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Ambasciata d’Italia a Mosca Rassegna della stampa russa - Traduzioni 6 dicembre 2013 Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 1/2 – Il quadro dei liberati Chi e sulla base di quali articoli potra’ essere liberato grazie all’amnistia. Sulla base delle informazioni di K potrebbero essere inclusi nell’amnistia 30.000 condannati tra cui 8 figuranti della Bolotnaya, che non sono accusati di disordini di massa e di assalto contro le forze dell’ordine. Il progetto sul decreto d’amnistia, in occasione del ventennale della Costituzione, può pervenire alla Duma entro la fine della settimana. [...] La seduta del comitato per il diritto penale era stata preventivamente fissata per il 9 dicembre. [...] Per il testo del documento sono state prese in considerazione non solo le proposte del Consiglio Presidenziale per i Diritti dell’Uomo, ma anche 11 progetti d’amnistia presentati alla Duma dai deputati dell’opposizione. Ad esempio, nel progetto preparato dal Partito Liberal-Democratico si propone l’amnistia per i minorenni, le donne incinta e per persone con invalidità di tipo I, II e III. Mentre il progetto d’amnistia di Anatolij Lokot, Boris Kač e Vjačeslav Tetekin (tutti del Partito Comunista) include la liberazione degli imputati di piazza Bolotnaja. Il vice-premier della Duma Igor Lebedev, del Partito Liberal-Democratico, ha dichiarato che, sebbene non abbia ancora visto il progetto del testo, “è possibile che le proposte del Partito Liberal-Democratico introdotte alla Duma trovino riscontro con una variante presidenziale”. Stando alle sue parole per il Partito Liberal-Democratico non è fondamentale “chi è l’autore del progetto, la cosa più importante è il progetto stesso” perchè “è da molto tempo che non vengono adottate questo genere di misure umanitarie”. Il Partito Liberal-Democratico appoggerà al 99% la variante presidenziale, ritiene il vice-premier. L’amnistia riguarderà soltanto coloro che hanno una condanna minore e di media gravità. Innanzitutto godranno dell’amnistia i minorenni, le donne incinta o di età superiore ai 55 anni e gli uomini di età superiore ai 60, gli invilidi di tipo I e II. Verranno liberati dalla pena i minorenni con la condizionale che prima non hanno scontato la pena nei riformatori, nel caso in cui la condanna superi i cinque anni di reclusione. L’amnistia non verrà estesa a coloro che hanno gravi condanne a carico. E non ne godranno nemmeno coloro che sono stati condannati più di due volte per reati intenzionali. Nel testo sono elencati gli articoli per casi in cui l’amnistia non verrà elargita, in essi sono compresi più di 110 tipi di reato. L’amnistia non riguarderà tutti coloro che sono coinvolti con il caso Bolotnaja. Ora come ora per i disordini del 6 maggio 2012 sono state segnalate 27 persone che sono accusate dell’articolo 1,2,3 di pag. 212 (disordini di massa), pag.30 (preparazione di reato e tentativo di reato), articolo 1 pag. 318 (violenza nei confronti di pubblico ufficiale). Potrebbero godere dell’amnistia coloro che non hanno più a carico l’articolo 1 e 2 di pag. 212: attualmente sono 8. [...] I restanti hanno a carico o l’articolo 1 di pag.212 (organizzazione di disordini di massa) oppure pag. 318 (violenza nei confronti di pubblici ufficiali). [...] “In base al codice processuale penale solamente l’accusa può presentare alla corte l’istanza di commutazione della pena”, ha spiegato l’avvocato Dmitrij Dinze, che rappresenta Aleksej Gaskarov, uno degli accusati nel caso Bolotnaja [...] “Se lo fa la difesa è illegittimo, tuttavia la corte potrebbe chiudere un occhio e accettare l’istanza”, ha evidenziato il signor Dinze. [...] Alla Duma vedono come possibile la liberazione di alcuni