SESTO INCONTRO “NON AVER PAURA DI RISCHIARE”

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SESTO INCONTRO “NON AVER PAURA DI RISCHIARE”
SESTO INCONTRO
“NON AVER PAURA DI RISCHIARE”
Marzo 2015
DAL VANGELO DI LUCA (Lc 1, 26-38)
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Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,
di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse:
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto
turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse:
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio
dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per
sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse
all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose
l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con
la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed
ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio».
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Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l’angelo si allontanò da lei.
COMMENTO AL BRANO BIBLICO
Eccomi, sono la serva, avvenga di me secondo la tua Parola… Le espressioni poste
sulla bocca di Maria di Nazareth, una ragazza di non più di 16-17 anni, richiamano
alla mente le parole che Suo figlio pronuncerà durante l’Ultima Cena: prese il pane, lo
spezzo, lo diede. Sono gli atteggiamenti fondamentali della vita, quelli che ci
consentono di rendere feconda la nostra e l’altrui esistenza. Prendere, spezzare,
donare, tre verbi che fanno la carta d’identità di ogni cristiano. Prendere significa
riconoscere che quel dono prezioso che è la vita è affidato alla nostra cura e dobbiamo
farlo sempre più nostro; Spezzare: il dono ricevuto non è per noi, la vera gioia è nel
dare non nel trattenere. Chi trattiene non proverà mai il gusto di donare la vita, chi
dona troverà la vera gioia nel farsi pane spezzato per gli altri. Donare: Il Signore Gesù
nell’Ultima Cena, spezza il pane e lo dona nel momento in cui gli apostoli stavano per
abbandonarlo, per tradirlo. È una contraddizione ma Gesù rischia l’amore proprio
quando i suoi lo rinnegano. La forza per compiere questo gesto non viene
semplicemente dal fatto che Egli è Dio. Umanamente arriva a ciò perché ha piena
coscienza dell’amore che il Padre nutre per Lui; per cui il suo gesto è restituzione, che
nasce dall’aver dentro di sé la certezza del grande amore del Padre e non solo, per
pagare il prezzo dei nostri peccati. Gesù Cristo è morto per noi non per pagare un
prezzo ma per dire che la vita di ciascuno non ha prezzo. In questa donazione
incondizionata trova senso la vita di ciascuno.
IL TESTIMONE DEL MESE: NONNA BABA
La testimonianza che ascolteremo ora, ci aiuta a capire che quanto il Signore ci ha
donato non è utopia, ma possibilità posta nelle mani di ciascuno. Si tratta di nonna
Baba, una ostetrica cieca in pensione di Magenta che ha conosciuto Santa Gianna
beretta Molla, donna straordinaria e cristiana autentica.
NONNA BABA: Sono Rosalba Servida detta nonna Baba. Ho 80 anni, sono non
vedente ma sono felice. La Gianna io l’ho conosciuta, non mi ricordo proprio perché
la prima volta che mi ha pulito il naso avevo 3 anni. Me la son trovata davanti con in
mano un fazzoletto e mi ha anche pulito gli occhiali; cominciavo già ad avere gli
occhiali perché avevo avuto una meningite e mi aveva torto parecchia vista ed ero una
miope. Lei mi chiamava Baba, era una persona semplice e diretta, accarezzava e
sorrideva, e aveva uno sguardo meraviglioso. L’evento che mi ha colpito più di tutti
nella mia vita è quando siamo andati sul monte Rosa a sciare. Alla sera ci siamo
ricoverate alla Dufur che è un centro e sono lì i lettini e ci si fermava lì alla sera e alla
notte. Ci siamo messe a letto e ci siamo addormentate. A un certo punto sento una che
mi tira “Baba, Baba”: era la Gianna. “Baba dai, andiamo a vedere il sorgere del sole”.
Non l’avesse mai detto: con uno scatto mi sono vestita e siamo uscite, e come siamo
uscite noi sono usciti tutti quanti, eravamo una trentina del Club Alpino Italiano
magentino. Siamo usciti al buio con un fresco meraviglioso, un silenzio stupendo, e a
un certo punto abbiamo cominciato a vedere una riga chiara in cielo e tutti quanti
“ecco lì, comincia l’alba”. Poi due, tre, quattro. E ha cominciato a schiarire. Ed era
un’emozione grandissima. Ma la cosa più bella è quando c’è stato il primo raggio di
sole, un raggio d’oro in cielo. La Gianna a un certo punto si alza di botto e comincia:
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“Ti adoro mio Dio e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio d’avermi creata, fatta
cristiana e conservata oggi”. E ha cominciato a piangere. Piangeva lei, piangevo io,
piangevamo tutti, ed è stata un’emozione che non dimenticherò mai. Credo che in
paradiso ci si senta come mi sono sentita in quel momento sul Monte Rosa.
