di «palestra industriale, che
le piccole imprese possono utilizzare per mettere in produzione i propri prodotti». L'impresa lo utilizza, per un
determinato periodo, verifica le caratteristiche di adattamento del proprio prodotto, e poi esce dall'attività pilota
per fare l'investimento vero e proprio. «Supponiamo che
una fabbrica di piastrelle voglia capire come automatizzare e rendere disponibile on line a tutti i dati della linea
di produzione». L'impianto pilota consente di fare le prove, per vedere se la tecnologia va bene, e quindi replicarlo, eventualmente apportando modifiche. Anche condividendo l'impianto fra più imprese, le spese sono molto alte, e per questo Vanguarde si impegna nella realizzazione di questi impianti pilota. Una delle azioni in corso, «prevede di trasferire il know how per piattaforme off
shore di petrolio in piattaforme polifunzionali per le rinnovabili. Serve a capire come le tecnologie attualmente
utilizzate per il petrolio possono essere usate anche per
le energie alternative. L'impianto si trova a Ravenna, dove c'è un distretto off shore, e l'obiettivo è di aiutare le
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Imprese - Industry 4.0
Industry 4.0
64 ECCO LA MAPPA
DELL'INNOVAZIONE ITALIANA
CHE NUTRIRÀ L'INDUSTRY 4.0
150
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Imprese Reggiane
Industry 4.0
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missione sia chiarissima: «la promozione industria 4.0». Quindi, la
speranza è che i competence center
non siano «un cartello da mettere su
un indirizzo mail», ma diventino veramente
dei punti di propulsione. Altra cosa: valutare il criterio della rispondenza alla domanda territoriale delle imprese:
«non so se la mappa sia immutabile, e poi da estendere»
comunicando con i competence center individuati. Comunque sia bisogna capire se «funzionano come cinghia
di trasmissione fra centro di competenza e imprese». Università applicata, che si occupa di industria.
Bene anche la parte sui finanziamenti e accesso ai fondi, che oggi è un punto debole. «Il programma europeo
Horizon 2020 ha un tasso di successo medio del 5%.
Su 100 domande, ne vengono accolte 5. Va bene per le
università, che generano progetti», non per le imprese.
In Vanguarde, «le università ci sono, fanno da contesto,
ma in prima istanza ci sono le imprese». Altra sfida per
l'Italia, le PMI. «Le grandi lavorano già con la digitalizzazione, il punto fondamentale sono le PMI: small industria 4.0. E qui, entra in gioco il paradigma mentale degli imprenditori, che «vogliono guardare
con i propri occhi». In questo senso, «è importante l'impatto di big data, sensoristica,
milioni di euro
analytics, invece che esperti che la fanno
gli introiti della Rete
Alta Tecnologia
lunga». Le imprese possono avere dati statidell’Emilia Romagna
stici, e lavorarci sopra, i dati escono dalla fabbrica. Un'azienda ha «online tutti i dati dei difetti
di produzione e può reagire in tempo reale». Le
piccole imprese, questo operazione, in genere la fanno alla fine dell'anno. In definitiva, per l'Italia c'è un'occasione,
rappresentata dal patrimonio delle PMI, ma la condizione
è che la piccola impresa cresca. Altro esempio, l'Emilia
scono l'incontro università, imprese e istituzioni pubbli- Romagna vanta una eccellenza in automazione e robotica
che attraverso laboratori, centri di ricerca. Gli introiti so- (copre il 70% dell'esportazione delle macchine per autono pari a 150 milioni di euro, ma tutto questo «per la va- mazione e packaging): bisogna «far crescere queste calutazione scientifica conta molto meno delle pubblicazio- pacità, che riguardano centinaia di imprese (4 o 5 granni». Quindi, insiste Ausiello, «il cambio di mission va più di), e tenersi a livello». Oppure l'alimentare: è fondamenevidenziato», lavorare per Industria 4.0 deve diventare tale l'utilizzo ben fatto delle materie prime di qualità, «i
premiante, valorizzando ad esempio, invece che una prosciutti si fanno con sistemi di processo. la catena di
pubblicazione, una campagna di formazione per le im- produzione deve essere resa resiliente alla concorrenza
prese. «Io ho una provenienza industriale: lavorare con le internazionale, sul fronte di metodi e costi di produzione».
università è importante, ma spesso prevale l'aspetto Chi invece difende il modello dei bandi Horizon 2020 è
scientifico. Invece ora «si devono rendere conto che il Alberto Di Minin, docente di Economia e Gestione delle
Imprese della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ancliente è l'industria, e non la crescita dipartimentale».
Sono importanti anche i cluster, che in genere sono for- ch'essa fra i competence center del piano. Di Minin rapmati da imprese, ma l'università ha il vantaggio di garan- presenta l'Italia per i bandi Horizon 2020 (il programma
tire una presenza super partes. L'importante è che la che finanzia ricerca e innovazione). «Le PMI italiane
imprese del settore a diversificarsi. Si tratta di una piattaforma che può costare milioni di euro, e che non produce (è una demo).
