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Cartella stampa Firma del contratto di partecipazione della Francia Esposizione universale di Milano 2015 (1° maggio – 31 ottobre 2015) « Nutrire il pianeta. Energia per la vita » Roma, 13 settembre 2013 1.La Francia al centro delle sfide dell’Expo Milano 2015 1.1 Posizionamento della Francia 1.2 La presenza francese : i quattro pilastri 2 3 4 2.Nutrire il pianeta : il tema dell’esposizione visto dalla Francia 2.1 Aspetto quantitativo 2.2Produrre in modo diverso 2.3 Cooperazione e la regolazione internationale 2.4 Nutrire in modo diverso 6 6 8 10 12 3.Spazio Francia 3.1 Il concetto del Padiglione 3.2 Le animazioni 14 14 14 4. Partner istituzionali 15 5. Alain Berger, Commissario Generale francese per l’Esposizione universale di Milano 2015 e il suo staff Lo staff Contatti e sito Internet 17 17 18 www.france-milan-2015.fr 1. La Francia al centro delle sfide dell’Expo Milano 2015 Con il tema « Nutrire il pianeta. Energia per la vita » gli organizzatori dell’Esposizione universale di Milano 2015 cercano di dare risposte alla domanda : « Come garantire a tutta l’umanità un’alimentazione sufficiente, di qualità, sana e sostenibile ? » La Francia è direttamente interessata alla problematica centrale dell’Esposizione universale Milano 2015 : « diritto, per tutti gli abitanti del pianeta, ad un’alimentazione sana, sicura e sufficiente ». La sua partecipazione riflette la volontà di inscriversi a pieno titolo nel tema generale dell’esposizione e di fornire delle risposte. Forte delle sue incontestabili capacità economiche e scientifiche in questo campo, la Francia è in grado di raccogliere tutte le sfide legate alla tutela della qualità dei prodotti e dell’ambiente al fine di nutrire tutto il pianeta. E’ noto che la Francia possiede molte carte vincenti che abbracciano una diversità di modelli agricoli in grado di conciliare assetto del territorio e presenza sul mercato mondiale ; una diversità di prodotti che spaziano tra quelli standard e quelli tipici ; un’industria agroalimentare innovativa che si è saputa adeguare alle nuove aspettative della società in materia di alimentazione ed infine un modello gastronomico capace di sposare tradizione e modernità. La Francia deve quindi inscrivere il suo modello alimentare in una logica internazionale di rispetto della diversità dei modelli alimentari mondiali e di indispensabile equilibrio tra gusto e salute. www.france-milan-2015.fr 1.1. Posizionamento della Francia Alcune cifre chiave − Il settore agroalimentare francese nel suo complesso (agricoltura, industria agroalimentare e agro-industria) genera un fatturato di 220 miliardi di euro per un PIL valutato a livello nazionale in 1.800 miliardi di euro, pari al 12% del totale. − Con più di 2,1 milioni di posti di lavoro, il settore occupa il primo posto nell’industria francese. − Con più di 62 miliardi di euro il settore contribuisce anche al totale delle esportazioni e fa registrare un saldo positivo di oltre 11 miliardi di euro. − L’export traina la crescita : « 1 miliardo di euro in più all’export vale 10.000 posti di lavoro in più in Francia ». − Oltre al fatto che l’agricoltura occupa il 70% del territorio, le 13.000 imprese agroalimentari, ripartite sull’insieme del territorio, svolgono un ruolo centrale in tutte le zone rurali. Alla manifestazione “Space” di Rennes, l’11 settembre 2012, il Presidente della Repubblica francese, François Hollande, ha lanciato un forte messaggio a favore dell’agricoltura per rafforzare la posizione della Francia di fronte alle sfide alimentari mondiali del XXI° secolo : “La posta in gioco mondiale cambia. La domanda di prodotti agricoli, agroalimentari, cresce, a causa dell’aumento della popolazione mondiale e si trasforma con l’innalzamento del tenore di vita nei paesi emergenti. [...]