DOMANDA: Nonna Baba, di Gianna Beretta Molla conosciamo tutti il suo grande
amore per la vita; tanto grande da preferire di morire per dare la vita al suo quarto
figlio. Come ricordi questa vicenda?
NONNA BABA: Lavoravo come ostetrica alla Mangiagalli e lì c’era un’infermiera
che mi dava una mano quando partorivano le donne. A un certo punto mi chiede: “Ma
tu sei di Magenta?”. Le ho risposto: “Sì, son di Magenta”. E continua: “Tu conosci
una certa Gianna Beretta Molla’”. Rispondo: “Certo che la conosco, perbacco! Era la
mia delegata dell’Azione Cattolica, la conosco molto bene”. E mi dice: “Ma lo sai che
è incinta?”. Rispondo: “No, non lo sapevo”. Perché la Gianna era sposata, io mi
facevo i fatti miei e lei i suoi e ogni tanto ci vedevamo ma non è che fosse come
quando ero ragazza. Mi ha detto: “Però non abortisce e quindi ci lascia la pelle”. E
dico: “Come ci lascia la pelle? Tu vorrai scherzare è madre di tre figli”. “ Eh – mi
risponde- è madre di tre figli e ci lascia la pelle per avere il quarto”. Sono rimasta di
sasso. Mollo tutto quanto appena ho un momento di siesta e corro a Monza. E quando
mi vede mi dice: Baba ciao come stai? Sei venuta? Eh.. Ho saputo tutto, dico con aria
molto seria. Ah, l’hai saputo. Hai visto che bello. Che bello che cosa? Aspetto il
quarto figlio. Sì, ma insieme nell’utero, cos’hai insieme al quarto figlio? Baba per
favore queste sono cose mie personali. Senti Gianna, me l’abbraccio. Gianna senti, ma
non hai ancora capito che non esiste un Dio, non esiste la Madonna, non esiste niente,
sono tutte cose che ci siamo messi in mente noi per cercare di vivere con una certa
decenza, ma che tu adesso per salvarne una, ne abbandoni quattro. E lei, mi abbraccia,
sorride e dice: Baba smettila, proprio tu mi vieni a raccontare, ma non esiste? Baba…
E allora avevo capito, ho capito tutto quanto, gli ho detto: ciao Gianna, ciao. E così è
finita. Non l’ho più rivista. Non sono andata al suo funerale e neanche al battesimo
della Gianna, che adesso la figlia è una mia grandissima amica, si chiama Gianna
Emanuela, ha 50 anni, giusti giusti.. ed è finita così. Però ce l’ho sempre dentro di me
la Gianna, vive insieme a me, io vivo insieme alla Gianna, qualsiasi cosa che mi viene
in mente per ringraziare il Signore mi rivolgo un po’ anche a lei. Prima a Dio, ma pure
anche alla Gianna. Gianna Gianna per favore, vedi un po’ qua, un po’ là, e la Gianna
mi da’ una mano, anche adesso, sono sicurissima.
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DOMANDA: Nonna Baba in chiusura ti chiedo un saluto e una preghiera per i
giovani della Diocesi di San Marco Argentano - Scalea.
NONNA BABA: Un augurio, una preghiera, e qualcosa di particolare. Ragazzi la
nonna Baba, ha 80 anni, è riuscita a fare anche le nozze d’oro quindi sulla mano
sinistra porto tre fedi. La vita è una cosa meravigliosa, è una Grazia del cielo. Se
riusciamo a comprendere tutto quanto, avremo una vita felice. La nonna Baba è una
povera deficiente, però il Padre Nostro l’ho detto tutte le mattina, l’Ave Maria, per 80
anni. Adesso con il mio dolcissimo sposo sono la donna più felice della terra. Non mi
manca niente e non desidero nient’altro che essere accarezzata dal mio dolcissimo
sposo, con una carezza sul viso. Ringrazio il Signore e ringrazio anche la Santa
Gianna Beretta Molla, secondo me è lei che mi guida, perché di solito non mi sembra
di essere così brava ad essere così felice. E per quanto riguarda la mia vista che non ho
non mi interessa proprio niente, perché io faccio tutto quello che posso, e quello che
non posso non lo faccio. Vi faccio i migliori auguri e adesso che so che esistete, nelle
mie preghiere non dimenticherò mai di dire una parola e una preghiera per voi.
IMPEGNO PER IL MESE
IN QUESTO MESE MI IMPEGNERO’ A VISITARE UN AMMALATO DI CUI
NON SI RICORDA MAI NESSUNO.
INTENZIONI DI PREGHIERA PER IL MESE DI MARZO
Universale: Perché quanti sono impegnati nella ricerca scientifica si pongano a
servizio del bene integrale della persona umana.
Per l’evangelizzazione: Perché sia sempre più riconosciuto il contributo proprio della
donna alla vita della Chiesa.
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