Contributo di due studi internazionali sull
Transcript
Contributo di due studi internazionali sull
Expressions•26•italien 15/05/07 11:40 Page 13 Dalla parte del paziente Contributo di due studi internazionali sull’epidemiologia delle allergie respiratorie I risultati delle prime fasi di alcuni grandi studi multicentrici internazionali condotti negli anni ’90 hanno permesso di prevedere la prevalenza dell’asma e dell’allergia. Nuovi dati emersi da questi lavori indicano i fattori legati alla prevalenza e all’evoluzione dell’asma e della rinite. tudi trasversali realizzati negli anni 19701980, hanno suggerito un aumento della prevalenza dell’asma e della rinite allergica (RA), e importanti variazioni tra i paesi. Le variazioni erano però da interpretare in modo prudenziale, in quanto i metodi utilizzati nei diversi paesi non erano standardizzati e i criteri di definizione dell’asma non erano sempre gli stessi. Per questo motivo negli anni ’90 sono stati realizzati due vasti studi internazionali multicentrici. S Metodologia degli studi e risultati delle prime fasi Studio europeo sulla salute respiratoria (ECRHS – European Community Respiratory Health Survey) Si tratta di uno studio multicentrico longitudinale realizzato in due parti. • La prima parte (ECRHS 1) è stata realizzata nel 1991-1993 in 48 centri di 22 paesi. In ogni centro un campione rappresentativo di 3.000 adulti di età tra i 20 e i 44 anni ha risposto ad un autoquestionario sui sintomi dell’asma e della rinite e un sotto campione (600 soggetti) è anche stato oggetto di una visita allergologica molto completa ed un test di funzionalità respiratoria molto completo. La prevalenza delle crisi di asma (nei 12 mesi precedenti) variava da 1,3% a 9,7% secondo i centri (mediana: 3,1%); per la RA, la mediana era del 20,9% (estremi: 9,5 e 40,9%) [1]. Le prevalenze erano particolarmente elevate nei paesi anglosassoni e più basse nei paesi mediter- ranei e in Europa orientale; il livello di prevalenza si riduceva secondo un gradiente Nord-Sud e soprattutto Ovest-Est. • Un secondo studio longitudinale (ECRHS II) è stato realizzato nel periodo 1998-2003 su oltre 10.000 soggetti già esaminati nel corso della prima parte, allo scopo di individuare i fattori legati all’incidenza (remissione) dell’asma, della RA e dell’atopia. Lo studio ISAAC (International Study of Asthma and Allergies in Childhood – Studio internazionale dell’asma e delle allergie nell’infanzia) Questo studio ha confrontato le prevalenze internazionali e regionali dell’asma e delle allergie in bambini tra i 6 e i 7 anni e nei giovani tra i 13 e i 14 anni in 155 centri di 56 paesi. Le variazioni della prevalenza tra i centri erano molto forti: per esempio nel gruppo degli adolescenti, nei dodici mesi precedenti, da 1,6% a 36,8% per l’asma, dal 1,4% a 39,7% per la RA e da 0,3% a 20,5% per l’eczema [2]. Le differenze geografiche di prevalenza seguivano le stesse tendenze osservate nello studio ECRHS I. In alcuni dei centri partecipanti, negli anni 2000 è stata realizzata una seconda fase (ISAAC II) tesa a identificare i fattori determinanti le differenze di prevalenza osservate. Infine una ripetizione dello studio di prevalenza (ISAAC III) è stato effettuato nel periodo 2002-2003, circa sette anni dopo la prima parte dello studio. 13 Expressions•26•italien 15/05/07 11:40 Page 14 Dalla parte del paziente Studio di prevalenza della rinite allergica in Europa occidentale In questo studio, condotto in adulti di sei paesi dell’Europa occidentale, la prevalenza di RA era del 23%, con variazioni dal 29% in Belgio al 17% in Italia [3]. Recente evoluzione epidemiologica Il periodo intercorso tra le due fasi dello studio ECRHS è stato caratterizzato, in questa popolazione, da un aumento dello 0,8% di casi di crisi di asma riferite e del 2,1% di casi di asma trattata; non si sono riscontrati invece aumenti dei sintomi di asma riferiti dai pazienti [4]. Esiste inoltre un aumento netto di prevalenza della RA, sopratttutto tra i più giovani: per esempio, nei soggetti che avevano tra i 20 e i 24 anni nel 1992, tale aumento è stato del 6,9%. Tale tendenza riflette il decorso naturale della malattia. I dati emersi dallo studio ISAAC III sono di più complessa interpretazione. Nell’insieme, gli aumenti di prevalenza per l’asma, la rinocongiuntivite allergica o l’eczema sono due volte più frequenti delle diminuzioni. Gli aumenti sono osservati più spesso tra i bambini che tra gli adolescenti. L’aumento delle allergie è più netto per l’eczema nel gruppo dei bambini più piccoli e per la rinocongiuntivite a ogni età. Invece, nei centri a più alta prevalenza iniziale, la prevalenza dei sintomi di asma negli adolescenti è più spesso diminuita che aumentata [5]. 