Vision. 60 - Unindustria Reggio Emilia
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Vision. 60 - Unindustria Reggio Emilia
PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE - N. 4/2016 • POSTE ITALIANE SPA • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE -70% • REGGIO EMILIA REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA N. 1104 DEL 09/09/2003 DICEMBRE 2016 60 Vision il punto di vista degli industriali reggiani costruire una nuova realtà le nanotecnologie per vincere il cancro testimonianza di Mauro Ferrari 26 42 46 59 Che cos’è la Disruptive Innovation Intervista a Mauro Ferrari Il grande futuro della nanomedicina Che cosa è Industry 4.0 n° 60 DICEMBRE 2016 Rivista trimestrale di Unindustria Reggio Emilia Direttore Responsabile Alessandro Parma Redazione Via Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia Progetto grafico Hammer Communication srl Vision il punto di vista degli industriali reggiani 05 L’OPINIONE 05 IMPEGNARSI PER COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ 06 IMPRESE REGGIANE 22 IMPRESA 22 LA SOLITUDINE DELL’IMPRENDITORE ITALIANO 26 IMPRESE - INNOVAZIONE 26 CHE COS’È LA DISRUPTIVE INNOVATION 30 CHI GUARDERÀ MAI LE FOTO SU UNO SCHERMO? 34 TIR A GUIDA AUTONOMA 36 COME SARÀ IL MONDO TRA 50 ANNI 40 LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 42 ARTICOLO DI COPERTINA Una nuova generazione di terapie con un impatto Editore S.I.F.I.R. Spa Via Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia decisivo in oncologia 45 Stampa Tecnograf srl Stampato e diffuso in 6.000 copie Pubblicità Pubblì - Concessionaria Editoriale srl C.so Vittorio Emanuele 113 • Modena Tel. 059 212194 Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Unindustria Reggio Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione. LA PROMESSA AI FIGLI DEL PROFESSOR FERRARI E IL MALE ITALIANO DA CURARE 46 ARTICOLO DI COPERTINA - APPROFONDIMENTI 46 IL GRANDE FUTURO DELLA NANOMEDICINA 49 CHE COSA SONO LE NANOTECNOLOGIE 50 INDUSTRY 4.0 51 COSA DICE IL PIANO INDUSTRIA 4.0 PRESENTATO DAL GOVERNO 54 INDUSTRY 4.0 • UN PROGETTO RILEVANTE PER IL PAESE 59 CHE COS’È INDUSTRY 4.0 64 ECCO LA MAPPA DELL'INNOVAZIONE ITALIANA CHE NUTRIRÀ L'INDUSTRY 4.0 Unindustria Reggio Emilia Via Toschi 30/A - 42121 Reggio Emilia 70 VOLONTARIATO 74 UNINDUSTRIA NOTIZIE tel. 0522 409711• Fax 0522 409793 www.unindustriareggioemilia.it IMPEGNARSI PER COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ - MAURO FERRARI A REGGIO EMILIA Nel settembre scorso si è tenuto il primo appuntamento di “Costruire una nuova realtà”, l’iniziativa culturale pluriennale organizzata dall’Associazione degli industriali reggiani. Protagonista dell’incontro l’ing. Mauro Ferrari. Un talento nell’oncologia che ha costruito una straordinaria carriera scientifica, manageriale e imprenditoriale negli Stati Uniti. L’incontro, organizzato presso la sede di Credem, è stata una grande esperienza culturale, scientifica, etica e umana. Affrontare un tema come il “cancro”, così intimamente legato all’esperienza della sofferenza, del dolore e della perdita, è una questione che ha toccato le corde più sensibili di ciascuno. Affrontarlo dal punto di vista scientifico, vale a dire, dell’incredibile e frustrante tecnicità che caratterizza la lotta tra la scienza e le sorprendentemente intelligenti e aggressive cellule tumorali, è stata un’esperienza inedita per la maggior parte dei presenti. Mauro Ferrari – al quale abbiamo dedicato la copertina di questo numero di Vision – ha rega- l’opinione lato ai reggiani una grande ed emozionante lezione magistrale dedicata alla vita. La vita di ciascuno. La vita che tutti noi conosciamo. La vita fatta di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, di sfide e di rese. Un’esperienza che, come la ricerca stessa, non è fatta di una sola prova né di Mauro Severi una sola verità, ma da una complessa interazione di elementi e esperienze che di volta in vol- Presidente Unindustria Reggio Emilia ta devono trovare faticosamente un equilibrio. Credo di poter affermare che siamo usciti tutti arricchiti da questo incontro. Per primi quelli ai quali il cancro ha attraversato o sta attraversando la vita. Poi i molti giovani impegnati nello studio della medicina, così come per i numerosi medici intervenuti. Allo stesso modo sono rimasti colpiti gli imprenditori e le autorità perché nella ricerca e nelle sue dinamiche c’è una lezione che aiuta a comprendere come adattarsi a un mondo che cambia nelle fabbriche, nei territori e nelle comunità. Infine, la questione che forse rappresenta la vera chiave di volta che ha retto l’intensa narrazione proposta da Mauro Ferrari: quella fede in assenza della quale non possono realizzarsi né l’immediata e compassionevole azione di cura e conforto, né la battaglia infinita contro un’idra in grado di sfiancare persino Ercole perché capace di ricreare, ogni mattina, la propria teste decapitata il giorno precedente. Tutto ciò si chiama speranza. Un piccolo, ma “grande” successo per l’iniziativa “Costruire una nuova realtà” che ho pensato e voluto come “palestra culturale” il cui fine è esortare i reggiani di mettersi in gioco per costruire un futuro migliore. IMPRESE REGGIANE Si invitano le Aziende Associate della provincia di Reggio Emilia a segnalare notizie e avvenimenti sulle loro attività all’Ufficio Comunicazione di Unindustria Reggio Emilia, tel. 0522 409760-409723, e-mail: [email protected]. La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di Vision. In un mercato sempre più caratterizzato da alti livelli di variabilità della domanda, le aziende moderne esprimono la necessità di disporre di uno strumento che agevoli la gestione della capacità produttiva e che risolva due diverse necessità: soddisfare le richieste del cliente, aumentando il livello di servizio ed evitando la perdita di flussi di ricavo, ed ottimizzare la capacità produttiva, minimizzando lo spreco di risorse e l’incidenza sui costi. Riconoscendo l’importanza di questo tema, Q&Oconsulting propone ai suoi clienti un nuovo strumento tecnologico. Simula è un web-tool di supporto alla pianificazione della produzione che permette di avere un’indicazione di massima di quanto si dovrà produrre e di quante e quali risorse produttive saranno necessarie nel breve medio-periodo. Offre un ambiente di simulazione in cui il pianificatore ha la possibilità di valutare l’impatto della domanda entrante sul piano di produzione già presente e valutarne la fattibilità in termini di capacità produttiva. Inoltre serve al responsabile di produzione per organizzare il carico di lavoro delle risorse disponibili (uomini e macchine) nel breve termine, per poter rispettare le date di consegna definite in sede contrattuale. L’interfaccia user-friendly ed un’accurata gestione a vista permettono all’utilizzatore di verificare l’avanzamento dell’ordine ed il grado di saturazione delle risorse produttive. Infine, è uno strumento di approfondimento e apprendimento interno, utile alla comunicazione tra i vari reparti ed al monitoraggio delle dinamiche del sistema. il Natale in arrivo Attilio Servi, oltre al classico panettone, propone una linea gourmet di focacce, tra cui spicca la Focaccia del Contadino: una variante salata del classico dolce natalizio, i cui ingredienti principe sono le pere e il Parmigiano Reggiano DOP. Per quanto riguar- da il Re dei Formaggi, la scelta di Attilio Servi è caduta sul Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi targato Casello 417, quindi prodotto dal Caseificio Colline di Selvapiana e Canossa. Una grande soddisfazione per Dalter Alimentari, che ha acquisito questa realtà già nel 2005, avviando poi un processo di modernizzazione della struttura, oggi un unicum nel panorama dei caseifici di montagna della provincia reggiana. BLULINK “Quality for Results” è lo slogan coniato dall'European Organization for Quality in occasione della “Settimana Europea della Qualità”, campagna lanciata nel 1995 a tutti gli Stati membri con la richiesta di tenere nel corso DALTER ALIMENTARI Per Dalter Alimentari si preannuncia un dolce Natale: merito della collaborazione con il pastry chef Attilio Servi, titolare dell’omonima pasticceria a Pomezia, Roma. Da alcuni anni nel gotha della pasticceria italiana, tanto da aver avuto l’onore di servire due diversi Papi e da essere il “riferimento dolce” per la Santa Sede, Attilio Servi è protagonista assiduo nei più importanti eventi di settore, dal SIGEP di Rimini allo Sweety of Milano. Per del mese di novembre iniziative per diffondere la Cultura della Qualità. Durante questa settimana si colloca la Giornata Mon- 7 Imprese Reggiane Imprese Reggiane 6 Q&OCONSULTING ERREVI SYSTEM Errevi System, società reggiana operante in ambito ICT dal 1997, si appresta a chiudere il 2016 confermando il trend di crescita degli ultimi anni. L’azienda ha investito nello sviluppo di nuovi territori con focus particolare sul- la Lombardia, rinnovando la propria sede commerciale di Milano e consolidando la propria presenza grazie all’acquisizione di importanti nuovi clienti. Tra questi anche il Comune di Cremona, per il quale Errevi System ha implementato un innovativo progetto di infrastruttura iper-convergente che ha portato ad una estrema semplificazione del sistema informatico comunale. Importanti collaborazioni vedono Errevi System impegnata anche in territorio reggiano: l’azienda ha infatti supportato Comer Industries nel progetto di innovazione della sua infrastruttura informatica dedicata al CAD, che ha permesso all’azienda di Reggiolo di semplificare e migliorare il modo di lavorare del suo ufficio di progettazione. Anche la divisione Business Solutions presenta importanti novità: essa ha infatti arricchito il proprio portafoglio prodotti, presentando al mercato italiano una soluzione innovativa di Field Service Management focalizzata sul miglioramento delle performance dei tecnici sul campo. A breve Errevi System festeggerà inoltre un’importante ricorrenza: il 2017 in arrivo segnerà i primi 20 anni di attività dell’azienda e inizierà con l’inaugurazione di una nuova sede, scelta volta a supportare il progetto di crescita aziendale. CORGHI Corghi ha realizzato un video decisamente atipico per il settore che racconta per immagini la storia della nascita di una attrezzatura, uno dei modelli di punta dell’azienda FERRARI SERGIO METALMECCANICA Lv8 Elevate ha preso parte per la prima volta ad Intermot, fiera internazionale per il mondo delle due ruote che si è tenuta lo scorso ottobre. Lv8, per l’occasione, ha proposto diversi prodotti tra cui sollevatore per Trike (cavalletto mono braccio sinistro e arredo tecnico da officina auto e moto) riscuotendo successo tra il pubblico tedesco. In concomitanza con l’esposizione biennale di Colonia, si è svolta a Milano, la 74 edizione di Eicma Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo. Lv8 Elevate e LV8 Qube, marchi di Ferrari Sergio Metalmec- canica, sono stati i protagonisti e ideatori della “Officina Cucina made in Italy”, una reinterpretazione dello spazio officina, rivisitando l’arredo tecnico modulare per officina in «cucina italiana». È cosi andato in scena “the master chef of your workshop space” nello spazio reinventato all’insegna delle eccellenze della food valley e della motor valley. Coprotagonisti del progetto sono stati il Consorzio del Prosciutto di Parma, Smeg, Azienda Agricola Bertinelli, Cantine Ariola e Laminam. Il marchio LV8 Elevate, ideato nel 2002, è oggi brand leader nella progettazione, costruzione e fornitura di cavalletti moto, sollevatori moto, attrezzature e arredo tecnico modulare per moto/auto officine con la linea LV8 Qube. emiliana, l’Artiglio Master Jolly, e lo fa seguendo un percorso narrativo che è anche produttivo. Solitamente si vedono questo tipo di attrezzature in funzione, ma questo film invece si concentra non tanto sulla macchina in sé, che è protagonista inconsapevole, ma accompagna chi lo guarda in un viaggio attraverso le varie fasi produttive, con un ritmo incalzante e sicuramente coinvolgente. Si nota così l’impegno necessario per la produzione di uno smontagomme tra i più venduti al mondo, e si scopre quanto lavoro ci sia dal taglio della prima lamiera fino alla preparazione alla spedizione. Quello che emerge è l’orgoglio per una produzione completamente realizzata negli stabilimenti nel distretto di Correggio, e in poco meno di tre minuti si possono realmente constatare come tutte le lavorazioni, dal taglio alla piega, dalla saldatura alla verniciatura, fino al montaggio e stoccaggio sono espressione di una filiera virtuosa frutto di esperienza decennale. UNIMAC-GHERRI Nel corso del 2016 Unimac-Gherri - azienda di Montecchio attiva nella produzione di impianti di confezionamento per le industrie alimentari - ha messo rinnovato la propria immagine a partire dal logo e dal sito internet, fino all’apertura di nuovi spazi per gli uffici commerciale ed amministrativo. Già nel 2013 era stata ampliata l’area produttiva, raddoppiando lo spazio dell’officina. Quest’anno l’opera si è completata con la costruzione di nuovi uffici, moderni e funzionali, accanto alla sede esistente. Sono state realizzate ampie vetrate per dare luce e respiro, rendendo così l’ambiente più piacevole per dipendenti e clienti, ma anche per simboleggiare lo spirito di apertura dell’azienda alle novità, al futuro e alle tante soluzioni innovative. Alle pareti sono stati appesi pannelli con le fotografie delle macchine prodotte abbinate a capitali del mondo per sottolineare l’internazionalità dell’azienda e il fatto che le macchine vengono vendute in tutto il mondo. La facciata è stata ridipinta con colori più eleganti e sobri per un’immagine più curata. I nuovi uffici sono stati inaugurati alla presenza dei dipendenti con le rispettive famiglie, dei fornitori e delle autorità locali. In concomitanza con la fiera Cibustec di Parma inoltre l’impresa ha aperto le porte ad agenti, colla- boratori commerciali e clienti, allestendo una zona espositiva all’interno del comparto produttivo, dove è stato possibile visionate i modelli più importanti e una linea di confezionamento salse in funzione. SERIGRAFIA 76 Serigrafia 76, l’azienda montecchiese riferimento internazionale per la produzione di grafiche adesive e loghi tridimensionali per veicoli e macchinari industriali, ha partecipato ad Eima 2016 con alcune importanti novità. “Questa edizione di Eima è stata per noi molto importante – afferma Elisa Mammi, responsabile commerciale 9 Imprese Reggiane Imprese Reggiane 8 diale della Qualità, istituita il secondo giovedì del mese di novembre e, in questa giornata, Blulink organizza da sette anni il Quality for Italy - Italy for Quality. “L'evoluzione delle Organizzazioni e dei Processi - ai tempi di Quality 4.0 - per il Risultato” è stato il titolo dell'incontro, diversi i temi affrontati: l'evoluzione delle aziende, degli scenari e dei processi, il ruolo dell'etica nella qualità sempre più forte oltre che le sfide che la digitalizzazione ci offre e il Cliente 4.0. Tra i relatori: Alessandro Brun, professore di Quality Management al corso di Laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano; Stefano Setti, Direttore Tecnico Blulink; Oliviero Casale delegato AICQ per Industria 4.0 ed Ezio Boiani, consulente senior del Gruppo Galgano. A breve sui canali Blulink verranno pubblicati i video riassuntivi. ministratore Delegato di Sabart Luigi Bartoli. Tra i prodotti più apprezzati di Oregon, che Sabart distribuisce in esclusiva per l’Italia, il sistema di taglio SpeedCut, la testina per decespugliatore Gator SpeedLoad e la gamma di macchine da giardinaggio a batteria. Anche il nuovo catalogo AgriRicambi ha catturato l’interesse dei visitatori, grazie al significativo ampliamento della gamma di ricambi e accessori per macchine agricole e al rinnovamento della veste grafica. Delle novità a marchio ForestalGarden, hanno ricevuto un riscontro particolarmente positivo le testine con inserto antiusura e l’ampliamento dell’offerta di ricambi tecnici per motoseghe e decespugliatori. EMAK BREVINI Dal 2012 Brevini partecipa ogni anno al progetto Pmy Day – Industriamoci, promosso dalla Piccola Industria di Confindustria, in collaborazione con Unindustria Reggio Emilia e rivolto alle scuole medie inferiori. Brevini nei giorni scorsi ha aperto le porte dell’headquarter di via Luciano Brevini a 100 studenti, appartenenti a due classi della Fermi e a due classi della Fontanesi, che hanno avuto la possibilità di scoprire l’azienda e quali figure professionali una multinazionale ricerchi. La presentazione in aula è stata condotta dall’ing. Claudio Lucchi, maestro del Lavoro, che ha collaborato con Brevini per oltre 20 anni. A seguire i ragazzi, guidati dallo staff aziendale, hanno visitato anche il plant produtti- giovani ospiti è poi stata offerta una merenda. Claudio Bombardi, direttore generale e responsabile vendite, ha così illustrato le finalità di questo progetto: “La formazione degli allievi è un tema a noi molto caro: l’obiettivo è quello di impostare un legame duraturo tra scuola e imprese, aprendo le porte dell’azienda a questo e altri eventi dedicati ai giovani. Iniziative importanti per far scoprire ai ragazzi come nasce un prodotto e quale ruolo fondamentale l’industria svolge per l’economia, ma anche per la società. Un segnale chiaro del fatto che sono le persone la vera risorsa per continuare a competere nel mondo. In tale ottica, infatti, negli scorsi mesi Bombardi Rettifiche ha aderito ad altre due iniziative. A settembre è stata data continuità al percorso di Alternanza Scuola Lavoro (A.S.L.) iniziato il marzo scorso: un Un successo la partecipazione di Emak ad Eima, dove l’azienda emiliana ha presentato le ultime novità dei SABART Si è conclusa con successo la partecipazione di Sabart a Eima, dove l’azienda emiliana ha portato le ultime novità nei settori forestale, giardinaggio e agricolo, a marchio Oregon, ForestalGarden e AgriRicambi (Sabart). “Nell’edizione da record di Eima, che ha collezionato 285 mila presenze, esprimiamo anche noi grande soddi- sfazione per la forte affluenza dei visitatori, privati e professionisti del verde, che sono accorsi fin dal primo giorno nel nostro stand, dimostrando grande interesse e curiosità nei confronti delle nostre novità” – spiega l’Am- brand Efco, Oleo-Mac, Nibbi e Bertolini. Tra le novità proposte, sono state particolarmente apprezzate le nuove motoseghe da potatura MTT 2500 e MTT 3600 di Efco; GST 250 e GST 360 di Oleo-Mac. Si distinguono per il design unico ed esclusivo Made in Italy firmato Giugiaro, azienda leader a livello mondiale nel settore del disegno industriale, che abbina perfettamente la qualità e la funzionalità del prodotto all'estetica e all’ergonomia di un design innovativo. Ottimo riscontro anche per il rinnovo della gamma Bertolini e Nibbi, con l’introduzione dei motocoltivatori ad uso intensivo dotati di nuovo comando frizione con sistema EHS che garantisce facilità di impiego, riduzione degli sforzi e massima semplificazione per l’utilizzatore. Presso lo stand ha suscitato particolare interesse anche l’Engine Management System for two-stroke engine, controllo elettronico per l'iniezione di carburante in un motore due tempi che sfrutta la corrente di ionizzazione come segnale di retroazione: innovazione che è stata insignita del titolo “Segnalazione 2016” al “Concorso novità tecniche”. Premio attribuito anche al Sensore ottico di presenza olio catena per motosega, che rileva il livello di lubrificante indipendentemente dalla posizione in cui si trova la motosega stessa. vo delle lavorazioni meccaniche. L’iniziativa a livello nazionale ha coinvolto 40mila partecipanti che hanno visitato oltre 950 imprese aderenti all’iniziativa, mentre Reggio Emilia i numeri parlano di oltre 1.300 studenti presenti in oltre 30 aziende su tutto il territorio provinciale. Con questo appuntamento che negli anni è fortemente cresciuto, studenti e insegnanti, ma anche giornalisti e amministratori locali, hanno l’opportunità di entrare nelle imprese del loro territorio e conoscere l’attività e l’impegno degli imprenditori e delle persone che vi lavorano. BOMBARDI RETTIFICHE Bombardi Rettifiche ha preso parte anche quest’anno all’iniziativa “Pmi Day - Industriamoci”. Gli alunni e gli insegnanti della scuola media Pertini 2 di Reggio Emilia hanno visitato la sede di Cadelbosco Sopra e hanno avuto l’opportunità di toccare con mano la produzione industriale, dall’ingresso del materiale alle lavorazioni, fino ai controlli in progress. Alla fine della visita guidata ai allievo in uscita dalle classi terze di Meccatronica è stato ospitato per un tirocinio di tipo lavorativo di 160 ore. A ottobre, invece, l’impresa ha collaborato con la Fondazione ENAIP Don Magnani, un ente di formazione professionale, per la formazione di un allievo attraverso un periodo di stage all’interno dell’azienda per una durata di 180 ore”. MOSS Nei giorni scorsi due classi della scuola media Einstein di Reggio hanno vistato l’azienda Moss. L’iniziativa si inserisce nella settima edizione del Pmi Day - Industriamoci. “Moss anche quest’anno ha aderito all’iniziativa con entusiasmo – spiega la titolare Daniela Fantozzi, che ha accolto personalmente i ragazzi – e abbiamo fatto confrontare le classi con diverse figure attive all’interno della nostra realtà industriale: dal direttore tecnico Marco Minardi, ai responsabili che gestiscono la qualità e sicurezza Claudia Fabbi e Andrea Pelli. Gli studenti inoltre hanno 11 Imprese Reggiane Imprese Reggiane 10 e marketing – perché coincide con il quarantennale della nostra azienda e perché ci siamo presentati in una fase di forte ampliamento dei prodotti e servizi. Abbiamo avviato già da qualche tempo alcuni progetti in collaborazione con nostri partner, che ci hanno scelto e individuato non più soltanto per la fornitura di grafiche adesive e loghi tridimensionali, ma anche per una gamma di servizi e forniture che non sono di nostra diretta produzione, per i quali ci viene comunque chiesto un ruolo di interlocutore di fiducia. Offriamo prodotti per l’etichettatura durevole e la marcatura industriale. La proposta di serigrafia prevede un servizio completo: software, stampanti, adesivi e cartucce, oltre che formazione e assistenza per l’installazione e la manutenzione. Sempre più clienti ci chiedono di diventare unico referente anche per forniture di carattere commerciale che pure non produciamo direttamente, quali manuali d’uso e di manutenzione, prodotti adesivi non strettamente legati alla decorazione o alla sicurezza ma che interessano altri ambiti come l’etichettatura permanente in sostituzione delle targhe rivettate in alluminio, soluzioni per l’etichettatura legata alla logistica interna, antieffrazione e antimanomissione per parti di ricambio e componenti”. tappini in plastica e il funzionamento di una macchina per capsule in alluminio. Le