PAROLINI MAURIZIO GIANNI (GIMPA)

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PAROLINI MAURIZIO GIANNI (GIMPA)
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GIMPA
PAROLINI MAURIZIO GIANNI
CONFUSIONE
SPAZIO
Sono o vorrei esserlo, esprimo senza condividere eppure
dovrei esistere. Sono una scheggia, un granello di polvere,
un piccolo nulla dal grande potere. Non conto e nessuno
sembra contare su di me; mi muovo, urto e spintono
regalandomi costernati sguardi altrui. Quindi ho una forma,
un ingombro, anche un peso. Persino una veste,
un’immagine, un riflesso negli occhi di chi non crede di
vedermi. Non lo crede e ne è convinto fino a superarmi,
sfiorandomi, penetrandomi. Per voi non ho massa, mi girate
attorno come fossi un semplice ostacolo, aiuola o sacco di
spazzatura non importa. Se fosse possibile mi passereste
attraverso, come una banco di nebbia o il lieve fumo di una
sigaretta. Sono niente, un niente. Un individuo della massa,
uno dei tanti o dei troppi. Spersonalizzato. Sono come voi
ma non sapete di esserlo, e vi credete diversi fino a
convincervi. Siete coloro che io non sono, e nemmeno
potrei esserlo. Per voi.
Ma il vento non ha padroni e quando vuole cambia, come i
pensieri e le azioni.
In genere le sopiamo, lasciandole decantare negli angoli
della mente. Si accumulano come i ricordi ed insieme agli
oggetti inutili si accatastano fino al culmine. Qui
cominciano a stringersi, a riempire ogni piccolo spazio,
ogni minima fessura. Il limite è però vicino, e se non
lasciamo fuggire qualche nemico l’affollamento innescherà
una ribellione interna, insana e incontrollabile. Prima di
rendersene conto siamo in balìa degli eventi, complici e
fautori di mille battaglie. Ci combattiamo sapendo di non
poter vincere ma nemmeno fuggire, e l’indifferenza altrui
ne è il naturale innesco. Guardandoci senza vederci,
toccandoci senza accorgersi - senza mai chiamarci, senza
segue
mai allungare una mano, senza un piccolo segno di comune
appartenenza – siamo senza esserlo. Allora tocca a noi
lasciare una traccia, una scia, quell’impronta che gli altri
non vedono. Ma quale?
Che simbolo possiamo mostrare alla società che ci ha
sempre lasciato ai margini? Combattuti e confusi cerchiamo
di rientrarvi, ma non vivendola non sappiamo muoverci.
Non sappiamo se scegliere l’arma o il fioretto, la parola o i
fatti, il bene o il male. Nel dubbio e nella necessità di far
rifiorire noi stessi al mondo, scegliamo la via più breve, più
semplice, più efficace: il male. Perché il male l’abbiamo già
dentro ed è il primo a risvegliarsi, il più veloce a farsi
trovare pronto, il più deciso nelle azioni da intraprendere.
Nell’attimo immisurabile, nel momento stesso dell’azione
la ragione si sveglia per riassopirsi subito. Ma ormai siamo
vivi, siamo tornati vivi. Come zombie ci nutriamo degli
altri per gli altri, cancellando una vita per riscrivere la
nostra. Assorbiamo quella che gli non sanno di possedere
perché è già nei nostri pensieri, nelle nostre mani, nelle
nostre azioni. Diventiamo protagonisti nostro malgrado,
vogliamo solo occupare uno spazio ma per farlo dobbiamo
liberarne altro, prendendolo ad altri. Però non è ammesso e
questo ci trascina nel vortice della comunicazione, additati
e screditati. Togliere non si può e di conseguenza finiamo
in prima pagina, nella gogna mediatica, sbattuti fra tristi
mura intrise di sguardi persi. Reclusi e processati, soli fra
lettere di inutili fans, fra commenti sadici e amori
improbabili, ci sentiamo finalmente appartenenti, siamo
qualcuno fra milioni di vagabondi. Siamo ma non
possiamo, varcata la soglia del nulla siamo ora reclusi
famosi, desiderabili senza poter ricambiare. Ci tocchiamo e
sentiamo il nostro corpo rioccupare lo spazio vitale, ma
quello cui l’abbiamo tolto se lo è ripreso rinchiudendoci,
relegandoci, nascondendoci al mondo cui vorremmo
appartenere. Siamo tornati vivi ma senza vita, abbiamo
tolto una vita per non riuscire a riprendere la nostra. Due
vite spezzate ma nessun piacere.
IL SENSO DI UNA VITA
Con quale diritto ci avete fatto nascere senza chiederci il
permesso, regalandoci un mondo allo sbando, con un
presente difficile e un futuro terribilmente incerto. Se
decidete di rifarlo fermatevi!!! Contate fino a mille e se non
vi basta usate il preservativo o meglio ancora la pillola,
dimenticate i dogmi religiosi e limitatevi a godere visto che
il mondo che avete costruito fa schifo. Solo quando
riuscirete a raddrizzare le sorti della vostra vita potrete
crearne di nuove, altrimenti sopportate da soli le sofferenze
che vi siete creati.
