pubblicazione di una nota

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pubblicazione di una nota
Facendo seguito alle recenti notizie apparse sui mezzi di informazione locali, riteniamo opportuno
contribuire al dibattito con alcune doverose informazioni e precisazioni.
La leishmaniosi del cane è una malattia parassitaria causata da un protozoo del genere Leishmania,
la cui trasmissione avviene tramite la puntura di un insetto, il flebotomo, che funge da vettore
biologico. Al di là di segnalazioni occasionali prive di rilevanza epidemiologica, il cane contrae la
malattia esclusivamente quando un flebotomo infetto punge l’animale per compiere un pasto di
sangue. Pertanto la malattia non viene trasmessa direttamente da cane a cane, perché il protozoo
deve compiere una parte del suo ciclo biologico nell’insetto per poter diventare infettante per il
cane.
Inoltre il flebotomo presenta caratteristiche biologiche e morfologiche notevolmente differenti
rispetto alle zanzare. In particolare questo piccolo insetto non necessita di luoghi umidi per il suo
sviluppo (come invece il maggior numero di specie di zanzare, che si sviluppano in acqua) e non si
annida sui terreni con fogne o liquami, perché i flebotomi depongono le uova nelle crepe o in fori
del terreno, sulla sabbia, tra le pietre, sul pavimento delle stalle o su substrati vegetali o su
comunque materiale organico di varia natura. Inoltre i flebotomi adulti possono rifugiarsi in grotte,
muretti a secco e anfratti, dove trovano il microclima ideale per la loro sopravvivenza.
Pertanto, non è corretto affermare che esiste una correlazione tra presenza dell’infestazione e acque
reflue né tantomeno è possibile dimostrare una correlazione tra aumento della diffusione della
malattia e presenza delle suddette acque.
Risulta quindi fuorviante sostenere l’esistenza di “zone diventate terreno di coltura dei parassiti
che causano la leishmaniosi” e, soprattutto, la possibilità che i cani contraggano la malattia
“rotolandosi nell’erba o venendo a contatto con terreni contaminati dai liquami”.
Un cane non si infetta rotolandosi nell’erba né un ipotetico aumento della diffusione della
malattia stessa può essere messo in correlazione con “fogne a cielo aperto”.
Tuttavia, è vero che un cane che vive all’aperto ha maggiore probabilità di essere punto da un
flebotomo rispetto ad un cane che vive al chiuso.
La diffusione della Leishmaniosi in Italia è in aumento già da diversi anni, con evidenze scientifiche
di uno spostamento del parassita e dei vettori verso il Nord della penisola, mentre il Sud e il Centro
(incluso quindi l’Abruzzo) sono zone ritenute endemiche per la leishmaniosi da lungo tempo.
Pertanto, è da tempo che i medici veterinari del centro-sud Italia conoscono la malattia e,
parallelamente, quelli che sono i presidi terapeutici e i metodi di controllo.
La soppressione del cane rappresenta l’extrema ratio e non sicuramente la regola né
tantomeno la decisione più appropriata da intraprendere in presenza di un cane affetto da
leishmaniosi. Infatti, le preparazioni farmacologiche utilizzabili per il trattamento della malattia
sono facilmente reperibili in commercio in tutta Italia e sono molto spesso in grado di assicurare la
guarigione clinica dell’animale o, quantomeno, un miglioramento duraturo delle condizioni cliniche
del soggetto che, anche se infetto/malato, non rappresenta, per contatto diretto, un pericolo né
per altri cani né per l‘uomo. Il cane infetto è tuttavia, una fonte di infezione per i flebotomi e,
pertanto, è buona norma che sia sottoposto alla profilassi antivettoriale, così come devono essere
sottoposti a tali misure tutti i cani a rischio che vivono in zona endemica (come ad esempio le aree
costiere abruzzesi).
Poiché al momento non esiste alcun vaccino autorizzato in Italia per la profilassi della
leishmaniosi canina, la profilassi della malattia è basata sull’uso di molecole (es. piretroidi) che
evitano la puntura del flebotomo sul cane, facilmente reperibili sul mercato sottoforma di spray,
collari o pipette spot on.
Donato Traversa
Università degli Studi di Teramo
Maurizio Manera
Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Teramo