Di Palma AUGUDI, DICDE! - Ricreatorio San Michele
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Di Palma AUGUDI, DICDE! - Ricreatorio San Michele
16 auguri, ricre! rapporto di fiducia ed amicizia che si creava e che col tempo diventava sempre più solido. Ripensando a quei momenti mi viene in mente una massima di don Bosco che sui problemi della nostra società forse dovrebbe essere più spesso citata: «Il maestro visto solo in cattedra è maestro e non più, ma se va in ricreazione con i giovani, diventa come fratello. Se uno è visto solo predicare dal pulpito, si dirà che fa né più né meno che il proprio dovere; ma se dice una parola in ricreazione, è la parola di uno che ama». Un’esperienza umana irripetibile di Sandro Campisi Quel giorno la gente era radunata davanti al portone d’ingresso della casa Molina, il Parroco era agitato ma al tempo stesso orgoglioso di ciò che stava per cominciare. Io, insieme ad altri ragazzi, ero là davanti, in attesa che la cerimonia prendesse il via: il ricreatorio San Michele ristrutturato e con un volto nuovo, più moderno ed invitante, spalancava le porte ai giovani. Era il mese di settembre del 1993: dopo sedici anni di frequentazione del ‘ricre’ non avrei mai immaginato di trovarmi adesso a scrivere memorie, ricordi e pezzi di vita passati nei campetti da gioco tra una sfida infinita di calcio, una partita di basket, una sgridata dei custodi e un pallone gonfiato dall’immancabile Otello. Oggi, quando entro in ricreatorio vedo i ragazzi arrivare con le scarpe da calcetto tutte luccicanti pronte per essere indossate, divise fatte ad hoc, pochi minuti ed entrano sul campo in sintetico, bello tirato ed attraente. Poco prima di cominciare un’occhiata ai rispettivi cellulari, magari per chiamare il ritardatario di turno o per sentire una canzone e poi via a giocare. Osservandoli ogni tanto mi torna in mente quando anch’io arrivavo nel primo pomeriggio insieme ai miei amici per la super partita di calcio. Allora il sintetico non era neanche lontanamente in progetto e il campo grande era un prato sgualcito, senza linee e con le porte mezze arrugginite; niente cellulari, niente divise ma soltanto grande entusiasmo e tanta fantasia. Nei pomeriggi che passavamo a giocare sui campetti non c’erano regole particolari da seguire, tranne una molto rigorosa: il rispetto per la persona più grande. Quando il campo di calcio era già occupato dai ragazzi più grandi non era un problema: ci facevano giocare con loro, bastava non lamentarsi, impegnarsi, divertirsi e portare rispetto, altrimenti erano pacche... Nei campetti ne abbiamo viste di tutti i colori: dall’operazione Uomini come noi - che all’epoca consisteva nella raccolta non solo di ferro e vestiti, ma anche di carta, cartone e polistirolo, sui cui grandi mucchi noi ragazzini ci divertivamo a saltare - ai tornei di calcio a tre, sia maschili che femminili nei quali il ricreatorio, le sere, si riempiva di giovani e la confusione, l’entusiasmo e il divertimento erano tali che sembrava di essere allo stadio. L’adolescenza è un periodo delicato, si sa, e qualche volta capitavano delle litigate o dei contrasti: allo stesso tempo incominciavano anche i ‘problemi’ di cuore... La presenza di diversi giovani preti e di educatori che con una parola, un consiglio, ti aiutavano era una sicurezza per tutti: ricordo benissimo le chiacchierate che si facevano, quel In tutti questi anni il paesaggio attorno al ricre è cambiato: al posto delle case e dei garage vecchi che cadevano a pezzi in cui ci si arrampicava per recuperare il pallone che finiva lì sopra, adesso ci sono nuovi, imponenti condomini che danno quella percezione di progresso e di tempi cambiati, forse a tratti triste e malinconica, ma al tempo stesso di adeguamento alla società attuale. I ricordi e gli aneddoti affiorano uno dopo l’altro e mi vengono in mente le prime edizioni di Estate insieme, realizzate dagli allora educatori ed animatori del ricre: quella che all’inizio era una piccola iniziativa organizzata con pochi mezzi, ma tanta buona volontà, col passare degli anni è diventata un punto di riferimento per tutte le famiglie di Cervignano, con un team di più di trenta animatori che ad inizio anno si ritrovano assieme per cominciare a preparare la storia e i giochi che faranno sorridere e gioire una marea di bambini. Sono contento nel vedere che una nuova schiera di giovani animatori, anni fa bambini partecipanti al centro estivo, adesso affianchi la parte più ‘anziana’, dando continuità e speranza al messaggio di solidarietà, umanità e responsabilizzazione che da sempre il ricreatorio diffonde nella comunità. Alta Quota ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo numero speciale in occasione dei cinquant’anni del Ricreatorio San Michele! Nel tempo, entrando a far parte del direttivo, mi sono occupato un po’ di tutte le attività che ruotano attorno a questo ambiente, dal pignarul al Carnevalfest, dalla sagra di San Martino ai tornei di calcio, dal teatro a Crossroads. Non ultimo la ripresa del giornale che fu ideato da quelli della ‘vecchia guardia’ del ricreatorio, ovvero Alta Quota, le pagine che state leggendo in questo istante e che spero leggerete ancora in futuro. Nella realizzazione di tutte queste iniziative ho avuto a che fare con tantissima gente che mi ha insegnato molto: abbiamo avuto momenti stupendi pieni di allegria, ma anche momenti difficili in cui ognuno di noi si è messo in discussione ripartendo e cercando sempre di migliorarsi: tutto quello che ho fatto, imparato e capito in questi anni nel ricreatorio per me rappresenta un tesoro di esperienza che non ha prezzo. Loghi 50° RSM a cura dello studio grafico Maurizio Barut Cinquant’anni sono tanti ma ‘il ricre’ rimane e rimarrà sempre un punto di riferimento per tutta la comunità. Buon compleanno ricreatorio! Toni e Meni di Luca “snoop” Di Palma