«L`Africa mi ha conquistato Il Ghana? Altro che Terzo mondo»

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«L`Africa mi ha conquistato Il Ghana? Altro che Terzo mondo»
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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 7 SETTEMBRE 2014
Le storie
Bergamo senza confini
L’iniziativa
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza
confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere
gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
«L’Africamiha
conquistato
IlGhana?Altro
cheTerzomondo»
DI ELENA CATALFAMO
Tommaso Mariani, 36 anni, da Fontanella, nella Bassa, dal 2004 è ad Accra
General manager per una ditta inglese che vende gru giganti per le miniere
«Sono nella Svizzera d’Africa. L’Italia? Il male peggiore è la rassegnazione»
Parla inglese, francese, i dialetti ga e hausa, e, naturalmente, il bergamasco
«Il momento più bello? Il tramonto nella foresta pluviale, venite a vedere»
È
nella foresta pluviale
che si trovano le grandi
miniere d’oro del Ghana. È lì che da dieci anni
lavora Tommaso Mariani, originario di Fontanella,
nel settore delle costruzioni e
oggi della logistica. Dall’Africa è
stato stregato quand’era ragazzino, fin dal primo viaggio, a 16
anni, con i genitori per andare a
trovare alcuni amici imprenditori nel Paese della costa occidentale. Lì è tornato, prima per pochi
mesi, poi per periodi più prolungati, e oggi è imprenditore e general manager per una compagnia inglese. Parla inglese, francese e anche i dialetti ga, hausa,
twi oltre naturalmente al bergamasco.
«Il Mal d’Africa? Esiste eccome.
L’Africa ti resta dentro – dice
Tommaso –: quando lavoravo
nelle costruzioni vicino alle miniere d’oro, di solito immerse
nella foresta, il momento più bello della giornata era intorno alle
sei di sera quando mi sedevo a
riposare. I colori del tramonto,
i suoni degli animali, l’odore della foresta sono indimenticabili».
Appena può Tommaso va a pescare, oppure in barca con gli
amici, si gode le spiagge non lontane da Accra, la capitale in cui
ha sede l’azienda per cui lavora,
la «Paterson & Simons». Sul
Ghana poi ha scommesso il suo
futuro: «È un Paese in forte
espansione, altro che Terzo
mondo. È considerato la Svizzera
dell’Africa e qui gli investimenti
crescono, si respira un clima
molto diverso da quello che c’è in
Europa».
La scheda
Tommaso Mariani
36 ANNI, GENERAL
MANAGER PER «PATERSON
& SIMONS» PER IL WEST
AFRICA
Nato a:
Fontanella nella Bassa
Vive a:
Accra, in Ghana da 10 anni
Di Bergamo dice:
«Città Alta sembra una città
fuori dal tempo soprattutto
se la attraversi di notte
quando è deserta. Bergamo
non è molto conosciuta ma
per tutti i miei amici
stranieri che la visitano è
una piacevole scoperta»
no a Fontanella: il nonno era partito nel ’32 per il Gold Rush, la
corsa all’oro, e lavorava nel settore minerario. Poi è partito il figlio, padre dei miei amici, che ha
investito nel settore delle costruzioni. Dopo gli studi all’istituto
Agrario di Bergamo e il servizio
militare, mi hanno proposto di
trascorrere due mesi in Ghana
con loro. E non sono più tornato
indietro».
In che cosa consiste il tuo lavoro?
Ma come si finisce da Fontanella ad
Accra?
«Tutto è partito da alcuni amici,
la famiglia Barbisotti, originari
di Rovetta, imprenditori in Ghana. Sono amici di famiglia, vivo-
«Ho iniziato come project manager. Ci occupavamo di costruire
tutti i servizi intorno alle miniere: case, alloggi, ospedali, alberghi, scuole. Ho lavorato fino a
dicembre con la famiglia Barbi-
Bergamo senza confini è un progetto de
sotti e ora invece sono general
manager per un’azienda inglese
specializzata in autogru giganti
che vengono usate nei porti per
sollevare i container di merci
oppure nelle miniere. Sono mezzi molto ingombranti, con lampeggianti, possono occupare due
corsie di strada e hanno fino a 12
ruote. Noi ci occupiamo della
vendita e della logistica in tutto
il West Africa e anche di organizzare training per l’utilizzo e la
sicurezza. Questo mi porta a
viaggiare molto, sia nei Paesi dell’Africa dalla Mauritania al Camerun, sia in Europa, dalla Finlandia alla Germania per tenere
i contatti con i nostri fornitori.
