Era il 1947, la pace tornava insieme ai Pifferi

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Era il 1947, la pace tornava insieme ai Pifferi
LA SENTINELLA
del Canavese
SABATO
IVREA
21 febbraio 2004
21
FRUGANDO
TRA I RICORDI
Luisa Novaria (prima a destra)
con gli Abbà del 1947 e oggi
col costume che ancora conserva
‘Era il 1947, la pace tornava insieme ai Pifferi’
Il ricordo di Luisa Novaria Bertone che in quel dopoguerra vestì i panni di Abbà
di Franco Farnè
IVREA. Il Carnevale entra a festose folate,
nell’appartamento di Luisa Bertone Novaria. Entra dalle finestre e dai balconi che
affacciano sulla piazza Ottinetti e inquadrano l’abbraccio simmetrico dei portici
dell’ex caserma di Santa Chiara. Da lei, in
questa casa, il Carnevale si annuncia piaE’ un Carnevale che esplode nella battaglia sottostante,
infuocata di arance sibilanti
nel fendere l’aria accomagnate dal tinnire delle sonagliere
impennacchiate che adornano pariglie e quadriglie scalpitanti. «Arance il cui profumo
penetrante perdura in queste
stanze ben oltre il mercoledì
di Quaresima prolungando,
per giorni e giorni ancora, il
ricordo della festa da poco terminata», racconta Luisa, seduta nel suo bellissimo e confortevole salotto aperto sul
“cuore della città”. Attorno a
lei, sui mobili antichi e alle
pareti, tanti ricordi cari, fotografie degli antenati e dei genitori contribuiscono a creare quell’atmosfera calda e accogliente che si respira nella
casa che la vide bambina e in
cui ancora oggi vive insieme
alla propria famiglia.
Tra le fotografie, alcune la
ritraggono Abbà e, nel commentarle, Luisa ritorna col
pensiero al Carnevale di un
no, con il passaggio dei Pifferi che si rivela lontano e sommesso, rimbomba quindi
sotto casa e si allontana perdendosi verso
Sant’Ulderico, lasciando allo sguardo il cadenzato scomparire delle feluche piumate
degli Ufficiali a cavallo che entrano nella
piazza di Città.
anno lontano. «Era il 1947 e a
Ivrea si tentava, dopo gli orrori della guerra appena trascorsa, di riprendere una vita
il più possibile uguale a prima. I Pifferi annunciarono alla gente il ritorno della nostra festa più bella e io venni
nominata Abbà per la Parrocchia di San Salvatore. E’ vivissimo in me il ricordo di
quell’esperienza,
appassionante davvero per una bambina, a partire dall’Alzata con
tante persone e una moltitudine di bimbi raccolti ad applaudire proprio sotto questo
balcone: mi sentivo una piccola Mugnaia e con poche, rapide manciate svuotai il cestino
La cioccolata fumante
e biscotti consumati
dai piccoli priori
ai tavoli imbanditi
dell’antica ‘Sportiva’
lanciando loro le caramelle
che la mamma aveva preparato. Accanto a me, a sostenermi in quella bellissima “avventura”, oltre ai miei genitori Battista e Rina, mia sorella
Teresa, già Abbà nell’ultima
edizione prima della guerra,
e chs arebbe poi stata splendida Mugnaia nel 1971».
Luisa Bertone mostra il costume che indossò in quell’occasione e che custodisce gelosamente tra i ricordi più cari:
è uno splendido abito “Louis
XVI” in seta azzurra imprimè
a motivo di fiori stilizzati in
tinta più chiara. Ampi “paniers” ad allargare la gonna
sui fianchi, guarnizioni in
merletto finissimo e una miriade di roselline in panno e
piccole perle scaramazze disseminate sul corpino e sulla
gonna. A corredare l’insieme,
scarpine in raso celeste, stra-
La morbida lana
con ‘pich e pala’
Lea Piana col quadro che diventò l’immagine della ‘Zephir Eporedia’
l’altra levata ad indicare un
punto lontano nel cielo; poco
distante, un tamburino apre
un lungo e festante corteo di
uomini e bandiere; sullo sfondo, le torri del Castello, la caratteristica sagoma del campanile municipale e l’incon-
fondibile linea della Serra a
tagliare l’orizzonte; in basso,
un sigillo in ceralacca con un
“pich e pala” di antica foggia.
«Ne fu autore il noto pittore canavesano Giuseppe Colonello - spiega Lea Piana, titolare di uno dei più conosciuti
negozi nella storia del commercio eporediese -. Lui, su
indicazione di mio padre Attilio, creò l’immagine che oggi
tanto colpisce la fantasia degli appassionati di immagini
legate alla nostra storica manifestazione. La nostra attività iniziò il 10 marzo 1948: in
Via Arduino 47, nella casa Acquadro, lavoravamo papà,
mamma, mio fratello e io».
«Mio padre era figlio di industriali lanieri originari di
Tollegno e Vallemosso, nel
Biellese - racconta Lea -. Per
anni fummo concessionari
della ditta Alessandro Zegna,
I 100 anni delle cartoline Garda
IVREA. Una festa lunga secoli durante i quali mille sono
stati i modi utilizzati per farla conoscere. E se oggi basta
il video di un computer per portare nelle case del mondo i
berretti frigi e il candido manto di Violetta, un tempo era
necessario ricorrere a metodi più ingegnosi, fantasiosi e
romantici per portare nel mondo le immagini e la suggestione di momenti unici e particolari.
nenti. Oggi quelle cartoline
sono oggetto di culto per tanti
collezionisti.
