PAESE: INDONESIA - Osservatorio Nazionale del Turismo
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PAESE: INDONESIA I. Analisi del contesto sociale ed economico di riferimento A. Quadro degli indici economici, demografici e sociali Nome Ufficiale: Repubblica d’Indonesia. Superficie terrestre: 1.904.443 km. Acque territoriali: 3.166.163 km. Forma di Governo: Repubblica Presidenziale. Capo di Stato e di Governo: Susilo Bambang Sudhoyono, rieletto al secondo mandato l’8 luglio 2009 (il primo Presidente eletto con elezioni democratiche a suffragio universale il 20 ottobre 2004). Sistema legislativo: democrazia parlamentare bicamerale. La Camera dei Rappresentanti (DPR) è formata da 550 seggi elettivi e la Camera dei Rappresentanti Provinciali (DPD) da 128. I deputati di entrambe le Camere sono stati eletti, per 5 anni, nel corso delle ultime elezioni politiche del 9 aprile 2009. Le due Camere congiunte costituiscono il terzo organo legislativo del Paese, l’Assemblea Consultiva del Popolo (MPR). Popolazione: 240 milioni di abitanti (stimati sulla base dell’ultimo censimento demografico condotto nel 2000 e del tasso di crescita annuo della popolazione). Gruppi etnici: 94% ceppo malese, 6% melanesiani (Irian Jaya e Timor) e cinesi, stanziati nelle aree urbane. Religioni: 85% musulmani, 10% cristiani, il resto induisti (Bali), buddhisti, confuciani e animisti. Lingua: la lingua nazionale è il Bahasa Indonesia (di ceppo malese e, come il malese, con scrittura europea). L’inglese è diffuso negli ambienti politico-economici e accademici. Capitale: Jakarta (circa 14 milioni di abitanti). Città piu’ importanti: Surabaya, Medan, Bandung, Makassar, Semarang, Yogyakarta, Denpasar. Clima: tropicale. Moneta: rupia indonesiana (Rp). Tasso di cambio medio 1 gennaio 2009 - 10 novembre 2009: 1 Euro = 14.568,13 Rp. (fonte: www.oanda.com). L’Indonesia è il quarto Paese per peso demografico, prima democrazia islamica, terza democrazia al mondo in termini numerici, prima economia del Sudest asiatico e terza in Asia per PIL. Dopo gli avvenimenti dell’ultimo tormentato decennio –crisi finanziaria del 1997-98, caduta di Suharto dopo 32 anni al potere, prime elezioni democratiche dal 1960, secessione di Timor Leste, tsunami a Sumatra nel 2004 – l’Indonesia ha intrapreso una nuova fase di crescita politica e di sviluppo socio-economico. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 1 L’avvento di Yudhoyono (il primo Presidente indonesiano democraticamente eletto nel 2004) ha guidato l’Indonesia verso traguardi importanti come la conclusione dei negoziati di pace con il movimento separatista della provincia di Aceh (dove nel dicembre del 2006 si sono svolte le prime elezioni locali a scrutinio diretto), l’avvio di riforme economiche liberali e il riavvicinamento all’Occidente. La rielezione democratica del Presidente Yudhoyono l’8 luglio 2009 ha rassicurato gli osservatori economici internazionali che, sostanzialmente, concordano nel giudicare coraggiose e giuste le decisioni in campo politico ed economico intraprese dal suo Governo in questi anni. B. Previsioni a breve termine Si conferma nel primo semestre 2009 la tenuta dei fondamentali macroeconomici dell’Indonesia, Paese citato da più fonti internazionali come un caso di successo, essendo riuscito a mantenere una crescita del PIL al 4,2% con un tasso di inflazione al 3,65%. Il buon andamento si basa in parte sull’aumento (incidentale) della spesa pubblica connesso alle elezioni legislative e presidenziali di quest’anno, stimato in 2,5 miliardi di dollari, ma soprattutto sullo stimolo fiscale di 6,5 miliardi di dollari messo a punto dal Governo a fine 2008: incentivi all’investimento, accesso agevolato al