Avviso rischio introduzione di Halyomorpha halys, un nuovo insetto
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Avviso rischio introduzione di Halyomorpha halys, un nuovo insetto
Avviso rischio introduzione di Halyomorpha halys, un nuovo insetto esotico dannoso alle colture Halyomorpha halys è una specie invasiva, polifaga, originaria dell’Estremo Oriente, rilevata per la prima volta negli Usa nel 2001, e divenuta un’emergenza fitosanitaria nel nord America a partire dal 2006, quando sono stati segnalati in Pennsylvania i primi danni di rilevanza economica. In questi ultimi anni l’intensità del danno e l’area di diffusione si sono ampliate notevolmente, fino a compromettere talvolta l’intera produzione di numerosi frutteti di melo e pesco negli Stati Uniti. La sua presenza preoccupa anche i viticoltori, sia perché le punture favoriscono le infezioni botritiche, sia per le complicazioni enologiche dovute alla presenza di adulti svernanti nel grappolo alla vendemmia. In Europa le prime segnalazioni risalgono al 2007 a Zurigo (Svizzera) e nel Liechtenstein su piante ornamentali. Al momento è diffuso anche nel Canton Ticino. Nella primavera del 2013 è stato trovato per la prima volta nei dintorni di Modena e successivamente Milano e Monza, dove è diffusissimo nei parchi e viali alberati. È arrivato anche in Piemonte dove per la prima volta in Italia sono stati segnalati danni nei frutteti (pescheti). In questi giorni nei giardini pubblici di Milano sono segnalati migliaia di individui sui baccelli delle leguminose, ma anche su acero e altre piante. Anche in Trentino Alto Adige sono allarmati e nel mese di maggio di quest’anno si è tenuta un incontro informativo su questa possibile avversità. Finora NON sono note segnalazioni nella nostra provincia. Considerata tuttavia la potenziale pericolosità per la melicoltura e viticoltura valtellinesi, si forniscono alcuni elementi conoscitivi per poter individuare la specie e segnalarla tempestivamente alla Fondazione Fojanini o in alternativa a ERSAF-Servizio Fitosanitario regionale, dott. Paolo Culatti 02-67404305. Aspetto esterno Si tratta di una grossa cimice, di lunghezza superiore al centimetro (da 12 a 17 mm), che somiglia anche ad alcune specie nostrane. In particolare la cimice che più somiglia a questa specie è Rhaphigaster nebulosa, una cimice grigia particolarmente puzzolente ma del tutto innocua. Poiché è possibile confondere questa specie con altre, si forniscono delle foto utili per l’identificazione. In ogni caso, vista l’estrema facilità a confondere questa specie con altre cimici “nostrane”, vi invitiamo comunque a portarci gli esemplari anche in caso di dubbio. Halyomorpha halys ha forma più tozza e “quadrata” Rhaphigaster nebulosa ha forma più slanciata Halyomorpha halys non presenta spine sulla parte inferiore del corpo Gli stadi immaturi di Halyomorpha halys presentano caratteristiche spinette sul torace La specie “innocua” presenta una grossa spina sulla parte inferiore del corpo Gli stadi immaturi di Rhaphigaster nebulosa non hanno le spine Quali sono le piante che attacca? Halyomorpha halys è una specie estremamente polifaga. Attualmente si conoscono più di 300 piante ospiti, che vanno dalle ornamentali, alle piante ortive e da frutto. In Italia finora è stato rinvenuta prevalentemente su piante ornamentali, ma come già detto sono segnalati danni sui peschi. Tra le piante ornamentali sembra preferire la Buddleja davidii, la Paulownia (probabilmente si nutre dei baccelli), Leguminose in genere e altre ornamentali o arboree infestanti, come l’Ailanto. Tra le piante agrarie sono annoverate pesco, melo, vite, mais, pomodoro, lampone e molte altre. Biologia e danni L’insetto compie da una a due generazioni all’anno e svernano gli adulti in ripari di diversa natura (compresi magazzini e abitazioni). Questi si presentano spesso in massa avendo comportamento gregario. Tra aprile e maggio gli esemplari svernanti riprendono l’attività e si portano sulla vegetazione, dove si nutrono e si accoppiano; in giugno-luglio le femmine depongono uova a gruppi di 20-30 nella pagina inferiore delle foglie, e da qui inizia la generazione dell’anno. Avendo apparato boccale pungente succhiante, l’insetto è in grado di pungere la frutta. Il danno sulle mele è una puntinatura superficiale con deformazione del frutto, a cui corrisponde una specie di butteratura sotto la buccia (vedere fotografie). Non è detto che necessariamente questo insetto possa arrivare in tempi brevi nella nostra provincia, ma la probabilità è elevatissima, tenuto conto che nei parchi di Milano, in questi giorni se ne trovano a migliaia. Nel caso arrivasse in Valtellina, potrebbe causare danni qualora trovi condizioni idonee allo sviluppo nei nostri coltivi. Chiediamo pertanto a tutti gli operatori del settore frutticolo-viticolo e anche ai comuni cittadini, di segnalare la presenza di esemplari che potrebbero somigliare alla specie descritta, alla Fondazione Fojanini o al Servizio Fitosanitario Regionale (dott. Paolo Culatti). Occorre tenere presente che in autunno-inverno il comportamento della specie è quello di costituire degli aggregati di numerosi individui, e di entrare anche nelle abitazioni e/o magazzini per lo svernamento. Si raccomanda la massima attenzione anche nel caso che arrivino cassoni vuoti della frutta con i camion, in quanto potrebbero provenire da zone come l’Emilia Romagna dove la specie è presente e ormai infeudata. Anche i bancali di materiale di altro tipo (materiale edilizio ecc.) possono essere un mezzo di trasporto e introduzione di questa specie invasiva, se provengono da zone “infestate”. Esempi di danni su mele, pesche e mais: Fonti: Pennstate, college of agricoltural sciences, e Tracy Leskey – USDA-ARS Research Station, Kearneysville. Appalachian Fruit Si ringraziano per la collaborazione Paride Dioli del Museo di Civico di Storia Naturale di Morbegno, che ha confermato la determinazione dei primi individui trovati in Italia, e Paolo Culatti di ERSAF-Servizio fitosanitario regionale. Fondazione Fojanini di Studi Superiori, 5 settembre 2014