nel primo centenario della nascita di giuseppe casciaro

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nel primo centenario della nascita di giuseppe casciaro
NEL PRIMO CENTENARIO
DELLA NASCITA DI GIUSEPPE CASCIARO
Chi voglia enumerare le opere di Giuseppe Casciaro si trova di
fronte ad una mole tale di lavori da essere tentato di definire il pittore salentino il « fa' presto » del pastello; ma quando al numero veramente notevole delle opere si voglia accoppiare la maestria dell'esecuzione si ha un quadro preciso della statura dell'artista salentino.
Nato in Ortelle il 9 marzo 1863 e rimasto orfano in tenera età, fu
cresciuto da un sacerdote, zio paterno, che lo fece studiare a Maglie
presso il Liceo-Ginnasio Capece. Ottenuta la licenza ginnasiale, abbandonò gli studi classici e si diede a frequentare la scuola di disegno dei
prof Paolo Emilio Stasi, che in quel tempo fioriva nella città di Maglie, accogliendo tutti i giovani di Terra d'Otranto che mostravano
tendenza per l'arte. Accertatosi ben presto delle spiccate capacità artistiche, lo Stasi consigliò il Casciaro di recarsi a Napoli con una sua
lettera di presentazione per il Segretario della Società di Belle Arti
« Salvator Rosa », prof. Enrico Gianelli da Parabita, ex discepolo dello stesso Stasi. A chi scrive queste note il prof. Enrico Giannelli, nella
sua tarda età, rammentò spesso quella lettera con palese compiacimento per la brillante carriera artistica del Casciaro.
Ottenuta l'iscrizione nell'Istituto di Belle Arti di Napoli, il Casciaro, al termine del primo biennio, presentò alcuni lavori che furono giudicati eccellenti dalla commissione esaminatrice, composta dai noti artisti Domenico Morelli, Filippo Palizzi e il grande salentino Gioacchino
Torna. Frequentò poi la scuola dei fremmenti di gesso sotto la guida
di Stanislao Lista e quindi lo studio di Filippo Palizzi e Domenico
Morelli.
Ma nella Napoli dell' 800, che vantava nomi di famosi artisti,
il nostro salentino stentò dapprima a farsi strada, confuso nella
massa dei giovani pittori di provincia e quindi sottoposto al vaglio di
una critica quanto mai severa, legata agli schemi stilistici dell'olandese Van Pitloo, che nella città partenopea aveva tenuto scuola insegnando l'arte di ritrarre il paesaggio. Per questo gli inizi della carriera
artistica del Casciaro non furono felici, e soprattutto perché il nostro
giovane artista si dimostrava impacciato nella scelta del genere pittorico più congeniale al suo temperamento e alla sua ispirazione.
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Furono i pastelli dell'abruzzese Paolo Michetti ad indirizzare il
Casciaro sulla strada buona. La freschezza dei colori e l'immediatezza
delle opere del Michetti impressionarono a tal punto il nostro artista
da spingerlo a tentare il nuovo genere.
Infatti, i primi tentativi furono felicissimi e nel 1887, a 24 anni,
colse il primo successo alla mostra della « Promotrice Salvator Rosa »
con unidici studi a pastello (marine e paesaggi), ammiratissimi da artisti e critici.
Ottenuto questo primo succeso il Casciaro fece ritorno alla sua
Ortelle, dove per alcuni mesi lavorò con tanta lena da metter su un
numero notevole di pastelli, tutti inquadrati nell'ambiente della sua
Ortelle e della marina di Castro, tema quest'ultimo che il nostro artista
predilesse in modo particolare trattandolo in oltre cinquanta opere.
Con l'anno 1892 ha inizio la serie delle sue ottantotto esposizioni
in Italia e all'estero, che lo vedono presente fino al 1911 a Palermo,
Torino, Parigi, Roma, Milano, Anversa, Venezia, Principato di Monaco,
Angers, Monaco di Baviera, Berlino, Barcellona, Praga, Firenze, Bruxelles, Digione, Vienna, Pietroburgo, Amburgo, Verona, Glasgow, Atene, Dusseldorf, Madrid, Londra, St. Louis, Liegi, Rimini, Buenos
Ayres, Santiago.