scolaresche hanno mostrato interesse sottoponendo domande e curiosità riguardo i processi aziendali, informandosi anche sui percorsi scolastici intrapresi dal personale con cui hanno avuto modo di relazionarsi. Moss è rimasta pienamente soddisfatta dell’esperienza affrontata quest’anno e spera di aver contribuito con la propria partecipazione ad informare e formare i giovani ad intraprendere il giusto percorso scolastico per il loro futuro ingresso nel mondo del lavoro”. l'iniziativa. In Immergas sono state accolte due classi terze della Scuola Media di Gualtieri (Re). «Far conoscere ai giovani, nel contesto della settimana europea dedicata alle PMI, come si vive nelle fabbriche nell’era di Industrie 4.0, nella fabbrica digitale – spiega Mirko Orlandini, Direttore Risorse Umane Immergas – era il nostro obiettivo e abbiamo raccolto grande interesse e curiosità sia tra gli studenti che tra gli insegnanti». Anche Industriamoci è un'occasione per raccontare la storia delle aziende, l'orgoglio, i valori e la cultura che sono alla base del lavoro quotidiano delle persone che ne fanno parte. Le visite guidate consentono a Immergas di contribuire a diffondere la conoscenza della realtà produttiva e l'impegno quotidiano a favore della crescita del paese. I ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Gualtieri hanno fatto visita al museo aziendale, alle linee produttive e alla Domus Technica, il Centro di Formazione Avanzata Immergas, con tante occasioni per domande e risposte su tematiche come il risparmio energetico e la qualità dell'abitare, che assumeranno rilevanza sempre maggiore, anche alla luce delle nuove politiche dell'Unione Europea in materia di sostenibilità. OMIG Si è concluso nel mese di settembre il trasloco di tutti gli ambienti produttivi di OMIG nella nuova sede di via Raffaello 33, nella zona industriale di Mancasale (Reggio Emi- COMATROL “Vi presentiamo la fabbrica, come è veramente e come forse non riuscite a immaginarla”. Con questo obiettivo Immergas ha aderito per il quinto anno consecutivo al Il progetto nasce in Comatrol nel 2015 con l’obiettivo di individuare la percezione dei dipendenti circa il livello di comunicazione promossa in azienda. Attraverso una serie di interviste condotte da Federmeccanica all’interno dello stabilimento di Reggio Emilia, Comatrol è stata identificata come azienda “Champion” nelle relazioni interne. “Questo riconoscimento – afferma Emiliano Cagliari, Plant Director dello stabilimento di Reggio Emilia PMI Day – Industriamoci. Quest’anno sono stati oltre 40.000 gli studenti che hanno partecipato alle visite organizzate nelle oltre 950 imprese che hanno aderito al- – conferma che le comunicazioni regolari ed aperte con i nostri dipendenti relativamente alle performance aziendali, ai risultati finanziari ed alla strategia, le buone rela- IMMERGAS zioni con i Sindacati, il coinvolgimento delle persone sulle attività di miglioramento continuo e l’organizzazione di eventi che promuovano la socialità, sono la giusta direzione per il successo dell’organizzazione”. “Un sincero grazie – aggiunge Cagliari, confermando l’intenzione di proseguire seguendo questa direzione va al team HR e a tutto il management per l’attenzione prestata alla comunicazione interna durante lo svolgimento del proprio lavoro; il grazie più grande va però alle persone dello stabilimento di Reggio Emilia per la fiducia mostrata. Questo elemento è stato essenziale per raggiungere l’importante traguardo”. I clienti scelgono questa software-house con pluriennale esperienza in continuo sviluppo nel settore IT, logistica e spedizioni, per le loro sedi estere e per le loro delocalizzazioni produttive. Fra le principali, recenti installazioni logistiche dell’applicativo CM-Logistica.net, in aggiunta alle esistenti in Spagna, Svizzera, Singapore, ci sono Lisbona, Hannover e Francoforte. Per il mercato delle spedizioni nazio- nali ed internazionali e delle pratiche doganali, Cis & Met è stata scelta da un Top Player svizzero che ha adottato la soluzione CM-Spedizioni.Net, specifica per la gestione e il controllo completo del loro business nel mondo. Grazie all’esperienza pluriennale e alle conseguenti competenze, Cis & Met ha creato per gli operatori logistici e spedizionieri una soluzione completa, CM-Suite.Net, ottenendo notevoli successi con una particolare attenzione e costanza nell'affiancamento al cliente. Fin dal momento del “go-live”, infatti, i clienti sono in grado di gestire tutte le criticità del loro settore. Cis & Met, grazie alla sinergia instaurata con i propri clienti, è riuscita a sviluppare soluzioni all’avanguardia e qualificare sempre di più il proprio personale. CIMA CABLAGGI lia). Un passaggio storico per l’azienda produttiva reggiana, specializzata nella produzione di ingranaggi da quasi 40 anni: un rinnovamento completo sia per l’ampiezza degli ambienti che l’efficienza dei processi implementati – sottolinea il titolare Ivano Cocchi. “Quella in cui oggi ci troviamo non è una nuova OMIG ma un’altra OMIG” – sottolinea Ivano Cocchi, titolare di OMIG. A margine del trasloco e a conclusione del rinnovamento messo in atto dall’azienda, OMIG ha provveduto a modernizzare anche la sua immagine: infatti, proprio in occasione di EIMA 2016, ha inaugurato il nuovo sito internet, all’interno del quale potete trovare la cronaca del trasloco raccontata proprio dai protagonisti. CIS & MET Cis & Met negli ultimi anni ha ulteriormente incrementato la presenza dei suoi prodotti su scala internazionale. Cima Cablaggi è nata nel 2008 con l’acquisizione di tecnologie, competenze e struttura produttiva di una precedente azienda che dal 1979 era attiva nella produzione di cablaggi e quadri elettrici. Con l’intento di proiettarsi sempre più verso l’automa- 13 Imprese Reggiane Imprese Reggiane 12 avuto modo di visionare tutti i reparti produttivi, compresi l’ufficio della progettazione tecnica ed elettronica e il reparto di montaggio e collaudo, dove hanno visto lo stadio iniziale di assemblamento di una macchina offset per supporters austriaci) che hanno soggiornato in Emilia tra le due giornate. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Parma la delegazione a seguito della squadra ha raggiunto la nostra città, così come la stampa, mentre i vip hanno scelto di soggiornare a Parma e i supporters a Bologna. NETIDEA WEBRANKING Una giuria composta da esperti internazionali, tra cui Avinash Kaushik, Digital Marketing Evangelist di Google e Adam Singer, Analyst Advocate di Google, ha premiato Webranking per il migliore case SEO dell’anno svolto sul sito Marazzi durante la cerimonia degli SMXL Awards al MiCo di Milano, nell’ambito del convegno in- Gli ospiti hanno avuto occasione di conoscere la cucina locale, ed Itinere ha organizzato per loro visite guidate a Reggio e Parma per fare scoprire queste perle emiliane anche in Austria. L’ospitalità è stata apprezzata dalla squadra ospite che ha ringraziato Itinere per la professionalità e l’accuratezza con cui ha organizzato l’incoming. Itinere ha gestito un altro grande evento sportivo che ha costituito un’occasione di promozione (turistica e non solo) per l’intera città di Reggio Emilia e per tutto il territorio emiliano. Modena Cento Ore è l’unico evento italiano del 2016 ad aver ricevuto la nomination come Rally of the Year ITINERE In occasione della quarta giornata di Europa League Sassuolo - SK Rapid Vienna, svoltasi a Reggio Emilia, Itinere ha gestito 720 persone (squadra ed entourage e BELTRAMI REAL ESTATE Nel corso del periodo estivo sono avvenute due nuove aperture negli immobili di proprietà di Beltrami Real Estate che sono stati ristrutturati e riqualificati per ri- CAVAZZONI CANOSSA EVENTS ternazionale dedicato alla comunicazione e al marketing digitale. Un premio che nasce dalla collaborazione tra l’agenzia di Search Marketing Webranking e Marazzi, tra i leader mondiali nel settore delle piastrelle in ceramica e gres porcellanato, che dal 2015 lavorano insieme per migliorare il posizionamento organico del brand a livello internazionale sul web. La strategia messa in atto ha tenuto conto dell’esigenza di Marazzi di rivolgersi in modo distinto al target B2B e B2C, migliorando la qualità della navigazione degli utenti e strutturando una comunicazione declinata e specifica sui due segmenti. do. Per il secondo anno consecutivo infatti la Cento Ore è entrata nella short list degli eventi più belli al mondo. La serata delle premiazioni si è svolta a Londra. La Modena Cento Ore 2017 si svolgerà dal 6 all’11 giugno. Le pre-iscrizioni stanno confermando il grande entusiasmo per l’evento, che sta per registrare il tutto esaurito già nella fase di early booking dell’evento, con domande di partecipazione giunte da tutto il mondo. Il team della Scuderia Tricolore e di Canossa Events sta preparando un programma ancora una volta unico, che vedrà gli equipaggi sfidarsi per quattro giorni sulle più belle strade di Emilia-Romagna e Toscana, da Rimini a Firenze, da Forte dei Marmi a Modena. agli International Historic Motoring Awards, gli “oscar” riservati ai migliori eventi di motorismo storico nel mon- Spirax Sarco, Kaeser Compressori e Bono Energia per la prima volta insieme per un progetto rivolto alle aziende, in particolare a quelle che prevedono cicli produttivi, che intende creare consapevolezza e conoscenza intorno al tema del risparmio energetico. Per scoprire tutto sul recupero energetico e trovare in poco tempo la soluzione giusta per la propria azienda basta visitare il sito www.recuperoenergia.org. L’energia rappresenta, oggi più che mai, un importante valore strategico nei processi industriali. Un’opportunità che bisogna rendere accessibile e veloce per ogni azienda che voglia implementare il proprio potenziale. Entrando nel sito è possibile trovare case history da cui trarre ispirazione, news di settore, ma anche schede tecniche di prodotto sempre aggiornate. Il portale è inoltre in grado di elaborare e proporre, attraverso un veloce questionario, soluzioni ad hoc mettendo in contatto attivamente le realtà industriali con i principali partner del settore. È possibile scoprire il proprio potenziale nell’area interattiva disponibile in homepage che permette di calcolare, inserendo alcuni semplici dati riguardanti attività e potenziale risparmio annuo. Per l’evento conclusivo del Tour 2016 i partner di Recupero Energia hanno fatto tappa nella sede di Cavazzoni a Reggio Emilia. spondere al meglio alle esigenze della clientela. La personalizzazione delle strutture, la location ottimale, la disponibilità ad attività tailor made hanno decretato il successo di queste ulteriori iniziative testimoniate dal forte afflusso di clientela fin dai primi giorni di apertura. A Reggio Emilia, in via Rodano (fronte OBI), in particolare è stato inaugurato un nuovo locale denominato Trallallero che è uno spazio per bambini e genitori che vogliono godersi una cena in tutto relax, oppure desiderano organizzare un compleanno o un party in compagnia. A Soave (VR) in viale del Commercio 26 è stato invece inaugurato il Sushi Kikko restaurant, un concept di cucina etnica giapponese con elementi fusion asiatici adeguando ai gusti italiani il menù tipico del Sol Levante, inserendo ricette saporite adatte anche ai bambini. ISI PLAST Isi Plast - azienda italiana leader nella produzione di contenitori in plastica per il settore industriale, alimentare ed eco-sanitario - ha intrapreso un importante percorso volto all’innovazione tecnologica che ha portato all’introduzione delle navette a guida automatica senza operatore AGV (Automatic Guided Vehicles). L’introduzione di questi veicoli automatizzati all’interno del ciclo produttivo dell’azienda ha consentito di ottimizzare e rendere più efficienti i flussi di movimentazione dei pallet all’interno del reparto produttivo e dei magazzini. Tutto questo si traduce anche in un netto miglioramento delle attività di controllo sulla qualità del prodotto finale ed 15 Imprese Reggiane Imprese Reggiane 14 zione Cima Cablaggi si è dotata di una gamma professionale di macchine automatiche per il taglio, la lavorazione ed il confezionamento dei cavi, specializzandosi nei settori: motociclo, automotive, autocarri, ferrotramviario, gpl e metano, idropulitrici, elettronica civile e industriale, illuminotecnica, quadristica elettromeccanica. Oggi Cima Cablaggi è una concreta realtà produttiva che opera con attrezzature all’avanguardia su una superficie coperta di 650 metri quadri. Nella propria sede di Rubiera in provincia di Reggio Emilia. Imprese Reggiane 16 TECNOVE Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha fatto tappa nella provincia reggiana in un percorso di vicinanza e conoscenza delle realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. Dopo un incontro con le istituzioni e gli imprenditori presso il Comune di Novellara, ha visitato l’azienda metalmeccanica Tecnove, che è stata selezionata come ARGO TRACTORS una maggiore sicurezza volta alla salvaguardia della salute degli operatori. L’implementazione tecnologica intrapresa da Isi Plast è il segno tangibile della volontà aziendale di essere leader del proprio settore. PRIMA INDUSTRIES Argo Tractors, realtà industriale produttrice dei trattori Landini, McCormick e Valpadana, che ha il proprio head Quarter a Fabbrico, ha accolto presso la propria sede Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, assieme ai Sindaci dell’Unione dei Comuni della Pianura e della Bassa Reggiana. Ad accompagnare la delegazione istituzionale è stato il A luglio 2016 Prima Industries ha ottenuto la certificazione, riconosciut a a livello internazionale, I S O 14001:2015, superando brillantemente l'audit dell'ente di certificazione TÜV Thüringen. L’acquisizione di tale certificazione, che è facoltativa, è la dimostrazione dell’impegno di Prima Industries a ga- rantire la qualità dei processi ed a gestire con maggiore efficienza e continuità le problematiche legate all'impatto ambientale. Inoltre ed in tale ottica, per ridurre il consumo di energia, Prima Industries ha sostituito l'impianto di illuminazione al neon con luci led più brillanti, efficienti e senza sostanze pericolose, che sono studiate per durare fino a 80.000 ore (circa 10 anni di luci accese 24 ore al giorno), oltre che per garantire un forte abbattimento dei consumi con relativo miglioramento in Presidente di Argo Tractors, il Cav. Valerio Morra, assieme al figlio Alberto e ad alcuni stretti collaboratori. Azienda strettamente legata ad una produzione Made in Italy concentrata nell’area reggiana, Argo Tractors conta oggi complessivamente 1.650 dipendenti, con una capacità produttiva di 22.000 trattori all’anno. La delegazione ha proseguito la mattinata visitando lo stabilimento di Fabbrico: dalla sala lavorazioni meccaniche alla linea di assemblaggio trattori e alla linea trasmissioni, quest’ultima caratterizzata da un cantiere di ampliamento al fine di adeguarla alle logiche Kaizen, già implementate in azienda, per poi arrivare al nuovissimo R&D Center di Argo Tractors che, con l’occasione, ha ricevuto un’inaugurazione di rilievo. La visita si è infine conclusa con la presentazione di alcuni modelli di trattori rappresentativi dell’ampia offerta prodotto Argo Tractors. esempio virtuoso di connubio tra storia pluridecennale e approccio all’innovazione e al cambiamento. Nel corso della visita nelle unità produttive, il Presidente Bonaccini ha dimostrato interesse per la tecnologia utilizzata, l’organizzazione del lavoro, oltre ad aver notato ed apprezzato gli interventi strutturali di consolidamento effettuati per la messa in sicurezza dopo il terremoto del 2012. Sono stati molti e costruttivi gli spunti di riflessione nati da questo momento di scambio e di confronto su tematiche e problematiche condivise da molti imprenditori su cui lavorare in maniera congiunta. Hanno partecipato alla visita anche Andrea Rossi, sottosegretario alla Presidenza della Regione, i sindaci Elena Carletti di Novellara con l’assessore Marco Battini, Fabrizio Allegretti di Rolo, Maurizio Terzi di Fabbrico, Lucio Malavasi di Rio Saliceto e Cinzia Ghisi, Assistente alla Direzione di Tecnove. ACO PASSAVANT “La Nuvola” di Massimiliano Fuksas, firmata dal noto architetto romano, è un gioiello di architettura e ingegneria che coniuga l’anima storica e barocca della capitale con l’approccio razionalista del quartiere, attraverso soluzioni innovative, un approccio eco-compatibile e materiali tecnologicamente avanzati. Il nuovo Centro Congressi di Roma è un’opera di gran- de impatto architettonico per la cui realizzazione sono stati scelti e applicati materiali e soluzioni innovative tra cui i sistemi di drenaggio di ACO, sia per la loro efficacia e tecnologia, sia per il loro design minimale ed essenziale, per una perfetta armonia visiva ed estetica con il contesto architettonico circostante. Il contributo di ACO per la realizzazione del nuovo Centro Congressi di Roma non si è limitato solo alla fornitura delle linee di drenaggio: gli ingegneri dell’azienda hanno affiancato i progettisti nell’individuazione dei diversi punti dove collocare i canali di scarico e inoltre, prima dell’installazione, ogni tratto della rete di drenaggio è stato sottoposto a simulazioni e verifiche idrauliche attraverso il software specifico HYDRO in grado di simulare condizioni di moto non uniforme in condotte. I responsabili tecnici e commerciali hanno inoltre effettuato numerosi sopralluoghi in cantiere per aiutare i progettisti a superare tutte le difficoltà di una realizzazione così complessa e affiancarli sia in fase di progettazione sia in fase operativa. MAP MANAGING CONTROL Si è tenuto presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia il convegno di presentazione di DataSmart: innovativo prodotto pensato per imprenditori, consulenti e per tutte le figure legate alle analisi aziendali. Nato da un mix di ricerca scientifica e di esperienza pratica è uno strumento innovativo di gestione, capace di supportare ogni giorno le decisioni di manager e imprenditori. DataSmart è una piattaforma tecnologica che trasforma il controllo di gestione “tradizionale”, in uno strumento innovativo di guida quotidiana alle decisioni d’azienda, capace di dialogare con tutti i processi aziendali, trasformare grandi volumi di dati in poche e decisi- 17 Imprese Reggiane termini di impatto ambientale. Infine con l’obiettivo di essere produttori ecologicamente responsabili, l’azienda ha attuato importanti investimenti per sostituire le precedenti presse ad iniezione con le nuove Engel Victory, ottenendo un abbattimento di circa il 30% sul consumo di energia elettrica. La vision di Prima Industries è tutta orientata al modello di Smart Factory e l'aver superato con successo la certificazione, convalida gli sforzi di tutto lo staff. cassonetti blu. Le confezioni Tetra Pak consegnate nella postazione del Conad Superstore di Rubiera andranno ad aggiungersi alla raccolta differenziata cittadina. MATRIX MEDIA tendo di individuare immediatamente in quale zona del comune ci si trova anche grazie alla differenziazione cromatica delle icone. Il progetto è ambizioso, la vision è comune: creare un unico polo digitale che possa affiancarsi alle aziende e fornire un servizio altamente professionale. Parte da questo presupposto l’operazione che ha portato all’unione operativa di tre aziende: Matrix Media, storica agenzia di comunicazione, Seven It, azienda specializzata nell’informatica e Cyberland, realtà concentrata nella cyber security e nelle nuove frontiere dell’Iot (Internet of thinghs). Il passo definitivo è avvenuto nella scelta della TETRA PAK sandro Garlassi e Luca Fornaciari. Nel 2014, il progetto prende forma quando, al team, si unisce anche Danilo Maini. Nel 2015 DataSmart vince il bando regionale per l’Emilia-Romagna sull’innovazione tecnologica delle StartUp Innovative, e oggi vanta oltre 50 applicazioni in uso presso piccole, medie e grandi aziende, di tutta Italia. APOGEO Apogeo srl ha contribuito alla realizzazione della nuova immagine turistica della città veneta. Il comune di Treviso ha da poco concluso un intervento di restyling completo della propria comunicazione, partendo dall’individuazione di aree di interesse turistico culturale e di percorsi tematici. Sono stati realizzati un portale web dedicato, una brochure con informazioni dettagliate sul comune, una mappa a strappo per agevolarne la distribuzione. Il coinvolgimento di Apogeo ha riguardato la creazione e installazione di un corposo numero di manufatti di segnaletica turistica coordinata. Il materiale della struttura dei manufatti realizzati è il Cort-en, perfetto per i contesti storici in quanto innovativo, resistente ma dall’effetto particolarmente materico, L’iniziativa ambientale che fa risparmiare chi ricicla è arrivata a Rubiera che, con il 71,6% dei rifiuti raccolti in modo differenziato nel 2015 e un sistema premiante presso l’isola ecologica inaugurato pochi mesi fa, è uno dei comuni reggiani tra i più virtuosi nella nostra Regione. “Riciclare Conviene” è un progetto itinerante ideato da Conad e Tetra Pak nel 2011 con lo scopo di sensibilizzare i cittadini alla corretta raccolta differenziata, perché separare i rifiuti conviene non solo all’ambiente, ma anche alla comunità grazie al risparmio economico che produce. Giunta alla 13° edizione, l’iniziativa andrà quindi a premiare con sconti sulla spesa la raccolta differenziata dei cartoni Tetra Pak per latte, succhi, vino e altri alimenti. Fino a domenica 8 gennaio 2017 sarà in funzione al Conad Superstore di Rubiera la postazione interattiva de- dicata alla raccolta dei cartoni Tetra Pak: ad ogni conferimento, la macchina emetterà gli eco-scontrini che danno diritto ai buoni sconto sulla spesa nel punto vendita. Questa iniziativa non sostituisce la modalità di raccolta dei contenitori Tetra Pak insieme a carta e cartone nei sede operativa: gli ultimi due piani del palazzo che fino a pochi anni fa ospitava la sede provinciale di Confcommercio in Giglioli Valle, nel quartiere del Tondo. Le tre aziende hanno unito e messo a disposizione l’una dell’altra le rispettive professionalità, mettendo in campo un servizio di consulenza rivolto alle imprese. A dimostrare l’inizio di un nuovo e ambizioso percorso ci sono i numeri: 30 professionisti al lavoro e circa 200 clienti attivi con un fatturato consolidato che quest’anno supererà i 2milioni di euro, il 20% in più rispetto allo scorso anno. CIR FOOD Dopo aver presentato in primavera il piano industriale quinquennale con cui punta a sviluppare 19 Imprese Reggiane risulta elegante e moderno, senza però apparire fuori luogo in aree di specifico interesse artistico e culturale. La grafica applicata ai pannelli è chiara e pulita, permet- Imprese Reggiane 18 ve informazioni di performance, sfruttando la rapidità e la semplicità d’uso, tipica delle nuove tecnologie. DataSmart è una realtà nata nel 