credito e investimenti in infrastrutture, i cui effetti positivi dovrebbero protarsi nel corso dell’intero 2009 e proseguire anche nel 2010. Il tasso di inflazione, dopo il picco dell’anno scorso – effetto del taglio dei sussidi al carburante a maggio 2008 (seguito alla spirale dei prezzi internazionali dell’energia) e del rincaro di alcuni beni di largo consumo, come soia e olio di palma – è rientrato a un livello inferiore perfino a quelli considerati “normali” in Indonesia (5-6%). Anche il sistema finanziario indonesiano – crollato nella precedente crisi del 1997-98 – si presenta attualmente solido, con sufficiente capitalizzazione e contenimento del portafoglio crediti non performing. Anzi, Governo e Banca Centrale sono uniti nell’opera di moral suasion affinchè credito sufficiente sia garantito ai vari settori industriali (con ripetute riduzioni del tasso di interesse della Banca Centrale e linee di credito a favore delle PMI). I temuti licenziamenti di massa, stimati in almeno 1,5 milioni di lavoratori, sono stati in realtà limitati a 60.000. Non va però sottovalutato che ben il 69,5% della forza lavoro è impiegata nel settore informale. Quest’ultimo, senza naturalmente garantire cuscinetti e/o ammortizzatori sociali, è riuscito tuttavia ad assorbire almeno in parte le fuoriuscite dal settore formale. Non sono così peggiorati i tassi di disoccupazione e di povertà (pari a 8,14% e 12-14% a febbraio 2009). In termini di composizione settoriale, permane una certa fragilità nella qualità della crescita, in quanto i settori a più alto assorbimento di manodopera – che originano il 51% del PIL – si rivelano essere i meno dinamici: agricoltura, allevamento, pesca (3,7%), minerario (2,4%) e manifatturiero (1,5%). Trainano invece la crescita: trasporti e telecomunicazioni (17,3%), utilities (13,4%), servizi (7,1%), costruzioni (6,3%) e settore finanziario (5,8%), che contano complessivamente per oltre un terzo del PIL (35,7%). Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 2 Il settore primario – agricoltura, pesca, allevamento e foreste, sostentamento di una grossa fetta della popolazione – cresce a tassi ancora modesti, imputabili soprattutto a una produttività di molto inferiore a quella dei vicini Paesi del Sud-Est asiatico e ai frequenti disastri naturali (inondazioni, eruzioni vulcaniche, terremoti). Si segnala comunque che l’Indonesia è riuscita nel 2008 a raggiungere l’autosufficienza nella produzione di riso per la prima volta in 24 anni. Tabella riassuntiva delle principali variabili macroeconomiche 2004 - giugno 2009 2004 2005 2006 2007 2008 Giugno 2009 PIL (%) 5,0 5,7 5,5 6,3 6,1 4,2 Inflazione (%) 6,4 17,11 6,6 6,59 11,06 3,65 Fonte: BPS, istituto centrale di statistica indonesiano La flessione congiunturale di circa due punti percentuali rispetto ai due anni precedenti (PIL +6,3% nel 2007 e +6,1% nel 2008) riflette realisticamente il peso qui avuto dalla crisi internazionale ma, al contempo, dimostra la relativa migliore capacità di assorbire shock esogeni di portata mondiale rispetto alla maggior parte degli altri Paesi asiatici. Del resto le dimensioni del Paese permettono all’Indonesia, grazie al consumo privato interno di 240 milioni di abitanti, di poter dipendere in maniera minore dagli andamenti internazionali, rispetto al caso di piccoli Paesi dell’area, a vocazione soprattutto commerciale (Singapore, Hong Kong). Il deficit e il debito di bilancio appaiono sostanzialmente sotto controllo e il costante accumulo di riserve in valuta estera, pari a 57,6 miliardi di dollari a giugno 2009, rappresenta un ulteriore cuscinetto a garanzia della solidità del Paese. Si ricorda che l’Indonesia, grazie al trend economico positivo