Di Fiele e di Miele Dovevo partire.Sulle labbra sentivo il gusto

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Di Fiele e di Miele Dovevo partire.Sulle labbra sentivo il gusto
Di Fiele e di Miele
Dovevo partire.Sulle labbra sentivo il gusto speziato della sconfitta:Mara mi aveva lasciato. “Non ti amo
più”,disse.“Ti rimetterò in sesto…”mia madre accolse trionfante il mio ritorno all’ovile.Ma non mi rimisi in sesto. E decisi di andare via.
Partii all’alba,con molti chili in più –frutto della “rimessa in sesto” materna- e la voglia di ricominciare. Avrei
raggiunto gli amici in vacanza. Il vento e la corsa mi sbattevano in viso la mia rovina e lacrimavo. Una deviazione mi portò in un strada sterrata.Il segnale GPS era svanito. Ebbi un’idea: volevo che il mondo si dimenticasse
di me. Gustai il silenzio,scoprii il verde brillante dei campi e le acrobazie aeree dei pettirossi in un cielo spurgato
dallo smog e dai fumi delle fabbriche.
Presso un torrente mi spogliai,mutande comprese.Feci il bagno nudo e dormii finche lo squillo del telefono non
mi svegliò.Lo ignorai e andai a svuotare la vescica en plain air.Misi dei calzoncini e partii più leggero.L’elegante
abito D&G lasciato al torrente insieme al cellulare.
Se il mondo doveva scordarsi di me,io dovevo scordarmi di lui.Viaggiavo senza meta,per il gusto di farlo.
L’istinto fu un ottimo maestro.Dormivo dove capitava o chiedevo ospitalità ai contadini. Racimolavo sempre del
latte di capra o del pane che mi bastava per giorni. Finii i soldi. Gettai il bancomat e diedi il mio orologio ad un
pastore per una scorta di uova e latte.
Poi la benzina finì.Forse,a quel punto,finiva anche la mia breve e sconsiderata “fuga dal mondo”!Mia madre
doveva già aver allertato il mondo! Buffa la vita!Essere famoso quando volevo solo sparire!Io mi ero dimenticato del mondo…ma lui,si sarebbe mai dimenticato di me?
Vanna aprì la porta una sera d’estate e mi accolse nella calda intimità del suo mondo.”Mi scusi,mi sono perso e
la benzina è…”Rise.“Venga,il letto è pronto!La stanza,sembrava aspettarmi da sempre:lenzuola fresche,minestra,un pigiama pulito.”Vada pure a letto,domani faremo le presentazioni!”.Non obiettai.“Forse
quello era il Paradiso” e mi immersi nell’acqua fino alla punta del naso.
All’alba un monello entrò nella stanza”E’ ora!”.Andai in cucina“Giorno!ma,non è pronto?pensavo…”delusa
Vanna mi offrì un caffè.Era stato un equivoco e non ero in Paradiso!“Mi spiace,io…”non potei spiegare che
già,sull’uscio,c’era l’aiuto che Vanna aspettava.“E allora,lei?no! Lasci stare!qui i nomi non contano! Può restare,però:serve aiuto,per la vendemmia! In cambio,vitto e …” il suo caldo sorriso mi arruolò all’istante.
I giorni passarono senza che me ne accorgessi accatastandosi come grappoli d’uva nella cantina. Il lavoro era
duro ma si viveva sereni. “Matteo,vieni! Costruiamo una casa sull’albero?” Liù,la figlia di Vanna,il “moccioso”
che mi aveva dato la sveglia,mi aveva preso in simpatia. Le ferie erano finite.Il mio capo,di certo,era furioso. La
scrivania zeppa di carte. Ma non mi importava.La vita non ha mai lo stesso sapore. A volte sa di fiele,altre, di
miele.
“Potevi dirlo che eri tu…”davanti uno Chardonnay,frutto della nostra vendemmia, Vanna ruppe il silenzio “Non
l’ hai chiesto” “Matteo De Biasi…”lesse sul giornale”Sparito il 18 luglio.Il cellulare e i vestiti,vicino al torrente,
fanno pensare ad un gesto disperato. La polizia…”
Deglutii.“Matteo De Biasi…non so nulla di te! chissà quanti scheletri hai nell’armadio della tua vecchia vita!stai
meglio,però,con la barba”guardò la foto” sembri cresciuto,hai la faccia “più vissuta”…-mi sfiorò la mano e bevve,per farsi coraggio. Gliela strinsi forte.
Non era bella,Vanna. Non era come Mara. Non avrebbe mai fatto la modella né messo un abito griffato. Ma
aveva il cuore più grande del mondo.
“Chiami tua madre per rassicurarla?”
Liù,stesa sul dondolo,parlò nel sonno.
Telefonai e tornai dopo poco.“Allora?”“Le madri sono incredibili!”risi”era certa che stessi bene e che ci fosse di
mezzo una donna! aveva solo un cruccio… che non mi facessi mangiare abbastanza!”-Brindammo. Anche il vino,come la vita,in quel momento aveva il colore intenso del miele.