Forum economico del Mediterraneo

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Forum economico del Mediterraneo
FORUM ECONOMICO DEL
MEDITERRANEO
Palermo, 19-21 febbraio 2006
Documentazione di supporto
CONTENUTO
•
Dossier Paesi del Mediterraneo: presenza e operatività del sistema
bancario italiano nei Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo ed
altri
elementi
di
approfondimento
su
questioni
economico-
finanziarie
•
Dati Macroeconomici relativi ai Paesi della Sponda Sud e rapporti
con l’Italia
•
Dati di sintesi sui sistemi bancari dei Paesi della Sponda Sud
2
D
DO
OS
SS
SIIE
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R
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DE
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LM
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RR
RA
AN
NE
EO
O
Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi
della Sponda Sud del Mediterraneo ed altri elementi di
approfondimento su questioni economico-finanziarie
3
Indice
I. Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi della Sponda
Sud
a. Presenza diretta ed indiretta delle banche italiane
b. Operatività ordinaria delle banche italiane
c. Accordi di collaborazione tra banche italiane e banche dei Paesi della Sponda Sud
d. Operatività delle banche italiane con la Banca Europea per gli Investimenti nei
Paesi del Mediterraneo
II.
Approfondimenti su alcune questioni politiche, economiche e finanziarie di
particolare rilevanza per le relazioni tra l’Italia e l’UE ed i Paesi della
Sponda Sud
a. Il Processo di Barcellona
b. L’integrazione interregionale Sud-Sud
c. Gli strumenti finanziari del Partenariato Euro-Mediterraneo: il Programma MEDA, la BEI
e la Facility for Euromediterranean Investment and Partnership (FEMIP), la Banca
Euromediterranea
d. Valutazione del Processo di Barcellona e nuova politica di vicinato dell’Unione Europea
e. Linee di credito della cooperazione ed altri interventi pubblici italiani a supporto
dell’attività delle imprese nei Paesi Meda
III. Elementi di approfondimento sui processi di privatizzazione dei settori
bancari dei Paesi della Sponda Sud ed attività ABI nell’area
a. Processi di privatizzazione in atto (Tunisia, Algeria, Egitto, Turchia, Marocco)
b. Rapporti e attività tra l’ABI e le Associazioni Bancarie dei Paesi della Sponda Sud
(Algeria, Tunisia ed Egitto)
c. Altre iniziative ABI nell’area (Osservatorio sul Mediterraneo presso il MAE, SPIN
Euromed Banking Conference, Progetto Rimesse Marocco)
4
I. Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi della Sponda Sud
(Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Israele, Territori Palestinesi Libano,
Siria, Turchia, Cipro, Malta)1
a. Presenza diretta ed indiretta delle banche italiane nei Paesi della Sponda Sud
Nei Paesi della Sponda sono presenti quattro tra i principali gruppi bancari italiani (Monte
dei Paschi di Siena, Banca Intesa, SanPaolo IMI, Banca di Roma-Gruppo Capitalia) con
complessivamente 12 uffici di rappresentanza (rispettivamente 5 per MPS in Algeria,
Tunisia, Egitto e Turchia, 4 per Banca Intesa in Egitto, Tunisia, Turchia e Libano, 1 per
Banca di Roma in Tunisia, e 2 per SanPaolo IMI in Marocco e Turchia), e 6 succursali
(tutte facenti capo a Banca di Roma, 5 in Libano ed 1 un Turchia).
BANCHE ITALIANE NEI PAESI DEL MEDITERRANEO: Succursali e Uffici di Rappresentanza
(dati aggiornati al 31gennaio 2006)
BANCA
ALGERIA
BANCA MPS
EGITTO
BANCA MPS
BANCA INTESA
LIBIA
UBAE - ARAB ITALIAN BANK
LIBANO
BANCA DI ROMA
BANCA DI ROMA
BANCA DI ROMA
BANCA DI ROMA
BANCA DI ROMA
BANCA INTESA
MAROCCO
SANPAOLO IMI
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
TUNISIA
BANCA MPS
BANCA DI ROMA
BANCA INTESA
TURCHIA
BANCA DI ROMA
BANCA MPS
BANCA INTESA
SANPAOLO IMI
TIPO
PIAZZA
U.R.
ALGERI
U.R.
U.R.
IL CAIRO
IL CAIRO
U.R.
TRIPOLI
SEDE
AGENZIA
AGENZIA
AGENZIA
FILIALE
U.R.
BEIRUT
(DORA) BEIRUT
(HAMRA) BEIRUT
(ZOUK) BEIRUT
TRIPOLI
BEIRUT
U.R.
U.R.
CASABLANCA
CASABLANCA
U.R.
U.R.
U.R.
TUNISI
TUNISI
TUNISI
SEDE
U.R.
U.R.
U.R.
ISTAMBUL
ISTAMBUL
ANKARA
ISTAMBUL
Fonte: ABI
Il presente documento è stato redatto sulla base delle seguenti fonti: sito ufficiale dell’Unione Europea
(http://europa.eu.int/comm/external_relations/euromed/); Banca Europea degli Investimenti (www.eib.org), Istituto
per il Commercio Estero (www.ice.gov.it); World Investment Report (www.unctad.org); Ministero degli Affari Esteri
(www.esteri.it); Servizi Assicurativi del Commercio Estero (www.sace.it), Banca d’Italia (www.bancaditalia.it), Eurostat
(http://epp.eurostat.cec.eu.int), Istituto nazionale di statistica, (www.coeweb.istat.it), Il sole 24 ore
(www.ilsole24ore.com), Sintesi 2000, Ansamed (www.ansa.it/ansamed/index.shtml); Promos (www.promosmilano.com); rilevazioni ABI.
1
Ai fini del presente documento si prendono in considerazione i 10 Paesi Partner Mediterranei (PPM) firmatari della
dichiarazione di Barcellona del 1995 (cfr. capitolo II del presente dossier) che ha avviato l’omonimo processo di
integrazione, e i due Paesi Mediterranei entrati a far parte dell’UE nel 2004 (Cipro e Malta). La Turchia, a seguito
dell’avvio dei negoziati per l’adesione avvenuto lo scorso ottobre, è divenuta da Paese Partner del Processo di
Barcellona, Paese candidato per l’ingresso nell’Unione. Per quanto riguarda la Libia, si segnala che a seguito del
pagamento di un indennizzo delle vittime di attentati terroristici avvenuti alla fine degli anni ’80, di cui i servizi libici
erano ritenuti responsabili, nell’agosto 2005, le Nazioni Unite avevano revocato le sanzioni multilaterali contro il Paese
e, allo stesso tempo, la Libia è stata ammessa come osservatore all’interno del partenariato Euromediterraneo.
5
Le partecipazioni di banche italiane in intermediari dei Paesi della Sponda Sud sono per il
momento limitate a quote di minoranza in Marocco e Tunisia. In questo contesto fa
eccezione la Turchia che presenta investimenti rilevanti del sistema bancario italiano (si
ricorda in proposito la partecipazione paritetica al 50% di Unicredit e Koç Financial
Services in Koç Bank e la partecipazione del SanPaolo IMI al 20% nella Global Securities).
PARTECIPAZIONI BANCARIE ITALIANE NEI PAESI DELLA SPONDA SUD (gennaio 2006)
BANCA
TURCHIA
UNICREDIT
UNICREDIT
SANPAOLO IMI
MAROCCO
UNICREDIT
TUNISIA
SANPAOLO IMI
PARTECIPATA
Quota %
Anno
KOC FINANCIAL SERVICES (che controlla KOC BANK)
YAPI CREDI (tramite KOC FINANCIAL SERVICES)
GLOBAL SECURITIES
50
57,4
20
2003
2005
2005
ATTIJARIWAFA BANK
2,06
2000
BANQUE ARABE INTERNATIONALE DE TUNISIE
5,61
1999
L’UBAE Arab-Italian Bank (con sede a Roma ed a Tripoli) è l’unica banca italiana
partecipata da banche dei paesi dell’area mediterranea e da banche italiane. Per la parte
estera, la banca è partecipata per il 44% circa dalla libica Libyan Arab Foreign Bank, per il
20% dalla egiziana MISR International Bank e rispettivamente per il 5,18% e per il 4,82%
dalle marocchine Bank Al-Maghrib e Banque Marocaine du Commerce Exterieure2. Le
banche italiane presenti nel capitale sono invece Capitalia (10%), MCC (2%), Monte dei
Paschi di Siena (partecipazione indiretta al 4%), SanPaolo IMI (2%); sono inoltre azionisti
dell’UBAE il Gruppo ENI (6%) e Telecom Italia (2%).
b.
Operatività delle banche italiane con i Paesi della Sponda Sud
I rapporti interbancari tra le banche italiane e quelle dei Paesi della Sponda Sud sono
generalmente regolari e non sono state segnalate particolari problematiche. Unica
eccezione è data dall’Algeria (per la quale si è avviata una specifica attività, descritta nel
paragrafo III.c del presente documento) con la quale sono sorte negli ultimi anni alcune
controversie che hanno ostacolato l’operatività.
Il profilo di rischio dei Paesi del Mediterraneo è disomogeneo. Alcuni Paesi presentano
livelli di rischiosità elevata, principalmente conseguente alla situazione politica, mentre
altri sono percepiti con un livello di rischio molto contenuto. Per un quadro esaustivo della
situazione si riporta di seguito una tabella riepilogativa della categoria SACE, della
classificazione ABI ai fini della normativa di vigilanza e dei rating assegnati dalle principali
Agenzie.
2
Dati giugno 2002.
6
PROFILO DI RISCHIO DEI PAESI DELLA SPONDA SUD (dicembre 2005)
Paese
Categoria
SACE
(7 classi )
3
3
4
5 (**)
3
7 (*)
2
4
7 (**)
7 (**)
3
5
Algeria
Cipro
Egitto
Giordania
Israele
Libano
Malta
Marocco
Territori Palestinesi
Siria
Tunisia
Turchia
Rischio Paese
ABI
S&P
Moody’s
1 (0%)
n.d.
1 (0%)
2 (15%)
1 (0%)
3 (20%)
n.d.
1 (0%)
n.d.
5 (30%)
1 (0%)
1 (0%)
n.d.
A
BBBBBB
A+
BA
BBB
n.d.
n.d.
A
BB
n.d.
A2
Ba1
Ba2
A2
B3
A3
Ba1
n.d.
n.d.
Baa2
B1
(*) sospensiva sul rischio sovrano e operatività limitata a progetti di finanza strutturata, operazioni di
investimento, copertura di rischi accessori.
(**) apertura con restrizioni
Fonte: ABI, Banca d’Italia, SACE
Al fine di disporre di un quadro dettagliato ed aggiornato circa l’operatività dell’industry
bancaria con i 12 Paesi coinvolti nel Forum di Palermo, nel mese di gennaio 2006 l’ABI ha
condotto una specifica indagine presso il Gruppo di Lavoro relazioni Internazionali,
composto dalle maggiori banche più attive sui mercati esteri. Nella tabella che segue sono
riportati i risultati quantitativi dell’indagine.
Plafond Complessivo (mln di €)
Plafond utilizzato (mln di €)
(totale impegni in essere e disponibilità a
gennaio 2006)
Con
Sace
Senza
Sace*
Totale
Con Sace
Senza
Sace
di cui per
export
di cui per
altre finalità
Totale
Util./T
otale
Totale a breve
355,4
5.158,4
5.513,8
265,2
2.969,5
2.191,5
778,1
3.234,8
58,7%
Totale a m.l.t.
556,9
1.939,5
2.496,4
198,5
924,5
608,2
316,3
1.123,0
45,0%
912,3
7.097,8
8.010,2
463,7
3.894,1
2.799,7
Totale
1.094,4 4.357,8 54,4%
(*) Si segnala che il plafond SACE a medio-lungo è comprensivo di alcuni importi utlizzabili anche sul breve termine.
Complessivamente risulta un plafond stanziato di circa 8 miliardi di euro, utilizzati al
54%3. Il 69% del plafond stanziato è destinato ad operazioni a breve, mentre il rimanente
31% è allocato sul medio-lungo termine, riflettendo l’utilizzo prevalente delle linee per il
finanziamento a breve delle esportazioni di beni intermedi e di consumo.
Secondo alcune banche negli ultimi due anni si è assistito ad una decrescente richiesta di
operazioni a medio-lungo termine per lasciare spazio a pagamenti a vista o con
differimenti brevi, di norma contenuti nell’anno.
