Giornata internazionale della donna

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Giornata internazionale della donna
La ‘’Giornata internazionale della
donna’’ compie 100 anni.
Un lungo cammino, ha segnato cento anni di storia,
in cui le donne sono state protagoniste di battaglie
e di conquiste per la costruzione di una società moderna e democratica, aperta al cambiamento.
Molto è stato fatto ma molto deve ancora essere
realizzato.
Nella nostra regione le donne presenti negli ambiti
istituzionali, associativi e politici, con la ricchezza
di umanità e con l’intelligenza del genio femminile, hanno dato impulso alla crescita sociale, culturale ed economica. Oggi c’è una forza che non va
dispersa, bensì valorizzata e diffusa in ogni ambito della vita sociale.
Il Forum intende presentare il lavoro delle donne e il loro impegno, far conoscere le attività istituzionali della Regione Lazio e il dinamismo della Consulta. Una Consulta così ricca di associazioni
femminili che quotidianamente ascoltano i problemi e danno voce ai bisogni emergenti, accompagnando le trasformazioni della società con proposte utili ad affermare quella cultura di genere che
ha radici in più di cento anni di storia.
“Il Vestito di Donna” è la rappresentazione della capacità delle donne di creare un tessuto, una rete
di relazioni attraverso la creatività e l’arte; esso è emblematicamente interpretazione della vita della
donna, delle sue relazioni di cura, della sua affettività diffusa e simbolo di fecondità.
Donatina Persichetti
da “OTTO MARZO NON SOLO OGGI 1908-2008” Forum delle Donne Centenario
dell’8 Marzo, Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio
Vestita d’arte: una donna simbolo dei valori dell’integrazione e della pace.
Il 2008 è l’Anno Europeo del Dialogo Interculturale che dovrebbe diventare un volano per la democrazia, la cittadinanza, la promozione della diversità culturale e religiosa e l’integrazione europea,
promuovendo interscambi tecnologici della comunicazione, spazi europei per l’educazione e collaborazioni tra le università ed, infine, temi di fondamentale importanza dal punto di vista strategico,
politico, economico e di nomadismo culturale.
Il 2008 è anche l’anno del Centenario della Giornata Internazionale della Donna (1908-2008). L’8
marzo, infatti, al di là di ogni polemica sull’ origine di questa festività, vuole celebrare le lotte e le
conquiste sociali, politiche ed economiche delle
donne attraverso i movimenti femminili contro
tutte le vessazioni che hanno dovuto subire nel
corso dei secoli per cercare di conseguire, almeno
nelle società civili, la parità economica., l’ammissione ai pubblici impieghi e all’esercizio delle
professioni, l’elettorato e l’eleggibilità. Oggi le
donne stanno ancora lottando per un’adeguata
rappresentanza di genere in ogni settore della vita
pubblica e per una vera e paritaria democrazia
elettorale.
“Vestita d’arte”, installazione creata dall’Associazione Arianna, presieduta da Angela Casaregola,
è una donna simbolo dei valori dell’integrazione
e della pace. Il filo conduttore della sua presenza
in questo Forum, promosso dalla Consulta Femminile della Regione Lazio, non è solo quello di
sottolineare le discriminazioni, le offese e le sofferenze delle donne all’interno dell’evoluzione
della società, ma piuttosto di rendere visibile e ricostruire il cammino delle donne come risorse,
come soggetti attivi e creativi, protagoniste di avvenimenti che le hanno imposte all’attenzione
del loro tempo per le loro inesauribili energie, per la loro operatività e per il ruolo che esse hanno
avuto nella crescita culturale, sociale e civile dell’umanità. Nell’arte è interessante riscoprire le
immagini che le donne stesse hanno creato e in particolar modo i loro autoritratti, riportati dai libri
di storia dell’arte quasi sempre in bianco e nero, come un’introspezione allo specchio o un diario
visivo per raccontare se stesse agli altri, senza vincoli e censure, poiché hanno avvertito che secoli
di rappresentazioni idealizzate da parte di artisti maschi, hanno snaturato la percezione perfino
della loro identità fisica. La donna nell’arte degli uomini non è altro che la proiezione dei loro sogni
e dei loro desideri consci o inconsci. “Vestita d’arte” è una donna che rappresenta tutte le donne
che, attraverso i movimenti femminili hanno rivendicato tutti quei diritti a loro negati e hanno
sottolineato la loro rilevanza nella storia e nella quotidianità: è Anna Maria Mozzoni, pioniera italiana del femminismo (Rescaldina, 1837 - Roma 1920), che scrisse numerosi libri sulla condizione
femminile, si batté per tutta la vita per la concessione del voto alle donne, presentando mozioni al
Parlamento Italiano nel 1877 e nel 1906 e criticò le proposte di tutela del lavoro femminile per le
differenze salariali; è Germaine Greer (Melbourne, Australia 29 gennaio 1939) una delle madri del
Femminismo Internazionale, che negli anni Cinquanta, nei suoi viaggi in Germaine Greer: madre
del Femminismo Internazionale.