14 Asma e obesità Numerosi studi recenti hanno mostrato una relazione tra l’asma e l’indice di massa corporea (IMC), soprattutto nella donna. Nello studio ECRHS II, i dati di 11.277 partecipanti (34 centri) hanno permesso di concludere che esiste un’associazione tra l’iperreattività bronchiale e l’IMC. Questa relazione non è stata trovata però né con la RA, nè con i marcatori serici dell’atopia. Poiché l’iperreattività bronchiale è associata all’IMC, si può suggerire che tale associazione non è in rapporto né con l’aumento di controlli diagnostici, né con una più forte percezione dei sintomi da parte della popolazione obesa [9]. Un aumento nei più giovani L’aumento dell’incidenza dell’asma in funzione della coorte di nascita è stata ben dimostrata. Quindi per esempio il rischio di sviluppare un’asma a 20 anni in soggetti nati nel periodo 1966-1971 era più che doppia rispetto ai soggetti nati negli anni 1946-1950 [6]. Tabagismo e rischio d’asma Lo studio ECRHS II ha presentato dati in favore di una relazione tra tabagismo passivo e lo sviluppo di sintomi respiratori nell’adulto. Su 4.219 partecipanti non fumatori, 16,9% erano fumatori passivi per tutto il tempo dello studio e 6,7% lo sono diventati durante lo svolgimento dello studio. L’esposizione continua al fumo è stata associata a un rischio di affanno sotto sforzo accresciuto del 69% e a un rischio raddoppiato di tosse persistente [10]. Una iperreattività bronchiale maggiore nei fumatori attivi è peraltro un dato ben consolidato. Un rischio più alto nelle donne Un’analisi retrospettiva dei dati ECRHS I ha osservato l’incidenza dell’asma secondo il sesso e in diversi periodi di vita [7] : - nell’infanzia, le bambine sono significativamente meno a rischio di sviluppare l’asma rispetto ai maschi; Asma e rinite allergica L’asma e la RA coesistono frequentemente. Due le ipotesi: o le due patologie condividerebbero fattori di rischio comuni e potrebbero essere manifestazioni differenti di un medesimo terreno atopico oppure la RA potrebbe essere un fattore di rischio di asma. Fattori personali legati all’asma e alle allergie respiratorie L’iperreattività bronchiale è associata all’indice di massa corporea. - nella pubertà, il rischio è quasi equivalente nei due sessi; - dopo la pubertà, il rischio è più alto nelle donne che negli uomini. Tra le diverse ipotesi avanzate per spiegare queste tendenze, quella del ruolo degli ormoni sessuali femminili è al momento allo studio, in particolare a partire dai dati dello studio ECRHS II. Tale ipotesi poggia sull’osservazione di una prevalenza più alta dell’iperreattività bronchiale nelle donne che negli uomini [8]. Anche l’asma non allergico sembra peraltro più diffuso nelle donne che negli uomini. Expressions•26•italien 15/05/07 11:40 Page 15 A partire dai dati dell’ECRHS I, si ritrova una forte associazione tra asma e RA in tutti i centri partecipanti e i risultati suggeriscono che la RA potrebbe aumentare il rischio di asma [11]. la fase longitudinale dello studio ECRHS permetterà di verificare questa ipotesi. Prevalenza dell’asma atopico e allergeni in causa Le percentuali di casi di asma attribuibili a una sensibilizzazione agli aeroallergeni IgE-mediata è stata studiata nella coorte ECRHS, dosando le IgE specifiche degli acari della polvere di casa, del gatto, delle graminacee, del Cladosporium herbarum e di un allergene locale. La frazione attribuibile all’atopia nei sintomi di asma era del 30%, ma variava in modo significativo tra i diversi centri, da 4 a 61% [12]. E’ stato anche dimostrato che la sensibilizzazione alle muffe (Alternaria alternata, Cladosporium herbarum o entrambi) era un fattore di rischio di asma grave nell’adulto [13]. Infine la sensibilizzazione ad almeno uno degli allergeni comuni (acari, pollini o epiteli animali) è aumentata nella coorte di nascita più recente, legando questo fenomeno principalmente a una più forte prevalenza delle sensibilizzazioni alle graminacee. In ogni fascia di età, la sensibilizzazione alle graminacee è più importante nelle coorti di nascita più recente. Le sensibilizzazioni agli allergeni del gatto, invece, sono diminuite in ogni gruppo di età [14]. Ipotesi etiopatogeniche Tra i fattori ambientali classici che