Ne consegue anche un limitato ricorso alle coperture SACE. L’88,6% circa del plafond
stanziato infatti non prevede la copertura assicurativa, e di questo il 73% circa è allocato
sul breve termine (pesando per circa il 64% sul plafond totale).
3
Il totale utilizzato con finalità export, poco più di 3 miliardi di euro, rappresenta il 27% circa del volume complessivo
di esportazioni realizzate dall’Italia verso i Paesi della Sponda Sud nel periodo gennaio-settembre 2005.
7
Il plafond SACE invece, che rappresenta l’11,4% del plafond totale, è per il 61% allocato
sul medio-lungo termine, in quanto utilizzato per il finanziamento delle esportazioni di beni
durevoli.
Per quanto riguarda il livello di utilizzo delle risorse, si rileva che il 89% circa del totale
utilizzato (pari a circa 4,3 miliardi di euro) è senza copertura SACE (per il 72% impiegato
con finalità export4 e per il 76% a breve) e rappresenta il 54,9% del totale stanziato senza
previsione di copertura assicurativa; il 74% del totale utilizzato è impegnato per
operazioni a breve e il 75% ha finalità export.
Il plafond SACE è utilizzato al 50%; con un tiraggio più o meno equi-distribuito tra breve e
medio-lungo termine (per il 57% a breve) per finalità commerciali.
Si segnala che il plafond SACE, oltre al finanziamento di specifiche operazioni, comprende
anche stanziamenti destinati a linee di credito open nelle quali possono essere inseriti una
serie di contratti non identificati a priori (secondo lo schema del credito acquirente). Con
riferimento a questa tipologia di linee, ne esistono ad oggi 46 aperte con i 12 Paesi
coinvolti nel Progetto Mediterraneo, per un totale di 208 milioni di euro disponibili.
Circa la ripartizione geografica la Turchia assorbe il 50% del plafond complessivo
disponibile ed oltre il 33% del plafond complessivo utilizzato; seguono, con percentuali tra
il 9% ed il 7% del plafond complessivo il Marocco, la Tunisia, l’Egitto, Israele; si collocano
intorno al 4% Algeria e Libano.
La maggior parte dei Paesi presenta un livello di utilizzo tra il 20% ed il 30% rispetto al
plafond complessivamente stanziato per singolo Paese; solo per Turchia, Libano e
Palestina si registra un grado di utilizzo più elevato (rispettivamente 67%, 64% e 82%).
In allegato al presente documento sono riportati alcuni grafici illustrativi della ripartizione
geografica e dei livelli di utilizzo delle risorse.
Con riferimento alle indicazioni settoriali fornite dalle banche interpellate, le attività
maggiormente finanziate sono le esportazioni di impianti, macchinari e materie prime5,
prodotti farmaceutici, siderurgici, automobili, la realizzazione di grandi opere (ferroviario e
autostradale); sono altresì finanziati, anche se con volumi e numero di operazioni più
contenuti, anche gli scambi nel settore del tessile (in particolare abbigliamento di ‘alta
qualità’) e delle calzature.
Euromed Fund
Alla fine del 2004 è stato costituito il Fondo Euromed, gestito da Finlombarda SGR e alla
cui costituzione hanno partecipato BEI, SanPaolo IMI Unicredit e Banca Intesa, primo
fondo mobiliare chiuso riservato ad investitori istituzionali, che si caratterizza per il fatto
4
Tra le altre finalità rilevate vi sono alcuni finanziamenti ad imprese a capitale straniero, acquisiti per titoli di Stato
8
di
investire
prevalentemente
in
azioni
di
joint
ventures
tra
società
europee,
principalmente italiane, e imprese dell’area mediterranea (prevalentemente Tunisia,
Algeria, Marocco, Egitto e Turchia). Il fondo, che ha un capitale sottoscritto di 45 milioni
di euro e dovrebbe a breve arrivare a 60 milioni6, potrà peraltro realizzare anche
investimenti diretti “green field”, ovvero acquistare partecipazioni di minoranza, anche
connesse a processi di privatizzazione. Si avvale inoltre della collaborazione on site della
International Maghreb Merchant Bank, per l’attività di scouting e origination nonché per
la successiva due diligence e supporto nella strutturazione dell’operazione. Il Fondo non
ha ancora perfezionato alcuna operazione, ma è in corso la due diligence su alcuni
progetti.
c.
Accordi di collaborazione tra Banche italiane e banche dei Paesi del
Mediterraneo
Gli accordi di collaborazione tra banche italiane e banche dei Paesi mediterranei sono
molto numerosi. Secondo la rilevazione effettuata sette tra i maggiori gruppi bancari
italiani hanno stipulato 14 accordi in tutti i principali Paesi dell’area e altri sono in fase di
negoziazione.
Gli accordi sono finalizzati all’assistenza reciproca alla clientela e ad assicurare le migliori
condizioni di accesso al credito. In particolare gli accordi sono volti a facilitare
l’intermediazione dei flussi di import-export, assistere la clientela interessata a investire
nell’area, gestire il trasferimento delle rimesse degli immigrati
In prospettiva numerose banche hanno inoltre segnalato di aver intenzione di potenziare
la rete di accordi di collaborazione nei Paesi della Sponda Sud.
d.
Operatività della banche italiane con la Banca Europea per gli Investimenti
Secondo le informazioni fornite all’Associazione dagli Uffici della BEI sono cinque le banche
italiane che hanno utilizzato la Facility della BEI dedicata ai Paesi del Mediterraneo (il
Paragrafo II.c fornisce un’illustrazione completa dello strumento), intervenendo come
garanti su quota parte di finanziamenti concessi dalla BEI per progetti realizzati in Egitto e
Tunisia, per un totale importo garantito di 215 milioni di euro (su un totale di circa 9
miliardi di euro).
Circa il livello di coinvolgimento delle imprese italiane in queste operazioni la BEI ha
segnalato l’impossibilità di fornire il dato, in quanto i finanziamenti diretti (per operazioni
di importo superiore ai 25 milioni di euro) vengono concessi per lo più a controparti
5
In particolare sono state indicate macchine ed impianti per ‘foods and beverage’, per ‘industria ceramica, materiali
per edilizia’, marmi e graniti, vetro, macchine e impianti per irrigazione e desalinazione dell’acqua marina, attrezzature
per gas naturale e petrolio.
9
sovrane (e con garanzia sovrana) e successivamente canalizzati ad imprese locali od
estere per la realizzazione dei progetti; con riferimento, invece, ai prestiti di importo
inferiore (“prestiti globali”), essi vengono concessi a banche locali che poi informano la BEI
delle operazioni finanziate; tuttavia da tali informazioni non è possibile individuare se i
fondi siano utilizzati da imprese estere o a capitale estero7.
II. Approfondimenti su alcune questioni politiche, economiche e finanziarie di
particolare rilevanza per le relazioni tra l’Italia, l’UE ed i Paesi della Sponda Sud
a. Il Processo di Barcellona
A Barcellona, il 27 e 28 novembre 1995, si è svolta per la prima volta una Conferenza di
tutti i Ministri degli Esteri dei quindici Paesi membri dell’Unione Europea e di dodici Paesi
del sud e dell’est del Mediterraneo8 (Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Israele, Giordania,
Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Turchia, Cipro e Malta). In tale occasione,
dando seguito agli orientamenti già definiti dai Consigli europei di Lisbona (giugno 1992),
Corfù (giugno 1994) ed Essen (dicembre 1994), nonché alle proposte formulate dalla
Commissione, viene dato avvio - con la “Dichiarazione di Barcellona” - a quello che va
sotto
il
nome
di
“Processo
di
Barcellona”,
ovvero
il
progetto
di
Partenariato
Euromediterraneo (o Euromed) finalizzato alla creazione di un’area di pace, stabilità e
prosperità tra i Paesi Europei e quelli del Sud del Mediterraneo, attraverso il rafforzamento
del dialogo politico e culturale, la cooperazione economica e finanziario9 e la progressiva
integrazione dei mercati.
In particolare, tre sono gli assi su cui si articola e si sviluppa la nuova politica euromediterranea:
•
il partenariato politico e di sicurezza, che mira a realizzare uno spazio comune di
pace e stabilità, attraverso l’implementazione di azioni volte a garantire la sicurezza
ed il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;
6
A fronte di tale dotazione si prevede un taglio medio delle operazioni tra 1,5 e 3 mln di euro con una durata media di
4 anni. La partecipazione sarà sempre di minoranza.
7
Parimenti non è possibile conoscere se i prestiti globali concessi dalla BEI in Italia a banche italiane
(complessivamente 22 gruppi bancari) siano poi utilizzati dalle imprese affidate anche per sviluppare attività con
imprese della area mediterranea.
8
La questione dei rapporti tra l’Unione europea ed i Paesi terzi del Mediterraneo (PTM) ha in realtà radici più lontane.
Essa si pone infatti fin dagli anni sessanta, quando la Francia sottolineava la necessità di rafforzare le interdipendenze
commerciali, frutto di decenni di rapporti coloniali, tra alcuni Stati europei e i Paesi del Mediterraneo. Al vertice di
Parigi del 1972 venne pertanto definita la prima politica “Globale Mediterranea”, il cui asse centrale era rappresentato
dal libero accesso ai mercati della Comunità per i manufatti dei Paesi del bacino mediterraneo.
9
Con l’allargamento dell’Unione Europea del maggio 2004, Cipro e Malta sono diventati membri dell’UE; attualmente
pertanto il Partenariato Euro-Mediterraneo riunisce i 25 Stati membri dell’UE e 10 Partner mediterranei (Algeria,
Tunisia, Marocco, Egitto, Israele, Giordania, Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Turchia). La Libia ha status
di osservatore dal 1999.
10
•
il partenariato economico e finanziario che intende promuovere la creazione di
un’area di prosperità condivisa, in primis attraverso la creazione di una zona di libero
scambio tra l’UE ed i Paesi Partner Mediterranei (PPM) firmatari della Dichiarazione di
Barcellona, entro il 201010;
•
il partenariato sociale, culturale ed umano volto a sviluppare le risorse umane,
favorire la comprensione tra culture e gli scambi tra società civili.
Il Partenariato EuroMed si sviluppa lungo due direttrici complementari: una dimensione
bilaterale attiene ai rapporti tra l’UE ed i PPM; esiste inoltre una dimensione regionale
finalizzata a promuovere l’integrazione tra tutti i 35 Partners; inoltre, particolare
importanza è attribuita alla cooperazione “Sud-Sud” tra i Paesi mediterranei.
La dimensione bilaterale del processo di Barcellona si esplica nel quadro degli Accordi di
Associazione tra l’UE e i Paesi dell’area mediterranea, attraverso i quali i Paesi
sottoscrittori assumono una serie di impegni che vanno dal dialogo politico, al rispetto dei
diritti umani e della democrazia, alla liberalizzazione del commercio di beni secondo regole
compatibili con i principi dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio11. Con particolare
riferimento all’impegno all’apertura degli scambi gli Accordi prevedono un periodo
transitorio per l’abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie di 12 anni dalla loro
entrata in vigore12.
Attualmente i seguenti sette Paesi (su dieci) hanno ratificato gli Accordi di Associazione:
Territori Autonomi Palestinesi (entrata in vigore dell’accordo nel 1997); Tunisia (1998),
Israele (2000); Marocco (2000); Egitto (2001) Giordania (2002); Algeria (2005). Alla fine
del 2004 è stato sottoscritto l’Accordo con la Siria (in attesa di ratifica) ed è imminente la
ratifica dell’Accordo di Associazione del 2002 del Libano. Si ricorda inoltre che la Turchia
ha firmato un Accordo di Associazione nel 1995 con il quale ha perfezionato un’unione
doganale con l’UE13; inoltre, in considerazione del processo di adeguamento all’acquis
communautaire necessario per l’ingresso del Paese nell’Unione, sarà progressivamente
completato il processo di abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie per i settori
ancora soggetti a restrizioni.
Per accelerare l’integrazione commerciale dei Paesi della Sponda Sud con quelli europei e
abbattere le barriere tariffarie ancora esistenti, in vista della creazione di un mercato
10
La data si riferisce alla totale eliminazione degli ostacoli tariffari e non tariffari allo scambio dei soli prodotti
industriali. Le relazioni commerciali tra i Paesi della Sponda Sud e l’UE sono peraltro già abbastanza sviluppate
considerato che i 25 Paesi europei coprono circa il 50% del commercio estero dei Paesi mediterranei e il 36% in
termini di investimenti diretti nell’area.
