L`evoluzione del vivaismo
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L`evoluzione del vivaismo
1/2007 ciali che per un secolo sono stati concorrenti, addivenire a piattaforme comuni e collaborare. Nemmeno la frutticoltura in sé ha un’opinione comune relativamente al fatto se in generale siano auspicabili campagne pubblicitarie. Di conseguenza nessuna promozione avrà successo se l’assortimento dei prodotti non soddisferà le richieste dei consumatori. È NECESSARIA LA STRATEGIA “EINSTEIN” Anche se le strategie orientate all’offerta sono ragionevoli, è comunque necessaria l’attuazione di uno schema più complesso che garantisca la redditività e la durata della melicoltura sul lungo periodo. Questa nuova strategia si basa su una più attenta lettura dei cambiamenti del comportamento dei consumatori. A tale scopo è necessario sfruttare le più complete conoscenze delle scienze commerciali. Si necessita di complessi programmi di ricerca per determinare come i consumatori scelgano gli alimenti, perché acquistino determinate mele per il consumo fresco, che cosa potrebbe convincerli ad acquistarne una maggiore quantità e appartenenti a varietà diverse e di quali caratteristiche richiedono la presenza sulle nuove varietà. Con elevata probabilità le risposte dipenderanno dall’età, dal ceto sociale di appartenenza dei consumatori e dalla loro provenienza nazionale e dunque sarà necessario proporre campagne pubblicitarie differenziate per poter andare incontro alle diverse esigenze. Per sopravvivere, la melicoltura dovrà imparare a “capire” il consumatore come finora non si è osato fare. Dovrà essere consapevole del fatto che il consumatore in misura crescente si pone domande in relazione alla sicurezza, all’aspetto sanitario e alla provenienza degli alimenti. Dovrà confrontarsi con l’influenza dei cambiamenti sociali sul consumo di frutta e con le differenze di comportamento del consumatore che insorgono tra i nuovi mercati di Brasile, Russia, India e Cina e quelli tradizionali. Per evitare sdoppiamenti nella ricerca di mercato è necessario un libero flusso di informazioni riguardo a tutte le nuove conoscenze. La chiave per un futuro coronato dal successo sta, per l’industria della mela, nell’utilizzo della forza intellettuale per la soluzione dei suoi problemi. 50 anni Coltivazione L’evoluzione del vivaismo Reinhold STAINER, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg Le esigenze che si presentano al materiale di propagazione per i nuovi impianti sono sempre più precise ed in numero sempre crescente: si tratta di produrre nel minor tempo possibile astoni sani, puri e di elevato valore qualitativo. N uove tecniche di produzione, nuove disposizioni legislative, l’apertura dei mercati, la diffusione di pericolose patologie, oltre alla protezione varietale internazionale provvedono a che il mondo vivaistico si confronti con nuove sfide. AUMENTANO LE ESIGENZE DI QUALITÀ DISPOSIZIONI LEGISLATIVE ANCHE NEL RESTO D’ITALIA La normativa per la certificazione nazionale dei fruttiferi su base volontaria entra in vigore nel 2007 e sostituisce la legge provinciale sopra richiamata e quelle di altre regioni. In tal modo la qualità delle piante viene elevata a livello nazionale. Sta alla discrezione di ogni singolo frutticoltore garantirsi il materiale controllato e favorire così questa evoluzione. Finalmente si raggiunge anche lo standard internazionale per l’esportazione in altri Paesi e l’apertura dei mercati può L Con l’entrata in vigore (1981) della legge provinciale che regola la produzione vivaistica è stato dato inizio alla certificazione obbligatoria dei fruttiferi, la prima sul territorio nazionale. Il miglioramento del livello qualitativo sia interno che esterno è stato notevole. Per questo la produzione vivaistica ha vissuto un forte incremento nell’arco di breve tempo (grafico 1) e supera oggi il fabbisogno di quasi il 100%, a livello provinciale. NUOVE 13 50 anni La certificazione dei prodotti vivaistici altoatesini, validi sin dal 1981, deve ora essere sostituita dalla certificazione statale. L essere sfruttata in Italia anche per il settore vivaistico. NUOVE TECNICHE ALL’ORIZZONTE Nuove tecnologie vengono adottate nella fase produttiva alla ricerca di un compromesso razionale