Ausiello esprime soddisfazione per la presenza dell'università Bologna fra i competence center, che valorizza il
diretto tecnologico dell'Emilia Romagna. «Bologna è
grande università, con carte da giocare molto importanti.
Sarebbe importante capire se hanno una rete consistente di rapporti con l'industria, come i Politecnici di Milano
e Torino». Perché la mission è «lavorare con le imprese
per spingerne l'evoluzione». È richiesta, alle università,
una motivazione su questa operazione, che comporta
sforzi diversi da quelli che attualmente fanno. «Le università premiano, e sono premiate, per le pubblicazioni, la
formazione. Non c'è enfasi sul fatto che ottengano risultati in campo industriale». Esempio: la Rete Alta Tecnologia dell'Emilia Romagna, strutture (Tecnopoli) che favori-
”
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Imprese Reggiane
Industry 4.0
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esprimono in Europa innovatività. Nei bandi Horizon, l'I- Marche, Parma, Puglia. Infine, i
talia è al primo posto per numero di domande presenta- cluster tecnologici: Fabbrica Intellite. Gli inglesi sono al primo posto per risorse acquisite, gente, Aerospazio, Agrifood, chimima anche in questo noi siamo al terzo posto. Portiamo a ca verde, Mezzi e sistemi per la mobicasa tanti soldi, che sono il risultato di bei progetti di in- lità di superficie terrestre e marina, Sciennovazione». Il success rate è intorno al 7-8%, un po' più ze della Vita, Tecnologie per gli ambienti di vita, Tecnolobasso per l'Italia perché presenta più domande. «Gran gie per le Smart Communities.
parte dei casi che ho visto in Horizon - dice - benefice- E siamo ai parchi scientifici e tecnologici (riuniti nell'asrebbero delle risorse del piano Industria 4.0». L'esperto sociazione APSTI): sono una trentina, riuniscono azienritiene sorprendente la varietà dei casi: ci sono spin off de, start up, infrastrutture per incubare nuove imprese
accademici, (forte esperienza di programmi, finanzia- innovative. Si dividono in incubatori tecnologici, parchi
Biotech, parchi agroalimentare, sostementi europei), ma anche aziende più
nibilità ambientale. Le sedi: Trieste,
tradizionali, spesso PMI, che sfrutta- “nei bandi Horizon
Pordenone, Udine, Bologna, Navacno il finanziamento per sviluppare l'Italia è al primo posto
chio di Cascina (Pisa), Pontedera (Piqualcosa di nuovo. Un po' in controsa), Bergamo, Lodi, Pavia, Como, Notendenza con le linee guida del piano, per numero di domande
vara, Colleretto Giacosa (Torino), Toriche concedono i finanziamenti diretta- presentate”
no, Catania, Cagliari, Marcianise, Namente alle imprese sottoforma di inpoli, Bari. A Milano, proprio nell'ottica
centivi fiscali, non li distribuiscono at4,0, è appena stato siglato un patto
traverso i bandi, il docente difende
fra Assolombarda e gli atenei della caqueste forme di finanziamento. Chi li
chiede? Per un terzo start up (che nascono dietro un pitale lombardia (Statale, Bicocca, Bocconi, Polimi,
progetto innovativo), un terzo spin off universitari (quindi Cattolica, Humanitas, San Raffaele, Iulm) e l'Università
neo imprese già nate, non start up, che vivono in un am- degli Studi di Pavia, per sviluppare innovazione e rapbiente di ricerca, e sfruttano il bando per industrializzar- porto fra impresa, accademia, ricerca. Ma non ci sono
si). Infine, un altro terzo è composto da aziende senza solo le università a promuovere l'innovazione in ottica
vocazione hi tech, che utilizzano i bandi per rinnovare la 4.0. Il piano del Governo, non a caso, nella parte (foncapacità innovativa, utilizzano un accordo con un forni- damentale), relativa alle competenze, punta a diffondere
tore, o fanno open innovation, comprando tecnologia la cultura digitale attraverso alternanza scuola lavoro e
dal di fuori. «Di Minim si augura che il programma Hori- formazione secondaria superiore.
zon 2020 possa andare di pari passo con Industria 4.0,
replicando la logica delle SME innnovation instrument.