dei detenuti per il caso Bolotnaja. “Se la condanna è grave sarò contrario, ma se sono persone imputate dei reati agli articoli 1 e 2 di pag. 212, ben venga”, ha dichiarato Pavel Krašeninnikov, capo del Comitato di Diritto Penale della Duma, di Russia Unita. Ricordiamo che all’incontro con i partiti extra-parlamentari Vladimir Putin aveva promesso di analizzare attentamente le questioni legate al caso Bolotnaja. L’inclusione nel progetto d’amnistia di articoli di altro profilo legati al “desiderio di diminuire la tensione con una parte dei critici moderati del regime può essere interpretata come un passo per andare loro incontro”, ne è sicuro il politologo Aleksej Makarkin, “ma che queste aspettative vengano realizzate o meno, saranno comunque le autorità a decidere in modo inviduale”. Sebbene delle fonti della Duma e dell’amministrazione del Presidente avessero assicurato che grazie all’amnistia sarebbero state liberate anche due componenti del gruppo Pussy Riot, condannate a maggio 2012 a due anni di detenzione, dal progetto del decreto in possesso di K, ciò non si evince. L’articolo 2 di pag. 213 (teppismo in circostanze aggravanti) non è compreso fra gli articoli le cui pene verranno sospese. Sono accusati di questo stesso capo d’imputazione anche gli attivisti di Greenpeace per l’azione di protesta sulla piattaforma “Priraslomnaja”. Non godrà dell’amnistia Aleksej Naval’nij, condannato a cinque anni per l’affare “Kirovles” per appropriazione indebita e peculato, che pure non rientra fra gli articoli dell’amnistia. Ma, a giudicare dal progetto, saranno amnistiati i condannati per negligenza, di cui attualmente è accusato l’ex ministro delle finanze Anatolij Serdjukov. [...] Tanto meno l’amnistia è rivolta a coloro che hanno a carico pene economiche. Il paragrafo del Codice Penale sulle “pene di tipo economico” comprende 63 articoli, nel progetto di amnistia ne sono compresi 27. Chi è condannato per riciclaggio di mezzi finanziari o altre proprietà acquisite in seguito all’effettuazione di reati” (articolo 174.1) non verrà amnistiato. Significa che Michail Chodorkovskij e Platon Lebedev sconteranno interamente la loro pena (fino ad agosto 2014), in base all’articolo 160 e 174.1 [...] Inoltre, il settore dell’amnistia per gli uomini d’affari è ridotto. Ad esempio “l’amnistia economica” non viene estesa alla pagina 159 del Codice Penale, riguardante la frode [...]. Non a caso la maggior parte degli ex-imprenditori reclusi ha il 159 quale capo d’imputazione. Ma “l’amnistia economica” estiva era stata possibile per gli articoli 159.1 (frode nel finanziamento di crediti) e 159.4 (fronde nell’ambito dell’attività imprenditoriale), quindi Boris Titov esorta tutti coloro che sono condannati per la 159 a farsi commutare la pena, ad esempio, nella 159.4, per poter usufruire dell’amnistia. [...] Secondo i dati in possesso, l’amnistia sarà macroscopica e coinvolgerà più di 30000 persone. [...] Potrebbero essere liberati circa 1300 detenuti, e fra coloro che non sono detenuti l’amnistia toccherà circa 25,5 mila persone. Autore: Sergej Gorjaško, Maksim Ivanov, Natalja Korčenkova, Sofia Samochina, Viktor Chamraev Taglio: alto Traduzione: Elena Di Bisceglie Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 1/14 – Gazprom viene allontanato dal condotto Sommario: L’Unione Europea chiede alla Russia di rivedere il principio di gestione del gasdotto in costruzione “South Stream”. Ciò potrebbe togliere a Gazprom la possibilità di cessare il trasporto del gas attraverso l’Ucraina Gli accordi intergovernativi tra la Russia e i Paesi europei per il cui territori dovrebbe passare il gasdotto di Gazprom “South Stream” non sono in conformità alla legislazione dell’Unione Europea e vanno rivisti interamente. Lo