sembrano legati all’aumento delle patologie allergiche, si può considerare l’esposizione agli allergeni dell’ambiente interno, aggravati dal confinamento frequente in appartamento, tipico dello stile di vita attuale nei paesi industrializzati. L’esposizione agli inquinanti chimici dell’ambiente interno come il tabacco, potrebbe potenziare questo fenomeno. Una recente ipotesi, detta “ipotesi igienica”, permette di pensare che le infezioni batteriche della prima infanzia potrebbero avere un effetto protettivo rispetto alla comparsa dell’atopia e della malattia allergica. Questa ipotesi poggia su dati immunologici relativi alla maturazione del sistema immunitario nel lattante ed è consolidata da numerosi studi epidemiologici che indicano che “lo stile di vita occidentale” (caratterizzato da profonde modificazioni delle condizioni di igiene in cui vengono cresciuti i bambini, così come da cambiamenti importanti nell’habitat, nell’alimentazione e nel tempo libero) è responsabile, almeno in parte, del forte aumento delle allergie. Il ruolo delle ipotesi alimentari resta da definire. Infine l’obesità e la ridotta attività fisica sembrano fattori legati al rischio di sviluppo di iperreattività bronchiale e di asma. Le allergie respiratorie pongono un importante problema di salute pubblica nella maggior parte dei paesi industrializzati. Proseguono gli studi per identificare i fattori di rischio legati a queste patologie, così come altri meccanismi più complessi, come i fattori ormonali e la loro interazione con fattori legati all’obesità nella donna o le interrelazioni tra attività fisica, iperreattività bronchiale e asma. Dr F. Neukirch, Inserm U 700, Facoltà Xavier-Bichat, Parigi (Francia) 1. Variations in the prevalence of respiratory symptoms, self-reported asthma attacks, and use of asthma medication in the European Community Respiratory Health Survey (ECRHS). Eur Respir J 1996;9:687-95. 2. Worldwide variation in prevalence of symptoms of asthma, allergic rhinoconjunctivitis, and atopic eczema: ISAAC. The International Study of Asthma and Allergies in Childhood (ISAAC) Steering Committee. Lancet 1998;351:1225-32. 3. Bauchau V, Durham SR. Prevalence and rate of diagnosis of allergic rhinitis in Europe. Eur Respir J 2004;24:758–64. 4. Chinn S, Jarvis D, Burney P et al. Increase in diagnosed asthma but not in symptoms in the European Community Respiratory Health Survey. Thorax 2004;59:646-51. 5. Asher MI, Montefort S, Bjorksten B et al. Worldwide time trends in the prevalence of symptoms of asthma, allergic rhinoconjunctivitis, and eczema in childhood: ISAAC Phases One and Three repeat multicountry cross-sectional surveys. Lancet 2006;368:733-43. 6. Sunyer J, Anto JM, Tobias A, Burney P. Generational increase of self-reported first attack of asthma in fifteen industrialized countries. European Community Respiratory Health Study (ECRHS). Eur Respir J 1999;14:885-91. 7. De Marco R, Locatelli F, Sunyer J, Burney P. Differences in incidence of reported asthma related to age in men and women. A retrospective analysis of the data of the European Respiratory Health Survey. Am J Respir Crit Care Med 2000;162:68-74. 8. Leynaert B, Bousquet J, Henry C, Liard R, Neukirch F. Is bronchial hyperresponsiveness more frequent in women than in men? A population-based study. Am J Respir Crit Care Med 1997;156:1413-20. 9. Chinn S, Jarvis D, Burney P; European Community Respiratory Health Survey. Relation of bronchial responsiveness to body mass index in the ECRHS. Thorax 2002;57:1028-33. 10. Janson C, Künzli N, Chinn S et al. Long term effects of environmental tobacco smoke in the European Community Respiratory Health Survey II. Eur Respir J 2006;28(Suppl. 50):528s. 11. Leynaert B, Neukirch C, Kony S et al. Association between asthma and rhinitis according to atopic sensitization in a population-based study J Allergy Clin Immunol 2004;113:86-93. 12. Sunyer J, Jarvis D, Pekkanen J et al.; European Community Respiratory Health Survey Group. Geographic variations in the effect of atopy on asthma in the European Community Respiratory Health Study. J Allergy Clin Immunol 2004;114:1033-9. 13. Zureik M, Neukirch C, Leynaert B. Sensitisation to airborne moulds and severity of asthma: cross sectional study from European Community respiratory health survey. BMJ 2002;325:411-4. 14. Jarvis D, Luczynska C, Chinn S et al. Change in prevalence of IgE sensitization and mean total IgE with age and cohort. J Allergy Clin Immunol 2005;116:675-82. 15