Proseguendo con la mappa dell'innovazione italiana, i
competence center individuati dal governo, come è noAGENDADIGITALE.EU
to, sono oltre alla già citata Università di Bologna, i PoliAgendadigitale.eu accompagna i passi dell’Italia verso la
tecnici di Milano, Torino, Bari, la Scuola Superiore
necessaria rivoluzione digitale. Si impegna per contribuire
Sant’Anna di Pisa, le università del Veneto, la Federico II
a definire un quadro complessivo per aiutare a comprendi Napoli. Fra le iniziative rilevanti già in atto: il Venice Indere quello che sta cambiando nella struttura del Paese.
novation Hub fra università venete (Università di PadoL'ambizione è provare a incidere sull’agenda politica. Per
va, le veneziane Cà Foscari e Iuav, università di Verona)
migliorare la normativa e individuare gli intoppi nella sua
che diventi polo di attrazione per l'innovazione, riunendo
realizzazione. Gli strumenti utilizzati per questo scopo soricerca e imprese, e che ha sede nel Parco Scientifico e
no due. I commenti, affidati a esperti e addetti ai lavori, e
Tecnologico Vega, a Marghera. Il progetto Human Techl’attività giornalistica, affidata a collaboratori specializzati.
nopole, sull'area EXPO, un progetto da 2,5 miliardi di
Le due parti convivono: l’idea è che il dibattito, anche tra
gli addetti ai lavori, ha bisogno di condividere alcune coeuro, che coinvolge l'Istituto Italiano di tecnologia di Genoscenze.
nova, altra eccellenza italiana. Sempre a Genova, c'è
Agendadigitale.eu è un’iniziativa di ICT & STRATEGY Srl
anche l'Italian innovation hub, della Fondazione R&I, a
cui partecipa Confindustria, che a sua volta promuove
quattro Digital Manufacturing Innovation HUB in Lazio,
A CURA DI DARVOCE
volontariato
PROGETTO ALL INCLUSIVE SPORT
Più di cinquanta persone pronte ad affrontare mesi di
formazione e di lavoro, un percorso necessario per capire come inserire al meglio nel mondo sportivo i giovani
disabili. Da fine autunno a Reggio tante ragazze e tanti
ragazzi sono impegnate in un corso pensato per creare
dei “tutor”, persone con tutte le competenze necessarie
a favorire l’inserimento sportivo di un bambino o ragazzo
diversamente abile in una squadra o in un gruppo sportivo non espressamente dedicato dalla disabilità.
L’iniziativa è proposta dal centro di servizio per il volontariato DarVoce insieme a CSI REGGIO EMILIA, Reggio Emilia Città Senza Barriere e altre associazioni all’interno del progetto provinciale All Inclusive Sport, incentrato come da nome sull’inclusione tramite lo sport.
Al termine del cammino formativo, che prevede prima
una parte teorica e poi esperienze sul campo assieme a
consulenti sportivi già attivi sul tema, gli oltre cinquanta
iscritti otterranno un attestato riconosciuto dal CSI
Centro Sportivo Italiano, e l’inserimento del proprio nominativo nel database dei potenziali futuri tutor del progetto All Inclusive Sport.
Il gruppo dei partecipanti è ampio e composito. Fra gli
iscritti ci sono due atleti paralimpici esperti e altri ragazzi
giovanissimi. Insieme hanno ragionato sul progetto,
e sui concetti fondamentali
del tutoraggio, in primis il
senso di responsabilità, la
creazione del rapporto di fiducia con il ragazzo, la famiglia e l’allenatore. Con un lavoro a piccoli gruppi si è poi
cercato di far emergere i preconcetti che ognuno può
avere sulla disabilità e sul comportamento che un buon
tutor dovrebbe avere, in questo ambio come altrove.
Fra i presenti anche Massimo Croci, campione di tiro
con l’arco, reduce dalla partecipazione alle Paralimpiadi
di Rio 2016: «Questo corso è un’opportunità per far
crescere le società sportive, per far loro cambiare prospettiva. Noi mettiamo le nostre competenze tecniche e
professionali in un percorso di relazioni interculturali,
per così, per aiutare i ragazzi a trovarsi a proprio agio in
una nuova esperienza».
Informazioni: www.darvoce.org/allinclusive.
EMPORIO SOLIDALE
Con l’avvio del 2017 partirà anche a Reggio l’esperienza dell’Emporio Solidale: un luogo dove persone in difficoltà economica potranno avere cibo a prezzi estremamente calmierati per le loro famiglie. Esperienze di questo tipo stanno sorgendo in gran numero in tutta l’Emilia-Romagna.
Emporio Solidale è un percorso che vive grazie ad un
dialogo costante con le realtà imprenditoriali del territorio di competenza.
Nel caso reggiano decine di aziende stanno contribuendo al progetto, garantendo i prodotti alimentari come gli
arredi, le consulenze tecniche e gli arredi per gli spazi
operativi.
Le porte sono aperte a chiunque voglia conoscere meglio questa esperienza.
Si tratta di un’attività delicata, progettata con diverse
associazioni di volontariato e i servizi sociali, così da poter monitorare il quadro sociale ed essere sicuri che le
forniture di cibo vadano a persone e nuclei realmente in
difficoltà e bisognosi di aiuto in questo senso.