ha dichiarato mercoledì il direttore del dipartimento del mercato energetico interno della Commissione europea (CE) Klaus-Dieter Borchardt in un conferenza dedicata a “South Stream” nel Parlamento europeo. Trattasi degli accordi con Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia, Croazia, Austria, Grecia, ha detto. Se la Russia si rifiuta, allora i Paesi europei devono rescindere di propria iniziativa gli accordi. Se nemmeno loro lo fanno, la CE troverà delle vie e dei mezzi per obbligare loro a farlo, ha minacciato Borchardt. Stando agli accordi in vigore, a possedere e gestire il condotto sarà soltanto Gazprom, che stabilirà anche le tariffe e trasferirà per “South Stream” soltanto gas russo. Ciò contraddice alla legislazione dell’UE, ha dichiarato ieri la portavoce della CE Marlene Holzner. Ha detto che le norme europee obbligano Gazprom ad assicurare l’accesso al gasdotto di altri fornitori, mentre le tariffe per il trasporto vanno stabilite da un amministratore autonomo su accordo con il regolatore. Borchardt sostiene che il Commissario europeo per l’energia, Günther Oettinger, ha già proposto al Ministro dell’Energia russo, Aleksandr Novak, di rivedere gli accordi. Il portavoce del Ministero ha confermato la ricezione della lettera, la risposta è in preparazione. La Russia è contraria, ha detto una fonte altolocata di Vedomosti nel Governo. La maggior parte degli accordi intergovernativi furono firmati nel 2008, ancora prima dell’entrata in vigore delle norme del Terzo Pacchetto Energetico, ha spiegato. Ora che l’Austria e la Grecia sono uscite dal progetto, la rotta principale di “South Sream” passerà per il fondo del Mar Nero, da Anapa alla Bulgaria e poi attraverso la Serbia, l’Ungheria, la Slovenia in Italia. Sono previste diramazioni verso la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina. La costruzione del tratto subacqueo è iniziata in dicembre del 2012. Secondo Borchardt, aveva personalmente espresso la posizione della CE riguardo alla necessità di rivedere gli accordi intergovernativi alla riunione speciale con Gazprom e i Paesi membri ancora il 18 ottobre. Tutti erano perfettamente informati, e tuttavia a novembre la costruzione dei tratti bulgaro e serbo è partita comunque, ha sottolineato Borchardt. Il portavoce del Ministero dell’Energia bulgaro ha dichiarato a Vedomosti che il Paese seguirà le norme dell’UE nella realizzazione di “South Stream”. Nessun commento dai governi della Croazia, Serbia e Slovenia. Anche il portavoce di Gazprom si è rifiutato di commentare. Una fonte vicina alla società dice che per il momento Gazprom non intende intraprendere nessun’azione: “Aspettiamo se si arriverà ad atti concreti”. La posizione russa è che gli accordi intergovernativi sono stati conclusi sulla base del diritto internazionale e hanno la priorità di fronte alla legislazione europea, dice il professore dell’Università Gubkin di petrolio e gas Andrey Konoplyanik. Se però la Russia si rifiuta di adempiere alle norme del Terzo Pacchetto Energetico, allora “South Stream” può ripetere il destino di Nord Stream rimanendo semivuoto dopo il lancio, ritiene lui. La capacità di “South Stream” sarà pari a 63 miliardi di metri cubi, il suo costo è valutato in 16 miliardi di euro. La CE è in grado di pressare i Paesi del Balcani, togliendo a loro i finanziamenti, dice il vice direttore del Fondo di sicurezza energetica nazionale Aleksey Grivach. Inoltre, la Russia sta costruendo “South Stream” per rinunciare al transito ucraino, il contratto con Kiev scade nel 2019, ricorda Grivach. Quanto a “South Stream”, si pensa di portarlo alla capacità completa un anno prima. Se però gli ostacoli da parte della CE impediranno di farlo, Gazprom sarà costretto di nuovo