Sulla scia del successo avuto dai biglietti (realizzati dallo Studio Bandiera di Torino)
recanti una riproduzione delle cartoline Garda più emblematiche e suggestive, Alessandro Riva ha nuovamente
attinto all’archivio della celebre azienda di famiglia per
proporre a clienti e a collezionisti i nuovi biglietti dedicati
al Carnevale di Ivrea. Tra
queste immagini d’epoca, corredate di note e curiosità,
Alessandro ne ha individuate
tre particolarmente significative in quanto raffiguranti il
Carnevale del 1904: il ballo
pubblico in Piazza Ottinetti,
la Fagiolata di San Maurizio
e il Gruppo Storico, tre biglietti che celebrano oggi i
cento anni di quell’edizione
dello Storico Carnevale. Accanto a queste, altre famose
riproduzioni tra cui quella,
molto raffinata, con la Canzone del Carnevale.Un’iniziativa che, a distanza di tanti anni, conferma l’attenzione della famiglia Garda-Riva nei
confronti di Ivrea e la sua tradizione più bella. (fr.fa.)
La fascetta della ‘Zephir’
di Masserano, produttrice dei
Filati Zephir “La Preferita”,
“antenati” dei nostri “Zephir
Eporedia” creati una volta
terminata la concessione». Ai
giorni nostri, ad occuparsi degli involucri che racchiudono
i vari prodotti in commercio
ci sono architetti, designers
ed esperti del cosiddetto “packaging”. Vengono strapagati
dalle industrie, influenzano il
gusto, orientano le mode, ma
raramente riescono a raggiungere un risultato poetico
come quello che avvolgeva
una volta i soffici gomitoli
eporediesi. (fr.fa.)
la Sentinella
del Canavese
Famose nel mondo sono oggi ambite dai collezionisti
La Tipografia Garda ha
creato certamente, con la sua
produzione di cartoline illustrate (1898 - 1938), il primo e
più completo album fotografico di Ivrea, del Canavese e
delle tradizioni locali. Le cartoline Garda hanno superato
mari, montagne, confini, permettendo alla nostra Città e
al suo territorio di far conoscere la propria esistenza anche nelle località più remote
e sperdute dei cinque conti-
scico applicato, in velluto di
seta azzurra con applicazioni
dorate e vaporosa parrucca
candida.
«Ogni Abbà, all’epoca, si faceva confezionare il costume
nella foggia preferita. C’era
anche una grande cura per i
dettagli: la gualdrappa del cavallo veniva realizzata con
un velluto che armonizzasse
con il colore dell’abito e per
foderare i cestini, ai lati del
cavallo, veniva utilizzato un
raso in nuance. I costumi allora diventavano “patrimonio”
della famiglia, venivano passati ai fratelli e tramandati a
Con ‘Zephir Eporedia’, la Mugnaia
diventò un simbolo da ‘packaging’
IN VETRINA
IVREA. Raffigura una pergamena che, srotolata, rivela i
simboli più cari di Ivrea e del
suo Carnevale l’elegante fascetta di carta che avvolgeva
i gomitoli di lana “Zephir Eporedia” in vendita, un tempo,
presso il negozio di filati e abbigliamento “Piana” (in Via
Arduino, prima, e attualmente in Via Gariglietti, accanto
alla chiesa di Santa Marta).
In primo piano è la Mugnaia,
nel bianco saio nuziale di lana, una breve mantella di pelliccia ad avvolgerle le spalle,
statuaria nella posa, con una
mano sull’elsa della spada e
Luisa Novaria Bertone nella sua bella, antica casa di via Palestro
figli e nipoti». L’eleganza non
rimane però confinata alle parole di Luisa, ma si estende ai
modi e alla grazia dei piccoli
protagonisti di quel lontano
Carnevale, come dimostra
una fotografia che ne ritrae
quattro, seduti a un tavolo, in
attesa di gustare una ricca
merenda: «Gli Abbà seduti accanto a me sono Eleonora ed
Erica Olivetti, figlie della Mugnaia Gertrude, e un bambino di cui non ricordo il nome.
La fotografia è stata presa all’Usi,
l’Unione
Sportiva
Ivrea, familiarmente detta
“La Sportiva”, un bel locale,
con bar e sala da ballo, che
aveva sede all’interno del cortile di Palazzo Giusiana. Era
un ritrovo molto elegante e
ben frequentato e lì, per noi
Abbà, vennero allestiti dei tavolini e ci furono serviti cioccolata calda e biscotti».
«Il ricordo di essere stato
Abbà è un regalo che i genitori fanno ai loro figli e che, col
trascorrere degli anni, si trasforma in memoria preziosa.
A tutti i piccoli priori delle
parrocchie cittadine, che si
apprestano a vivere da protagonisti il nostro Carnevale,
in questo 2004, auguro di poter provare le stesse emozioni che, a distanza di oltre cinquant’anni, sento ancora palpitanti nel mio cuore».
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Alessandro Riva
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