Ci ritroviamo nostro malgrado in un mondo che altri hanno
costruito pensando al proprio futuro, proprio e quindi non
di tutti. Un futuro che ora rappresenta il nostro presente,
inesorabilmente subìto finché non lo capiremo. E solo
allora, forse, potremo intervenire modificandolo,
raddrizzandolo. Ma il tempo scorre e noi, vittime di un
triste copulare religioso, ci affacciamo alla vita degli altri, i
quali, convinti di clonarsi, generano in realtà dei mostri.
Che stupidi, creano e procreano vinti e convinti. Lo fanno
perché devono credere di doverlo fare: i ricchi per dare
seguito alla loro casta e i poveri per condividere le loro
fatiche quotidiane. Ma non siamo cloni o semplici copie,
abbiamo, purtroppo per loro, un cervello che sembra
funzionare.
Ci vogliono istruire per instradarci verso la vita ma poi ci
pilotano, si impongono, cercano di fotocopiarsi sostenendo
di pensare alla nostra autonomia. Generano la vita che
nessuno ha chiesto loro e poi si incazzano se usciamo dal
seminato, dal loro orticello, dalla loro guida, dalla strada
che dovremmo percorrere e che loro ci hanno costruito
davanti. E se sbandiamo o ne usciamo volontariamente non
segue
ci soccorrono come dovrebbero fare, ma ci additano come
ingrati. Eppure chi più genera nuove vite viene ammirato,
portato ad esempio.
Fieri in pubblico. Ma in fin dei conti
chi mai vi ha chiesto di condividere ricchezze e povertà, di
procreare senza chiedere permesso, di crearci sapendo che
non strisceremo, ne mai ci prostreremo per ringraziarvi.
Plasmate nuovi esseri per appagare le vostre volontà
imposte, convinti di dare un senso alla vostra banale vita,
alla vostra spesso inutile esistenza. Ma non solo: c'è chi lo
fa per garantirsi la pensione che si è giocato, per avere un
supporto per la vecchiaia, per continuare una stirpe, per
accontentare i parenti oppure un inesistente dio, per tacere
le chiacchiere altrui, per dovere coniugale, per salvare un
matrimonio già morto, per avere un nuovo giocattolo,
perché la maggioranza lo fa e quindi è giusto così, perché si
deve. Se invece non ci riuscite non cadete in depressione, la
scienza è a vostra totale disposizione con mille aiuti e mille
risorse. Ma se nemmeno così il clone si sviluppa dentro di
voi allora vi sentirete additati, sfregiati, chiacchierati,
estromessi dalla casta. Vi sentirete ai margini della società,
inutili perché impossibilitati a procreare. Se così fosse e
così pensate potete tranquillamente deprimervi perché non
meritate altro, siete veramente e terribilmente inutili.
IO BANDIERA
DESTRA (individualisti): non sono di destra perché al
mondo non esistono solo quelli che ce la fanno, se uno su
mille ce la fa, gli altri che sono, pezze da piedi? Non siamo
tutti uguali ed è giusto rispettare le singole predisposizioni,
nonché le occasioni che la vita può offrire anche se spesso
nel momento sbagliato. E tutto questo senza dividere il
mondo in individui di serie A (pochi) e di serie B (massa).
SINISTRA (parassiti): non sono di sinistra perché non si
può solo chiedere e pretendere, dare ma soprattutto avere.
Bisogna anche darsi da fare senza l’inutile buonismo
statale. Tutti devono avere una vita decente all’interno di un
corretto equilibrio fra diritti e doveri. Chi può e vuole deve
poter fare, ma senza che ciò avvenga alle spalle di chi non
può.
CENTRO (compromessi): non sono di centro perché la
mediocrità paga ma non appaga. L’abilità nel compromesso
ci annega nella bambagia ma è solo un’ingannevole
apparenza (effimera e fugace) tipicamente centrista. Amano
trasmettere una finta sicurezza che non possono garantire a
lungo, e per scoprirlo basta semplicemente uscire di casa e
aprire bene sia gli occhi che il cervello.
ESTREMI (idealisti): non sono estremista perché non si
può raggiungere un fine con qualsiasi mezzo, schiacciando
o eliminando gli ostacoli qualunque forma o colore essi
abbiano. Perseguire ciecamente un ideale o combattere gli
opposti non porta mai a nulla di concreto ed efficace, ma
solo a forme di inutile e sterile violenza che ricadono solo
su chi non ha alcuna colpa.
Morale: non sono, quindi sono.
LA TELEFONATA
Ne sento parlare da sempre e allora un bel giorno mi sono
deciso, ho cercato il numero sulla guida telefonica ed ho
chiamato il sig. Dio. Purtroppo non era in casa e mi ha
risposto la solita segreteria telefonica, dove una voce dolce
ma decisa spiegava che si era trasferito in India a meditare
in assoluta solitudine, dove espiare la sua unica grande
colpa di aver creato l’uomo.