2012, fondata da Ales- ha spiegato come gestire un budget tra integration, deploy e delivery; Ray Oranges, illustratore di fama inter- so 20 settembre 2016, su invito personale del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, alla cerimonia di premiazione al Palazzo del Quirinale in Roma. Il premio ha assegnato il riconoscimento alle migliori imprese in grado di mantenere e accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l’innovazione. Comer Industries è stata scelta “per aver saputo portare nel mondo come leader di settore l’immagine di eccellenza italiana, conseguendo numerosi premi a livello internazionale”. WARRANT GROUP Dall’esperienza di Warrant Group, nasce “Smart 2020”, la nuova applicazione che l’Associazione Bancaria Italiana riserva alle banche aderenti al Progetto speciale “Banche 2020” per navigare ed essere sempre informa- ISAL nazionale, ha raccontato come sviluppa un’idea a partire dal processo creativo. Il pomeriggio ha visto un workshop di approfondimento. presso SDA Bocconi e LIUC-Università Cattaneo, Fiorani ha maturato diversi anni di esperienza nel settore Food&Beverage. Dopo aver diretto l’area Logistica e Global Services di Airest SpA, negli ultimi quattro anni ha ricoperto il ruolo di Vice President Operation Italy della divisione F&B di Largardere Travel Retail. Fiorani lavorerà al piano di sviluppo di questo settore, che oggi rappresenta il 12% del fatturato dell’impresa, con l’obiettivo di aprire ogni anno 15 locali di ristorazione, raddoppiando i ricavi nel 2020. Grazie anche al successo raggiunto a Expo 2015, CIR food è pronta ora a lanciare i propri format di ristorazione commerciale in shopping center, aeroporti, stazioni, gallerie all’interno di ospedali, centri urbani di grandi dimensioni e distretti industriali. Isal, azienda di Correggio, appartenete al gruppo industriale tedesco Kärcher, ha presentato la nuova SM70/E elettrica, l’evoluzione del modello ISAL SM70 manuale. La piccola SM70E è una macchina leggera e manovrabile, adatta ad ambienti interni ed esterni e per la pulizia COMER INDUSTRIES Comer Industries ha vinto l’edizione 2016 del Premio Nazionale Imprese per l’Innovazione Andrea Pinifarina, classificandosi tra le prime nove imprese che hanno ricevuto il “Premio dei Premi”, organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito della Giornata Nazionale dell’innovazione. Fabio e Fabrizio Storchi, Presidente e Amministratore Delegato di Comer Industries, hanno partecipato lo scor- INSIDE TRAINING Si è tenuto presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi il Creativity Day 2016, un evento organizzato da Inside Training, società reggiana specializzata nella formazione nell'ambito del design, della tecnologia e dell'innovazione. È stato utilizzato un nuovo format pensato per consentire ai partecipanti di approfondire le tematiche preferite lavorando fianco a fianco con gli speaker. Questo il panel dei relatori: Gianluca Diegoli, consulente e pubblicista, ha parlato delle peculiarità del mercato e-commerce per il mobile; Francesco Fullone di Ideato di vialetti, piccoli parcheggi e stazioni di servizio. Le sue caratteristiche (spazzola elettrica, filtro aspirazione di facile pulizia, regolazione in altezza dell’impugnatura e dell’angolatura delle spazzole) rendono questa macchina pratica all’uso sia professionale che industriale ma adatta anche all’uso privato. Isal non ferma la sua corsa verso l’innovazione e completa con questo prodotto la già vasta gamma di spazzatrici della sua pipeline. ti sulle opportunità di incentivazione per le imprese, rese possibili dalle politiche europee, nazionali e regionali con particolare riferimento all’area ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica. “Vi è un tale proliferare di norme e bandi che la prima impressione è quella di trovarsi di fronte a una giungla inestricabile. – sottolinea Fiorenzo Bellelli, presidente di Warrant Group – Per usufruire di tutte queste opportunità, il primo passo è conoscerne l’esistenza e quest’app costituisce un valido supporto informativo che l’ABI mette a disposizione delle banche e delle imprese clienti per orientarsi agilmente nell’ampio ventaglio di agevolazioni e realizzare investimenti eventualmente in connessione con i prodotti di finanziamento offerti dagli stessi istituti di credito”. Il Progetto “Banche 2020” ha l’obiettivo di promuovere un migliore e più efficace utilizzo degli interventi di sostegno alle imprese realizzati con i Fondi strutturali dell’Unione europea, nella consapevolezza che tali fondi costituiscono una leva finanziaria strategica per lo sviluppo del Paese e la loro ottimale allocazione rappresenta un’opportunità da cogliere al massimo del suo potenziale. 21 Imprese Reggiane Imprese Reggiane 20 250 milioni di euro di fatturato nei prossimi 5 anni raggiungendo gli 800 milioni di euro, l’impresa di ristorazione CIR food ha rafforzato la divisione della ristorazione commerciale con la nomina a Direttore di Emilio Fiorani. 37 anni, sposato con due figli, laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano e formatosi quindi LA SOLITUDINE dell’imprenditore italiano 23 Imprese Reggiane Impresa 22 Il libro di Mauro Magatti di Dario Di Vico “La sparizione dell'élite industriale del dopoguerra ha lasciato un vuoto che non è stato ancora colmato. L'Italia ha molte imprese di qualità in grado di competere ottimamente nel mondo, che mancano, però, della consapevolezza di una comune cultura e della sua condivisione, prima ancora che di strategie collaborative”. Con questo giudizio scritto quasi in chiusura del volume che ha curato, (“Alla ricerca di una nuova borghesia produttiva”, editore Guerini e Associati), il sociologo Mauro Magatti offre al lettore una chiave interpretativa “forte” del mancato ricambio dell'establishment italiano, che dagli ormai lontani tempi di Gianni Agnelli ed Enrico Cuccia è sempre alla ricerca di un nuovo centro di gravità permanenimprese te. Le multinazionali tascabili sono analizzate in collaborazione con Unioncamere state e rappresentano tuttora uno straordinario modello di business, hanno salvato il Paese con l'export negli anni della Grande Crisi ma non hanno prodotto – sottolinea Magatti – una densità culturale di sistema. Il volume giunge alle conclusioni in maniera corretta perché parte da un'ampia indagine su un campione di 1.500 imprese realizzata in collaborazione con Unioncamere e ci regala in definitiva almeno due “prodotti” di grande interesse. Il primo è una mappatura dell'universo delle imprese italiane classificate attraverso la loro cultura, la relazione con il mercato e l'apertura a i flussi dell'economia globale. Il secondo è una riflessione più di carattere teorico sulle trasformazioni delle élite italiane che arriva alle conclusioni anticipate sopra. Cominciamo dalla mappa che suddivide le imprese in cinque gironi a partire da quella che viene definita “avanguardia” ovvero le aziende che registrano risultati 1.500 superiori alla media in tutti gli indici. È un raggruppamento tutto sommato nutrito perché vale il 22% del campione ed è composto da imprenditori aperti ai mercati internazionali, all'interazione con territorio locale e alla collaborazione con altre imprese/enti. Il primato, nella classificazione di Magatti, lo conquista perché guarda più alla produzione di benessere economico e sociale, tende a una cultura produttiva basata su qualità, bellezza e sostenibilità e fa prevalere questi obiettivi alla mera massimizzazione del profitto. In questo comparto abbondano le aziende meccaniche, sono sotto-rappresentate invece quelle alimentari, la taglia è per lo più media e territorialmente sono dislocate al Nord. Il secondo gruppo di imprese vale il 17% del totale e presenta i risultati peggiori dal punto di vista finanziario. “Opera su una strategia difensiva, shortermista e cieca rispetto all'apporto che il contesto può dare” scrivono i ricercatori. Sono dunque imprese chiuse che spesso finiscono per muoversi sul mercato in omaggio alla sola competizione sul prezzo. Trai due estremi, le avanguardie e il drappello di coda, troviamo altri tre gruppi intermedi che risultano aperti ma solo selettivamente. Un segmento è più internazionalizzato e di fatto export dependent, il secondo molto territorializzato ma con performance tutto sommato mediocri e, infine, il terzo aperto al solo contesto relazionale, in una logica da clan degli industriali. Al di là però della classificazione adottata e della esatta diagnosi delle differenze il lavoro di Magatti farà discutere per le considerazioni finali scritte con Laura Gherardi. La domanda che arriva è sicuramen- OSCAR FARINETTI - FONDATORE EATALY DARIO DI VICO SERGIO MARCHIONNE - AD FCA 25 Imprese - Lavoro Impresa 24 te stimolante: perché le avanguardie di cui abbiamo parlato e con tutte le valenze di cui sopra, non si sono trasformate in una rinnovata borghesia che sapesse raccogliere il testimone lasciato sul terreno dai vecchi poteri forti? Si può aggiungere: perché un elevato grado di contaminazione internazionale non si trasforma quasi mai in un patrimonio da reinvestire in patria in termini sistemici? La risposta implicita del sociologo milanese sta nella descrizione di una sorta di “solitudine dell'imprenditore innovativo”, riluttante all'idea di poter creare valore nella relazione con gli altri soggetti presenti sul territorio e più in generale con il mondo istituzionale. Una solitudine che Magatti misura nella mancanza di reti e di aggregazioni, nella debole formazione, nella lotta senza speranze contro la burocrazia. “Ma questa carenza - avverte - è un problema cruciale, perché diventa difficile immaginare come il sistema imprenditoriale italiano possa compiere significativi passi in avanti in uno scenario globale dove la competizione non è solo tra singole imprese ma tra inil libro teri settori, intere economie, interi territori e visioni del mondo”. Se si continuerà a viaggiare in solitaria andremo incontro a una pura e semplice selezione naturale e - anche se gli autori non lo dicono esplicitamente - diverse di quelle multinazionali tascabili inevitabilmente passeranno di mano agli stranieri. Leggendo le considerazioni di Magatti mi è venuto di tentare un intreccio – inevitabilmente anarchico – tra l'approccio rigoroso contenuto nel volume e alcune biografie di imprenditori innovativi che calcano la scena. Mi sono chiesto se la riluttanza a ragionare in termini sistemici e la lontananza dall'associazionismo dei Marchionne, dei Del Vecchio o di new entry come Oscar Farinetti di Eataly o Federico Marchetti di Yoox, – solo per limitarsi ad alcuni casi –, siano così negativi. Se invece la loro azione di rottura verticale non abbia alla fine prodotto maggiori ricadute positive di una certosina – ma necessariamente orizzontale – azione di legatura. Mi sono anche trovato a tentare di incasellare un percorso come quello di un manager come Andrea Guerra che dalle multinazionali ita- Mauro Magatti LA NUOVA BORGHESIA PRODUTTIVA. UN MODELLO PER IL CAPITALISMO ITALIANO Edizioni Guerini e Associati Una nuova borghesia produttiva in Italia esiste ma non è consapevole del proprio ruolo. Questo il messaggio fondamentale dell'indagine condotta da Mauro Magarti su oltre duemila imprese e raccontata in questo libro. Esiste una via italiana al capitalismo del XXI secolo, un'idea originale dell'impresa e del fare impresa, centrata sulla qualità tanto del prodotto quanto del processo, radicata nel contesto territoriale locale e al contempo aperta alle reti globali e alle sue sfide. Chiave per comprendere questa via italiana al capitalismo è la multidimensionalità del valore che essa genera, non più solo economico, ma anche sociale e culturale. Buona parte delle sorti del paese dipenderanno dalla capacità di questo nuovo ceto, una vera avanguardia silenziosa, di riconoscersi e di diventare modello, generativo e sostenibile, per tutto il sistema produttivo nazionale. liane di successo transita per un incarico governativo a termine e poi se ne ritorna nel privato per lanciare una sfida globale e onestamente non ci sono riuscito. La sensazione che ne ho ricavato però è che di fronte alle profonde discontinuità di questa fase (il post-crisi, il digitale e per l'Italia il recupero del ritardo manifattura-distribuzione) non avremo a breve un'élite di rimpiazzo. Procederemo per un lungo tratto ancora a strattoni. http://dariodivico.tumblr.com/archive 27 CHE COS’È LA DISRUPTIVE INNOVATION QUALI LE OPPORTUNITÀ E QUALI LE MINACCE di Silvia Zamboni, SDA Bocconi, Professor di Produzione e Tecnologia L’innovazione disruptive intesa come nuoC’è ancora molta confusione quando vo prodotto è difficilmente guidata dal si parla di “disruptive innovation”, letmercato, perché talmente innovative che, teralmente innovazioni “distruttive” o banalmente, il mercato non ci avrebbe po“devastanti”, vale a dire innovazioni tuto pensare. Rientrano in questa categoche cambiano radicalmente le modaria le nuove categorie di prodotti, come lità cui i consumatori sono abituati a la tv piatta (LCD), il personal compupensare o usare prodotti e servizi e le ter, l’auto, la stampante per uso privamodalità in cui si delineano nuovi modi to o domestico, i prodotti “liquidi” codi concorrere, che rendono i confini tra i me la musica, i libri, i film, digitali e i resettori industriali cui siamo abituati semlativi lettori (lettori MP3, siti di servizi aupre più sfumati. dio e video in streaming, librerie digitali e Si pensi alle cosiddette tecnologie disruptisupporti ebook), i tablet, ora i convertibili ve, avanzamenti tecnologici di tale portata che (pc e tablet insieme), la fotografia digitale, la stanno già cambiando le nostre abitudini e continueranno a farlo. Già nel 2013 un report della McKinsey le domotica e così via. Si caratterizzano per la creazione di aveva identificate attraverso 4 parametri fondamentali: nuovi mercati in cui sono presenti tanti piccoli innovatotassi di cambiamento molto rapidi (sia in termini di mi- ri, finché non si delinea un’innovazione “vincente” che gliori performance nel tempo, sia in termini di riduzione diventerà lo standard di riferimento (chiamato anche dodei costi associati per ottenerle o implementarle in nuo- minant design). L’incertezza sia tecnologica sia sul valore potenziale dell’innovazione è molto vi soluzioni), ambiti di applicazione elevato, tanto che spesso si osserva potenzialmente molto ampi, nuove “nuovi modi di l’offerta da parte deli innovatori di propossibilità di creazione di valore per i dotti over-performanti rispetto alle esimercati esistenti o nuovi mercati e, concorrere che rendono genze del mercato medio (sindrome non ultimo, la loro capacità di cambia- sempre più sfumati dell’over-engineering), lasciando così re le regole del gioco, sia lato consuspazio alle aziende che decidono di matori, sia lato aziende. Basti pensare i confini tra i settori entrare in un momento successivo la per esempio alla pervasività della tec- industriali cui siamo possibilità di offrire soluzioni sufficiennologia mobile e rivoluzione digitale abituati” temente “buone” (good enough) per associata a prodotti e servizi. Dal la maggior parte del mercato servito, punto di vista economico, questo si è ma ad un prezzo e ad un rischio infetradotto nell’identificazione di nuove riore (perché il rischio è già stato parprofessionalità del digital marketing (o zialmente affrontato dagli innovatori mobile marketing) e di gestione della mole di informazioni che è possibile ottenere a supporto che hanno creato pionieristicamente il nuovo mercato). dei processi di innovazione o di supply chain e le poten- Nel caso invece di nuovi modelli di business, l’intenziozialità derivanti dalla creazione di canali di vendita nuovi ne originaria dell’innovatore è quella, il più delle volte, di (multicanalità). Tuttavia, la tecnologia, seppur disruptive, allargare il mercato andando a colpire diversi segmenti non è – ancora – innovazione, ma ne è un ingrediente (senza necessariamente dover reinventare prodotti o importante. A questa possono associarsi prodotti radi- servizi, ma andandoli ad adattare in una nuova modalità calmente nuovi (new-to-the-world) o nuovi business mo- di erogazione). Per far questo gli innovatori, spesso, non basano la propria soluzione innovativa su ingenti investidel, prima impensabili. Ma analizziamo dunque cos’è disruptive innovazione e menti in R&S, ma riutilizzano informazioni, conoscenze, come possono reagire le aziende, sia innovatrici, sia tecnologie, reti e infrastrutture, prodotti e servizi esistenti in una nuova ricombinazione per ottenere nuovo valoquelle che l’innovazione la subiscono. ” STEVE JOBS 1955 - 2011 Imprese - Innovazione Imprese - Innovazione 26 34.000 tezza nel riconvertire il proprio business a quello della fotografia digitale, ritardo strategico che le è costato l’amministrazione controllata nel 2012 e la (s)vendita dei propri brevetti negli ultimi anni. © Copyright – SDA Bocconi Ideas of Management on Operations & Technology Clayton M. Christensen IL DILEMMA DELL’INNOVATORE. COME LE NUOVE TECNOLOGIE POSSONO ESTROMETTERE DAL MERCATO LE GRANDI AZIENDE. Franco Angeli il libro Come dimostra in questo ormai classico libro Clayton M. Christensen, professore alla Harvard Business School, mentre spesso le grandi multinazionali falliscono quando si trovano di fronte a cambiamenti di mercato e di tecnologia, le piccole e medie imprese che sanno ascoltare i consumatori, che anticipano con le loro antenne competitive nuovi bisogni emergenti e che puntano aggressivamente su innovazioni tecnologiche "dirompenti", hanno grandi possibilità di successo. Attraverso un'analisi dei modelli d'innovazione di una serie di settori (dall'industria dei computer a quella farmaceutica, da quella automobilistica a quella siderurgica), Christensen dimostra come le innovazioni dirompenti tendano a non essere inizialmente ben accolte dalla maggioranza dei clienti, inducendo le imprese che dominano il mercato a non investire in esse. Il risultato di tale scelta è che queste aziende finiscono con il precludersi la possibilità di crearsi nuovi mercati e di acquisire nuovi clienti per i prodotti del futuro. Trascurando le opportunità offerte dai rapidi e continui cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca, spianano così la strada ad aziende più agili e intraprendenti, consentendo loro di cavalcare le nuove grandi ondate di crescita del settore. Dalle lezioni dei successi e dei fallimenti delle imprese leader, Christensen ricava una serie di criteri e regole per trarre profitto dal fenomeno delle innovazioni dirompenti. Questi principi, basati su casi concreti, sono utili per determinare quando è giusto non dare ascolto ai clienti, quando investire nello sviluppo di prodotti con performance più basse, che promettono margini minori, e quando coltivare piccoli mercati anche a spese di altri apparentemente più grandi, affrontando con successo il "dilemma dell'innovatore". 29 SDA BOCCONI SCHOOL OF MANAGEMENT SDA Bocconi School of Management è la Scuola di Direzione Aziendale dell'Università Bocconi di Milano. Si occupa di diffondere e accrescere la cultura manageriale e di promuovere quel rigore scientifico che condivide da sempre con l'Università Bocconi. Nata nel 1971, è leader in Italia e riconosciuta in ambito internazionale. È stata il primo Istituto di formazione manageriale italiano a ottenere nel ‘98 l'accreditamento EQUIS (European Quality Improvement System), confermato nel 2003 e nel 2009. La Struttura di SDA Bocconi School of Management, seguendo il modello delle organizzazioni di successo, incoraggia l'apertura mentale e la crescita individuale. Il corpo docente è caratterizzato da un forte spirito imprenditoriale che si esprime nella creazione di nuovi programmi, nel rinnovamento di quelli già esistenti e nella realizzazione di progetti di ricerca. SDA Bocconi School of Management si distingue per una metodologia didattica innovativa finalizzata non solo alla crescita professionale, ma anche allo sviluppo personale e individuale. La Scuola propone infatti percorsi formativi realizzati con il rigore dei contenuti e del metodo didattico, ma anche con innovazione, creatività ed immaginazione. L'offerta formativa exe- cutive di SDA Bocconi School of Management si rivolge a target differenti: grandi imprese industriali e di servizi, piccole e medie imprese, intermediari finanziari, assicurazioni, istituzioni governative nazionali e locali, amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria, istituzioni no profit, liberi professionisti e imprenditori. I programmi di formazione di SDA Bocconi School of Management offrono una risposta concreta alle organizzazioni promuovendo competenze manageriali, imprenditoriali, innovazione gestionale e valorizzazione delle persone. Imprese - Innovazione Imprese - Innovazione 28 re, sostituendo ai classici processi di ricerca e sviluppo quella che viene definita “innovazione combinatoria”. In questo modo il costo di sviluppo dell’innovazione risulta più contenuto rispetto al passato (nel caso ovviamente di innovazione combinatoria) e quindi gli innovatori possono permettersi di sperimentare più spesso, sbagliando e imparando più velocemente (fail fast fail early), avendo feedback pratiSilvia Zamboni camente immediati dal mercato (ealry adpoters) che usa Silvia Zamboni si è laureata nel 2001 in Economia Azienquesti “esperimenti” generando direttamente pubblicità dale presso l’Università Bocconi di Milano. Ha conseguito o suggerimenti tramite le nuove piattaforme di comuniil Ph.D. in Logistics and Supply Chain Management prescazione messe a disposizione a costo nullo (siti di miso l’Università di Bergamo, in collaborazione con MIT – croblogging, siti di recensioni, social network,….) Massachusetts Institute of Technology – Zaragoza LogiLa minaccia? Il successo, quando arriva, arriva in maniestic Centre (MIT-ZLC). È Professore a contratto presso ra dirompente ed è necessario saper dotare la propria SDA Bocconi per i corsi "Global operations and supply chain management" e "Research and development manastruttura di un ecosistema tale da poter sopportare quegement" (Laurea specialistica). sto successo inatteso e dai volumi molto accelerati nel tempo. Nunes e Downes suggeriscono infatti un nuovo modello di andamento delle vendite a pinna di squalo, in sostituzione a quello di distribuzione a campana di Rogers del 1962 (ben noto nelle strategie di marketing per di) in modo da soddisfare la domanda crescente in temle introduzione delle innovazioni nel mercato). pi rapidissimi. Con altrettanta rapidità, saper poi disinNel nuovo modello l’idea che ha successo ha un suc- vestire gli asset per prepararsi alla prossima innovaziocesso dirompente, che cambia velocemente le regole ne “distruttiva” creata dall’innovatore stesso o da competitive e che lascia poco spazio al “seconqualche altro player. do