Viaggio attraverso il Peloponneso dal 9 al 22 agosto 2008

Transcript

Viaggio attraverso il Peloponneso dal 9 al 22 agosto 2008
Viaggio attraverso il Peloponneso
dal 9 al 22 agosto 2008
di
David e Monica
9 Agosto - Arrivo ad Atene
Arrivo all’aeroporto di Atene, ora locale 16.30. Abbiamo preso la metro per arrivare in centro e da lì un taxi
fino all’hotel (Best Western Doré 68€ a notte con colazione).
L’impressione che si ha della città non è delle migliori: Atene è una distesa di casermoni in cemento e zero
verde. Nelle viuzze interne, soprattutto fuori dal centro, l’idea è quella del ghetto; anche nelle vie principali ci
sono molti palazzi abbandonati, immondizia un po’ ovunque con stormi di piccioni davvero impressionanti.
Per il resto ricorda una qualsiasi altra metropoli europea con locali e negozi ovunque. Atene sembra una
città stanca, lasciata a sé stessa, eppure nasconde angoli caratteristici e sorprendenti. In particolare nella
parte vecchia di Plaka.
Dopo una doccia siamo usciti a fare due passi in centro. A piedi siamo arrivati alla fermata della metro
Victoria, dopo aver percorso buona parte di via 28 ottobre, una delle principali. Un due fermate si arriva a
Monastiraki, il centro, da cui si può già ammirare buona parte dell’Agorà e la biblioteca di Adriano.
Ci siamo fermati a mangiare in una taverna greca all’aperto (una delle tante in via Mitropoleos, prezzi
contenuti e ambiente alla buona, cucina buona) a due passi dalla metro, in zona Psyri, poi abbiamo fatto
ritorno in hotel.
10 Agosto - Visita all’acropoli, al Partendone e all’agorà
Di buon ora ci siamo messi in marcia alla volta del famoso tempio. Da Monastiraki c’è una stradina
maledettamente in salita che sotto al sole è una specie di tortura.
“E’ dura e in salita la via che porta agli Dei” pensiamo, mentre la fatica si fa già sentire. Il problema maggiore
degli scavi ateniesi è che non c’è quasi nulla di scritto, perciò non sai mai cosa stai ammirando di preciso. E’
per questo che abbiamo sempre con noi una guida con foto e descrizioni (Guida Mondadori – Grecia 1
Atene e Grecia Continentale)…
Finalmente arriviamo! Il Partenone si staglia contro il cielo con tutta la sua imponenza. Siamo emozionati e
la bellezza del luogo ci ripaga di tanta fatica. Alla destra del Partenone c’è la loggia della Cariatidi e dietro si
può ammirare tutta Atene dall’alto. L’Acropoli, infatti, è molto ampia ed offre più panorami. Da uno di questi
si può ammirare il teatro di Dioniso. Purtroppo il museo è chiuso la domenica, peccato perché avrei voluto
tanto ammirare le Cariatidi originali (nella nicchia sono ricostruzioni).
Riscendiamo verso la città, passando per l’Agorà, dove si possono ammirare molte altre meraviglie tra cui
l’Efaisteion (l’edificio meglio conservato), le statue dei Tritoni, i resti del tempio di Ares e la Stoà di Attalo:
convertito oggi nel museo dell’Agorà.
Quello che lascia perplessi di fronte alla meraviglia del Partenone, è la noncuranza estrema dei turisti.
Arrivano, fotografano e se ne vanno; spesso lasciando rifiuti a terra. E’ una specie di turismo consumistico,
finalizzato più al ricordo digitale che non a quello spirituale. Tempo indietro questo era il luogo di culto più
importante di tutta la Grecia, eppure sembra che il rispetto per una cosa simile non sia dovuto…
Alla fine della visita eravamo distrutti! Tempo di tornare in hotel per un riposino e una doccia, dopodiché
siamo usciti per andare a Plaka, una zona caratteristica piena di ristorantini tipici (noi abbiamo mangiato
nella taverna Giouvetsakia in Adrianou Street, prezzo contenuto, cucina ottima e gestore molto simpatico
che parla italiano); negozi e pub (vi consigliamo l’MB Bretton con pareti fatte da bottiglie multicolore retro
illuminate di liquori distillati da loro).
Dopo aver cenato siamo tornati in zona Monastiraki per un drink: il famoso Ouzo, liquore a base di anice…
anestetizzante. A dire il vero non ci è piaciuto granché.
Siccome la metro chiude a mezzanotte (ricordatelo sempre!)… taxi… (fortuna che qui costano poco, ma
occhio ai tassisti furbi! Controllate sempre il contascatti e chiedete sempre quanto pagherete il tragitto
PRIMA di salire in auto).
11 Agosto - Museo Nazionale di Archeologia (ingresso 7€)
Il lunedì mattina il Museo Nazionale di Archeologia è chiuso….ma questo lo abbiamo scoperto solo quando
siamo arrivati davanti al portone… Il palazzo del museo è davvero notevole: l’entrata è in puro stile classico
con colonne ioniche e tutto il resto. Così facciamo un paio di foto e rimandiamo la visita al pomeriggio.
Siccome dobbiamo prendere alcune cose per i prossimi giorni, decidiamo di fare shopping. Personalmente
ritengo che sia meglio evitare i negozi di cianfrusaglie “per la casa” in quanto i prezzi, anche se bassi, sono
comunque troppo alti per la qualità della merce. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati per comprare un po’
di frutta da una delle tante bancarelle di via 3 Settembre (parallela di 28 Ottobre).
Dopo aver pranzato con la frutta e una specie di pretzel al formaggio acquistato al bar Viktoria (non è un bar,
è una specie di forno), siamo tornati al Museo.
I reperti sono eccezionali: un’infinità di vasi, armi, gioielli e statuine sin dall’era arcaica. E poi le
statue…enormi e perfette sin nei dettagli, che nemmeno il tempo è riuscito ad intaccare. O meglio, forse
nella forma, ma non nell’essenza… Ogni reperto mantiene infatti una forza speciale, un vigore che solo i
manufatti antichi riescono a trasmettere.