Rimane una transazione economica su cifre contenute,
per evitare di passare alla “carità”: l’idea è quella di
mantenere un rapporto di dialogo e di scambio fra chi
aiuta e chi, pur in situazioni difficili, prova comunque a
contribuire al proprio sostentamento.
L’Emporio Solidale reggiano si chiamerà Dora e avrà sede in viale Trento Trieste, nel quartiere Gardenia a Reggio Emilia, negli spazi prima occupati da Fer alla piccola
stazione ferroviaria di Santo Stefano.
A fine novembre il progetto è stato al centro di un seminario informativo in Camera di Commercio dedicato ai
vantaggi fiscali e strategici che le aziende possono avere grazie a una politica accorta di responsabilità sociale
d’impresa.
Il momento formativo è partito proprio dalle diverse opportunità che una realtà come l’Emporio Solidale, con le sfaccettature e il suo impatto sociale e mediatico può avere.
Informazioni: www.emporiosolidaledora.it
PERCORSO TUTOR DSA
Anche quest’anno le scuole superiori reggiane hanno
accolto il percorso “Tutor Dsa”, pensato per affiancare
persone formate e dedicate agli studenti con disturbi di
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Volontariato
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MARTINA CAIRONI ORO MONDIALE PARALIMPICO DOHA 2015
RASSEGNA CINEMATOGRAFICA TEMATICA AIMA
Nel settembre scorso si è conclusa la rassegna cinematografica tematica organizzata a Reggio da Aima Associazione Malattia Alzheimer, per sensibilizzare su una
degenerazione neurologica con cui tante famiglie si trovano a convivere. Cinque serate in tutto il territorio reggiano segnate da proiezioni, dibattiti, momenti conviviali
e da tante presenze, che oggi permettono di puntare
l’attenzione sul lavoro che AIMA fa per aiutare centinaia
di persone nel territorio reggiano.
“Anche la filmografia sempre più spesso si occupa del
tema della malattia e anche questo ci pare testimoni
l’avvio del cambiamento culturale a cui aspiriamo e che
continueremo a perseguire attraverso tutto ciò che potrà rappresentare un’occasione di confronto e di riflessione. Riteniamo infatti che la demenza sia un problema sociale e che nessuno di noi possa sentirsi esonerato dal compito di conoscerla per saperla affrontare e
per saper sostenere la fatica della persona malata e di
chi se ne prende cura” – spiegano i volontari.
In questi mesi poi le attività proseguono con seminari,
incontri pubblici e feste. Tutti questi momenti informativi
sono voluti e pensati per offrire occasioni di riflessione
e confronto sulla fatica legata all’assistenza della persona malata di demenza e per offrire informazioni utili sul
funzionamento dei servizi presenti sul territorio e i loro
percorsi di attivazione..
Informazioni: tel. 0522/335033 (mercoledì, giovedì e
venerdì 15,30-18,30, mail [email protected]
NATALE 2016 PER LE AZIENDE REGGIANE
DarVoce propone alle aziende una concreta opportunità
di Responsabilità sociale d’Impresa in vista del Natale,
un’occasione per favorire il dialogo con i collaboratori e
rafforzare il rapporto di stima e fiducia, facendo solidarietà insieme. Tramite la collaborazione di DarVoce, l’azienda può proporre a dipendenti, fornitori e clienti tre
diverse opportunità: ricevere e tenere per sé e la propria famiglia il tradizionale pacco natalizio; regalare il
contenuto del proprio pacco alle famiglie in difficoltà;
destinare il budget previsto per la tradizionale strenna
ad un progetto sociale a scelta tra quelli indicati da DarVoce. L’opzione include tre iniziative di solidarietà: Emporio Solidale, All Inclusive Sport (entrambe già descritte in queste pagine) e Non più soli. Quest’ultima riguarda la promozione dell’ “Amministratore di sostegno”, una
figura famigliare nominata dal giudice tutelare per dare
aiuto alle persone in difficoltà nelle quotidiani mansioni
domestiche. “Non più soli” promuove questa figura e la
sostiene con la formazione e la vicinanza in tutte le sue
attività, fornisce un servizio diretto ai cittadini attraverso
5 sportelli informativi e di gestione dei volontari, e aiuta
le persone più fragili nelle difficoltà di tutti i giorni.
Le aziende interessate ad approfondire la conoscenza dei
progetti di DarVoce in vista del Natale possono rivolgersi
direttamente a Cecile Derny ([email protected]).
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Imprese Reggiane
Volontariato
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apprendimento (dislessia e disgrafia). Un progetto coordinato dal Centro Integrazione Reggio e dagli enti pubblici per dare un contributo sostegno a tante famiglie e
permettere in contempo a diversi giovani di vivere un’esperienza professionale ed educativa di alto livello.
