Una guida per le videoproiezioni con Beamer

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Una guida per le videoproiezioni con Beamer
Una guida per le videoproiezioni con Beamer
Diego Frasson
21 ottobre 2005
Sommario
Beamer è sicuramente uno dei pacchetti più nuovi per la presentazione tramite
videoproiezione, adattissimo a tutte le situazioni non solo didattiche ma anche business e ovunque dove si deve fare un incontro avvalendosi di diapositive esplicative.
Risolve inoltre eliminandoli i problemi di temporizzazione e di menù che obbligavano a destreggiarsi con postprocessori in java ed estensioni da inserire sul pacchetto
base. Inoltre ha una struttura molto simile a quella della classe book e quindi molto
facile e comprensibile.
Questa vuole essere una breve guida per creare una presentazione che possa sostituire egregiamente applicazioni molto più blasonate (e costose) con un formato PDF
che è di fatto universalmente letto da tutte le piattaforme informatiche disponendo
del corretto visore Adobe Reader specifico per quel sistema opeativo.
Indice
1 Introduzione
2
2 Preambolo
2
2.1
Il Tema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
2.2
Il logo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
2.3
Titolo, Autore, ecc. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
3 Il Corpo del Documento: Il Sommario
4
3.1
Prima pagina e durata transizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5
3.2
Struttura, Pagine, Transizioni e Indice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5
4 Il Corpo del Documento: l’Esposizione dei contenuti
6
4.1
Le pause . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9
4.2
Il testo sorgente o verbatim . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9
4.3
I Box Colorati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9
5 Conclusione
11
1
1
Introduzione
Il pacchetto Beamer, giunto alla versione 3 nel momento in cui scrivo, si è presentato
come un ottimo strumento per effettuare presentazioni video con effetti importanti come
transizioni e box. Tutto questo generando un file PDF portabile su qualunque piattaforma
conosciuta per la quale è disponibile un visore Adobe Reader
Precedentemente si usavano (e anche Kopka li cita nell’ultima edizione del suo libro1 )
pacchetti anch’essi derivati dal pacchetto Hyperref, ma con una strutturazione sicuramente meno potente. Due in particolare sono Pdfscreen e Prosper. Uno dei problemi per
esempio con Pdfscreen era quello di dover usare un post-processore in java (PPower4) che
permettesse di effettuare le transizioni (il famoso effetto: una riga alla volta, eccetera).
Per Prosper per inserire un menù cliccabile si doveva integrare Prosper-HA al pacchetto
base. Questo soprattutto per chi non è uno “smanettone” (o geeks in inglese) può creare
molti problemi. Beamer è una classe, che si usa come book o article, con le sue opzioni. Questa vuole essere una spiegazione non troppo lunga di come ottenere delle buone
presentazioni, senza perdersi in tutte le possibili opzioni (esiste un manuale di oltre 200
pagine in inglese). Per compilarlo si usa pdflatex solamente e si ottiene un file PDF già
pronto per l’uso
2
Preambolo
Innanzitutto si inizia con la dichiarazione del preambolo e vediamo, commentando il codice, un esempio creato certo per l’occasione, ma che trae le origini dalle lezioni che ho
fatto su LATEX:
\documentclass[10pt]{beamer}
\usetheme{Copenhagen}
\usepackage[italian]{babel}
\usepackage[applemac]{inputenc}
\setbeamercovered{transparent}
\pgfdeclareimage[height=4cm]{logo}{UniversiBO_45}
\logo{\pgfuseimage{logo}}
\title{Per la vostra tesi una sola word \LaTeX}
\titlegraphic{\pgfuseimage{logo}}
1
Guide to LATEX, Fourth Edition,Helmut Kopka and Patrick W.Daly, Addison Wesley Edition (Pearson
Education) 2004
2
\author{Diego Frasson}
\subtitle{Ovvero: \textbf{What You See Is What You Mean}}
\institute{by UniversiBO \\ \url{https://www.universibo.unibo.it}}
\date{31 Maggio 2005}
Come si vede si inizia sempre con \documentclass[10pt]{beamer} dove si esplicita di
usare la classe beamer e si da l’opzione della grandezza dei caratteri (10, 11, 12 punti)
Poi il comando \setbeamercovered{transparent} serve se avete voglia di svelare un
po’ il “mistero”, cioè serve a usare una leggera trasparenza per i punti che la diapositiva
mostrerà successivamente.
2.1
Il Tema
A questo punto passiamo alla prossima istruzione \usetheme{Copenhagen} questo è una
delle parti da un lato più importanti e dall’altro più delicate.