Verso le 21.30 un taxi ci ha portati a Plaka per soli 3€. Li ci siamo diretti alla taverna Bizantino: un ristorante
molto rinomato nella zona. I prezzi sono leggermente più alti della media ma il cibo è nettamente superiore; il
pesce è freschissimo e gli ingredienti usati nei vari piatti sono decisamente di alta qualità. Dopo il solito
giretto a piedi che ci ha riportati a Monastiraki, abbiamo preso il taxi ma aimè….piccola fregatura. Infatti il
tassista, pensando che non conoscessimo la zona, ha percorso un giro molto più lungo del normale. Ce ne
siamo accorti quasi subito, ma ci siamo detti che sono i rischi del caso e una volta ogni tanto può capitare il
tassista furbetto. Ad un tratto il conducente si è fermato dicendoci che da lì non poteva proseguire e che
quindi dovevamo farcela a piedi! Non sapevamo nemmeno dove eravamo…così ho preso la mappa e gli ho
fatto notare che ben 10 minuti prima eravamo già in zona e che sarebbe bastato girare molto prima per
arrivare direttamente in hotel. Poi l’ho ringraziato “for the long ride” ed ho chiesto quant’era. Lui si è risentito
dicendo che la strada era quella e che non era un ladro; ho ribattuto che con 3€ avevamo fatto molta più
strada nel pomeriggio e lui ha risposto che era l’orario serale… Continuava ad insistere che era tutto
regolare e che voleva i suoi 5,58€. Gli ho messo in mano 6€ e ce ne siamo andati mentre lui ha cominciato
ad insultarci in greco e a sgommare via…
12 Agosto - Delfi (Atene - Delfi: 210km)
Ci siamo svegliati molto presto e, fatti i bagagli, abbiamo preso la metro per l’aeroporto dove ci aspettava
una macchina a noleggio. Così, con la Skoda Fabia nera, battezzata da noi “Pollon”, ci siamo buttati sulla
highway in direzione Delfi. Il navigatore non era molto d’accordo con la mappa…ma noi si!
Abbiamo scelto di proseguire per un tratto, su una stradina interna, in mezzo al nulla; per l’esattezza siamo
usciti a Kastro in direzione Livadia. Il panorama è molto particolare: grullo con terra rossa e monti appena
punteggiati di verde, la vegetazione non è molto rigogliosa, eccezion fatta per le distese di ulivi. Per certi
versi ricorda parecchio la Puglia.
In un paio di ore siamo arrivati a Delfi. Gli scavi sono la prima cosa che incontriamo, ma noi dobbiamo prima
trovare una sistemazione per al notte. Dopo aver girato qualche alberghetto, ci siamo fermati al Castri dove
abbiamo contrattato il prezzo della stanza facendolo scendere da 75 a 40€!!! La stanza è piccola, ma ha una
vista meravigliosa sulla vallata e sulla destra si vede il mare e la cittadina di Itea. Rimaniamo sbalorditi dal
magnifico panorama che si staglia davanti ai nostri occhi. E’ facile comprendere perché gli antichi fecero
sorgere qui uno dei luoghi di culto più antichi della storia; ogni curva dei monti, ogni angolo di mare ricorda la
perfezione divina.
Posati i bagagli, siamo corsi a visitare gli scavi, la temperatura è alta ma il caldo è secco e facilmente
sopportabile. La strada, tanto per cambiare, è tutta in salita…ma quando si arriva al tempio di Apollo, l’estasi
ha il sopravvento. In uno spiazzo si trovano l’Altare di Apollo, il suo tempio e nel mezzo la pietra forata sulla
quale si sedeva la sacerdotessa per enunciare le sue visioni. Eccolo: è l’Oracolo di Delfi. Rimaniamo di
stucco di fronte a tanta imponenza, ed io sono emozionantissima: su quella pietra, più di 3000 anni fa
avvenivano cose strabilianti, mistiche visioni, migliaia di persone arrivavano qui per chiedere consiglio. E’
una cosa che faccio fatica ad immaginare…soprattutto guardando i resti a malapena custoditi da chi, invece,
dovrebbe gelosamente curare e restaurare… Oltre al tempio di Apollo ci sono altri reperti degni di nota: il
primo fra tutti è l’Omphalos, la pietra oviforme simbolo della forza generatrice femminile e concetto stesso di
“centro del mondo”. Poi il teatro, lo stadio che ospitava i giochi “Pitici” e quelli “Olimpici”, la colonna di Prusia
e il tempietto “tesoro degli ateniesi”.
Un km circa più a valle sorgono i resti del meraviglioso Tholos: una costruzione circolare formata, un tempo,
da 20 colonne e all’interno della quale si svolgevano rituali sacri ad Atena Pronaia (cioè che viene prima,
poiché è posto prima di arrivare al Santuario di Apollo, ma non escludo la possibilità che il termine sia da
attribuire ad una funzione primaria del Tholos, considerata la sua forma e la posizione). L’energia del luogo è
indescrivibile. Sebbene le fonti ufficiali affermano di non sapere quale fosse la funzione di tale complesso è
chiaro, invece, come questo sorga su una zona fortemente energetica. Basta sedersi di fronte alle tre
colonne riedificate nel 1939 e rimanere in silenzio per cogliere la magia del luogo. L’incessante cicalìo, il
profumo insistente della nepetella che cresce spontanea, l’imponenza delle colonne… tutto sembra
possedere un fascino mistico difficile da descrivere a parole.
Dopo qualche minuto passato in questo stato di pura beatitudine ci obblighiamo a prendere la via del ritorno.