. Per nutrire il mondo, bisogna mobilitare tutte le agricolture del mondo ma la nostra è di nostra responsabilità. Dobbiamo aiutare gli altri paesi a produrre di più. Dobbiamo noi stessi cogliere l’opportunità che abbiamo, perché siamo un grande paese agricolo, meno esposto a rischi climatici rispetto ad altri. Guardate quello che sta succedendo in questo momento. La nostra agricoltura ha dunque un ruolo maggiore da svolgere nella fornitura di derrate alimentari e nell’equilibrio dei mercati www.france-milan-2015.fr mondiali. È l’obiettivo da fissare. La Francia deve contribuire a nutrire la popolazione del pianeta e ad agire qui a favore dell’impiego e dei nostri territori”. 1.2. La presenza francese: i quattro pilastri Con il tema “Produrre e nutrire diversamente”, la Francia intende rispondere concretamente alle leggittime domande riguardanti la popolazione mondiale. Questo tema, chiave di volta della problematica presentata, sarà basato su 4 punti (sottotemi) : ● 1° punto : la Francia è in grado di contribuire all’auto-sufficienza alimentare mondiale (9 miliardi di essere umani per il 2050), al di là dell’alimentazione prevista per la sua popolazione. Le potenzialità del suo tessuto produttivo, sia agricolo che industriale glielo permettono. Inoltre, poiché il progresso scientifico e tecnico rimane essenziale per accettare la sfida, la Francia possiede un potenziale riconosciuto in materia. ● 2° punto : la sfida è quella di produrre di più e di produrre meglio, cioè di rispondere ai bisogni quantitativi crescenti, pur preservando le potenzialità naturali del pianeta. L’agroecologia per l’agricoltura, la sfida verde per le imprese agroalimentari, s’iscrivono al centro della politica governativa francese. Lo sviluppo economico necessario deve essere sostenibile. ● 3° punto : se la Francia deve contribuire al fatto che tutti i popoli del mondo possano accedere all’alimentazione, deve soprattutto fare in modo che i paesi in via di sviluppo possano migliorare la loro capacità d’auto-sufficienza alimentare. Ciò passa attraverso un’attiva politica di cooperazione e di trasferimento di tecnologie, grazie al suo potenziale scientifico. Si tratta anche di lottare contro gli squilibri quantitativi e qualitativi degli scambi internazionali di prodotti agricoli e alimentari. ● 4° punto : è indispensabile associare qualità e quantità in materia di alimentazione. La qualità alimentare è infatti altrettanto essenziale. Tre aspetti sono importanti al riguardo : - la sicurezza sanitaria degli alimenti ; www.france-milan-2015.fr - l’equilibrio nutrizionale dell’alimentazione (squilibri e carenze alimentari e/o lotta all’obesità) ; - “il piacere” dell’alimentazione : le savoir-faire culinario, i prodotti regionali, la gastronomia, il pasto alla francese. www.france-milan-2015.fr 2. Nutrire il pianeta : il tema dell’esposizione visto dalla Francia La problematica dell’alimentazione mondiale non può essere ridotta al solo aspetto « quantitativo ». Produrre in quantità sufficiente a livello mondiale è una condizione necessaria, ma da sola di certo non basta. Come afferma Amartya Sen, Premio Nobel per l’Economia nel 1998, « La carestia è segno che alcune popolazioni non hanno abbastanza da mangiare e non che non c’è abbastanza da mangiare ». La questione dell’accesso all’alimentazione è altrettanto essenziale . La povertà di tante popolazioni, la loro scarsa solvibilità, la complessità dei circuiti di distribuzione, le fluttuazioni dei corsi mondiali e la deregolamentazione degli scambi internazionali, le perdite e gli sprechi di prodotti agricoli e alimentari, la sicurezza sanitaria degli alimenti costituiscono altrettanti fattori che ostacolano