natale o natività? - Assemblee di Dio in Italia
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natale o natività? - Assemblee di Dio in Italia
NATALE O NATIVITÀ? “ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò Suo Figlio, nato da donna…” (Galati 4:4) Noi ringraziamo Dio per la Natività, per questo Dono meraviglioso che Dio ha dato all’uomo mandando in mezzo a noi Suo Figlio. Vogliamo sempre ricordare con cuore grato la Natività, ma vogliamo anche tenerla distinta, non confonderla e non ridurla alle tradizioni religioso-popolari delle festività natalizie. Vogliamo qui ribadire la nostra posizione riguardo le tradizioni del Natale, senza però scendere in sterili polemiche, ma confrontandole appunto con l’immenso valore della Natività. Affinché, come ricorda l’apostolo Paolo rivolgendosi a cristiani che avevano sperimentato il valore del Dono di Dio, l’esperienza di fede non sia relegata a determinati periodi dell’anno, o a particolari ricorrenze, ma sia un’esperienza che coinvolge la nostra intera esistenza: “In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli che per natura non sono dèi; ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo? Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni!…” (Galati 4:8-10). Le origini del Natale Innanzitutto è importante ribadire che nelle Sacre Scritture non c’è alcun riferimento alla festività del Natale. Non vi è nemmeno prova scritturale o storica che la chiesa del periodo apostolico festeggiasse la nascita di Gesù; anzi, non a caso lo Spirito Santo ha ispirato gli scrittori dei Vangeli, minuziosi nel riportare altri dettagli, a non riportare la data e nemmeno il periodo della nascita di Gesù, avvenuta senz’altro non in dicembre, visto che i pastori visitati dall’angelo che ne dava il lieto annuncio, stavano di notte all’aperto nei campi (cfr. Luca 2:8-11). I cristiani del principio non osservavano nessun tipo di festa religiosa; ogni giorno era un giorno di festa e così oggi, per coloro che fondati sulla grazia vivono nell’amore di Dio, ogni giorno è un giorno di festa nel Signore! “Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati, che sono l'ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo” (Colossesi 2:16-17). Si comincia ad avere notizia del Natale soltanto nel IV° secolo dopo Cristo, quando gran parte della cristianità istituzionalizzata, a motivo del connubio con il potere temporale, si era sviata dalla verità biblica e la fiamma dello Spirito Santo si era spenta nella chiesa ufficiale. Le date scelte per la celebrazione del Natale: il 6 gennaio in Oriente e il 25 dicembre in Occidente, vanno a sostituire due feste pagane; in particolare a Roma nel 335/6 d.C., il Natale sostituisce il culto pagano al diosole. Riguardo le tradizioni religiose, l’apostolo Pietro si esprime con queste parole: “Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza… sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi” (I Pietro 1:14, 18-20). Il Natale rappresenta una mescolanza di tradizioni e rituali anche di origine pre-cristiana. Il 25 dicembre infatti, nel mondo germanico/celtico veniva celebrata la festa solstiziale di Yule. Durante la notte del 24 si pensava che i morti visitassero le proprie famiglie terrene e per questo si faceva trovare loro una tavola imbandita; le veglie e i preparativi della vigilia del Natale prendono riferimenti anche da queste antiche credenze. Il Natale fa parte di quelle tradizioni religiose che creano una particolare “atmosfera” e ci davano la sensazione, o meglio l’illusione, di essere più vicini a Dio. In realtà, finché non abbiamo conosciuto la Verità che ci ha resi liberi, “eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo” (Galati 4:3). Ora conoscere Cristo ci ha resi liberi da ogni condizionamento estraneo alla Scrittura; dobbiamo perciò custodire questa libertà e testimoniare al mondo di una vita cambiata in ogni cosa. “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù” (Galati 5:1). Abbiamo inoltre il dovere di fare in modo che la nostra libertà non sia di inciampo per coloro che sono deboli nella fede o ancora schiavi delle tradizioni del mondo. Come cristiani che ricercano la fedeltà alla verità biblica, siamo chiamati a fare delle scelte nette di coerenza cristiana, fondati solo sulla Parola di Dio e non guardando a cosa fanno gli altri; la Bibbia deve essere la sola nostra guida. Dobbiamo però fare attenzione a non andare all’estremo opposto e dimenticare cosa deve rappresentare per i figli di Dio la Natività. La Natività rappresenta la manifestazione del Dono perfetto “Dio mandò suo Figlio”. Il profeta Isaia secoli prima profetizzò riguardo il Dono di Dio: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Isaia 9:5). L’apostolo Giovanni ci dice che si tratta di un Dono d’amore: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Capire il significato della Natività non porta ancora oggi alla mangiatoia, perché Gesù non nasce ogni anno e i veri credenti non Lo ricordano come un piccolo bambino, ma come il Re dei re, Signore dei signori! Tanto meno porta al consumismo di questi giorni; la Natività porta invece alla croce! “…perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesú, nostro Signore” (Romani 6:23). Gesù stesso evidenziò il bisogno che ciascun individuo ha di conoscere personalmente il Dono di Dio: “Gesú le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed Egli ti avrebbe dato dell'acqua viva” (Giovanni 4:10). La Natività rappresenta l’effetto spirituale del Dono perfetto in noi “Dio mandò suo Figlio… affinché noi ricevessimo l'adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: Abbà, Padre” (Galati 4:4-6). Attraverso Gesù, il Dono perfetto, siamo stati adottati nella famiglia di Dio, fatti figli Suoi. “…perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù” (Galati 3:26). E’ il Dono di Dio che compie in noi il miracolo di trasformarci da semplici creature di Dio a figli Suoi. “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo” (1 Giovanni 3:1). E’ un Dono offerto a chiunque ed anche tu puoi riceverLo nel tuo cuore e ricevere così la certezza di poter rivolgerti a Dio come il tuo Padre celeste; ricevendo tutte le attenzioni, le cure e la sicurezza che solo Lui può donarti. “Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non L'ha conosciuto. E’ venuto in casa sua e i suoi non L'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che L'hanno ricevuto Egli (Gesù) ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome” (Giovanni 1:10-12). La Natività rappresenta anche l’effetto pratico del Dono perfetto attraverso noi Gustare l’amore di Dio vivendo nella fede in Cristo Gesù, non solo non può essere relegato a qualche periodo dell’anno, ma nemmeno deve essere relegato unicamente alla sfera spirituale, interiore, della nostra esistenza. Se il Dono di Dio è stato da noi veramente compreso produrrà dei frutti visibili, degli effetti pratici che ci spingeranno a condividere con il nostro prossimo questo amore. “In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (I Giovanni 4:10-11). Anzi, l’amore fraterno che dimostreremo sarà garanzia dell’Amore perfetto che diciamo di aver sperimentato. “Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo. Se uno dice: "Io amo Dio", ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da Lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello” (I Giovanni 4:19-21). Non possiamo dire a parole di amare il Padre e di vivere nel Suo amore, se siamo indifferenti ai bisogni, alle sofferenze, di coloro che Dio stesso ha messo al nostro fianco. “Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità” (I Giovanni 3:16-18). Ebbene, quest’anno ti accontenterai solamente di festeggiare il Natale, con le sue luci che oggi sono accese ma domani inevitabilmente si spegneranno; oppure sceglierai di accogliere il Dono di Dio nel tuo cuore, realizzando il valore e il significato spirituale e pratico della Natività, che ti accompagneranno per tutta la vita? Mauro Stevanato “Cristiani Oggi” - dicembre 2006