Davvero un bel tipo…………
ANGOLI DI VITA
Mi volto di scatto e vedo un cesso! Sì, proprio un cesso che
si avvicina sospettoso con chiazze scure che ricoprono
ovunque il suo abito incernierato. E' solo, si sente solo e
abbandonato da tutti, nessuno lo copre più e nemmeno si
ricordano dello sciacquone. Lo sento soffrire, stanco di una
vita fatta di persone senza pietà e senza mira,
inesorabilmente sporco e maleodorante. Una colpa che tutti
gli imputano fino a renderlo schivo e schivato, vittima del
tutto innocente. Ora è a due passi da me, il cigolìo delle
cerniere rinsecchite mi appare un lamento, quasi uno sfogo.
Eppure sa che non posso nulla, che non ho tempo da
dedicargli non avendo ora alcuno stimolo. Lui però
continua a lamentarsi ma è di origine turca e quindi non lo
capisco, quindi faccio finta di nulla e cerco di allontanarmi
dileguandomi nella folla. Il suo alito puzzolente continuo
però a sentirlo anche se non lo vedo, ma passano le ore e le
necessità s’impongono fino a desiderarlo, facendomi
raggiungere. Terminati i bisogni tiro la catenella ed una
cascata frusciante porta via tutto il mio e parte dell'altrui,
sentendomi finalmente leggero e libero.
Che fatica fare lo stronzo tutti i giorni!
L’UFFICIO IN CITTA’
Abito a Milano da tempo e mi sento attaccato alla mia città
anche se fa di tutto per cacciarmi, per farmela odiare. Per i
miei bisnonni era un grande paesone, per i miei nonni era
una città da rifare, per i miei genitori era un’opportunità di
lavoro, per me è solo un gran casino dove tutti corrono non
si sa dove. Ma soprattutto si sta trasformando,
incrementando qualsiasi cosa: dal traffico allo smog, dalla
grande scelta ai prezzi sempre più alti. Ma non posso
andarmene, lavoro e affetti sono tutti qui; potrei cambiare il
primo ma non posso certo abbandonare i secondi. Quindi
cerco di resistere ai mille cambiamenti spesso
incomprensibili, tutti a voler trasformare Milano quale
rappresentante unica degli affari italiani; un’enorme vetrina
del business. Una grigia distesa di palazzi animati ma senza
cuore. E così le persone che possono fuggono, vivendola
solo di giorno. Casa in periferia ma lavoro in città. Avanti
di questo passo vivremo immersi nel traffico di giorno e
impauriti di notte, quando non ci sarà nessuno in giro tranne
nelle aree dove si concentrano i rumorosi locali di tendenza
o gli ipermercati. Per il resto buio e solitudine.
Questa grande città sempre più dedita agli affari - non
sempre puliti - sembra quindi destinata a trasformarsi in una
sorta di immenso ufficio, e non mi stupirei se un bel giorno
decidessero di installare i tornelli per l’accesso e la
timbratura direttamente in periferia oppure ai capolinea
della metropolitana; e una volta entrati in città sembrerà di
trovarsi in mezzo al lavoro, sempre al lavoro, un’unica e
immensa distesa di uffici chiamata Milano.
MONDI PARALLELI
Sono al mondo e lo vivo, ne faccio parte e vi sopravvivo.
Sono una molecola in movimento, un atomo impazzito. Mi
muovo e con me si spostano milioni di anime disperse che
fluttuano intorno a me senza fine, senza meta. Come me.
Mi specchio nelle vetrine e mi sento da loro osservato, mi
scrutano e mi circondano con pensieri vuoti. Nemmeno loro
capiscono quello che io non riesco a comprendere. Mi
faccio spazio tra le loro braccia tese per riguadagnare lo
spazio che mi stanno togliendo, che mi sto togliendo.
Nelle grandi città l’aria non è inquinata dallo smog, ma da
queste anime che saturano l’aria con le loro vite spezzate,
con le loro antiche emozioni, con il loro respiro affannoso.
Il loro fiato riempie le metropoli, aleggia sulle strade e nelle
case, ovunque si sparge e ci confonde. Si mescola coi nostri
pensieri e con i nostri incostanti umori. Bisogna quindi
evadere, raccogliersi e scegliere luoghi tranquilli dove l’aria
è solo nostra, riempita solo dai nostri pensieri. Dove ti puoi
muovere senza sforzo, liberamente. Come liberi saranno i
pensieri, liberi di uscire allo scoperto per poi rientrare senza
confondersi con gli altri. E così potrai seguirli e loro ti
aiuteranno quando ti servirà, senza farti sbandare, senza
farti compiere gesti inutili e dannosi. Come accade invece
ai pensieri di oggi i quali, respirando e inspirando, getti
confusamente al mondo e dentro il mondo, nell’aria di tutti
e contro tutti. Soffocandoli e soffocandoti fino a
confonderli. Confondendoti.
FUTURO? NO GRAZIE
Il futuro è cambiato, evolvendosi fino a modificarsi
radicalmente. Si è trasformato da lontana certezza su cui
pianificare a puro miraggio, così incerto da scomparire alla
nostra debole vista. Ha perso significato, sovrapponendosi
al presente confondendolo e confondendoci, fino a pensarlo
un infinito tutt’uno. Così ci convincono e ci convinciamo,
lasciamo nel cassetto i progetti e i sogni, vivendo alla
giornata. I valori e gli ideali cambiano identità e noi con
loro.