degli ultimi anni e all’accumulo di sufficienti riserve monetarie, è riuscita a restituire anticipatamente le quote dovute al FMI per i pregressi interventi post-crisi della fine degli anni Novanta. Tabella riassuntiva dell’evoluzione delle riserve internazionali, 2004 – giugno 2009 2006 2007 2008 Giugno ‘09 Debito estero su PIL (%) 34,8 31,2 29,0 n.d. Riserve internazionali (miliardi di USD) 42,6 56,9 51,6 57,6 Fonte: BPS, istituto centrale di statistica indonesiano e Bank Indonesia Nel 2008 gli investimenti diretti esteri (IDE) realizzati sono stati pari a $14,9 miliardi, con 1.138 progetti (+43,8%, rispetto ai $10,3 miliardi del 2007). In particolare, il settore trasporti e comunicazioni guida la classifica, con 35 progetti che ammontano a $8,5 miliardi, mentre i 3 Paesi più attivi sono stati Mauritius (43,7%), Singapore (10,0%) e Giappone (9,2%). Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 3 In prospettiva, rimane prioritario per il Governo indonesiano riuscire a mantenere la stabilità macroeconomica, al fine di allontare lo spettro di una crisi bancaria sistemica, come avvenne nel biennio 1997/98. Un’ulteriore conferma della solidità Paese viene dalle positive valutazioni internazionali. A giugno 2009, nell’annuale revisione ex art. IV del FMI, le previsioni di crescita per l’Indonesia sono state riviste al rialzo, passando da 2,5 al 3,5% per il 2009, seppur mantenendosi ancora più conservative degli obiettivi di Governo: 4-4,5% nel 2009 e 5,5% nel 2010. Su questa linea, anche la Banca Asiatica di Sviluppo che, a settembre 2009, ha ritoccato la stima iniziale del 3,6% portandola al 4,3%. Morgan Stanley ha tracciato un parallelo tra Indonesia e India sulla base del simile e robusto andamento della domanda interna, prospettando l’inclusione a pieno diritto di questo Paese tra le economie BRIC (Brasile, Russia, India, Cina). L’agenzia Credit Market Analysis (CMA) di Londra ha tolto l’Indonesia dalla classifica dei dieci emittenti di obbligazioni sovrane più rischiosi. La rivista “The Economist” ha pubblicato a settembre 2009 un inserto speciale sull’Indonesia titolato emblematicamente “A golden chance”, denotando la transizione in soli 10 anni da Paese sull’orlo della catastrofe a democrazia politicamente stabile e solida, con una crescita economica seconda solo a Cina e India. Nonostante il buon andamento economico anche in questa difficile congiuntura, l’Indonesia conserva alcuni squilibri (elevati tassi di disoccupazione e di povertà) e debolezze (corruzione, carenza di infrastrutture) che ne offuscano l’immagine internazionale. Nell’ultimo rapporto “Doing Business 2010” della Banca Mondiale, l’Indonesia si classifica al 122^ posto su 181 Paesi, dietro alla maggioranza degli altri membri ASEAN: Malaysia e Thailandia sono rispettivamente 23^ e 12^, il Vietnam 93^, mentre Singapore mantiene la guida la classifica. E’ comunque segnale incoraggiante la scalata di 7 posizioni rispetto al 129^ posto del precedente rapporto, mentre al contrario Malaysia e Vietnam perdono alcune posizioni. Anche nella classifica “World Competitiveness Yearbook 2009” dell’organismo svizzero International Institute for Management Development, l’Indonesia risale in un anno 9 posizioni, passando dal 51 al 42mo posto, mentre emerge che permane, quale fattore di debolezza, la carenza di infrastrutture. II. Analisi del mercato turistico A. Analisi del turismo outgoing Flussi turistici e principali destinazioni - Nel 2008 sono partiti per l’estero 5.312.894 cittadini indonesiani, rispetto ai 5.158.441 del 2007, con un incremento del 2,99%. In termini di punti di uscita del Paese, il 43,1% del totale ha usato l’aeroporto internazionale di Jakarta. Segue l’aeroporto di Batam con il 19,9%, data la posizione strategica sullo Stretto di Malacca, in prossimità dei Paesi limitrofi Singapore e Malaysia. Solo un 2,2% è partito dall’aeroporto Denpasar di Bali. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 4 I dati sui flussi turistici in uscita (outbound) analizzati nel presente rapporto sono stati forniti dal dall’Istituto di Statistica Nazionale indonesiano (BPS), sulla base di un’indagine a campione per conto del Ministero del Turismo e della Cultura nel corso del 2008. Il campione è rappresentato da 5.000 cittadini indonesiani partiti per l’estero nel corso del 2008. I questionari sono stati raccolti presso 15 aeroporti internazionali di partenza, di cui 2.550 (51%) dal principale aeroporto internazionale di Jakarta, il Soekarno-Hatta. L’indagine rivela che, sul campione di 5.000 intervistati, otto indonesiani su dieci si sposta all’interno dell’area asiatica (82,6%): il 67,83% nei Paesi ASEAN (in particolare Singapore e Malaysia), il 9,61% nei Paese asiatici non ASEAN (Hong Kong, Giappone, Cina, Taiwan, India) e il 5,19% in Oceania (soprattutto Australia). Singapore (33,03%) e Malaysia (27,30%) sono le destinazioni più favorite. Per quanto riguarda l’Europa, essa raccoglie l’8,75% dei flussi outbound. Medio Oriente e America seguono con il 4,17% e il 3,94% e rispettivamente, mentre l’Africa si rivela del tutto marginale quale continente di interesse turistico per l’Indonesia (0,51%). Classifica delle prime dieci destinazione per Paese (in percentuale sul totale) 1. Singapore 2. Malaysia 3. Australia 4. Thailandia 5. USA 6. Olanda 7. Arabia Saudita 8. Hong Kong 9. Giappone 10. Cina 33,03% 27,30% 5,02% 4,87% 3,41% 3,25% 2,40% 2,28% 2,25% 2,13% Posizionamento dell’Italia rispetto ai principali concorrenti -Per quanto riguarda il flusso turistico verso l’Italia, essa si posiziona al qaurto posto fra i Paesi europei con lo 0,88%. I turisti indonesiani hanno privilegiato Olanda (3,25%), Germania (1,05%), Francia (1,01%). Principali destinazioni turistiche in Italia - Non ci sono dati di dettaglio sulle località turistiche visitate in Italia. L’indagine del BPS ha tuttavia esplorato alcune variabili chiave del viaggiatore indonesiano: profilo, motivazioni, spesa media e durata del soggiorno. Il profilo dei viaggiatori indonesiani in Italia è stato: Per l’Italia la categoria più significativa è rappresentata dai manager, seguiti da funzionari pubblici, casalinghe, studenti, pensionati, professionisti, tecnici, imprenditori. Risulta totalmente assente solo la categoria dei militari. Per completezza d’informazione, la seconda categoria più rilevante è quella residuale (“Altro”), rimanendo indeterminata l’appartenenza di una parte cospicua del campione che visita il nostro Paese. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 5 Si segnala che il 65,48% del campione ha un’età giovane, compresa tra i 25 e i 44 anni ed è pressochè equamente distribuito tra uomini e donne (59,31% vs. 40,69%). Le motivazioni dei turisti che hanno scelto l’Italia risultano essere: motivi religiosi/pellegrinaggio, congressuale; affari; svago; studi; visite a parenti. Rileva sottolineare che sono del tutto assenti le categorie di cure mediche ed eventi sportivi e artistici. Si segnala che il turismo per cure mediche pesa notevolmente nei flussi in uscita verso Malaysia e Singapore, mentre il pellegrinaggio assume un peso preponderante per l’Arabia Saudita (Mecca, Medina) e anche – seppur ben a distanza - per Roma (Città del Vaticano). Classifica della principale destinazione in base alla motivazione Svago Singapore Motivi religiosi, pellegrinaggio Arabia Saudita Affari Singapore Visite a parenti Singapore Congressuale Malaysia