l’accesso al cibo. Non dimentichiamo poi che il problema dell’accesso all’alimentazione si pone anche nei paesi sviluppati, in particolare in Francia dove ogni anno 3 milioni di persone ricorrono all’aiuto alimentare. Infine, anche la qualità del cibo è un punto cruciale. Al di là dei problemi indotti dalle carenze o dagli squilibri nutrizionali, ricordiamo che se le persone sottoalimentate sono circa un miliardo, altrettante sono quelle obese. Per riprendere le parole di Marion Guillou e Gérard Matheron nella loro opera « 9 miliardi di uomini da nutrire » 1, il problema della fame è complesso e non si riassume nell’emergenza e nella crisi ; dire che la fame può essere vinta grazie al rilancio della produzione è tanto semplicistico e disonesto quanto affermare che è una questione di filantropia internazionale. 2.1. Aspetto quantitativo Nel 2050 l’umanità conterà più di 9 miliardi di individui, cioè 2 miliardi in più rispetto al 2013. Gli esperti della FAO stimano che per rispondere a questi nuovi bisogni la produzione 1 MarionGuillouetGérardMatheron,9milliardsd’hommesànourrir, FrançoisBourinEditeur,2011 www.france-milan-2015.fr alimentare mondiale dovrebbe aumentare del 3% l’anno entro il 2030, mentre il ritmo attuale supera appena il 2%. Questa spinta demografica, che riguarda soprattutto i paesi in sviluppo, sarà accompagnata da un’espansione dell’urbanizzazione, che comporterà una più complessa modifica dei comportamenti e delle preferenze alimentari, la riduzione delle superfici agricole, nonché una serie di rischi legati anche ai problemi di approvvigionamento alimentare. Il problema principale problema è la capacità della produzione agricola mondiale di rispondere a questo considerevole aumento della domanda. L’accesso ai terreni agricoli è evidentemente una questione di estrema importanza : su 13 miliardi di ettari di terre emerse, il 38% è occupato dall’agricoltura e il 30% dalle foreste. Dei 4,2 miliardi di ettari adatti alla coltura pluviale (senza irrigazione), il 40% è già coltivato. Restano quindi 2,6 miliardi di ettari potenzialmente coltivabili che si trovano essenzialmente nei paesi in sviluppo (1,8 miliardi di ettari). Al di là di queste cifre, le situazioni sono estremamente diverse e dipendono da numerosi parametri : l’accesso effettivo ai terreni disponibili, la preservazione dei diritti fondiari rurali, lo sviluppo dell’urbanizzazione, la destinazione di una parte della produzione agricola ad usi non alimentari (biocarburanti, ecc.), l’accesso all’acqua, ecc. I recenti dibattiti sui biocarburanti e, più in generale, sullo sviluppo delle energie rinnovabili derivanti dalla biomassa mettono perfettamente in luce la questione della concorrenza del loro uso in agricoltura. Inoltre, la valorizzazione di questi terreni, nonché il trasporto, lo stoccaggio e la trasformazione dei relativi prodotti agricoli richiederanno ingenti investimenti, anche in materia di formazione degli agricoltori. Per quanto riguarda l’aumento della produzione, ciò che non si potrà ottenere attraverso l’estensione dei terreni (tenuto conto che la FAO stima che la superficie agricola utile sul piano mondiale non aumenterà oltre il 5%) dovrà essere ottenuto attraverso l’aumento delle rese. La Francia ha un potenziale incontestabile e incontestato sul piano mondiale per www.france-milan-2015.fr poter contribuire al progresso scientifico e tecnico per il miglioramento delle performance agricole (controllo della produttività, sementi e materiale riproduttivo vegetale, genetica animale, ecc.). I suoi enti di ricerca e sviluppo (INRA, IRSTEA, IRD, INSERM, ecc.) e i suoi istituti di insegnamento superiore trovano ampio spazio in questo dibattito. La lotta contro le perdite e gli sprechi consente indubbiamente di