I segreti del bacio
Transcript
I segreti del bacio
Sessualità I segreti del bacio Molte specie animali usano l’offerta di cibo come elemento essenziale del rituale di corteggiamento a cura di Angela Romano Il bacio è uno dei gesti più intimi che due amanti pos sono scambiarsi, forse più dello stesso rapporto ses suale. Lo dimostra il fatto che moltissimi ricordano perfettamente proprio le sensazioni del loro primo ba cio, ma hanno ricordi più sfu mati riguardo al primo rap porto sessuale. Il primo ba cio tra due persone segna poi la data di inizio di ogni nuova storia d’amore. Ma perché il bacio profondo è così importante e così inti mo? Gli psicoanalisti spie gano il bacio di due amanti come il desiderio inconscio di ripetere le sensazioni pia cevoli che ci ha dato l’al lattamento, il contatto con la mamma. Anche se affa scinante, la teoria crolla di fronte alla constatazione che ci sono popoli che non praticano questo tipo di ba cio, pur allattando i loro figli. Ma ci aiuta a comprendere il significato del bacio come forma di adattamento. Se condo alcuni antropologi, non saremmo addirittura so Reazioni chimiche L’estrema sensibilità e la ricchezza delle termina zioni nervose fanno delle labbra, l’unica mucosa del nostro corpo che non ricopre una cavità inter na, ma è completamente rovesciata all’esterno, una zona erogena per eccel lenza. Il cervello contiene zone specifiche il cui scopo è di raccogliere le informazioni che provengono dalle lab bra. Quando ci baciamo sono già successe molte cose dal punto di vista chi mico, che culminano al momento del bacio. È in azione la feniletilamina o Pea, la nostra anfetamina naturale che ci fa girare la testa. È una sostanza che ci fa sentire più brilli, disin volti e a nostro agio: è a questo punto che entra in gioco l’ossitocina. Si tratta di un ormone molto poten te la cui produzione viene sollecitata semplicemente dal tatto. Durante il bacio le nostre labbra si inturgidi scono, c’è un esteso con tatto epidermico, e l’ossi tocina arriva a livelli così alti che a volte le donne raggiungono l’orgasmo solo baciando. Il risultato è 26 una reazione a catena di eccitazione. Il sangue af fluisce nella superficie del nostro più grande organo di senso, la pelle, trasfor mandola in un ricettore di sensazioni. Più baciamo, più vogliamo baciare. Più baciamo, più ossitocina produciamo. Ma quando baciamo non usiamo solo il senso del tatto, ma anche quelli del gusto e dell’olfatto. Sono gli altri due sensi a tacere, per far posto alle sensazioni di un bacio d’a more: la vista e l’udito. Per questo, quando baciamo, in genere teniamo gli oc chi chiusi e siamo meno consapevoli dei rumori che ci circondano. pravvissuti su questo piane ta se non ci fossimo evoluti con l’attitudine a baciare. Il comportamento innato del la suzione dirige il bambino verso il latte. Con la bocca i nostri antenati decidevano se un cibo, un vegetale, un frutto era commestibile o velenoso. Si deve invece al fondatore dell’etologia umana, il professor Irenaus Eibl-Eibesfeldt, il riferimen to al cibo masticato, che verosimilmente le mamme preistoriche passavano ai loro bimbi da svezzare. ... Baci dal mondo Darwin era convinto che baciarsi fosse un comportamento innato per gli esseri umani. Gli studi etnografici lo con traddicono solo in parte: in oltre il 90% delle cultu re del pianeta ci si bacia, almeno con le labbra, mentre il bacio con la lingua è praticato un po’ meno di frequente. Non lo facevano i somali (l’hanno imparato dai colonizzatori italiani e inglesi), e neppure i Le pcha del Sikkim o i Siriano della Bolivia. I Tonga su dafricani continuano tuttora a considerarlo un atto disgustoso. Il bacio profondo, più raro nelle società orientali che in quelle occidentali (in Giappone l’uso si è generalizzato nel dopo guerra, insieme alle latti ne di Coca-Cola), è più frequente dove si prati ca di preferenza il coito nella posizione del mis sionario, quella in cui i visi sono l’uno di fronte all’al tro. Una posizione infre quente nelle culture non occidentali. Se però non tutti si baciano come noi, in ogni società e a qual siasi latitudine il contatto intimo è il presupposto di ogni incontro sessuale: ci si strofina, ci si coccola, si soffia sulla faccia l’uno dell’altro, oppure ci si annusa come fanno al l’isola di Bali, nel famoso bacio da sfregamento dei nasi imitato, dall’altra parte del globo, dagli eschimesi. ... In effetti, questo suc cede ancora nelle società più primitive, dove