Il tema è lo stile base a cui si fa riferimento per la presentazione grafica delle diapositive. Di
questi temi ce ne sono già di predisposti e controllando la directory di Beamer se ne possono
trovare 35 (la directory di solito è: /usr/local/teTeX/share/texmf.tetex/tex/latex/beamer).
Naturalmente si può comporre il tema come si vuole in base ad una combinazione di stili
predefiniti e farne uno proprio. Questo però esula dagli scopi di questa introduzione che
fornisce degli elementi base per creare una presentazione con Beamer.
2.2
Il logo
\pgfdeclareimage[height=4cm]{logo}{UniversiBO_45}
\logo{\pgfuseimage{logo}}
Naturalmente si può inserire un logo e le due precedenti istruzioni permettono di farlo, come il solito devono essere in formato jpg, ps, eps, pdf cioè quelli riconosciuti dal
compilatore pdflatex.
2.3
Titolo, Autore, ecc.
Titolo, Autore e Data seguono le solite regole delle classi book e article.
Se vi piace inoltre mettere un’immagine nel titolo usate \titlegraphic{\pgfuseimage{logo}}
che avrete definita come il logo di sopra.
Poi viene aggiunto \subtitle{Ovvero: \textbf{What You See Is What You Mean}},
questo permette di creare nel riquadro principale del titolo un sottotitolo.
Poi il comando \institute{by UniversiBO \\ \url{https://www.universibo.unibo.it}
è una delle varie aggiunte e modifiche che sono state introdotte con Beamer, institute serve
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per inserire l’organizzazione, il dipartimento, l’azienda o l’istituto tra l’autore e la data,
anche questo fuori del riquadro colorato del titolo e sottotitolo.
3
Il Corpo del Documento: Il Sommario
\begin{document}
\transduration{1}
\frame{
\transsplitverticalin
\titlepage }
\section*{Sommario}
\subsection{1a Parte: Titolo}
\frame{
\transsplitverticalin
\frametitle{Titolo Prima Parte}
\tableofcontents[pausesections,part=1]
}
\subsection{2a Parte: Titolo evidenziabile}
\frame{
\transsplitverticalin
\frametitle{Titolo Seconda Parte}
\tableofcontents[pausesections,part=2]
}
\subsection{3a Parte: Titolo Cliccabile}
\frame{
\transsplitverticalin
\frametitle{Titolo Terza Parte}
\tableofcontents[pausesections,part=3]
\note{At most 1 minute for the outline.}
}
4
3.1
Prima pagina e durata transizioni
All’inizio la prima istruzione \transduration{1} serve per dare la durata in secondi delle
transizioni di pagina.
Dopodiché la seconda racchiusa tra le parentesi dell’istruzione \frame c’è l’istruzione
\titlepage, questa istruzione è l’istruzione che crea la prima pagina cioè quella del titolo
con tutte le informazioni precedentemente fornite con i comandi del preambolo
3.2
Struttura, Pagine, Transizioni e Indice
A questo punto è bene dare un’occhiata più profonda al modo di strutturare il documento.
La classe Beamer somiglia molto alla classe Book, solo che invece dei capitoli (chapter)
abbiamo le parti (part) poi abbiamo le sezioni e le sottosezioni (section e subsection).
Queste sono fondamentali per il comportamento del sommario che tra poco descriveremo. Di fatto come nella classe book sezioni e sottosezioni sono quelle che permettono di
suddividere il documento e creare l’indice. Anche qui la funzione è identica, solo che solo
le sezioni vengono numerate in automatico mentre le sottosezioni no. Inoltre sezioni e
sottosezioni supportano la sintassi con le parentesi quadre[] e graffe contemporanemente.
Anche qui vale la stessa indicazione di ogni volta che si compilano i documenti quando
l’indice è posto all’inizio del documento, cioè quello di compilare due volte la seconda
serve per inserire l’indice creato dalla prima compilazione.
A questo punto vediamo come creare una pagina si usa l’istruzione \frame comprendendo tra parentesi graffe il contenuto della diapositiva. Per la transizione si possono
usare 11 tipi diversi di transizione il comando \transsplitverticalin è uno di questi.
L’elenco completo è il seguente:
\transblindshorizontal
\transblindsvertical
\transboxin
\transboxout
\transdissolve
\transglitter
\transsplitverticalin
\transsplitverticalout
\transsplithorizontalin
\transsplithorizontalout
\transwipe
Si reinvia naturalmente alla documentazione di Beamer per la spiegazione e le opzioni.
Il titolo della diapositiva si crea usando il comando \frametitle
A questo punto veniamo al fulcro del sommario come fa Beamer a capire le varie parti?