Il futuro non è più lui, e noi pure.
DA ZERO A CENTO IN POCHE RIGHE
Da piccoli si cresce guidati in tutto e per tutto per evitare
sorprese amare, negli anni successivi prendiamo coscienza
ma siamo sempre al guinzaglio. Crescendo il guinzaglio si
allenta ma invece di liberarci chiediamo sempre di più,
senza mai restituire. Da grandicelli, dopo aver superato
l’ostacolo diploma, ci sentiamo coscienti e padroni di noi
stessi, vorremmo spaccare il mondo e invece spacchiamo
solo i coglioni! Dopo anni di fancazzismo dove chiediamo
senza ancora dare, veniamo trascinati nel girone
dell’inferno chiamato lavoro e con la disponibilità
economica accresce anche la voglia di fare, e di disfare. E
quando ci sentiamo all’apice della forma il profumo della
gnocca assorbe tutto e ci ritroviamo prima fidanzati e poi
sposati, con il nostro potere che invece di raddoppiare viene
risucchiato nel vortice della vita quotidiana. Ma appena si
dirada la nebbia cominciamo a comprare tutto il superfluo,
compreso quello che ci è sfuggito vent’anni prima. E così,
confusi tra quello che abbiamo e quello che il fisico ci
permette, continuiamo a timbrare il cartellino trascinandoci
verso il miraggio della pensione, dove ci immaginiamo
abbastanza borghesi da fare quello che vogliamo per poi
rinunciarvi su consiglio dei malanni. Così, in prossimità dei
100 anni ai quali presto arriveremo - e dopo una vita unica
e uguale a tante altre - chiuderemo gli occhi per svegliarci
in un mondo tutto nuovo. Forse.
L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA E’
ENTUSIASMANTE:
INVENTA QUELLO CHE NON CI SERVE
PRIMA & DOPO
Siamo giovani quando nulla ci può fermare e le
conseguenze sono solo uno spiacevole imprevisto.
Siamo anziani quando non ci sentiamo più in grado di fare
quello che non siamo mai stati capaci di fare.
Siamo vecchi quando al risveglio non sappiamo se esserne
contenti.
TUTTI UGUALI?
Perché incazzarsi delle frequenti cene nei ristoranti più
rinomati e costosi, per i gioielli d’ogni forma e design, per
le auto di lusso, per tanti armadi quanti sono gli stilisti, per
un attico in centro ed uno sul mare vietato della Sardegna,
per i misteriosi conti nei paradisi fiscali ed un week-end in
barca quando se ne ha voglia?
Ragazzi miei, se non esistessero le cose costose, i ricchi
come potrebbero distinguersi dalla massa?
Il problema, casomai, è quando la massa si indebita per
somigliare ai ricchi...............
BEATA GIOVENTU’
Mi alzo la mattina e cerco di passarmi una mano fra i
capelli, in bagno l’immagine allo specchio mi appare
confusa anche se lo pulisco, e non ho più bisogno di forzare
il pisello in basso per centrare il water. Ho i brividi
ovunque senza avere la febbre e il riscaldamento costa
sempre di più. Prendo l’ascensore per uscire di casa e
raggiungo l’auto già col fiatone, una volta giunto in ufficio
saluto i colleghi tra uno starnuto e un colpo di tosse e a
metà mattina sono già in compagnia del mal di testa. Dopo
pranzo combatto con le acidità di stomaco e mi trascino
fino alle 18 con sforzi sovrumani. Rientro collerico a casa
per l’immancabile coda e dopo essermi riassettato ceno con
cibo di fortuna adagiandomi sul divano fra i telecomandi,
ma dopo una breve noia televisiva sono già nel mondo dei
sogni. Sul più bello vengo svegliato dalla solita pubblicità
invadente e con la schiena dolorante mi trascino in bagno
barcollando. Dopo la solita breve abluzione indosso il
pigiama di flanella per poi infilarmi fra le gelide lenzuola.
Terminati i consueti brividi comincio a rigirarmi nel letto in
attesa che ritorni il sonno in parte già sprecato, e quando i
sogni finalmente mi avvolgono devo forzatamente
riprendermi con l’odioso suono della sveglia. Altro giorno,
stesse cose, stessi faticosi riti, nessuna novità. Ma un giorno
in meno.
ANIME INUTILI
Anime disperse: entità astratte in un corpo reale su cui non
hanno potere. Tacciono e subiscono, ogni tanto sembrano
reagire per poi tornare subito nell’oblìo. Insieme alla
coscienza sono ospiti di un corpo che si muove loro
malgrado. Lo seguono ovunque come un peso morto, ma
senza peso. Leggére quanto inutili, non occupano né lo
spazio né la mente. Eppur ci sono, non le ascoltiamo ma
esistono. Ci accompagnano silenziose in ogni nostra azione,
ad ogni nostro passo. Agiamo senza rendere loro conto,
evitando di coinvolgerle. Volontariamente o meno
partecipano alla nostra vita ma raramente la influenzano, e
se lo fanno l’effetto dura poco, troppo poco, a volte solo un
attimo.
Forse dovremmo ascoltarle, prima di agire.
