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Commentary, 03 novembre 2016
CLINTON-TRUMP: I SONDAGGI, GLI STATI IN BILICO E
LA BATTAGLIA PER IL CONGRESSO
ANNALISA PERTEGHELLA
uando manca poco meno di una settimana
del Dipartimento aveva fatto uso di un server privato,
all’Election Day che porterà duecento mi-
come del resto consentito dalla legge. Di fronte alla ri-
lioni di americani alle urne, sulla campagna
chiesta del governo di consegnare le proprie e-mail per
si abbatte l’ennesimo colpo di scena. Il capo
l’archiviazione, Clinton aveva consegnato le e-mail re-
dell’FBI, James Comey, ha comunicato al Congresso
lative alla propria attività di Segretario di stato, cancel-
di aver appreso dell’esistenza di altre e-mail di Hillary
lando invece quelle private. A seguito di ciò, l’FBI
Clinton che sembrano pertinenti all’indagine già con-
aveva aperto un’indagine per appurare che l’utilizzo di
dotta (e chiusa) nei mesi scorsi. Le e-mail sarebbero
una casella di posta privata non avesse creato problemi
state scoperte nel corso di un’altra indagine, quella che
alla sicurezza nazionale, né celasse un tentativo da
ha al centro Anthony Weiner, brillante promessa del
parte di Clinton di nascondere qualcosa. L’indagine si
Partito democratico poi caduto in disgrazia, nonché ex
era poi conclusa con la dichiarazione che non vi era
marito (da questo agosto) di Huma Abedin, numero 2
stato alcun intento criminale da parte di Clinton e con
della campagna di Clinton e probabile sua futura Chief
la raccomandazione da parte di Comey al Dipartimento
of Staff. L’ipotesi di Comey, ancora tutta da verificare,
di Giustizia di non intraprendere azioni contro la can-
è che mail di Clinton contenenti informazioni sensibili
didata democratica.
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siano transitate sui computer di casa Abedin-Weiner,
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con potenziali implicazioni per la sicurezza nazionale.
La decisione di Comey di riaprire l’indagine non è di
per sè inusuale: semmai poco ortodossa è stata la deci-
Facendo un passo indietro, lo scandalo relativo alle e-
sione di comunicare la cosa al Congresso. L’FBI infatti,
mail ha origine nel fatto che Clinton, durante il suo
per suo stesso mandato, non è tenuta ad aggiornare opi-
mandato da Segretario di stato, anziché usare il server
nione pubblica e Congresso sulle indagini in corso.
Annalisa Perteghella, ISPI Research Fellow
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Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell’ISPI.
Le pubblicazioni online dell’ISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo.
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Tanto più, verrebbe da aggiungere, perché ci troviamo
a partire dal 29 ottobre il candidato repubblicano gua-
nelle fasi salienti di un momento politico molto deli-
dagna poco meno di un punto percentuale al giorno.
cato per la nazione, e perché ciò che è nelle mani
Questa “sorpresa di ottobre” sarà letale per Clinton?
dell’FBI per ora è quasi nulla: le email “sembrano”
Non è detto. È già successo in passato che eventi ina-
pertinenti, a oggi l’agenzia non sa descrivere la rile-
spettati accadessero nell’ultimo mese di campagna (da
vanza dei materiali rinvenuti, né quanto tempo sarà ne-
cui l’espressione ormai di uso comune di “sorpresa di
cessario per esaminarlo. Con ogni probabilità il risul-
ottobre”), ma raramente essi da soli hanno determinato
tato dell’indagine arriverà ben dopo l’8 novembre, ma
l’esito dell’elezione. Ricordiamo l’annuncio, il 31 ot-
intanto l’ennesima, pesante ombra del sospetto, è stata
tobre 1968, del presidente Johnson di fermare i bom-
gettata sulla candidata democratica.
bardamenti sul Vietnam e dare avvio a colloqui di pace:
Tralasciando il fatto che, grazie a una rivelazione
la settimana precedente l’annuncio il rivale Nixon era
molto incerta, le dinamiche perverse dei media e della
in vantaggio di 3 punti percentuali, la successiva il
contemporaneità fanno sì che le prime pagine Usa e lo
vantaggio si era ridotto a un punto; l’elezione venne
stesso dibattito pubblico sembrino aver accantonato
comunque vinta dal rivale. O ancora, in tempi più vi-
l’accusa a Trump di sexual assault – accuse per le quali
cini a noi, il crollo del mercato azionario nella setti-
esistono invece video e prove ben più consistenti –, oc-
mana del 6 ottobre 2008. Prima dell’evento, Obama era
corre fare una riflessione sulla potenziale portata di
in vantaggio sul rivale McCain per 6 punti percentuali,
questo ennesimo caso.
divenuti 8 la settimana successiva: l’elezione si concluse con un +7 per Obama. Nel 2012, il 29 ottobre, fu
Per tutto il mese di ottobre, a partire dai giorni succes-
la volta dell’uragano Sandy, che si abbattè sulla costa
sivi al primo dibattito (tenutosi lo scorso 25 settembre),
orientale del paese: il vantaggio percentuale di Obama
i sondaggi hanno restituito un chiaro trend positivo per
su Romney (+1) rimase invariato prima e dopo
Clinton, negativo per Trump, tanto che il divario tra i
l’evento, mentre l’elezione si concluse con un +4 per
due era giunto ad attestarsi a 5-7 punti percentuali
Obama.
