CODICE HAIKU «I fiori d`albero più belli sono quelli di colore rosso

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CODICE HAIKU «I fiori d`albero più belli sono quelli di colore rosso
passioni | fashioniste
bellissima, il viso bianco e i capelli neri pesanti, con la frangia, occhi orientali neri e un immenso, monumentale vestito nero indigo,
imbottito con grandissime spalle tonde e pantaloni larghi, stretti
in fondo. Un vestito da statua orientale, da samurai che aspetta, un
vestito da suicidio formale, un vestito da portare in combattimento. Una grande, eroica regina antica». L'emozione descritta dal
grande designer italiano è piti o meno quella che provavano (e provano ancora) gli spettatori alle sfilate dei nostri mostri sacri giapponesi. Ricercatori di forme, ingegneri del movimento, alchimisti dei tessuti più che sarti di abiti "di moda". Talmente innovativi da influenzare tutto il prét-à-porter a venire: l'American wave di Donna Karan e Calvin Klein; l'avanguardia fiamminga,
da Martin Margiela ad Ann Demeulemeester e compagnia, ma
anche l'ala piì^i radicale e intelligentemente 'sofisticata della moda nostrana, da Costume National a Marni, a Prada. Persino
geniacci individualisti come John Galliano e lo stesso Alexander McQueen in molte occasioni hanno reso omaggio alla
forza espressiva made in Jap. Mentre la chiave di lettura di
tanta suggestione la fornì a noi comuni dilapidatrici di stipendi occidentali lo stesso Yamamoto: «Chi indossa i miei vestiti deve rassegnarsi a cambiare il tipo di scarpe che porta. Così come il
taglio di capelli. E magari anche il fidanzato». Amen.
CODICE H A I K U
«I fiori d'albero più belli sono quelli
di colore rosso, sia nelle gradazioni tenui
sia in quelle forti»
(SEI SHONAGON, AUTRICE DI THE PILLOW
BOOK)
Ad oggi, esiste
un abisso di percezione tra i due imperi d'oriente. Industriale e culturale. Se il made in China evoca produzione globalizzata e mass
market, il Giappone difende una reputazione di eccellenza artigianale, perfezione formale, hi-tech da fantascienza. Alla maniera di
Sei Shonagon, dama di corte che intorno all'anno Mille scrisse le
Note del Guanciale inventando un formidabile format - liste di cose che "ci piacciono/non ci piacciono" (vi ricorda qualcosa?) -, onoriamo qualche nipponica perla che splende ai nostri giorni. I l grattacielo dell'architetto Arata Isozaki, progettato per la nuova area
CityLife di Milano, una torre di vetro leggera come una scultura
di Giacometti. L'intensità espressiva del grande fotografo Araki, a
cui la griffe Bottega Veneta ha commissionato la sua
ultima campagna stampa. Le mega sculture origami
di Sipho Mabona al Tropenmuseum di Amsterdam. I l romanzo bestseller//^(««o venuto dal cielo di Takashi Hiraide, in arrivo da Einaudi. Gli
oggetti poetici del designer Nendo. Murakami
scrittore e Murakami pittore. E così via...
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"MADE IN JAPAN" CONTRO "MADE IN CHINA".