Nella Esposizione Nazionale di Milano del 1906 il Casciaro presentò 66 lavori dal titolo « Castro e dintorni », che sulla scorta del volume « Artisti napaletani viventi di E. Giannelli. (Napoli Tip. Melfi e
Joele, 1916), ci piace qui riportare, perché riproducuno il paesaggio di
luoghi salentini a noi noti :
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Castro. Di mattino.
Castro. Scirocco.
Ortelle. Prugne e Carmela.
Castro. Bosco.
Ortelle. Il mio giardino.
Castro. Tempesta.
Ortelle. Vecchio alveare
Castro. Il cipresso.
Castro. Malvoni.
Ortelle. Quercia.
Castro. Mare di fondo.
Castro. Gli alberi.
Ortelle. Grano maturo.
Castro. Vecchi ulivi.
Castro. Salvia silvestre.
Castro. Lo scoglio della grotta del Conte.
Ortelle. Una terrazza ad Ortelle.
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Romanelli. Nel porto Romanelli.
Ortelle. La raccolta delle mandorle.
C a stro. Ultime luci.
Diso. Una via di Diso.
'Castro. Mare rosso.
Castro. Dalle tagliate.
Romanelli. Barche nel porto.
Castro. Nelle grotte.
Ortelle. Tramonto d'inverno.
Andrano. Carmela e Carolina.
Badisco. Dall'alto.
Miggiano. Porto Miggiano.
Castro. Approdo di paranze.
Castro. Calma.
Castro. Dalle torri di Castro.
Castro. Verso la Zinzulusa.
Castro. Piccoli ulivi.
Castro. Dal Mucurune.
Castro. Barche a sera.
Castro. Tra gli ulivi.
Ortelle. Funghi.
Castro. Nel porto meriggio.
Ortelle. Uve.
Castro. Biancate.
Castro. Elci.
Alimini. Il lago di Alimini.
Castro. Prima del temporale.
Castro. Sul Mucurune.
Castro. Capre pascenti.
Santa Cesarea. Ulivi.
Castro. Presso il porto.
Castro. Il porto di Castro.
Castro. Nel bosco in estate.
Ortelle. Risveglio.
Ortelle. La siepe devastata.
Acquaviva. Nel porto di Acquaviva.
Castro. Tramonto sulla spiaggia.
Ortelle. La mia vecchia casa.
Castro. La città.
Castro. La baia di Castro.
Castro. Elci, tempo grigio.
Vignacastrisi. Sull'aia.
Ortelle. Canneto.
Ortelle. La zucca del cortile.
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Paesaggio (disegno a carbone)
Palude (disegno a carbone)
Notturno (disegno a carbone)
Sera (disegno a carbone)
Tempo grigio (disegno a carbone)
La mostra di Milano fu un vero successo. Lo stesso sovrano Vittorio Emanuele III acquistò due pastelli colorati: « Castro. Nel porto
meriggio » e « Il porto di Castro », e invitò poi l'artista salentino a
dare lezione di pastello a S.M. la Regina Elena.
Le lezioni ebbero inizio nel maggio dello stesso anno 1906 a Villa
Ada e continuarono per vari anni al Quirinale e nella reggia di
Racconigi. Alla regina si unirono altre due auguste discepole : la principessa Vera di Montenegro e la principessa Elena di Serbia.
Ottenne moltissimi premi in medaglie d'oro, d'argento e di bronzo; fu professore onorario dell'Istituto di Belle Arti di Napoli e di
quello di Urbino, nonchè socio delle Accademie di Brera in Milano,
diVienna, di Bologna e di Anversa.
Si spense in Napoli nel 1945.
I suoi quadri, sparsi in tutto il mondo, sono sempre molto ricercati e altamente quotati. Nella pinacoteca « E. Giannelli » di Parabita,
che raccoglie opere dei migliori artisti dell'800 napoletano, si conserva un pastello colorato del Casciaro, con dedica al Giannelli, dal titolo
« Marina di Castro », opera veramente stupenda, suggestiva nell'impostazione e fresca nei colori.
A ragione Salvatore Di Giacomo scriveva : « Un pastello di Casciaro
ha del Bach e del Mozart; e talvolta è tragico e profondo, anche, come
una commossa voce beethoveniana... la voce di questo mirabile artista
ha tutti gli accenti : e ha un foga e il sospiro, l'impeto e la tenerezza,
un grido e un sussurro ».
ALDO DE BERNART
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