avvicinare gli obiettivi dell’offerta e della domanda. Secondo la FAO, il 30% dei raccolti non accede allo stadio finale del consumo: perdite nel Sud, a causa dei problemi di stoccaggio e trasporto, e sprechi nel Nord sotto forma di scarti industriali e di prodotti non consumati. La questione delle perdite sui raccolti nei paesi in sviluppo sarà affrontata più avanti. In Francia il governo ha lanciato un patto nazionale di lotta contro gli sprechi alimentari che, facendo propria l’ambizione del Parlamento europeo, si propone di ridurli del 50% entro il 2025. La Francia, che in questo campo dispone di un notevole potenziale mondialmente riconosciuto, dovrebbe poter svolgere un ruolo di primo piano e rispondere alla crescita della domanda di prodotti trasformati e alla diversificazione dei modelli alimentari con lo sviluppo del consumo di proteine animali. 2.2. Produrre in modo diverso E’ noto che il consumo umano rischia di raggiungere prima o poi i limiti delle capacità produttive degli ecosistemi terrestri. Secondo la FAO, l’andamento demografico porterà all’orizzonte 2050 ad una crescita della domanda di prodotti agricoli del 60%. La « pressione » sulle condizioni naturali può quindi essere massiccia se non si interviene per modificare i modelli e le pratiche di produzione agricola. La prima pressione viene esercitata sull’area forestale mondiale. Questo è un tema particolarmente sensibile. Infatti, tra il 1990 e il 2008, più di 127 milioni di ettari di foreste sono scomparsi, soprattutto nei paesi tropicali. Una quota significativa è dovuta alla riconversione delle terre destinate a soddisfare la domanda di paesi terzi. L’Unione Europea, che ha appena diffuso i risultati di uno studio che ritiene l’Europa responsabile del 36% della www.france-milan-2015.fr deforestazione legata al commercio internazionale, si è prefissa l’obiettivo di dimezzarla entro il 2020. Produrre in modo diverso significa mantenere gli stessi obiettivi quantitativi, o addirittura nell’accrescerli, preservando al contempo le risorse naturali. Infatti, il concetto di agricoltura ecologicamente intensiva propugna lo sviluppo di un’agricoltura produttiva più in sintonia con gli ecosistemi. Si tratta di abbandonare la contrapposizione tra produzione e protezione dell’ambiente e di sostituirla con sistemi che siano allo stesso tempo competitivi sul piano economico e sostenibili sul piano sociale e ambientale. La produzione e la competitività debbono andare di pari passo con il risparmio delle risorse (acqua, energia, fertilizzanti, ecc.) e con il rispetto dell’ambiente. Non si tratta di un ritorno al passato come alcuni affermano, ma di un altro modo di produrre che deve fare ricorso alla scienza e al progresso: si tratta di « far lavorare la natura in modo intelligente », come afferma Michel Griffon 2. Nella seconda metà del XX secolo, dopo un periodo di forte crescita, le performance agricole rallentano a fronte del degrado dell’ambiente naturale (degrado dei suoli, eccessiva salinità, eccedenze di azoto e nitrati, ecc.). Tutte le aree del mondo sperimentano nuovi metodi : sostituzione dell’aratura con semine dirette, varietà che producono sostanze naturali che sostituiscono i pesticidi, sistemazioni dei terreni in grado di limitare il ruscellamento dell’acqua piovana e di favorire l’infiltrazione, ottimizzazione dell’uso dell’energia solare, ecc. Anche in questo campo la Francia ha la sua carta da giocare : molti ricercatori, tra cui Michel Griffon, hanno messo a punto approcci innovatici ; recentemente, su richiesta del Ministro francese dell’agricoltura Stéphane Le Foll, Marion Guillou, presidente di Agreenium, ha elaborato un rapporto su un « progetto agro-ecologico per l’agricoltura francese ». Vengono anche condotti numerosi lavori in questo campo da parte degli organismi di ricerca e degli istituti di insegnamento superiore. 