Cure mediche Singapore Studi Malaysia Eventi sportivi e o artistici Malaysia Altro Singapore Dalla classifica emerge nettamente gli stretti legami tra Indonesia e gli altri Stati dello Stretto di Malacca, Malaysia e Singapore, per la prossimità fisica ma anche per affinità linguistica (ceppo linguistico malese-indonesiano) ed etnica (prevalenti le etnie malese e cinese). La spesa media del turista indonesiano in Italia (escluso il costo del trasporto internazionale) è di 1.426 dollari per soggiorno e di 138 dollari al giorno. Rispetto alla media europea - pari a 1.528 dollari e 106 dollari rispettivamente – si spende in Italia di più per soggiorni più brevi (10 invece di 14 giorni). In Europa, la Gran Bretagna registra la spesa più elevata per soggiorno, pari a 2.851 dollari, mentre la Francia registra la spesa giornaliera più elevata con 143 dollari. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 6 Spesa media per soggiorno (USD) 1426,48 1527,72 800,05 Spesa media giornaliera (USD) 138,15 105,50 104,43 Media Asia (Paesi non ASEAN) 1028,54 88,91 Media Oceania Media Americhe 1771,12 1897,42 92,30 84,28 Media Medio Oriente 1093,82 57,27 Media Africa 1471,76 49,99 Spesa media per soggiorno più elevata (Gran Bretagna) 2851,18 124,64 Spesa giornaliera più elevata (Sud Africa) Totale 2312,33 256,93 1049,72 96,69 Paese Italia Media Europa Media ASEAN In termini di durata del viaggio, in Italia si registra un soggiorno medio di 10,43 giorni, inferiore alla media europea di 14,05 giorni. Paese Italia Media Europa Media ASEAN Media Asia (non ASEAN) Media Oceania Media Americhe Durata media del soggiorno (in giorni) 10,43 14,05 7,50 11,27 18,55 22,46 Media Medio Oriente Media Africa Durata del soggiorno più lunga (Canada) 15,05 28,30 23,70 Totale 10,62 Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 7 Prospettive per il breve e medio periodo - Il 2008 ha segnato una variazione positiva del +2,99% dei viaggi all’estero, come già del resto negli anni precedenti. Si ritiene che la tenuta macro-economica del Paese (in crescita al 4,2% anche in questo primo semestre 2009) dovrebbe garantire, nei prossimi anni, l’incremento dei flussi di turisti in uscita sui livelli storici (+2-4% annuo). B. Analisi della domanda Profilo del turista: I seguenti dati si riferiscono alla totalità del campione (5.000 intervistati), in quanto la percentuale di visitatori dell’Italia (0,88%) non è sufficientemente rappresentativa. • Segmento socio-economico di appartenenza - In generale, il livello di appartenenza è alla classe medio-alta che dispone di redditi non lontani, se non superiori in alcuni casi, agli standard dei Paesi occidentali. Si segnalano i seguenti profili: I lavoratori specializzati/tecnici che sono mandati in Italia dalla ditta di apparteneza per corsi di formazione/aggiornamento, spesso legati ad acquisti di macchinari italiani. Gli imprenditori, spesso di minoranza cinese, attivi in tutti i settori economici di questo Paese e fortemente interessati ad acquisti di prodotti italiani, verso i quali si potrebbero indirizzare specifiche azioni di promozione (ad es. visita ad aziende italiane, partecipazione a fiere, seminari di settore, etc...). Le casalinghe, di appartenenza medio-alta, con buone capacità di spesa. Gli studenti che, attraverso borse di studio italiane e/o indonesiane, trascorrono anche alcuni mesi in Italia. I religiosi che frequentano corsi di teologia presso le scuole del Vaticano, in particolare provenienti dall’isola di Flores, a maggioranza cattolica. • Livello culturale -Laureati, spesso con studi compiuti all’estero o in possesso di diplomi tecnici. Fasce di età - L’analisi sul totale del campione (5.000 turisti indonesiani) rivela