La Batteria Jazz in Big Band Minus One
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La Batteria Jazz in Big Band Minus One
La Batteria Jazz in Big Band Minus One Contenuto: Spartiti Batteria+Analisi ritmica dei brani 1)Song for My Father(H.Silver) 2)Dinatanatol(S.Di Natale) 3)St.Thomas(S.Rollins) 4)Ponytail(S.Swallow) 5)Bluesserge(S.Di Natale) 6)It Don’t mean a thing(D.Ellington) 7)Footprints in 100/8(W.Shorter) 8)Outfits(S.Swallow) 9)The Preacher(H.Silver) Arrangiamenti:S.Di Natale Cd1 versione integrale +Cd2 versione senza batteria. Introduzione Sin da fanciullo ho cercato avidamente di procurarmi materiale didattico che mi aiutasse ad orientare la mia esperienza di esecutore-batterista ,in mancanza di contesti reali o in aggiunta all’attività professionale vera e propria.Mi esercitavo a lungo su basi minus-one di ogni tipo,cercando di far confluire in tale pratica tutte quelle informazioni e gli insegnamenti carpiti dai musicisti con cui condividevo il percorso professionale e umano. “Il talento si forma nella quiete dello studio mentre il carattere nel fiume della vita” :lavorare su materiale musicale su cui io potevo inserire il mio drumming simulando una music-session reale, mi offriva la possibilità di strutturare in maniera profonda quella personalità musicale che poi la professione ha ridefinito e orientato.I miei studi di arrangiamento e composizione jazz mi hanno recentemente condotto ad operare una sintesi tra la scrittura tradizionale per Big band e il mio specifico mondo ritmico di batterista:ne viene fuori una visione della big band direi personale,laddove l’elemento ritmico forse, ha una leggera preponderanza sull’ambito armonico-melodico. In “La Batteria jazz in Big Band”,ho raccolto materiale tratto da due miei lavori discografici:What’s New e For a walk Inside,entrambi prodotti da No voices records.I Brani proposti presentano una varietà di elementi stilistici diversi:nei brani jazz latin ( Song for my father,It don’t mean a thing,St.Thomas,Outfits) amo alternare ritmi di matrice brasiliana con altri di origine afro cubana ; tali ritmiche miste seguono sempre il movimento ritmico dei fiati e del basso.In” It don’t mean a thing”,per esempio,il groove delle A(pensando alla struttura originaria del brano AABA) è costruito per le prime 4 battute su un ritmo di samba bossa e sulle successive 4 battute su un ritmo di songo cubano.Particolare è la metrica della B di Song for my father: un songo in 9/4(5/4+4/4).St.Thomas invece è costruito su due ritmi afrocubani:Pilon e Mozambique che ben si adattano al giocoso tema di Rollins .Outfits invece è un fast samba in cui il rullante sottolinea il movimento ritmico delle trombe.I brani Bluesserge e Dinatanatol sono costruiti sulle due principali forme del jazz:Blues il primo,Anatole AABA il secondo.Sul Blues c’è una particolare ritmica a quintine nella melodia che la batteria sottolinea distribuendole tra rullante e piatti;Dinatanatol invece è uno swing fluido e leggero con l’ introduzione esplosiva,tipica del contesto swing orchestrale.Ponytail è uno swing moderno,la cui forma atipica(la A è di 20 battute mentre la B è di 32 battute) costringe la batteria a sottolineare con precisione e puntualità i cambi chorus che arrivano ogni 52 battute.The Preacher è un jazz funky il cui tema dal forte sapore soul è costruito su un periodo di 16 battute.Su molti di questi brani c’è il comping solo batteria,ovvero un assolo di batteria intorno ad obbligati ritmici suonati dall’orchestra:a tal proposito ho aggiunto,in coda all’analisi ritmica dei brani, degli esercizi scritti di comping solo che lo studente può utilizzare trascrivendo le proprie idee ritmiche per poi