2 MichelGriffon,Qu'est-ce que l'agriculture écologiquement intensive ?,Editions QUAE,2013 www.france-milan-2015.fr 2.3. Cooperazione e la regolazione internazionale E’ anche fondamentale la questione dello sviluppo economico dei paesi e della loro solvibilità. Alla fine del 2012, più di 860 milioni di esseri umani soffrivano ancora la fame, soprattutto nelle zone rurali. Bisognerà apportare notevoli miglioramenti per consentire a numerosi paesi di accrescere la propria autosufficienza alimentare. La meccanizzazione è una pista da seguire. Secondo Marcel Mazoyer et Laurence Roudart3, la grande motorizzazione-meccanizzazione che ha trionfato nei paesi industrializzati ha riguardato solo una minima parte degli agricoltori del mondo. I quattro quinti dei lavoratori agricoli nel mondo, pari a circa un miliardo di contadini, lavorano esclusivamente con attrezzi manuali. Ma bisogna anche consentire a questi paesi di ottimizzare le risorse attingendo alle proprie potenzialità in funzione dei loro bisogni ; il principio di autosufficienza consiste nel fare di tutto per produrre, nella misura del possibile, sul proprio territorio le risorse di cui necessitano le popolazioni locali. Gli acquisti all’estero completeranno poi l’offerta del territorio, che comunque sarà il primo a dover soddisfare i bisogni della popolazione. Per far fronte ai nuovi bisogni, sarà necessario aumentare la produzione agricola ovunque ciò sia possibile dal punto di vista della sostenibilità, garantendo però a tutti gli agricoltori prezzi sufficientemente elevati e stabili affinché possano vivere decorosamente del proprio lavoro, investire e progredire : l’innovazione svolge un ruolo chiave negli incrementi di produttività, come pure l’adattamento al cambiamento climatico e la formazione. Grazie alle sue conquiste scientifiche e tecniche (segnatamente con il CIRAD4), la Francia deve contribuire a sostenere la propensione dei paesi in sviluppo a rafforzare la loro capacità di autosufficienza alimentare. 3 MarcelMazoyeretLaurenceRoudart,Lafractureagricoleetalimentaire mondiale,Universalis,2005 4 Op.cit. www.france-milan-2015.fr In numerosi paesi in sviluppo del Sud del mondo una quota significativa della produzione va persa tra il campo e la trasformazione/distribuzione. Queste perdite, prima o dopo il raccolto, variano in funzione del prodotto, delle condizioni climatiche, delle modalità di immissione sul mercato, del know-how, ecc. Anche in questo caso l’innovazione tecnologica è una soluzione, soprattutto a livello di impianti di stoccaggio e trasformazione, e sarà ancora più efficace se saprà coniugarsi con un buon funzionamento delle filiere e dei mercati. Tuttavia il miglioramento della capacità produttiva dei paesi in sviluppo non permetterà di risolvere l’arduo problema delle carestie generate dalla povertà e dalle carenze del mercato. Secondo Marcel Mazoyer e Laurence Roudart, né l’aiuto alimentare, né la condivisione, né gli scambi, per quanto necessari, possono venire a capo dell’immenso sottoconsumo che colpisce numerosi paesi. Per risolvere il problema della povertà e del sottoconsumo non c’è altra strada se non quella di mettere fine al processo di impoverimento e di esclusione che impedisce ai poveri di accrescere le proprie risorse e di nutrirsi. Secondo l’OCSE, si stima che il numero di persone che soffrono la fame nel mondo oggi è pari a quello dell’inizio degli anni 2000, quando i prezzi alimentari erano ai livelli più bassi. La causa principale dell’insicurezza alimentare risiede nella povertà e nei redditi insufficienti. Infine, Marion Guillou e Gérard Matheron5 ritengono che l’autonomia alimentare è