DOMANDEPICHE
Una partita fra due cerniere può finire in patta ?
La polenta è l'unico contorno sempre in ritardo ?
Le penne al ragù sono delle biro con inchiostro di carne ?
La carne ai ferri la mangiano solo i carcerati ?
Una minestra abbondante diventa un minestrone ?
Se tagliamo un bricco di latte scremato è ancora intero ?
La pancetta è un salume per obesi ?
Gli equilibri sono libri che non cadono mai ?
La turca è il collegamento fra l'uomo e la terra ?
La bistecca è il doppio di una stecca ?
Il culturismo è il turismo anale ?
Se i gitanti sono solo in due, diventano gipochi ?
Gli afrocubani e gli afrodisiaci sono due gruppi etnici ?
VERSO IL LAVORO
Prendo il treno? No, troppo pesante e lontano.
Prendo l’auto? Nemmeno, devo prima scaldarla per poi
impazzire alla ricerca di un parcheggio, quindi altrettanto
inutile. Provo allora col caffè macchiato caldo ma
nonostante il gusto pieno e cremoso sono ancora confuso
tra le mura di casa; l’unico prigioniero con le chiavi.
Senza valide alternative mi butto in strada, ma ormai stanco
di schivare auto in coda mi catapulto sul marciapiede
schivando i pensionati coi loro piccoli cani, che cagano e
pisciano forse per ricordare loro la strada di casa, come un
puzzolente filo di Arianna per rimbambiti. Arrivo trafelato
alla fermata del bus che immancabilmente è appena
passato, quindi salgo sul prossimo per poi scenderne come
fossi uscito dallo spogliatoio di una palestra gremita di
assatanati, e dopo pochi ma sudati passi timbro il cartellino,
cazzo, alle 8 e 31.!!!!
QUANDO USCITE LA MATTINA
NON DIMENTICATE IL CERVELLO SUL COMODINO
AMARE IL CAPO FA BENE?
Il capo ci guida, ci esorta, ci spinge e ci vuole pronti ed
efficienti. Spalleggia le nostre scelte affidandoci precisi
compiti di rara responsabilità. Si fa trovare sempre
disponibile e non si nega a nessuno, corre al nostro fianco e
ci allunga un'amichevole pacca quando, seduti, riprendiamo
fiato. Riporta i nostri desideri e li assolve quando può, o
quantomeno ci rende più dolci le lunghe ore lavorative
lontane dalla famiglia. Ci riprende con sano vigore quando
sbagliamo ma ci fornisce gli strumenti necessari quando
occorrono.
E' severo e deciso ma non ci nega il caffè del mattino o i
commenti del lunedì, partecipandovi magari con veloci e
dotti pareri. Sublima le direttive dell'azienda facendole
proprie mentre i suoi desideri prendono forma. Sembra
incredibile ma le giornate scorrono attive e ghiotte, senza
mai amareggiarsi o cadere in depressione.
Ma poi suonò la sveglia.
ETA' CORPOREA
Da giovani si vuole far colpo sembrando più vecchi di un
corpo che non lo è ancora.
Da vecchi cerchiamo di sembrare più giovani nascondendo
un corpo che non lo è più.
INDISPENSABILI
Correte pure in ufficio; vi aspettano telefoni che squillano
insieme al cellulare, pratiche da terminare e nuove da
visionare, colleghi che chiedono e voi pure, lavori che si
accavallano e sembrano non risolversi mai, cose semplici
che si complicano e infine l’immancabile urgenza. Vi
prendete la giusta pausa caffè ma poi il pranzo lo dovete
ingurgitare per non tardare troppo. Sembrate al centro del
mondo fino a credervi il perno su cui ruota l’azienda stessa,
che senza di voi andrebbe allo sbando chissà dove. Ma poi
improvvisamente vi ammalate di una banale influenza e al
vostro rientro è tutto normale, è tutto come prima.
L’azienda ha retto tranquillamente la vostra assenza e non
ci sono stati né crolli in borsa né licenziamenti. Insomma,
non è successo assolutamente nulla anche senza di voi. A
questo punto non rimane altro che riprendere il vostro solito
ritmo continuando a pensare, sbagliando, di ritenervi
indispensabili.
CALCIATORE
Sinistro di dio
Destro della madonna
In testa …. un cazzo!
ITALIANI MASSA
L’italiano è morboso e gossipparo, inneggia la pace ma è
sempre in lotta con tutto e tutti.
Lavora perché deve, ma appena può scansa.
Piange miseria ma possiede tutto il superfluo.
Fa l’istruito leggendo solo i titoli dei giornali, e si crede
sportivo solo perché sa tutto della sua squadra.
Vuole la cultura in TV ma poi cambia canale.
In politica si crede libero, libero di votare solo chi promette
meglio.
Non è razzista finché gli stanno lontani.
Dice di amare il proprio paese ma poi basta guardarlo per
capire quanto lo ama veramente.
Adora le istituzioni ma non le rispetta.
