Non c`è dubbio che Giuseppe Verdi fu un patriota
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Non c`è dubbio che Giuseppe Verdi fu un patriota
COPERTINA VERDI E IL PATRIOTTISMO Dio, Patria, Famiglia… , all Opera Non c’è dubbio che Giuseppe Verdi fu un patriota fervente. Collaborando con grandi librettisti riuscì a infondere il sentimento nazionale negli italiani che amavano la sua musica. Fu un ammiratore di Cavour ma non di Mazzini. Eppure la sua musica sembrò coincidere con l’idea di «grande corale collettivo» che il rivoluzionario di Genova immaginava per il futuro dell’Italia come nazione unitaria, come racconta un recente saggio sul rapporto fra Opera Lirica e patriottismo risorgimentale di cui «Storia in Rete» pubblica alcuni passi I Uno spartito del «Nabucco» (1842) di Giuseppe Verdi. A sinistra, Giuseppe Mazzini (1805-1872). La musica di Verdi, e in particolare i suoi celebri cori, sembra aderire al modello filosofico concepito dal rivoluzionario genovese di Simonetta Chiappini caratteri che Mazzini si augurava di trovare nella musica rigenerata sembravano corrispondere quasi perfettamente a quello che Basevi avrebbe chiamato la «prima maniera» verdiana: robusto senso della storia, centralità del coro, individualità potenti, vocalità incandescente. Distonie curiose, che mostrano quanto casuale e complesso sia il processo di cui cerchiamo di districare la trama. Così due opere «politiche» come «Nabucco» e «I Lombardi» furono dedicate da Verdi alla figlia del viceré austriaco STORIA IN RETE | 56 e a Maria Luigia, duchessa di Parma, fatto che indica quanto fossero accidentati e ristretti i margini in cui si muoveva allora il sistema operistico, che oscillava tra i rigori di una censura minuziosa e ossessiva, l’affermazione delle libere leggi del mercato e la residua dipendenza dalle sovvenzioni delle corti. Al ritorno degli austriaci a Milano le opere di Verdi come «Attila», «Nabucco», «Ernani», «Macbeth», furono eseguite alla Scala, riaperta dopo il periodo caldo del ’48, segno, secondo Roger Parker, che gli occupanti non le identificavano tout court con il movimento risorgimentale e non le considera- Aprile 2013 vano così pericolose per l’ordine pubblico. «Nabucco» (1842) aveva segnato l’inizio del successo commerciale del musicista all’estero, anche a Vienna, dove l’opera era stata ripresa nello stesso anno di uscita; suscitò grande impressione il coro «Immenso Jeovah» (IV, 4), anche se successivamente il coro di schiavi ebrei «Va’ pensiero» (III, 4), e conseguentemente l’opera tutta, cominciarono ad assumere una particolare valenza risorgimentale, che lo stesso autore, con l’editore Ricordi, concorsero ad alimentare. L’anno dopo Verdi ripeté il successo di «Nabucco» con «I Lombardi»: il coro «O signore dal tetto Aprile 2013