Il tutor DSA è un “pari-età” – laureando, neolaureato o diplomato, di massimo 28 anni di età – selezionato per relazionarsi con gli studenti delle scuole superiori ai quali è
stato riconosciuto un Disturbo Specifico dell’apprendimento, cioè o dislessia, o disortografia, o discalculia o disgrafia. Ogni tutor segue un gruppo di 3 ragazzi, per 1 o
3 pomeriggi a settimana in relazione alle specifiche esigenze della famiglia, con l’obiettivo di aiutarli ad acquisire
una maggior autonomia nello svolgimento dei compiti
scolastici. Formati da esperti scolastici e professionali –
Claudio Basile e Marta Goldoni del Galvani-Iodi, Alessandra Landini di Unimore – che gratuitamente hanno dedicato il loro tempo preparandoli per un totale di 6 ore, i tutor lavorano in rete tra loro, tenendo i collegamenti con la
scuola e le famiglie. La quota che viene richiesta alle famiglie per l’iscrizione rappresenta una mera copertura dei
costi delle ore di lavoro dei ragazzi tutor.
Tante famiglie hanno iscritto i propri ragazzi al percorso,
così da poter ottenere un aiuto. Praticamente l’intero
territorio provinciale è coperto, visto che il servizio sta
funzionando nelle scuole superiori di tutti i Comuni capodistretto, Reggio Emilia, Correggio, Montecchio, Castelnovo Monti, Guastalla e Scandiano. Informazioni:
www.integrazionereggio.it
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Unindustria notizie
Unindustria notizie
quarte di un percorso di istruzione tecnica a indirizzo
tecnologico (meccanica, meccatronica, elettronica ed
elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni, sistema
moda, agroalimentare e agroindustria).
Hanno preso parte alla cerimonia, tenutasi nella sala
convegni di via Toschi, oltre 100 persone, tra studenti,
familiari e docenti. Ad accoglierli Mauro Severi, Presidente Unindustria Reggio Emilia. A consegnare le borse
di studio Claudio Lodi, Vicepresidente con delega all’Education e ai Rapporti con la Scuola. Presente all’evento anche Antimo Ponticiello, Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
MAURIZIO BREVINI A PARTITA DOPPIA
Maurizio Brevini, Presidente del Club Meccatronica, ha
preso parte a una puntata di Partita Doppia, format condotto da Andrea Cabrini su Class CNBC (all news di
economia, canale 507 di Sky) – per l’edizione “Speciale
Partita Doppia Rivoluzione 4.0”, dedicata al tema: La
quarta rivoluzione industriale, i vantaggi, le sfide. Le
aziende italiane sono pronte per questa opportunità?
Questa edizione del programma si inserisce nel mese
che la trasmissione e i media di Class Editore dedicano
al tema dell’Industria 4.0 in una campagna speciale di
informazione e divulgazione multimediale.
SEVERI SU ITALIA 4.0
Il Presidente di Unindustria Reggio Emilia Mauro Severi,
è intervenuto pubblicamente su Italia 4.0, il piano del
Governo: “Siamo soddisfatti perché le sollecitazioni
avanzate in questi mesi affinché il Paese si dotasse di
una strategia per la trasformazione digitale delle imprese hanno ottenuto una risposta con questa iniziativa del
Governo. Molti dei contenuti del Piano soddisfano le indicazioni che Confindustria ha fornito al Ministero dello
Sviluppo Economico, in particolare sul fronte degli investimenti innovativi delle imprese e, più in generale, sulla
scelta di affrontare in maniera coordinata diverse leve di
policy necessarie a sostenere le imprese nel percorso
di trasformazione digitale. Il mondo produttivo di Reggio
Emilia presta grande attenzione a questo piano del Governo che può rappresentare una spinta importante per
rimanere competitivo sui mercati internazionali. Reggio
Emilia ha dimostrato nella sua storia una grande capacità di evolvere con equilibrio e coerenza in tutte le sue
componenti e quindi siamo convinti che sarà così anche
in futuro. La sfida per Reggio è infatti proprio sui tre pilastri su cui si fonda il piano del governo: aumentare il
potenziale innovativo delle imprese; potenziare le infrastrutture, digitali e non; porre attenzione ai temi della
formazione e del raccordo scuola-lavoro”.
confronto e alla riflessione sui numerosi effetti
che il mondo digitale produce sulle giovani generazioni, sugli atteggiamenti degli adulti, genitori e educatori e sulle diverse configurazioni che
vanno assumendo le relazioni tra le generazioni.