Sono ormai le 18.00 e non abbiamo ancora mangiato nulla dal mattino. Inoltre abbiamo urgente bisogno di
una doccia! Appena pronti facciamo due passi nella cittadina. Delfi è un gioiellino incastonato fra i monti:
l’architettura ricercata, ma semplice al tempo stesso, la rende irresistibile alle passeggiate. Il clima è ideale,
sul calar della sera la brezza è dolce e rinfrescante. Ci fermiamo a mangiare in un locale con i tavoli sotto ad
un albero gigantesco. La cucina è ottima (20€ in due - non conosciamo il nome della taverna, ma è facile da
riconoscere: è l’unica con i tavoli sotto al maestoso albero). Dopo cena ci gustiamo la cittadina illuminata
dalle vetrine dei negozi e dei locali aperti fino a tardi. Vorremmo stare in giro ancora per un po’, ma
domattina si riparte alla volta di Olympia e, a malincuore, facciamo ritorno in albergo. La vista dal balcone
con le luci sul mare ci da la buonanotte.
13 Agosto - Olympia (Delfi - Olympia: 260km)
Siamo partiti da Delfi di buon ora e abbiamo preso la strada verso Olympia. Dopo pochi km abbiamo trovato
una spiaggetta libera, così ci siamo fermati per un bagno fugace. L’acqua era meravigliosa, appena tiepida e
limpidissima. E’ stata dura rimettersi in viaggio… ma la strada era ancora parecchia e siamo ripartiti.
Per raggiungere il Peloponneso, si attraversa il Ponte di Rio lungo circa 2km percorrendo lo stresso di
Corinto. Dall’altra parte del ponte si trova la caotica Patrasso. Da Delfi ad Olympia ci sono 260 km di
statale….il viaggio sembra non finire mai. Infatti quando siamo arrivati ad Olympia eravamo stanchissimi, ma
non potevamo rimandare oltre e, visto che erano le 15.30, abbiamo cercato una stanza alla Pensione
Poseidon (45 € senza colazione) per farci una doccia e lasciare i bagagli. Fatto questo ci siamo diretti agli
scavi.
Come tutti i siti archeologici della Greca, anche qui sembra tutto lasciato a sé stesso. Un vero peccato,
poiché il complesso è (o meglio era) meraviglioso: il tempio di Zeus e quello di Hera con l’altare sul quale
viene, a tutt’oggi, accesa la fiamma olimpica; le terme con i pavimenti ancora ben conservati, la palestra in
cui si allenavano gli atleti e lo stadio che ha visto la nascita dei primi giochi olimpici nel 776 A.C.
Il caldo è soffocante….non abbiamo certo scelto un momento buono per stare sotto il sole; fortunatamente ci
sono un paio di fontanelle all’entrata e i bagni infondo al sito. Il sito è molto grande, perciò consigliamo di
andare con calma e soprattutto al mattino presto, anche per evitare la calca dei turisti che qui arrivano in
branchi con i pullman. Stanchi e cotti dal sole, siamo tornati in albergo per una doccia come si deve…e per
lavare un po’ di indumenti. L’albergo non è un gran che, o meglio, è la gestione che fa schifo: la signora alla
reception (quando c’è) sembra scocciata dalla nostra presenza; il costo di 45€, non è altissimo, ma ha
aspettato che portassimo dentro i bagagli per dirci che non è compresa la colazione… insomma, il tipico
atteggiamento di chi tende a fregare i turisti. Mentre a Delfi, i due gestori sono di una accoglienza
esemplare, non si può dire altrettanto di qui. Inoltre la stanza è microscopica ed è già tanto che c’è
l’asciugamano in bagno.
La sera abbiamo mangiato in un ristorante tipico con le tovaglie a scacchi (noto indice di genuinità a buon
mercato ;)). E, in effetti, abbiamo mangiato molto bene e pagato pochissimo: appena 22€ ( tzatziki, insalata
greca, pasticcio, verdure miste grigliate, dolce e acqua).
Per il dopocena abbiamo optato per un localino all’aperto molto chic. Un Bayles ha messo ko David…così
siamo andati a dormire. Anche perché Olympia, come città, non offre nulla… solo negozi di souvenir visti e
rivisti e locali di ristoro. E’ una cittadina come tante, che sfrutta il nome degli antichi fasti, anziché
perpetrarne la gloria.
14 Agosto - Mystras (Olympia - Mystras: 200km)
Pur di non dare i 5€ aggiuntivi a quell’aguzzina dell’albergo, siamo andati a fare colazione al bar…un suicidio
finanziario! Con la solita maleducazione la signora ci ha detto che, anche se la camera si lascia a
mezzogiorno, visto che stavamo per partire avremmo dovuto lasciare i bagagli in reception (nonostante non
ci sia mai nessuno a controllare) e pagare subito. Non avevamo voglia di discutere così abbiamo fatto come
ci diceva. Tanto, per pura ripicca, gli avevamo consumato litri e litri di acqua il giorno prima, tra docce e
lavaggi di vestiti!
Partiti da Olympia ci siamo smazzati la bellezza di 200km, la cui unica sosta è stata a Kalamata, dove
speravamo di fermarci per fare una giornata al mare. Invece tutti gli alberghi erano al completo. Abbiamo
così proseguito per Sparta su una strada di montagna che come un serpente si insinua nella catena
montuosa. E’ terribile guardare i boschi sfregiati dagli incendi dello scorso anno, fortunatamente a circa
20km da Sparta la vegetazione si rivela folta e abbondante. Il profumo dei pini è penetrante, così come la
maestosità dei monti.
Al bivio abbiamo girato per Mystras, piccola località poco sopra Sparta, dove abbiamo trovato da dormire
presso la casa di una signora anziana che affitta le camere (domatia), a 10 mt dalla piazza principale (la
signora si chiama Katrina, non parla inglese ma è gentilissima). La casa è molto vecchia, arredata in modo
“spartano” (tanto per rimanere in tema) eppure è così carina! Ci sono altri ragazzi in affitto nella stanza di
fronte alla nostra e il bagno è ovviamente in comune.