provarle sulla base senza batteria.Il Brano più complesso di questo M.M.O. è senza dubbio Footprints in 100/8:nella pagina di analisi ritmica,è illustrata la struttura metrica del brano e sono spiegati i passaggi ritmici più difficili.In ogni pagina di analisi allegata ai vari brani,lo studente toverà tutte le indicazioni per affrontare al meglio lo studio dei brani da me proposti.Ascoltando i brani nella versione suonata da me alla batteria,lo studente potrà inoltre confrontarsi con il mio personale drumming,interagendo con le sezioni e con la ritmica in maniera personale,con serenità e entusiasmo. Sergio Di Natale. Terminologia legenda: Sn=rullante senza rim Ghost=rullante suonato pianissimo Sn+rim=rullante suonato con pelle e rim(accentato) Rim=cross stick(rullante suonato solo con il cerchio) T1=tom piccolo,T2=tom medio,T3=tom grave C=cassa,HH=Hi Hat,Ride=piatto ride,HH foot=hi hat con il piede . Questo manuale didattico è di grande valenza formativa e di indubbia attualità, in quanto offre ai batteristi che vogliono affinare la tecnica del suonare in big band, l’opportunità di lavorare sulla sperimentazione di un drumming moderno, costruito cioè su frequenti scomposizioni ritmiche e bene inserito all'interno di brani ricercati ed interessanti non solo ritmicamente. Sicuramente un valido strumento di arricchimento e di riflessione non solo per batteristi ma anche per tutti gli strumentisti. Buon lavoro a tutti. Stefano Giuliano STEFANO GIULIANO Stefano Giuliano nasce a Buenos Aires il 20/06/58. .Polistrumentista di natura, dedicherà 15 anni allo studio del basso e quattro anni allo studio della chitarra. Dal 1983 si dedica esclusivamente allo studio del sassofono. Parte da una formazione classica diplomandosi presso il Conservatorio di Musica Umberto I di Salerno.Nel 1986 è vincitore di una borsa di studio alla Berklee School of Boston. Nel 1995 costituisce lo “Stefano Giuliano Octet” che vede presenti musicisti di spicco, Dario Deidda, Giovanni Amato, Roberto Schiano, Giuseppe Esposito, Michele Di Martino, Jerry Popolo, Joseph Lepore, Giampiero Virtuoso; .Ha collaborato inoltre e collabora con famosi jazzisti nazionali quali, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto, Mario Raja, Riccardo Fassi, Pietro Condorelli, Tino Tracanna, Michele Di Martino, Luca Manutza, Tommaso Scannapieco, Antonio Onorato, Sergio Di Natale, Susanna Stivali, Maria Pia De Vito, ed altri; ha collaborato inoltre con musicisti internazionali quali T. Harrell, Peter Erskine, Randy Brecker, New York Voices, G. Coleman, J. Gonzales. Ha conseguito il diploma di specializzazione in musica jazz presso il Conservatorio di Cosenza (1998). Inoltre è organizzatore e direttore artistico delle manifestazioni “Baronissi Jazz”,Concerti Di Villa Guariglia, Premio Positano Jazz. Attualmente (dal 1997 a tutt’oggi) svolge la propria attività didattica e formativa presso l’Università degli Studi di Salerno, dove ha istituito e dirige l'"Orchestra jazz dell'Università di Salerno.Dal 1998 ad oggi tiene un corso di Tecnica dell’Improvvisazione Jazzistica presso l’Università degli studi di Salerno. .E’ presidente dell’Associazione "Walking Around Jazz" che ha come obiettivo primario la divulgazione e diffusione della musica jazz ed ha organizzato alcuni concerti tra i quali M. Petrucciani Sextet, Art Ensamble Of Chicago, Giovanni Tommaso Quintet. Dal 2007 è presidente dell’associazione “Salerno Jazz Orchestra” i cui soci sono tutti i jazzisti più rappresentativi della Provincia di Salerno.In questo ambito svolge mansioni di Direttore, Arrangiatore e Saxofonista.Con tale orchestra ha diretto: Tom Harrell, Randy Brecker, New York Voices, Diane Schuur. .