arrivato”. Esempi come la crescita inaPer le aziende incumbent, cioè quelle già spettata e rapida di twitter (500+ milioni di consolidate e presenti nel settore tradizioutenti in meno di 5 anni, di cui 288 milioni nale che più spesso subiscono la disruptiutenti attivi almeno una volta la mese), ve innovation, essere in grado di intercetle città appartenenti a 190 paesi che ha creato alla società non pochi protare i segnali di fermento delle diverse coperti dal servizio blemi per poter reggere il traffico generato sperimentazioni in atto che potrebbero di airbnb dai tweet giornalieri scambiati, facebook cambiare le regole del gioco e saper reagi(1.35 miliardi di utenti attivi, http://www.statire di conseguenza (creando esse stesse l’insta.com/statistics/264810/number-of-monthly-acnovazione prima degli altri o entrando rapidamente tive-facebook-users-worldwide/), la crescita di servizi rispondendo all’attacco degli innovatori). In questo secome airbnb (che copre affitti per brevi periodi in condo caso, rispetto agli innovatori “indisciplinati” per34000 città e 190 paesi, con 2 milioni di utenti attivi ché meno strutturati e meno vincolati da strategie di bumensilmente), o per citare casi di prodotti fisici, il caso siness consolidate e ben definite, le aziende “tradizionadi Dollar Shave Clubs, un servizio di vendita di lamette li” (incumbent) potrebbero essere ostacolate da freni inda barba per abbonamento lanciato nel 2012, che ha terni al cambiamento, come una cultura rigidamente avregistrato 12.000 ordini nelle prime 48 ore a seguito di versa all’errore, una selezione dei progetti legata alla un messaggio pubblicitario diffuso viralmente su youtu- strategia formulata in un contesto competitivo “tradiziobe, con più di 18 milioni di visualizzazioni). nalmente pensato” e alla rigidità nella riconversione deMa cosa significa tutto questo per le imprese? gli asset aziendali (fisici e di competenze) verso nuovi Per l’innovatore essere capace di sperimentare tanto, a modelli di business, potenzialmente in contrasto con costi contenuti e, se l’esperimento ha successo, saper quanto ha dimostrato di funzionare fino al cambiamento cavalcare l’onda con una struttura aziendale flessibile “disruptive”. Si pensi per esempio al caso che purtrop(outsourcing e scalabilità della produzione in tempi rapi- po ha fatto storia di Eastman Kodak e alla propria len- chi guarderà mai le foto su uno schermo? Da 19 miliardi di fatturato a 6,7 miliardi di debito in 20 anni: ecco come l’azienda di George Eastman non ha visto il futuro e si è sgretolata di Giancarlo Donadio - StartupItalia! “Chi vorrà mai guardare le sue foto sullo schermo di una tv?” è la risposta che Steven Sasson, giovane ingegnere di Kodak, ha ricevuto dai suoi superiori nel 1973. Steven ha inventato con 10 anni d’anticipo il primo prototipo di fotocamera digitale e la multinazionale leader della fotografia ha chiuso in un cassetto il prototipo del suo ingegnere. Il resto è storia con la Kodak in crisi proprio per l’avanzare delle nuove tecnologie che spazzano via il mondo analogico. E pensare che aveva in casa la soluzione ai suoi mali. I numeri sono impietosi. E in alcuni casi danno anche nostalgia. Come accade con la Kodak e la sua storia partita ben 128 anni fa proprio da una straordinaria intuizione. Quella di George Eastman che nel 1888 inventa il modo per sostituire alle lastre fotografiche rigide, pellicole sensibili alla luce. «Voglio rendere la macchina fotografica conveniente come una matita» spiegava. E apre la strada a una parabola di successo che vede l’azienda che ha registrato a marchio “Kodak” rivoluzionare il mercato della fotografia, diventandone il leader indiscusso. E pensare che Eastman di mestiere è assicuratore e la fotografia è solo una passione che nasce in lui durante un viaggio a Santo Domingo. Negli anni la multinazionale sviluppa un modello di business perfetto nel quale fa soldi in ogni step del processo fotografico: c’è il compleanno del tuo bambino e hai bisogno di una macchina Kodak per immortalare il momento. Devi sviluppare le foto? Vai in un centro che le stampa su una carta sempre con il marchio dell’azienda. Nel 1990 la Kodak fattura 19 miliardi l’anno e ha 145.000 dipendenti. Anno 2012: la multinazionale soccombe al procedere rapido 31 Imprese - Startup Imprese - Innovazione 30 ASCESA E DECLINO DI UN COLOSSO CHIAMATO KODAK 33 128 anni fa, il 4 settembre del 1888, George Eastman registrò all’ufficio brevetti degli Stati Uniti il marchio “Kodak” per la sua società, che da qualche anno aveva cominciato a produrre macchine fotografie con un’innovazione straordinaria: le lastre fotografiche rigide che venivano utilizzate nei primi decenni della fotografia erano sostituite da una pellicola sensibile alla luce. La macchina diventava quindi più leggera ed economica, e il procedimento necessario a ottenere una foto era molto più rapido. Eastman riassumeva il suo impegno nella frase “rendere la macchina fotografica conveniente come una matita”. tale non ha mai visto la luce» spiega al New York Times che racconta la sua storia. Pensando a questo ragazzo e all’incapacità dell’azienda di capire la sua innovazione “perché abbiamo sempre fatto così, perché è da decenni che facciamo i soldi in questo modo”, viene in mente una sola parola “suicidio”. Ed è un termine, ironia della sorte, che ricorre nella storia secolare della Kodak. Il suo fondatore George Eastman si è tolto la vita all’età di 77 anni. Sul bigliettino che lascia c’è scritto: «Il mio lavoro è fatto. Perché aspettare?». La morte di un’idea, di un sogno, di una vita sopraggiunge proprio quando pensiamo che tutto sia già fatto laddove il futuro è ancora tutto da scrivere. E da fotografare. Imprese Reggiane Imprese - Innovazione 32 delle tecnologie digitali e chiede l’amministrazione controllata. Un finanziamento di 950 milioni di dollari da Citigroup porta un po’ di respiro, a fronte, tuttavia, di un indebitamento di 6,75 miliardi di dollari. L’azienda accusa perdite dal 2005 e il 3 settembre del 2013 fine della storia. Si chiude un capitolo, emerge una nuova società che mantiene il marchio storico. Durante le procedure di fallimento vende più di 1000 brevetti, la rete dei 105.000 chioschi per sviluppare le foto. Viene chiuso il settore che si occupava proprio delle macchine fotografiche. Insomma una carneficina. Guardando oggi quello che resta dell’azienda di Rochester, la città dello Stato di New York dove è nata, viene un po’ di nostalgia: 2 miliardi di fatturato e 8.000 dipendenti per un gruppo che sotto la guida di Jeffrey J. Clark si è specializzata nella vendita di sensori touch screen, fotocamere digitali, videocamere. Con dei buoni risultati nel 2015 come riporta Yahoo! Finance. Ma lontani anni luce dai fasti di quello che era stata un tempo l’azienda leader della fotografia. È chiaro con i se e con i ma non si fa la storia. Eppure torna alla mente quel ragazzo di 24 anni, Steven Sasson che arriva in Kodak e in un esperimento trasforma gli impulsi elettronici in numeri, il processo della digitalizzazione. Costruisce un macchina che in 50 millisecondi cattura un’immagine, in 23 secondi la registra dentro una musicassetta e mostra immagini in bianco e nero. Ancor prima dei competitor (la Sony Mavica, andrà sul mercato solo nel 1981), aveva in mano il primo prototipo di macchina digitale e avrebbe fatto la storia della sua azienda, l’avrebbe rivoluzionata e con lei tutto il mondo della fotografia: «Era solo una questione di tempo, eppure la Kodak non ha abbracciato mai la mia idea. La mia macchina digi- Tir a guida autonoma l’autista diventa “uno e trino” e può guidare fino a tre camion Sei costruttori partecipano al Truck Platooning Challenge per testare le carovane di Tir La Stampa Motori ra qualche anno un solo autista potrà “guidare” sino a 3 o più camion contemporaneamente. Il miracolo lo farà la guida autonoma, la stessa che presto arriverà anche sulle nostre auto. I tir che “vanno da soli” sono già in fase di collaudo avanzato. In prima linea ci sono l’industria tedesca, con i “truck” di Mercedes e MAN (che è sotto il controllo di Volkswagen), e quella svedese, con Volvo e Scania (sempre di proprietà VW), oltre all’italiana Iveco. La tecnologia della guida autonoma applicata ai Tir è andata in scena nella primavera scorsa grazie allo “European Truck Platooning Challenge”, un test stradale con meta Rotterdam, dedicato ai tir in carovana connessi tra loro mediante il trasferimento dati in tempo reale. Nello specifico 2 o più tir dotati di guida semi-autonoma seguono un truck “apripista”, condotto da un autista. La distanza fra i camion in questione è ridotta al minimo (10-15 metri) di modo che gli ultimi possano sfruttare la scia aerodinamica di chi precede per abbattere i consumi di carburante fino al 10%. All’apripista resta invece il compito di impostare direzione e velocità. F Partecipano al Challenge 6 costruttori. Tre tir Scania sono partiti il 29 marzo da Södertälje (Svezia) verso l’Olanda, passando per la Danimarca, Germania e Belgio. Lo stesso percorso affrontato da tre camion prototipo di Volvo. Nei giorni successivi è incominciata la spedizione di MAN, da Monaco a Rotterdam, pa di decollo e atterraggio e lascia che sia il computer a mantenere l’aereo in crociera. Allo stesso modo i truck tedeschi lasceranno al guidatore solo il compito di effettuare manovre di partenza e arrivo, mentre saranno i dispositivi di guida autonoma a far marciare il tir in autostrada (sorpassi esclusi). Un prototipo di Actros a guida autonoma, denominato “Future Truck 2025”, ha recentemente percorso una trentina di chilometri dimostrativi sulla A14 tedesca, nei pressi della città di Magdeburgo: il tutto è possibile grazie alla sinergia fra Gps, sensori, telecamere e sistemi di comunicazione veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura. Mercedes vuole portare la tecnologia su strada nel 2025, abbattendo drasticamente gli incidenti per colpi di sonno e malori. È l’alba di un nuovo mondo per il trasporto su gomma. 35 Imprese Reggiane Imprese - Innovazione 34 che terminerà domani. Nella città olandese arriverà anche la carovana Mercedes, che utilizza il network “V2V” (vehicle-to-vehicle) per la condivisione dei parametri di guida fra i truck marcianti in fila tra loro, e quella di due Iveco Stralis. Oltre ai convogli, i costruttori stanno studiando anche come applicare la guida autonoma in autostrada al trasporto merci. La Mercedes in particolare è già in una fase avanzata di sviluppo del suo “pilota automatico”: la filosofia è la stessa adottata per gli aeroplani, dove il pilota si occu- COME SARÀ IL MONDO TRA 50 ANNI SECONDO 9 PERSONE CHE IL FUTURO LO STANNO FACENDO DAVVERO Hyperloop, self driving car, ma anche lavoro per tutti comunque. Il futuro secondo 9 big della Silicon Valley tra 5 e 50 anni da oggi Product Hunt - StartupItalia! Il mondo fra 50 anni. Viaggi nello spazio, auto che si guidano da sole, conversazioni simultanee in decine di lingue. C’è chi dice che ricorderemo il nostro presente come preistoria. Chi pensa che vivremo nella realtà virtuale. Il sito Product Hunt, sul suo profilo all’interno della piattaforma Medium, ha chiesto ad imprenditori, autori, esperti di nuove tecnologie come si immaginano il nostro mondo fra 5, 10, 20, 50 anni. Ecco cos’hanno risposto. ECCO LE NOVE RISPOSTE ALLA DOMANDA COME CAMBIERÀ IL MONDO NEI PROSSIMI 5-10 ANNI? Peter Shankman, fondatore di HARO e autore Cambierà il modo in cui venderemo e acquisteremo i prodotti. «Dall’Internet of Things a Uber, dall’automatizzazione alla mancanza di un vero e proprio “possesso” delle cose». Chi avrebbe immaginato nel 2002 che oggi avremmo potuto ordinare la cena dal cellulare, mentre aspettiamo che un’auto ci venga a prendere e seguiamo tutto il suo percorso sulla mappa tramite gps? Questo, per Shankman, è solo l’inizio». James Altucher, imprenditore, podcaster, autore Altucher pensa che la «stampa 3D sarà combinata con la biologia da laboratorio. Immagina che qualcuno perda un arto e, grazie al DNA, sia possibile stampare una protesi perfetta con la stampante 3D». E poi i sensori saranno uniti alla robotica – quindi un mondo di auto automatiche, consegne con i droni, ecc. Alec Cross, ex senior advisor di Hillary Clinton e autore «Fra dieci anni i sordomuti saranno in grado di parlare e tutti quelli che stanno leggendo questo articolo saranno in grado di conversare in dozzine di lingue straniere» perché, grazie ai computer, sarà stato eliminato il concetto della barriera linguistica. Miglioreranno le macchine e i software e ci saranno più dati – soprattutto i feedback degli utenti che segnaleranno le traduzioni sbagliate e contribuiranno a rendere il sistema sempre più accurato. Sia nelle traduzioni scritte che orali. Mariam Naficy, Ceo di Minted.com e membro del board di Yelp Cambierà il marketing perché i consumatori saranno sempre più esigenti. Cercheranno prodotti sempre personalizzati e vorranno sapere di più sulla storia di ciò che stanno acquistando. Le belle immagini saranno ancora più importanti di quanto lo sono oggi e gli storytellers saranno sempre più richiesti dalle e aziende e, forse, si trasformeranno in venditori loro stessi. 37 Imprese - Innovazione Imprese - Innovazione 36 Kevin Rose, Ceo di Hodinkee e co-founder di Digg «Nei prossimi 10 anni la scienza dimostrerà che l’uso eccessivo della tecnologia è negativo per la mente e salute. Penso che saremmo costretti a trovare un equilibrio sostenibile tra l’uso della tecnologia e le esperienze della vita vera». Oggi i cellulari sono la prima cosa che usiamo la mattina quando ci svegliamo e l’ultima la sera prima di andare a dormire, osserva Rose. «È come se ne fossimo dipendenti, come se dagli smartphone arrivasse una sorta il libro di nutrimento». Un nutrimento che, però, comporta la diminuzione del contatto fisico con gli altri e ci distrae dall’ambiente che ci circonda. QUALI INDUSTRIE ESPLODERANNO NEI PROSSIMI 10-20 ANNI? Sam Rosen, Ceo e fondatore di MakerSpace «Realtà virtuale, auto che si guidano da sole, Hyperloop». Andrew Torba, Ceo di AutomateAds.com La realtà virtuale, secondo Andrew Torba, diventerà un business enorme. Cambierà la comunicazione, l’educazione, la sanità, i videogiochi e lo storytelling come li conosciamo ora. E i big del settore media – da Facebook a Google a Samsung – si contenderanno grandi fette di mercato. Crescerà anche l’intersezione tra imprenditoria sociale e tecnologia, per risolvere importanti problemi globali. Infine, dice Torba, viaggeremo nello spazio. COSA SUCCEDERÀ ALL’ECONOMIA E ALLA FORZA LAVORO FRA 50 ANNI? Tim O’Reilly, fondatore e Ceo di O’Reilly Media «Vedo diversi scenari e in tutti le persone lavorano». Nel primo l’umanità decide di usare la tecnologia – e quindi lavorare – per risolvere i problemi, dal cambiamento climatico all’inversione demografica. Nel secondo scenario non affrontiamo i problemi e tutti continuano a lavorare e lottano per restare vivi. Nel terzo scenario abbiamo già risolto i problemi, le macchine fanno il “lavoro sporco” e gli esseri umani hanno più tempo per intrattenersi e aiutarsi a vicenda. Lavorano tutti, ma di meno. E hanno più tempo per dedicarsi all’arte e alla vita sociale. Harvard Business Essentials CREATIVITÀ E INNOVAZIONE Editore Etas L'innovazione è un catalizzatore indiscusso della crescita aziendale, tuttavia molti manager non si preoccupano di creare un clima che la incoraggi e la premi. Questo volume analizza il ruolo dei manager nel suscitare la creatività organizzativa e approfondisce ciò che manager e leader devono fare per stimolare le innovazioni di successo. Tra gli argomenti: generare nuove idee e riconoscere le opportunità, proporre le innovazioni al mercato, rimuovere i blocchi mentali alla creatività, promuovere il brainstorming e il dibattito creativo all'interno dei gruppi di lavoro, creare una cultura favorevole all'innovazione. Le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) modellano le relazioni tra attori e la competitività delle imprese e dei territori. Il modo in cui i distretti industriali rispondono a questa sfida/opportunità è questione aperta che coinvolge le strategie delle singole imprese e le dinamiche di rete degli attori collettivi, pubblici e privati. Il libro analizza questi problemi in una doppia prospettiva: attenta da un lato agli aggregati territoriali (approccio mesoeconomico), dall'altro alle singole imprese (approccio microeconomico). Il passaggio dal concetto di "spazio" a quello di "territorio" dà forma alla discussione sui vantaggi competitivi, con specifica attenzione al ruolo delle ICT e alla riflessione sui distretti industriali, prima in una prospettiva evolutiva e quindi secondo una visione fondata sulle risorse. 39 Imprese Reggiane Imprese - Innovazione 38 Chamath Palihapitiya, Ceo di Social Capital «Penso che le macchine senza guidatore siano più vicine a diventare realtà di quanto crediamo». Secondo Palihapitiya le famiglie di vittime di omicidi stradali faranno delle azioni legali per portare il guidatore automatico nelle automobili il prima possibile. E, a suo avviso in 5 anni nelle autostrade circoleranno solo auto senza guidatore. Tesla e Google, dice, sono i marchi con la più alta possibilità di successo. «Penso anche che i vecchi modelli di auto non sopravviveranno». LA QUARTA 41 Imprese - Innovazione Imprese - Innovazione 40 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE di John Elkann Presidente e AD di EXOR, Presidente di Fiat Chrysler Automobiles Per ogni rivoluzione c’è un momento preciso che rappresenta l’avil libro vio e segna il punto di non ritorno: è il momento in cui il cambiamento, che fino ad allora si è mantenuto sottotraccia e poco visibile, diventa improvvisamente evidente e si impone co- me fenomeno inarrestabile, destinato a cambiare per sempre il quadro di riferimento per tutti, e non solo per pochi specialisti o addetti ai lavori. Questo vale anche per le rivoluzioni industriali: la costruzione del primo impianto di filatura alimentato dalla forza dell’acqua a Cromford, in Inghilterra, del 1771, o l’innovativa locomotiva Rocket che esordì sulla tratta Liverpool-Manchester nel 1829 sono gli esempi più famosi che ci vengono dal passato, prime pietre miliari di un’evoluzione tecnologica che dura ormai da due secoli e mezzo e che negli ultimi anni ha vissuto un’accelerazione fulminea. Secondo Klaus Schwab – fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum che si svolge ogni anno a Davos in Svizzera, oltre che autore di questo fortunato libro che arriva ora in Italia per i tipi di Franco Angeli dopo il notevole successo raccolto in molti altri Paesi – non è più possibile spiegare il progresso tecnologico attuale in termini evolutivi: l’ora della quarta rivoluzione industriale è scoccata e la nostra vita è destinata a cambiare velocemente, come forse mai prima nella storia dell’umanità. Più che da una singola invenzione, come invece accadde nelle precedenti svolte epocali, questa quarta rivoluzione scaturisce da una convergenza di fenomeni tecnologici diversi, dove applicazioni digitali, studi sui materiali, automazione meccanica, ricer- Klaus Schwab LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Franco Angeli editore La quarta rivoluzione industriale: Supercomputer portatili e disponibili ovunque Robot intelligenti Veicoli autonomi Aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro-tecnologia Scrittura del codice genetico Le innovazioni frutto di scoperte e ricerche scientifiche permeano già le nostre vite e sono al centro della vita pubblica Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, è convinto che siamo tuttavia solo all'inizio di una trasformazione che modificherà radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e comunichiamo Una trasformazione che Schwab non esita a definire "quarta rivoluzione industriale" Le rivoluzioni industriali hanno in passato permesso all'uomo di non dover più dipendere dalla propria forza e da quella degli animali, rendendo possibile la produzione di massa e dotando milioni di persone di competenze digitali. che sulla genetica umana e animale, intelligenza artificiale e soprattutto le reti in grado di collegare persone e oggetti si intersecano in continuazione e con estrema rapidità, creando ogni giorno nuovi strumenti e aprendo nuove possibilità. Scorrendo le pagine del libro, risulta evidente che l’intensità e la velocità con cui tutto ciò sta accadendo non ha precedenti nella storia dell’umanità, e fa pensare che questa fase rappresenti per il mondo della tecnologia quello che fu l’Era Cenozoica per lo sviluppo delle forme viventi sulla Terra. L’indagine interdisciplinare proposta da questo libro risulta affascinante, non solo perché contiene un’analisi delle più avanzate esperienze attuali nel campo della tecnologia e della ricerca applicata, ma anche perché apre al lettore prospettive straordinarie e sorprendenti sul mondo che verrà. Un mondo fatto di grandi opportunità, ma anche di problemi e di rischi di pari entità. Tra le prime, Schwab si sofferma sottolineando in particolare le infinite possibilità che si dischiudono nel mondo delle imprese. L’innovazione oggi è un “campo di battaglia” estremamente competitivo, con migliaia di aziende in tutto il mondo, siano esse società mature o startup ai primi passi, che si contendono il primato nella commercializzazione di KLAUS SCHWAB FONDATORE E PRESIDENTE WORLD ECONOMIC FORUM JOHN ELKANN nuovi prodotti e servizi. Ne sono testimone io stesso nei diversi settori dove sono coinvolto – dall’industria dell’automobile alla componentistica, passando per il mondo dell’informazione e dei servizi assicurativi – dove la tecnologia sta cambiando il modo tradizionale di fare impresa. Ma i cambiamenti in corso trasformeranno in maniera fondamentale anche la struttura dell’economia globale, le nostre comunità e le identità di ognuno di noi, ponendoci davanti a scelte difficili e a responsabilità a cui non avevamo mai pensato. Affinché la portata “disruptive” della rivoluzione in atto investa i contesti economici e organizzativi, ma non le persone – che dal progresso devono poter trarre utilità e beneficio – è necessario agire per tempo, limitando gli impatti sociali del cambiamento e mettendone nella giusta luce gli innegabili vantaggi. Forte dell’esperienza maturata nel corso della sua carriera e delle preziose testimonianze che ricercatori e imprenditori di livello mondiale rendono ogni anno al Forum di Davos, Schwab ci accompagna con uno stile semplice e comprensibile alla scoperta delle realtà scientifiche e tecnologiche di oggi, aiutandoci anche a immaginare come potrà essere la nostra vita domani. Un viaggio appassionante e documentato, che sono certo susciterà l’interesse di ogni lettore. Prefazione al volume di Klaus Schwab “La quarta rivoluzione industriale” una nuova generazione di terapie con un impatto decisivo in oncologia Intervista aMauro Ferrari Presidente e CEO del Methodist Hospital Research Institute a cura di AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica Il primo ospite del ciclo di incontri Costruire una nuova realtà, organizzati da Unindustria Reggio Emilia, è stato Mauro Ferrari, scienziato italiano impegnato principalmente nella ricerca sulle nanotecnologie e nel campo della bioingegneria applicate in medicina. Mauro Ferrari, oltre ad essere Presidente e CEO del Houston Methodist Research Institute e dal 2013 direttore dell'Institute of Academic Medicine del Methodist Hospital System ed Executive Vice President del Methodist Hospital System (TMHS), è presidente della The Alliance for NanoHealth emembro dell’Accademia Nazionale Delle Scienze italiana detta Dei Quaranta. Nel settore delle nanotecnologie ha prodotto più di 350 pubblicazioni su riviste internazionali, di cui 16 sulla rivista Nature,ha pubblicato sette libri e ottenuto oltre sessanta brevetti riconosciuti negli USA e internazionali. Nel 2015 ha ottenuto l’Aurel Stodola Medal dell’Università ETH di Zurigo. Tra i riconoscimenti principali conseguiti per la sua attività di ricerca ci sono anche il Blaise Pascal Medal della European Academy of Sciences nel 2012, il CRS Founders Award da parte della Controlled Release Society nel 2011. Nel 2009 gli è stato assegnato l'Innovator Award per il programma di ricerca sul cancro al seno del Dipartment of Defense americano e nello stesso anno è stato eletto membro dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS). Prof, Ferrari, i nanofarmaci attualmente vengono utilizzati in oncologia? Sì, sono medicinali costituiti da nanoparticelle in grado di penetrare direttamente nelle metastasi causate dal cancro. Il futuro della lotta ai tumori risiede in una maggiore conoscenza delle loro potenzialità. Entro pochi anni, infatti saranno i farmaci più importanti, in particolar modo nel campo oncologico. Permettono di migliorare la somministrazione mirata delle terapie antineoplastiche. Le nanotecnologie stanno aprendo nuovi orizzonti nella personalizzazione del trattamento, così come sta avvenendo anche con i farmaci biologici. Il successo del nanotech risiede proprio nella sua natura? Certo perché riesce ad operare sulla scala dei nanometri che sono strutture di dimensioni di qualche atomo. Un nanometro equivale a un miliardesimo di metro: per fare un confronto, lo spessore di un capello umano è di 100 mila nanometri. A livello nanoscopico cambiano le proprietà fisiche degli elementi e il modo in cui si esprimono le leggi della natura. È possibile così progettare ‘vettori’ che penetrano con maggiore facilità nei vasi sanguigni prossimi al tessuto tumorale, aumentando la concentrazione di principio attivo del 33%. 