A Mystras l’attrazione è l’antica città medievale costruita nel 1249; le sue costruzioni in stile bizantino sono
ben conservate e si snodano in altezza per tutto il monte, culminando nel castello che sta proprio in cima e
domina tutta la valle. Sembra di essere in una città fantasma perché si respira un’atmosfera “viva”, insomma
sembra che da un momento all’altro esca un cavaliere da sotto i portici della chiesa. Per non soffrire il caldo
siamo andati alle 18.30, così abbiamo avuto solo un’ora per poter fare la visita… in altre parole non siamo
riusciti a salire fino in cima. Abbiamo comunque visto gran parte e poi… eravamo veramente provati dalla
giornata.
Ora ci troviamo in un ristorantino vicino alla piazza principale. Abbiamo mangiato abbondantemente con
tempi rilassatissimi e ci apprestiamo ad andare a dormire: domani sveglia alle 7.00!
15 Agosto - Githio (Mystras - Githio: 70km)
Ci siamo svegliati molto presto perché l’idea iniziale era quella di andare direttamente a Monemvasia, ma già
dopo la colazione avevamo deciso di fermarci una giornata a Githio. Così, partiti da Mystras, siamo prima
passati per Sparta, tanto per dire di esserci stati. Sparta è purtroppo una città molto simile ad Atene:
condomini, negozi, pochissimo verde e poco altro. E’ molto difficile immaginare che un tempo è stata una
città con un glorioso passato colmo di eroi e fieri cittadini. Ora fa quasi pena vedere gli spartani agghindati di
tutto punto riempire la chiesa ortodossa di zona in occasione della “Dormizione della Madonna” per
sfoggiare il vestito nuovo. C’est la vie.
Amareggiati da tanta sporcizia e cemento prendiamo la strada per Githio. Una volta arrivati abbiamo trovato
quasi subito un albergo sul mare; 50€ il 15 di agosto c’è sembrata una cifra onesta. L’albergo, di cui non
siamo riusciti a capire il nome, è stato ricavato da un vecchio palazzo dei primi del ‘900. La nostra stanza, al
secondo piano (solo scale ripidissime), è molto piccola e il bagno è talmente stretto che ci è venuto in mente
il film “Il ragazzo di campagna” con Pozzetto, nella scena in cui trova casa a Milano…
Però la vista è molto bella: di fronte a noi c’è il porto con il lungo mare punteggiato di ristoranti “solo pesce” e
il mare che si estende fino all’orizzonte. Lasciati i bagagli, ci siamo infilati il costume e con l’auto siamo
arrivati fino alla spiaggia che dista circa 2 km. C’è pochissima gente, l’acqua è limpida e una brezza decisa
aiuta a stare sotto il sole. Siamo rimasti fino alle 20.00 passate (ben 8 ore!) poi, dopo una doccia in albergo,
ci siamo sistemati in un ristorante con i tavoli che danno proprio sul mare per gustare l’ormai immancabile
tzatziki e dei calamari alla griglia (giganti e per soli 15€!). Una giornata di pieno relax.
16 Agosto - Monemvasia (Githio - Monemvasia: ….. km)
Siamo partiti da Githio, dopo una colazione con yogurt greco e frutta, alla volta di Monemvasia. Non
essendoci molti km ce la siamo presa con molta calma. La strada è tranquilla, non ci sono molte auto in giro
e noi possiamo goderci la vista tutt’intorno: campi interminabili di ulivi ricoprono tutte le colline e, in alcune
strade interne, troviamo file e file di aranceti. Con una vista così il viaggio è certamente più piacevole.
Arriviamo a Gefira (la parte balneabile della città) intorno a mezzogiorno e troviamo subito alloggio presso
una domatia (Domatia Derzotis – sotto trovate un supermarket e subito davanti una spiaggetta di sassi) la
cui signora che gestisce è davvero una tipa da cartolina. Con il tradizionale zinalone nero e i capelli bianchi
ci fa strada tra le stanze (ci sono altri ragazzi oltre a noi); quella che ci da per soli 35€ è uno spettacolo:
spaziosa, con due letti e il balcone che da proprio sul mare! La vista è stupenda.
Qui l’acqua è turchese, ci sono alcuni scogli, ma è limpidissima. Ovviamente ci siamo diretti subito in
spiaggia e abbiamo passato un’incantevole giornata di mare e sole.
Ma Monemvasia non è certo famosa per la spiaggia. La sua attrattiva maggiore risiede nella città vecchia
che si trova su di un isolotto a poche centinaia di metri da Gefira. Ci sia arriva attraversando un ponte e
proseguendo lungo il fianco del monte. Recintata da antiche mura si apre davanti a noi una delle città più
incantevoli del mondo. Monemvasia è infatti stata costruita nel XIII ed è un gioiellino medievale che sembra
uscito da un libro di fiabe. Le stradine e le case, tutte rigorosamente in pietra, salgono e scendono sulla
collina regalandoci un’autentica sensazione di viaggio indietro nel tempo. Il caso vuole che stasera ci sia la
Luna piena il che dona, ad ogni scorcio, un tocco di magia. Così tra negozietti di finissimo artigianato e locali
alla moda, decidiamo di sederci per gustare del buon cibo greco. Dopo cena ci spostiamo in un locale per
bere qualcosa all’aperto e con enorme sorpresa ci accorgiamo che sta iniziando un’eclissi di Luna! Anche
altri nel locale si interessano alla cosa, tirando fuori fotocamere e cellulari per immortalare l’inaspettata
meraviglia. Anche noi ci siamo dati da fare, fotografando l’intero iter di un’eclissi quasi totale.
Sulla strada del ritorno, senza alcuna luce, abbiamo anche potuto gustare la vista di un cielo così limpido da
mostrare persino la Via Lattea.
Estasiati da tante meraviglie siamo tornati nella domatia per riposare con una piacevole serenità nel cuore.
