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[ l’ u lt im a
di Alberto E. Tozzi
AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2
| gennaio-giugno 2013 44
I
l pediatra ha bisogno di
trovare riferimenti non solo
per l’aggiornamento sui temi
clinici, ma anche per lo sviluppo di
competenze impreviste o solo superficialmente accennate durante la
formazione tradizionale. Possiamo
ripensare a come integrare quello
che già sappiamo? L’elenco delle cose
che potrebbero essere sfruttate non è
affatto modesto.
Possiamo condividere esperienze,
risorse e opinioni senza barriere di
tempo o di spazio. Le piattaforme di
social networking sono solo un’ispirazione. Esistono già numerose iniziative online per la condivisione ed
il confronto tra professionisti della
salute. Se si interagisce e si discute,
si impara. Si può fare anche senza
incontrarsi di persona.
Come si fa ad acquisire abilità
che non sono comprese nella tradizionale competenza della pediatria?
Difficile orientarsi se c’è bisogno di
approfondire i temi della comunicazione oppure della statistica o delle
tecniche per la ricerca efficace delle
informazioni. È però il tempo del
big bang dei corsi gratuiti online.
Le migliori istituzioni accademiche
di tutto il mondo mettono a disposizione splendidi corsi online nelle
pa r o l a
]
Pediatra liquido
Avremo sempre più informazioni a disposizione
sulle quali basare le nostre decisioni cliniche.
P
discipline più disparate. Tra queste,
molte interessano anche il pediatra.
Difficile non tenerne conto.
La volontà da parte dei pazienti
e delle loro famiglie di abbracciare
un modello di medicina partecipativa
è ormai evidente. Questo vuol dire
che essi parteciperanno sempre di più
alle decisioni cliniche e saranno una
guida costante per le competenze che
dovremo acquisire in un’ottica piena
di user oriented service. In altre parole
sarà sempre più frequente che il pediatra impari da un confronto diretto
con le famiglie.
All’orizzonte ci sono altri radicali
cambiamenti. Avremo sempre più informazioni a disposizione sulle quali
basare le nostre decisioni cliniche. La
genomica fa passi da gigante e promette di diventare in breve tempo
uno strumento abbordabile come un
emocromo. Inoltre i pazienti e le loro famiglie raccoglieranno sempre di
più informazioni attraverso sensori
collegati al loro telefonino che ci per-
metteranno di valutare il benessere
del bambino non più sulla base delle
sole informazioni rilevate durante la
visita, ma su un corpo di informazioni dilatato nel tempo. Impareremo
quindi a basare le nostre decisioni su
una quantità di informazioni molto
maggiore. Il pediatra ha già a disposizione incredibili tecnologie. Qualcuno teme che queste possano snaturare la professione medica, ma in
realtà ne potenziano clamorosamente
le possibilità. L’accesso istantaneo a
informazioni scientifiche sempre aggiornate e la possibilità di usare una
enorme quantità di informazioni
sulle quali basare le decisioni cliniche sono solo due esempi di come
la tecnologia, per esempio attraverso
l’uso degli smartphone, promette di
cambiare il modo di fare il pediatra.
In meglio. Molte altre pressioni inevitabilmente verranno dalle famiglie
dei nostri pazienti. È verosimile che
il pediatra diventi un professionista
con competenze flessibili ed adattabili alle esigenze del paziente. Qualcosa di non più precisamente definito
da un corso di laurea ed uno di specializzazione. Non è un’invasione di
campo di altri mestieri. È solo il modo di rispondere alle esigenze delle
famiglie dei nostri assistiti
.