43 Articolo di copertina Articolo di copertina 42 REGGIO EMILIA 21 SETTEMBRE 2016 Esistono altri settori in cui sono impiegate le nano nanotecnologie? Sì, le nanotecnologie sono trasversali e si applicano dalle biotecnologie per la salute (proteine ricombinanti, vaccini, anticorpi, metodi diagnostici) al settore agroalimentare, alle biotecnologie industriali, alla genomica e alla proteomica. AIOM L'Associazione Italiana di Oncologia Medica – AIOM – ha lo scopo di riunire i cultori dell’Oncologia Medica al fine di promuoverne il progresso nel campo clinico, sperimentale e socio-assistenziale, di favorire i rapporti tra gli oncologi medici, i medici di medicina generale e gli specialisti di altre discipline, di stabilire relazioni scientifiche con analoghe associazioni italiane ed estere e di partecipare e collaborare con organismi istituzionali nazionali, regionali e locali. In particolare, l’AIOM si propone di contribuire alla formazione professionale di oncologi medici e di operatori sanitari. Inoltre ha lo scopo di promuovere la ricerca sperimentale e clinica, la prevenzione primaria, la prevenzione secondaria (screening e diagnosi precoce e tempestiva), la qualità delle cure oncologiche, la continuità terapeutica del paziente oncologico mediante linee guida per la terapia medica antitumorale, la interdisciplinarietà, la riabilitazione, le terapie palliative, le cure domiciliari e di incentivare campagne di educazione rivolte alla popolazione. In particolare, l’AIOM si propone di operare per contribuire alla formazione tecnico-professionale e manageriale di oncologi medici e di operatori sanitari e di promuovere la formazione di strutture accreditate intra ed extra-ospedaliere per l'assistenza al paziente con neoplasia. La nanotech unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmaceutici e modellisti matematici. Michele Cucuzza, Mauro Ferrari IL MALE CURABILE. LA SFIDA DI MAURO FERRARI, IL MATEMATICO ITALIANO CHE STA RIVOLUZIONANDO LA LOTTA AI TUMORI Rizzoli Ci sono momenti nella vita di ognuno che sembrano segnare la fine, dolori da cui pare impossibile riprendersi. Invece sono l’inizio di grandi imprese. La storia di Mauro Ferrari è eccezionale. Laureato in matematica, dopo un master a Berkeley ottiene un posto di professore associato all’università della California. Si sposa e ha tre figli. Poi, di colpo, la tragedia. La moglie Marialuisa muore di tumore. Da allora Ferrari si dedica anima e corpo alla battaglia contro il cancro, che affronta con un approccio assolutamente originale basato sull’applicazione delle nanotecnologie alla medicina. Ghiandole artificiali capaci di rilevare il cancro e somministrare autonomamente il medicinale; nanovaccini che risvegliano il sistema immunitario; diagnosi effettuate attraverso una semplice analisi delle proteine; robot chirurghi e sofisticati manichini-pazienti su cui fare pratica. Non è fantascienza, ma solo una parte di quanto si sta sperimentando al Methodist Hospital Research Institute di Houston, Texas, diretto da Ferrari, che spiega: “Con la chemioterapia solo una cellula medicinale su 100 mila raggiunge il bersaglio. Noi lanciamo minuscoli missili multistadio simili a quelli usati nei programmi spaziali, carichi di farmaci che centrano solo le cellule tumorali senza disperdere sostanze tossiche nell’organismo”. In questo appassionato reportage Michele Cucuzza racconta del suo incontro a Houston col professore e la sua équipe di giovani collaboratori provenienti da tutto il mondo. Matematici, chimici, biologi, ingegneri e medici coalizzati nella missione comune di sconfiggere il cancro. Una finestra aperta sul futuro della scienza medica, ma anche su una realtà, quella americana, che punta enormi risorse pubbliche e private sulla ricerca e sull’innovazione. Al contrario di quanto accade nel nostro Paese. 45 Articolo di copertina Articolo di copertina 44 Da quando sono utilizzati i nanofarmaci per combattere i tumori? I primi sono stati approvati negli USA e in Europa a metà degli anni Novanta e vengono utilizzati su migliaia di pazienti ogni giorno. Adesso si sta affacciando una nuova generazione di terapie che avrà un impatto decisivo in oncologia. È rappresentata dai farmaci in grado di superare le barriere biologiche che si presentano come difesa dell’organismo. Alcune di queste molecole sono utilizzate nel trattamento del tumore del il libro pancreas. la promessa ai figli del professor Ferrari e il male italiano da curare di Roberto Napoletano Mauro Ferrari replica, quasi di scatto, e per la prima vol- polipropilene isotattico, erano i tempi in cui grande ta alza la voce: «Diciamo la verità, c’è un problema di azienda, grande università, talento giovanile erano un tutt’uno e, con questo spirito, tutti insieme si invensensibilità (che cosa si aspetta a fare un vero creditarono la plastica e posero le basi del mirato d’imposta, come dici tu?) ma ancora prima colo economico. Siamo in tempo per recunon siamo capaci di dotarci di un’organizzazioperare e curare il “male” italiano. La capine traslazionale...». Lo fermo: che cosa? Scutale economica del Paese, Milano, raccolsa, ma che cosa vuol dire “traslazionale”? Un ga per prima la sfida, lo dimostri alla voce largo sorriso e la risposta inequivoca: «Manca fatti: la partita, tutta da giocare, di fare dell’infrastruttura che permette all’idea di divenla città dell’innovazione, nell’area dell’Expo, tare un’impresa e di vederla crescere. Perché un network che metta in rete le eccellennel mio laboratorio sono nate tante azienze del Paese è decisiva; la finande, nel campo delle biotecnologie, za che in questo caso è l’ine una di queste è quotata al Nafrastruttura più rilevante, sdaq e vale un miliardo di dolfaccia anch’essa la sua lari mentre qui è tutto difficiparte, scommetta sui tale? Questo è il cambiamenlenti italiani, le nostre to di cui l’Italia ha bisogno, università e le nostre c’è un grande capitale, aziende, dimostri di più diffuso di quello che essere un’infrastrutsi pensi, che attende tura all’altezza del solo di essere valorizlaboratorio di Houzato, bisogna crederci ston e, perché no, di e bisogna adoperarsi essere capace di incucon lo stesso spirito, bare il futuro. Una volta la stessa forza, e la ci siamo riusciti, nulla ci stessa coerenza di comdeve impedire di farcela portamenti dell’Italia degli anuna seconda volta. ni Cinquanta...». Ferrari ha tocMAURO FERRARI © Il Sole 24Ore cato il tasto giusto, non lo dice Settembre 2016 ma pensa a Giulio Natta e al La nanomedicina non è più un"Salto Hospital Research Institute di Houston, di passaggio a nel buio", passando – negli ultimi 15 Milano. anni – dalla fantascienza alla realtà. La chiave di volta della nanomedicina è dunque la veicoL’area più di frontiera resta confinata ai lazione, il trasporto, e a Houston, dopo aver mandato l'uonanorobot, una famiglia dai nomi stravaganti ti- mo sulla luna, sono certamente degli esperti… «Per andapo "microbivore" e "chromallocyte". I primi agiscono co- re sulla luna hanno studiato un sistema a tre stadi – misme i globuli bianchi e quindi possono digerire batteri e sile, razzo vettore e lem –, allo stesso modo, il nostro sistema è tristadio: il primo atterra sul virus in poche ore, o attaccare celvaso afferente al tumore, il secondo lule tumorali prima che si diffonda“i risultati sono lo penetra, il terzo superala barriera no nel corpo. I secondi, come un sbalorditivi, i test cellulare per svolgere l'azione citochirurgo,sono in grado di operare sull’uomo dovrebbero tossica» spiega Ferrari, chiamato nel sulla singola cellula sostituendo per 2003 dal direttore del National canesempio cromosomi o geni difettosi. iniziare nel 2017” cer institute statunitense per scrivere Tutti però avranno bisogno di un moMauro Ferrari e progettare il programma federale tore, di braccia meccaniche,di senPresidente Methodist Hospital per la nanomedicina,in particolare sori e un computer di bordo, dovranResearch Institute Houston applicata al cancro, settore che gli no essere più piccoli dei globuli rosStati Uniti considerano strategico e si e resistenti quanto il diamante. Una "manifattura molecolare" che ha bisogno di vere e sul quale hanno già investito 700milioni di dollari. proprie nanofactory. Ma se i nano robot sono al momen- Come nell'elettronica, anche in nano medicina si utilizza to solo sulla carta e nella nostra immaginazione, in tema il silicio. Economico ed estremamente versatile, l'ossido di nanofarmaci, si sta già lavorando alla terza generazio- di silicio,in particolare, è molto poroso, e come una spune,cioè a nanoparticelle che lavorano in maniera collabo- gna con tante "tasche" riesce a contenere sostanze di- ” MAURO FERRARI Il grande futuro della nanomedicina di Francesca Cerati rativa, i cosiddetti sistemi a multistadio. «Si tratta di "navicelle" con a bordo il farmaco in grado di superare le barriere biologiche attraverso il rilascio di differenti, specifiche sostanze, a seconda del "nemico" che si trovano davanti» ci racconta l’inventore della nano medicina oncologica Mauro Ferrari, presidente e Ad del Methodist verse, oltre a essere biodegradabile. Ma la vera novità alle spalle di questo lavoro di drug delivery è la matematica, che ha dato vita all'oncofisica del trasporto, un'idea sempre di Ferrari, che ironicamente si definisce "il tassita delle nanoparticelle". «Tutto parte da qui: per progettare nanoparticelle efficaci devo misurare una serie di 47 Articolo di copertina - approfondimenti Articolo di copertina - approfondimenti 46 3D RENDER DI UN MICROSCOPICO ROBOT NANOTECNOLOGICO ALL’INTERNO DEL CORPO UMANO LA SEDE DEL METHODIST HOSPITAL RESEARCH INSTITUTE DI HOUSTON derazioni sorprendenti: «primo che la particella migliore al mondo, in realtà, non esiste – continua Ferrari–. E questo è un bene perché permette di personalizzarla di volta in volta rispetto alla malattia che si vuole curare (rational design); viceversa, esiste la particella peggiore e,sorpresa, è quella sferica. In regime di trasporto linea- re lungo il flusso ematico, secondo calcoli matematici, la particella non ha infatti alcuna ragione di attraccare». Non solo, in questi anni si è visto che il concetto di riconoscimento molecolare(cioè la nanoparticella con un anticorpo o un altro agente posto sulla superficie) che ha contraddistinto il 90% della ricerca sui nanofarmaci non è mai arrivato in clinica. «Pur molto attraente da un punto di vista teorico – conclude Ferrari –, si scontra con la realtà:una volta iniettata nei fluidi biologici questo tipo di nano farmaco viene subito attaccato dalle cellule che ne cancellano la specificità e la rendono meno permeabile alle barriere biologiche. Di conseguenza non riesce a raggiungere il bersaglio».Altre aree di frontiera della nano medicina riguardano le applicazioni diagnostiche. I ricercatori cercano nuovi modi per monitorare la progressione del tumore e i chirurghi sono sempre più interessati a usare i punti quantici per mappare la neoplasia prima di operare. Dopo50 anni il sogno di Richard Feynman, padre della nanoscienza, diventa realtà. © Il Sole 24 Ore - Nòva24 MAURO SEVERI Da tempo le imprese, i sistemi locali e le comunità vivono un grande paradosso: più apprendono, più cercano di organizzarsi, più si attrezzano per gestire la complessità e più si afferma in loro un senso d’inadeguatezza. Oggi, ciò che serve è un nuovo modo di pensare e interpretare il mondo. Un esercizio, allo stesso tempo individuale e sociale, fondato sulla consapevolezza di un futuro non prevedibile e sulla necessità di forti discontinuità. I tempi impongono di apprendere a coabitare con l’incertezza e con la complessità. Non si tratta solo di sopravvivere, ma di impegnarsi per costruire una nuova realtà capace di cogliere le nuove opportunità. Nella consapevolezza di ciò Unindustria Reggio Emilia ha predisposto il percorso pluriennale Costruire una nuova realtà. Un “contenitore” interdisciplinare dedicato alla Grande Trasformazione in corso e ai trend che stanno cambiando il mondo. Gli incontri, rivolti agli imprenditori e alla comunità reggiana, concorrono a formare un percorso ideale lungo il quale si avvicendano testimoni che rappresentano nei loro rispettivi ambiti dei punti di riferimento internazionali. Che cosa sono le Nanotecnologie 49 a cura di Veneto Nanotech no dei pionieri dell’applicazione industriale delle nanotecnologie, Albert Franks, definì tali scienze come “quell’area della tecnologia dove le dimensioni e le tolleranze tra i 0,1 nm e i 100 nm giocano un ruolo critico”. Operare a tali livelli di definizione significa riuscire studiare,assemblare e modificare i materiali a livello molecolare; un nanometro corrisponde infatti a un miliardesimo di metro, ovvero una misura 80000 volte inferiore al diametro di un capello. Attraverso l’uso delle nanotecnologie è possibile creare nuovi materiali funzionali, strumenti e sistemi con straordinarie proprietà derivanti dalla loro struttura ed implementare qualità e caratteristiche di processi e prodotti esistenti. I materiali nanostrutturati possono essere creati attraverso due approcci fondamentali:”bottom up” e “top down”. Il primo si riferisce alla capacità di assemblare il materiale nanostrutturato a partire dalle nanoparticelle che lo costituiranno. In biologia, biomedicina e chimica si usa per lo più il questo tipo di approccio. Il secondo consiste invece nella costruzione di micro e nanostrutture a partire dal blocco massiccio di materiale (bulk) con tecniche di tipo litografico, oppure, riducendo con metodi fisici, le dimensioni delle strutture iniziali portandole a livello nanometrico. Questo metodo è quello più comunemente utilizzato per la creazione di materiali nanostrutturati e trova i principali impieghi in applicazioni elettroniche e metallurgiche. I due metodi vengono impiegati a seconda di quelle che sono le applicazioni da realizzare. Attualmente l’impegno maggiore è volto a ricercare fra di esse la sinergia più adeguata per l’applicazione desiderata: si è giunti così alle nanoscienze che costituiscono il punto d’incontro fra discipline diverse quali la fisica quantistica, la chimica supramolecolare, la scienza dei materiali, la biologia molecolare. Essendo delle scienze multidisciplinari, le nanotecnologie possono essere applicate trasversalmente ai più svariati settori industriali. Alcuni esempi di applicazioni di materiali nanostrutturati, quali tessuti antimacchia, superfici antigraffio o autopulenti, cosmetici contenenti nanopolveri, aerogel nanostrutturati per l’isolamento termico sono già in commercio e si prevede che il mercato di prodotti funzionalizzati attraverso l’uso delle nanotecno- U logie possa crescere rapidamente nel prossimo decennio. Finanziamenti pubblici e privati per ricerche nell’ambito delle nanotecnologie sono infatti in continua crescita e si prospetta che la loro ricaduta sul mercato mondiale possa portare i prodotti nanostrutturati a raggiungere un giro d’affari stimato intorno ai 600 miliardi di Euro entro il 2015 e ad una creazione di oltre due milioni di nuovi posti di lavoro (source: Nantional Science Foundation”). Le nanotecnologie rappresentano un salto innovativo radicale che a detta di molti analisti produrrà una nuova rivoluzione industriale paragonabile, se non di portata superiore, a quella generata dall’introduzione nel mercato dei semiconduttori nei primi anni ‘80. VENETO NANOTECH Creata nel 2003 dopo un’attenta valutazione ed analisi sulle necessità di innovazione e di trasferimento tecnologico della realtà imprenditoriale italiana, Veneto Nanotech coordina le attività del distretto hi-tech per le nanotecnologie applicate ai materiali.Si pone quindi, come interlocutore a livello istituzionale e come referente per le aziende ed istituti di ricerca interessati ad innovare per creare prodotti a contenuto sempre più tecnologico. Il Veneto è la sede del distretto tecnologico in considerazione della presenza di forti competenze scientifiche e produttive, nonché di grandi potenziali applicativi. Veneto Nanotech nasce con l’obiettivo di creare eccellenza internazionale nell’ambito della ricerca, favorire l’applicazione delle nanotecnologie e sviluppare nuove imprese nel settore di focalizzazione. Il Veneto, infatti, vanta il più elevato indice di imprenditorialità a livello nazionale e un’alta concentrazione di imprese nei settori maggiormente interessati dalle nanotecnologie, che sono risultati elementi fondamentali nella scelta della Regione quale sito ideale per lo sviluppo di questa realtà. Articolo di copertina - approfondimenti Articolo di copertina - approfondimenti 48 parametri che caratterizzano da un punto di vista emodinamico il tumore che voglio sconfiggere, e che corrisponde all'equazione di trasporto delle cellule. Solo in un secondo tempo costruisco le nano particelle di silicio caricate con il principio attivo ad hoc. Non è solo teoria, abbiamo testato sui topi le informazioni emerse da questi calcoli matematici, e i risultati sono stati positivi». A oggi, solo a Houston, sono una dozzina gli studi clinici che riguardano l’oncofisica del trasporto. «Entro dieci anni i nano farmaci saranno la norma, non l’eccezione. Basti pensare che il nab-paclitaxel, nano farmaco approvato nel 2005 negli Usa, è già un block buster e uno dei 20 farmaci più usati in oncologia» precisa Ferrari. È invece un traguardo europeo, la terapia fisica a base di nanoparticelle, detta di ablazione termica. In questo caso le nanosfere non trasportano farmaci, ma vengono irradiate dall'esterno (con energia magnetica, meccanica o a radiofrequenza) e riscaldandosi "cucinano" il tessuto con cui vengono a contatto. Il tedesco Andreas Jordan è stato il primo al mondo a impiegare questa terapia,con nanoparticelle di ossido di ferro nel glioblastoma multiforme, uno dei più aggressivi tumori al cervello, ottenendo in alcuni casi addirittura la guarigione. Ma gli algoritmi per la modellazione matematica impiegata dal team di Houston per ottenere i nano farmaci hanno permesso di arrivare ad altre due consi- Cosa dice il piano Industria 4.0 presentato dal governo 7 cose da sapere Il governo investe 13 miliardi su innovazione e fabbricazione digitale. Il piano Italia 4.0 prevede detrazioni del 30% e detassazione del capital gain per chi investe in startup e Pmi innovative. Con le altre iniziative in corso e l’impegno dei privati potrebbero si punta a mobilitare più di 50 miliardi di Arcangelo Rociola e Aldo V. Pecora - StartupItalia! Annunciato, rinviato. Alla fine nello scorso mese di settembre arrivato. L’Italia ha un piano per l’industria 4.0. In sintesi, una serie di provvedimenti, incentivi, investimenti che dovrebbe portare la digitalizzazione in tutte le fasi dei processi produttivi dell’industria italiana. Dalla formazione degli studenti alla produzione di beni e servizi. In mezzo, un piano di investimenti che secondo le previsioni del governo dovrebbe mobilitare complessivamente, tra impegno pubblico e leva per i privati, più di 50 miliardi. L’attesa di questo piano, considerato una vera manna da tantissimi che lavorano nell’industria dell’innovazione per indurre le aziende ad ammodernarsi, è durata 11 mesi. Da quando lo scorso novembre l’ex ministro Federica Guidi ha detto: «stiamo ultimando un piano, si chiamerà Industry 4.0». Le vicende dei mesi successivi (le dimissioni del ministro e la nomina di Carlo Calenda) ne hanno ritardato la pubblicazione. Intanto ha cambiato un po’ sostanza e nome. Si chiama «Italia 4.0». 