Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI
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Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI
Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 CASERTA - La carriera di Ireland è legata in particolar modo alla Lotus, alla quale regalo’ la vittoria del Gran Premio degli Stati Uniti del 1961,celebre e piu’ che eloquente il suo ricordo di Colin Chapman durante gli anni in cui era driver del team Lotus: ‘’ - Nel '59 ruppi i freni per quattro volte... non nel senso che non funzionarono perfettamente, non li avevo proprio più. Come se il condotto dell'olio dei freni fosse stato tranciato. Così, beh, quando mettevo giù il piede per frenare, l'olio cominciava a schizzare per aria. Ho sempre creduto che Colin sarebbe diventato un genio per il tuo talento di progettare e tutto, se avesse potuto superare questa idea malsana di fare le macchine dannatamente troppo leggere. Voglio dire, l'idea di Colin riguardo alle macchine da corsa era che doveva vincere la corsa e, dopo aver attraversato il traguardo, collassare in un mucchio di rottami. Se non lo faceva, voleva dire che la macchina era troppo resistente." Robert MacGregor Innes Ireland nacque a Mytholmroyd, West Yorkshire il 12 giugno 1930. Era il figlio minore di un veterinario scozzese William Alexander Ireland e di sua moglie Mary Margaret Arthur). 1/7 Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 Nonostante la sua reputazione come ‘’ attaccabrighe ‘’, Innes proveniva dall’ambiente della Chiesa Presbiteriana Scozzese; suo zio era un ministro della Chiesa di Scozia e suo nonno, Allan Ireland, tenuto conferenze per conto della Hope Trust, un organizazione para-ecclesiastica. Innes frequento’ una scuola di preparazione a Chipping Campden prima che con la sua famiglia tornasse in Scozia all'inizio del Seconda guerra mondia,la Kirkudbright High School dove sia lui che suo fratello Allan eccellevano nello sport, ed infatti, Innes rappresento’ la Scozia per ben due volte all’Air Training Corps Rugby Internationals contro l'Inghilterra, ed una volta in atletica, uno sport in cui continuo’ a competere ancora nei primi anni ‘50. Poi Innes lascio’ la scuola per svolgere un periodo di apprendistato in ingegneria-aeromeccanica con la Divisione Aero di Rolls Royce a Glasgow e dopo, al Motor Division a Londra, dove visse per un po' a bordo di una vecchia cannoniera ormeggiata sul Tamigi a Chelsea. In questo periodo ricevette in eredita’, per volonta’ di un amico di famiglia, un 3000 cc Red Label Bentley. Questo periodo fu rattristato dalla morte prematura della madre avvenuta a causa di un tumore. Ireland gia’ dall’eta’ di dodici anni era attratto dalle gare automobilistici ed era un accanito lettore d di Tim Birkin 'Full Throttle'. Nel 1947, come spettatore, pote’ assistere al primo evento automobilistico della Scozia del dopoguerra il Bo'ness Hillclimb. Nel 1951 partecipo’ ad una corsa automobilistica per la prima volta,il Daily Express Trophy a Silverstone, poi sospeso a causa della pioggia. Mosso dall’entusiasmo Innes disputo’ il suo primo vero evento automobilistico, la Tim Birkin Memorial Trophy a Boreham il 17/5/1952 alla guida della sua Bentley, e si classifico’ al 4° posto. Nel 1953 fu chiamato ad assolvere il Servizio Nazionale, fu arruolato come tenente ed avviato ai Kings Own Scottish Borderers. Subito dopo fu distaccato presso il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti di stanza in Egitto, per poi tornare ad Aldershot nell'estate del 1954. Al suo ritorno in Inghilterra, Ireland acquisto la Riley Nine di Alec Calder Brooklands.Calder, ironia della sorte, era il cugino di uno studente ancora diciottenne che si chiamava Jim Clark. L’intento di Innes era quello di usare la macchina per partecipare a qualche competizione nei successivi due anni. Il 30 ottobre del 1954 Innes sposo’, nella chiesa parrocchiale di Scalby nello Yorkshire,Norma Thomas, un insegnante di scuola di Scarborough che aveva conosciuto durante la sua permanenza a Londra. Nella primavera del 1955 lascio’ l’esercito e per un po’ di tempo lavoro’ alla Rolls Royce, prima di iniziare il commercio di auto in societa’ con il suo amico John A. Mason, un garagista, che si trovava al Golden Acres vicino Elstead nel Surrey, specializzato nella riparazione di Bentley e Rolls Royce. 