Pennisi A., Perconti P. (a cura di), Le scienze cognitive
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Pennisi A., Perconti P. (a cura di), Le scienze cognitive
Pennisi A., Perconti P. (a cura di), Le scienze cognitive del linguaggio, Il Mulino, Bologna 2006 pp. 308 Recensione di Cristiana Cardinali - 29 gennaio 2007 Abstract Le scienze cognitive del linguaggio si propongono di indagare come funziona il linguaggio, come quest'ultimo si interfaccia con le altre procedure - nelle situazioni ordinarie ma anche in quelle patologiche - e se è possibile riprodurne alcune funzioni artificialmente. Questo volume guida il lettore nei vari ambiti che forniscono il loro contributo specifico alla disciplina: dalla filosofia, alla linguistica, all'informatica, alla psicologia, alla biologia fino all'indagine delle patologie del linguaggio. Cognitive sciences of the language are proposed to inquire as the language works, like this last interface with the other procedures - in the ordinary situations but also in those pathological ones - and if it is possible riprodurne some functions artificially. This volume guides the reader in the several one ambles you that they supply their specific contribution to the discipline: from the philosophy, to the linguistica, computer science, the psycology, Biology until surveying of pathologies of the language. Recensione “Le scienze cognitive sono una delle imprese più affascinanti del panorama culturale di oggi. Il loro programma di ricerca consiste nella descrizione del fenomeno della conoscenza in ogni sua forma. Si tratta di elaborare teorie su cosa accade quando vediamo i colori che ci stanno di fronte, sentiamo un certo profumo, ricordiamo la lista della spesa o prendiamo una decisione sulla base della probabilità che accordiamo a un certo avvenimento. È evidente che si tratta di obiettivi scientifici molto ambiziosi, il cui raggiungimento può contribuire addirittura alla comprensione della natura umana. Se un giorno sapremo davvero cosa vuol dire conoscere, in un senso sufficientemente ricco di questa espressione, allora avremo anche un’idea conseguente di cosa vuol dire essere creature umane […] Le scienze cognitive sono un’impresa in cui confluiscono gli sforzi e le competenze di studiosi di formazione diversa, tra cui psicologi, filosofi, linguisti, esperti di intelligenza artificiale e antropologi. Il linguaggio in tale progetto è un’area centrale. Solo quando sapremo come fa il corpo umano a scambiarsi dei significati con altri corpi potremo affermare di aver compreso qualcosa di apprezzabile nel fenomeno della conoscenza. D’altra parte è ben noto che, per limitarsi soltanto alla tradizione culturale dell’Occidente, il linguaggio è un oggetto di riflessione da almeno un paio di millenni. Filosofi, poeti, medici e scienziati di ogni sorta hanno offerto le loro riflessioni sulla natura e il funzionamento del linguaggio. Occorre quindi chiedersi cosa ci sia di particolare nel modo in cui le scienze cognitive studiano il fenomeno linguistico e provare a isolarne alcuni aspetti”: questo è quanto si legge in apertura dei questo interessante testo. Le scienze cognitive del linguaggio è un volume scritto da cinque studiosi del Dipartimento di Scienze Cognitive della Università di Messina curato da Antonino Pennisi, studioso di psicopatologia del linguaggio, e da Pietro Perconti, studioso di filosofia della mente. Nonostante la diversificazione di autori e competenze il volume possiede una unitarietà e omogeneità di tematiche e di impostazione che è riassunta molto bene dalla opposizione tra il principio epistemologico della priorità del linguaggio e quello della priorità del mentale. 1 Come nota Perconti nel I capitolo la storia dello studio del linguaggio nel Novecento si è incentrata da una parte tutta sullo studio delle strutture della lingua compiuto dalla linguistica generale e applicata, dall’altra sulla analisi logica e filosofica del linguaggio compiuta dalla tradizione empirista e positivista inglese e americana. In questa ultima tradizione il filosofo Michael Dummet aveva enunciato il principio della priorità del linguaggio secondo il quale quello che sappiamo dei processi mentali e speculativi viene scoperto e chiarito attraverso una ricerca preliminare sulle modalità con cui viene espresso nel linguaggio verbale. Questo principio sta alla base della moderna svolta linguistica che ha segnato tutta la filosofia e il pensiero scientifico del Novecento. Perconti fa notare come a questa svolta linguistica sia succeduta una svolta mentalistica in cui si è cominciato a centrare la ricerca sui processi interni della psiche e della mente. Da questa svolta ne è venuta fuori una nuova impostazione degli studi linguistici in cui il linguaggio non viene più visto come una capacità unica ed esclusiva dell’uomo, tanto peculiare e fondamentale da non consentire lo studio delle altre abilità cognitive senza un suo studio preliminare. Il linguaggio al contrario viene conosciuto ancora meglio nella sua complessità grazie al contributo della conoscenza dello sviluppo e del funzionamento di altre capacità cognitive come la memoria, trattata con ampiezza e precisione di vedute da Andrea Velardi proprio nell’intento di dimostrare come il principio della priorità del mentale e quello della priorità linguistica siano assai produttivi se fusi insieme in un nuovo quadro epistemico. Il capitolo di Pennisi mostra come la conoscenza del linguaggio si avvalga di molte osservazioni cliniche e cognitive condotte sulle patologie e sulle psicopatologie. Un esempio di questa interazione è il modo in cui il moderno quadro della teoria della mente può aiutare a capire la perdita dell’evidenza naturale e della funzione di realtà (Janet) cui si assiste in patologie come l’autismo e la schizofrenia. Negli altri capitoli si mostra come il linguaggio abbia una forte interazione con i meccanismi percettivi della visione (Mazzone, Plebe) e che la mente umana diventa linguistica e lo rimane anche grazie al contributo di altre modalità percettive e cognitive di perlustrazione del mondo come il meccanismo infantile dell’attenzione condivisa e dell’imitazione studiati da Tommasello in contrapposizione all’innatismo di Chmosky. Indice Introduzione, di A. Pennisi e P. Perconti. - I. Filosofia della mente, di P. Perconti. II. Biologia, linguaggio, evoluzione, di A. Falzone. - III. Linguistica cognitiva, di M. Mazzone. - IV. Linguaggio e memoria, di A. Velardi. - V. Modelli neurocomputazionali del linguaggio, di A. Plebe. - VI. Patologie e psicopatologie del linguaggio, di A. Pennisi. - Appendice, di G. Spitoni, A. Rapisarda e I. Minio Paluello. - Riferimenti bibliografici. - Indice analitico. Autore Antonino Pennisi insegna Filosofia del linguaggio nell'Università di Messina. Pietro Perconti insegna Filosofia della mente nell'Università di Messina. Bibliografia essenziale dell’autore Pennisi A., Le lingue mutole. Le patologie del linguaggio tra teoria e storia, Carocci, Roma 1994 2 Pennisi A., Psicopatologia del linguaggio. Teorie, analisi, filosofie della mente, Carocci, Roma 1998, Cavalieri R., Pennisi A., (a cura di), Patologie del linguaggio e scienze cognitive, Il Mulino, Bologna 2001. Perconti P., Leggere le menti, Bruno Mondadori, Milano 2003 Morini S., Perconti P., E-mail filosofiche. Di grandi idee e problemi quotidiani, Raffaello Cortina, Milano 2006. Links http://www.unime.it/didattica/facolta/scienze_for.html 3