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(RCP National Average). A partire dal 28 ottobre,
giorno delle rivelazioni di Comey, il margine tra i due
Anche la statistica sembra mitigare l’allarme di una
ha cominciato a restringersi. Tenendo conto del fatto
possibile rimonta di Trump: il sito FiveThirtyEight,
che occorre qualche giorno perché i sondaggi assor-
che elabora un complesso modello statistico al fine di
bano gli effetti degli eventi, osserviamo che tra il 31
predire il risultato elettorale, assegna comunque a
ottobre e l’1 novembre il margine si restringe ulterior-
Clinton il 75,2% delle probabilità di vittoria, contro il
mente, fino ad arrivare a 3,1 punti percentuali di diffe-
24,8% di Trump. La stessa aritmetica elettorale per ora
renza. In particolare, notiamo che non sono tanto i con-
è dalla parte di Clinton: se l’obiettivo di ciascun candi-
sensi di Clinton a calare quanto quelli di Trump a salire:
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dato è ottenere la maggioranza (270) dei 538 voti elet-
di ottenere il controllo della Camera passano per la ri-
torali in palio, Clinton sembra avere al momento 263
conferma dei 188 seggi al momento detenuti e la con-
voti contro i 164 di Trump. Dei 111 voti in palio nei
temporanea conquista di 30 seggi in questo momento
toss-up states, i sondaggi ne assegnano 42 a Clinton,
in mano ai repubblicani: solo così si potrebbe ribaltare
che arriverebbe dunque a quota 305, e 69 a Trump, che
l’attuale situazione che vede i democratici detenere,
si fermerebbe a quota 233. In alcuni dei toss-up states
appunto, 188 seggi, e i repubblicani 247, 29 più dei 218
però il vantaggio di Clinton è molto stretto (in Arizona,
necessari per avere la maggioranza. Al di là dell’effetto
che assegna 11 voti, è di +0,6%). Questo è vero però
positivo che un voto per Hillary Clinton a livello na-
anche per Trump: la Florida, che assegna 29 voti,
zionale può avere per i candidati democratici alle ele-
quest’anno sembra essere più in bilico degli altri anni,
zioni legislative, le probabilità che essi strappino ai re-
e il vantaggio di un punto percentuale a favore di
pubblicani il controllo della Camera sono in realtà al-
Trump potrebbe ridursi e anzi ribaltarsi a favore di
quanto basse: gerrymandering (la pratica di ridisegnare
Clinton, che a questo punto realizzerebbe un’impresa
i collegi elettorali in modo strumentale) e sistema elet-
storica. Di fronte a questi dati, le possibilità di vittoria
torale maggioritario uninominale sembrano favorire i
per Trump si riconducono a due scenari: il candidato
repubblicani.
repubblicano dovrebbe vincere in Iowa e Ohio (dove
Più aperta la corsa al Senato, che avviene con un si-
del resto è in vantaggio) e strappare ai democratici Mi-
stema maggioritario semplice (ogni elettore vota per un
chigan e Wisconsin, che però i sondaggi al momento
candidato e viene eletto il candidato che ottiene la
assegnano saldamente a Clinton; oppure, potrebbe
maggioranza relativa dei voti): non penalizzati dal ger-
concentrare i propri sforzi in Pennsylvania e New
rymandering, qui i Democratici potrebbero effettiva-
Hampshire, anch’essi al momento più tendenti verso il
mente capitalizzare sullo scarso consenso raccolto da
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partito Democratico.
Trump tra gli stessi elettori repubblicani, che quindi
Ma il prossimo 8 novembre non si vota solamente per
non si presenterebbero alle urne favorendo così i can-
la Casa Bianca: in palio ci sono anche i 435 seggi della
didati democratici. Da rilevare però che, soprattutto
Camera dei rappresentanti e un terzo dei seggi del Se-
nell’ultimo mese, si è assistito in campo repubblicano
nato (34 seggi su 100). Dal 2014 entrambi i rami del
a una vera e propria corsa al rinnegamento di Trump,
Congresso sono controllati dai Repubblicani (la Ca-
dettato probabilmente più dall’esigenza di salvaguar-
mera dal 2010), situazione che ha ristretto non di poco
dare il proprio seggio in Congresso che non da convin-
il margine di azione di Obama, che si è visto dunque
zioni etico-morali. Anche in questo caso, dunque, gli
costretto a fare ricorso perlopiù a ordini esecutivi per
scenari sono quantomai aperti. Partendo da una situa-
avanzare la propria agenda. Le speranze democratiche
zione attuale di 54 seggi controllati da Repubblicani e
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44 da Democratici (2 sono indipendenti, che però votano con i Democratici), e considerando che dei 34
seggi in palio quest’anno, 24 sono occupati da Repubblicani e 10 da Democratici, questi ultimi potrebbero
ottenere la maggioranza solamente confermando i 10
seggi attualmente detenuti e strappandone almeno 4 ai
Repubblicani. Di questi 4, 2 (Illinois e Wisconsin) sono
conteggiabili in quota democratica; i due mancanti andranno conquistati tra i seggi con senatore repubblicano uscente che sono in bilico secondo i sondaggi (Indiana, Pennsylvania, North Carolina, New Hampshire,
Missouri).
Occhi puntati sulle singole mappe nazionali, dunque,
perché dal risultato di Camera e Senato passa anche la
futura governabilità del paese: una presidenza Clinton
con un Congresso compatto e ostile – e, se così sarà, vi
è da scommettere che sarà fortemente ostile, tanto che
alcuni osservatori ipotizzano futuri tentativi di impeachment – diminuisce notevolmente le possibilità che la
storica democrazia americana riesca a riconciliare le
proprie diverse anime e fare pace con se stessa. Al contrario, un quadro politico sempre più polarizzato potrebbe diminuire notevolmente non solo la capacità di
azione sul fronte interno ma anche la postura politica
internazionale, in un momento in cui invece il mare
burrascoso della politica internazionale necessita di
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leadership salde al proprio timone.
* Questo commentary è stato precedentemente pubblicato su MondoDem
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