11
In questo senso la liberalizzazione degli scambi va intesa anche come abbattimento delle barriere eventualmente
esistenti alla prestazione di servizi nel territorio del Paese non solo con una modalità di erogazione cross-border, ma
anche tramite l’apertura di dipendenze dirette nel Paese. Gli Accordi possono inoltre prevedere impegni in materia di
tutela della proprietà intellettuale, regolamentazione della concorrenza, sistemi di incentivazione pubblica,
cooperazione in materia sociale e culturale, normative in materia di immigrazione.
12
L’entrata in vigore degli Accordi si ha soltanto a seguito della ratifica degli stessi da parte di una serie di Autorità
(Parlamento Europeo, Parlamenti dei Membri UE, Parlamento del Paese Partner), comportando di norma un lungo
intervallo di tempo, anche di alcuni anni, tra la sottoscrizione e la ratifica.
13
L’Unione Doganale non si applica al settore agricolo.
11
unico nel 2010, nell’ottobre 2005 il Consiglio dell’UE ha approvato la proposta della
Commissione di creare una zona Pan-euro-mediterranea14 per il “cumulo di origine” dei
prodotti. Questa decisione, che integra il preesistente sistema del cumulo paneuropeo di
origine varato nel 1997, prevede che le merci fabbricate a partire da fattori produttivi
provenienti dai Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo beneficino di un accesso
preferenziale al mercato UE, rispetto a Paesi terzi, in termini di abbattimento di dazi
doganali.
L’evoluzione del Processo di Barcellona è monitorata da periodiche Conferenze EuroMediterranee cui partecipano i Ministri degli Esteri dei Paesi coinvolti nel Partenariato
Euromed15. Inoltre, il 27 e 28 novembre 2005, a Barcellona - in occasione del decimo
anniversario dalla Dichiarazione omonima - si sono riuniti per la prima volta i capi di Stato
e di Governo dei 35 Paesi coinvolti, varando un programma di lavoro quinquennale in cui
si è ribadito l’impegno a raggiungere i seguenti obiettivi ritenuti prioritari: promuovere la
democrazia e il rispetto dei diritti umani; creare e sviluppare opportunità economiche e
contribuire alla creazione di posti di lavoro, attraverso il completamento della zona di
libero scambio entro il 2010; estendere il libero scambio all’agricoltura e ai servizi;
fronteggiare il problema dell’immigrazione16; rendere accessibile a tutti l’istruzione di base
e collaborare con i Paesi Partner per migliorare la qualità dell’istruzione.
Si sottolinea che il potenziamento del processo in atto risulta tanto più rilevante in
considerazione della recente politica adottata dagli USA verso i Paesi del Mediterraneo,
fondata su accordi bilaterali volta a rafforzare le relazioni commerciali con l’area e a creare
un’area di libero scambio in diretta concorrenza con l’Unione Europea.
b. L’integrazione interregionale Sud-Sud
Il processo di integrazione sud-sud è uno degli assi portanti del Processo di Barcellona,
quale una tappa necessaria per una piena integrazione tra i mercati dei Paesi Europei e di
quelli Mediterranei; da essa dipende tanto la crescita dei singoli Paesi Partner quanto
l’effettivo ampliamento delle opportunità di business per le imprese europee che si
insediano nell’area.
Sebbene gli scambi tra gli Stati della sponda meridionale rappresentino attualmente una
percentuale inferiore al 15%17 del commercio estero complessivo della regione, sono stati
14
L’area comprende l’UE, i 10 Paesi della Sponda Sud nonché Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda, Bulgaria,
Romania.
15
Dalla conferenza di Barcellona del 1995 si sono tenute sette conferenze euro-mediterranee dei ministri degli Esteri.
16
Nel 2005 gli immigrati provenienti dalla Sponda Sud registrati nell’UE sono circa 5,8 milioni, con Italia e Spagna tra
le principali destinazioni anche se con numero di immigrati ancora inferiore rispetto a Germania, Francia e Olanda; la
comunità turca è quella più numerosa, con oltre 2, milioni di immigrati. In Italia vi sarebbero oltre 40.000 egiziani,
15.000 algerini, 223 .000 marocchini, 58.000 tunisini.
17
Vi sono fonti discordanti sul punto; secondo alcune il livello sarebbe intorno al 7%.
12
compiuti passi incoraggianti per approfondire la dimensione regionale del processo di
integrazione, grazie alla sottoscrizione dei seguenti accordi:
•
l’accordo di Agadir firmato nel 2004 ed entrato in vigore il primo gennaio 2006, che
mira alla creazione di un’area di libero scambio tra Marocco, Tunisia, Egitto e
Giordania;
•
l’Unione del Maghreb Arabo tra Marocco, Algeria, Tunisia, Mauritania e Libia, istituita
nel 1989; si tratta di un accordo con molteplici finalità tra cui, con riferimento alla
dimensione economica, la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e
dei capitali18.
Si segnala inoltre che la Turchia ha concluso accordi di libero scambio con il Marocco
(entrato in vigore il primo gennaio 2006), con l’Autorità palestinese (2004) e con l’Egitto
(2005).
c.
Gli strumenti finanziari del Partenariato Euro-Mediterraneo: il Programma
MEDA, la BEI e la Facility for Euromediterranean Investment and Partnership
(FEMIP), la Banca Euromediterranea
L’Unione Europea dispone di una serie di programmi e strumenti per il sostegno finanziario
ai Paesi della Sponda Sud, c.d. “Paesi Partner del Mediterraneo” (di seguito indicati come
PPM) finalizzati al raggiungimento degli obiettivi individuati dalla Dichiarazione di
Barcellona.
Il programma MEDA (I- II)
Il programma MEDA, avviato nel 1995, è lo strumento principale a livello Europeo per il
finanziamento del Partenariato Euromediterraneo. Tra il 1995 ed il 1999 la Commissione
Europea ha destinato al programma (MEDA I) un totale di 3,4 miliardi di euro. La seconda
fase di programmazione (MEDA II 2000-2006) ha previsto invece una dotazione
complessiva di 5,3 miliardi di euro19.
Le risorse MEDA, allocate secondo una specifica programmazione tra UE, PPM e Banca
Europea per gli Investimenti20, sono impiegate tramite tre tipologie di intervento: a)
contributi a fondo perduto assegnati a singoli Paesi partner attraverso procedure di gara,
18
Tra i progetti di cooperazione interregionale approvati dall’UMA vi sono la costituzione di una Banca per gli
Investimenti e l’Import-Export, una convenzione per l’attività marittima e un accordo nel settore dei trasporti.
19
Malta e Cipro dal 2004 non sono più tra i paesi beneficiari del programma a seguito dell’ingresso nell’UE; inoltre, le
attività di cooperazione con la Turchia non sono più finanziate tramite MEDA ma con una dotazione finanziaria a parte,
pianificata dalla Direzione Generale per l’Allargamento della Commissione Europea.
20
Le risorse MEDA sono soggette ad una specifica programmazione: a livello nazionale e regionale sono stati redatti,
di concerto con la BEI, documenti strategici per il periodo 2000-2006; sulla base di tali documenti strategici si sono
predisposti programmi indicativi nazionali (PIN) e regionali (PIR) triennali, concordati tra l’UE ed ogni Paese
mediterraneo; infine, sulla base dei programmi indicativi sono stati redatti annualmente di concerto con la BEI) piani di
finanziamento a livello nazionale e regionale, nei quali è individuata la lista dei progetti da finanziare.
13
secondo una specifica programmazione definita a livello comunitario; b) operazioni di
capitale di rischio (interventi di equity e quasi-equity) gestiti dalla BEI; c) contributi in
conto interessi su prestiti BEI per progetti di tutela ambientale.
Beneficiari dei finanziamenti del programma MEDA possono essere tanto gli Stati centrali
quanto le Amministrazioni locali, le organizzazioni di sostegno delle imprese, gli operatori
privati, le cooperative, le associazioni, le fondazioni e le organizzazioni non governative
dei paesi dell’UE e dei Paesi Mediterranei.
Le iniziative di cooperazione finanziate possono essere di due tipi: bilaterali, ovvero
realizzate tra l’UE ed un singolo Paese mediterraneo, o regionali, se relative ad un
progetto che coinvolge l’UE ed un gruppo di Paesi partner21. Nella tabella che segue sono
riportati gli impegni deliberati e gli ammontari erogati attualmente nell’ambito sia per
progetti di cooperazione bilaterale che regionale a valere sulle risorse MEDA I e II. Per una
valutazione delle risorse complessivamente confluite nell’area dall’UE si riporta anche il
totale dei finanziamenti concessi dalla BEI nello stesso arco temporale22.
Tipologia di
intervento/Paese
MEDA I 19951999
Mln €
Impegni
Importi
erogati
MEDA II 20002004
Mln €
Impegni
MEDA
II
2005
Mln €
Finanziamenti
BEI 19952004
Totale*
Importi
erogati
Cooperazione
Bilaterale
Algeria
164,0
30,2
232,8
74,7
80
1417
1.751,9
Territori Palestinesi
111,0
59,0
350,3
327,2
280
230
3.294,2
Egitto
686,0
157,0
353,5
360,1
110
2678
3.724,1
Giordania
254,0
108,4
204,4
241,8
60
529
1.359,2
Libano
182,0
1,2
73,7
103,4
27
480
2.378,6
Marocco
660,0
127,5
677,1
443,2
148
1794
2.944,7
Siria
101,0
0,0
135,7
39,0
22
580
2.344,0
Tunisia
428,0
168,0
328,6
320,7
118
1725
2.213,7
Totale Bilaterale
2 586.0
651,32
2.356,1 1 910,1
845
9,433 20.010,4
Cooperazione
471,0
222,5
739,8
478.4
N.d.
Regionale
TOTALE
3 057,0
874,0
3 095,9 2 388,0
n.d.
Fonte: Commissione Europea
Il totale riportato nell’ultima colonna è dato dalla somma degli impegni erogati per Meda I e II fino al
2004, degli impegni stanziati per il 2005 e dei finanziamenti concessi dalla BEI
Dai dati emerge come nel secondo periodo di programmazione sia migliorato – anche
grazie ad una razionalizzazione del meccanismo di implementazione del programma da
parte UE - il livello di tiraggio dei fondi rispetto a quelli stanziati (passato dal 29% al
77%).
21
Nella cooperazione bilaterale ricadono, ad esempio, progetti di investimento e la realizzazione di opere
infrastrutturali, ovvero inziative di assistenza tecnica/istituzionale verso singoli Paesi MEDA; sono invece esempi di
cooperazione regionale la creazione di reti di Istituti di ricerca, Progetti di collaborazione inter-universitaria ecc.
22
Tra i maggiori utilizzatori dei finanziamenti BEI vi è in realtà la Turchia che nell’arco temporale considerato aveva
ricevuto oltre 3 miliardi di finanziamenti. Il Paese non è però inserito nella tabella in quanto fuori dal programma MEDA
in quanto Paese “candidato” (beneficia pertanto dei fondi di pre-adesione).
14
Gli strumenti della Banca Europea per gli Investimenti: FEMIP
La Banca Europea per gli Investimenti, in qualità di istituzione finanziaria dell’Unione
Europea che ha il compito di attuare le politiche volte a rafforzare l’integrazione economica
dei Paesi membri, svolge un ruolo chiave nel finanziamento delle iniziative che
promuovono lo sviluppo dei Paesi mediterranei, nell’ambito degli obiettivi fissati dalla
Dichiarazione di Barcellona.
L’attività di finanziamento della BEI è svolta sia su mandato della Commissione, a valere
su risorse comunitarie (Fondi MEDA e, precedentemente all’istituzione del programma,
sulla base di specifiche convenzioni con l’UE), sia a valere sui fondi propri della banca che
provengono
dalla
sua
attività
di
raccolta
e
dai
proventi
collegati
al
lending.
Complessivamente, tra il 1974 ed il 2004, la BEI ha finanziato progetti di investimento nei
PPM per circa 15 miliardi di euro23, di cui oltre 8 miliardi di finanziamenti solo tra il 2000
ed il 200424.
Il Consiglio di Barcellona del marzo 2002, al fine di potenziare gli interventi della BEI nel
Mediterraneo, ha deciso di creare la Facility for Euromediterranean Investment and
Partnership (FEMIP), con una dotazione di bilancio originariamente stanziata di circa 8
miliardi di euro fino alla fine del 2006. Il FEMIP ha accorpato ed integrato in un unico
programma tutte le precedenti attività svolte dalla BEI, sia con fondi propri che con risorse
MEDA.