tra impegno temporale e tecnico per l’ottenimento di un elevato livello qualitativo delle piante. Il fatto che si possano ottenere rese iniziali elevate nel frutteto solo con materiale vivaistico ben ramificato (oltre 7 rami anticipati ad altezza adeguata), ha provocato la concentrazione della domanda verso questo tipo di pianta. La scelta delle diverse metodologie di produzione sarà determinata da un lato dalla disponibilità del materiale di partenza (qualità dei portinnesti, legno invernale o estivo delle marze) e dall’altro dal tipo di azienda (disponibilità di terreno, coltivazione in container, moltiplicazione in vitro, microinnesti). Un ruolo estremamente importante gioca anche la decisione temporale relativa alla scelta della varietà per la fornitura delle marze, poiché quanto prima questa deve avvenire tanto maggiore è il rischio di non azzeccare la domanda di una varietà. Dunque è possibile delineare come segue le più moderne tecniche di moltiplicazione del melo. L’ASTONE 9 MESI In questo caso, portinnesti relativamente vigorosi (cernita > 8 mm) vengono innestati a “banco” ed allevanti in favorevoli condizioni di sviluppo (climatiche ed edafiche ottimali), “banco” e nell’arco di un periodo vegetativo, fino alla pianta commercializzabile. Il vantaggio che presenta questa tecnica consiste nell’elevato grado di flessibilità all’adattamento alla domanda della varietà. LA COLTIVAZIONE IN CONTENITORI (POT-TREE®) Similmente a quanto avviene per l’astone di 9 mesi, anche in questo caso si ottengono astoni da innesti a “banco”, allevati non in pieno campo, bensì sotto serra in contenitori su substrato artificiale. Il prolungato periodo vegetativo trascorso in condizioni controllate di accrescimento favorisce la formazione di un maggiore volume della chioma che non influenzando negativamente la maturazione del legno. Dal punto di vista economico, questa tecnica non conviene, ma può portare vantaggi sul mercato quando si tratti di offrire nuove varietà con rapidità ed in esclusiva. Proposta di etichetta per la certificazione statale. 14 DI L’INNESTO A GEMMA DORMIENTE Questa antica tecnica vivaistica fornisce la maggior parte dell’intera produzione di astoni di melo. I portinnesti messi a dimora (calibro 7/9 mm) vengono innestati a gemma (Tbudding) o a scudetto (chip-budding) in luglio/agosto su legno dell’anno. La qualità delle piante che si ottengono (cioè il numero di rami anticipati e la maturazione del legno) può variare di anno in anno e dipende moltissimo dalle condizioni stagionali di accrescimento. LA PIANTA “KNIP” Grazie a questa tecnica si ottiene il maggior volume possibile della chioma e le più elevate rese iniziali dell’impianto. Diverse sono le operazioni da intraprendere: • Coltivazione con “gemma dormiente“. Portinnesti deboli, di misura inferiore alla media e scarsamente radicati (cernita 5-6 mm) vengono piantati in tagliola ad elevata densità (10 - 15 portinnesti/m2) così da poterli innestare in luglio/agosto. Nel corso della primavera successiva il portinnesto con gemma attecchita viene estirpato e infine messo a dimora in vivaio. Dalla gemma dormiente si sviluppa un debole astone di un anno che nella primavera successiva verrà ribattuto ad 1/2007 una lunghezza di 70 cm. Solo la gemma situata nella posizione più alta crescerà, mentre i germogli in posizione inferiore verranno eliminati. Da essa avrà origine una chioma fortemente ramificata. Lo svantaggio è rappresentato dal ciclo produttivo che ha una durata triennale. Scelta varietale molto anticipata. • Coltivazione con innesto a “banco”. Si utilizzano esclusivamente portinnesti vigorosi e ben radicati (cernita > 8 mm). Anche da essi si sviluppa una pianta di un anno piuttosto debole, che in seguito viene trattata come per la gemma dormiente. Il risultato finale è paragonabile, sebbene il vantaggio consista nella più breve durata del ciclo produttivo (un anno in meno). • Coltivazione con “gemma vegetante”. Il legno invernale dell’anno precedente, conservato in frigo, viene innestato nella tarda primavera, in vivaio, mediante chip-budding su portinnesti messi a dimora 2 mesi prima. La gemma vegetante produrrà nuovamente un astone debole di un anno, che nel corso della primavera seguente verrà raccorciata a 70 cm. Da