Q - Scuola di Giurisprudenza
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Teoria dell’impresa La produzione La produzione Chiameremo output il prodotto dell’impresa Chiameremo input i fattori della produzione In generale: Q q K, L l’output Q dipende dagli input K e L K=capitale; L=lavoro Per variare la produzione, occorre variare la quantità di fattori impiegati Supponiamo che input ed output siano beni perfettamente divisibili La produzione Variazioni della produzione sono possibili in tempi brevi solo variando la quantità di fattori variabili impiegate Variazioni più significative normalmente richiedono tempi più lunghi in modo da variare anche i fattori fissi (tipicamente impianti, macchinari, edifici) QBP q K , L Breve e lungo periodo BP è un lasso di tempo in cui almeno un fattore della produzione è fisso e vincolante rispetto alle scelte di produzione dell’impresa LP è un lasso di tempo sufficientemente lungo da consentire la variazione di tutti i fattori della produzione: tutti i fattori sono da considerarsi variabili. Produzione di breve periodo Funzione di produzione e prodotto totale Produttività marginale Produttività media Costi di breve periodo Produzione di breve periodo Q q K, L Il lavoro è il fattore variabile Q è il prodotto totale ottenuto impiegando, dato K, quantità variabili di L. La relazione tra Q e L è quindi la funzione di produzione di breve periodo. Funzione di produzione di BP nel discreto 50 Q 40 40 42 42 40 35 30 24 La funzione di produzione mi dice 20 quale sarà l’output Q per ogni livello impiegato di L (dato K fisso) 10 10 3 0 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) Funzione di produzione di BP nel continuo 50 Q 40 Q 30 20 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) Produttività marginale (PMG) La produttività marginale (del fattore lavoro) è l’incremento dell’output ottenibile variando di una unità l’input variabile. In formula PMG= ∆Q/∆L dove ∆L=1. La legge dei rendimenti marginali decrescenti Aumentando le unità impiegate di fattore variabile, si giungerà ad un punto in cui un’unità addizionale di fattore variabile darà un contributo alla produzione totale inferiore rispetto all’unità precedente, cioè un punto in cui la produttività marginale comincia a ridursi. Prodotto totale e produttività marginale 50 42 40 40 42 40 35 30 24 20 14 10 5 3 3 0 11 10 7 2 0 0 1 2 3 4 5 6 0 7 -2 8 -10 Quantità di fattore variabile (L) Produttività marginale nel discreto 15 14 13 10 7 5 5 3 2 0 0 0 1 2 3 4 5 6 7 Quantità di fattore variabile (L) -5 8 -2 Produttività marginale nel continuo 20 15 14 13 10 7 5 5 PMG 3 2 0 0 0 -5 1 2 3 4 5 6 7 8 -2 Quantità di fattore variabile (L) Rendimenti decrescenti PMG 15 10 5 PMG 0 0 1 2 3 4 5 6 7 Quantità di fattore variabile (L) -5 8 Prodotto totale e produttività marginale L’andamento della tipica funzione di produzione di breve periodo, cioè del prodotto totale in funzione del lavoro, è spiegato dall’andamento della produttività marginale. Prodotto totale e produttività marginale 50 40 Rendimenti Marginali crescenti Q Rendimenti Marginali negativi 30 Rendimenti Marginali decrescenti 20 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) L 0 1 2 3 4 5 6 7 8 50 40 30 20 Prodotto totale e produttività marginale Q PMG 0 3 3 10 7 24 14 35 11 40 5 42 2 42 0 40 -2 Q PMG 10 0 0 -10 1 2 3 4 5 6 7 Quantità di fattore variabile (L) 8 Produttività media del lavoro La produttività media del lavoro (fattore variabile) è definita come il rapporto tra output prodotto e quantità di lavoro impiegata per produrlo: Q PMEL L Questa quantità può anche essere definita prodotto medio. Prodotto totale e produttività media 50 40 Q 30 10 Q PMEL 5 2 L 20 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) Prodotto totale e produttività media 50 40 Q 30 24 Q PMEL 8 3 L 20 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) Q, PME 50 40 Q 30 20 Massimo PME 10 PME 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) Q, PME L 0 1 2 3 4 5 6 7 8 50 40 30 20 Q 0 3 10 24 35 40 42 42 40 PME 3 5 8 8.75 8 7 6 5 Q 10 PME 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Quantità di fattore variabile (L) Relazione tra PME e PMG La funzione PMG raggiunge il suo punto di massimo più a sinistra rispetto alla PME. La funzione PMG incrocia la funzione PME nel punto di massimo della PME: quando la produttività marginale diviene inferiore a quella media, la produttività media inizia a ridursi. Produttività media e produttività marginale 15 10 PME 5 PMG 0 0 1 2 3 4 5 6 7 Quantità di fattore variabile (L) -5 8 Relazione tra Q, PME e PMG La PMG è prima crescente, poi decrescente (“a campana”). Questo andamento determina: quello della produttività media, prima crescente e poi decrescente; quello del prodotto totale, prima con rendimenti crescenti e poi con rendimenti decrescenti. L 0 1 2 3 4 5 6 7 8 50 40 30 Q PME PMG 0 