un’illusione in alcune zone del mondo. Le colture alimentari, anche se si stanno sviluppando fortemente nei paesi del Sud, sono insufficienti a far fronte ai bisogni delle popolazioni locali. Gli scambi internazionali saranno quindi imprescindibili purché siano accompagnati da dispositivi di regolazione atti ad assicurare la sicurezza alimentare delle popolazioni. Come sottolineano Marion Guillou e Gérard Matheron, è interesse collettivo limitare le eccessive fluttuazioni dei corsi dei prodotti agricoli che penalizzano ai due estremi : al rialzo, sono le popolazioni povere a soffrire, al ribasso, sono gli agricoltori che fanno fatica e non possono più investire. 5 Op.cit. www.france-milan-2015.fr Per concludere su questo punto fondamentale, bisogna ricordare che il diritto alla sicurezza alimentare riveste un carattere di bene pubblico mondiale : questo è il primo significato che si può dare al tema « nutrire il pianeta » scelto per l’Esposizione universale di Milano. La Francia è costantemente impegnata a favore di una migliore governance mondiale della sicurezza alimentare, in particolare nel quadro del G20 e della FAO. 2.4. Nutrire in modo diverso Secondo le stime della FAO, nel 2050 tutti i paesi del mondo debbono disporre di un’alimentazione di 3.000 chilocalorie al giorno pro capite. Questo dato è attualmente inferiore a 2.500 chilocalorie al giorno nei paesi dell’Africa sub-sahariana, contro 4.000 chilocalorie nei paesi sviluppati. Secondo la Banca Mondiale, la metà della popolazione in sovrappeso nel mondo (1,5 miliardi di adulti in sovrappeso di cui 508 milioni di obesi) si concentra in 9 paesi : Cina, Stati Uniti, Germania, India, Russia, Brasile, Messico, Indonesia e Turchia, segno che l’epidemia di obesità non è appannaggio dei paesi ricchi. Questo problema apre numerosi cantieri che vanno dal prezzo degli alimenti e dai cambiamenti dei modi di vita, all’educazione al gusto e al passaggio dal consumatore al « consumattore ». Nei paesi in sviluppo, circa una persona su cinque è sottoalimentata ; in Africa una su tre. Secondo il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla fame, la metà delle persone sottoalimentate appartiene a nuclei familiari di piccoli agricoltori, ma non perdiamo di vista anche il crescente numero di persone in situazione di precarietà alimentare nei paesi sviluppati. Le carenze di micronutrienti (ferro, iodio, vitamina A, ecc.), cui si aggiunge la mancanza di acqua potabile, rendono gli individui più vulnerabili alle malattie e alla morte. Anche la sicurezza sanitaria degli alimenti è un aspetto che riguarda sia i paesi in sviluppo che quelli sviluppati. Le crisi legate alle tossinfezioni restano impresse nella memoria e la www.france-milan-2015.fr messa in sicurezza delle catene di produzione alimentare, sempre più complesse, diventa una sfida permanente in un’epoca in cui gli scambi internazionali si intensificano. La Francia ha attuato un dispositivo efficace e riconosciuto a livello mondiale e fa registrare uno dei tassi più bassi del mondo in materia di tossinfezioni. Infine, anche se, come è noto, i modelli mondiali di consumo tendono ad assomigliarsi sempre di più, la loro diversità perdura in ragione delle tradizioni di produzione e lavorazione dei prodotti alimentari, dei know-how gastronomici e del rapporto specifico con il cibo. Questa dimensione della problematica mondiale dell’alimentazione, al di là del suo valore culturale e storico, è anche importante sul piano della salute delle popolazioni. E’ universalmente riconosciuto che i pasti conviviali insieme alla diversità dei prodotti e dei piatti sono fattori positivi dell’equilibrio alimentare. La gastronomia e il piacere del cibo sono aspetti dell’alimentazione che vanno incoraggiati e