essa si svilupperà la pianta “knip” come nei due modelli precedenti. IL BIBAUM® (PIANTA A DOPPIO ASSE) MOLTIPLICAZIONE ATTRAVERSO L’AUTORADICAZIONE La pianta cresciuta sul proprio apparato radicale senza innesto è risultata, fino ad oggi, una modalità fallimentare per lo scarso potere radicante delle varietà. Inoltre la vigoria si differenzia notevolmente tra le varietà e può raggiungere un livello simile al franco (forte vigoria con tardiva entrata in produzione). Le esperienze con piante autoradicate ottenute da moltiplicazione in vitro hanno avuto esito negativo nel melo. Unicamente nelle drupacee e nel pero si ottennero risultati positivi. IL MICROINNESTO A VERDE Questa tecnica viene già oggi impiegata con successo per le drupacee. Un’azienda specializzata fornisce al vivaio un prodotto semilavorato: un portinnesto allo stato erbaceo con un microinnesto. I vantaggi sono rappresentati da un utilizzo ottimale del materiale di partenza (marze), da un prolungato periodo destinato all’innesto in condizioni di laboratorio, dall’acquisto di varietà come presso un negozio self-service. Solo le esperienze su pesco hanno fornito finora risultati talmente positivi da consentire l’applicazione della tecnica nella pratica. Il fatto che essa si possa impiegare anche per il melo dipende innanzi tutto dalla possibilità di soddisfare le elevate richieste qualitative mosse al prodotto finito. MOLTIPLICAZIONE DEI PORTINNESTI IN VITRO L’impiego degli apici vegetativi (0,5 – 1 cm) offre risultati sorprendenti, nel campo della moltiplicazione dei portinnesti delle drupacee, e la tecnica è già stata introdotta nella pratica. Per quanto riguarda le pomacee, il difficile processo di radicazione del portinnesto M9 ha causato serie difficoltà nella messa a punto dei protocolli tecnici. Un suo utilizzo pratico gioca un ruolo di minore importanza, per il melo: troppe sono le incertezze relative alla comparsa di induzione di giovanilità, favorendo la ritardata entrata in produzione, il manifestarsi di abozzi radicali, alla comparsa di polloni radicali. NUOVI PORTINNESTI ALL’ORIZZONTE L’obiettivo di numerosi programmi di miglioramento genetico, seguiti sia da privati che dall’ente pubblico, è rappresentato dalla ricerca di un sostituto di M9. Si tratta di trovare un portinnesto robusto e che ben si addice a diverse condizioni di coltivazione e a differenti varietà. Il cambiamento climatico globale si manifesta in un incremento del calibro dei frutti, aumenta la quota di indesiderate dimensioni eccessive. In futuro la richiesta si focalizzerà verso portinnesti in grado di garantire la produzione di mele con calibro medio nelle medesime condizioni. Anche l’arresto vegetativo dopo un autunno con temperature elevate L Si tratta di una pianta dotata di due apici vegetativi dominanti della stessa dimensione che si avvicina molto all’obiettivo di ottenere una pianta ”equilibrata”. La dominanza apicale viene suddivisa tra le due assi ed in tal modo è possibile, per varietà molto vigorose, raggiungere un equilibrio fisiologico ed una migliore regolazione della produttività. La pianta di 1 anno ottenuta per innesto a ”banco”, nel corso del secondo anno e a differenza delle piante knip, viene ribattuta ad un’altezza di 20 cm sopra il punto d’innesto e si procede all’allevamento di due getti simili nella vigoria. Inoltre vengono applicate le tecniche che favoriscono la formazione di rami anticipati. I primi risultati sperimentali confermano i vantaggi di questa tecnica in genere più impegnativa. I mutanti geneticamente instabili richiedono, ner marzai, un elevato impegno nelle prove di identità pomologica delle piante madri. 15 50 anni Tabella 1: le differenti modalità produttive di materiale vivaistico richiedono un diverso impegno temporale e tecnico, che si riflette anche nella qualità del prodotto. Metodologia Pianta di 9 mesi Pot-Tree® (contenitore) Okulant (rami di 1 anno) Pianta knip (dormiente) Pianta knip (innesto a T) Pianta knip (vegetante) Bi-Baum® (innesto a T) Moltiplicazione in purezza radicale (semenzaio a caldo) Microinnesto sul verde (prodotto semilavorato) Permanenza in Scelta della vivaio (mesi) varietà prima Qualità della dell’acquisto pianta (mesi) 9 9 +10 10 + 21 17 +++ 10+21 28 ++++ 21 21 ++++ 21 21 ++++ 21 21 (++++)* 9 11 ? 