2/7 Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 Innes gareggio’ con la Riley presso il vicino circuito di Goodwood in due occasioni, nel 1955, con una vittoria; e due volte nel 1956, di nuovo con una vittoria. Il maggiore Rupert Robinson, un collega di suo fratello Allan, incontro’ Innes in uno degli eventi a Goodwood e decise di contribuire per l'acquisto di una Lotus 11.Questa vettura fece il suo debutto in occasione della gara di Goodwood il 22-09-1956, ed Innes guadagno’ un 4 ° e un 2 ° posto. Queste due competizioni segnarono per Ireland l'inizio della sua carriera come pilota automobilistico. Il 1957 fu il primo anno di Innes come pilota di gare automobilistiche ed i suoi risultati furono eccezionali. Infatti mise insieme, una stagione di successi su auto sportive a Goodwood e vinse il Memorial Trophy Brooklands,poi,nel mese di luglio vinse il Trofeo USAF per Tommy Sopwith, ad agosto partcipo’, per il Team Lotus, al Gran Premio di Svezia, una gara valevole per il Campionato Mondiale di Automobilismo Sportivo,a settembre Innes gareggio’ nella sua prima gara di Formula Uno, l'International Trophy a Silverstone,anche se con una Formula 2 Cooper. Innes arrivo’ sesto nella prima manche, prima volta per un costruttore di auto F2 come la Cooper,poi durante la finale, fu costretto al ritiro per la rottura di un semiasse. Durante la sua carriera Innes ha corso, principalmente, per il Team Lotus e la sua macchina, era appositamente preparata dal meccanico Brit Pearce,ed era di solito più performante rispetto alle altre vetture della scuderia. Innes modifico’ ed utilizzo’ anche Lotus 11 di altri proprietari per alcune reunion. Queste vetture erano spesso registrate in gara sotto il nome di Innes, e fu proprio questo fatto a far pensare che ci fosse un ritorno ai Gentlemen Racers of Pre-War Brooklands. La stagione 1958 fu molto accesa ed inizio’ con una sua vittoria contro il gruppo delle Ferrari al Trophee d'Auvergne,una delle gare del neonato trofeo Clermont Ferrand.Un week-end di settembre,delle stesso anno, vide Innes al culmine del suo potere, con tre vittorie consecutive,quella di Full Sutton, e le due di Charterhall in una delle poche occasioni in cui ha corso nella nativa Scozia. Innes fece il suo debutto in Formula Uno a Zandvoort nel 1959 al Gran Premio d'Olanda, corse una gara costante ed equilibrata guadagnando un quarto posto. Ma tutto sommato la stagione 1959 fu una stagione senza grandi successi del resto le vetture Lotus si presentavano sotto-alimentate, inaffidabili e decisamente pericolose. Entro la fine della stagione Graham Hill si trasferi’ alla BRM, lasciando Innes come leader del team di Chapman. Nel 1960 soprattutto con le due vittorie conseguito in un solo giorno contro Stirling Moss a Goodwood fecero si che Innes Ireland diventasse famosissimo in Gran Bretagna. Si classifico’ quarto nel campionato del mondo e guadagno’ anche tre vittorie in gare di Formula 1 non di campionato.Innes si trasferi’ da Surrey a Downton House, in una villa in stile georgiano presso New Radnor nel Galles centrale. Per i giornali era lo scozzese chiamato Irlanda,nato in 3/7 Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 Inghilterra e vissuto in Galles. Gli ottimi presupposti del 1960 si trasformarono in delusione nel 1961. Un incidente nel tunnel di Monaco provoco’ ad Innes gravi lesioni alle gambe e anche se si impegno’ coraggiosamente per aggiudicarsi ben tre vittorie del Mondiale di Formula Uno,alla fine della stagione,Chapman sciolse il suo contratto con il Team Lotus. Perché il contratto fu sciolto ? Forse la sua decisione di cedere la sua auto a Moss al GP di Monza aveva sconvolto gli sponsor, forse il carattere di Chapman non era compatibile con la personalità di Ireland, o fu semplicemente una questione di soldi, come suggeri’ Trevor Taylor ? Qualunque fu la ragione per la quale Ireland non avrebbe mai piu’ avuto una macchina da F1 e le sue possibilità di raggiungere le vette dell’automobilismo sfumarono. Per le successive tre stagioni Innes corse per la British Racing Partnership, un team voluto dalla famiglia Moss e dal manager di Stirling Moss, Ken Gregory. In un certo senso questo team, con i suoi sponsor esterni come l'impresa di assicurazione UDT-Laystall puo’ essere considerato