salvaguardati. La cucina francese è stata riconosciuta patrimonio mondiale dall’Unesco ed è stata creata una rete delle città della gastronomia. La Francia detiene una notevole gamma di prodotti a indicazione geografica. Le numerose PMI e gli artigiani che lavorano prodotti ad alto valore gastronomico rappresentano una straordinaria carta vincente che la Francia dovrà giocare in occasione dell’Esposizione universale. www.france-milan-2015.fr 3. Spazio Francia Lo spazio riservato alla Francia, il lotto n° 33, ha una superficie di 3 592 m2, di cui 2057m2 potranno essere coperti. È previsto di dedicare lo spazio esterno alle produzioni animali, particolarmente simboliche per la Francia e non incluse nei Cluster tematici. - Un padiglione di circa 2 000 m2 che sarà dedicato all’esposizione museografica /scenografica includendo allestimenti di uffici, saloni VIP e locali tecnici e sanitari. - Un ristorante e una boutique “souvenirs”. 3. 1. Il concetto del Padiglione Il Padiglione della Francia s’ispirerà alle halles dei mercati (tipo “Baltard) che ritroviamo in molte città francesi. Il mercato rinchiude infatti numerosi simboli in sintonia con il tema generale dell’esposizione. Il Padiglione illustrerà allo stesso tempo le tradizioni culinari e il potenziale tecnico e scientifico molto forte della Francia. La museografia e la scenografia permanenti saranno dedicate allo sviluppo dei 4 temi proposti dalla Francia, tenendo conto del fatto che i messaggi siano chiari ed accessibili e sapendo che i visitatori rimarranno poco tempo sul posto. Gli obiettivi principali saranno di informare, educare e naturalmente di divertire. 3.2. Le animazioni Spettacoli viventi, centrati sul tema dell’esposizione, potranno essere previsti all’esterno del padiglione, per i visitatori in fila. Lo spazio della Francia svilupperà animazioni centrate su tematiche derivanti dal tema centrale quale “nutrire il pianeta”. www.france-milan-2015.fr Le imprese, le enti interprofessioniali e gli organismi delle filiere agricole e agroalimentari, o le collettività territoriali (regioni, dipartimenti o città) potranno essere partner di queste animazioni. Il padiglione dovrà essere “vivente”, per cui le presentazioni del loro savoir-faire da parte di artigiani (fornai, formaggiai, maîtres-chocolatiers, ecc...) saranno indispensabili. L’elenco dei temi di queste animazioni temporanee comprenderà : − i prodotti (il pane, il formaggio, i salumi, le carni, i prodotti regionali, l’épicerie fine, la biscotteria, il cioccolato...) − il savoir-faire culinario, le specialità regionali e i modelli alimentari, i prodotti delle imprese francesi − gli atouts della Francia in materia scientifica e tecnica (in particolare per la genetica animale, il materiale vegetale, la gestione dell’acqua, la preservazione delle risorse naturali, la produzione di energie alternative), il trasferimento di tecnologie, la preservazione della proprietà fondiaria agricola, la gestione del circolo virtuoso dell’ecosistema, il problema dello spreco alimentare, gli squilibri nutrizionali, l’accesso all’alimentazione, ecc... La presenza del potenziale scientifico e tecnico francese sarà particolarmente essenziale. Il ristorante dovrà essere uno dei fattori maggiori di comunicazione sui prodotti e sulla dimensione gastronomica del patrimonio francese. Sarà inserito nel calendario delle animazioni. Tutti i visitatori potranno ovviamente degustare almeno un prodotto della gastronomia francese in occasione del loro passaggio in quest’area espositiva. 