La ferrovia Volos-Milies
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La ferrovia Volos-Milies
La ferrovia Volos-Milies P ensando alla Grecia, il pensiero spazia dalla mitologia agli immensi patrimoni culturali del passato, dalle città antiche alle bellezze del territorio, senza tralasciare le bellissime isole dei mare Egeo. La Tessaglia, una regione della Grecia centrosettentrionale, è il territorio meno conosciuto dal turismo tradizionale, ma la storia e le tradizioni, così come le risorse naturali, non sono meno ricche di quelle del resto della Grecia. Questo territorio, che si distende lungo le coste del mar Egeo, un tempo era occupato dal mare, che della montagna. Volos, la città dove ha origine la ferrovia, è un importante polo industriale e commerciale della Tessaglia, situato a metà strada tra Atene e Salonicco. I 28 chilometri di questa piccola ferrovia a scartamento di 600 mm sono legati ad una storia intricata e difficile, il cui inizio risale al 1890, quando l’ing. Evaristo De Chirico, padre del noto pittore surrealista Giorgio De Chirico, fu incaricato della sua progettazione e costruzione. La ferrovia doveva collegare il porto industriale di Volos con l’entroterra fertile e contadino, ovviando così ritirandosi ha dato esito ad un paesaggio insolito: stiamo parlando delle Meteore, che costituiscono senza dubbio una delle attrattive più interessanti di questa regione. Inoltre, si devono aggiungere i magnifici paesaggi della valle dei templi coronate da montagne famose, come quella dei monte Olimpo. La penisola del Pilion, che secondo il mito era la terra dei centauri, è costituita da monti che raggiungono vette di una certa altezza, ricoperte da una natura florida e rigogliosa e in alcuni punti selvaggia, la cui uniformità è rotta da piccoli villaggi rurali e da chiesette bizantine dislocate sui fianchi all’incerta situazione stradale sulle pendici del monte Pilion. I lavori per la realizzazione della linea ebbero inizio nel 1892 e la prima tratta pianeggiante da Volos, ad Ano Lechonia (12 chilometri), fu inaugurata nel 1895, mentre il secondo tratto, di tracciato difficile con notevoli difficoltà costruttive, si rese di pubblica utilità nel 1903. Si può affermare che questa piccola ferrovia sia stata costruita a tempo di record, grazie anche alle maestranze italiane: si pensi alle difficoltà orografiche dei territori attraversati, alla scarsità di vie di comunicazione per il trasporto di tutto 15 Treno con vetture tipo «giardiniera» alla periferia di Volos (fotografia di Fabio Cerato - collezione dell’autore) il materiale occorrente alla costruzione di impegnativi ponti e viadotti e ai rudimentali sistemi di scavo che si dovettero usare per movimentare terra e roccia, riconoscendo anche l’elevato grado di organizzazione del lavoro e dei servizi logistici che permisero un’accurata e veloce esecuzione dei lavori. La piccola e singolare ferrovia iniziò con le sue sbuffanti locomotive a collegare i ridenti paesi della costa con quelli montani del Pilion; ma la vita di questa ferrovia fu seriamente ostacolata, prima dalla seconda guerra mondiale, poi dal miglioramento dei collegamenti stradali e alla perdita di importanza che la ferrovia venne a subire, non essendo mai stata ammodernata,. Infine il regime dei colonnelli, che ne impose la chiusura definitiva. Oggi, grazie all’interessamento di associazioni amatoriali greche e straniere, la ferrovia rinasce a nuova vita e presto sarà aperta interamente all’esercizio turistico. Il ripristino Il recupero di una linea ferroviaria dismessa deve essere affrontato innanzi tutto in termini economici, ancora prima che tecnici, tanto più se si tratta di un ripristino a fini turistici anziché commerciali. 