3+9 21 ? *i risultati si riferiscono alle esperienze di 4 anni (+ - sufficiente, + soddisfacente, +++ molto buona, ++++ eccellente) L porta con sé, su M9, problemi sempre più frequenti, quali maturazione insufficiente del legno con conseguenti danni da gelo. Anche in questo caso nuovi portinnesti, che maturino il legno precocemente rispetto a M9, potrebbero contribuire a risolvere il problema. Il compito del miglioramento genetico nel campo dei portinnesti del melo è anche la ricerca di novità che rispettano questi quesiti. BIOTECNOLOGIA Miglioramento genetico: in questo ambito si aprono nuovi orizzonti soprattutto per la fase di selezione (vedi articolo a pag. 26). DIFFUSIONE DI PERICOLOSE PATOLOGIE L’apertura dei mercati e la libera circolazione delle merci favoriscono la rapida diffusione di pericolose patologie. La produzione vivaistica viene trasferita più e più in Paesi dell’est e del sud del mondo, nei quali il costo della manodopera è contenuto. Un numero sempre maggiore di piante viene spedito ogni anno in tutti i continenti e con esse anche i loro parassiti e le patologie. Già da lungo tempo le vie di ingresso non vengono controllate in maniera tale da impedire que16 sto fenomeno. Sarà necessario attivare una stretta collaborazione, a livello europeo, tra ricercatori, legislatori, importatori, vivaisti, organi deputati al controllo e frutticoltori per ovviare con successo a questo aspetto negativo della globalizzazione. PROTEZIONE VARIETALE INTERNAZIONALE Nel vivaismo l’applicazione del brevetto varietale internazionale ha portato un vero e proprio sconvolgimento. Praticamente tutte le nuove varietà sono oggigiorno coperte da un brevetto che ne impedisce una moltiplicazione incontrollata. Alcuni gruppi di vivaisti assumono, a livello internazionale, l’onere di mantenere progetti di miglioramento genetico a spese proprie o attraverso la sponsorizzazione di istituti pubblici. Essi coordinano a livello mondiale le prove varietali e sono così in grado di influire sulle scelte varietali e di determinarle. In tal modo stimolano anche il coordinato ingresso nel mercato di una varietà. In fase di permanente sovrapproduzione una simile via può essere razionale da percorrere se non persegue esclusivamente gli interessi e la massimizzazione dei guadagni dei gestori. Sistemi chiusi di commer- cializzazione di nuove varietà, sotto forma di “club”, “franchising” o marchi, abbandonano il frutticoltore come l’ultimo ed il più debole membro della catena, tanto più se il suo legame, per il tramite di un meleto, sarà di lunga durata e se la conversione a nuove varietà potrà avvenire solo a prezzo di consistenti perdite. In futuro le piante non cresceranno in cielo, dato che il mercato si lascia sì manovrare e intasare da alcuni, pochi club varietali, ma se solo uno di essi è di troppo, tutti perdono l’occasione per differenziarsi. QUADRO COMPLESSIVO La qualità del materiale di propagazione ha raggiunto oggi, relativamente all’entrata in produzione del frutteto, un livello talmente elevato che difficilmente potrà essere superato. Nell’ambito della manipolazione genetica su melo la ricerca procede a grandi passi a livello internazionale, sebbene i risultati non siano oggi ancora valutabili nella pratica. Barriere etiche troppo forti si interpongono ancora in molti Paesi. Anche l’indesiderata modifica dell’intero fondamento genetico in fase di trasferimento di un gene nel melo (che potrebbe condurre a drastiche ed indesiderate modifiche nelle caratteristiche di una varietà) rappresenta un ostacolo più grave di quanto atteso. La grande sfida consiste nella preparazione di materiale per la propagazione sano e puro. Ciò soprattutto in riferimento alle infezioni di pericolosi patogeni e alla loro diffusione attraverso l’apertura delle frontiere e l’impiego di mutanti geneticamente instabili. Le nuove tecniche della biologia molecolare potranno aprire nuovi orizzonti soprattutto nella diagnosi e nel miglioramento, per reagire più rapidamente e con maggior certezza ai nuovi sviluppi delle varietà. In tal modo il vivaismo da culla della frutticoltura verrà elevato a settore altamente tecnologico che richiede che l’imprenditore possieda precise conoscenze specialistiche.