Il commissario Pennisi aveva sul suo tavolo un

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Il commissario Pennisi aveva sul suo tavolo un
© Il commissario Pennisi e la serial killer – Alex Piersanti
Capitolo unico
Il commissario Pennisi aveva sul suo tavolo un pesante dossier, riguardante un pericoloso
“serial killer” che da mesi imperversava in città. Aprì il faldone ed iniziò ad esaminare gli
incartamenti in esso contenuti. Uccideva solo uomini, accoltellandoli dopo un rapporto
sessuale. Poteva essere una donna, ma si poteva anche trattare di un omosessuale.
Sicuramente l’assassino, attirava le sue vittime incuriosendole e invitandole, magari a
pagamento, a sottostare ai suoi desideri e poi, durante o al termine di un rapporto, li
uccideva con un affilatissimo coltello da cucina. Non si era mai trovata l’arma del delitto, ma
il medico legale, aveva sempre riscontrato, dei profondi tagli, inferti da una lama molto
affilata. La zona della città dove erano avvenuti i quattro delitti imputabili all’assassino
seriale, era abbastanza circoscritta e anche l’ora, era all’incirca sempre la stessa, tra le venti
e trenta e le ventuno e trenta.
Dopo un attento esame della pratica, Pennisi decise di recarsi direttamente in zona e scelse
un quadrilatero, dove la scarsa illuminazione delle strette vie, poteva aver favorito l’agire
dell’assassino.
Tenendo chiuso con una mano il bavero del pesante cappotto, si incamminò a piedi e si
avventurò in uno stretto dedalo di viuzze buie. Si riparò dentro ad un portone e ad un certo
punto, alla sua sinistra, vide spuntare da una via traversa una sagoma, probabilmente
femminile, la figura indefinita si avvicinò e Pennisi poté constatare che in effetti si trattava di
una donna, essa vestiva un giubbotto di pelle nera e una gonna corta anch'essa scura, in
testa portava un cappuccio sempre nero che gli copriva parzialmente il viso. Voleva
fermarla per chiederle i documenti e così uscì dall’oscurità del portone, notò che la donna,
alla sua vista, ebbe un tentennamento, incerta se proseguire o tornare indietro. Lui allora si
lasciò superare e la seguì; si avvertiva nell'aria la scia di un intenso profumo che lei
disperdeva e Pennisi, riconobbe immediatamente la fragranza delicata di “Chanel N° 5” Ad
un certo punto pensò di averla persa, aumentò l’andatura continuando ancora fin dietro
l’angolo successivo, la trovò addossata con la schiena al muro, lo guardò con sguardo
languido, le si parò davanti e gli disse…..
“Amore, perché mi segui?”
“Sono un commissario di polizia, non ti ho mai vista battere da queste parti!! Sei nuova del
giro???”
“Commissario, ma io non sono una puttana………”
“E allora cosa ci fai qui appoggiata al muro???”
“Ti ho incrociato prima, sei un bell’uomo e vorrei “giocare” un po’ con te…….”
Poteva essere il killer, pensò il commissario, velocemente la sua mano destra si infilò sotto il
cappotto, sganciò il laccio in cuoio che teneva fissata la pistola alla fondina e senza estrarla
dal fodero, impugnò la Beretta 92........
“Commissario, scusa non volevo allarmarti, abito a cinquanta metri di qua e se non vuoi io
me ne vado a casa, senza problemi, peccato però……….”
Lui, grazie alla fioca luce del lampione, le vide gli occhi, erano freddi, penetranti, di color
azzurro ghiaccio, in quel preciso istante, lui sentì un lungo brivido percorrergli la schiena. Per
Pennisi quell’attimo di indecisione fu determinante, la donna prese coraggio, gli sorrise
dolcemente e poi, tenendolo per mano, lo guidò verso casa sua. Il commissario, come un
automa la seguì, ingenuamente, profondamente attratto e incredibilmente imbambolato,
non si accorse che non era più lui il cacciatore, ma in quei pochi attimi era diventato la
preda………
“Vieni, sto qui al primo piano………”
Improvvisamente si accesero delle forti luci, lei iniziò a salire le ripide scale davanti a lui, ad
ogni passo ancheggiava muovendo il fantastico sedere, lui poteva così ammirare le lunghe
gambe che si tuffavano dentro ad una stretta e corta gonna di pelle nera. Le natiche
appena coperte da un esile perizoma comparivano in modo alterno, ora una, ora l'altra........
L’eccitazione prese il sopravvento e Pennisi accantonò i pensieri da commissario, facendosi
pienamente avvolgere da quelli dell’uomo.
Erano le venti e trenta quando entrarono direttamente in un salone living, lui notò subito una
certa eleganza nell’arredamento in arte povera e nei tendaggi coordinati che scendevano
a larghe balze dai bastoni reggitenda in legno scuro. Oltre ad una vetrina ed una contro
vetrina, vi erano due poltrone in pelle, color testa di moro, posate sopra un tappeto persiano
di colore avana chiaro. Uno spettacolare arco in mattoni a vista faceva da cornice al
passaggio che divideva virtualmente, la sala dalla camera da letto. Sul giaciglio disfatto si
intravedevano delle mutandine bianche e delle calze di nylon ancora arrotolate.