Il FEMIP interviene attraverso una molteplicità di strumenti finanziari di cui possono
beneficiare sia soggetti pubblici che privati: prestiti a medio-lungo termine per grandi
progetti25, operazioni di finanza strutturata, prestiti globali concessi ad intermediari
finanziari, operazioni di equity e quasi-equity26, garanzie, fondi di assistenza tecnica27.
I finanziamenti sono concessi dal FEMIP secondo il mandato Euromed II (2000-2007) della
Commissione, che stabilisce in 6,5 miliardi di euro il tetto massimo di prestiti da concedere
ai Paesi MEDA28 a valere sulle risorse BEI. Inoltre, per lo stesso arco temporale, il
Consiglio UE ha invitato la BEI a finanziarie in particolare il settore energetico e delle
comunicazioni senza copertura dei rischi commerciali e politici per un ulteriore miliardo di
euro.
23
Si riporta di seguito la ripartizione settoriale dei prestiti della BEI (1974 – 2004): settore idrico e gestione dei rifiuti
(21,8%), energia (24,8%), PMI (prestiti globali, 17,9%), telecomunicazioni (19,7%), Industria e servizi (13,6%),
Istruzione e sanità (2,2%). La ripartizione geografica invece è la seguente: Turchia (22,8%), Egitto (18,2%), Marocco
(15,9%), Algeria (14,7%), Tunisia (14,5%), Libano (4%), Giordania (4,3%), Siria (3,4%), Israele (1,6%), Territori
palestinesi (1,6%).
24
Fonte: Rapporto FEMIP della BEI, novembre 2005.
25
26
Per progetti di investimento di importo non inferiore a 25 milioni di euro.
Tali tipi di intervento sono mirati, tra l’altro, al rafforzamento del settore finanziario dei Paesi beneficiari. Infatti il
FEMIP può acquisire partecipazioni dirette in istituzioni finanziarie, oltre che imprese private. Il FEMIP può inoltre
investire in fondi di investimento specializzati in PMI, in particolare in fase di start-up, concedere prestiti partecipativi e
prestiti subordinati.
27
L’attività di assistenza tecnica è finalizzata a promuovere il più efficiente impiego dei finanziamenti BEI, soprattutto
con riferimento a progetti infrastrutturali, per i quali oltre al prestito la BEI si rende spesso necessaria un’attività di
consulenza.
15
Gli interventi sul capitale di rischio e l’assistenza tecnica non sono finanziati con risorse
BEI ma a valere sul budget MEDA (rispettivamente 200 mln di euro tra il 2001 ed il 2006
per il capitale di rischio e 105 mln per l’assistenza tecnica tra il 2003 e 2006) e con i fondi
del FEMIP Trust Fund costituito l’anno scorso, con un dotazione di 33,5 mln di euro
provenienti dai contributi volontari dei Paesi dell’UE 15.
Il rafforzamento del FEMIP e l’ipotesi di creazione di una Banca Euromediterranea
L’idea di costituire una banca di sviluppo dedicata ai Paesi mediterranei era stata
considerata favorevolmente dalla Commissione Europea già nel 2002, quando si era
ipotizzata la costituzione di un’affiliata alla BEI che avrebbe dovuto incorporarne le attività
nell’area. Tuttavia si è poi deciso di optare per una soluzione intermedia, attraverso la
creazione del FEMIP, rinviando la decisione di costituzione di un organismo ad hoc ad un
secondo momento sulla base dei risultati conseguiti dalla BEI con il nuovo strumento. La
Conferenza Euromed di Napoli ed il Consiglio Europeo di Bruxelles del dicembre 2003
hanno riconfermato tale orientamento, varando una serie di misure volte a rafforzare la
Facility e stabilendo che solo a dicembre 2006 – sulla base della valutazione dell’operato
del FEMIP gli Stati Membri, d’intesa con i Paesi MEDA, decideranno sulla sua eventuale
“incorporazione in una sussidiaria in cui la BEI detenga la maggioranza del capitale29,
dedicata ai Partner Mediterranei”. La Conferenza ministeriale del prossimo giugno a Tunisi
potrà peraltro già costituire un momento per un esame preliminare della questione.
Nel mentre, si è optato per il rafforzamento del FEMIP con l’obiettivo di potenziarne
l’efficacia nei confronti del settore privato. A tal fine sono state adottate, tra l’altro, le
seguenti misure: a) apertura di uffici BEI dedicati allo strumento nei Paesi Meda (Tunisi,
Rabat e Cairo) ; b) la creazione di un portafoglio “speciale” di 200 mln di euro per la
concessione di finanziamenti al settore privato in regime di risk sharing30; c) la
costituzione di un forum annuale dei Ministri delle Finanze dei Paesi UE e MEDA per
discutere la politica di finanziamento del FEMIP31.
Ancorché significativamente migliorata, la struttura del FEMIP rimane evidentemente
inserita in un contesto caratterizzato da regole e finalità non definite per rispondere alle
specifiche caratteristiche degli operatori dei PPM. Il principale obiettivo della costituzione
28
29
I finanziamenti sono assistiti dalla garanzia comunitaria.
Sono state formulate diverse ipotesi sul possibile assetto organizzativo e sulla governance del nuovo soggetto. In
particolare la BEI ha esaminato due opzioni: a) la costituzione di una partecipata al 60% dalla BEI che continui ad
utilizzare le strutture di quest’ultima per una serie di servizi di supporto, amministrativi ecc.; b) un soggetto
completamente indipendente, che comporterebbe un numero maggiore di risorse umane e finanziarie ad essa
dedicate. Inoltre, si sono ipotizzati diversi scenari di trasferimento totale o parziale, e comunque graduale, del
portafoglio FEMIP al nuovo soggetto.
30
Nell’attività standard di finanziamento è previsto che il beneficiario del prestito sia assistito da una garanzia
sovrana. Con il nuovo strumento invece tale garanzia non è più richiesta; la Banca gestisce il rischio commerciale
(rivolgendosi ad un garante commerciale), mentre il rischio politico è coperto dal Bilancio comunitario.
31
Al fine di migliorare le relazioni tra i Paesi UE ed i PPM è stata anche istituita d) la creazione di un’Assemblea
parlamentare euromediterranea composta da 240 deputati, con funzioni consultive
16
di un soggetto distinto rispetto alla BEI per le attività di finanziamento nei Paesi MEDA è
stato individuato nella necessità di un più efficace ed incisivo supporto al settore privato,
peraltro già significativamente migliorato negli ultimi anni di attività del FEMIP32. Inoltre,
la creazione di un intermediario dedicato consentirebbe una maggiore flessibilità nelle
politiche di assunzione dei rischi (tipicamente elevati), e di quelle di determinazione degli
accantonamenti e di pricing, nonché maggiori opportunità di prevedere strumenti
finanziari ad hoc rispondenti alle esigenze delle PMI dei Paesi beneficiari (che
rappresentano in molti casi l’elemento potenzialmente più dinamico della struttura
industriale). Tra i diversi vantaggi che la creazione di Banca per il Mediterraneo potrebbe
comportare
vi
è
altresì
un
più
diretto
coinvolgimento
ed
una
maggiore
responsabilizzazione dei PPM – attualmente coinvolti nella gestione del FEMIP con funzioni
meramente consultive – nel caso partecipassero al capitale della nuova banca, divenendo
parte attiva nel processo decisionale di allocazione delle risorse. Ne conseguirebbe, altresì,
un’interazione più dinamica con le Istituzioni locali, con ricadute positive anche sui
processi di riforma in atto in questi Paesi. Infine, potrebbe essere promossa una presenza
capillare sul territorio delle succursali della nuova banca, favorendo i rapporti sia con le
imprese che con gli intermediari finanziari locali, promuovendo al contempo la formazione
di nuove specializzazioni e competenze specifiche nell’area33.
Sotto il profilo politico non va d’altra parte trascurato che si tratterebbe comunque di un
segnale molto forte dell’impegno europeo allo sviluppo dei Paesi partner. In passato il
Governo italiano (sia il Ministro Marzano che il Ministro Tremonti) si è espresso
chiaramente a favore della trasformazione del FEMIP in una banca mediterranea.
Circa la sede della nuova banca si era anche dibattuto di una possibile candidatura di
Napoli in occasione della Conferenza Ministeriale tenuta in questa città nel 2003; peraltro
è noto l’interesse delle regioni del Sud per una collocazione della banca (o almeno di una
sua succursale) nel Mezzogiorno (anche eventualmente in Sicilia), in quanto è considerata
un’opportunità di particolare interesse per le imprese locali e per il rafforzamento delle
loro relazioni con i Paesi della riva Sud del Mediterraneo.
d.
Valutazione del Processo di Barcellona e nuova politica di vicinato
dell’Unione Europea
E’ in corso sui media e negli ambienti accademici e imprenditoriali il dibattito circa
l’efficacia del Processo di Barcellona e degli strumenti dei quali esso si avvale, in primis sul
32
In effetti tra il 1993 ed il 2003 solo il 20% dei finanziamenti concessi dalla BEI su mandato della Commissione
Europea erano destinati al settore privato. Tale quota è però cresciuta al 40% nel 2004 rispetto al totale degli impegni
annuali assunti. Principalmente si tratta di finanziamenti concessi per piccoli progetti tramite il canale dei prestiti
globali e di una serie di finanziamenti a singoli progetti infrastrutturali.
33
Il progetto comporterebbe naturalmente dei costi, primo fra tutti quello connesso alla necessaria capitalizzazione
della banca per far fronte al più elevato profilo di rischio dell’attività cui sarebbe preposta. Secondo alcune proiezioni
17
piano finanziario. Alcuni hanno argomentato una insufficienza di risorse finanziarie
comunitarie, soprattutto se confrontate con i flussi destinati ai dieci Paesi che hanno fatto
il loro ingresso nell’UE nel 2004, ai quali sono andati circa 3 miliardi di euro l’anno dal
2000 al 2004 attraverso gli strumenti di pre-adesione.
In generale si sostiene comunque da più parti che i risultati del partenariato non sono
ancora soddisfacenti (soprattutto in termini di divario tra i livelli di vita dell’UE e dei Paesi
MEDA) e che si è in ritardo rispetto agli obiettivi prefissati dalla Dichiarazione del 1995,
con particolare riguardo alla creazione di un’area di libero scambio34. Le ragioni sono
molteplici e da addurre, tra l’altro, alla complessità dell’architettura del Partenariato,
all’accentramento
dei
processi
decisionali
a
Bruxelles
e
ad
una
mancanza
di
coinvolgimento effettivo dei PPM. In particolare si è indicato il “bilateralismo” quale forte
limite all’impianto del partenariato, laddove sarebbe necessario un sistema di impegni
comuni di tutti i Paesi partner coinvolti, e quindi un approccio multilaterale, onde evitare
che i progressi si registrino in maniera disomogenea in diverse regioni della costa sud del
Mediterraneo e che il commercio si sviluppi solo tra UE e singoli Stati e non anche tra
questi ultimi. Gli sforzi si sono concentrati soprattutto sull’abbattimento delle barriere
tariffarie e meno di quanto dovuto sull’attuazione delle necessarie riforme strutturali.
Manca inoltre un meccanismo premiante che leghi le offerte di vantaggi da parte dell’UE ai
progressi ottenuti dai PPM in termini di riforme; l’introduzione di un tale sistema di
“incentivi” favorirebbe peraltro anche una maggiore credibilità dell’intero processo e quindi
una crescente fiducia degli investitori internazionali, attraendone i capitali.
Va d’altra parte rilevato che le instabili relazioni politiche tra diversi PPM non agevolano
certamente un rapido sviluppo del commercio e degli investimenti (intra e interregionali).
I maggiori progressi da compiere riguardano la certezza del quadro giuridico e
regolamentare di riferimento per gli investitori esteri e l’estensione del processo di
liberalizzazione degli scambi - che fa attualmente riferimento ai soli prodotti industriali e si
è concentrato prevalentemente sulle barriere tariffarie – ai servizi35 ed all’agricoltura.
Manca infine una sistema di trasporto multimodale efficiente che colleghi tutti i Paesi
dell’area36.
elaborate dalla BEI nel 2003 il capitale sottoscritto sarebbe dovuto essere di 17 mliardi di euro (di cui 1,7 versati), con
incrementi successivi fino a 22 mliardi per coprire l’assorbimento di capitale progressivo.