a stipulare il contratto di transito con l’Ucraina, rileva l’esperto. La possibilità di realizzare “South Stream” esiste ancora, è convinto Konoplyanik. Il Terzo Pacchetto è un set di documenti di cornice. Ma i documenti che regolano questi meccanismi sono ancora in via di progettazione. E dal modo in cui saranno scritti dipenderà anche il modo di funzionamento di “South Stream”, dice l’esperto. Le opzioni per la realizzazione di “South Stream” in conformità alle norme dell’UE sono oggetto di discussione, la Russia è invitata a dialogare, ha detto la portavoce della CE. Secondo Borchardt, per elaborare e mettere in opera ci vorranno circa due anni e tanta fiducia reciproca. Autore: M. Serov, E. Khodyakova Taglio: alto Traduzione: Lev Kats Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 14 – Gazprom ha raggiunto l’Italia Sommario: E.On potrebbe vendere gli asset italiani a Gazprom e EDF. La somma dell’operazione potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro La francese EDF e Gazprom potrebbero riscattare gli asset italiani del gruppo energetico tedesco E.On – E.On Italia, ha riferito ieri la testata francese Les Echos. Il portavoce di E.On non ha confermato né smentito le trattative con Gazprom e EDF, facendo sapere però che la società intende rivedere e ottimizzare il portafoglio di asset italiani. Nessun commento da Gazprom e EDF. La fonte in E.On dice che la società vende le centrali elettriche di E.On Italia, nella lista degli acquirenti ci sono società europee e russe, non sono più di 6-7. A settembre, il vice direttore del dipartimento di Gazprom, Aleksandr Syromyatin, ha detto che la società stava riflettendo circa l’acquisto di centrali elettriche in Italia. Gazprom aveva esaminato anche la collaborazione con EDF nella generazione elettrica a gas in Europa, aveva riferito Reuters. Stando ai dati delle fonti dell’agenzia, E.On valuta in 3 miliardi di euro la somma dell’operazione. Per Les Echos, la somma è di 2-3 miliardi di euro. E.On Italia riunisce asset di generazione dalla capacità di 6,1 hW, la metà utilizza il gas quale combustibile, un altro 1 hW è dato da fonti rinnovabili di energia, il resto sono il carbone e altro. I parametri finanziari di E.On Italia non vengono svelati. E.On vende gli asset a causa della pesante situazione della generazione a gas in Europa. Da una parte, le centrali elettriche non possono competere con la generazione verde che percepisce sovvenzioni statali e viene selezionata per il mercato in modalità prioritaria, d’altra le centrali di carbone generano energia elettrica a basso costo per il costo poco elevato del combustibile e le quote per l’emissione di CO2. Di conseguenza, stando ai dati Fitch, nel 2012 lo spark spread (la differenza tra il costo del gas e il prezzo dell’elettricità con esso prodotta), per esempio, in Germania è diventato negativo (-20 euro/MW all’ora). In Italia la generazione a gas in generale opera in perdita, ma i prezzi al mercato all’ingrosso sono un po’ più alti rispetto alla Germania (60 euro per 1MW all’ora contro 40 euro per 1 MW all’ora), lo spark spread è pari a 5,6 euro per 1 MW all’ora, cioè copre le spese di combustibile, dice l’analista di Gazprombank Natalia Porokhova. Il valore medio in Europa è 8 euro per 1 MW all’ora. Le centrali elettriche italiane a gas possono ancora diventare redditive: i paesi europei stanno già riflettendo sulla riduzione del sostegno alle fonti rinnovabili e sugli aiuti alla generazione tradizionale. La Germania ha ridotto le sovvenzioni per l’energia solare, sta pensando di diminuire i finanziamenti dell’energia a vento, mentre la Gran Bretagna, la Francia, la Polonia e l’Italia stanno discutendo della creazione di un mercato delle capacità per sostenere le