IL LOSCO
Affari Sporchi entrò in famiglia ed iniziò a promettere auto
di lusso, oro, gioielli, fama, rispetto, denaro a volontà e
volontà di farlo. E così iniziò un lavoro senza vincoli e
senza orari; una carriera, un nuovo giro di amicizie diverso
ogni giorno, anche multirazziale. Lavoro ovunque e
dovunque: fabbriche, case, banche e negozi, ma anche le
scuole dove un tempo faceva finta di studiare. E così smise
di cazzeggiare nel bar in piazza, divenuto ora base per
incontri di lavoro o di vanto.
Fughe dalla noia e non solo da quella, notti brave e tante
cattive. Incontri cattivi con i buoni che ogni tanto diventano
per fortuna altrettanto cattivi. Giorno dopo giorno, anno
dopo anno, fece qualunque cosa con chiunque, senza
remore e senza scrupoli. Fughe, nascondigli, amicizie
ambigue, azioni riprovevoli, abbandoni e vendette. E dopo
una vita ai margini con un occhio sempre rivolto alle
proprie spalle, per un breve attimo sembrò rendersi conto di
quanto sarebbe stato piacevole un semplice e noioso lavoro
in ufficio. Ma fu tardi, troppo tardi, una banale distrazione e
non fu più lui. Disponibilità di denaro e di falsi amici ne
aveva ormai in abbondanza; ma non fece in tempo a ritirare
l'auto nuova, il collier per la donna ed il saluto in piazza. Il
rispetto quello sì, ai morti è d'obbligo, chiunque essi
fossero. Ma solo per un attimo.
CON LE MANI IN MANO
NON CI SI MASTURBA NEMMENO
PIRLATE
Solo un uomo demotivato può preparare l'abbacchio al
forno?
Un sollevatore di pesi usa solo camicie di forza?
Il vento ricco forma l'aria viziata?
L'esame del sangue di un alcolizzato lo fa il sommellier?
L'unico pesce con la carie è il dentice?
La cintura di sicurezza la usa chi porta i pantaloni senza
mutande?
Ventilare un ipotesi significa pensare sottovento?
I lenti sono balli vegetariani?
Cos'è il glande per un cinese?
Il salmone affumicato rischia il cancro ai polmoni?
L'albero maestro si trova solo nelle navi scuola?
L'albero maestro può dare buoni frutti?
La pesca d'alto mare è un frutto per soli navigatori?
DA GIOVANE GODEVO COME UN MAIALE,
OGGI DEL MAIALE HO SOLO LA FORMA
NORMALITA' 1
Mi masturbo, si mi masturbo. E lo faccio con gusto e senza
sensi di colpa. E godo perché lo faccio per i cazzi miei,
quando voglio e quando posso. E se uso una videocassetta
non devo nemmeno faticare in attesa dell'erezione, senza la
quale non potrei arrivare a nessuna conclusione. Che poi è
quello che uno cerca. Certo che campare di sole seghe
diventerebbe monotono come del resto avviene a chi ciula
tanto ed in continuazione, quindi cerco di resistere alla
tentazione per poterlo fare all'infinito. Ma poi arriva l'estate
e le ragazze escono quasi nude, ed è impossibile non
guardarle pensando di possederle ovunque; a letto, sulle
scale o nel mezzanino del metrò. E più scorre l'estate, più se
ne vedono, più mi masturbo. Ma poi ritorna l'inverno e si
spengono gli sguardi, ma i ricordi per un poco resistono e
quindi continuo a masturbarmi. Sempre meno, ma sempre.
Il pensiero dell'estate ormai latita e ogni tanto fa capolino
fra la mente e la mano ormai callosa, quindi controvoglia
mi masturbo ancora. Ma dopo una lunga e grigia attesa
l'estate ritorna e a ogni sguardo io ricomincio quando posso,
senza problemi ma anche con meno soddisfazione. E chi
ciula tanto? Stessi problemi; esaurito il missionario si passa
alla pecorina per poi terminare con un esaltante
smorzacandela che prelude alla movimentata carriola. Il
giorno dopo si bissa e i successivi ancora, ma a furia di
ripetersi il missionario ritrova il piacere della preghiera, le
pecorine diventano così tante che a contarle ci si
addormenta e lo smorzacandela non serve più perché ci
dimentichiamo persino di accenderla. E la carriola,
compresa di “cazzuola”, se la riprendono giustamente i
muratori! Stanchi ormai di tutto ecco allora rispolverare il
mitico kamasutra; le posizioni sono davvero tante come i
segue
giorni, tante ma non infinite e quindi prima o poi si
ricomincia ancora e ancora fino a ripetersi, al punto da
conoscere a memoria sia le posizioni che le pagine in cui si
trovano. Via l’ormai konsumato kamasutra ecco apparire
affascinanti giocattoli di ogni forma e colore, mille funzioni
da far invidia al robot da cucina di vostra madre. Ma dopo
averli usati fino a consumarli li trasformate prima in
soprammobili da vanto e poi in soprammobili da cantina.
Nemmeno le prostitute fanno godere perché lo fanno solo
per soldi e non per gioco, mentre i più affascinanti trans
rappresentano una bella novità, ma dopo il primo sgomento
la noia si riappropria del sesso. Che fare? Come uscire dalla
routine? Me lo ripeto all’infinito ma un bel giorno, uscendo
stanco di noia e ubriaco dall’ennesimo bar, non mi vado
mica a trovare a tu per tu con una biondina niente male.