17 Agosto - Isola di Elafonissos ( Monemvasia - Elafonissos : ….. km)
Oggi siamo andati ad Elafonissos, un’isoletta situata a sud ovest di Monemvasia, a due passi da Neapoli. Il
traghetto si prende da Pounda e in soli 10 minuti si è già arrivati. Dopo qualche scena di delirio per
posizionare le auto nel traghetto in retromarcia, ci godiamo la breve traversata su un mare turchese che
sembra quasi finto.
Una volta attraccati, abbiamo preso Pollon (la nostra auto) e ci siamo diretti verso Simos Beach, una
spiaggetta a soli 4 km che la proloco di Elafonissos definisce semplicemente “la più bella di tutto il
mediterraneo”. In effetti è spettacolare: sabbia fine e bianca e il mare è trasparentissimo di un intenso color
turchese….o acquamarina? Comunque sia sembra una pietra preziosa. La particolarità di questa spiaggia è
che una breve lingua di bagnasciuga collega un minuscolo isolotto, coì da avere il mare da entrambi i lati. Su
questo passaggio la sabbia sul lato destro è costituita da microscopici frammenti di conchiglie, il che le
conferisce sfumature rosa molto accese, come venature. E’ inutile dire quanto riempia gli occhi uno
spettacolo simile.
Fa caldo, ma anche qui una leggere brezza rende sopportabile qualsiasi temperatura.
Intorno alle 17.30 facciamo ritorno al traghetto; ci piacerebbe rimanere qui fino a tardi, o meglio ancora, per
la notte, ma domani si parte per Nafplio.
Tornati finalmente a casa, David si è concesso un altro bagno sulla spiaggetta di fronte, mentre io ho fatto
un po’ di spesa per domani.
A cena abbiamo scelto un ristorante sul porto… male! Perché se solo avessimo fatto pochi passi in più
avremmo potuto cenare niente meno che sulla spiaggia! Infatti c’è un grazioso ristorante alla fine della
stradina, i cui tavoli sono letteralmente sulla riva del mare. Una vera chicca.
Ci concediamo un Wassel con il gelato in un baretto sul mare, poi breve sosta sulla riva della spiaggetta
davanti alla nostra domatia per ascoltare in silenzio lo sciabordio delle onde ormai calmissime. E’ strano
come la melodia del mare possa portarti alla mente tanti ricordi, che col mare non hanno nulla a che vedere.
Eppure…
18 Agosto - Nafplio (Monemvasia - Nafplio: 195 km)
Sono le 6.30 del mattino quando suona la sveglia, ma non per partire….bensì per concederci un ultimo
bagno a Monemvasia col sole che fa capolino dalle acque. L’acqua è freschissima e ci da la carica per il
nuovo viaggio che ci porterà a Nafplio. Prima di partire la signora della domatia ci ha dato la sua benedizione
in greco, ovviamente, e da quello che abbiamo intuito dev’essere un augurio per un buon viaggio sereno, sia
esso su strada, sia nella vita.
Rinfrancati da bagno e benedizione, siamo partiti. Ci siamo persi un paio di volte fino a che siamo giunti a
Leonidio, tappa intermedia di passaggio visto anche la fatica fatta per arrivarci: la strada è un continuo di
tornanti a gomito fra le montagne su stradine a volte strettissime. Leonidio è una cittadina semplice e al
tempo stesso complicata; peccato non avere tempo per visitarla.
Ad un certo punto abbiamo deciso di fermarci per mangiare la frutta e approfittare del fatto che stiamo
costeggiando il mare. Ci siamo così fermati a, quella che crediamo sia, Pera Melana… lo crediamo perché di
cartelli non ce ne sono e noi non abbiamo chiesto. Ma cosa importa? Il sole scotta e qui l’acqua è divina
(come d’altronde ovunque qui in Grecia). Dopo la breve ma ristoratrice sosta, ci siamo rimessi in marcia
senza più fermarci fino a Nafplio. Durante gli ultimi km di marcia leggo, sulla guida, che Nafplio ha un centro
storico particolarmente bello, vista la dominazione veneziana e che è tappa di molti visitatori perciò sarebbe
meglio aver prenotato… cosa che non abbiamo fatto. Speriamo bene.
Giungendo da ovest, però, l’impatto non è dei migliori: un forte vento soffia sulla costa rendendo il mare
molto sporco e decisamente non balenabile; solo alcuni intrepidi con il kitesurf si danno battaglia sulle onde.
Inoltre, arrivando dalla statale, entriamo nella città dal porto e la cosa ci scoraggia un po’ visto che abbiamo
lasciato Monemvasia per venire qui. Dov’è la Nafplio tanto decantata nella guida? David è molto scoraggiato
ma infondo non abbiamo ancora girato la città e chissà che non abbia il famoso “lato B”.
Dopo aver girato parecchi hotel e pensioni, senza aver trovato stanze disponibili o prezzi sostenibili,
finalmente troviamo una stanza all’hotel Epidauro (50€, area condizionata, no colazione). In due minuti
abbiamo già portato su le valigie e io crollo sul letto addormentandomi all’istante. Infondo sono già le 17.00
Eh già! Tanto c’è voluto per fare 195 km e trovare un posto per dormire in centro storico, con un parcheggio
a pochi passi.
Dopo il riposino ci prepariamo per la sera…abbiamo già capito che questa città vive di notte. Ci inoltriamo
così nelle viuzze della parte vecchia, dove per altro alloggiamo anche noi, e subito veniamo folgorati dalla
bellezza del luogo. Le stradine strette sono piene di tavolini dei ristoranti, adornate di piante con fiori
coloratissimi, muri bianchi da cui spiccano le insegne dei negozi dipinte a mano (ci sono molti pittori in città)
e lampioncini che illuminano appena… il che non è un problema poiché la luce principale proviene dai
negozi di artigianato che riempiono ogni angolo. Il tutto ha un’aria molto romantica e retrò. Nonostante i
numerosi ristoranti, taverne e bistrò, facciamo fatica a trovare posto. Poi, al Dionysos (20€ in due), ci
mettono in attesa fornendoci due sedie per aspettare, due bicchieri e una bottiglia di acqua, il tutto
rigorosamente in strada. D'altronde non c’è un solo locale che abbia avventori al proprio interno: tutti
vogliono stare fuori! E come dal loro torto?