“Siediti commissario, mettiti comodo, un attimo e sono da te…………”
Pennisi si tolse il cappotto e lo appoggiò sulla spalliera di una delle due poltrone, poi, in
previsione di fare sesso, si tolse anche la giacca e la gettò sopra al cappotto, quindi sganciò
la correggia della fondina ascellare che mise, assieme al suo contenuto, sopra al tavolino
posizionato a fianco dell'altra poltrona, infine si sedette. Nel silenzio che regnava in quella
casa, lui udì lo scroscio dell’acqua del water e subito appresso, ancora acqua che scorreva,
probabilmente da un rubinetto del lavabo. Poi lei comparve, indossava un reggiseno nero a
balconcino che evidenziava le aureole e gli sporgenti capezzoli; completavano la "mise" , un
reggicalze e un perizoma molto sexy, entrambi di pizzo nero. Le sue sinuose gambe erano
appena celate da un paio di calze autoreggenti color bronzo, sostenute dai bottoni
automatici del reggicalze. Lei, sorridendo ammiccante, fece una lentissima giravolta e
mostrò il sedere tondo, marmoreo e molto sporgente…………
Come un automa Pennisi si sollevò dalla poltrona e le si avvicinò, le sfiorò la pelle con le dita,
accarezzandole i seni, lei volse la testa all’indietro e sospirò……………….
“Ooohhhhhhh……….”
Lui sentì le mani di lei che abilmente gli toglievano la camicia dai pantaloni, i bottoncini si
sfilarono quasi da soli dalle loro asole, poi la cintura e quindi il calore e la morbidezza di una
sua mano dentro gli slip. Lui continuò ad accarezzarla ed ora le sue dita avevano trovato la
via per raggiungere la agognata meta. Sentì che era accuratamente depilata e che la
vulva era intrisa di umori.
Con una mano lei gli stringeva con forza il pene duro, mentre con l'altra armeggiava con i
bottoni dei pantaloni, fin quando essi caddero a terra, le mutande fecero in pochissimi
secondi la stessa fine. Ora, a parte i ridicoli calzini, lui era nudo, lei lo spinse ancora a sedersi
sulla poltrona, poi le sue mani si contorsero all’indietro per sganciare il reggiseno, quindi aprì i
fermagli del reggicalze e appoggiando un piede per volta sul bracciolo della poltrona
arrotolò le calze sfilandosele in modo molto eccitante e al tempo stesso parecchio
scenografico.
Prese le mani di lui e se le mise sui fianchi e lui infilò le dita dentro l’elastico delle mutandine e
gliele fece scendere. Pennisi vide l’inizio della invitante feritoia che scompariva fra le cosce
della donna.
Lei allora fece girare sul davanti il reggicalze e lo sganciò lasciandolo cadere a terra, si
accoccolò poi, sedendosi sul membro teso dell’uomo e con i soli movimenti del bacino, se lo
infilò dentro la vagina.
Lui sentiva il calore del suo ventre e l’inebriante profumo con il quale si era
abbondantemente cosparsa il collo. La donna danzava sopra di lui armoniosamente, le sue
movenze lente e flessuose davano a Pennisi intense e inebrianti sensazioni di piacere, poi lei
iniziò ad agitarsi sempre più velocemente, ansimando rumorosamente lo cavalcava in modo
sempre più forsennato, fin quando l'orgasmo arrivò, squassandola violentemente. Il
commissario sentiva il suo membro risucchiato da quella vagina famelica, lei, con degli
energici movimenti pelvici, se lo teneva ben piantato in fondo alla sua lubrificatissima
guaina. Alcuni minuti dopo lei riprese lentamente fiato e si acquietò; poi guardò
intensamente negli occhi il suo partner e iniziò a molleggiare ancora sinuosamente. L'uomo,
ormai sull'orlo del precipizio, non resistette a lungo a quelle ubriacanti sensazioni e preso da
un vortice di piacere intenso e irrefrenabile, eiaculò prepotentemente dentro di lei. La donna
lo abbracciò teneramente e lo baciò con estrema passione esplorandogli la bocca con la
sua abile ed esperta lingua. Poi gli accarezzò il viso e si sollevò in piedi, gli sorrise dolcemente
e si allontanò entrando nuovamente in bagno. Da lì a poco lei ritornò e trovò ancora lui
abbandonato in estasi sul divano. Lui riemerse dal coma profondo in cui era caduto e si alzò
con mille sforzi dalla comodissima poltrona, quindi, entrambi, silenziosamente si rivestirono. Lei
fu pronta in un attimo e gli chiese......
“Vuoi mangiare qualcosa? Ho solo del salame crudo da affettare e del pane……”
“Si, mi hai fatto venire fame, vada per il panino con il salame crudo………”
Lui si era appena legata la fondina ascellare della pistola, e dava le spalle alla donna, stava
sistemando l'arma, quando si girò e vide lei con un lunghissimo e affilatissimo coltello da
cucina, lo teneva basso rivolto verso di lui. La prontezza di riflessi probabilmente gli salvò la
vita………
Afferrò la pistola e sparò, uno, due, tre colpi che raggiunsero la donna al ventre, lei si
accasciò con un rantolo straziante, tentò di sorreggersi aggrappandosi al collo del
commissario, gli occhi spalancati e interrogativi lo fissarono per qualche istante, poi scivolò a
terra in un lago di sangue. Lui, con una incredibile freddezza andò in bagno a pulirsi, mentre
la donna agonizzava distesa sul freddo pavimento.
Nonostante le apparenze il commissario era sconvolto e dopo essersi accertato che fosse
morta, uscì da quella casa infernale e prima di far rientro in commissariato si fece un lungo
giro per schiarirsi un po’ le idee, poi chiamò il medico legale e il questore………….
“Ho trovato il Serial killer, l’ho catturata e uccisa……”
“Uccisa??? “
“Si, si tratta di una donna……….”
Una settimana dopo, fu trovato il cadavere di un uomo, ucciso con un arma da taglio, fu
accertato essere il solito lungo e affilato coltello da cucina....... L’omicidio era avvenuto verso
le ventuno………………….
Ogni riferimento a persone e a fatti realmente accaduti è puramente casuale
©Il commissario Pennisi e la Serial Killer – 2013 – Alex Piersanti
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