Ci pensa l’istruzione successiva \tableofcontents[pausesections,part=1], è questa
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che permette creare l’indice e di numerare le parti e fare (secondo l’opzione specificata
pausesection) una pausa tra le varie sezioni. Spieghiamoci meglio nella presentazione
di esempio che ho usato l’indice viene messo sopra della presentazione ma non essendo
quello di un libro ma quello di una presentazione dove l’indice è in realtà uno strumento di
navigazione che deve essere agile ma non occupare troppo spazio, viene usato il parametro
pausesection per mettere in ogni parte a destra il sottomenù relativo senza ingombrare
con tutto l’albero.
Tutto l’indice quindi viene creato partendo dai titoli delle sezioni creati con il comando
\section[ ... ]{ ... } e con il comando \frametitle per i titoli generali delle varie
parti. A questo punto con la compilazione viene creato tutto il file indice e poi con
la seconda compilazione (Attenzione: come detto prima ne servono sempre 2) vengono
posizionati correttamente i titoli dell’indice nei vari punti in cui devono essere visualizzati.
4
Il Corpo del Documento: l’Esposizione dei contenuti
\part{Inizio Prima Parte}
\frame{
\transsplitverticalin
\partpage }
\section[1a Sezione 1a Parte]{Titolo Prima sezione Prima parte}
\subsection{Sottosezione I}
\frame{
\transsplitverticalin
\frametitle{Prima slide}
Testo della prima slide
}
\subsection[Sottosezione II]{Sottosezione II}
\frame{
\transsplitverticalin
\frametitle{Perché \LaTeXe}
\begin{itemize}
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\item È free-software \pause
\item È open-source \pause
\item Riesce a gestire lavori complessi in modo semplice \pause
\item Non fa \esplodere" la formattazione con le formule matematiche \pause
\item È uno standard in ambiente scientifico (e non solo!) \pause
\item È espandibile ed i lavori si possono dividere facilmente a pezzi
\end{itemize} }
\part{Seconda Parte}
\frame{
\transsplitverticalin
\partpage }
\section[1a Sezione 2a Parte]{Titolo della Prima sezione Seconda parte}
\subsection[2a Parte 1a Sezione 1a Sottosezione]{Titolo della Prima Sottosezione Prima
\begin{frame}[fragile]
\transsplitverticalin
\frametitle{Esempio ambiente Verbatim: Punti e numerazioni in \LaTeX}
Per fare liste con vari punti si usano gli ambienti itemize, enumerate e description
\begin{verbatim}
\begin{itemize}
\item Punto uno
\end{itemize}
\begin{enumerate}
\item Voce uno
\end{enumerate}
\begin{description}
\item Prima descrizione
\end{description}
\end{verbatim}
Che produce:
\begin{itemize}
\item Punto uno
\end{itemize}
\begin{enumerate}
\item Voce uno
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\end{enumerate}
\begin{description}
\item[Prima] descrizione
\end{description}
\end{frame}
\part{Terza Parte}
\frame{
\transsplitverticalin
\partpage }
\section[3a Parte 1a Sezione]{Titolo della Terza parte Prima sezione}
\subsection[3a Parte 1a Sezione 1a Sottosezione]{Titolo della Terza Parte Prima Sezion
\frame<beamer>{
\transsplitverticalin
\tableofcontents[current] }
\frame[containsverbatim]{
\transsplitverticalin
\frametitle{Esempio Verbatim \texttt{verb}: I font fondamentali}
\verb+{\rmfamily Famiglia Roman}+ {\rmfamily Famiglia Roman}
\\
\verb+{\sffamily Famiglia Sans Serif}+ {\sffamily Famiglia Sans Serif} \\
\verb+{\ttfamily Famiglia Typewriter}+ {\ttfamily Famiglia Typewriter}\\[5mm]
Modificazioni:\\
\verb+{\upshape shape}+ {\upshape Upright shape} \\
\verb+{\itshape shape}+ {\itshape Italic shape}
\\
\verb+{\slshape shape}+ {\slshape Slanted shape} \\
\verb+{\scshape capitals}+ {\scshape Small capitals}\\
\verb+{\mdseries normale}+ {\rmfamily normale}
\\
\verb+{\bfseries grassetto}+ {\sffamily grassetto}
}
\frame<beamer>{
\transsplitverticalin
\tableofcontents[current] }
Una volta spiegato come si crea il sommario il documento, procediamo a crearlo esatta8
mente come faremmo per un articolo con le varie sezioni e sotto sezioni. Naturalmente
tutte le diapositive devono essere inserite, come detto prima, nel corpo dell’istruzione
\frame.