4.0 Dal governo 13 miliardi e cabina di regia «spietata» Partiamo dai numeri. Si tratta di un piano organico, che ha impegnato Palazzo Chigi e 6 ministeri, con un notevole impegno economico sia per lo Stato (per circa 13 miliardi di euro) che come leva per i privati (per circa 24 miliardi). Un impegno del pubblico nel periodo che andrà tra il 2017 e il 2020. Con un appunto, specificato direttamente dal ministro per lo Sviluppo economico durante la presentazione del piano: «Nel 2017, non dal 2017 al 2020, cioè il prossimo anno – ha chiarito Calenda – vogliamo mobilitare investimenti privati per 10 miliardi in più” e prevediamo nell’arco di piano un “delta di 11,3 miliardi per ricerca e innovazione». Il piano, ha spiegato il ministro, sarà coordinato da «una cabina di regia. E la verifica sarà spietata». Sarà gestita in un primo momento da governo e imprese, poi successivamente entreranno anche le Regioni. Le «direttrici chiave» degli investimenti Gli incentivi non saranno messi più a bando perché, secondo il ministro, «è un modo per non spendere». Il piano nazionale Industria 4.0, invece, è «costruito su incentivi fiscali orizzontali». Tra le misure previste, anche tempi più lunghi per il superammortamento (prorogato a un anno), per l’iperammortamento, (incrementato dell’aliquota al 250% per i beni I4.0) e sempre a proposito dei 51 Industry 4.0 Industry 4.0 50 il libro Cosa prevede Italia 4.0 per le startup e Pmi, in 6 punti Sia il ministro che il premier Renzi sono stati espliciti: lo Stato non è e non fa il VC, ma supporta gli investimenti e cerca di operare promuovendo un matching tra startup, Pmi innovative, mercato e investitori. Anche qui la logica degli incentivi. Il piano nazionale, infatti, prevede: 1. detrazioni fiscali al 30% per investimenti fino a un milione in startup e Pmi innovative; 2. per i primi 4 anni di vita delle startup, altre società “sponsor” potranno assorbirne le perdite; 3. detassazione del capital gain (ovvero, la “tassa sulle exit”) per chi investe a mediolungo termine; 4. un programma rivolto agli acceleratori d’impresa, con lo scopo di finanstudenti universitari ziare la nascita di nuove imprese con formati sui temi focus Italia 4.0; di Industry 4.0 5. fondi dedicati all’industrializzazione nel Paese di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico; 6. fondi di VC dedicati a startup a tema Industry 4.0 in comatching. Gli ultimi 3 punti del Piano, in realtà, prevedono il supporto di Cassa Depositi e Prestiti. Per la parte del piano dedicata al Venture Capital, oltre a Cdp il governo prevede il coinvolgimento di Invitalia. 200.000 CARLO CALENDA Entro 3 anni banda ultra larga in tutte le aziende Il piano Italia 4.0 le definisce “Infrastrutture abilitanti“. Entro il 2020 tutte le aziende italiane dovrebbero essere coperte da banda ultralarga a 30 megabit al secondo. Almeno la metà a 100 megabit al secondo. Perché è importante il passaggio sulla banda ultralarga è Paul Leinwand e Cesare Mainardi IL VANTAGGIO ESSENZIALE. COME SVILUPPARE UNA STRATEGIA DI SUCCESSO BASATA SULLE CAPACITÀ. Franco Angeli editore L'intuizione di fondo degli autori de “Il vantaggio essenziale” è che la coerenza strategica nel mondo dell'economia e delle imprese rappresenta l'autentico vantaggio essenziale. Per essere definita coerente, un'azienda deve avere le idee chiare e mantenere una forte concentrazione su tre elementi fondamentali: il suo posizionamento sul mercato (o, se preferite, lo "stile di gioco" che sceglie di adottare); le sue capacità distintive, che funzionano come un sistema unitario; il suo portafoglio di prodotti e servizi. Leinwand e Mainardi illustrano con semplicità e accuratezza una serie di strumenti operativi di provata efficacia per creare un'azienda strategicamente coerente. Strumenti da loro stessi messi a punto e frutto della comune esperienza di consulenti di strategia in Booz & Company, una società che ha collaborato con molte aziende in momenti di crisi e di trasformazione del business. Un vero e proprio osservatorio privilegiato, quello di Booz, che ha consentito agli autori di condensare in questo libro l'arsenale di tecniche e idee vincenti grazie alle quali grandi imprese globali come Amazon, Zara e Procter & Gamble hanno conseguito un successo duraturo. scontato dirlo: senza parlare di industria 4.0 non ha alcun senso. Condivisione di file, progetti, big data, analisi dei dati. Tutto ciò che l’industria 4.0 comporta passa da internet veloce. Per raggiungere questo obiettivo strategico è prevista a partire dal prossimo anno la creazione, in aggiunta ai tavoli istituzionali, di 6 consorzi in ambito IoT (internet delle cose). Come sappiamo, il piano sulla banda ultralarga c’è, o per lo meno ci dovrebbe essere. 6,7 miliardi tra fondi nazionali ed europei e 6 miliardi di impegno privato. Un freno può venire dal fatto che il suo lancio ufficiale è ostacolato dal fatto che il 69% delle imprese del paese è in aree dove c’è un solo operatore che porta la banda larga. Che quindi ha poco interesse ad investire nel loro potenziamento. Ed è per questo che lo Stato ci investe già 3 miliardi. Riforma del Fondo centrale di garanzia Tra le direttrici di accompagnamento del piano per l’industria 4.0 c’è anche la riforma e il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia. A fronte di un impegno da parte dei privati, quindi in questo caso delle banche, per 22 miliardi di euro, il governo impegnerà 900 milioni di euro. Il piano formazione per scuola e università Tra le slide illustrate dal premier Renzi una voce è dedicata alle “Competenze“. In affiancamento al Piano nazionale per la Scuola Digitale, Italia 4.0 si propone l’obiettivo di formare e specializzare sui temi dell’Industria 4.0 più di 200 mila studenti universitari e 3 mila manager. Quanto alle scuole superiori, saranno formati sui temi dell’Industry 4.0 il 100% degli studenti iscritti a Istituti Tecnici, e sono previsti circa 1.400 dottorati di ricerca con focus ad hoc. Digital manufacturing e Made in Italy 100 milioni di leva per mobilitarne 1 miliardo. Anche se in mezzo ai circa 10 miliardi complessivi di impegno pubblico per le direttrici d’accompagnamento costituiscono appena l’1% dei fondi, l’effetto leva generato sul mercato potrebbe essere cruciale in un settore, quello del Made in Italy che registra non poche sofferenze tra le Piccole medie imprese del settore manifatturiero, cuore pulsante dell’economia italiana. La soluzione prevista dal nuovo piano nazionale Italia 4.0 si basa su investimenti su “catene digitali” di vendita e incrementi nel supporto alle Pmi, attraverso centri tecnologici, formazione e workshop. Secondo l’ultimo rapporto della fondazione Make in Italy, l’eventuale “upgrade” della manifattura italiana al digital manufacturing genererebbe un valore addizionale della produzione di oltre 8 miliardi di euro su base annua. «In termini di valore aggiunto – sottolinea il prof. Stefano Micelli – una generalizzazione della diffusione di queste tecnologie coincide con un delta di oltre 4 miliardi di euro». Con un ritorno occupazionale di circa 40 mila nuovi posti di lavoro nell’intero comparto. 53 Imprese Reggiane Industry 4.0 52 soldi per ricerca e sviluppo, una rimodulazione del credito di imposta: sarà incrementale, raddoppiando dal 25 al 50% l’aliquota della spesa interna, con un credito massimo da 5 fino a 20 milioni di euro. 40 INDUSTRY • Intervista aAlberto Baban Presidente Piccola Industria Confindustria di Martina Mondelli Il piano del governo è significativo dal punto di vista economico grazie a 13 miliardi di euro stanziati, così come dal punto di vista del metodo adottato: avvalendosi infatti di incentivi automatici, lascia alle imprese la facoltà di decidere su quale tecnologia investire. Abbiamo chiesto un parere ad Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria. Il Governo ha presentato il Piano nazionale 4.0. Siete soddisfatti? Lo siamo. Posso dire, infatti, che il Piano ha colto molto bene il nostro punto di vista. Ho partecipato agli incontri del gruppo di lavoro in capo al ministero dello Sviluppo economico e, sin dall’inizio, ho potuto constatare da parte del ministro Calenda grande sensibilità e attenzione alle nostre esigenze. In primis quella di dare una forte accelerazione agli investimenti delle imprese e alla modernizzazione del Paese. Sappiamo bene che l’implementazione di questa rivoluzione industriale, a differenza delle altre che l’hanno preceduta, sarà velocissima, che vincerà chi si adatta per primo, sia a livello imprenditoriale che di Sistema Paese. In questa direzione il piano mette a disposizione soluzioni per accelerare ALBERTO BABAN la trasformazione delle pmi, favo- rendo gli investimenti, la contaminazione e il trasferimento della conoscenza e colmare il divario che, ingiustamente, ci separa dagli altri Paesi. È un progetto rilevante sia in termini di impegno economico, con 13 miliardi di risorse pubbliche di cui molte da impiegare nel 2017, che di impostazione di fondo: prevede, infatti, incentivi automatici e orizzontali ed è tecnologicamente neutrale, ovvero lascia alle imprese la facoltà di decidere su quale tecnologia investire. Prevede, inoltre, delle iniziative di accompagnamento per supportare questo percorso di cambiamento, tra le quali la diffusione della banda ultralarga e il potenziamento dell’internazionalizzazione, oltre a una fondamentale Cabina di regia che servirà per monitorare l’attuazione e i risultati raggiunti. In pratica, gran parte delle aspettative per il rilancio dell’economia sono riposte negli investimenti delle imprese. Su quali strumenti puntate di più? Prima di tutto è positiva la riconferma del superammortamento al 140%, così come il rifinanziamento della Nuova Sabatini. Oltre a ciò contiene nuove importanti agevolazioni: mi riferisco in 55 Imprese Reggiane Industry 4.0 54 UN PROGETTO RILEVANTE PER IL PAESE chi scommette e gioca in anticipo mettendo a punto motori e telai differenti da quelli attuali potrebbe vedersi aprire vantaggi unici. E questo a prescindere dalla dimensione aziendale. Al contempo questo profondo cambiamento apre nuove possibilità indipendentemente da dove si opera. Ne sono un esempio il mercato delle prenotazioni alberghiere e quello degli alloggi turistici online: nonostante l’Italia sia ai primi posti al mondo per affluenza turistica e per strutture ricettive, i sistemi di prenotazione online appartengono prevalentemente a piattaforme estere. E oggi l’80% delle scelte di viaggio avviene sul web. In che modo? Le strade sono diverse: per esempio, certificare il bilancio e facendo emergere l’innovazione realizzata, iscriversi al registro delle “Pmi innovative” o partecipare ai percorsi formativi del “Progetto Elite”. A supporto della trasformazione 4.0, potremo contare anche sui Competence Center e i Digital Innovation Hub, ovvero centri finalizzati alla condivisione di idee, progetti e soluzioni all’interno dei quali le associazioni di Confindustria avranno un ruolo attivo. Al di là delle opportunità, possiamo dire che è tutta questione di tempo? Dobbiamo comprendere che il cambiamento che stiamo affrontando è epocale, che l’evoluzione tecnologica è molto veloce. Questo ci obbliga a correre, a investire, a essere costantemente informati. È un percorso complesso, ma è la strada da imboccare.Per questo al governo chiediamo di attuare rapidamente quanto annunciato e al sistema produttivo di informarsi e di sfruttare le opportunità disponibili.Già lo scorso anno, grazie al roadshow sulle “Pmi innovative”, con il ministero dello Sviluppo economico, il ministero dell’economia e con Intesa Sanpaolo abbiano attraversato il territorio per illustrare gli strumenti a supporto degli investimenti in innovazione. Mi riferisco al credito di imposta in ricerca e sviluppo, al Patent box, alle agevolazioni introdotte dall’Investment Compact fino al superammortamento. A queste misure ora se ne aggiungono di nuove, ma le risorse verranno stanziate già nel 2017 con una finestra temporale limitata. Per questo a breve ripartiremo con un nuovo roadshow per fare conoscere i contenuti del piano, portando all’attenzione delle imprese casi di successo e facendogli toccare con mano perché vale la pena mettersi in gioco. Le possibilità sono molte. Abbiamo un sistema imprenditoriale che per numero di imprese innovative è già secondo in Europa, dopo la Germania. Le nostre esportazioni tengono nonostante le difficoltà, a riprova che le produzioni di qualità, il “bello e ben fatto” sono richiesti a gran voce in tutto il mondo. È nel nostro dna mettercela tutta per eccellere, in ogni situazione e a prescindere da tutto. Continueremo a farlo anche e soprattutto in uno scenario 4.0. Perché siamo tutti coinvolti in questa sfida: vinciamo o perdiamo tutti. Dobbiamo prenderne coscienza ed esserne parte attiva. Novembre 2016 - © L’Imprenditore Le pmi devono cambiare approccio? Direi di sì. Oggi la vera sfida che attende ogni impresa è comprendere dove andrà il mercato, cosa chiederà e modificare, di conseguenza, le proprie strategie aziendali. Le trasformazioni sono così rapide che occorre essere costantemente informati e riuscire in qualche modo ad anticipare i cambiamenti in corso. Le difficoltà aumentano soprattutto per le tante imprese che operano nel business to business e non per il cliente finale; in questa fascia le italiane sono le più numerose in Europa.Fatturato e dimensione aziendale avranno un peso, certo, ma a fare la differenza sarà la capacità di integrare le nuove tecnologie nei prodotti e nei processi per rispondere alle richieste dei consumatori. Non dimentichiamo, poi, la grande opportunità offerta dai due miliardi di nuovi consumatori che nel 2023 cercheranno il gusto, la creatività e l’unicità che contraddistingue il nostro made in Italy. Capire l’orientamento del mercato. Può farci qualche esempio? L’Olanda, ad esempio, ha annunciato di voler promuovere l’uso delle auto elettriche vietando quelle a benzina o diesel. Non è detto, ma forse anche altri paesi potrebbero adottare questa stessa soluzione. È un rischio, però 57 Imprese Reggiane Industry 4.0 56 particolare all’iperammortamento per beni collegati al 4.0 e alle agevolazioni fiscali del 30% per chi investe in startup e pmi innovative. Quest’ultima è una soluzione che può far pervenire alle 23mila potenziali “Pmi innovative” stimate dal ministero dello Sviluppo economico una liquidità strategica per investimenti volti ad accrescere la produttività. Non mi stancherò mai di ripetere che sostenere questa platea di imprese significa includere nel percorso di sviluppo anche i relativi fornitori, in media 270 per ogni azienda leader. Per questo è fondamentale far comprendere alle pmi che rendersi più visibili e trasparenti agli occhi di investitori terzi, mai come oggi, conviene. CHE COS’È INDUSTRY 4.0 di Andrea Bianchi, Direttore Area Politiche industriali Confindustria ndustria 4.0 è ormai unanimemente considerata la quarta rivoluzione industriale. In realtà, questa profonda trasformazione del modo di produrre beni, di legare il mercato dei servizi alla manifattura, nonché di dar vita a prodotti innovativi è, in parte, in corso già da tempo. Tuttavia, poiché in Italia tale processo appare avere una dimensione e una diffusione ancora limitate, la sua prospettiva risulta più di medio-lungo termine, dai confini non ancora del tutto chiari, sebbene si abbia la chiara percezione di una sfida impegnativa per le imprese e le istituzioni e, al tempo stesso, ineludibile. Infatti, la velocità, la pervasività e la trasversalità con cui le tecnologie digitali (ma non solo) stanno penetrando la realtà operativa di cittadini, imprese e (più lentamente) delle amministrazioni pubbliche sono tali da rendere nello stesso tempo complesso, ma obbligato, il compito di sfruttarne appieno le potenzialità, come volano di crescita e competitività per l’intero sistema produttivo. In quest’ottica, capire cosa sia realmente Industria 4.0 è fondamentale. Nella definizione corrente, Industria 4.0 è la produzione industriale del futuro, che include quella estensiva di prodotti individualizzati, all’interno di ambienti produttivi altamente flessibili; che punta sull’integrazione sia dei consumatori sia dei business partner all’interno dei processi di progettazione e creazione del I 59 Industry 4.0 Industry 4.0 58 re in maniera autonoma e flessibile funzioni produttive luppare sistemi di interazione M2M, ma anche (assemblaggio, montaggio, etc.); • Additive manufacturing: la stampa 3D che consente di per poter accumulare, geprodurre i beni “adducendo” materiale, in contrapposizio- stire e leggere i dati e le inforne alla tradizionale produzione per sottrazione, utilizzando mazioni che si renderanno disponibili. processi produttivi innovativi e materiali innovativi, tanto Indubbiamente, Industria 4.0 impatta significativamente sui processi produttivi e sui modelli di business. In priche i prodotti sono “stampati” in fase di produzione. Immaginando le prime ricadute derivanti dalla diffusione mo luogo, investimenti sempre più diffusi in nuove tecnologie digitali all’interno della fabbridi queste tecnologie, un primo riferica e più in generale all’interno della mento va ai mercati e ai settori produt- “nuovi spazi per tivi, con la possibile creazione di nuovi rispondere alla domanda catena produttiva potranno consentire di realizzare obiettivi di efficacia ed efspazi imprenditoriali in risposta alla ficienza. Ciò si dovrebbe riverberare domanda di beni, servizi e competen- di beni, servizi e positivamente sui costi di produzione ze di nuova generazione (un profilo, competenze di nuova e, conseguentemente, sui profitti, pur questo, che ritroveremo nel riflettere tenendo a mente il peso dell’investisulle ricadute occupazionali derivanti generazione” mento iniziale per i bilanci delle impredallo sviluppo di Industria 4.0). Da se, in particolare delle PMI. La veloquesto punto di vista, la progressiva cità e l’immaterialità della comunicapermeazione delle tecnologie, in partizione all’interno del processo di procolare di quelle digitali, avrà senza dubbio un primo punto di caduta nella crescita delle in- duzione potrebbe essere un fattore chiave a supporto dustrie ICT, Telco e digitali, che detengono il know-how della creazione di una supply chain integrata. Un sistetecnologico necessario, affidando loro un ruolo sempre ma produttivo smart si definisce tale se è in grado di più crescente nel sistema economico. La presenza e la connettere contemporaneamente non solo le macchine vitalità di questo settore industriale è determinante per tra di loro, ma anche soggetti diversi, anche fisicamente consentire la diffusione di macchinari intelligenti, di svi- distanti. In altri termini, imprese – grandi, medie e picco- INDUSTRY 4.0. IL SISTEMA REGGIANO DEVE METTERSI AL LAVORO di Fabio Storchi, Presidente Federmeccanica, Presidente Comer Industries olti imprenditori hanno compreso da tempo che nel prossimo futuro le loro imprese saranno più connesse e flessibili; con più software e meno capannoni; con processi adattabili, controlli efficienti e lavoratori polivalenti. Una consapevolezza che richiede però un ulteriore passo in avanti: comprendere che l’essenza di Industry 4.0 non è la magnitudo raggiunta dallo sviluppo delle tecnologie. Il suo vero elemento rivoluzionario è che queste tecnologie, insieme a un numero enorme di possibili applicazioni, sono o saranno alla portata di un numero sempre maggiore di imprese e ope- sti “mediatori” – di cui Reggio Emilia Innovazione rappresenta l’archetipo ideale – sono indispensabili tanto le imprese, quanto la politica. In altri termini, servono decisioni e linee guida capaci di mobilitare ciò che sta fuori delle imprese e che, direttamente o indirettamente, concorre allo sviluppo della ricerca, alla sua connessione con l’industria, alla creazione di infrastrutture materiali e immateriali e al rinnovamento dell’idea stessa di formazione. Oggi è indispensabile essere consapevoli che non ci troviamo solo di fronte a nuove tecnologie, bensì a un modo diverso di organizzare i fattori che investe l’intera società. Mi riferisco sia alla vita delle persone, ai modi attraverso i quali queste acquistano, si divertono, si informano, si curano o viaggiano; sia alle istituzioni del welfare o, ancora, alla governance dei sistemi territoriali. Sul piano nazionale tutto ciò richiede e richiederà politiche dedicate, come Industry 4.0, l’Agenda Digitale o i programmi Smart City. Sul piano locale richiede una sola cosa: la capacità di dar vita a un hub tecnologico e una community connessi col mondo e in grado di generare innovazione. Un obiettivo am- industy 4.0 M ratori. Ma attenzione, tale disponibilità sarà solo potenziale perché per accedervi ogni imprenditore e ogni azienda dovrà realizzare preliminarmente una rivoluzione culturale. Per questo la diffusione dei contenuti della quarta rivoluzione industriale richiede e richiederà l’impiego di veri e propri “mediatori”. Operatori capaci di trasferire non solo le tecnologie, ma anche le loro possibili applicazioni, le conoscenze e le informazioni correlate. Tutto ciò delinea un nuovo possibile ruolo sia per i corpi intermedi, come le associazioni, sia per i soggetti pubblici e privati che detengono conoscenze in ambiti come l’organizzazione aziendale, le reti, i sistemi complessi, le tecnologie e le loro applicazioni. Per individuare, costituire e promuovere e que- ” bizioso che impone di ripensare l’idea stessa di sistema locale. In tale prospettiva il Tecnopolo reggiano, il suo soggetto attuatore, vale a dire Reggio Emilia Innovazione, insieme a un nuovo approccio d’area vasta, ancora tutto da costruire, rappresentano i pilastri di una visione che deve velocemente diventare un’iniziativa politica, economica, amministrativa e culturale, condivisa dall’intera società reggiana. FABIO STORCHI 61 Industry 4.0 Industry 4.0 60 valore; che promuove l’integrazione della produzione (sostituzione o eliminazione) di prodotti. con servizi di alta qualità per realizzare prodotti ibridi. In Schematicamente, le principali Smart Technology su cui termini più operativi, Industria 4.0 comporta l’organizza- dovrebbe fondarsi l’industria del futuro sono rappresenzione di processi di produzione basati sulla tecnologia e tate da: su dispositivi in grado di comunicare autonomamente • Wearables (Wearable Device): i sensori e gli attuatori tra di loro lungo la catena del valore: ossia un modello vengono incorporati nei beni fisici (abbigliamento e acdi smartfactory dove i sistemi controllati dai computer cessori) e sono in grado di utilizzare le reti wireless per gestiscono processi fisici, creando un mondo virtuale e comunicare e scambiare informazioni tra loro, ma anche di aumentare la capacità di lettura e visione della realtà parallelo a quello fisico. Questa trasformazione si regge sul massivo e pervasivo fisica, agevolando il processo produttivo; • Big data analytics: ossia gli strumenti e le meimpiego di tecnologie digitali, oltre che di altre todologie dedicati al trattamento e all’elabotecnologie (Key Enabling Technologies – razione di grandi e varie masse di dati da KETs), dando vita a un cocktail di innovautilizzare per configurare in maniera adezione tecnologica articolato e profondaguata ed efficiente il processo industriale; mente interdipendente. Tentando un’ope• Internet of Things, quale connessione ulra di semplificazione, le fabbriche dovrebsistemi controllati tra veloce di oggetti, macchine e uomini, bero diventare luoghi cyber-fisici, in cui il da computer gestiscono i