34
In primo luogo diversi Paesi devono ancora ratificare i propri accordi, che comportano comunque - anche per quelli
già in vigore - una riduzione delle barriere molto diluita nel tempo. Dal 1993 al 2993 si rileva che i dazi si sono
mediamente abbassati nei Paesi meda per i prodotti industria di 11 punti percentuali, ma che permangono forti
barriere se comparate con le condizioni applicate dai Paesi sudamericani e da alcuni paesi asiatici. Esistono inoltre
prodotti per i quali sono ancora vigenti tariffe molto elevate in diversi Paesi Meda.
35
In materia di sevizi è stato adottato dai Paesi Partner un Protocollo Quadro sulla liberalizzazione dei servizi cui ha
fatto seguito nel 2005 una proposta negoziale della Commissione Europa ispirata al General Agreement on Trade
inService dell’OMC. Tale proposta dovrebbe essere discussa dai Paesi UE e MEDA a breve.
36
Il tema è toccato anche dal Programma quinquennale varato dai Paesi MEDA in occasione del Summit di
celebrazione dei primi dieci anni del processo di Barcellona; le linee di sviluppo riguardano l’estensione delle
“autostrade del mare” con il collegamento di alcuni tra i porti principali della Sponda Sud, la congiunzione della
penisola iberica con il Marocco, il prolungamento dei corridoi europei nel Sud-Est Europa e, attraverso la Turchia, fino
alla costa siriana, la Giordania e l’Egitto. Infine, si discute della possibilità di sviluppare un asse multimodale Sud-Sud
(tra cui in particolare un asse da Alessandria d’Egitto a Rabat ed uno da Beirut a Damasco). In particolare per le
18
Sotto il profilo economico-finanziario il livello di investimenti diretti nell’area è considerato
ancora ampiamente insoddisfacente rispetto alle potenzialità37. Anche sulla base di questa
constatazione
sono
molti
i
sostenitori
del
progetto
di
creazione
di
una
Banca
Euromediterranea che promuova l’iniziativa privata nell’area e favorisca lo sviluppo dei
processi di privatizzazione.
Nel maggio 2004 l’allargamento dell’Unione Europea a dieci nuovi Paesi ha comportato
l’adozione di una nuova Politica Europea “di Vicinato” - PEV (European Neighbourhood
Policy) che ha coinvolto i nuovi membri nelle relazioni sia con i Paesi MEDA38 che gli altri
Paesi con cui l’UE a 15 aveva promosso politiche di integrazione. Con riferimento ai Paesi
MEDA, la PEV ricalca sostanzialmente gli obiettivi della Dichiarazione di Barcellona di
riduzione della povertà, creazione di un’area comune di prosperità e stabilità, integrazione
economica, cooperazione culturale.
Peraltro, la nuova politica contiene alcuni elementi di novità, che in qualche misura
forniscono una prima risposta alle critiche mosse dopo dieci anni dall’avvio del Processo di
Barcellona. In particolare, maggior enfasi è posta sull’importanza di armonizzare le
normative dei Paesi partner all’impianto giuridico comunitario e di procedere nella
liberalizzazione dei servizi e nella graduale apertura del settore agricolo; si è concordato
sulla necessità di sviluppare networks per i trasporti, l’energia e le telecomunicazioni;
inoltre è stata accentuata la dimensione bilaterale (UE-Paese Partner) della cooperazione
rispetto a quella regionale, in modo da sviluppare piani di azione tagliati sulle specifiche
esigenze di ciascun Paese.
Infine, in base alla nuova politica di vicinato, nel 2007 il Programma MEDA confluirà,
insieme ad altri programmi della Commissione verso paesi terzi, in uno strumento
finanziario ad hoc (European Neighbourhood and Partnership instrument) il cui budget è
ancora in corso di discussione39.
autostrade del mare la Sicilia è stata individuata come una piattaforma logistica da valorizzare nei rapporti commerciali
tra UE e Paesi MEDA. Per lo sviluppo di tali collegamenti, che vogliono essere i prolungamenti nel Mediterraneo dei
corridoi paneuropei 8 (Bari-Varna) e 5 (Venezia-Kiev), è stata costituita in Italia nel 2004 la “Rete Autostrade
Mediterranee” SpA, che partecipa la progetto europeo in materia, partecipata da Sviluppo Italia e operante in
convenzione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’obiettivo è quello di trasferire progressivamente le
merci da “su strada” a “strada-mare”, agevolando in vario modo i trasportatori e potenziando i porti italiani interessati
(e in particolare Genova, Civitavecchia, Formia, Napoli, Gioia Tauro, Messina, Catania, Palermo, Termini Imerese).
37
Secondo i dati dell’UNCATD, l’area assorbe circa l’1,9% del totale dei flussi di IDE mondiali; i nuovi Stati membri
dell’UE ne assorbono il 3,1% mentre i Paesi del Sud Est Europa e CIS il 5,4%; l’area asiatica assorbe il 21% dei flussi e
l’America latina quasi il 9%.
38
La Politica europea di vicinato si rivolge infatti sia ai Paesi MEDA, sia ai vicini dell'Est (Bielorussia, Ucraina,
Moldavia); ai paesi del Caucaso meridionale (Georgia, Armenia e Azerbaijan); ai paesi delle sponde orientali e
meridionali del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Siria e Autorità
palestinese). La Russia dal 2003 è oggetto di una partnership speciale nel contesto del Partenariato Strategico UERussia. Con ciascuno dei Paesi l’UE sta negoziando Piani d’Azione in cui sono individuati, tra l’altro, I settori prioritari in
cui si attendono specifici progressi da parte del Paese Partner.
39
Secondo quanto dichiarato dal Commissario Ferrero-Waldner per le Relazioni Esterne e la Politica di Vicinato della
Commissione nel maggio 2005, è stato proposto di incrementare la dotazione finanziaria destinata ai paesi interessati
19
e.
Linee di credito della cooperazione ed altri interventi pubblici italiani a
supporto dell’attività delle imprese nei Paesi Meda
La cooperazione italiana ha destinato 12 linee di credito ai Paesi MEDA (dirette però solo a
Algeria, Egitto, Giordania, Marocco, Territori Palestinesi e Tunisia) per un importo totale di
317 milioni di euro, parzialmente utilizzati. Le forme tecniche variano dal credito di aiuto
al commodity aid a dono40 e sono finalizzate a promuovere l’acquisto di beni e servizi di
origine italiana da parte degli imprenditori locali. La maggior parte delle linee è finalizzato
al sostegno delle PMI, ma vi sono linee dedicate a specifici ambiti (energia, valorizzazione
di aree in ritardo di sviluppo, creazione di società miste).
Simest interviene nei Paesi MEDA con una molteplicità di interventi (advisory e assistenza
al funding, business scouting, finanziamento di studi di fattibilità e assistenza tecnica,
finanziamento per la penetrazione commerciale e per la partecipazione a gare, contributi
agli interessi per l’export) tra cui, come noto, l’acquisto di partecipazioni (fino al 25%) nel
capitale sociale delle società estere costituite da imprese italiane (ex L.100/90)41. Con
riferimento specifico riferimento ai Paesi MEDA, nel 2003 è stato costituito un “Fondo
Mediterraneo”
42
che, con una dotazione attuale di 54,4 milioni di euro, acquisisce
partecipazioni in società costituite (o di cui si sottoscrive un aumento di capitale o si
acquistano azioni da terzi) da imprese italiane, a condizione che sulla stessa impresa
Simest acquisisca anche la partecipazione ai sensi della L. 100/90; complessivamente la
partecipazione totale non può eccedere il 49% del capitale dell’impresa partecipata.
III. Elementi di approfondimento sui processi di privatizzazione dei Paesi della
Sponda Sud ed attività ABI nell’area
a. Processi di privatizzazione in atto (Turchia, Algeria, Tunisia, Egitto, Marocco)
Per le informazioni sui progetti di privatizzazione in atto in Turchia, Algeria, Tunisia, Egitto
e Marocco si rimanda alle presentazioni realizzate dai rappresentanti dei sistemi bancari in
occasione del seminario organizzato dall’ABI a Palermo.
dal nuovo strumento a 15 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, raddoppiando quasi l’importo messo
complessivamente a disposizione nel periodo 2000.2006 (con diversi programmi tra cui anche MEDA II).
40
Nel primo caso il finanziamento è concesso dal Governo italiano e quello locale (che a sua volta concede
finanziamenti agevolati ai beneficiari a valere su tale linea) e deve essere restituito con maturità molto lunghe e a
tassi agevolati. Il Governo locale a sua volta finanzia le imprese locali per l’acquisto di beni e servizi di origine italiana
canalizzando le risorse tramite una banca agente, mentre nel caso di doni svolge procedure di gara ad hoc.
41
A valere su questo intervento a fine 2004 erano state deliberate 37 operazioni di acquisizione di partecipazioni in
Paesi MEDA, di cui 13 in Tunisia e le rimanenti distribuite in Marocco, Egitto, Algeria e Turchia.
42
Il Fondo interviene nei seguenti Paesi: Marocco, Tunisia, Algeria, Libia, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Siria,
Autorità Palestinese, Turchia e dall'Iraq e i seguenti paesi confinanti con l’Iraq: Arabia Saudita, Iran e Kuwait.
20
b. Rapporti e attività tra l’ABI e le Associazioni Bancarie dei Paesi della Sponda
Sud (Algeria, Tunisia ed Egitto)
Gruppo di Lavoro Interbancario Italo-Algerino (ABI-ABEF)
I rapporti già avviati con una serie di incontri con l’Associazione Bancaria Algerina (ABEF)
di cui il più recente nel dicembre 2003, sono stati ulteriormente rafforzati. Nel maggio
2005 si è infatti costituito, con il supporto istituzionale del Ministero delle Attività
Produttive43, il Gruppo di Lavoro Interbancario Italo-Algerino, copresieduto dall’ABI e
dall’ABEF (Association Professionelle des Banques et Etablissements Financiers), che si
propone di promuovere la collaborazione tra i sistemi bancari dei due Paesi. La creazione
del Gruppo è stata promossa da ABI e dal MAP a seguito dell’emergere di una serie di
problematiche rilevate dalla banche italiane nei rapporti interbancari con le corrispondenti
algerine44.
A seguito di un incontro svolto ad Algeri a fine aprile dall’ABI45 è stato concordato un
programma di lavoro articolato su quattro assi principali: l’analisi delle problematiche
operative, la collaborazione in materia di formazione, il trasferimento di competenze in
materia di strumenti pubblici di supporto alle PMI e la collaborazione nel settore dei
sistemi di pagamento. Su ciascuno di tali temi l’ABI ha lavorato nel corso del 2005
presentando documenti e proposte46 all’ABEF, sulle quali si è in attesa di un riscontro.
L’area che appare suscettibile di più interessanti sviluppi è quella dei sistemi di
pagamento, per i quali si è coinvolta la Società Interbancaria per l’Automazione.
Rapporti con l’Associazione Bancaria Egiziana e Tunisina
Dal 2000 l’ABI ha svolto due incontri con l’Associazione Bancaria Egiziana ed un incontro
con l’Associazione bancaria tunisina.
43
Il Gruppo di Lavoro ha carattere istituzionale in quanto formalmente costituito per l’Italia dal MAP e per l’Algeria dal
Ministero delle Finanze. Per parte algerina è presieduto dal Segretario Generale dell’ABEF, Mr. Benkhalfa, e per parte
italiana dal Responsabile dell’Area Servizi di Mercato, dr. Santececca.
44
Tra le maggiori problematiche emerse, la maggior parte riguarda operazioni di credito documentario per il
regolamento di transazioni commerciali quali una non corretta canalizzazione delle lettere di credito secondo le
istruzioni dei clienti, il mancato scarico di garanzie ancorché scadute o l’emissione delle stesse senza l’indicazione di
una scadenza. Il problema più spinoso riguarda però la questione inerente il mancato riconoscimento da parte algerina
della validità di provvedimenti emanati dall’autorità giudiziaria italiana, ai sensi dell’art. 700 del Codice di Procedura
Civile, che hanno inibito il pagamento di controgaranzie emesse da parte di alcune banche italiane in favore di banche
algerine, in relazione ad esportazioni italiane verso l’Algeria, sulla base della presunta frode o illegittimità della
richiesta da parte dell’importatore algerino. Si tratta di un tema sul quale l’ABI ha condotto una specifica indagine ed
un’analisi giuridica che è stata consegnata all’ABEF nel mese di novembre 2005. Peraltro, a seguito dell’azione di
sensibilizzazione e degli interventi svolti la situazione di blocco dell’attività interbancaria tra Italia e Algeria che si era
creata a causa di questa problematica è stata superata e l’operatività è ripresa regolarmente.