Europa e negli Stati Uniti, ha raccolto una documentazione unica e vastissima ricercando nelle
cantine e nei magazzini dei musei le opere di pittrici importanti, dimenticate da tutti, potendo così
indagare nel complesso ed oscuro universo della creatività femminile, sulle ragioni sociali ed i
fattori psicologici che hanno impedito alle donne di emergere lungo i secoli in campo artistico concludendo che è vero che non esistono “donne Leonardo”, “donne Tiziano”, “donne Poussin”, ma la
ragione non sta nel fatto che le donne hanno l’utero, che possono avere figli, che il loro cervello è
piccolo, che mancano di vigore, che non sono sensuali. La ragione sta semplicemente nel fatto che
non nascono grandi artisti da ego danneggiati, da volontà deboli, da libido represse e da energie deviate in nevrosi. “Vestita d’arte” è in sintesi il simbolo di tutte le donne che promuovono la cultura
della pace, della libertà, dell’alterità e di un’autentica democrazia paritaria.
Anna Iozzino
La donna nel terzo millennio
Nata nella fase del benessere, educata alla civile e normale affermazione di diritti laici, talvolta
ho assistito addirittura con aria di sufficienza alla festa dell’8 marzo, ricorrenza per me un po’
imbarazzante e percepita come anacronistica.
Allora, il percorso di emancipazione della persona - maschio e femmina, giovane e vecchia,
disabile, atea, credente – era stato già avviato e rappresentava solo un modello da diffondere e far
evolvere in meglio.
Oggi, a distanza di trent’anni e ormai madre, proprio in occasione del centenario della festa della
donna intervengo contro l’affermarsi di un pericoloso medioevo della ragione e, in ultima istanza,
della democrazia.
È triste ribadire oggi in Italia il diritto alla creatività delle donne. È triste aver bisogno di un ministero
delle Pari Opportunità o di quote rosa. Ma ancor
prima è doloroso trovarsi a negoziare sui diritti della persona. Evidentemente, siamo tornati al punto
di partenza: la donna è non integrata.
Se nel terzo millennio una donna – più colta, più
autonoma, più consapevole - deve difendersi in
sala operatoria da una squadra di poliziotti alla
ricerca di prove per un sospetto aborto clandestino,
dalla ferocia di un padre che la lapida e la sgozza
per regole di clan, la questione non può essere
ricondotta solo all’essere tornate “cose”, ma alla
scarsa rappresentatività politica della donna.
L’istallazione “Vestito di Donna” è un simbolo itinerante, è un’esperienza “multi-dimensionale”:
multi sensoriale-canale-direzionale-culturale-generazionale.
È un’esperienza partecipata da chi ha su di sé i segni della sofferenza. È un’occasione da vivere
per denunciare con forza una cultura patriarcale arrogante che preferisce accusare la donna – strumentalmente – d’infanticidio piuttosto che educare i giovani alla contraccezione.