Senza apparenti pensieri la seguo per qualche via fino a
sentirmi spingere da un’incontrollabile forza interiore, e
nell’angolo più buio e nascosto, complice il buio,
l’abbraccio con inaspettato vigore catapultandola a terra
nell'angolo più nascosto e appartato. La cosa strana è che
urla e si dimena come una bestia, ma invece di spaventarmi,
la situazione mi eccita ancora di più e la blocco con forza
tappandogli la bocca con una mano mentre con l’altra le
strappo i vestiti. Alla fine ho il totale sopravvento e me la
faccio fino all'apice dei sensi (miei). La lascio lì a terra
sconvolta a piangere chiedendomi il perché di tanto casino,
in fondo ho anch'io diritto al sesso e poi, alla fine, si tratta
solo di una sveltina. Va bene che non me l'hai chiesta e
magari non sono il tuo tipo. Ma se è tutto qui, che vuoi che
sia!
E poi parlano di solidarietà e altruismo.
L'AMANTE
Famosa chiesa decide di sostituire l'organo, si dà via al
trapianto. Tutti i fedeli fuori e gli infedeli lontano, dentro
solo la fede perché il matrimonio è una cosa seria. Decidere
il luogo - la data - il ristorante - la chiesa – è molto difficile
perché devono piacere a tutti, siano comodi per tutti, non
costino troppo e facciano fare bella figura. E io pago. E gli
altri mi regalano, badando bene a farsi belli bilanciando i
costi. Minima spesa massima resa. E io lavoro. Non so dirvi
quanto però mi pagano e quindi qualcosa devo fare, bene o
male non importa, siamo in tanti e tutti nel calderone. Ma
poi arriva Natale e tutti devono essere per forza buoni. E se
non c’è buonismo sbattetelo in prima pagina urlandolo al
mondo. E se non bastasse richiamate i cosiddetti valori
della famiglia e della bontà: ovvero i regali incipienti, il
cane con le pulci, l'auto che va a super, le rate del mutuo,
l'affitto, il caviale finito, il figlio dal dentista e la moglie
dall'amante. Perché l'amante è comodo; non sporca, non
ruba, non puzza e non lascia il segno. Dice sempre di sì
perché non fa quadrare i conti, non fa i mestieri, non ti
riempie di lavoro ma di regali, arriva prima del marito
stanco ma prima della stanchezza della moglie. Lavora in
anticipo sui problemi e quindi li lascia agli altri i quali,
presi a risolverli, non hanno tempo per gli altri e per se
stessi. Comodo vero?
AL LAVORO
Mi sveglio oltre l’orario e quindi torno subito a letto perché
ormai è tardi e domani devo andare al lavoro.
COSTRUITEVI UNA VITA FELICE
E ANDATE AL LAVORO CONSAPEVOLI
CHE IL BELLO VIENE DOPO
MEZZ’ETA’
50 anni sono un’età critica per il maschio latino, lasciando
tutti di stucco comincia a fare cose che trent’anni prima era
troppo intelligente per farle.
SE L’UNICA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE
FOSSE L’UOMO,
IL MONDO INTERO RINGRAZIEREBBE
ETERNO AMORE
Amare a 15 anni è tenero
Amare a 20 anni è gioia
Amare a 30 anni è passione
Amare a 40 anni è una svolta
Amare a 50 anni è un vincolo
Amare a 60 anni è un traguardo
Amare a 70 anni è volontà
Amare a 80 anni è sopravvivenza
Amare a 90 anni è necessità
Amare a 100 anni può sembrare inutile
Amate sempre, ma mai per abitudine
IL NEMICO
C’è ma non si vede. Nasce, cresce, si sviluppa e intacca
fino a corrodere. Aggredisce i vicini e li conquista per poi
spostarsi verso nuovi territori, e più avanza più aumenta
l’esercito. Come uno zombie che mordendo trasforma le
vittime a sua immagine e somiglianza.
Sempre più forte e numeroso, questo esercito senza gradi e
generali prosegue senza sosta e senza particolari difficoltà.
Come un nuovo Attila si espande a dismisura, facendo suo
tutto ciò che lo circonda. Ma come Attila dove passa non
ricresce nulla, e dopo aver conquistato e compromesso ogni
lembo, con lui muore. Nessuna stima per il conquistatore
ma purtroppo solo ricordi per le sue vittime. E per chi resta
solo il rimpianto di non aver potuto nulla contro un nemico
sconosciuto ma forte, troppo spesso invincibile.
SOLDATINO
Vorrei nascere per sapere
Vorrei crescere per capire
Vorrei essere uomo per poter amare
Ma non vorrei essere soldato per far soffrire.
UGUAGLIANZA
Che strano mondo quello governato dagli uomini; dove si
potrebbe star bene si sta sempre peggio, dove si stava già
peggio non cambia assolutamente nulla.
Morale: per non fare torti a nessuno, invece di innalzare il
livello di vita nelle aree povere si impoverisce quello delle
aree benestanti.