45
All’incontro tra i due copresidenti hanno partecipato anche numerose banche algerine e rappresentanti del SanPaolo
IMI, del Monte dei Paschi di Siena e della SIA.
46
Con particolare riguardo alla formazione si è raccolta la disponibilità di alcune banche italiane ad ospitare manager
bancari algerini per periodi di stage; in materia di strumenti di supporto alle PMI si sono inviati documenti illustrativi
del sistema di incentivi italiani nella cui gestione è coinvolto il settore bancario, nonché un dossier sulla Centrale Rischi
di importo contenuto; infine la SIA ha predisposto un documento di proposta di collaborazione alla quale l’ABEF si è
dichiarato molto interessato.
21
In particolare, con riferimento all’Egitto nel 2000 era stata organizzata una missione di
banche italiane guidate dal Direttore Generale dell’ABI al seguito del Ministro del
Commercio On. Enrico Letta. Ha fatto seguito a tale iniziativa l’organizzazoine di una
tavola rotonda con la Federation of Egyptian Banks nel novembre del 2002 sul sistema
bancario egiziano, sulle sue prospettive di sviluppo e sulle opportunità di investimento.
Per quanto riguarda la Tunisia, nel settembre 2003 è stata organizzata una missione a
Tunisi di banche italiane, guidate da ABI, per due giorni di incontri con l’Associazione
Bancaria Tunisina ed i rappresentanti del sistema bancario locale.
c. Altre iniziative ABI sul Mediterraneo
Osservatorio sul Mediterraneo
Nel novembre 2004 il Ministero degli Affari Esteri e la Regione Lazio hanno costituito una
Fondazione – l’Osservatorio sul Mediterraneo47 – con l’obiettivo di promuovere il dialogo
politico, economico, culturale e religioso tra l’Italia ed i Paesi della Sponda Sud. L’ABI,
insieme ad altri soggetti privati e pubblici, è partner dell’Osservatorio ed ha ospitato
presso la propria sede una serie di importanti conferenze sulle relazioni euromediterranee
organizzate dall’Osservatorio, cui hanno preso parte autorità italiane e dei Paesi Meda.
L’Osservatorio svolge inoltre una serie di altre attività, tra cui l’organizzazione di
manifestazioni culturali in campo cinematografico, fotografico e musicale e, la promozione
di studi interreligiosi.
SPIN Euromed Banking Conference
Il convegno SPIN – Servizi e Pagamenti Internazionali – organizzato dall’ABI e dal Gruppo
Italia di SWIFT (nel 2005 alla sua ottava edizione) è finalizzato ad aggiornare l’industria
bancaria italiana ed i software providers sullo stato dell’arte nelle diverse aree di business
collegate all’attività cross border, nonché sulle più avanzate soluzioni tecnologiche che a
tale attività offrono supporto.
A partire dall’edizione 2004 SPIN ha assunto un focus specifico sulle prospettive derivanti
dall’internazionalizzazione dei sistemi economici e, in particolare, dalla costruzione della
area di libero scambio tra UE e Paesi MEDA (la denominazione del convegno è infatti
divenuta EuroMed Banking Conference), che potrebbe avere implicazioni di integrazione
finanziaria ed aprire rilevanti prospettive di sviluppo sotto il profilo dei sistemi di
pagamento e dei servizi bancari, a beneficio degli stessi processi di internazionalizzazione
delle imprese nell’area48.
47
48
L’Osservatorio è presieduto dall’On. Franco Frattini, Vice Presidente della Commissione Europea.
La prossima edizione dello SPIN è prevista per il 15 e 16 giugno 2006.
22
Progetto rimesse Marocco
L'Associazione, già significativamente presente sulle tematiche del "migrant banking", nel
mese di agosto 2004 è stata sollecitata dal Ministero Affari Esteri a svolgere un ruolo
attivo nella ricerca di migliori soluzioni operative nell’invio di bonifici generati da rimesse
di immigrati fra banche italiane e banche dei paesi di origine dei lavoratori. Tale iniziativa
ha preso il via da uno specifico progetto pilota dedicato al Marocco.
L’ABI – tramite un’indagine presso i competenti gruppi di lavoro - ha riscontrato l’interesse
delle banche a monitorare l’evoluzione di questo importante segmento di attività,
rinviando ad un momento successivo l’eventuale individuazione di iniziative cooperative
mirate alla definizione delle migliori modalità operative per l’esecuzione dei trasferimenti
in discorso.
Inoltre, nel mese di dicembre 2004, l’ABI ha realizzato una mappatura delle iniziative di
offerta del servizio di rimessa presso il sistema bancario, con un focus particolare sui flussi
finanziari che interessano il corridoio Italia-Marocco.
23
Operatività delle banche italiane nei Paesi del Mediterraneo (par. I.b)
Graf. 1 Livello di utilizzo rispetto al plafond
stanziato
2%
0%
3%
1% 2%
Algeria
Tunisia
2%
3%
Marocco
Egitto
1%
Israele
0%
Palestina
Libano
Giordania
Siria
Turchia
51%
34%
Cipro
Malta
1%
0%
Plafond Disp.
Graf. 2 Plafond Utilizzato per Paese a Breve e
Medio-Lungo Termine (mln di euro)
Breve
Medio-lungo
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
al
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Ci
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co
Al
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Tu
ni
si
a
0
Graf. 3 Plafond Complessivo ed utilizzato per Paese
(mln di euro)
Plafond Complessivo
Plafond Utilizzato
4.500
4.000
3.500
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
ta
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24
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O
Dati macroeconomici relativi ai Paesi della Sponda Sud e
rapporti con l’Italia
25
PAESI DEL MEDITERRANEO49
(Febbraio 2006)
Key Numbers dell’economia
1995
493,4
2000
559,7
2005
860,2
200650
922,7
UE 25
12.180,0
Tasso di crescita reale (%)
3,8
1,8
4,1
4,4
1,7
Reddito pro-capite (USD)
4.890,4
5.336,9
6.505,5
6.713,3
28.100,0
Inflazione (%)
16,9
6,2
3,1
3,5
2,2
Tasso di disoccupazione (%)
14,3
13,7
11,4
11,2
9,4
Debito Pubblico/PIL (%)
81,0
73,2
73,8
70,9
63,4
Debito estero/PIL (%)
64,2
55,0
51,3
48,5
--
-38.399,3
-10.239,9
-25.738,9
-16.401,4
-88.762,7*
3.779,3
13.372,6
21.516,0
23.274,1
266.902,7
-1.219,9
-4.340,9
-4.044,0
-4.438,0
Costo orario del lavoro (USD)
3,5
4,1
4,4
4,8
369.297,0
13,85
Popolazione
--
--
263.754.581
--
456.953.258
Età media popolazione – anni
--
--
26,8
--
39,09
% media popolazione con età ≤14 anni
--
--
--
28%
16%
Indicatore
PIL a prezzi correnti (miliardi USD)
Saldo Commerciale (mln di USD)
Investimenti diretti in entrata (mln USD)
Investimenti diretti in uscita (mln USD)
Fonte: Elaborazione dati EIU; per Turchia, Cipro e Malta, per i quali si fa riferimento agli anni 1996, 2001, 2005 e
2006; non sono disponibili dati sui Territori Palestinesi.
Interscambio Italia - Paesi MEDA (Valori in milioni di euro ) e principali concorrenti
Esportazioni
Importazioni
Saldo
1995
10.399,8
9.883,9
515,8
2000
14.617,2
19.108,3
-4.491,1
2004
16.765,9
20.686,8
-3.920,8
Gen-Ott. 2005
14.808,5
20.892,4
-6.083,8
Interscambio totale
20.283,7
33.725,5
37.452,8
35.700,9
Fonte: ISTAT
Dal 1995 (anno di inaugurazione del Partenariato Euromediterraneo) al 2005 (Gennaio-Ottobre) il
saldo commerciale con i Paesi della Sponda Sud è stato favorevole all’Italia solo fino al 1999 per
poi diventare negativo. Nello stesso periodo ’95-05 le esportazioni italiane nell’area sono aumentate
del 42% e le importazioni del 111% circa. Gli unici Paesi verso cui l’Italia ha registrato un deficit
commerciale nel 2005 sono la Libia, l’Algeria (per il notevole acquisto di petrolio e gas naturale) e
la Siria (per le importazioni di petrolio greggio che rappresentano il 72,4% delle importazioni totali
dalla Siria). La quota di mercato dell’Italia sui flussi di esportazioni verso i Paesi del Mediterraneo
49
Algeria, Marocco, Egitto, Tunisia, Israele, Territori Palestinesi, Giordania, Libano, Siria, Turchia, Malta, Cipro (Paesi
firmatari della dichiarazione di Barcellona del 1995), Libia (status di osservatore dal 1999).
50
Dati previsionali.
26
si attesta tra il 7% ed il 9% in Algeria, Egitto, Marocco, Siria, Turchia, mentre è il 12% per il
Libano e oltre il 21% e il 28% rispettivamente per la Tunisia e la Libia (cfr. tabella n. 2 allegata).
Complessivamente la quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali verso l’area del Mediterraneo si è
ridotta, passando dal 12,5% nel 1995 all’11,05% nel 2004 (secondo il dato aggregato nei 12 Paesi
MEDA, senza la Libia, la quota è diminuita dal 9,6% nel 1995 all’8% nel 2004).
Nel 2004 l’Italia risulta in media il terzo cliente e il terzo fornitore delle merci dei Paesi della
sponda Sud; rispetto ai dati del 1995, l’Italia ha guadagnato quote di mercato in Libia (+8 punti
percentuali), in Marocco (+0.2 p.p.) e in Tunisia (+4.4 p.p.); è rimasta costante la quota sulle
esportazioni verso l’Algeria (8,5%), mentre è diminuita in Egitto (-0.2 p.p.), Israele (-4.7 p.p.),
Libano (-2.5 p.p.), Giordania (-2 p.p.), Siria (-1.6 p.p.), Turchia (-2 p.p.) e Cipro (-1.9 p.p.). I
principali concorrenti nell’area sono Stati Uniti, Francia, Germania, Cina, Russia e Spagna
(soprattutto nei Paesi del Maghreb). In particolare, l’Italia risulta essere il primo cliente di Libia,
Egitto, Libano, Siria e il primo fornitore di Libia, Libano e Malta. Inoltre, è il secondo cliente e
fornitore di Algeria (dopo Francia e Stati Uniti) e Tunisia (dopo Francia); infine, è il terzo fornitore
di Egitto, Marocco, Israele e Turchia.
Principali voci delle importazioni italiane sono: idrocarburi, prodotti agricoli, alimentari, tessile,
cuoio e calzature, marmo, legname. Principali voci delle esportazioni italiane sono: beni
strumentali, macchine ed apparecchiature meccaniche (per lavorazione marmi e pietre,
agroindustria, pelli, materie plastiche), semilavorati, prodotti energetici raffinati, prodotti chimici
(Rapporti Congiunti MAE-ICE).
Investimenti Diretti Esteri
Nel 2004 il flusso di IDE verso i 13 Paesi del Mediterraneo ha raggiunto i 9,76 miliardi di euro a
fronte dei 10,5 miliardi registrati nel 2003 (World Investment Report 2005). Le riduzioni più
significative si sono registrate in Marocco, Libano ed Israele, mentre in Egitto il flusso di IDE in
entrata è aumentato del 430%. L’Unione Europea è il principale investitore nell’area con 5,3
miliardi di euro pari al 54,7% dell’afflusso di IDE mondiali. Tuttavia, il flusso di IDE europei verso
i 13 Paesi è modesto se paragonato al flusso degli investimenti UE verso i 10 Nuovi Stati Membri e
verso i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale51 (rispettivamente 10,9 e 12 miliardi di euro); solo nel
2004, l’UE ha investito nell’area Mediterranea quasi quanto investito nella sola Polonia (5 miliardi
di euro).
51
Albania, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Romania, Serbia-Montenegro, Russia, Bielorussia e
Ucraina.