Relazioni reali e relazioni virtuali, infatti, si affiancano, si sovrappongono, si intersecano nel nostro quotidiano. Per i giovani, dai bimbi agli adolescenti, questi approcci alla realtà sono la norma dato che lo smartphone, il tablet, il computer
sono oggetti onnipresenti, facili da usare, attraenti per le meraviglie che offrono. La vita, senza questi strumenti, queste protesi che ci collegano al mondo, non è più pensabile. Nessuno
dubita della ricchezza, delle opportunità culturali,
relazionali e pratiche, che il mondo delle connessioni a internet offre. C’è chi pensa anche ai rischi, ai possibili abusi; alcuni guardano dubbiosi
alle presunte ricadute positive sullo sviluppo psicologico delle nuove generazioni.
I REATI AMBIENTALI
Unindustria Reggio Emilia ha organizzato un incontro tra
esperti per fornire un quadro d’insieme in materia di reati
ambientali. Come noto, il “danno ambientale” ha subito
di recente delle importanti modifiche con la c.d. legge
POTENZIALITÀ DELL’INDUSTRIA 4.0
PER IL SISTEMA REGGIO
Si è tenuto presso la sede di Unindustria Reggio
Emilia l’incontro: “The Industry 4.0 in practice dalla Silicon Valley alla Motor Valley: le opportunità
per il sistema Reggio Emilia”, organizzato in collaborazione con STU Reggiane in cui sono stati
presentati i casi di Nebbiolo Tech e di TTTech.
Il tema dell’Industria 4.0 è di grande attualità e
caratterizzerà l’evoluzione del nostro sistema produttivo nei prossimi anni, come dimostrano anche
il Piano del Governo “Italia 4.0” e l’indagine di Federmeccanica “Industria 4.0 in Italia: costruiamo
insieme il futuro”, presentati recentemente.
A condurre l’incontro Giannicola Albarelli vicepresidente dell’Associazione con delega a Innovazione, Ricerca e Qualità. Nel corso dei lavori si
sono susseguito gli interventi di Luca Torri, amministratore delegato di STU Reggiane, Flavio
Bonomi, ceo e fondatore di Nebbiolo Tech e
Wolfgang Leindecker, vicepresidente TTTech,
che hanno presentato i casi delle loro aziende
tra le prime a livello mondiale a sviluppare infrastrutture e soluzioni tecnologiche in grado di abilitare l’Industria 4.0. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerose realtà del mondo meccatronico e dell’ICT.
Comunitaria 2013. Insieme a molte altre novità ora la legittimazione a richiedere il risarcimento spetta, in primo
luogo, agli enti locali nel cui territorio si è verificato il danno per proseguire, nell’ambito della pubblica amministrazione, eventualmente fino allo Stato nei casi più gravi.
GIOVANI DIGITALI: “GESTIRE RELAZIONI VIRTUALI E REALI OGGI”
Il Club Digitale ha organizzato un convegno dedicato al
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25 BORSE DI STUDIO DI UNINDUSTRIA
Nella seconda metà di novembre sono state consegnate le 25 borse di studio di Unindustria Reggio Emilia. I
riconoscimenti, del valore di mille euro ciascuno, sono
stati assegnati a studenti meritevoli delle classi terze e
un totale di 83 mila dirigenti. I piani approvati grazie all’assistenza di Cis sono stati 21 per un importo superiore a 200 mila euro, in particolare nelle aree digitalizzazione, internazionalizzazione, innovazione organizzativa,
relazioni di impresa, filiere e aggregazioni aziendali. Un
sostegno dunque alla competitività delle imprese attraverso lo sviluppo della managerialità dei dirigenti aziendali. il Presidente di Cis Claudio Lodi, nel commentare
questo risultato ha evidenziato non solo l’importanza di
“aderire a Fondirigenti, ma anche la professionalità che
Cis esprime sul territorio nella gestione di piani formativi
finanziati”.
GRUPPO IMPIANTISTI:
CORSO PER ESPERTO NELLA GESTIONE DELL’ENERGIA.
Ha preso il via il corso per ottenere la qualifica di
esperto nella gestione dell’energia (Ege), promosso dal
Gruppo Impiantisti di Unindustria Reggio Emilia, in collaborazione con Assistal e Kiwa Cermet Italia. L’Ege è
una figura strategica per le imprese “energivore” e per
le Energy Service Company (ESCo) attive nella promozione della sostenibilità e il risparmio energetico. Questo accreditamento è diventato obbligatorio dal 19 luglio di quest’anno per le diagnosi energetiche presso
le grandi imprese, le aziende energivore e per i certificati bianchi. Il corso, a frequenza obbligatoria e a numero chiuso, avrà luogo presso la sede associativa di
via Toschi e avrà una durata di quaranta ore, divise in
cinque giornate.
le e i system integrator, i costruttori di macchine e gli
utilizzatori finali, alternandosi in una serie di interventi organizzati su diverse sessioni convegnistiche volte a presentare approfondimenti tecnici in tema di motion control, robotica, software industriale, impiantistica con una
particolare attenzione alla progettazione meccatronica e
a tutte quelle tecnologie che si inseriscono nel paradigma di Industrie 4.0. Il Club Meccatronica di Unindustria
Reggio Emilia era presente con un proprio stand.