Ognuno di noi, entrando nel Vestito di Donna, potrà provare la sensazione di essere nell’universo
umano femminile fatto di molteplici sfaccettature, fascino, amore per la vita, del dare e del donare. Si potrà rientrare in un utero materno per rigenerarsi e rinascere a nuova vita.
Per un futuro senza feste di parte e senza risarcimenti.
Elena Sisti
Alcune riflessioni sul “Vestito di Donna”
per il Centenario dell’8 Marzo
L’8 Marzo 2008, Centenario della Giornata Internazionale della Donna, non possiamo non ricordare
il sacrificio delle 129 operaie che nel marzo del 1908 scioperarono contro le terribili
condizioni di lavoro in cui erano costrette.
Questa giornata nel tempo è diventato il
simbolo della lotta per il riconoscimento
dei diritti sociali e politici delle donne.
Molta strada è stata fatta ma bisogna lottare ancora affinchè la donna possa godere
degli stessi diritti degli uomini, soprattutto
in campo lavorativo e politico e molto bisogna fare affinchè non continuino a perpetrarsi atti di ferocia maschile verso le
donne e verso il loro corpo. Il “Vestito di
Donna” vuole essere una testimonianza di
tante donne per un impegno comune verso un reale cambiamento culturale dove a
prevalere siano i valori della relazione.
L’installazione d’arte è stata realizzata con il lavoro di tante mani, menti, cuori di donne, donne che
hanno confezionato l’abito attraverso modalità e tecniche differenti.
Un grande vestito, alto cinque metri e largo otto è stato tessuto, stampato, dipinto, cucito da più di
cento donne, portatore di vissuti diversi e per questo straordinariamente unici.
Alcune donne con lunghi percorsi di autoconoscenza si sono espresse dopo una esperienza di arteterapia con forme simbolo di sé nella relazione, altre giovani allieve di istituti d’arte, incuriosite dal
lavoro, hanno voluto far conoscere le loro capacità creative e l’abilità nel disegno, nella tessitura,
nella stampa. La loro gioiosa aderenza a questa idea è visibile nella scelta dei fili colorati da tessere,
nelle tramature, nelle frasi da scrivere e stampare, nella scelta dei decori.
Il “Vestito di Donna” è dunque espressione del passato e della contemporaneità: è peso tragico,
consapevole di un lungo vissuto di donna dove il comunicare ed il condividere diventa un modo
per alleggerire i propri conflitti e le proprie paure; ma altresì è speranza che la vita di una donna,
anche attraverso piccole azioni creative, possa più facilmente raggiungere una reale emancipazione
sociale e possa più facilmente essere aderente alla propria identità, aperta alle esperienze vivendo e
sentendo il proprio corpo come una gioiosa ed autentica espressione di sé.
L’installazione, che l’8 marzo sarà presentata presso la Chiesa di S. Marta a Roma in occasione
delle iniziative promosse dalla Consulta Femminile
per le Pari Opportunità della Regione Lazio, parla
di donne reali che chiedono una società più equa
e meno violenta nei riguardi della donna e del suo
corpo.