Se abbiamo bisogno di richiamare a quale punto del menù siamo arrivati basta inserire
l’istruzione \tableofcontents[current], mentre se vogliamo far vedere la pagina della
parte corrente useremo il comando \partpage. Per il resto si usa LATEX normalmente,
tranne per alcuni aspetti, vediamoli.
4.1
Le pause
Nelle presentazioni tante volte si vuole fare una spiegazione a passi, per “spezzare” la
presentazione si usa il comando \pause che premette di interrompere il flusso della visione
e riprenderlo ad un click del mouse o di un tasto della tastiera.
4.2
Il testo sorgente o verbatim
Se voglio inserire del testo sorgente (come capita a me che devo fare le presentazione
del linguaggio appunto) non posso usare impunemente il comando \verb o l’ambiente \begin{verbatim} ... \end{verbatim}, bisogna dire a Beamer che vogliamo usare
questa caratteristica. Come fare?
Per inserire il comando \verb dobbiamo mettere l’opzione containsverbatim nell’istruzione frame cioè dichiarare \frame[containsverbatim].
Se invece vogliamo usare l’ambiente \begin{verbatim} ... \end{verbatim} bisogna
invece non usare il comando frame ma l’ambiente frame e dichiararlo fragile cioè:
\begin{frame}[fragile]
\transsplitverticalin
\frametitle{Punti e numerazioni}
Per fare liste con vari punti si usano gli ambienti itemize, enumerate e description
\begin{verbatim}
\begin{itemize}
\item Punto uno
\end{itemize}
...
...
\end{frame}
\end{verbatim}
4.3
I Box Colorati
\frame{
9
\transsplitverticalin
\frametitle{Box Colorati}
\begin{block}{Titolo del block (Box Blu)}
Testo del block
\end{block}
\pause
\begin{alertblock}{Box Rosso}
Testo del box rosso
\end{alertblock}
\pause
\begin{exampleblock}{Box Verde}
Testo del box verde
\end{exampleblock}
\pause
\setbeamercolor{postit}{fg=black,bg=yellow}
\setbeamercolor{postut}{fg=blue,bg=green}
\begin{beamerboxesrounded}[upper=postit ,lower=postut ,shadow=true]{Box giallo}
Testo del box colorato in verde con testo blu e titolo nero su sfondo giallo
\end{beamerboxesrounded}
}
\end{document}
Una delle cose più usate per sottolineare i concetti delle presentazioni è la grafica di
contorno. I box colorati sono un grande esempio. Gli autori di Beamer hanno ridefinito
il comportamento dell’ambiente theoreme piegandolo alla grafica dei box. Sono tutti
ambienti e cominciano come si vede sempre con il begin ed end.
• Il primo, il box blu, viene creato dall’ambiente block
• Il secondo, il box rosso, viene creato dall’ambiente alertblock
• Il terzo, viene creato dall’ambiente exampleblock
Ma se volessi farmi un box con i miei colori? Non è stato semplicissimo capirmi nella
documentazione in quanto essa, come tutte le documentazioni è creata a blocchi.
La prima cosa che si deve fare è definire i colori con l’istruzione
\setbeamercolor{postit}{fg=black,bg=yellow} dove postit è il nome che assegno
alla combinazione di colori che intendo poi usare nelle istruzioni successive. I colori, sono
10
quelli soliti 8 di base in inglese (black, white, red, green, blue, cyan, magenta, yellow) ma
funziona anche il sistema rgb o quello cymk .
Dopodiché si inserisce l’ambiente beamerboxesrounded usando le opzioni upper per il
titolo del box, lower per il corpo del box che vanno entrambe uguagliate ai set di colori
definiti precedentemente ed eventualmente mettendo shadow true o false se si vuole l’ombreggiatura o meno. Segue quindi come il solito tra parentesi graffe il titolo del box e
quindi il corpo del box.
5
Conclusione
L’esposizione che ho fatto fin qui della classe Beamer è un ottimo punto di partenza e
sicuramente potrò soddisfare quanti per motivi di lavoro, studio o insegnamento devono
usare la videoproiezione come strumento di comunicazione.
Beamer tuttavia può fare anche di più come quello di produrre lucidi per lavagna
luminosa o stampare direttamente le dispense della proiezione. Si cercano volenterosi per
completare la documentazione.
Spero comunque che il lavoro fatto sia stato utile ed un ringraziamento a tutti quelli
che si occupano di LATEX, ad UniversiBO in primis che mi ha permesso di tediare le persone
con 2 corsi di LaTeX, al GuIT e a tutti quelli che mi hanno chiesto questa guida. Non mi
resta che augurarvi buon divertimento.
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