Questo posto è stupendo. Persino la piazza, che di giorno appare piatta e scialba, di notte sembra una pista
da ballo. Insomma una specie di Dottor Jekyll e Mr. Hide della Grecia.
19 Agosto - Visita ad Epidauro (Nafplio - Epidauro: 27 km; ingresso 6€ )
A 27 km da Nafplio c’è Epidauro, famosissimo sito archeologico che ospita costruzioni fra le più importanti
dell’intera Grecia.
Primo fra tutti è sicuramente il teatro: unico nel suo genere in quanto a conservazione (viene usato tutt’ora
durante il festival estivo) e acustica: basta far cadere una monetina da 50 centesimi (e non da 2 euro come
abbiamo fatto noi…) al centro dell’orchestra per sentirne il tintinnio fin sopra agli ultimi gradoni.
Il secondo punto di interesse è il santuario di Asclepion che ospita il tempio, l’Abaton, l’altare e il Tholos.
La particolarità di questo sito è che lo stanno ristrutturando! Ciò significa che entro qualche anno forse si
potrà vederlo come era 7000 anni fa. Trovo che sia giusto e doveroso riportare in vita queste meraviglie
architettoniche, anziché lasciarle marcire spezzettate e disordinate alle intemperie. I vari siti archeologici che
abbiamo visitato sono indubbiamente pieni di fascino…ma sinceramente si fa fatica ad immaginare come
potessero essere un tempo, guardando quattro blocchi di pietra fracassata. Insomma…visto uno, visti tutti.
Invece, in questo modo, si potrà finalmente rimanere, è il caso di dirlo, di sasso!
Altra meta importante (almeno per me) è stato il Tempio di Artemide! Ero emozionantissima: finalmente ho
potuto inginocchiarmi di fronte ad un santuario dove si officiava il suo culto. E’ stata un’esperienza forte.
Oltre a queste meraviglie si possono vedere anche: il Tempio di Themis, l’Hestiatorion (dove si tenevano i riti
per la Dea Hestia e per la protezione della casa), un cimitero pre-ellenico e un posto da cui sicuramente
veniva estratta l’acqua usata nell’Abaton per curare i malati.
Da non perdere il piccolo museo, che è tenuto malissimo, senza nemmeno una scritta per capire quale
statua si stia guardando (perfino quella famosa di Asclepio non ha una targa. Però i reperti sono favolosi
come, appunto, le varie raffigurazioni di Asclepio; due piccole statue di Atena; una bellissima scultura di
Afrodite armata; alcuni ex voto ed infine un intero pezzo della parte superiore del tempio di Artemide con la
sua statua sulla sommità.
Finita la gita abbiamo fatto una puntatina sulla spiaggia ad est di Nafplio (Karathona Beach, in direzione
Palamidi), dove siamo rimasti fino alle 20.00
Cena in uno dei ristorantini tipici (questo infilato in una viuzza di traverso) e liquorino nel locale più strano di
tutto il Peloponneso: un bar arredato in stile vintage, ma come se gli oggetti fossero stati tirati dentro senza
badare alla disposizione. Il posto si chiama Coffe 1.5
20 Agosto - Visita a Micene ( Nafplio – Micene : …. km ; ingresso 6€ )
La sveglia non è suonata… quindi, anziché alle 7 ci siamo svegliati alle 8. Per visitare Micene bisogna
“prenderla per tempo” perché i visitatori sono tantissimi e si rischia di non godersi il sito a causa della folla.
Alle 9 siamo sul posto e facciamo appena in tempo a fare i biglietti che già vediamo arrivare un pulman
carico di turisti. Corsa contro il tempo per entrare nella tomba di Atreo, prima che arrivi la massa chiassosa.
Pochi istanti preziosi per oltrepassare il monumentale ingresso, che da solo rappresenta la struttura più
azzardata di tutta la Grecia: una trave di 120 tonnellate larga ben 9 metri sovrasta l’entrata della Tholos;
quest’ultimo costruito a forma di alveare, alto 13 metri, con massi enormi posizionati su 33 file di cerchi
concentrici via via più piccoli fino alla cima chiusa con una chiave di volta rotonda. Non c’è fonte di luce se
non per la porta e il foro triangolare sopra di essa, atto a scaricare le forze della costruzione. Il tutto è
ricoperto di terra, perciò da sopra si vede solo una specie di collinetta. L’atmosfera all’interno toglie il fiato.
Come ogni volta che entro in qualche luogo misterioso, sento una stretta allo stomaco. L’occhio cade subito
sulla porta minore a destra, la cui entrata è chiusa da un cartello con su scritto “danger”. Dopo aver visitato
tanti siti archeologici, mi pare proprio strano che non abbiano ancora messo in sicurezza la stanza minore
della costruzione più importante di Micene e di tutta la zona…quella stanza conteneva i resti mortali di Atreo,
re di Micene, e sicuramente c’è dell’altro. La forza che si sente in questo luogo è innegabile, ma non posso
fare supposizioni a riguardo. Il resto della cittadella (a 300 metri dalla tomba di Atreo) è una sorta di bijou
arroccato sulla collina; la Porta dei Leoni è impressionante e ogni angolo sembra suggerire come doveva
essere 1400 anni prima di Cristo, quando Micene era tutta un fermento di artigiani tra le case bianchissime,
donne impegnate a fere il pane, guardie lungo le mura di cinta… l’unica pecca è che sembra essere tutto
chiuso ai turisti! Non si può accedere all’ossario, né alla cisterna (sistemata a ben 12 metri sotto terra, alla
quale si arriva scendendo 99 scalini nel buio più totale), né ad altri luoghi come la seconda Tholos nella
parte ovest… insomma l’unica cosa permessa è un percorso predeterminato su quello che resta della strada
originale.