27
Tra i Paesi dell’UE, l’Italia ricopre un ruolo modesto come investitore (56 milioni di euro52 pari allo
0,57% del flusso di IDE in entrata) rispetto a Regno Unito (13,1%), Spagna (7,4%), Francia
(5,45%), Paesi Bassi (3,47%) e Germania (2,9%). (Dati Eurostat, cfr. tabella n. 3 allegata). Il totale
IDE nell’area rappresenta solo lo 0,4% del totale degli investimenti esteri italiani (15,6 miliardi di
euro), mentre il 95% di questi è diretto ai Paesi dell’UE a 15 (invece pesano circa l’1% gli IDE
verso i nuovi Paesi membri dell’Unione e quelli diretti in America Latina).
Secondo gli ultimi dati ICE (Annuario 2004), i flussi di investimenti diretti netti in Italia
provenienti da alcuni Paesi del Mediterraneo sono pari rispettivamente a 765 mila euro dalla Libia,
186 mila euro dall’Algeria, 337 mila euro dall’Egitto, 1,3 milioni di euro da Israele, 510 mila euro
dal Libano, 864 mila euro dalla Siria e 3,8 milioni di euro dalla Turchia. Inoltre, in Italia sono
presenti 49.765 ditte individuali costituite da imprenditori provenienti dai Paesi della Sponda Sud53
(Algeria 1.250, Egitto 6.456, Giordania 308, Israele 196, Libano 387, Libia 1.867, Marocco 30.524,
Siria 544, Tunisia 7.388, Turchia 845 –Infocamere, 2004).
Presenza di imprese italiane nei Paesi del Mediterraneo
Secondo l’ICE nei Paesi della Sponda Sud sono presenti tra 969 e 1583 imprese italiane54 (circa 800
in Tunisia, 376 in Turchia e 82 in Marocco, cfr. tabella n. 4 allegata).
Le imprese di grandi dimensioni operano soprattutto nei seguenti settori: industriale, energia,
infrastrutture, costruzioni e petrolifero. Tra i principali investitori si segnalano: per il settore
energetico Eni, Agip, Snam Progetti, ABB Process Solutions & Services SpA, EnelPower; per il
settore trasporti Fiat Auto, Iveco, Piaggio, Grimaldi Group, Costa Container Lines; per grandi lavori
ed opere di costruzione Bonatti, Todini, Ansaldo, Carta Isnardo, Garboli-Conicos, Astaldi SpA,
Bentini Costruzioni, Lesi, Pizzarotti, Italcementi, Technimont e Technint (impiantistica); per
l’industria EMB Electrical Industries SAE, Pirelli Pneumatici, Zanussi, Valvitalia; per il tessile ed
abbigliamento Benetton, Eldo, Mirovoglio-GVB, Gruppo Marzotto e Cucirini; per il turismo,
Domina Group, Alpitour, Best Tour, Turisanda Tour Operator , Valtur, Ventaglio.
Le piccole e medie imprese sono attive soprattutto nei settori dell’agro-industria, del catering, della
formazione professionale, dell’imballaggio e dell’industria molitoria.
Business Climate (cenni)
Tra i problemi riscontrati nei Paesi del Mediterraneo si sottolineano principalmente la lentezza delle
procedure doganali, la non conformità alla disposizioni doganali e del controllo merci vigenti a
52
Dal 2001 il flusso di IDE italiani nell’area si è ridotto. Infatti, nel 2001 era pari a 201mln di euro, nel 2002 a 305 mln
di euro, per poi scendere a 45 mln di euro nel 2003.
53
Su un totale di 175.555 imprese individuali di extracomunitari rilevate in Italia.
54
L’ICE ha pubblicato statistiche discordanti in merito; il numero più basso fa riferimento a partecipazioni di imprese
italiane in imprese locali, laddove il numero è più elevato si fa probabilmente riferimento a mere rappresentanze in loco.
28
livello internazionale, l’assenza di una normativa in materia di concorrenza (come in Egitto),
violazione delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale (Marocco, Siria, Tunisia).
D’altra parte, negli ultimi anni alcuni Paesi hanno varato leggi specifiche volte all’attrazione degli
investimenti esteri, creando sistemi di incentivazione e vantaggi fiscali per le iniziative in settori
ritenuti prioritari (Israele, Marocco, Tunisia), nonché parchi industriali, incubatori tecnologici e free
zones (Egitto e Marocco).
***
Tabella n. 1, Principali indicatori macroeconomici, 2005
Tabella n. 2, Interscambio Italia – Paesi del Mediterraneo (valori, saldi, settori, quote)
Tabella n. 3, Investimenti Esteri Diretti nei Paesi del Mediterraneo, 2004
Tabella n. 4, Tabella n. 4 Presenza italiana nei Paesi del Mediterraneo, ranking e settori
29
Tabella n. 1 Principali indicatori macroeconomici, 2005
Algeria
Egitto
Marocco
Tunisia
Israele
Libano
Giordania
Palestina
Siria
Turchia
Cipro
Malta
Libia
Area
Med
93,0
92,6
56,2
29,1
122,2
19,1
12,1
--
21,4
357,2
16,1
4,4
36,8
860,2
6,7
4,0
2,1
4,8
4,5
0,5
6,5
--
1,4
5,0
3,6
1,5
8,5
4,1
6,2
4,8
5,4
5,4
4,1
3,0
6,0
--
0,8
3,6
3,0
1,9
8,1
4,4
2.740,0
1.250,0
1.780,0
2.880,0
17.630,0
5.350,0
2.080,0
--
1.120,0
4.870,0
21.300
10.780
6.290
6.505,8
4,7
5,4
2,0
2,0
1,4
2,4
3,6
--
2,6
8,2
2,6
2,8
-1,0
3,1
22,5
10,0
11,0
13,5
9,0
--
--
--
--
10,0
4,0
--
15,9
93,6
71,9
58,7
100,5
200,7
78,9
--
45,0
69,8
68,9
--
8,0
73,8
23,1
35,4
28,2
50,8
62,3
135,5
70,4
--
40,2
45,7
61,3
--
11,6
51,3
26.097,0
-9.772,0
-8.751,0
-2.444,0
-3.174,0
-7.073,0
-4.118,9
--
370,0
-31.377,0
-4.350
-1.115
19.969
-25.738,9
3.800,0
2.755,0
1.900,0
550,0
4.000,0
--
880,0
--
185,0
5.750,0
1.146
--
550,0
21.516,0
IDE in uscita
(mln USD)
-25,0
-175,0
-100,0
-5,0
-1.500,0
--
-25,0
--
-4,0
-1.150,0
-710
--
-350,0
-4.044,0
Costo orario
del lavoro $
--
0,6
--
--
10,5
--
--
--
--
2,0
--
--
32,5
77,5
32,7
10
6,3
3,8
5,7
3,7
18,4
69,6
0,780
0,398
5,7
263,7
24,36
23,68
23,61
27,29
29,39
27,34
22,62
16,7
20,37
27,7
34,68
38,36
22,7
26,8
PIL nominale
(mld USD)
Variazione del
PIL reale (%)
Variazione del
PIL reale (%)
2006*
PIL pro capite
(USD)
Tasso di
Inflazione (%)
Tasso di
disoccupazion
e (%)
Debito
Pubblico/PIL
(%)
Debito
estero/PIL
Saldo bilancia
commerciale
(mln USD)
IDE in entrata
(mln USD)
Popolazione
(milioni)
Età media
popolazione anni
Fonte: Elaborazione dati EIU
*per il 2006 dati revisionali
11,4
4,4
Tabella n. 2 Interscambio Italia – Paesi del Mediterraneo (valori, saldi, settori, quote)
EX IT
(mln
euro)
Algeria
Egitto
Marocco
Tunisia
Israele
Libano
1.007,67
1.143,69
807,34
1.985,81
1.204,33
636,34
IM IT
(mln
euro)
5.001,44
1.061,54
401,22
1.513,37
724,14
19,87
Saldo
-3.993,77
82,15
406,11
472,43
480,19
616,47
Var EX
19952005
51,72%
12,88%
53,32%
97,31%
-34,62%
-15,42%
Vari IM
19952005
Ranking Italia
Settori Esportazioni
Settori Importazioni
quota
Italia
1995
quota
Italia
2004
158,49%
II cliente
(US, IT, ES, FR, NL)
II forntore (FR, IT,
DE, Cina, USA, ES)
beni strumentali,
materia prime,
semilavorati, prodotti
alimentari
idrocarburi,
semilavorati
(sughero, marmo),
materie prime
8,5%
8,5%
37,58%
I cliente
(IT, USA, UK, Syria,
DE, ES)
III fornitore
(USA, DE, IT, FR,
Cina, UK)
agricoltura,
sivicoltura, pesca,
prodotti tessili,
energetici raffinati,
macchine e
apparecchi meccanici
industria alimentare,
prodotti di vetro,
ceramica,
abbigliamento
7,6%
7,4%
11,97%
IV cliente
(FR, ES, UK, IT,
USA)
III fornitore (FR, ES,
IT, DE, Russia)
tessile, macchine e
apparecchiature
industriali, chimica di
base,
abbigliamento,
pesca, fili e cavi,
prodotti chimici,
prodotti agricoli,
calzature
6,9%
7,1%
76,11%
II cliente
(FR, IT, DE, ES)
II fornitore
(FR, IT, DE, ES)
tessile, industria
meccanica ed
elettrica, cuoio e
calzature,
agroalimentare
tessile, cuoio e
calzature,
agroalimentare
17,1%
21,5%
58,99%
VI cliente
(USA, DE, UK, Nl,
Tur, IT)
III fornitore
(USA, DE, IT)
macchine ed
apparecchi
meccanici, prodotti
chimici, metalli di
base
Prodotti chimici di
base, farmaceutici e
botanici per usi
medicinali, gioielli e
articoli di oreficeria,
materie plastiche,
Prodotti petroliferi
raffinati
8,9%
4,2%
22,24%
I cliente
(IT, Siria, EAU, Tur)
I fornitore
(IT, FR, DE, Cina,
prodotti energetici
raffinati, macchinari,
tessile-
metalli, prodotti
chimici, materiali da
costruzione, prodotti
14,6%
12,1%
31
USA, Russia,
Svizzera, UK)
Giordania
Palestina
Siria
Turchia
Cipro
245,74
1,43
579,34
5.046,18
576,04
18,15
1,03
764,82
3.527,19
14,43
227,59
0,40
-185,48
1.518,99
561,61
12,76%
-6,07%
46,25%
85,53%
86,88%
abbigliamento,
prodotti dell'industria
chimica, metalli
energetici, oreficeria
-31,63%
Clienti (USA, Iraq,
India, Arabia S.)
V fornitore
(Arabia S., Cina, DE,
USA, IT)
macchinari, prodotti
chimici,
apparecchiature
elettriche, autoveicoli
prodotti chimici e
fibre sintetiche,
prodotti in gomma e
plastica, prodotti
metallurgici
5398,60%
I cliente
(IT, Fr, Tur, Iraq)
VIII fornitore
(Turchia, Ucraina,
Cina, Russia, Arabia
S., USA, Corea, IT)
macchinari (marmi e
pietre, agroindustria,
pelli, materie
plastiche)
prodotti alimentari,
marmo, legname
(olivo), manufatti in
legno
I cliente
(IT, Fr, Iraq, Turchia,
Es)
VI fornitore
(Ucraina, Cina,
Russia, Arabia S.,
Turchia, IT)
macchine ed
apparecchi
meccanici, prodotti
chimici e fibre
sintetiche,
apparecchiature
elettrotecniche e di
precisione, prodotti
metallurgici,
energetici raffinati
172,30%
III cliente
(DE, UK, IT)
III fornitore
(DE, Russia, IT)
parti ed accessori per
autoveicoli,
autoveicoli, macchine
per industrie tessili,
per l’abbigliamento e
il cuoio, prodotti
petroliferi raffinati,
filati di cotone,
materie plastiche
12,38%
VI cliente
(Uk, Grecia, De,
EAU, Usa, IT)
II fornitore
(Grecia, IT, UK)
prodotti energetici
raffinati, navi e
aliscafi, mobili,
macchine e
48,80%
6,6%
4,6%
petrolio greggio, oli e
grassi animali,
prodotti tessile e
abbigliamento,
prodotti agricoli,
cuoio
10,5%
8,9%
autoveicoli, prodotti
della siderurgia, parti
e accessori di
autoveicoli, prodotti
petroliferi raffinati,
apparecchi per
radiodiffusione e
televisivi, filati di
cotone, beni
alimentari
9,9%
7,9%
7,5%
5,6%
32
apparecchi per
riscaldamento e
refrigerazione,
materiali costruzione
Malta
491,69
161,34
330,35
234,89%
-66,18%
Libia
1.082,95
7.683,87
-6.600,92
34,60%
142,98%
Paesi
Meda
13.725,5
13.208.5,
517,0
43,05%
96,51%
14.808,54
20.892,42
-6.083,88
42,39%
111,38%
Area Med
(con Libia)
VII cliente
(Fr, Usa, Singapore,
De, Uk)
I fornitore
(IT, Fr, Uk, De,
Singapore)
apparecchiature
elettriche,
combustibili minerali,
reattori e caldaie,
materie plastiche
I cliente
(IT, De, Es, Turchia,
Fr)
I fornitore
(IT, De, Sud Corea,
Uk, Tunisia, Turchia)
prodotti petroliferi
raffinati, tubi
macchine e
apparecchi per la
produzione e
l'impiego di energia
meccanica, altre
macchine, manufatti
vari
petrolio e gas
naturale, prodotti
petroliferi raffinati,
prodotti chimici di
base, prodotti della
siderurgia, metalli di
base non ferrosi
32,2%
16,4%
20,4%
28,4%
9,6%
8,0%
12,56%
11,05%
Fonte: Elaborazione dati Istat e Rapporti MAE-ICE
I valori in milioni di euro di Esportazioni, Importazioni e Saldo fanno riferimento al periodo gennaio-ottobre 2005.