che il 65,48% dei viaggiatori indonesiani ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Propensione al viaggio - La fascia di popolazione relativamente giovane sopraindicata risulta particolarmente interessante, in quando presenta una alta propensione alla mobilità: ben il 27,51% del campione si reca all’estero almeno 6 volte nel corso dell’anno. La variabile del sesso non appare più discriminante come in passato: 59,31% vs. 40,69%. Principali motivazioni di vacanza all’estero -La motivazione principale risulta essere lo svago/divertimento (34,54%), seguito da affari (22,44%), visite a familiari (14,92%), congressuale (7,46%), cure mediche (7,12%), studi (6,17%), pellegrinaggio (2,68%), eventi sportivi o artistici (1,11%). • • • • Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 8 • Prodotti turistici preferiti (arte, religione,….) - Non ci sono dati di dettaglio sui prodotti turistici preferiti aldilà delle motivazioni di vacanza (vedi categoria precedente). • Fattori determinanti nella scelta delle destinazioni (prezzi, livello di organizzazione, conoscenza delle lingue, sicurezza, efficienza dei servizi, ecc.) -Non ci sono dati di dettaglio sui fattori determinanti nella scelta delle destinazioni. In alcuni casi è facilmente riconoscibile: la principale attrazione dell’Arabia Saudita risulta essere il pellegrinaggio alla Mecca, mentre Malaysia e Singapore si presentano come i due Paesi di riferimento per tutte le altre motivazioni: svago, affari, cure mediche, visite a parenti, congressuale, studi, eventi sportivi o artistici. • Tipo di alloggio preferito -Il 69,83% ricorre a strutture ricettive a pagamento ma solo il 6,05% dichiara di ricorrere al pacchetto turistico. Ne risulta un ampio margine per le strutture turistiche di inserirsi in questo mercato, soprattutto per la categoria svago (la più importante in assoluto). • Mesi preferiti per i viaggi -Non ci sono dati di dettaglio sui mesi preferiti per il viaggio. In Indonesia assume particolare importanza – per la categoria di svago – il periodo di vacanze collegato al mese lunare del Ramadan che può cadere in maniera variabile tra settembre e ottobre. Si allega – a ogni buon fine – il calendario delle principali vacanze scolastiche indonesiane: Vacanze pasquali: una settimana di vacanze per le scuole private cristiane, tra marzo ed aprile, in occasione della ricorrenza della Pasqua. Vacanze scolastiche: 3-4 settimane a giugno–luglio. Festeggiamento della fine del mese di Ramadan (festa islamica dell’Idul Fitri): due settimane di vacanze per tutte le scuole, variabile tra settembre e ottobre. Vacanze di Natale e Capodanno: 7-15 giorni di vacanza. • • Fonti di informazione preferite (cataloghi, siti web, stampa specializzata, ecc.) -Non ci sono dati di dettaglio sulle fonti di informazione preferite. L’utilizzo della rete per la raccolta di informazioni si sta diffondendo gradualmente, soprattutto tra la fascia di popolazione giovane. Canali utilizzati (Agenzie di viaggio, Tour Operators, Internet, ecc.) -La grande maggioranza degli indonesiani non utilizza un pacchetto turistico (93,95%), ad eccezione della categoria che viaggia per motivi religiosi, all’interno della quale ben il 70% ricorre al pacchetto turistico, comprensibile in quanto l’organizzazione del pellegrinaggio “standard” alla Mecca è monopolio del Ministero indonesiano degli Affari Religiosi. Il canale internet si sta rapidamente diffondendo nel Paese, anche per effettuare prenotazioni e pagamenti. Va segnalato però il fenomento (in espansione) delle frodi online che potrebbe andare a svantaggio di una vasta diffusione del canale internet. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 9 C. Analisi SWOT (Strenghts, Weaknesses, Obstacles, Threats) della destinazione “Italia” Punti di forza Punti di debolezza Riconosciuti qualità e fascino del “Made in Italy Mancanza di voli diretti per l’Italia Assenza di attività promozionali Interesse per città d’arte … Apprezzamento Euro Turismo enogastronomico Flussi verso il Vaticano Diffusa importazione di prodotti italiani III. Opportunità Rischi/Difficoltà Potenziali Paese in stabile e solida crescita Ampio bacino di utenza potenziale Trend positivo dei viaggi all’estero Concorrenza di altri Paesi europei Concorrenza di altri hub turistici Obiettivi Obiettivi perseguiti ai fini dell’incremento dei flussi turistici verso l’Italia con riferimento a: 1. Prodotti turistici tradizionali – mantenimento/consolidamento competitività - Per le principali caratteristiche sopradescritte del turista indonesiano – giovane, ad alta mobilità, di entrambi i sessi, con buona capacità di spesa – andrebbe sviluppata una azione di capillare informazione sulla destinazione Italia, possibilmente in raccordo con l’associazione di categoria delle agenzie di viaggio indonesiane (ASITA) e il network dei principali tour operator/agenzie di viaggio. In particolare, esistono due principali cluster di turisti: la vacanza come svago e il viaggiatore business. Nei riguardi di questi due profili, andrebbero condotte campagne specifiche, programmando pacchetti “su misura”. 2. Prodotti turistici di nicchia - La presenza di una minoranza molto benestante potrebbe lasciare spazio per organizzare pacchetti esclusivi. In passato, questa Ambasciata era stata contattata da un tour operator indonesiano che intendeva creare un pacchetto “sulle tracce di Leonardo da Vinci”, sull’onda del successo del romanzo “Il Codice da Vinci”. Questo è solo uno degli esempi che il mercato indonesiano sta cominciando ad esprimere e che dovrebbe essere valutato con attenzione per le future possibilità di sviluppo e per l’alto margine di redditività di questo segmento di turismo esclusivo. 3. Destagionalizzazione - Il parziale diverso calendario delle ferie indonesiane rispetto a quelle italiane consentirebbe di destagionalizzare parzialmente i flussi turistici outbound verso l’Italia, in particolare con riferimento alle vacanze di fine anno scolastico (giugno ma soprattutto il mese di luglio) e alle vacanze di fine mese del Ramadan (settembre/ottobre). Eventuali campagne promozionali potrebbero risultare maggiormente efficaci qualora svolte con sufficiente anticipo rispetto a tali periodi di ferie collettive. 4. Promozione dell’Italia minore - Non si rileva nessuna attività di promozione da parte italiana, nè a livello centralizzato, nè locale. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 10 5. Promozione delle Regioni dell’Italia del Sud - Come sopra. 6. Attrazione di nuovi bacini di formazione del flusso turistico - Il settore MICE (Meeting Incentives Conventions and Exhibitions), con particolare riferimento agli eventi fieristici ed espositivi, potrebbe essere valorizzato, svolgendo azioni di promozione nei confronti della Camera di Commercio indonesiana (KADIN) e delle associazioni di imprenditori e di categoria di interesse (settore del mobile, agroalimentare, oil & gas ed elettronica). 7. Miglioramento dell’assistenza alle imprese italiane - La crescente presenza di imprese italiane in Indonesia potrebbe generare un maggior numero di interscambi nel breve periodo che andrebbero facilitati e promossi adeguatamente. Bibliografia Pubblicazione “Pendataan Profil Wisatawan Nasional Tahun 2008” (trad. Dati sul Profilo del Turismo Nazionale 2008), a cura del Ministero della Cultura e del Turismo indonesiano. Rapporto Congiunto Ambasciata/Consolato/ENIT 11