Degno di nota è sicuramente il “tesoro di Atreo” custodito nel museo: una vera e propria collezione di
qualsiasi oggetto mai fabbricato dalle mani dei Micenei.
Nel pomeriggio siamo andati a goderci l’ultimo bagno della vacanza sulle spiagge di Tolo, piccola località a
3/4 km da Nafplio. C’è una spiaggia “principale” piena zeppa di gente e appena abbiamo visto il casino,
abbiamo optato per la minuscola spiaggetta di sassi a nemmeno 1 km dall’altra, situata in un’insenatura.
Gente tranquilla e soprattutto poca! L’acqua è calma e limpida, peccato che a metà pomeriggio si riempia
lentamente di una velatura schiumosa in superficie, data probabilmente dal continuo andirivieni di un
motoscafo che trascina la solita “banana” gonfiabile piena di turisti.
Essendo l’ultimo giorno di mare abbiamo regalato il nostro ombrellone a tre ragazzi conosciuti fra una
chiacchera e l’altra.
La sera abbiamo cenato al Vasilis (ottimo cibo, ottimi prezzi) per poi prendere alcuni souvenir per i nostri
amici.
In questo momento David dorme beato con ancora il telecomando in mano e fra poco lo seguo a ruota,
domattina si torna ad Atene.
21 Agosto - Brauronia e rientro ad Atene ( Nafplio – Vavrona – Atene : 200 km )
Stamattina a Nafplio sembrava che nessuno servisse la colazione, infatti in ogni bar in cui ci fermavamo i
baristi ci avvisavano che non si poteva fare colazione (anche in quelli nei quali l’avevamo fatta nei giorni
scorsi!) Mah… alla fine ci siamo ritrovati al porto per poter bere un caffè e una spremuta. Un simpatico
micetto ci ha fatto compagnia finché non ce ne siamo andati. Nafplio è piena di gatti; la sera, lungo le
tavolate dei ristoranti in strada, non è affatto difficile vederne anche quattro o cinque che si rincorrono o
cercano cibo. I gatti greci sembrano tutti magri e piccolini… da Delfi a qui non ne abbiamo visto nemmeno
uno grasso quanto la nostra Candy (ok, lei non è proprio uno sfilatino, ma i mici di qui sono proprio
mingherlini).
Pagato l’albergo e salutato il simpatico proprietario mezzo cieco, ci siamo messi in marcia per Atene.
Passando per Korintos, abbiamo visto lo stretto omonimo… peccato che sia talmente stretto che non ho
fatto nemmeno in tempo a fotografarlo. Come al solito, qui in Grecia, c’è penuria di indicazioni e cartelli
stradali persino in luoghi rinomati come questo.
Superiamo Atene esternamente perché dobbiamo riconsegnare la nostra Pollon in aeroporto, ma prima ci
concediamo un’ultima tappa archeologica. A circa 35 km da Atene sorge Brauronia (Vavrona) microscopica
cittadina dall’importante passato religioso. Si tratta dell’antica Brauron, sede del più importante santuario
della Dea Artemide. Qui le giovani ateniesi venivano iniziate, con un rito di passaggio, all’età adulta. Il rito
misterioso prevedeva che le bambine fra gli otto e dodici anni passassero alcuni giorni al santuario per
imparare il culto di Artemide. Alla fine del “seminario” eseguivano la danza dell’Orsa, vestite con tuniche
color zafferano, imitando le movenze di un orso, animale sacro alla Dea. Tali celebrazioni prendevano il
nome di brauronie e si tenevano ogni quattro anni in primavera. Del tempio non rimangono che le
fondamenta, mentre la parte ancora in piedi è costituita dalle colonne della Stoà nella quale le bambine
eseguivano la danza. Sono ancora ben visibili i basamenti dei dormitori, la casa sacra in cui vivevano le
sacerdotesse, la tomba di Ifigenia (figlia di Agamennone e sacerdotessa del culto); un ponte del quarto
secolo A.C. e un cumulo di pietre che un tempo costituivano l’altare. Ben conservata, almeno esternamente,
è la cappella bizantina di San Giorgio. A guardarla ci si chiede cosa stia lì a fare… è posizionata di lato al
tempio, un po’ nascosta, sembra quasi messa li per fare dispetto all’antico sito pagano. Non è in una
posizione di primo piano, ne è particolarmente interessante dal punto di vista architettonico o di culto. Un
fastidio per gli occhi e la sensazione di mancanza di rispetto per l’antico luogo religioso.
Tutto sommato sono al settimo cielo! Questo è il santuario di Artemide per eccellenza! Non avrei mai
immaginato di trovarmi qui e quasi faccio fatica a crederci! Un sogno divenuto realtà.
Lascio questo luogo di malavoglia e scherzando dico a David che vorrei lavorare qui come guida per i turisti
(il posto è davvero sperduto nelle campagne) e che, con ogni probabilità, ignorano l’importanza di questo
tempio, un tempo fondamentale per ogni donna dell’antichità, anche perché (tanto per cambiare) non c’è lo
straccio di una targa che spieghi cosa sia o a cosa servisse. E’ senza dubbio il sito archeologico peggio
tenuto e, ciliegina sulla torta, il museo è chiuso per restauro fino al 2009.
Ripartiamo per l’aeroporto, in pochi minuti siamo all’AVIS dove giunge il momento di salutare Pollon. Ci
siamo affezionati a quella macchina così affidabile, con la quale abbiamo percorso 1483 km a zonzo per il
Peloponneso!
Prendiamo la metro fino a Syntagma Square, dove i tassisti fanno finta di non sapere dove sia il nostro
albergo (qui ad Atene è facile che capiti quando i tassisti non hanno voglia di raggiungere una determinata
zona o ritengono che non ci guadagnino abbastanza).
Finalmente troviamo un’anima pia che ci porta a destinazione: il caro vecchio hotel Best Western Dorè.