CIS SUPPORTA LE IMPRESE TRAMITE FONDIRIGENTI
Anche nel 2016 Cis, Scuola per la gestione d’impresa
di Unindustria Reggio Emilia, ha supportato le imprese
nella presentazione di piani formativi aziendali finanziati
dall’avviso 01/2016 di Fondirigenti, il Fondo Interprofessionale per la Formazione Continua dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager, per finanziare
per la formazione del management e favorire lo sviluppo
della cultura manageriale. Un’iniziativa che ad oggi ha visto su scala nazionale l’adesione di 15 mila aziende, per
ASSEMBLEA CLUB DIGITALE
Microsoft, Oracle e altri qualificati esperti di come e dove stia andando il mondo dell'IT sono intervenuti all'Assemblea annuale del Club Digitale di Unindustria Reggio Emilia tenutasi al Tecnopolo. Isabella Bovero, Presi-
dente Club Digitale, ha introdotto i lavori affermando
che “L’evoluzione della domanda e delle applicazioni digitali comporterà cambiamenti speculari sia nelle imprese IT che in quelle di produzione e manifatturiere”. Il programma dei lavori ha visto gli interventi di Roberto An-
dreoli, Director of Cloud & Enterprise Business Group
di Microsoft, sulla Digital Transformation e Industry 4.0
e Giovanni Vaia, Direttore Digital Enterprise Lab - Università Ca’ Foscari con “Il nostro nuovo collega del futuro: il Digital manager”. È seguita una riflessione con
l'Assessora comunale all'Agenda Digitale Valeria Montanari. È stata quindi la volta dello speech di alcune imprese del Club Digitale di Unindustria sul tema dell’incontro. In chiusura Nino Guarnacci, IoT & Mobile Business Development di Oracle, ha parlato di come IOT e
Big data possono portare valore alle aziende reggiane.
CIS OSPITA LE ORGANIZZAZIONI EUROPEE DEL PROGETTO LLOT
CIS è partner del progetto Logistics Language Open
Training (Llot) e ha ospitato nella propria sede le altre organizzazioni europee che partecipano al progetto. Il progetto, finanziato nell’ambito del programma comunitario
Erasmus + Azione Chiave 2 - Partenariati strategici, prevede la creazione di una piattaforma on-line finalizzata all’apprendimento delle quattro lingue inglese, tedesco,
polacco e italiano attraverso il linguaggio specifico riferito alla logistica. Il progetto ha tra i principali obiettivi l’utilizzo, attraverso la piattaforma e-learning, della gamification ovvero l’apprendimento della lingua attraverso elementi mutuati dai giochi e delle tecniche di game design.
L’iniziativa ha lo scopo di facilitare i rapporti internazionali
e la comprensione del linguaggio specifico in un campo
come quello della logistica particolarmente importante e
presente nell’attività quotidiana di un’azienda. La creazione di Lott coinvolge CIS, l’università privata Poznan
School of Logistics (ideatrice e promotrice del progetto),
Globalnet di Poznan, che sviluppa software e prodotti elearning e le scuole di lingue Speakeasy Sprachzeug di
Berlino e Jamieson-Bell di Londra.
ANDROID FACTORY 4.0 A REGGIO
La sede associativa ha ospitato il primo evento del
roadshow di presentazione di Android Factory 4.0: un
percorso di pre-accelerazione lanciato da LVenture
Group, in collaborazione con Google e gestito dall'Acceleratore Luiss Enlabs. Il programma si pone l’obiettivo
di stimolare la creazione di nuove startup che, attraverso le potenzialità del sistema operativo open source An-
droid, contribuiscano alla diffusione di un Made in Italy
innovativo e diventino player competitivi nell’industria
4.0 a livello globale. Le candidature sono aperte fino al
9 gennaio 2017 e sono rivolte a startup nelle prime fasi
di vita, team incompleti e persone che vogliano portare
innovazione nel proprio territorio attraverso Android.
A introdurre i lavori Enrico Giuliani, Presidente Gruppo
Giovani e Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia,
cui è seguito il saluto di Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Sono poi intervenuti Diego
Ciulli di Google, che si è soffermato sulle“potenzialità di
Android: dal playstore all’industria 4.0”. Infine, il workshop “Come avviare una startup: dall’idea all’exit” che è
stato coordinato da Augusto Coppola di Luiss Enlabs.
UNINDUSTRIA SPIEGA IL CONTRATTO DI AGENZIA
Unindustria ha organizzato un seminario sulla gestione
dei contratti con agenti e rappresentanti di commercio.