DOPOSCUOLA
Come nella vita di tutti i giorni anche a scuola è venuto il
momento di abbandonare Manzoni e Dante e far diventare
il vocabolario unico testo di studio; così forse impareremo
il vero significato delle parole e delle azioni che ne
derivano.
COMPRATE MENO FAME
Mi inoltro con le mani in tasca di un altro mentre il secondo
si raffreddava mangiando il primo. Il contorno si offese e
arrivò alla frutta. La situazione si stava perciò aggravando e
decidemmo di andare in ospedale per una tic-tac,
arrivammo in tempo prima del trillo e dopo qualche
cognato di vomito fummo fuori. All'uscita ci chiesero il
biglietto e non avendolo lo pagammo per intero. Intero però
fa male e optai per lo scremato a lunga conservazione. Ed
ancor oggi lo conservo, nell'attesa che divenga così vecchio
da poterlo rivendere con un buon margine, senza il quale
tracimerebbe. Affamati più di prima (ma meno di domani)
entrammo in una mensa aziendale, ma alla richiesta del
ticket ci spiazzarono e la rete fu pure decisiva. Dubbiosi sul
ticket ci rivolgemmo alla ASL ma non accettarono per
mancanza di richiesta, allora alzammo la voce e finalmente
ci dissero che serviva la richiesta del dottore. Il giorno dopo
mandammo il dottore ad urlare al posto nostro, ma essendo
ateo la preghiera cadde in un mare di parole. Ma non
sapendo nuotare chiamammo un sub tramite agenzia, ma
risposero che non ci serviva un sub-acqueo, ma un subnormale.
Brutta la fame!
TROPPE RELIGIONI PER UN SOLO DIO
TROPPE RELIGIONI PER NESSUN DIO
ANNI
A 0 anni apparivo
A 1 anno piangevo
A 10 anni giocavo
A 20 anni urlavo
A 30 anni godevo
A 40 anni consumavo
A 50 anni pensavo
A 60 anni ansimavo
A 70 anni trascinavo
A 80 anni sopravvivevo
A 90 anni vegetavo
A 100 anni - ma perché?
IL POTERE LOGORA CHI NON CE L’HA
E RENDE MALVAGIO CHI LO POSSIEDE
MASSA SENZA PESO
La massa - intesa come grande gruppo di individui non
identificati - sembra l’unica entità apparentemente in grado
di decidere le sorti in politica, ma non essendo un unico
essere realmente pensante tende a seguire l’onda cedendo
alle lusinghe e alle promesse meglio esposte. La massa non
è quindi rappresentativa né tantomeno significativa, è solo
un anonimo e ottuso branco di idioti. Ignorantemente
pilotabile.
PSICOLOGO
Entro in voi e vi scruto; mentre parlate io fingo di ascoltarvi
e invece ho già superato prima il vostro sguardo e poi la
debole barriera degli occhi. Varcata la soglia vado sempre
più giù, sempre più in profondità, dove persino voi avete
paura di arrivare per non soccombere. Siete timorosi di
incontrare voi stessi e per questo vi fermate prima, molto
prima, fingendo di conoscervi. E avete così paura di
inoltrarvi dentro voi stessi che non vi accorgete della mia
presenza; non badate ai cassetti che apro, leggo e poi
richiudo, scoprendo la vostra vera essenza. Fingete
indifferenza ma io no, e continuo a scavare scrutando ogni
singola particella, da ogni lato. Ribalto tutto e vi rivolto
come un calzino, assorbo ogni cosa di voi ma in realtà
scopro solo quello che siete e non quello che dovreste
essere. In pratica analizzo uno sconosciuto e poiché non
può capire la differenza fra quello che vede e quello che
nasconde, mi guarda rapito e con supponente rispetto se ne
torna nel suo mondo reale, tornando a essere colui che è
come appare. Lui confuso dalle mie parole e un poco più
povero, io altrettanto confuso ma sicuramente più ricco. Ma
ora basta, c’è una vespa che mi aspetta nel salotto buono e
non posso certo arrivare dopo il plastico! Le luci della
ribalta non accettano ritardi o scusanti ed io non riesco a
sottrarmi a questa libagione mediatica, come voi che in
apnea mentale mi ascoltate fingendo di capire.
LA VITA E’ CARA PER I CARI
MA INUTILE PER GLI ALTRI.
2012
Dicono che nel 2012 il mondo a noi conosciuto finirà con
grande profusione di effetti speciali per noi purtroppo
mortali. Previsioni a parte (se sono come quelle
meteorologiche possiamo stare tranquilli) nutro comunque
forti dubbi perché tale minchiata si è affacciata alla ribalta
non solo in concomitanza con l’uscita dell’ennesimo film
catastrofico, ma anche – o soprattutto – in coincidenza con
la crisi economica. Non vorrei quindi che sia una velata
spinta psicologica (paura inconscia) volta a stimolare i
consumi con l’insana idea di goderci gli ultimi anni di vita.
In compenso se questa voce si diffondesse anche nei paesi
del terzo mondo sono sicuro che loro, al contrario di noi
benestanti, pregherebbero anche se atei che la previsione si
avveri, perché sarebbe ormai – e purtroppo – l’unica
soluzione per porre fine alle loro eterne e inutili sofferenze.