Questa volta la camera che ci assegnano è molto più bella e spaziosa con tanto di balcone su due lati. Ci
siamo fatti la doccia e un pisolino; sono quasi le 19.00 quando ci prepariamo per uscire e per passare
l’ultima sera in Grecia.
Col taxi arriviamo alla Plaka e ci fermiamo a mangiare di nuovo al Giouvetsakia dove il “buttadentro” è molto
simpatico e ha la faccia di un attore anni ’50. Come al solito mangiamo benissimo. Durante la cena vediamo
una scena patetica… per ben due volte. Alcuni turisti italiani maleducati si siedono, fanno apparecchiare e
poi decidono di non voler mangiare lì. Io e David ci guardiamo esterrefatti da tanta maleducazione (i “signori”
se ne vanno senza nemmeno avvisare) e per un momento ci vergogniamo per loro, ci vergogniamo di
essere turisti italiani. Forse è per questo che quando ci alziamo per andare a salutare il buttadentro, siamo
felici del complimento che ci fa dicendoci di apprezzare i clienti come noi: allegri ma non “casinari”, educati e
soddisfatti 
22 Agosto - Ritorno a casa…
Abbiamo fatto le valige in silenzio, quasi meccanicamente. Siamo usciti per comprare un po’ di scotch con
cui imballare la tenda (che non ci è servita manco una volta) e siamo arrivati a pensare che Atene, per
quanto sudicia e disordinata sia, ci mancherà da morire.
Avevamo l’aereo alle 16, così ce la siamo presa con comodo, anche perché tra souvenir e asciugamani,
abbiamo una valigia in più: meglio lasciare l’albergo in anticipo.
Poi… taxi fino a Syntagma, metro fino all’aeroporto… A proposito. In aeroporto si spende troppo per
mangiare! 40€ per due insalate, acqua e dolce!
Per concludere.
Tornare a casa dopo un viaggio del genere è molto difficile. Ma sei anche felice, perché ti ha cambiato in
qualche modo, ti ha lasciato dentro qualcosa che non sai descrivere e che non ti aspettavi. Un dono nella
sua essenza più totale. Ringraziamo gli Dei greci, che con il loro antico splendore ancora oggi ci regalano
tanta serenità nel cuore e gioia negli occhi.
Da adesso in avanti sarà difficile per noi due fare una vacanza rimanendo fissi in un posto solo. Ora
percepiamo diversamente la solita villeggiatura al mare o in montagna a prendere il sole tutto il tempo senza
fare nulla. E’ come una perdita di tempo…
La Grecia è tutto questo e altro.
10 CONSIGLI UTILI
per chi volesse intraprendere il viaggio in Grecia
1. Se volete trascorrere la vacanza dormendo in hotel o domatia (stanze di privati) state tranquilli che
anche ad agosto trovate sempre qualcosa. Basta solo un po’ di pazienza e sapere contrattare sul
prezzo (con gli hotel). Non portatevi la tenda se non siete campeggiatori. Tanto trovate sempre dove
dormire.
2. Nella Grecia continentale tutti parlano benissimo l’inglese, non avrete alcun problema in questo
senso. In ogni caso è sempre bene imparare qualche parola di greco e capire l’alfabeto, poiché non
tutti i segnali stradali sono scritti anche in greco parlato e qualche volta ci siamo trovati a chiedere la
strada a gente anziana in paesetti sperduti… Perciò: kalimera=buongiorno – kalispera=buonasera –
kalinicta=buonanotte – efkaristos=grazie – parakalò=prego.
3. Dato il caldo, fate colazione con frutta o yogurt e pranzate ancora con frutta. La sera lasciatevi pure
andare cenando nelle tantissime taverne che trovate. Con 20€ in due si mangia quasi ovunque
abbondantemente! Unirete così il fatto di sentirvi più leggeri per tutta la giornata al risparmio e alla
buona cucina greca.
4. Armatevi sempre di crema solare protettiva. Serve sia per le gite turistiche tra gli scavi che per le ore
al mare.
5. Alternate sempre mezza giornata al mare (nel pomeriggio) con l’altra mezza sui siti archeologici
(mattina) se potete… E’ l’ideale per affrontare più carichi e freschi la parte artistica e per rilassarvi
poi sotto l’ombrellone e in acqua.
6. In Grecia portate solo abiti leggeri. Difficile, se non impossibile, avere freddo. Magari solo una felpa
per visitare i musei con aria condizionata o per il viaggio in aereo.
7. Non credete a chi vi dice che il caldo di agosto è insopportabile. Si arriva a 35° circa in Atene ma è
un caldo secco. Abbiamo trovato solo 42° tra Sparta e Githio ma il vento onnipresente aiuta sempre.
Il vento della Grecia è oro.
8. Ad Atene il taxi costa pochissimo. Occhio solo ai tassisti furbi che a volte cercano di fregare i turisti
sfruttando il fatto che non sanno dove devono andare. Fatevi vedere sempre esperti sulla strada,
dategli indicazioni precise e non titubanti. Meglio indicare un punto conosciuto su una strada
principale così da evitare sorprese nel tragitto.
9. Lasciate a casa il navigatore satellitare! Vi consiglia solo tragitti assurdi… Meglio affidarvi alla buona
vecchia cartina stradale che non sbaglia mai. Oltretutto i greci sono molto gentili… e chiedere
indicazioni è sempre utile.
10. Le guide “Grecia 1 – Atene e Grecia continentale” (Mondadori) e la guida Routard ci sono state di
grande aiuto sia nel visitare i siti archeologici, sia per alcune indicazioni su posti dove mangiare e
dove dormire. I consigli sul web, come i nostri, concludono l’opera. A noi sono serviti tantissimo!
Blog Ufficiale:
http://diaridelviaggio.wordpress.com
I nostri video su YouTube:
http://it.youtube.com/diaridelviaggio
Ci trovi anche su Facebook:
http://www.facebook.com/pages/Diari-del-Viaggio/109017012482842
Fotografie e grafica a cura di:
http://www.dpgraphic.com