processi, fisici grazie alla quale vengono scambiate le mondo reale e il mondo digitale si integrainformazioni sui prodotti e sul funzionamento no: la produzione, così come è stata a lungo dei macchinari; immaginata, comprenderà un’interazione diretta machine to machine (M2M) oltre che “uomo-macchina” • Cloud Manufacturing: la declinazione industriale del e le nuove tecnologie integreranno gli oggetti, trasfor- cloud computing (internet diffuso), per accedere on demandoli in sistemi intercomunicanti e dotati di “intelli- mande open a risorse IT a supporto di processi produtgenza”. La disponibilità enorme di dati e informazioni, tivi e di gestione della supplychain; peraltro, sarà in grado di influenzare indistintamente il • Advanced automation: macchine e robot avanzati (o processo produttivo, i modelli di business e la creazione umanizzati), in grado di interagire con l’uomo o effettua- Quanto ai prodotti, le nuove tecnologie di produzione e l’integrazione di device informativi all’interno dei beni apriranno ulteriormente la strada a prodotti intelligenti, connessi e personalizzabili (basti pensare ai Google glass, ai tessuti tecnici impiegati in ambito sportivo in grado di fornire indicazioni sulle prestazioni etc.). L’innovazione e la creatività diventano, quindi, i pilastri di una sempre più estremizzata “customizzazione”, che guarda non più ai consumatori in senso ampio, ma “al” consumatore come singolo. Si tratta di un profilo di assoluto interesse per il sistema produttivo italiano che ha proprio nell’artigianalità e nella creatività i punti di forza del Made In. La stampa 3D sta già avendo le prime applicazioni nel mondo dei biomedicali e nell’aeronautica e, proprio nella manifattura additiva, l’Italia ha raggiunto già posizioni di vantaggio competitivo, grazie ad un’innovazione prevalentemente centrata sul prodotto; nel lungo periodo, questa modalità di produzione potrà essere utilizzata in diversi settori in maniera stabile, purché se ne superino i limiti in termini di costi e di quantità/dimensioni dei prodotti stampabili. La customizzazione diventa, pertanto, una possibile risposta all’eccesso di offerta derivante dalla produzione di massa e a basso costo, puntando sulla qualità come una leva di eccezionale sviluppo per le industrie che sapranno investire in innovazione, ricerca e nuove tecnologie. È evidente, da questa breve descrizione, che l’industria del futuro, che si chiami Industria 4.0 o no, ha nell’informazione il suo fattore di produzione principale. Acquisire, elaborare, condividere e sfruttare le informazioni è fondamentale per rafforzare o creare rapporti di filiera più stabili e qualificati, produrre prodotti sempre più “cuciti addosso” e integrare nella manifattura tradizionale un’offerta di servizi adeguata e olistica. A titolo esemplificativo, va anche evidenziato come la produzione di qualità e la customizzazione sono anche elementi che giocano a favore del progressivo fenomeno di re-shoringdelle produzioni industriali cui si assiste già da tempo (il rimpatrio di produzioni de localizzate all’estero). La competizione globale, almeno per alcune produzioni, non si giocherà più, o sempre meno, sul fattore costo che per molto tempo è stato alla base di scelte di delocalizzazione delle imprese (manodopera), ma si giocherà sulla qualità, sulla collaborazione tra le diverse imprese di una filiera oltre che sulle specializzazioni dei territori. La disponibilità nel mercato di capitale umano qualificato e di un quadro regolatorio snello e flessibile, che sia capace di incidere su fattispecie nuove, frutto di un mercato in costante evoluzione, sono le leve con cui sviluppare innovazione e diffondere/utilizzare le tecnologie digitali alla base di Industria 4.0. Per quanto riguarda il capitale umano, un’industria dominata dalle nuove tecnologie e da una tensione naturale all’innovazione deve poter reperire sul mercato capitale umano dotato delle competenze necessarie e adeguate ad alimentare costantemente l’avanzamento tecnologico e il rinnovamento del processo produttivo. Partendo dalla scuola di base, fino all’università, la formazione nelle materie tipicamente “STEM” (Science, Technology, Engeneering, Maths) assume un ruolo chiave per poter costruire un bacino di competenze qualificate e alimentare il processo innovativo. Inoltre, occorre sottolineare come gran parte del dibattito su Industria 4.0 sia assorbito dagli effetti sull’occupazione derivanti da una progressiva sostituzione dell’uomo con le macchine che potrebbe rendere obsolete alcune figure professionali, attivando domanda per nuovi profili. Da questo punto di vista, il dato di partenza è che ogni rivoluzione industriale ha determinato la scomparsa di alcune figure professionali, stimolando, però, anche la nascita di nuove (basti pensare allo sviluppo negli ultimi decenni dei settori dei servizi e prodotti, sanitari, di cura personale, per il tempo libero - leisure, turismo). È, tuttavia, evidente che occorrerà saper efficacemente gestire, con strumenti e policy adeguate, il sostegno temporaneo, la formazione e il reimpiego delle persone che saranno toccate da queste trasformazioni del mercato del lavoro. Infine, Industria 4.0 pone temi specifici legati alla gestione e regolazione dell’informazione e dei dati. L’immaterialità che caratterizza questo nuovo modello di manifattura richiede soluzioni legislative e giuridiche adeguate in materia di costruzione degli standard operativi e di piattaforme, per consentire l’effettiva interoperabilità dei vari soggetti di una filiera. Essa impone un forte coinvolgimento delle istituzioni nella definizione di strumenti e norme a tutela della proprietà intellettuale industriale, dei dati personali, o nel creare strutture competenti in materia di cyber-security etc. 63 Industry 4.0 Industry 4.0 62 le – abituate a cooperare nell’arco di processi lunghi, grazie alla virtualità, ridurranno le distanze e le asimmetrie informative lungo la catena produttiva. La disponibilità in tempo reale di masse enormi di informazioni consentirà di: monitorare il flusso della domanda; adeguare i livelli di produzione, massimizzando il tempo di utilizzo degli asset industriali; ridurre i tempi; ottimizzare le scorte di magazzino; programmare e migliorare i servizi di logistica; sviluppare nuovi prodotti. Tra gli effetti positivi, si segnala anche la possibilità di ridurre consumo energetico delle imprese, grazie ad una gestione più efficiente dei carichi di consumo, una riduzione delle dispersioni di energia delle reti e dei macchinari etc. Cluster, competence center, parchi tecnologici, iniziative degli industriali, e l'esempio della Vanguarde Initiative europea. La sfida della disseminazione culturale all'interno del piano del Governo di Barbara Weisz - agendadigitale.eu on solo Politecnici e competence center individuati dal governo nel piano Industria 4.0, la mappa dell'innovazione italiana che ruota intorno al rapporto università impresa coinvolge tutti i progetti legati allo sviluppo delle competenze del futuro e al rapporto fra il mondo della formazione e della ricerca e le imprese. «I digital innovation hub devono nascere spontaneamente e ovunque», ha specificato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda presentando il piano. Vediamo allora una mappa di realtà italiane già esistenti, e cerchiamo di capire con l'aiuto degli esperti come si coniugano, sul territorio, impresa, competenze e innovazione, e soprattutto quali sono le sfide per l'Italia 4.0 Una delle esperienze più rilevanti a livello europeo è rappresentata dalla Vanguard Initiative, un'associazione (era un ente di diritto belga, sta diventano associazione con personalità giuridica), che riunisce le 30 regioni europee più all'avanguardia sul fronte dell'innovazione, che da sole valgono due terzi del sistema industriale europeo. Le Regioni italiane che aderiscono sono Lombardia ed Emilia Romagna, e attualmente proprio quest'ultima ha, dallo scorso mese di luglio, la presidenza. «Il punto che stiamo affrontando ora - spiega Francesco Paolo Ausiello, direttore tecnico di Aster, la società consortile dell’Emilia-Romagna per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che da due anni è protagonista attiva dello sviluppo di Vanguard Initiative - è come finanziare i progetti dimostrativi. Leading by exemple: crediamo moltissimo in questa maniera di affrontare le cose». Buono il giudizio sul piano Industria 40 del Governo che si occupa di quattro elementi importanti, ovvero investimenti (con l'obiettivo di canalizzare risorse e risparmio nazionale verso l'economia reale), infrastrutture, competenze e ricerca, attenzione alla governane. La cosa fon- N damentale per promuovere l'industria 4.0, prosegue Ausiello, è «incoraggiare le strade che portano alla digitalizzazione». Tornando al concetto del leading by example, Vanguard «affronta il problema di come potenziare la creazione di impianti dimostrativi, che hanno una vicenda di finanziamenti difficile». In una paro la, «bancabilità, che è la croce di tutti gli investimenti dimostrativi». Si tratta di realizzare dei demo plant, che possano essere utilizzati da più imprese». Strutture che ad esempio le PMI non riescono a realizzare autonomamente: «le imprese di piccole e medie dimensioni difficilmente si imbarcano in un'operazione senza sapere quali sono i rischi. Vogliono fare delle prove che dimostrano che una determinata tecnologia funziona per la loro azienda». I demo plant sono una sorta di «palestra industriale, che le piccole imprese possono utilizzare per mettere in produzione i propri prodotti». L'impresa lo utilizza, per un determinato periodo, verifica le caratteristiche di adattamento del proprio prodotto, e poi esce dall'attività pilota per fare l'investimento vero e proprio. «Supponiamo che una fabbrica di piastrelle voglia capire come automatizzare e rendere disponibile on line a tutti i dati della linea di produzione». L'impianto pilota consente di fare le prove, per vedere se la tecnologia va bene, e quindi replicarlo, eventualmente apportando modifiche. Anche condividendo l'impianto fra più imprese, le spese sono molto alte, e per questo Vanguarde si impegna nella realizzazione di questi impianti pilota. Una delle azioni in corso, «prevede di trasferire il know how per piattaforme off shore di petrolio in piattaforme polifunzionali per le rinnovabili. Serve a capire come le tecnologie attualmente utilizzate per il petrolio possono essere usate anche per le energie alternative. L'impianto si trova a Ravenna, dove c'è un distretto off shore, e l'obiettivo è di aiutare le 65 Imprese - Industry 4.0 Industry 4.0 64 ECCO LA MAPPA DELL'INNOVAZIONE ITALIANA CHE NUTRIRÀ L'INDUSTRY 4.0 150 67 Imprese Reggiane Industry 4.0 66 missione sia chiarissima: «la promozione industria 4.0». Quindi, la speranza è che i competence center non siano «un cartello da mettere su un indirizzo mail», ma diventino veramente dei punti di propulsione. Altra cosa: valutare il criterio della rispondenza alla domanda territoriale delle imprese: «non so se la mappa sia immutabile, e poi da estendere» comunicando con i competence center individuati. Comunque sia bisogna capire se «funzionano come cinghia di trasmissione fra centro di competenza e imprese». Università applicata, che si occupa di industria. Bene anche la parte sui finanziamenti e accesso ai fondi, che oggi è un punto debole. «Il programma europeo Horizon 2020 ha un tasso di successo medio del 5%. Su 100 domande, ne vengono accolte 5. Va bene per le università, che generano progetti», non per le imprese. In Vanguarde, «le università ci sono, fanno da contesto, ma in prima istanza ci sono le imprese». Altra sfida per l'Italia, le PMI. «Le grandi lavorano già con la digitalizzazione, il punto fondamentale sono le PMI: small industria 4.0. E qui, entra in gioco il paradigma mentale degli imprenditori, che «vogliono guardare con i propri occhi». In questo senso, «è importante l'impatto di big data, sensoristica, milioni di euro analytics, invece che esperti che la fanno gli introiti della Rete Alta Tecnologia lunga». Le imprese possono avere dati statidell’Emilia Romagna stici, e lavorarci sopra, i dati escono dalla fabbrica. Un'azienda ha «online tutti i dati dei difetti di produzione e può reagire in tempo reale». Le piccole imprese, questo operazione, in genere la fanno alla fine dell'anno. In definitiva, per l'Italia c'è un'occasione, rappresentata dal patrimonio delle PMI, ma la condizione è che la piccola impresa cresca. Altro esempio, l'Emilia scono l'incontro università, imprese e istituzioni pubbli- Romagna vanta una eccellenza in automazione e robotica che attraverso laboratori, centri di ricerca. Gli introiti so- (copre il 70% dell'esportazione delle macchine per autono pari a 150 milioni di euro, ma tutto questo «per la va- mazione e packaging): bisogna «far crescere queste calutazione scientifica conta molto meno delle pubblicazio- pacità, che riguardano centinaia di imprese (4 o 5 granni». Quindi, insiste Ausiello, «il cambio di mission va più di), e tenersi a livello». Oppure l'alimentare: è fondamenevidenziato», lavorare per Industria 4.0 deve diventare tale l'utilizzo ben fatto delle materie prime di qualità, «i premiante, valorizzando ad esempio, invece che una prosciutti si fanno con sistemi di processo. la catena di pubblicazione, una campagna di formazione per le im- produzione deve essere resa resiliente alla concorrenza prese. «Io ho una provenienza industriale: lavorare con le internazionale, sul fronte di metodi e costi di produzione». università è importante, ma spesso prevale l'aspetto Chi invece difende il modello dei bandi Horizon 2020 è scientifico. Invece ora «si devono rendere conto che il Alberto Di Minin, docente di Economia e Gestione delle Imprese della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ancliente è l'industria, e non la crescita dipartimentale». Sono importanti anche i cluster, che in genere sono for- ch'essa fra i competence center del piano. Di Minin rapmati da imprese, ma l'università ha il vantaggio di garan- presenta l'Italia per i bandi Horizon 2020 (il programma tire una presenza super partes. L'importante è che la che finanzia ricerca e innovazione). «Le PMI italiane imprese del settore a diversificarsi. Si tratta di una piattaforma che può costare milioni di euro, e che non produce (è una demo). Ausiello esprime soddisfazione per la presenza dell'università Bologna fra i competence center, che valorizza il diretto tecnologico dell'Emilia Romagna. «Bologna è grande università, con carte da giocare molto importanti. Sarebbe importante capire se hanno una rete consistente di rapporti con l'industria, come i Politecnici di Milano e Torino». Perché la mission è «lavorare con le imprese per spingerne l'evoluzione». È richiesta, alle università, una motivazione su questa operazione, che comporta sforzi diversi da quelli che attualmente fanno. «Le università premiano, e sono premiate, per le pubblicazioni, la formazione. Non c'è enfasi sul fatto che ottengano risultati in campo industriale». Esempio: la Rete Alta Tecnologia dell'Emilia Romagna, strutture (Tecnopoli) che favori- ” 69 Imprese Reggiane Industry 4.0 68 esprimono in Europa innovatività. Nei bandi Horizon, l'I- Marche, Parma, Puglia. Infine, i talia è al primo posto per numero di domande presenta- cluster tecnologici: Fabbrica Intellite. Gli inglesi sono al primo posto per risorse acquisite, gente, Aerospazio, Agrifood, chimima anche in questo noi siamo al terzo posto. Portiamo a ca verde, Mezzi e sistemi per la mobicasa tanti soldi, che sono il risultato di bei progetti di in- lità di superficie terrestre e marina, Sciennovazione». Il success rate è intorno al 7-8%, un po' più ze della Vita, Tecnologie per gli ambienti di vita, Tecnolobasso per l'Italia perché presenta più domande. «Gran gie per le Smart Communities. parte dei casi che ho visto in Horizon - dice - benefice- E siamo ai parchi scientifici e tecnologici (riuniti nell'asrebbero delle risorse del piano Industria 4.0». L'esperto sociazione APSTI): sono una trentina, riuniscono azienritiene sorprendente la varietà dei casi: ci sono spin off de, start up, infrastrutture per incubare nuove imprese accademici, (forte esperienza di programmi, finanzia- innovative. Si dividono in incubatori tecnologici, parchi Biotech, parchi agroalimentare, sostementi europei), ma anche aziende più nibilità ambientale. Le sedi: Trieste, tradizionali, spesso PMI, che sfrutta- “nei bandi Horizon Pordenone, Udine, Bologna, Navacno il finanziamento per sviluppare l'Italia è al primo posto chio di Cascina (Pisa), Pontedera (Piqualcosa di nuovo. Un po' in controsa), Bergamo, Lodi, Pavia, Como, Notendenza con le linee guida del piano, per numero di domande vara, Colleretto Giacosa (Torino), Toriche concedono i finanziamenti diretta- presentate” no, Catania, Cagliari, Marcianise, Namente alle imprese sottoforma di inpoli, Bari. A Milano, proprio nell'ottica centivi fiscali, non li distribuiscono at4,0, è appena stato siglato un patto traverso i bandi, il docente difende fra Assolombarda e gli atenei della caqueste forme di finanziamento. Chi li chiede? Per un terzo start up (che nascono dietro un pitale lombardia (Statale, Bicocca, Bocconi, Polimi, progetto innovativo), un terzo spin off universitari (quindi Cattolica, Humanitas, San Raffaele, Iulm) e l'Università neo imprese già nate, non start up, che vivono in un am- degli Studi di Pavia, per sviluppare innovazione e rapbiente di ricerca, e sfruttano il bando per industrializzar- porto fra impresa, accademia, ricerca. Ma non ci sono si). Infine, un altro terzo è composto da aziende senza solo le università a promuovere l'innovazione in ottica vocazione hi tech, che utilizzano i bandi per rinnovare la 4.0. Il piano del Governo, non a caso, nella parte (foncapacità innovativa, utilizzano un accordo con un forni- damentale), relativa alle competenze, punta a diffondere tore, o fanno open innovation, comprando tecnologia la cultura digitale attraverso alternanza scuola lavoro e dal di fuori. «Di Minim si augura che il programma Hori- formazione secondaria superiore. zon 2020 possa andare di pari passo con Industria 4.0, replicando la logica delle SME innnovation instrument. Proseguendo con la mappa dell'innovazione italiana, i competence center individuati dal governo, come è noAGENDADIGITALE.EU to, sono oltre alla già citata Università di Bologna, i PoliAgendadigitale.eu accompagna i passi dell’Italia verso la tecnici di Milano, Torino, Bari, la Scuola Superiore necessaria rivoluzione digitale. Si impegna per contribuire Sant’Anna di Pisa, le università del Veneto, la Federico II a definire un quadro complessivo per aiutare a comprendi Napoli. Fra le iniziative rilevanti già in atto: il Venice Indere quello che sta cambiando nella struttura del Paese. novation Hub fra università venete (Università di PadoL'ambizione è provare a incidere sull’agenda politica. Per va, le veneziane Cà Foscari e Iuav, università di Verona) migliorare la normativa e individuare gli intoppi nella sua che diventi polo di attrazione per l'innovazione, riunendo realizzazione. Gli strumenti utilizzati per questo scopo soricerca e imprese, e che ha sede nel Parco Scientifico e no due. I commenti, affidati a esperti e addetti ai lavori, e Tecnologico Vega, a Marghera. Il progetto Human Techl’attività giornalistica, affidata a collaboratori specializzati. nopole, sull'area EXPO, un progetto da 2,5 miliardi di Le due parti convivono: l’idea è che il dibattito, anche tra gli addetti ai lavori, ha bisogno di condividere alcune coeuro, che coinvolge l'Istituto Italiano di tecnologia di Genoscenze. nova, altra eccellenza italiana. Sempre a Genova, c'è Agendadigitale.eu è un’iniziativa di ICT & STRATEGY Srl anche l'Italian innovation hub, della Fondazione R&I, a cui partecipa Confindustria, che a sua volta promuove quattro Digital Manufacturing Innovation HUB in Lazio, A CURA DI DARVOCE volontariato PROGETTO ALL INCLUSIVE SPORT Più di cinquanta persone pronte ad affrontare mesi di formazione e di lavoro, un percorso necessario per capire come inserire al meglio nel mondo sportivo i giovani disabili. Da fine autunno a Reggio tante ragazze e tanti ragazzi sono impegnate in un corso pensato per creare dei “tutor”, persone con tutte le competenze necessarie a favorire l’inserimento sportivo di un bambino o ragazzo diversamente abile in una squadra o in un gruppo sportivo non espressamente dedicato dalla disabilità. L’iniziativa è proposta dal centro di servizio per il volontariato DarVoce insieme a CSI REGGIO EMILIA, Reggio Emilia Città Senza Barriere e altre associazioni all’interno del progetto provinciale All Inclusive Sport, incentrato come da nome sull’inclusione tramite lo sport. Al termine del cammino formativo, che prevede prima una parte teorica e poi esperienze sul campo assieme a consulenti sportivi già attivi sul tema, gli oltre cinquanta iscritti otterranno un attestato riconosciuto dal CSI Centro Sportivo Italiano, e l’inserimento del proprio nominativo nel database dei potenziali futuri tutor del progetto All Inclusive Sport. Il gruppo dei partecipanti è ampio e composito. Fra gli iscritti ci sono due atleti paralimpici esperti e altri ragazzi giovanissimi. Insieme hanno ragionato sul progetto, e sui concetti fondamentali del tutoraggio, in primis il senso di responsabilità, la creazione del rapporto di fiducia con il ragazzo, la famiglia e l’allenatore. Con un lavoro a piccoli gruppi si è poi cercato di far emergere i preconcetti che ognuno può avere sulla disabilità e sul comportamento che un buon tutor dovrebbe avere, in questo ambio come altrove. Fra i presenti anche Massimo Croci, campione di tiro con l’arco, reduce dalla partecipazione alle Paralimpiadi di Rio 2016: «Questo corso è un’opportunità per far crescere le società sportive, per far loro cambiare prospettiva. Noi mettiamo le nostre competenze tecniche e professionali in un percorso di relazioni interculturali, per così, per aiutare i ragazzi a trovarsi a proprio agio in una nuova esperienza». Informazioni: www.darvoce.org/allinclusive. EMPORIO SOLIDALE Con l’avvio del 2017 partirà anche a Reggio l’esperienza dell’Emporio Solidale: un luogo dove persone in difficoltà economica potranno avere cibo a prezzi estremamente calmierati per le loro famiglie. Esperienze di questo tipo stanno sorgendo in gran numero in tutta l’Emilia-Romagna. Emporio Solidale è un percorso che vive grazie ad un dialogo costante con le realtà imprenditoriali del territorio di competenza. Nel caso reggiano decine di aziende stanno contribuendo al progetto, garantendo i prodotti alimentari come gli arredi, le consulenze tecniche e gli arredi per gli spazi operativi. Le porte sono aperte a chiunque voglia conoscere meglio questa esperienza. Si tratta di un’attività delicata, progettata con diverse associazioni di