si pratica il kiss-feeding, ossia il nutri mento attraverso il bacio, che serve anche per dimo strare e suscitare attacca mento. Baciare il proprio bambino è senza dubbio un’esperienza emotivamen te coinvolgente e non è un caso che spesso ci rivolgia mo all’amata o all’amato con il nomignolo di “bimba mia” o “bimbo mio”. Ma c’è di più. Molte specie animali (tra cui la nostra: l’invito alla cenetta intima ne è una di mostrazione) usano l’offer ta di cibo come elemento essenziale del rituale di cor teggiamento. Se si mette insieme quest’ultima osser vazione col kiss-feeding si capisce perché Eibesfeldt abbia correlato così stret tamente cibo e baci. Tutta via, se anche questa teoria sembra macchinosa per spiegare perché ci piace tanto baciare, viene in aiu to l’anatomia. Bocca sana In un dentifricio ci sono anche 20 ingredienti per lavare, sbiancare, profumare. Ma chi risolve è un buon spazzolino. Le armi per evitare guai si chiamano, spazzolino e dentifri cio. Secondo gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono aumentati i pazienti che non hanno bisogno di una terapia odontoiatrica. Ma molto resta ancora da fare visto che, secondo l’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), in bocca abbiamo un numero medio di carie una volta e mezzo più alto rispetto agli altri Paesi europei. Ma perché spazzolino e dentifricio sono così importanti? Guardiamo da vicino cosa succede appena passiamo spazzolino e dentifricio sotto l’acqua per convincerci: la pa sta inizia a sciogliersi e, disgregandosi, libera microparticelle che, sotto l’azione meccanica dello spazzolino, asportano residui di cibo e placca dai denti. Nello stesso tempo i denti vengono lavati dal detergente mentre il fluoro si deposita sullo smalto rendendolo più resistente all’attacco degli aci di. Una ricetta complessa. Cosa c’è quindi dentro il dentifricio? Cominciamo dagli ingredienti più semplici. Una percentuale variabile tra 15 e il 50% è costituita da acqua, tra il 20 e il 70% è invece la quantità di sostanze umettanti che servono per proteggere il prodotto dalla disidratazione durante la conservazione: sono carboidrati come il sorbitolo che, tra l’altro, ha un ef fetto dolcificante. Il tutto è tenuto insieme da un massimo del 2% di addensanti. Infine, coloranti e aromi. Questa è la base. Bisogna poi aggiungere sostanze detergenti (tra 1’1 e il 3%), ma soprattutto gli abrasivi (10-40%) e gli ingredienti cosiddetti attivi (0,01-0,5%) come fosfati e altre sostanze medicamentose. A ciascuno la sua pasta Gengiva Con sostanze come il Triclosan o la san guinarina e la clorexidina che hanno funzione anti batterica Denti sensibili Contengo no nitrato di potassio che chiude i tubuli Per bambini Hanno una quantità maggiore di fluo ro perché in tenera età può essere assorbito Al fluoro Aumenta la stabi lità dello smalto dei denti fissandosi alla struttura cri stallina Sbiancanti Sono pensati per ridare candore ai den ti senza danneggiare lo smalto come può avvenire con il bicarbonato di sodio Il fluoro è il più importante Inserendosi nella struttura cristallina dello smal to lo rende più stabile, proteggendolo dall’acidi tà della placca. È così che si evitano le carie. Non è però facile ottenere il giu sto mix. Con il fluoro non si deve esagerare. Secondo uno studio dell’American Dental Association l’e sposizione eccessiva ai fluoruri ha provocato nei bambini un aumento del la fluorosi dentale, che ha soprattutto effetti estetici e può far diventare lo smalto di color marroncino. Non solo. Bisogna anche ben miscelare gli ingredienti che non devono reagire tra loro, annullandosi, per questo, ad esempio, alcuni principi attivi ven gono incapsulati, oppure divisi “a strisce”. Le formule sono segre te, ma il risultato finale è un dentifricio tenden zialmente alcalino (o salino) che combatte gli acidi presenti nella boc ca che derivano dalla fermentazione degli zuc cheri. Un’altra categoria di dentifrici ha anche la funzione di combat tere l’ipersensibilità dei denti, causata dalla sti molazione dei recettori nervosi. I recettori si trova no all’interno di tubuli che sono localizzati nel tessuto dentinale, quello che sta tra lo smalto e la polpa del dente. Se lo smalto si danneggia o le gengive si ritraggono, l’imboccatura di alcuni di questi tubuli può venire allo scoperto con il risultato, per esem pio, che bevande calde o fredde possono irritarli, provocando movimenti del fluido contenuto al l’interno. alutare 27