4. Partner istituzionali Sei ministeri contribuiscono al finanziamento del progetto : il Ministero dell’Agricoltura, dell’Agroalimentare e delle Foreste, il Ministero degli Affari esteri, il Ministero dell’Insegnamento superiore e della Ricerca, il Ministero degli Affari sociali e della Salute, il www.france-milan-2015.fr Ministero dell’Ecologia, dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia, e il Ministero dell’Economia e delle Finanze. La gestione budgetaria dell’operazione è assicurata da FranceAgrimer, Istituto nazionale dei prodotti dell’agricoltura e del mare. FranceAgrimer è un Ente pubblico a carattere amministrativo (EPA) che esegue le sue missioni in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, dell’Agroalimentare e delle Foreste. Queste missioni consistono principalmente nel favorire la concertazione nelle filiere dell’agricoltura e delle foreste, garantire la conoscenza e l’organizzazione dei mercati, contribuire a sviluppare azioni di cooperazione internazionale, nonché gestire aiuti pubblici nazionali e comunitari. Il budget erogato dallo Stato francese sarà largamente dedicato all’allestimento d’infrastrutture permanenti ; sono dunque previsti partenariati complementari per sostenere al massimo la partecipazione della Francia all’esposizione. www.france-milan-2015.fr 5. Alain Berger, Commissario Generale francese per l’Esposizione universale di Milano 2015 e il suo staff Alain BERGER è nato nel 1952 ed è un ingegnere agronomo. Si è laureato presso l’Ecole nationale supérieure d’agronomie et des industries alimentaires di Nancy (Francia). Ha conseguito un dottorato in scienze economiche. È stato Assistente-ricercatore (1979-1980), ricercatore (1981), poi dirigente di ricerca (dal 1993) presso l’Institut national de la recherche agronomique (INRA), nonché Esperto internazionale presso la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (CNUCED) e del General Agreement on Tariffs and Trade (GATT) a Ginevra (1981-1982). È stato Capo della Divisione Economia Promozione presso l’Institut national des appellations d’origine (INAO) (1986-1988), per poi diventare Consigliere tecnico presso il gabinetto del Ministro dell’Agricoltura, Henri Nallet (1988-1989). Il Dott. Berger è stato Direttore dell’ Institut national des appellations d’origine (INAO) (1990-1996), poi Direttore del Fondo d’intervento e d’organizzazione dei mercati dei prodotti della pesca e delle culture marine (FIOM) (1996-1998). Ha poi diretto il gabinetto del Ministro dell’Agricoltura e della Pesca, Jean Glavany (1998-2001). È stato Ispettore generale dell’Agricoltura (nel 2002 e 2010-2012), Direttore generale dell’Associazione interprofessionale frutta e verdura (INTERFEL) (2006-2008), poi Direttore generale dei servizi del Consiglio generale d’Indre-et-Loire (2008-2010). È stato Consigliere del Presidente del Senato, Jean-Pierre Bel, da ottobre 2011 al 2012. Ha assunto l’incarico di Delegato interministeriale alle industrie agroalimentari e all’agroindustria (DIIAA) da luglio 2012 ad agosto 2013. Il 22 aprile 2013, Alain Berger è stato nominato Commissario generale della sezione francese all’Expo universale di Milano 2015. È promosso al titolo di Commendatore dell'Ordine al Merito Agricolo e Cavaliere dell’Ordine al Merito marittimo. È inoltre l’autore di Le Vin d’AOC (1978) e Le négoce des vins en France (1981). www.france-milan-2015.fr Lo staff Olivier de LA FAIRE Consigliere relazioni esterne Tel. : +33 (0)1 70 30 37 91 [email protected] Florent VAILLOT Capo progetto operativo Tel. : +33 (0)1 73 30 37 92 [email protected] Laurence SERRANO Capo progetto Comunicazione Tel. : +33 (0)1 73 30 37 94 [email protected] Miriam ESPINO ALVAREZ Assistente del Commissario Tel. : +33 (0)1 73 30 37 90 [email protected] Contatti e sito Internet Commissariat Général de la France - Exposition Universelle de Milan 2015 12 rue Rol Tanguy 93555 Montreuil sous-Bois Cedex Tél. : +33 (0)1 73 30 37 90 www.france-milan-2015.fr www.france-milan-2015.fr