Noi facciamo da “dealer”, da intermediari sul mercato africano».
Come ti trovi in Ghana?
«Sono arrivato qui che c’era un
Paese che muoveva i primi passi
verso la globalizzazione, oggi invece trovi di tutto. Posso bere
acqua San Pellegrino, che però
pago come lo champagne, oppure comprare prodotti internazionali. Quando sono arrivato,
invece, trovare la pasta era
un’impresa. La qualità della vita
è molto buona: sono tornato a
Fontanella e ho dovuto chiudere
la porta a due mandate per i furti
in villa, mentre ad Accra posso
uscire fino a notte fonda senza
avere nulla da temere».
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Tommaso Mariani, 36 anni, da Fontanella ad Accra in Ghana da 10 anni
1. Tommaso Mariani, 36 anni, originario di Fontanella nella Bassa bergamasca, vive in Ghana da 10
anni e oggi è general manager per la «Paterson & Simons» che vende autogru giganti per porti e miniere; 2. Con un amico durante la partita della Nazionale ghanese nei Mondiali 2010 in Sudafrica; 3. A
pesca, una delle sue passioni, con alcuni amici in Ghana
Tutt’altra cosa che in Europa…
«Be’ me ne sono andato prima
che l’Europa si sfasciasse e iniziasse la crisi del lavoro. È un bel
problema, anche se mi sembra
che il pericolo maggiore sia la
mancanza di speranza. Ora magari un po’ di lavoro c’è, ma ho
amici talmente rassegnati che
neppure lo cercano e si limitano
a dire che tutto va male».
È facile investire in Ghana?
Un Paese in forte sviluppo…
«Sì. Ora hanno trovato il petrolio
per cui gli interessi economici
aumentano. Io ho deciso di investire qui: invece che comprare un
garage a Fontanella ho costruito,
con un amico, 13 appartamentihotel adatti all’ospitalità di manager e stranieri, con gli standard orobici di costruzione. Per
ora si è rivelato un buon investimento».
in collaborazione con
3
«Le prime quattro imprese di
costruzioni sono italiane qui in
Ghana. Ci sono investimenti da
fare: ho amici che si buttano nel
settore agricolo, della coltivazione dei pomodori, altri nelle costruzioni, si aprono ristoranti e
shop del Made in Italy, oppure ci
sono ditte di macchinari. Diciamo che è molto importante conoscere qualcuno qui che ti possa guidare o indirizzare. In que-
sto l’Ambasciata è un buon punto
di riferimento, e poi ci sono luoghi di ritrovo tipici degli italiani
in cui è facile conoscersi: molti
affari nascono così».
Noti molte disuguaglianze sociali?
«Grazie allo sviluppo economico, molte persone studiano e iniziano a ricoprire posti importanti, nelle banche per esempio. Le
disuguaglianze restano. Il governo però regola molto i rapporti
con gli investitori esteri: pone
normative per esempio sulle miniere e vigila».
E nel tuo tempo libero cosa fai?
«Non sono mai solo: quando finisco il lavoro c’è sempre qualcosa
da fare, dalla partita a calcetto, al
tennis, oppure ci ritroviamo tra
amici espatriati, a casa per un
party. Ci sono sette o otto bergamaschi: ogni volta che si torna a
casa si fa rifornimento di vino,
salumi, cuciniamo la cassola e la
polenta con il coniglio. Si è creata
una forte amicizia tra chi vive
qui: una specie di grande famiglia, visto che le nostre sono lontane».
E quando torni?
«Fontanella, i suoi 3.000 abitanti, 5.000 mucche e 20 mila maiali,
sono la mia casa. Adoro la nebbia
che non si taglia neppure con il
coltello. È come quella che trovi
nella foresta: nelle giornate di
caldo all’alba sale una scia di vapore densissima tra le piante e
mi ricorda la Bassa». 1
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