Fra Diavolo

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Fra Diavolo
Francesco Perri: Fra Diavolo
da "L'Italia Contemporanea", 1946
Francesco Perri, romanziere d'alta classe, divenne celebre quando ottenne il «Premio Mondadori » pel suo
romanzo Emigranti (il premio era meritatissimo, e taluni capitoli parvero, alla critica, degni del Verga); diede
poi la stesura definitiva, mutatissima, del suo primo romanzo I Conquistatori; e infine Il discepolo ignoto,
grande romanzo dei tempi di Gesù, che critici stranieri paragonarono al Quo vadis, e che ha certo esercitato
qualche influenza sullo Sguardo di Gesù del Bacchelli. Si potrebbe dunque credere che il suo nuovo libro, fra
Diavolo (Ed. Fussi, Firenze ; L. 350), sia, ancora, un romanzo. Si tratta, invece, d'uno studio biografico, condotto
con estrema serietà. Diciamo subito che ci piace constatare - tra tanti funambolismi «arditi » che costano, in
realtà, così poca fatica ai loro autori - come questo artefice ricco di fantasia non disdegni le nobili fatiche
dell'erudizione, ben conscio che l'artista grande non è quello che esercita la sola fantasia, disdegnando ogni
disciplina intellettuale.
Il Perri ha compulsato tutta l'esistente bibliografia sul suo personaggio, confrontandola con acume e ben
sceverando la storia dalla leggenda, Michele Pezza, bastato di professione, si dimostrò, in innumerevoli
occasioni, assai miglior comandante che tantissimi ufficiali di carriera del suo tempo; possedeva un intuito
sicuro, singolarissimo, delle opportunità tattiche ed anche strategiche, e, se fu maestro di guerriglia, seppe anche
molte volte individuare con estrema prontezza il punto che, per considerazioni propriamente strategiche, doveva
essere per primo investito dal nemico. La sua intelligenza, insomma, non fu inferiore al suo coraggio ; e ben
meritò la rinomanza europea onde il suo nome gareggiava con quello dei migliori generali napoleonici.
Valeva la pena di studiare questo Militare-nato con obbiettività ed equità. É ciò che il Perri democraticissimo d'idee, e dunque simpatizzante pei martiri della Repubblica Partenopea - ha saputo fare con
animo di vero storico. Egli ha compreso come non si possa fare colpa al Capo di banda, se non in minima
misura, delle atrocità commesse dai suoi uomini ; era impossibile instaurare una disciplina militare, tra quegli
elementi. (Fu, personalmente, disinteressato in materia di danaro ; e con retta sensibilità, assai superiore a quella
del Re e dei Ministri, si crucciò pel mancato pagamento, da parte del suo Governo, delle requisizioni da lui
compiute a carico di cittadini non francofili, e dunque, per lui, non, fuori-legge). D'altro canto, sarebbe
evidentemente assurdo il rimproverare, a uno schietto popolano come lui, il non avere compreso il valore
idealistico delle nuove teorie rivoluzionarie. Per lui i giacobini erano i veri diavoli ; né si può dimenticare che
certi episodi (donne violate, ecc.), avevano potentemente contribuito a persuaderlo concretamente della
malvagità francese. Egli combatteva anche per vendicare suo padre, si; con spirito cavalleresco un po'
anacronistico e feudale (la « guerra di famiglia ») ; ma era sincerissimo nel suo assunto legittimistico ; e se, nella
prima guerra, fu il migliore Comandante che s'affaticasse pel Re-di-diritto-divino, riscattando l'onore delle armi
napoletane di fronte ai prodi francesi, nella seconda guerra, già deluso in più modi dal suo Monarca, fece ancora
di più : morì con la fermezza d'un martire del legittimismo, scegliendo la forca anzi che un grado di colonnello
nelle truppe francesi : « Ho giurato fedeltà al mio sovrano e preferisco affrontare mille volte la morte anziché
tradire il mio giuramento ».
Chi ha senso storico non ha bisogno d'essere legittimista per comprendere la buona fede e la fede dei
martiri del legittimismo. E l'equo studio di F. Perri vale a mostrarci in « Fra Diavolo » una bella incarnazione
del Popolano del Sud-Italia, con la sua intelligenza pronta, a malgrado dell'incoltura, e col suo spirito
cavalleresco, sia pure talor malinteso. Questo saggio non è soltanto un atto di giustizia verso un soldato valoroso,
ma un importante documento per la conoscenza del Sud.
La prosa, bella e animata, accresce efficacia ; e lo studio si legge col massimo interesse e diletto.
ALDO CAPASSO