centrali termoelettriche. “Gli asset in Italia potrebbero diventare, per Gazprom, una piazza di partenza per l’acquisto di altri asset energetici. Difficilmente la società troverà resistenza a livello del Governo italiano, però l’operazione potrebbe essere bloccata dalla Commissione europea”, avverte l’esperto dell’Istituo dei Problemi dei Monopoli Naturali (IPEM) Aleksandr Grigoryev. Autore: A. Fadeeva, V. Petlevoy Taglio: alto Traduzione: Lev Kats Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 15 – 9 mila miliardi di rubli (circa 200 miliardi) per la velocità Lo sviluppo in Russia della comunicazione ferroviaria, compresa quella ad alta velocità, fino al 2030, potrebbe costare 8,9 mila miliardi di rubli. Ma la sua realizzazione è tuttora in dubbio Alle ferrovie ad alta velocità (350-400 km all’ora) saranno destinati 6,5 mila miliardi di rubli, per le restanti 2,4 mila miliardi. Il Ministero dei Trasporti pensa di realizzare la rete ad alta velocità tramite una partnership fra stato e investitori privati; nei documenti si legge che la costruzione delle ferrovie sarà a carico dei fondi di bilancio. Il rappresentante delle Ferrovie Russe si è rifiutato di commentare. Nell’elenco dei progetti della rete ad altà velocità Mosca-Kazan’ è apparsa la tratta Kazan’Samara (560 km di lunghezza per un costo di 1,3 bilioni di rubli ed un tempo di percorrenza di un’ora e venti minuti). La tratta Mosca-Kazan’ – Ekaterinburg potrà diramarsi verso Ufa e Perm’. Il costo, senza tenere conto delle possibili diramazioni, è di 2,09 mila miliardi di rubli [...]. Entro il 2030 dovranno comparire altre 13 linee ferroviarie. Gli investimenti saranno rivolti alla modernizzazione delle ferrovie già esistenti. Il progetto più costoso è la tratta secondaria Chabarovsk – Vladivostok (774 km, tempo di percorrenza 6 ore e 40 minuti), di 516 miliardi di rubli. L’elenco dei progetti e l’ammontare degli investimenti per i collegamenti ferroviari anche ad alta velocità verrà precisato, afferma un funzionario federale. Si discute del piano della rete ferroviaria già da qualche anno, ma ancora nessun progetto è stato realizzato. Nel 2012 il Ministero dei Trasporti aveva presentato al governo la prima variante di sviluppo di questa rete, ma doveva essere perfezionata. CHI PAGHERA’? A maggio, nel corso della consultazione con il Presidente Putin, era stato deciso che il primo progetto sarebbe stato la tratta Mosca – Kazan’. A novembre doveva tenersi il concorso sull’elaborazione del progetto. Pianificavano di partecipare al concorso due consorzi. Nel primo rientravano la tedesca Deutsche Bank – DB International, la spagnola Ineco, Roszheldorproekt e Lengiprotrans; nel secondo la francese SNCF – Systra, la spagnola Acciona, le cinesi CRCC, FSDI Thales e l’italiana Italferr. Tenendo conto dell’acquisto del materiale rotabile e della modernizzazione delle stazioni il costo della tratta Mosca – Kazan’ è stimato di 1,06 mila miliardi di rubli. Si pianifica di acquisire 239 miliardi di rubli, oltre che dal fondo di previdenza nazionale, dal fondo pensionistico. Le ferrovie russe sono pronte ad elargire 30,8 miliardi di rubli, gli investitori privati 43 miliardi. Si pensa di recuperare altri 223,8 miliardi in qualità di crediti. [...] I treni veloci sono i treni da trasporto più fruttuosi per le ferrovie russe. Dal 2011 gli incassi dai treni “Sapsan” e “Allegro” (delle tratte Mosca-San Pietroburgo, Mosca-Nizhnij Novgorod e San Pietroburgo) sono aumentati del 27%. [...] Questi progetti necessitano di un enorme quantità di fondi statali, ma lo stato ha molto timore di stanziare tali somme, ma allo stesso tempo le Ferrovie russe non possono finanziarli autonomamente. Autore: M. Čelpanova Taglio: alto Traduzione: Elena Di Bisceglie