il precursore dei moderni teams di F1, ma ciò che gli mancava erano le macchine competitive per poterle rendere complementari al talento dei drivers principali. Nel leggere i resoconti dei Grand Prix di quegli anni si otterrà una panoramica di quanto siano state precarie le condizioni nelle quali Ireland si trovò a competere. Egli riusci’,comunque, a vincere tre gare di F1, non di campionato, durante quel periodo così come conquistò anche il Tourist Trophy in una Ferrari 250 GTO a Goodwood, ma fu spesso tormentato dalla sfortuna e dalle scarse performance di una vettura poco competitiva. Nel 1965 Innes entro’ nel team di Tim Parnell come pilota in gare automobilistiche di durata. Ma non c'è dubbio che ci furono problemi personali sullo sfondo del licenziamento di Ireland dal team Parnell in occasione del GP del Messico del 1965. Un certo numero di piloti arrivarono al circuito in ritardo per le prove perché il loro autista, Bruce McLaren, aveva sbagliato la strada per il circuito, anche se non era responsabile per il ritardo, Innes non gradi’ il biasimo del giovane Parnell, ciò diede inizio ad una accesa discussione ed Innes perse il suo posto nel team. Per l’anno 1966 Innes preferi’ concentrarsi su eventi di auto sportive a lunga distanza, con un breve ritorno in Formula Uno verso la fine della stagione,con il colori del team di Bernard White. Nel 1967,Bill France convinse Ireland a partecipare alla Daytona 500,occupava la settima posizione quando fu costretto al ritiraro. 4/7 Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 Negli anni successi,Innes partecipo’ occasionalmente ad altri eventi motoristici, come il rally Londra-Sydney nel 1968, qualche ingaggio’ per Lancia nel 1969, la Coppa del Mondo di Rally nel 1974, ed il Playboy Endurance Series in condivisione con Moss nel 1985. Una carriera tanto promettente , per la quale si era impegnato con tanta passione, era oramai finita. Innes si ritirò dall’arena dell’automobilismo sportivo nel 1967, iniziando a lavorare come redattore della rivista Sports Autocar. Durante lo stesso anno divorzio’ dalla prima moglie Norma e sposo’ Edna Humphries. Alla fine del 1968 Innes lasciò la rivista Autocar per competere al Londra-Sydney Rally. Le esperienze che maturo’ costituirono la base del libro '’ Maratona nella polvere ‘’, un seguito alla suo bestseller autobiografico '’ All arms & elbows ‘’. Innes fu anche uno scrittore sportivo di rilievo,ed infatti, questo testo, scritto da Innes Ireland, è lo stralcio di un pezzo pubblicato nel 1968 su Autocar all'indomani della morte di Jim Clark ed è considerato da molti come un classico della letteratura sportiva automobilistica. Poche frasi, ma dense di significato, non solo in relazione all'incidente di Clark ma in generale sul senso delle corse. Ho ritenuto opportuno riproporle, perchè leggendo queste parole non si può non essere colpiti da un qualcosa di semplice e impressionante nello stesso tempo. Impressionante, appunto. ‘’ - E' iniziato tutto come un sussurro sommesso, come se chi stesse pronunciando quelle parole avesse paura di pronunciarle nel caso fossero risultate vere, e se anche fossero state vere, lui stesso non ci avrebbe creduto lo stesso. Ero a Brands Hatch per la BOAC 500 quando sentii le prime voci riferire quella tragica notizia. Jim Clark aveva avuto un incidente a Hockenheim. All'inizio il mio pensiero fu quello di considerarlo solo un incidente in gara, come capitato altre volte anche a uno com Jim. L'idea che fosse qualcosa di serio non mi sfiorava nemmeno il cervello. Ma ben presto nell'esasperazione di dettagli che via via arrivavano la speranza che fosse un fraintendimento scemò sino alla conferma dell'unica irreale incredibile realtà. Jim Clark era morto. La mia mente rifiutava quella realtà. Piloti come Jim Clark sono indistruttibili, qualsiasi incidente possano avere. In realtà quando la vita di un giovane pilota così conosciuto al grande pubblica è stroncata proprio all'apice della carriera l'uono della strada inizia a chiedersi: perchè lo faceva? Cosa stava facendo? La risposta a tutte queste domande è molto semplice: le persone che si cimentano nel nostro sport lo fanno per il puro e semplice desiderio di guidare una macchina veloce. Così come altri ricercano la sensazione di conquistare un picco di una