Angela Casaregola
Si ringraziamo le donne che hanno
tessuto, dipinto, stampato, cucito e
partecipato al “Vestito di Donna”:
Manuela Alberigi, Alma Dolores Albertella, Martina Amato, Federica Amilia, Gina Ascolese, Jessica Bagaglini, Veronica Beccarini, Heidy Carolina
Bologna, Fabrizio Cafisse, Anderson Camilla, Silvia Campi, Roberta Capannelli, Mirta Carboni,
Noemi Cardelli, Noemi Casciotti, Elena Casu, Teresa Ceccolini, Demis Ceracchi, Alex Ciotti, Denise Cirilli, Serena Cochi, Francesca Cofaro, Valentina Comanio, Roberta Cosi, Roxana Danca,
Chiara De Lisi, Francesca De Rosa, Federica De Santis, Manuela De Santis, Daniela Delli Colli, Alex Detond, Michela Di Carlo, Giulia Di Chio, Olimpia Di Zazzo, Valentina Fabi, Fantozzi,
Giulia Fasoli, Ilaria Fiacchi, Lina Fiocchi, Laura Fortunati, Clara Fratini, Martina Giacchero,
Marta Giacolare, Giulia Gioia, Andrea Giordano, Giuliana Giuberi, Laura Giuliani, Sofia Anita
Grissini, Martina Iaccarino, Alessia Iannucci, Rebecca Iovane, Giorgia Leone, Erika Liberati,
Veronica Lommi, Beatrice Loreti, Francesca Lucidi, Alessandra Luminati, Maria Magliette, Federica Magrino, AnnaRita Maietta, Ramona Maiorani, Luciana Marchesi, Marika Marini, Roberta
Marini, Federica Martello, Natascia Martello, Eleonora Martinelli, Barbara Mattozzi, Armandina
Mazzone, Laura Merbai, M.Cristina Merlini, Giordana Migliette, Luisa Migliorini, Diana Minucci, Rachele Molini, Sara Montenuzzo, Monica Morelli, Elisa Moretti, Francesca Moser, Gianna
Mucci, Giulia Nati, Flavia Novelli, Silvia Nucci, Viviana Panfili, Evelina Parapanaka, Francesca
Pau, Valentina Passerini, Elisabetta Pellegrini, Jessica Piacente, Miriana Piccori, Lorella Pizzuti,
valentina Pizzuti, Marta Possa, Lidia Puccio, Ilenia Raiano, Federica Randazzo, Katia Raschellà,
Beatrice Renna, Federica Renna, Maria Riviello, Mariateresa Rocca, Sara Rofone, Fernanda Romanini, Oana Rosca, Giulia Rossi, Diana Rusu, Anna Saleni, Cesarina Sanpetru, Valentina Sara,
Josephin Scarpitti, Martina Sciamplicotti, Giovanna Sensi, Martina Sensivale, Lena Sommarone, Serena Tessitore, Sabrina Tittoni, Silvana Tittoni, Valentina Tomaino, Giada Torsello, Roberta
Trenta, Loretta Trinca, Veronica Tulli, MariaCristina Vacca, Erika Venturini, Naomi Vessella, Martina Vita, Mirella Zali.
Si ringraziano Federico Artico, Alex Ciotti, Osvaldo Fiata e Valentino Monteanu
Si ringraziano i bambini Laura Apicella, Alessio e Davide Palmieri
Si ringrazia Alessandro Francesco Pernice per la grafica, Giulio Pernice per la registrazione ed il
mixaggio, Fabio Rodo e Alessandra Tutino per la comunicazione
Si ringrazia l’artigiano d’arte Enrico Passerini per la realizzazione dell’installazione
Si ringraziano le artiste Roberta Chioni, Alice Di Clementi, Loredana Seregni
Si ringrazia Katia Girolametti per la conduzione di alcuni laboratori di Arte Terapia
Si ringraziano i dirigenti scolastici, Preside Istituto d’Arte Paolo Mercuri Giame Rodano, Preside
Istituto d’Arte Novelli Cecilia Valenti
Si ringraziano i docenti che hanno collaborato: Giovanna Aragozzini, Roberta Chiani, Giuseppina
Chiaverini, Roberta Ciocchetti, Maria De Santis, Marisa De Santis, Gabriella Giraldi, Concetta
Lannuti, Bruna Luciani, Floriana Palumbo, Anna Maria Piras, Danilo Lo Sordo, Carla Angeletti,
Marina Bonavia
Si ringraziano inoltre per gli interventi: Donatina Persichetti Presidente della Consulta Femminile
Regionale per le pari opportunità, Elena Sisti giornalista, Anna Iozzino coordinatrice gruppo di
lavoro cultura e consulta femminile regionale per le pari opportunità.
Ideazione e coordinamento didattico Angela Casaregola
Progettazione del Vestito di Donna Francesco Pernice
La poesia “Requiem” di Anna Achmatova è letta dall’attrice Adonella Monaco