16 Il tracciato ferroviario, da decenni non più percorso da treni in un territorio ricco di testimonianze storiche come quello della penisola del Pilion, costituisce per tutta la collettività un inestimabile patrimonio che merita di essere valorizzato. Ben presto si fece strada il progetto di ripristino a scopo turistico della piccola ferrovia ormai dimenticata da tutti: un progetto sensato per non dimenticare un tassello del nostro passato e salvare da certo abbandono un pezzo della nostra storia, restituendolo così una nuova vita. Il progetto di recupero della ferrovia del Pilion, è una delle prime iniziative di una certa importanza realizzate in questo territorio, nate per riqualificare a livello turistico e culturale una regione poco frequentata, offrendo occasioni di lavoro per molti giovani. Inoltre, il tracciato ferroviario, sviluppandosi per più chilometri, darà modo al turista di godere di un viaggio d’altri tempi viaggiando su di un treno trainato da autentiche locomotive a vapore e vetture d’epoca. Per prima cosa, si edificheranno una serie di strutture che permettano la sosta dei treni, ove i turisti possano trovare un’accoglienza e tutte le informazioni utili alla visita dei luoghi attraversati. Il ripristino del tratto urbano da Volos ad Anavros è il più delicato dal punto di vista urbanistico, poiché i binari in centro città, in parte sono coperti dall’asfalto, soprattutto nel viale principale (Dimitriados Street); intrappolato dalle automobili, quest’ultimo tratto conduce in periferia fino ad Anavros, dove la linea con un tracciato pianeggiante e paesaggisticamente stupendo, costeggia il golfo Pagasitikos fino ad Ano Lechonia, punto di partenza della tratta montana già aperta all’esercizio turistico. I rotabili Per il traino dei treni, la Società concessionaria si rivolse per le ordinazioni alle industrie estere, poiché detenevano l’esperienza necessaria e la tecnica costruttiva specifica per rotabili destinati a linee a scartamento ridotto. L’iniziale dotazione del materiale rotabile della ferrovia fu di quattro automotrici a vapore di costruzione francese Decauville, destinate al servizio tranviario sul tratto urbano, aperto subito all’esercizio, e di altrettante locomotive a vapore, di costruzione francese Weidknecht; per la tratta urbana fece servizio anche un’automotrice a vapore tipo Serpollet. L’aumento del traffico portò sui binari della Volos-Milies altro materiale rotabile, comprendente cinque locomotive-tender di vari rodiggi, fornite dalle fabbriche belghe Tubize e Haine S. Pierre. Tali macchine, con un maggior peso aderente e un incremento notevole di potenza rispetto alle altre in servizio, contribuirono a risolvere in gran parte i problemi dell’aumento di traffico e del maggior peso trainato dei treni merci, abolendo così qualche doppia trazione. Vista l’impossibilità di avere locomotive articolate tradizionali sistema Mallet per il servizio di montagna, furono acquistate tre locomotive sistema Hagans fornite da Weidknecht. Nel 1996, con la riapertura della seconda parte del tracciato all’esercizio turistico da Ano Lechonia a Milies, furono restaurate e messe in ordine di marcia due locotender di costruzione belga, rodiggio 130T (Tubize 1903) dal nome Milies, e di un’altra locomotiva dal medesimo rodiggio (Haine St. Pierre 1912) dal nome Jason. Queste unità, dalla configurazione classica delle locomotive-tender, hanno le casse d’acqua disposte lateralmente alla caldaia: trattasi di macchine a vapore saturo, con due cilindri gemelli a semplice espansione. Macchine dal peso e potenza modesti, semplici e robuste, dal limitato carico assiale e di facile manutenzione e conduzione, furono esportate in altri paesi e, all’epoca della loro costruzione, erano già state predisposte per un’eventuale modifica allo scartamento. Per il servizio turistico, sono stati acquistati in Germania nel 1999 due trattori diesel a due assi di costruzione Schoma camuffate da locomotive a vapore. Nel frattempo, della dotazione originaria, Treno con locomotiva Milies in sosta ad Ano Gatzea (fot. Umberto Merlo) 17 furono ristrutturate quattro vetture passeggeri a carrelli e terrazzini con cassa in legno costruite in Francia e rimesse in ordine di marcia assieme ad altri rotabili. La capacità di queste vetture dalla cassa esterna dalle tipiche perline verticali è piuttosto limitata:infatti internamente hanno solo i sedili longitudinali e quindi sono di scarsa capienza; fortunatamentela ferrovia ha in dotazione anche vetture giardiniere con i sedili disposti in modo tradizionale. Il materiale rimorchiato viaggiatori è del tipo realizzato per le ferrovie secondarie, come una versione più modesta e spartana di quello circolante sulla rete statale a scartamento normale, ma non per questo di minor interesse. In stazione a Volos, in attesa di ristrutturazione, sono accantonate due locomotive a vapore 130T (Haine S. Pierre 1912), e 230T (Balwin USA 1912). In vettura Viviamo al presente un viaggio di tanti anni