3 3 3 10 2 7 24 8 14 35 8.75 11 40 8 5 42 7 2 42 6 0 40 5 -2 Q, PMG e PME Q 20 PMG 10 PME 0 0 -10 1 2 3 4 5 6 7 Quantità di fattore variabile (L) 8 Costi di breve periodo Costo variabile medio Costo fisso medio Costo medio Costo marginale Costo totale Costi di breve periodo • L’andamento dei costi di breve periodo è determinato dagli andamenti della produttività che abbiamo appena esaminato. •In generale, maggiore è la produttività del fattore variabile, minori sono i costi di produzione, e viceversa. Costo variabile medio • Riconsideriamo l’esempio precedente immaginando che ogni unità di lavoro costi 10mila euro. •Calcoliamo il costo variabile (costo del lavoro) e il costo variabile medio (in migliaia di euro). •Il costo variabile è il costo del lavoro che serve per produrre le diverse quantità. •Il costo variabile medio è il rapporto tra il costo variabile e le quantità prodotte. Costo variabile medio L 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Q Costo variabile Costo variabile medio 0 3 10 10/3=3,3 10 20 20/10=2 24 30 30/24=1,25 35 40 40/35=1,1 40 50 50/40=1,25 42 60 60/42=1,4 42 70 70/42=1,6 40 80 80/40=2 Costo variabile medio • Il costo variabile medio tende a diminuire inizialmente, fino a raggiungere un minimo; da quel punto in poi il costo variabile medio tende ad aumentare. •Questo andamento dipende da quello della produttività media del lavoro, che è prima crescente e poi decrescente. •E’ questo andamento che determina la tipica forma ad U delle curve di costo di variabile medio di breve periodo. Costo variabile medio 35 30 25 20 15 CVME 10 5 0 0 1 2 3 4 5 6 Q 7 Costo fisso medio • Tuttavia, i costi di breve periodo non sono solo quelli variabili. •Poiché K è fisso, ci sarà anche un costo fisso, che è costante per ogni livello di produzione. •Il costo fisso medio si ottiene dividendo il costo fisso per le unità prodotte. •L’andamento del costo fisso medio è quindi decrescente all’aumentare della quantità prodotta. precedente immaginiamo •Nell’esempio CF=12mila. Costo variabile e costo fisso medio L 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Q Costo variabile CVME 0 3 10 10/3=3,3 10 20 20/10=2 24 30 30/20=1,25 35 40 40/35=1,1 40 50 50/40=1,25 42 60 60/42=1,4 42 70 70/42=1,6 40 80 80/40=2 CFME 12/3=4 12/10=1,2 12/24=0,5 12/35=0,33 12/40=0,3 12/42=0,1 12/42=0,1 Costo variabile e costo fisso medio 35 30 25 20 15 CVME 10 5 CFME 0 0 1 2 3 4 5 6 7 Q Costo medio di breve periodo •Se consideriamo costi variabili e costi fissi medi otteniamo il costo medio di breve periodo. •Il costo medio è il costo totale diviso per le quantità prodotte. •Nel breve periodo si ha che CT=CV+CF Costo totale CME=CV/Q+CF/Q Costo medio • Anche CME ha tipicamente una forma ad U. Costo medio di breve periodo L 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Q CV CVME CFME CME 0 3 10 3,3 4 7,3 10 20 2 1,2 3,2 24 30 1,25 0,5 1,75 35 40 1,1 0,33 1,41 40 50 1,25 0,3 1,55 42 60 1,4 0,1 42 70 1,6 40 80 2 I costi medi di breve periodo 35 30 25 20 CME CVME 15 10 5 CFME 0 0 1 2 3 4 5 6 7 Q Costo marginale •E’ possibile definire anche il costo marginale di breve periodo. •Il costo marginale è l’incremento di costo totale che si verifica quando viene prodotta un’unità addizionale del bene. In formula • CMG= ∆CT/∆Q dove ∆Q=1. Costo marginale •L’andamento del costo marginale dipende da quello della produttività marginale. •Poiché la produttività marginale ha un andamento “a campana” il costo marginale ha un andamento ad U. •Inoltre, il costo marginale interseca il costo medio nel punto di minimo del costo medio. Costo marginale e costo medio: breve periodo 35 CMG 30 25 20 CME 15 10 5 0 0 1 2 3 4 5 6 Q 7 Costo totale di breve periodo •Come già anticipato, il costo totale di breve periodo è la somma dei costi variabili e dei costi fissi: CT=CV+CF Costo totale •Il costo totale tende a crescere al crescere della quantità prodotta, ma non in modo costante: quando i costi marginali si riducono, il costo totale cresce poco al crescere di Q; quando i costi marginali aumentano, il costo totale cresce molto al crescere di Q. Costo totale e costo marginale 120 CT 100 80 60 Costi 40 crescenti 20 CMG Costi decrescenti 0 0 1 2 3 4 5 6 7 Q Relazione tra CT, CME e CMG Il CMG è prima decrescente, poi crescente (a U, perché la PMG è “a campana”). Questo andamento determina: quello del costo medio, prima decrescente e poi crescente; quello del costo totale, prima che cresce poco e poi che cresce rapidamente. Costo marginale e scelte dell’impresa Il CMG è particolarmente importante per le scelte dell’impresa nel breve periodo. Infatti, dato che il CMG aumenta all’aumentare della produzione, il prezzo unitario che l’impresa è disponibile ad accettare per vendere quantità crescenti è anch’esso crescente. L’andamento crescente del CMG è quindi la principale spiegazione dell’andamento crescente dell’offerta.