La Danimarca arresta la scienza

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La Danimarca arresta la scienza
La Danimarca arresta la scienza
Venerdì 18 Dicembre 2009 11:00
di Redazione
Luca Tornatore, astrofisico dell'Osservatorio di Trieste e attivista, è stato ingiustamente
arrestato dalla polizia danese lunedì 14 dicembre 2009 con l'accusa di lancio di oggetti e
resistenza aggravata a pubblico ufficiale. I reati contestatigli sono stati operati da una persona a
volto coperto ma due poliziotti danesi hanno riconosciuto in lui l'autore dei reati. Nell'ora in cui i
reati sono stati commessi, Luca si trovava a Christiania al dibattito con Naomi Klein e Michael
Hardt, organizzato dalla rete “Climate Justice Action.” I testimoni sono ovviamente le centinaia
di persone che hanno partecipato al dibattito, ma la polizia danese non ha intenzione di
ascoltarli prima dell'inizio del processo, che si terrà il 12 gennaio 2010. Luca rischia quindi di
passare un mese in prigione per un reato che non può aver commesso.
Non può averlo commesso perché si trovava altrove, ma anche perché sono altre le armi che
Luca ha sempre usato nelle sue battaglie. La prima è la divulgazione scientifica. Da anni Luca è
un instancabile demolitore delle bugie ambientali del potere: dalla favola dello sviluppo
sostenibile guidato dal mercato, a quella del nucleare pulito, a quella della crescita infinita, a
quella dell'estraneità dell'uomo nel riscaldamento globale. Usando la sua intelligenza, l'abilità
con i numeri datagli dagli studi scientifici e la predisposizione al dialogo, datagli da anni di
pratica politica, ha tenuto lezioni pubbliche su argomenti che spaziano dal consumo
esponenziale delle risorse derivato dalla crescita costante del PIL, alla divulgazione dei risultati
dell'International Panel on Climate Change.
Data la politica di arresti preventivi di massa tenuta fino adesso dalla polizia danese in
occasione del summit (almeno 1500 persone sono state fermate prima delle manifestazioni) si
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può pensare che Luca sia semplicemente finito preso in una rete insieme a molte altre persone.
O si può pensare che i numerosi interventi che ha tenuto dall'inizio del summit - tanto
sull'emergenza climatica quanto sul diritto a manifestare - abbiano attratto l'attenzione della
polizia e che questa abbia deciso di usare la custodia cautelare come mezzo per far tacere una
voce scomoda.
La mobilitazione è scattata immediatamente tanto sul versante degli attivisti ambientali quanto
su quello dei colleghi scientifici (a partire da Margherita Hack, con la quale Luca collabora
all'Osservatorio di Trieste) che sono partiti con due appelli complementari che poi si sono fusi in
un'unica iniziativa. Si può aderire cliccando su
http://www.petizionionline.it/petizione/per-la-liberazione-di-luca-tornatore/437
Numerosi presidi si stanno tenendo in tutta Italia presso i consolati danesi per chiedere
l'immediata scarcerazione di Luca; l'ambasciatore italiano si è recato a visitarlo in carcere; il
rettore dell'Università di Trieste ha scritto all'ambasciatore danese sulla vicenda. Nel pomeriggio
di giovedì 17 dicembre, le prime centinaia di firme raccolte sono state consegnate al console
danese a Trieste e si terrà una conferenza stampa sulla vicenda. Gli avvocati hanno presentato
una richiesta di scarcerazione di cui si dovrebbe sapere l'esito entro la settimana.
Questa storia è così emblematica da sembrare un racconto ispirato al Galileo di Brecht, con la
falsità usata come metodo per far tacere le scoperte scientifiche, ma nel racconto è rimasta
prigioniera tra quattro pareti una persona in carne ed ossa, uno scienziato convinto che si
possa usare la ricerca non solo per capire il mondo ma anche per migliorarlo.
Possiamo inondare la posta del carcere di Copenhagen, spedendo una lettera all'indirizzo
Luca Tornatore 211275 ABBM - Vestre Faengsel - Vigerslev allè 1D - 2450 Kbh Svolta Copenhagen – Danmarkt
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