volontariato e i servizi sociali, così da poter monitorare il quadro sociale ed essere sicuri che le forniture di cibo vadano a persone e nuclei realmente in difficoltà e bisognosi di aiuto in questo senso. Rimane una transazione economica su cifre contenute, per evitare di passare alla “carità”: l’idea è quella di mantenere un rapporto di dialogo e di scambio fra chi aiuta e chi, pur in situazioni difficili, prova comunque a contribuire al proprio sostentamento. L’Emporio Solidale reggiano si chiamerà Dora e avrà sede in viale Trento Trieste, nel quartiere Gardenia a Reggio Emilia, negli spazi prima occupati da Fer alla piccola stazione ferroviaria di Santo Stefano. A fine novembre il progetto è stato al centro di un seminario informativo in Camera di Commercio dedicato ai vantaggi fiscali e strategici che le aziende possono avere grazie a una politica accorta di responsabilità sociale d’impresa. Il momento formativo è partito proprio dalle diverse opportunità che una realtà come l’Emporio Solidale, con le sfaccettature e il suo impatto sociale e mediatico può avere. Informazioni: www.emporiosolidaledora.it PERCORSO TUTOR DSA Anche quest’anno le scuole superiori reggiane hanno accolto il percorso “Tutor Dsa”, pensato per affiancare persone formate e dedicate agli studenti con disturbi di 71 Volontariato Volontariato 70 MARTINA CAIRONI ORO MONDIALE PARALIMPICO DOHA 2015 RASSEGNA CINEMATOGRAFICA TEMATICA AIMA Nel settembre scorso si è conclusa la rassegna cinematografica tematica organizzata a Reggio da Aima Associazione Malattia Alzheimer, per sensibilizzare su una degenerazione neurologica con cui tante famiglie si trovano a convivere. Cinque serate in tutto il territorio reggiano segnate da proiezioni, dibattiti, momenti conviviali e da tante presenze, che oggi permettono di puntare l’attenzione sul lavoro che AIMA fa per aiutare centinaia di persone nel territorio reggiano. “Anche la filmografia sempre più spesso si occupa del tema della malattia e anche questo ci pare testimoni l’avvio del cambiamento culturale a cui aspiriamo e che continueremo a perseguire attraverso tutto ciò che potrà rappresentare un’occasione di confronto e di riflessione. Riteniamo infatti che la demenza sia un problema sociale e che nessuno di noi possa sentirsi esonerato dal compito di conoscerla per saperla affrontare e per saper sostenere la fatica della persona malata e di chi se ne prende cura” – spiegano i volontari. In questi mesi poi le attività proseguono con seminari, incontri pubblici e feste. Tutti questi momenti informativi sono voluti e pensati per offrire occasioni di riflessione e confronto sulla fatica legata all’assistenza della persona malata di demenza e per offrire informazioni utili sul funzionamento dei servizi presenti sul territorio e i loro percorsi di attivazione.. Informazioni: tel. 0522/335033 (mercoledì, giovedì e venerdì 15,30-18,30, mail [email protected] NATALE 2016 PER LE AZIENDE REGGIANE DarVoce propone alle aziende una concreta opportunità di Responsabilità sociale d’Impresa in vista del Natale, un’occasione per favorire il dialogo con i collaboratori e rafforzare il rapporto di stima e fiducia, facendo solidarietà insieme. Tramite la collaborazione di DarVoce, l’azienda può proporre a dipendenti, fornitori e clienti tre diverse opportunità: ricevere e tenere per sé e la propria famiglia il tradizionale pacco natalizio; regalare il contenuto del proprio pacco alle famiglie in difficoltà; destinare il budget previsto per la tradizionale strenna ad un progetto sociale a scelta tra quelli indicati da DarVoce. L’opzione include tre iniziative di solidarietà: Emporio Solidale, All Inclusive Sport (entrambe già descritte in queste pagine) e Non più soli. Quest’ultima riguarda la promozione dell’ “Amministratore di sostegno”, una figura famigliare nominata dal giudice tutelare per dare aiuto alle persone in difficoltà nelle quotidiani mansioni domestiche. “Non più soli” promuove questa figura e la sostiene con la formazione e la vicinanza in tutte le sue attività, fornisce un servizio diretto ai cittadini attraverso 5 sportelli informativi e di gestione dei volontari, e aiuta le persone più fragili nelle difficoltà di tutti i giorni. Le aziende interessate ad approfondire la conoscenza dei progetti di DarVoce in vista del Natale possono rivolgersi direttamente a Cecile Derny ([email protected]). 73 Imprese Reggiane Volontariato 72 apprendimento (dislessia e disgrafia). Un progetto coordinato dal Centro Integrazione Reggio e dagli enti pubblici per dare un contributo sostegno a tante famiglie e permettere in contempo a diversi giovani di vivere un’esperienza professionale ed educativa di alto livello. Il tutor DSA è un “pari-età” – laureando, neolaureato o diplomato, di massimo 28 anni di età – selezionato per relazionarsi con gli studenti delle scuole superiori ai quali è stato riconosciuto un Disturbo Specifico dell’apprendimento, cioè o dislessia, o disortografia, o discalculia o disgrafia. Ogni tutor segue un gruppo di 3 ragazzi, per 1 o 3 pomeriggi a settimana in relazione alle specifiche esigenze della famiglia, con l’obiettivo di aiutarli ad acquisire una maggior autonomia nello svolgimento dei compiti scolastici. Formati da esperti scolastici e professionali – Claudio Basile e Marta Goldoni del Galvani-Iodi, Alessandra Landini di Unimore – che gratuitamente hanno dedicato il loro tempo preparandoli per un totale di 6 ore, i tutor lavorano in rete tra loro, tenendo i collegamenti con la scuola e le famiglie. La quota che viene richiesta alle famiglie per l’iscrizione rappresenta una mera copertura dei costi delle ore di lavoro dei ragazzi tutor. Tante famiglie hanno iscritto i propri ragazzi al percorso, così da poter ottenere un aiuto. Praticamente l’intero territorio provinciale è coperto, visto che il servizio sta funzionando nelle scuole superiori di tutti i Comuni capodistretto, Reggio Emilia, Correggio, Montecchio, Castelnovo Monti, Guastalla e Scandiano. Informazioni: www.integrazionereggio.it 74 75 Unindustria notizie Unindustria notizie quarte di un percorso di istruzione tecnica a indirizzo tecnologico (meccanica, meccatronica, elettronica ed elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni, sistema moda, agroalimentare e agroindustria). Hanno preso parte alla cerimonia, tenutasi nella sala convegni di via Toschi, oltre 100 persone, tra studenti, familiari e docenti. Ad accoglierli Mauro Severi, Presidente Unindustria Reggio Emilia. A consegnare le borse di studio Claudio Lodi, Vicepresidente con delega all’Education e ai Rapporti con la Scuola. Presente all’evento anche Antimo Ponticiello, Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale. MAURIZIO BREVINI A PARTITA DOPPIA Maurizio Brevini, Presidente del Club Meccatronica, ha preso parte a una puntata di Partita Doppia, format condotto da Andrea Cabrini su Class CNBC (all news di economia, canale 507 di Sky) – per l’edizione “Speciale Partita Doppia Rivoluzione 4.0”, dedicata al tema: La quarta rivoluzione industriale, i vantaggi, le sfide. Le aziende italiane sono pronte per questa opportunità? Questa edizione del programma si inserisce nel mese che la trasmissione e i media di Class Editore dedicano al tema dell’Industria 4.0 in una campagna speciale di informazione e divulgazione multimediale. SEVERI SU ITALIA 4.0 Il Presidente di Unindustria Reggio Emilia Mauro Severi, è intervenuto pubblicamente su Italia 4.0, il piano del Governo: “Siamo soddisfatti perché le sollecitazioni avanzate in questi mesi affinché il Paese si dotasse di una strategia per la trasformazione digitale delle imprese hanno ottenuto una risposta con questa iniziativa del Governo. Molti dei contenuti del Piano soddisfano le indicazioni che Confindustria ha fornito al Ministero dello Sviluppo Economico, in particolare sul fronte degli investimenti innovativi delle imprese e, più in generale, sulla scelta di affrontare in maniera coordinata diverse leve di policy necessarie a sostenere le imprese nel percorso di trasformazione digitale. Il mondo produttivo di Reggio Emilia presta grande attenzione a questo piano del Governo che può rappresentare una spinta importante per rimanere competitivo sui mercati internazionali. Reggio Emilia ha dimostrato nella sua storia una grande capacità di evolvere con equilibrio e coerenza in tutte le sue componenti e quindi siamo convinti che sarà così anche in futuro. La sfida per Reggio è infatti proprio sui tre pilastri su cui si fonda il piano del governo: aumentare il potenziale innovativo delle imprese; potenziare le infrastrutture, digitali e non; porre attenzione ai temi della formazione e del raccordo scuola-lavoro”. confronto e alla riflessione sui numerosi effetti che il mondo digitale produce sulle giovani generazioni, sugli atteggiamenti degli adulti, genitori e educatori e sulle diverse configurazioni che vanno assumendo le relazioni tra le generazioni. Relazioni reali e relazioni virtuali, infatti, si affiancano, si sovrappongono, si intersecano nel nostro quotidiano. Per i giovani, dai bimbi agli adolescenti, questi approcci alla realtà sono la norma dato che lo smartphone, il tablet, il computer sono oggetti onnipresenti, facili da usare, attraenti per le meraviglie che offrono. La vita, senza questi strumenti, queste protesi che ci collegano al mondo, non è più pensabile. Nessuno dubita della ricchezza, delle opportunità culturali, relazionali e pratiche, che il mondo delle connessioni a internet offre. C’è chi pensa anche ai rischi, ai possibili abusi; alcuni guardano dubbiosi alle presunte ricadute positive sullo sviluppo psicologico delle nuove generazioni. I REATI AMBIENTALI Unindustria Reggio Emilia ha organizzato un incontro tra esperti per fornire un quadro d’insieme in materia di reati ambientali. Come noto, il “danno ambientale” ha subito di recente delle importanti modifiche con la c.d. legge POTENZIALITÀ DELL’INDUSTRIA 4.0 PER IL SISTEMA REGGIO Si è tenuto presso la sede di Unindustria Reggio Emilia l’incontro: “The Industry 4.0 in practice dalla Silicon Valley alla Motor Valley: le opportunità per il sistema Reggio Emilia”, organizzato in collaborazione con STU Reggiane in cui sono stati presentati i casi di Nebbiolo Tech e di TTTech. Il tema dell’Industria 4.0 è di grande attualità e caratterizzerà l’evoluzione del nostro sistema produttivo nei prossimi anni, come dimostrano anche il Piano del Governo “Italia 4.0” e l’indagine di Federmeccanica “Industria 4.0 in Italia: costruiamo insieme il futuro”, presentati recentemente. A condurre l’incontro Giannicola Albarelli vicepresidente dell’Associazione con delega a Innovazione, Ricerca e Qualità. Nel corso dei lavori si sono susseguito gli interventi di Luca Torri, amministratore delegato di STU Reggiane, Flavio Bonomi, ceo e fondatore di Nebbiolo Tech e Wolfgang Leindecker, vicepresidente TTTech, che hanno presentato i casi delle loro aziende tra le prime a livello mondiale a sviluppare infrastrutture e soluzioni tecnologiche in grado di abilitare l’Industria 4.0. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerose realtà del mondo meccatronico e dell’ICT. Comunitaria 2013. Insieme a molte altre novità ora la legittimazione a richiedere il risarcimento spetta, in primo luogo, agli enti locali nel cui territorio si è verificato il danno per proseguire, nell’ambito della pubblica amministrazione, eventualmente fino allo Stato nei casi più gravi. GIOVANI DIGITALI: “GESTIRE RELAZIONI VIRTUALI E REALI OGGI” Il Club Digitale ha organizzato un convegno dedicato al 77 Unindustria notizie Unindustria notizie 76 25 BORSE DI STUDIO DI UNINDUSTRIA Nella seconda metà di novembre sono state consegnate le 25 borse di studio di Unindustria Reggio Emilia. I riconoscimenti, del valore di mille euro ciascuno, sono stati assegnati a studenti meritevoli delle classi terze e un totale di 83 mila dirigenti. I piani approvati grazie all’assistenza di Cis sono stati 21 per un importo superiore a 200 mila euro, in particolare nelle aree digitalizzazione, internazionalizzazione, innovazione organizzativa, relazioni di impresa, filiere e aggregazioni aziendali. Un sostegno dunque alla competitività delle imprese attraverso lo sviluppo della managerialità dei dirigenti aziendali. il Presidente di Cis Claudio Lodi, nel commentare questo risultato ha evidenziato non solo l’importanza di “aderire a Fondirigenti, ma anche la professionalità che Cis esprime sul territorio nella gestione di piani formativi finanziati”. GRUPPO IMPIANTISTI: CORSO PER ESPERTO NELLA GESTIONE DELL’ENERGIA. Ha preso il via il corso per ottenere la qualifica di esperto nella gestione dell’energia (Ege), promosso dal Gruppo Impiantisti di Unindustria Reggio Emilia, in collaborazione con Assistal e Kiwa Cermet Italia. L’Ege è una figura strategica per le imprese “energivore” e per le Energy Service Company (ESCo) attive nella promozione della sostenibilità e il risparmio energetico. Questo accreditamento è diventato obbligatorio dal 19 luglio di quest’anno per le diagnosi energetiche presso le grandi imprese, le aziende energivore e per i certificati bianchi. Il corso, a frequenza obbligatoria e a numero chiuso, avrà luogo presso la sede associativa di via Toschi e avrà una durata di quaranta ore, divise in cinque giornate. le e i system integrator, i costruttori di macchine e gli utilizzatori finali, alternandosi in una serie di interventi organizzati su diverse sessioni convegnistiche volte a presentare approfondimenti tecnici in tema di motion control, robotica, software industriale, impiantistica con una particolare attenzione alla progettazione meccatronica e a tutte quelle tecnologie che si inseriscono nel paradigma di Industrie 4.0. Il Club Meccatronica di Unindustria Reggio Emilia era presente con un proprio stand. CIS SUPPORTA LE IMPRESE TRAMITE FONDIRIGENTI Anche nel 2016 Cis, Scuola per la gestione d’impresa di Unindustria Reggio Emilia, ha supportato le imprese nella presentazione di piani formativi aziendali finanziati dall’avviso 01/2016 di Fondirigenti, il Fondo Interprofessionale per la Formazione Continua dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager, per finanziare per la formazione del management e favorire lo sviluppo della cultura manageriale. Un’iniziativa che ad oggi ha visto su scala nazionale l’adesione di 15 mila aziende, per ASSEMBLEA CLUB DIGITALE Microsoft, Oracle e altri qualificati esperti di come e dove stia andando il mondo dell'IT sono intervenuti all'Assemblea annuale del Club Digitale di Unindustria Reggio Emilia tenutasi al Tecnopolo. Isabella Bovero, Presi- dente Club Digitale, ha introdotto i lavori affermando che “L’evoluzione della domanda e delle applicazioni digitali comporterà cambiamenti speculari sia nelle imprese IT che in quelle di produzione e manifatturiere”. Il programma dei lavori ha visto gli interventi di Roberto An- dreoli, Director of Cloud & Enterprise Business Group di Microsoft, sulla Digital Transformation e Industry 4.0 e Giovanni Vaia, Direttore Digital Enterprise Lab - Università Ca’ Foscari con “Il nostro nuovo collega del futuro: il Digital manager”. È seguita una riflessione con l'Assessora comunale all'Agenda Digitale Valeria Montanari. È stata quindi la volta dello speech di alcune imprese del Club Digitale di Unindustria sul tema dell’incontro. In chiusura Nino Guarnacci, IoT & Mobile Business Development di Oracle, ha parlato di come IOT e Big data possono portare valore alle aziende reggiane. CIS OSPITA LE ORGANIZZAZIONI EUROPEE DEL PROGETTO LLOT CIS è partner del progetto Logistics Language Open Training (Llot) e ha ospitato nella propria sede le altre organizzazioni europee che partecipano al progetto. Il progetto, finanziato nell’ambito del programma comunitario Erasmus + Azione Chiave 2 - Partenariati strategici, prevede la creazione di una piattaforma on-line finalizzata all’apprendimento delle quattro lingue inglese, tedesco, polacco e italiano attraverso il linguaggio specifico riferito alla logistica. Il progetto ha tra i principali obiettivi l’utilizzo, attraverso la piattaforma e-learning, della gamification ovvero l’apprendimento della lingua attraverso elementi mutuati dai giochi e delle tecniche di game design. L’iniziativa ha lo scopo di facilitare i rapporti internazionali e la comprensione del linguaggio specifico in un campo come quello della logistica particolarmente importante e presente nell’attività quotidiana di un’azienda. La creazione di Lott coinvolge CIS, l’università privata Poznan School of Logistics (ideatrice e promotrice del progetto), Globalnet di Poznan, che sviluppa software e prodotti elearning e le scuole di lingue Speakeasy Sprachzeug di Berlino e Jamieson-Bell di Londra. ANDROID FACTORY 4.0 A REGGIO La sede associativa ha ospitato il primo evento del roadshow di presentazione di Android Factory 4.0: un percorso di pre-accelerazione lanciato da LVenture Group, in collaborazione con Google e gestito dall'Acceleratore Luiss Enlabs. Il programma si pone l’obiettivo di stimolare la creazione di nuove startup che, attraverso le potenzialità del sistema operativo open source An- droid, contribuiscano alla diffusione di un Made in Italy innovativo e diventino player competitivi nell’industria 4.0 a livello globale. Le candidature sono aperte fino al 9 gennaio 2017 e sono rivolte a startup nelle prime fasi di vita, team incompleti e persone che vogliano portare innovazione nel proprio territorio attraverso Android. A introdurre i lavori Enrico Giuliani, Presidente Gruppo Giovani e Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia, cui è seguito il saluto di Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Sono poi intervenuti Diego Ciulli di Google, che si è soffermato sulle“potenzialità di Android: dal playstore all’industria 4.0”. Infine, il workshop “Come avviare una startup: dall’idea all’exit” che è stato coordinato da Augusto Coppola di Luiss Enlabs. UNINDUSTRIA SPIEGA IL CONTRATTO DI AGENZIA Unindustria ha organizzato un seminario sulla gestione dei contratti con agenti e rappresentanti di commercio. Il convegno ha approfondito gli aspetti più rilevanti e controversi del contratto di agenzia, offrendo ai partecipanti utili strumenti per stipulare mandati conformi alle disposizioni vigenti e ridurre così il rischio di contenziosi. Relatore uno dei maggiori specialisti italiani sull’argomento: l’avvocato Franco Toffoletto, managing partner dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci, fondatore di Ius Laboris - Global HR Lawyers. Unindustria Reggio Emilia ha attivato da tempo un servizio di check-up – gratuito per le aziende associate – dedicato alla gestione dei rapporti con gli agenti di commercio. ALLA SCOPERTA DELLA DIGITAL TRANSFORMATION È proseguito il ciclo di incontri Club_Digitale_Innova, ri- 79 Unindustria notizie Unindustria notizie 78 CLUB MECCATRONICA AL FORUM MONZANI DI MODENA Una rappresentanza del Club Meccatronica, guidata dal Presidente Maurizio Brevini, ha preso parte alla terza edizione del Forum Meccatronica, la mostra convegno ideata dal Gruppo Meccatronica di ANIE Automazione in collaborazione con Messe Frankfurt Italia. La manifestazione, riconosciuta dalla filiera meccatronica italiana come uno degli appuntamenti annuali di riferimento, è stata organizzata presso il Forum Guido Monzani di Modena. Patrocinata già da due anni dal Club, si propone come punto di incontro tra le più importanti aziende fornitrici di prodotti e soluzioni per l’automazione industria- Unindustria notizie 80 volto a tutti gli interessati al tema della digital transformation. Ospite della mattinata: Google. L'intervento del gigante statunitense ha avuto come focus il mondo rivoluzionato del marketing digitale, con una full immersion in casi di aziende che hanno virato le loro strategie grazie all'uso di nuove piattaforme e operazioni interne. Il ciclo è iniziato a marzo con il susseguirsi di incontri dedicati alla “Digital Transformation”così come viene interpretata da sei big player, come Microsoft, Siemens, tunità e alcuni casi concreti di commesse di rete. La regione Emilia Romagna con 1384 contratti di rete è la seconda regione in Italia dopo la Lombardia. A Reggio Emilia sono state realizzate significative esperienze in diversi settori e con differenti obiettivi, come l’internazionalizzazione, l’innovazione, l’integrazione e potenziamento della gamma di prodotti offerti, la gestione condivisa di servizi di welfare aziendale. ACCORDO CON KAITI EXPANSION Kaiti Expansion, agenzia di marketing e comunicazione, diventa sponsor ufficiale degli eventi pubblici più significativi organizzati da Unindustria Reggio Emilia nel corso dell’anno. “Kaiti expansion – ha dichiarato Davide Caiti, presidente dell’agenzia – è molto attenta a tutte le realtà che si occupano di cultura di impresa. E, tra queste, sicuramente c’è anche Unindustria da sempre un punto di riferimento per il mondo produttivo. Siamo quindi soddisfatti e orgogliosi di sostenere e promuovere chi rappresenta l’eccellenza manifatturiera del nostro territorio”. Adobe, Google, Oracle e Samsung. Secondo Isabella Bovero, Presidente del Club Digitale – “si tratta di un percorso, coerente con lo spirito associativo del Club, aperto a alle Associate e agli imprenditori appartenenti ad ogni settore”. PRECISIONET AD EICMA Annalisa Corghi, Presidente di Precisionet, ha preso parte come relatrice al convegno “Reti d'Impresa: accendiamo il motore della crescita” che si è tenuto a Milano nell'ambito di Eicma 2016. In occasione della Fiera Internazionale del Motociclo Corghi ha portato la propria testimonianza sul tema “Collaborare per competere” nell’ambito del convegno promosso da Retimpresa l’agenzia nazionale di Confindustria per la promozione e il sostegno alle reti di impresa. In particolare la testimonianza è servita ad illustrare i risultati raggiunti, le oppor- CONVEGNO SUI CONTRATTI DERIVATI Si è tenuto presso la sede associativa un convegno sulla nuova disciplina contabile e fiscale dei contratti derivati organizzato da Unindustria Reggio Emilia, in collaborazione con Confindustria e la locale Fondazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Sono intervenuti in qualità di relatori: Francesca Mariotti, Direttore Area Politiche fiscali di Confindustria, Alessandro Sura, responsabile dell’attività di ricerca dell’Organismo italiano di contabilità e professore all’Università “La Sapienza” di Roma e Nicola Mazza, avvocato e membro della commissione fiscale OIC. Nel corso dei lavori è emerso che le regole di esposizione dei derivati in bilancio sono state profondamente innovate e assumono rilevanza fiscale. Pertanto è quanto mai opportuno adottare pratiche contabili ineccepibili e supportate da opportune carte di lavoro. Il seminario è stato anche l’occasione per condividere il lavoro svolto da Confindustria in questa fase di aggiornamento della normativa sui bilanci e fiscale.