Il convegno ha approfondito gli aspetti più rilevanti e
controversi del contratto di agenzia, offrendo ai partecipanti utili strumenti per stipulare mandati conformi alle
disposizioni vigenti e ridurre così il rischio di contenziosi. Relatore uno dei maggiori specialisti italiani sull’argomento: l’avvocato Franco Toffoletto, managing partner
dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci, fondatore di Ius Laboris - Global HR Lawyers. Unindustria Reggio Emilia ha attivato da tempo un servizio di check-up –
gratuito per le aziende associate – dedicato alla gestione dei rapporti con gli agenti di commercio.
ALLA SCOPERTA DELLA DIGITAL TRANSFORMATION
È proseguito il ciclo di incontri Club_Digitale_Innova, ri-
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CLUB MECCATRONICA AL FORUM MONZANI DI MODENA
Una rappresentanza del Club Meccatronica, guidata dal
Presidente Maurizio Brevini, ha preso parte alla terza
edizione del Forum Meccatronica, la mostra convegno
ideata dal Gruppo Meccatronica di ANIE Automazione
in collaborazione con Messe Frankfurt Italia. La manifestazione, riconosciuta dalla filiera meccatronica italiana
come uno degli appuntamenti annuali di riferimento, è
stata organizzata presso il Forum Guido Monzani di Modena. Patrocinata già da due anni dal Club, si propone
come punto di incontro tra le più importanti aziende fornitrici di prodotti e soluzioni per l’automazione industria-
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volto a tutti gli interessati al tema della digital transformation. Ospite della mattinata: Google. L'intervento del
gigante statunitense ha avuto come focus il mondo rivoluzionato del marketing digitale, con una full immersion
in casi di aziende che hanno virato le loro strategie grazie all'uso di nuove piattaforme e operazioni interne. Il
ciclo è iniziato a marzo con il susseguirsi di incontri dedicati alla “Digital Transformation”così come viene interpretata da sei big player, come Microsoft, Siemens,
tunità e alcuni casi concreti di commesse di rete. La regione Emilia Romagna con 1384 contratti di rete è la
seconda regione in Italia dopo la Lombardia. A Reggio
Emilia sono state realizzate significative esperienze in
diversi settori e con differenti obiettivi, come l’internazionalizzazione, l’innovazione, l’integrazione e potenziamento della gamma di prodotti offerti, la gestione condivisa
di servizi di welfare aziendale.
ACCORDO CON KAITI EXPANSION
Kaiti Expansion, agenzia di marketing e comunicazione,
diventa sponsor ufficiale degli eventi pubblici più significativi organizzati da Unindustria Reggio Emilia nel corso
dell’anno. “Kaiti expansion – ha dichiarato Davide Caiti,
presidente dell’agenzia – è molto attenta a tutte le realtà
che si occupano di cultura di impresa. E, tra queste, sicuramente c’è anche Unindustria da sempre un punto di
riferimento per il mondo produttivo. Siamo quindi soddisfatti e orgogliosi di sostenere e promuovere chi rappresenta l’eccellenza manifatturiera del nostro territorio”.
Adobe, Google, Oracle e Samsung. Secondo Isabella
Bovero, Presidente del Club Digitale – “si tratta di un
percorso, coerente con lo spirito associativo del Club,
aperto a alle Associate e agli imprenditori appartenenti
ad ogni settore”.
PRECISIONET AD EICMA
Annalisa Corghi, Presidente di Precisionet, ha preso
parte come relatrice al convegno “Reti d'Impresa: accendiamo il motore della crescita” che si è tenuto a Milano nell'ambito di Eicma 2016. In occasione della Fiera
Internazionale del Motociclo Corghi ha portato la propria testimonianza sul tema “Collaborare per competere” nell’ambito del convegno promosso da Retimpresa
l’agenzia nazionale di Confindustria per la promozione e
il sostegno alle reti di impresa. In particolare la testimonianza è servita ad illustrare i risultati raggiunti, le oppor-
CONVEGNO SUI CONTRATTI DERIVATI
Si è tenuto presso la sede associativa un convegno sulla
nuova disciplina contabile e fiscale dei contratti derivati
organizzato da Unindustria Reggio Emilia, in collaborazione con Confindustria e la locale Fondazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Sono intervenuti in qualità di relatori: Francesca Mariotti, Direttore
Area Politiche fiscali di Confindustria, Alessandro Sura,
responsabile dell’attività di ricerca dell’Organismo italiano di contabilità e professore all’Università “La Sapienza” di Roma e Nicola Mazza, avvocato e membro della
commissione fiscale OIC. Nel corso dei lavori è emerso
che le regole di esposizione dei derivati in bilancio sono
state profondamente innovate e assumono rilevanza fiscale. Pertanto è quanto mai opportuno adottare pratiche contabili ineccepibili e supportate da opportune carte di lavoro. Il seminario è stato anche l’occasione per
condividere il lavoro svolto da Confindustria in questa fase di aggiornamento della normativa sui bilanci e fiscale.