Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale

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Africa Subsahariana
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DUEMILA
Tanzania
2_AFRICA SUBSAHARIANA_amnesty 2012 10/05/12 13.56 Pagina 180
RAPPORTO 2012
TANZANIA
REPUBBLICA UNITA DI TANZANIA
Capo di stato: Jakaya Kikwete
Capo del governo: Mizengo Peter Pinda
Capo del governo di Zanzibar: Ali Mohamed Shein
Pena di morte: abolizionista de facto
Popolazione: 46,2 milioni
Aspettativa di vita: 58,2 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 107,9‰
Alfabetizzazione adulti: 72,9%
Rifugiati burundesi hanno continuato a vivere sotto la minaccia di essere rimpatriati con
la forza. Poliziotti e altri agenti di pubblica sicurezza accusati di aver commesso violazioni
dei diritti umani, comprese uccisioni illegali, non sono stati portati davanti alla giustizia.
I perpetratori di violenza sessuale e di altra violenza per motivi di genere sono rimasti
impuniti.
CONTESTO
A novembre è stata approvata la legge di revisione della costituzione del 2011, che istituiva una commissione incaricata di condurre il processo di revisione della costituzione,
in un clima di proteste da parte dei parlamentari d’opposizione di minoranza, secondo i
quali la consultazione pubblica sulla nuova legge era stata inadeguata. Rappresentanti
del partito d’opposizione Chama Cha Demokrasia na Maendeleo (Chadema) hanno continuato a invocare una revisione della legge, in particolare delle disposizioni che conferiscono al presidente i poteri esclusivi di nominare la commissione.
RIFUGIATI E MIGRANTI
A seguito di un incontro tenutosi a maggio tra rappresentanti dei governi della Tanzania
e del Burundi e l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, il governo della Tanzania ha annunciato l’intenzione di chiudere entro fine dicembre il campo di Mtabila,
che ospitava circa 38.000 rifugiati burundesi. La Tanzania ha inoltre annunciato l’intenzione di revocare la protezione dei rifugiati, invocando la clausola di cessazione delle
circostanze della Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati. Sebbene il governo ritenesse che circa 20.000 sarebbero ritornati spontaneamente in Burundi, coloro che erano
colpiti dal provvedimento si sono mostrati riluttanti a far ritorno in patria. A settembre,
il governo ha annunciato che stava facendo colloqui con i rifugiati interessati, per verificare l’attuale bisogno di protezione; tuttavia, continuavano a mancare le procedure necessarie per valutare se il rimpatrio fosse un’opzione valida. I rifugiati hanno continuato
a temere di essere costretti a far ritorno in Burundi.
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AFRICA SUBSAHARIANA
IMPUNITÀ
Sono pervenute denunce di uccisioni illegali, tortura e altri maltrattamenti da parte di
poliziotti e altri agenti durante operazioni di sicurezza in alcune parti del paese. Secondo
quanto riferito, nel corso dell’anno più di 20 persone sono morte a seguito di ferite
d’arma da fuoco, dopo che la polizia aveva impiegato forza letale per reprimere manifestazioni o per impedire l’accesso illegale a zone minerarie.
A gennaio, almeno tre persone sono morte nella città di Arusha, dopo che la polizia aveva impiegato munizioni per disperdere sostenitori del partito d’opposizione, che stavano protestando per l’elezione di un
candidato del partito di governo Chama Cha Mapinduzi, alla carica di sindaco locale. A fine anno, non
erano state condotte indagini adeguate su queste uccisioni e i responsabili non erano stati portati davanti
alla giustizia.
VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE
È rimasta diffusa la violenza sessuale e per motivi di genere, in particolare la violenza
domestica. Pochi sono stati i responsabili chiamati a risponderne. In alcune parti del
paese hanno continuato a essere praticate le mutilazioni genitali femminili.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Sono rimaste in vigore leggi come quelle sui quotidiani, sulla sicurezza nazionale e sui
servizi di trasmissione. Queste conferiscono alle autorità il potere di limitare il lavoro dei
mezzi d’informazione sulla base di vaghe e mal formulate condizioni, come il “pubblico
interesse”, gli “interessi della quiete e dell’ordine stabilito” e gli “interessi di sicurezza
nazionale”. A fine anno, il governo non aveva provveduto ad adottare formalmente due
proposte di legge: il disegno di legge sulla libertà d’informazione del 2006 e il disegno
di legge sui servizi d’informazione del 2007; oltre a non aver recepito le preoccupazioni
espresse da rappresentanti della società civile nel disegno di legge sulla libertà d’informazione. Se applicate, le due leggi riconoscerebbero il diritto di accesso all’informazione
e abrogherebbero la legislazione che consente limitazioni illegittime alla libertà di
stampa.
DISCRIMINAZIONE – ATTACCHI A PERSONE ALBINE
Durante l’anno non sono state ricevute nuove denunce di persone albine uccise per ottenerne parti del corpo, sebbene ci siano stati almeno cinque tentativi di omicidio. Gli
sforzi del governo per impedire le violazioni dei diritti umani contro le persone albine
hanno continuato a essere inadeguati.
CONDIZIONI CARCERARIE
Sono pervenute continue segnalazioni di sovraffollamento e di condizioni insalubri e precarie nelle carceri. Il Centro legale e per i diritti umani, una Ngo locale di tutela dei
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diritti umani, ha riferito che nelle carceri della Tanzania continentale c’erano oltre
38.000 reclusi, a fronte di una capacità di circa 27.653. L’organizzazione ha attribuito
il problema del sovraffollamento e delle pessime condizioni di vita all’inefficacia del sistema giudiziario, alla mancanza di infrastrutture idonee e all’inadeguatezza dell’organico
negli istituti di pena del paese.
PENA DI MORTE
I tribunali hanno continuato a comminare la pena di morte per reati capitali; tuttavia,
durante l’anno non ci sono state esecuzioni. Un’istanza presentata in tribunale nel 2008
da tre organizzazioni della società civile locali, in cui veniva impugnata la costituzionalità
della pena di morte, era ancora pendente presso l’Alta corte.
MISSIONI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Un delegato di Amnesty International ha visitato la Tanzania continentale a novembre.
TOGO
REPUBBLICA TOGOLESE
Capo di stato: Faure Gnassingbé
Capo del governo: Gilbert Fossoun Houngbo
Pena di morte: abolizionista per tutti i reati
Popolazione: 6,2 milioni
Aspettativa di vita: 57,1 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 97,5‰
Alfabetizzazione adulti: 56,9%
Manifestazioni pacifiche tenute da partiti politici e studenti sono state disperse dalle
autorità di pubblica sicurezza tramite uso eccessivo della forza, compresi gas lacrimogeni
e proiettili di gomma. Circa 30 funzionari politici e militari sono stati condannati a pene
carcerarie sulla base di confessioni estorte sotto tortura. La commissione verità, giustizia
e riconciliazione (Truth, Justice and Reconciliation Commission – Tjrc) ha tenuto udienze
da settembre a novembre; l’impunità è rimasta la regola per le forze di sicurezza, le quali
hanno tentato di interrompere il processo avviato dalla commissione.
CONTESTO
A marzo, una bozza di legge sull’obbligo di preavviso prima di qualsiasi manifestazione
pubblica ha suscitato critiche nel mondo politico e ha provocato marce di protesta da
parte della popolazione. La legge è stata adottata a maggio.
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