Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra e dell`Ambiente
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Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra e dell`Ambiente
Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra e dell’Ambiente Tematica di ricerca: Ecologia Marina PROPONENTE: Prof. Anna Occhipinti TITOLO: Potenzialità dell’ecologia marina come strumento di indagine nell’ambito delle scienze forensi BASE DI PARTENZA SCIENTIFICA: Molti casi giudiziari hanno come scenario o come luogo di ritrovamento di corpi di reato l’ambiente acquatico o le sue immediate vicinanze. In Italia, caratterizzata da migliaia di chilometri di costa, le attività di indagine su reati connessi all’ambiente marino e la frequenza dei casi di recupero di reperti di interesse investigativo sono decisamente elevate. Ciònonostante, sono ancora pochi gli studi forensi relativi all’ambiente acquatico continentale e quasi inesistenti quelli relativi all’ambiente marino. I pochi lavori reperibili sono dedicati alla valutazione dell’intervallo di immersione postmortem (PostMortem Submersion Interval; PMSI) con un approccio esclusivamente legato alla tafonomia forense e quasi mai rivolto ad altre tipologie di reperti. A causa dell’inaccessibilità dei luoghi e dei costi di risorse e mezzi necessari all’esplorazione dell’ambiente marino, molte delle conoscenze acquisite in materia sono basate su studi “a ritroso” effettuati su cadaveri recuperati e di cui si conosce la “storia”. I pochi esperimenti, condotti principalmente in Canada, hanno previsto simulazioni con l’utilizzo di carcasse di maiali che vengono universalmente utilizzate come surrogato dei tessuti umani in tutti gli esperimenti oggetto di investigazioni forensi e di medicina legale. Le carcasse, immerse in differenti periodi dell’anno, in diverse stagioni, a diverse profondità consentono di studiare le successione di microorganismi che colonizzano un corpo in decomposizione in un microambiente marino e l’osservazione degli invertebrati che se ne nutrono nei vari stadi di decomposizione. Pochi altri lavori hanno indagato la possibilità di utilizzare microalghe, batteri e invertebrati marini come modello biologico per l’individuazione del PMSI o come prova di annegamento (Diatom test). Il campo delle scienze forensi in ambiente marino è quindi una disciplina relativamente nuova e necessita di approfondimenti tecnico-scientifici necessari allo sviluppo di metodologie specifiche e protocolli operativi in grado di rispondere alle esigenze investigative legate a reperti giudiziari accidentalmente o intenzionalmente introdotti in mare. Bibliografia di riferimento Anderson GS, Hobischak NR (2004). 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I corpi di reato possono essere sommariamente suddivisi in “inorganici”, quando si comportano quasi esclusivamente come una superficie adatta ai diversi processi di colonizzazione e insediamento da parte degli organismi bentonici (fusti tossici, armi, automezzi ecc), oppure “organici” quando possono essere considerati anche un’inaspettata fonte di energia (cibo). In entrambi i casi, l’interazione con l’ambiente sommerso produrrà una serie complessa di fenomeni di deterioramento (insediamento, biocorrosione, decomposizione ecc) che devono essere studiati nel dettaglio per essere interpretati correttamente durante la ricostruzione di un evento criminoso che ha avuto come scenario, o che ha interessato in qualche sua fase, l’ambiente marino. Pur con la consapevolezza che non sarà possibile un percorso identico a quello dell’entomologia forense in ambito terrestre, esiste comunque una notevole attenzione da parte degli organi preposti alle indagini sulla possibilità di standardizzare metodologie di indagine specifiche per i reperti di interesse giudiziario di “origine” marina. Nasce quindi l’esigenza di una nuova specializzazione nel settore delle scienze forensi che la comunità scientifica marina non deve ignorare. Lo studio proposto per questo Dottorato di Ricerca vuole promuovere i primi approfondimenti tecnico-scientifici volti a sviluppare una base conoscitiva per poter tracciare in futuro le principali linee guida (procedure metodologiche) necessarie per standardizzare le delicate fasi di recupero, trasporto, conservazione, trattamento e analisi di corpi di reato recuperati in mare. Il progetto verrà sviluppato grazie a un rapporto di collaborazione, più che ventennale, con il gruppo di ricerca dell’Istituto di Scienze Marine del CNR, coordinato dal Dott. Marco Faimali, che si occupa a livello nazionale ed internazionale di interazione tra i materiali e le tecnologie in ambiente marino (biofouling, antifouling, biodeterioration, biocorrosion ecc) e che ha recentemente cominciato ad occuparsi di Scienze Forensi Marine partecipando come docente al master di II livello in Scienze Forensi (approccio biologico-naturalistico, analitico, interpretativo) svolto in collaborazione tra la Facoltà di Medicina e Chirurgia, la Facoltà di Scienze MMFFNN, e la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia e con il supporto della Polizia di Stato (Coordinatore del Master: Dr.ssa Simonetta Lambiase - Dipartimento di Medicina Legale, Università di Pavia). Come traccia non esaustiva il progetto di Dottorato dovrà prevedere oltre alla classica ricerca bibliografica, anche la raccolta di informazioni e dati inerenti i casi di recupero e indagine su reperti provenienti dal mare nel territorio nazionale, per permettere la caratterizzazione dei diversi scenari di riferimento (tipologia di reperti, tempi di permanenza in mare, distribuzione, tipologia di reato ecc) con i quali organizzare le successive fasi del lavoro sperimentale. Sulla base della precedente casistica verranno organizzate, durante la seconda fase di studio, delle vere e proprie simulazioni (spaziali e temporali) di immersione controllata delle categorie dei reperti rappresentativi (inorganici ed organici) dei diversi scenari di riferimento individuati. La sperimentazione deve quindi prevedere un approfondito studio del destino ambientale dei reperti, cercando di ricreare la complessità dell’ambiente marino e i diversi fenomeni di interazione (deterioramento chimico, fisico e biologico), al fine di codificare, mediante metodologie standardizzate, un’appropriata interpretazione dei processi di alterazione a cui i reperti sono sottoposti. Grazie alla collaborazione con ISMAR-CNR sarà a disposizione una stazione marina sperimentale (http://www.ismar.cnr.it/infrastrutture/stazioni-sperimentali/stazione-sperimentale-a-mare-digenova) ubicata al centro del Porto di Genova ed inserita nella rete di eccellenza delle stazioni marine europee MARS (http://www.marsnetwork.org) completamente attrezzata per la sperimentazione di campo (esposizione campioni). RISULTATI ATTESI: I risultati attesi da questo primo progetto di dottorato dedicato alle “scienze forensi marine” possono essere sintetizzati in: - revisione della letterature scientifica e tecnica di riferimento - realizzazione di esperimenti di esposizione in mare di substrati inorganici ed organici per studiarne le diverse tipologie di interazione con gli organismi marini - standardizzazione di metodiche di studio per le diverse tipologie di substrato - stesure di protocolli metodologici per la conservazione, preparazione ed analisi di reperti di origine marina - pubblicazioni scientifiche di settore La realizzazione del progetto di Dottorato, oltre agli indubbi risultati scientifico-tecnici) consentirà inoltre di intraprendere una nuova linea di ricerca estremamente innovativa con un carattere applicativo molto promettente in un settore emergente per il nostro paese. Inoltre, la sua realizzazione consentirà di consolidare i rapporti con un gruppo dell’ISMAR-CNR molto attivo e strategicamente interessante per il carattere sinergico ed applicativo delle sue attività di ricerca nell’ambito delle scienze marine.