fa, quando in stazione a Volos coesistevano ben tre tipi di scartamento: lo scartamento di 1435 mm della linea Volos-Larissa delle Ferrovie dello Stato greche (che fino al 1960 era a scartamento metrico), lo scartamento metrico della linea VolosKalambaka (convertito allo scartamento normale nel 1999), e infine lo scartamento di 0,60 metri della linea Volos-Milies. La partenza del nostro treno avviene nel piazzale antistante la stazione di Volos. La linea, uscendo dalla stazione, si snoda all’interno di altri due scartamenti che conducono sulle banchine del porto; frequente, quindi, è il transito e l’incrocio con altri mezzi completamenti differenti tra loro. Una volta percorso al centro della carreggiata il viale principale, Dimitriatos Street, ci dirigiamo in periferia verso Anavros. Ora la ferrovia costeggia lo stupendo golfo Pagasistikos, seguendo il tracciato sinuoso della strada costiera: i bagnanti, nelle pittoresche insenature, salutano il passaggio del treno, mentre poco dopo si transita nei pressi di un grande cementificio, dove la presenza di scambi e raccordi ci ricorda che in passato vi era un certo movimento di carri merci. Giungiamo ad Agria: in stazione esiste la possibilità di girare la locomotiva su di un triangolo, ma proseguiamo incuranti del fumo della locomotiva che ci avvolge mentre il tracciato della ferrovia si allontana dal mare per giungere poco dopo ad Ano Lechonia, altra stazione con le medesime caratteristiche della precedente con un enorme rifornitore di acqua di costruzione belga. Da quest’ultima stazione la ferrovia del Pilion, prima con dolce pendenza, poi - con una livelletta più marcata - imbocca il tratto più impegnativo della linea. Vetture di costruzione francese in sosta ad Ano Lechonia (fot. Umberto Merlo) 18 Treno turistico al traino di una locomotiva diesel Schoma in sosta ad Ano Lechonia (fot. Giorgio Nathenas - collezione dell’autore) Il nostro treno con tre vetture al traino dovrà percorrere un tracciato spettacolare, passando da località dai nomi impronunciabili, superando arditi viadotti in pietra, sostando in villaggi di poche case e di tanto in tanto fermandosi per dare la precedenza ai pastori e alle loro greggi, che bonariamente invadono la sede ferroviaria. Il lento procedere della fumosa locomotiva e delle sue vetture permette di scorgere vedute suggestive e piacevoli della regione ancora incontaminata: si supera uno stupendo ponte in pietra a cinque archi per giungere ad Ano Gatzea, località circondata da una lussureggiante vegetazione con le poche case immerse nel bosco; piccoli squarci nella fitta vegetazione lasciano intravedere in lontananza l’azzurro del mare. Salendo sempre più con il treno, il tracciato della ferrovia si inserisce tra maestosi gruppi di alberi secolari e il viaggiatore è colto da un profondo senso di pace e di tranquillità; quando il treno è fermo in qualche stazione, nel gran silenzio si percepiscono solo i rumori del bosco e degli animali che lo abitano. Il treno continua a salire, tra curve e controcurve, per condurci tra fitti uliveti e frutteti alla località di Pinakates, dove una breve sosta nella piazza del paese ci permette di ammirare un angolo suggestivo del monte Pilion; da questa località comodi sentieri conducono più in alto al villaggio di Vizitsa, posto in una posizione dalla quale si può godere una vista superba del panorama circostante. Lentamente ci avviciniamo alla meta, e il viaggiatore attento potrà notare imponenti muri di contenimento edificati per impedire smottamenti di terreno che potrebbero invadere la linea; superata la grotta del centauro, incontriamo il ponte metallico «De Chirico»; dopo un’altra serie di strette curve, giungiamo per la gioia di tutti e non per i fotografi, nella stazione di Milies. Milies è una località da sogno, circondata dal bosco, in un’atmosfera magica e surreale da fiaba: la modesta stazione è dotata di una piccola piattaforma per girare le locomotive, di qualche scambio e nulla più. La visita di questa regione è consigliabile a chiunque e soprattutto a chi è appassionato di piccole ferrovie, che ripresentano così immagini e ambienti familiari di un paesaggio che si avvicina molto al nostro mezzogiorno d’Italia. Concludendo, sento il dovere di ringraziare gli amici Fabio Cerato e Giorgio Nathenas per la cortese e preziosa collaborazione. Umberto Merlo 19