montagna, o lanciarsi con gli sci lungo una ripida discesa innevata, oppure da una aeroplano con un paracadute e aspettare sino all'ultimo prima di aprirlo, o la soddisfazione di circumnavigare il globo in solitario. E' una questione di sensi e istinto, e come tale, probabilmente indefinibile. Con più lo fai, con piu ti rendi conto del pericolo che corri, ma ti rendi anche conto che senza quello sarebbe poca cosa. 5/7 Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 Mi ricordo un libro di Peter Garnier sul Grand Prix di Monaco. In questo libro l'autore si domandava se un pilota si chiede mai quando il giorno della gara chiude la porta delle propria camera se la sera sarà lì a riaprirla. Qualche pagina dopo Peter arrivava alla conclusione che quella era una domanda che mai avrebbe potuto porre e che se anche l'avesse fatto mai avrebbe avuto risposta. Posso dare io una risposta a questa domanda: ed è si, almeno nel mio caso. Ma anche questo è un pensiero che si affaccia solo per un attimo prima di essere messo da parte da considerazioni piu realistiche, tipo tutte le volte si è usciti incolumi da uscite di strada, o dalla semplice e determinata fiducia nelle proprie capacità, tutti elementi che ci riportano a una visione fatalistiche della vita. Ho conosciuto Jim Clark molto bene, anche fuori dalle piste, e in questo momento mi sembra vano ricordare tutti i suoi successi sportivi, mi limito a dire a chi lo ha amato, amici parenti e famigliari, di non dimenticare il suo amore per le corse automobilistiche e tutto quello che ha fatto altrimenti la sua vita sarà passata invano. E a chi ancora si sta interrogando sulla saggezza di gente che rischia la propria vita al volante di una macchina da corsa, dico che l'automobilismo, è il più eccitante, coinvolgente, entusiasmante, e soprattutto, appagante disciplina a cui un uomo con sangue rosso nelle vene possa dedicarsi. – ‘’ Queste parole sembrano senza tempo, in fondo sono la ragione, sottaciuta a volte, forse nemmeno compresa, per chi tante persone hanno messo in gioco la propria vita al volante di una macchina da corsa. Con il 190 Innes se ne torno’ a Kirkcudbright in Scozia, dove prese casa nel villaggio di Borgue e inizio’ ad occuparsi di pesca sul mare d'Irlanda. Questa attivita’ insolita fu la fonte di molti buoni racconti, ma fu poco redditizia sotto il profilo finanziario, e cosi’ Innes torno’ in Inghilterra dopo sei anni. Negli anni successivi opero' nel commercio delle auto e poi nel 1980 riprese la sua carriera giornalistica scrivendo articoli per ‘’ Road and Track ‘’, ed anche come giornalista freelance per riviste come Classic Cars e occasionalmente per The Times, poi passo’ Grand Prix come editore Road and Track e successivamente come commentatore TV / radio. Innes,sotto altri aspetti, era di nuovo un appuntamento fisso nel panorama automobilistico. Nel 1992, Ireland fu eletto presidente della British Racing Drivers Club, succedendo al cugino della Regina,Gerald Lascelles.Il club, proprietario del circuito di Silverstone dove si corre il Gran Premio di Gran Bretagna stava affrontando una grave crisi, alla quale Innes seppe fare fronte efficacemente, nonostante la tragica morte di suo figlio. In quello stesso periodo ad Innes fu diagnosticato un cancro che combatte’ energicamente, tuttavia morì il 22 ottobre del 1993, dopo essersi sposato durante l'estate con la sua terza moglie Jean Mander (nata Howarth), una ex modella che era stata la fidanzata del,deceduto, Campione del Mondo Mike Hawthorn, dopo i 6/7 Caserta, LOTUS IN PILLOLE !!! ( XVIII parte ) TUTTI GLI UOMINI DEL MITO...INNES IRELAND. Scritto da salvarci Mercoledì 03 Febbraio 2016 13:19 funerali il corpo fu cremato e le sue ceneri sparse presso Wester Ross, Scozia. Innes ammetteva ironicamente il suo stile di vita un po 'edonista,ed era solito dire: " - Io vivo la mia vita come mi diverto!!! Io faccio le cose che voglio fare...probabilmente senza troppo riguardo per le persone intorno a me . Se questa prospettiva è da lodare o condannare…lascerò ai miei lettori decidere!!! – ‘’ e del resto, anche la sua affermazione : - “Non sono mai riuscito a concentrarmi totalmente in gara. Mi trovavo nel bel mezzo di una corsa a pensare alla festa alla quale avremmo partecipato alla sera. -” dovrebbe dirla lunga sul suo carattere. 7/7