33
Tabella n. 3 Investimenti Esteri Diretti nei Paesi del Mediterraneo, 2004 mln di euro
Algeria
Egitto
Marocco
Tunisia
Israele
Libano
Giordania
Libia
Siria
Turchia
Cipro
Malta
Paesi
MED
% su
IDE
totali
Nuovi
Membri
UE (10)
Italia
--
11
3
15
5
7
--
--
--
7
--
--
56
0,57%
166
31
42
IDE
Italiani/
IDE totali
--
0,73%
0,29%
1,94%
0,26%
2,01%
--
--
--
0,21%
--
--
0,57%
--
--
--
EU 25
--
142
288
--
226
--
--
--
--
1.538
547
1.533
5.343
54,74%
--
6.519
5.032
Belgio
--
15
12
--
33
--
--
--
--
-87
60
--
33
0,34%
--
--
176
Francia
31
56
124
104
80
-20
3
1
1
129
6
17
532
5,45%
2.622
405
2.043
Germania
8
16
32
4
-7
6
--
-218
-13
218
26
-2
289
2,96%
1.224
644
43
Olanda
--
76
0
--
98
--
--
--
--
144
17
0
339
3,47%
-262
-538
224
Regno
Unito
--
-164
44
--
6
--
1
--
--
479
72
292
1.319
13,51%
1.659
240
667
Spagna
--
373
59
--
--
--
--
--
--
21
--
--
453
4,64%
1.653
--
--
Mondo*
730,13
1.037,25
706,13
528,97
1.340,23
238,41
513,25
108,4
998,34
2.262,42
948,68
348,51
9.760,76
100%
Fonte:
Ungheria Polonia
16.837,75 3.449,50
5.098,51
Elaborazione dati EUROSTAT – Non sono disponibili dati sui Territori Palestinesi
*Per i flussi di investimento mondiali sono state utilizzate rilevazioni UNCTAD, World Investment Report, 2005.
34
Tabella n. 4 Presenza italiana nei Paesi del Mediterraneo, ranking e settori
Ranking Italia
IDE
N. imprese a
partecipazione
italiana
Settori di investimento
Opportunità di investimento
Algeria
IV
USA, FR, ES, IT,
DE
80
ENI, Ansaldo, ENelPower, Snam Progetti, Astaldi,
Bentini Costruzioni, Iveco, Grimaldi Group
Agroindustria, pesca, edilizia, energia, farmaceutica
Egitto
V
UK, ES, DE, FR,
IT
63
Servizi, Impiantistica, Industria, Petrolifero, Trasporti,
Turismo,
Turismo, petrolchimico, costruzioni, agroindustria,
tessile, marmo, fertilizzanti
Marocco
XI
FR, Svi, UK,
USA, ES, EAU,
BE, Arabia
Saudita, Barhain,
DE, IT
82
Italcementi, Snamprogetti (Porto di Tangeri)
Cristalstrass, ENI,
Trasporti, turismo, energia, trattamento acque, tessile,
high-tech Agricoltura, grandi lavori, aeronautica,
trasporto ferroviario.
Tunisia
II
FR, IT, ES, DE,
UK, USA
800
Tessile e abbigliamento, energia, chimica e gomma,
elettrico ed elettronico, edilizia, trasporti, metallurgico
Elettronica-elettrotecnica, auto e componentistica,
tessile, pelletteria e calzature, farmaceutica, packaging,
turismo
Israele
n.d.
80
Assicurativo, telecomunicazioni, semiconduttori,
spaziale (Alenia), beni di consumo (Luxottica e
Benetton)
Aeronautica civile e militare, elettronica,
telecomunicazioni, biotecnologie
Libano
n.d.
23
Costruzione e Impiantistica (Ansaldo, Enel Produzione),
Trasporti (Alitalia), Industria (Snaidero, Pirelli cavi e
sistemi)
Turismo, alta tecnologia, telecomunicazioni,
agroindustria, imballaggio
8
infrastrutture (Condotte, Alstom Power Italia, EMIT,
Compagnia delle Opere Pubbliche) o all’insediamento
stabile attraverso Uffici Regionali (Ansaldo Energia,
Chimec, Prodit Engineering, Lotti e Associati, ecc.
Argoalimentare, tessile, lavorazione marmo, packaging
Giordania
n.d.
35
Palestina
n.d.
n.d.
n.d.
Marmi e materiali lapidei, tessile, pelami e calzature,
macchinari, agroindustria
Siria
n.d.
n.d.
n.d.
Oleario, agroalimentare, farmaceutico, tessile, turismo
VII
Fr, Nl, De, USA,
UK, Svizzera, IT,
Giappone
376
Cipro
n.d.
7
Malta
n.d.
19
Microprocessori (STMeletrctronics), tessile, servizi
assicurativi e finanziari, trasporti
45
Idracarburi (ENI, Snam), trasporti (IVECO, Tarros,
Gruppo Messina), lavori civili (Bonatti), centrali termiche
(Enel Power), impiantistica (Technimont, Technint,
Snam Progetti)
Turchia
Libia
n.d.
bancario e altri servizi finanziari, telecomunicazioni,
prodotti chimici, commercio, industria manifatturiera
alimentare, automobilistico, energia, turismo
n.d.
n.d.
Energia, telecomunicazioni, trasporti, turismo
Arredamento, agroalimentare, costruzione e riparazione
navi e imbarcazioni
Non-oil, attrezzature per la pesca, telecomunicazioni,
turismo, materiali per l’edilizia, beni di consumo
Fonte: Elaborazione dati Rapporti Congiunti MAE-ICE
36
K
KE
EY
YN
NU
UM
MB
BE
ER
RS
S
P
PA
AE
ES
SII D
DE
EL
LM
ME
ED
DIIT
TE
ER
RR
RA
AN
NE
EO
O
Dati di sintesi sui sistemi bancari dei Paesi della Sponda Sud
SISTEMI BANCARI PAESI DEL MEDITERRANEO55
KEY NUMBERS
Nota metodologica: i valori riportati nella scheda sono stati elaborati sulla base di dati relativi ad un
campione di banche per ciascun Paese il più ampio possibile (mediamente rappresentativo del 70% del
mercato); nella maggior parte dei Paesi considerati infatti non si dispone di dati relativi all’intero
settore.
Banche pubbliche
Indice di
NPL/Crediti
Processo di
(% su assets totali
Bancarizzazione
totali
Privatizzazione
del settore)*
(Prestiti /PIL)
Algeria
Cipro
Egitto
Giordania
Israele
Libano
Malta
Marocco
Siria
Tunisia
Turchia
Libia
Applicazione Accordi di
Basilea I e II
83%
n.d.
24%
In corso
Basilea I
0,83%
5,86%
200,31%
Completato
74,6%
20%
49,24%
In corso
7,7%
7,15%
132,15%
0
10%
106,97%
2,64%
11-25%
73,34%
Completato
Basilea I, Basilea II dal 2008
0
9,97%
127,73%
Completato
Basilea I, Basilea II dal 2007
28%
n.d
38,8%
96,6%
n.d
55%
Non avviato
47,7%
24,2%
58,28%
In corso
35,9%
4,80%
28,37%
In corso
97,1%
n.d.
8%
Non avviato
Basilea I, Basilea II dal 2007
Basilea I
Informazione Informazione non
non disponibile disponibile
Basilea I, informazione non
Completato disponibile sull’applicazione
di Basilea II
In fase di
Basilea I, Basilea II entro
completamento 2007
Basilea I non è applicata
Scarsa applicazione
di Basilea I
Basilea I, Basilea II entro
2007
Basilea I non è applicata
Fonte: Elaborazione Dati Sintesi 2000 – BANKscope
*La percentuale indica il livello minimo di assets pubblici nel settore, essendo relativa ad un
campione di banche rappresentativo ma non esaustivo.
Dal prospetto riepilogativo sopra riportato emerge un quadro molto eterogeneo. In media circa il 43%
degli assets totali delle banche è ancora di proprietà dello Stato (anche se la situazione è molto
diversificata, con rapporti che oscillano dal 97,10% e 96,6% rispettivamente di Libia e Siria allo 0% di
Israele e Malta). Come emerge dal prospetto riepilogativo il processo di privatizzazione è stato realizzato
pressoché completamente in ben quattro Paesi (Cipro, Israele, Libano e Malta), mentre è in corso di
realizzazione in cinque Paesi (Turchia, Algeria, Egitto, Tunisia e Marocco). In Siria, invece, il processo
non è ancora iniziato e, come per la Giordania, non si hanno informazioni dettagliate sulle prospettive di
ristrutturazione del settore. Riguardo alla Libia, le Autorità del Paese hanno recentemente annunciato la
prossima privatizzazione di due banche statali, la Wahda Bank e la Sahara Bank.
Con riferimento al grado di bancarizzazione dell’economia, la maggior parte dei Paesi presenta un livello
medio-basso56 (Libia, Algeria, Turchia, Marocco, Egitto, Siria) mentre per alcuni si rilevano valori
55
Algeria, Marocco, Egitto, Tunisia, Israele, Territori Palestinesi, Giordania, Libano, Siria, Turchia, Malta, Cipro (Paesi
firmatari della dichiarazione di Barcellona del 1995), Libia (status di osservatore dal 1999).
38
particolarmente elevati (Giordania, Israele, Cipro e Malta). La percentuale di Non Performing Loans sui
crediti totali è pari in media a circa il 12%, con valori che variano dal 24/25% di Libano e Tunisia al 4,8%
della Turchia. Peraltro, secondo gli analisti, in molti casi si tratta di valori sottostimati, a causa della
scarsità di informazioni e della limitata trasparenza dei bilanci delle banche.
Circa il capital adequacy ratio previsto da Basilea I, esso trova applicazione in 10 Paesi (Cipro, Egitto,
Israele, Libano, Malta, Marocco e Turchia, e con scarso rigore in Algeria e Tunisia), mentre si prevede
l’introduzione dei requisiti di Basilea II per il 2007 a Cipro, Malta, in Marocco e Turchia, e per il 2008 in
Libano. Non si conoscono invece le prospettive di applicazione di Basilea II in Egitto, Giordania, Israele,
Siria e Tunisia. Non sono disponibili dati completi circa l’effettivo livello di capitalizzazione dei sistemi
bancari (per Tunisia e Egitto sarebbe intorno al 20%, 28% per la Turchia, e 10% per Cipro) e comunque
anche per quei Paesi per i quali è disponibile, il dato può essere falsato dalla ponderazione a zero dei titoli
di Stato in portafoglio.
Infine, con riferimento all’applicazione degli International Accounting Standards i principi contabili non
sono obbligatori nella maggior parte dei Paesi (Libia, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco,
Siria, Tunisia, Turchia) anche se in alcuni di questi le Banche Centrali ne consigliano l’applicazione. In
Algeria e Marocco le banche applicano i GAAP (Generally Accepted Accounting Standards) locali, che si
stanno progressivamente conformando agli IAS.
56
Si ricorda che in Italia il rapporto prestiti/PIL era nel 2004 pari a 82,8%.
39