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Camera dei Deputati – Interrogazione a risposta immediata n. 3-01959
presentata dall’On. Pisicchio (Misto) il 26 gennaio 2016. (Risposta del 27
gennaio 2016) Pagina | 1
Camera dei Deputati – Interrogazione a risposta immediata n.
3-01959 presentata dall’On. Pisicchio (Misto) il 26 gennaio 2016.
(Risposta del 27 gennaio 2016) PISICCHIO. – Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:
nonostante l'abbassamento record del prezzo del petrolio, sceso intorno ai trenta dollari a barile e con previsioni di ulteriore
diminuzione, il prezzo della benzina in Italia è aumentato, rispetto al 2008, del 30 per cento;
gli italiani pagano la benzina il 14,4 per cento in più dei francesi, il 18,9 per cento in più rispetto agli sloveni fino ad arrivare al 30,7
per cento in più degli austriaci (fonte CGIA, La Stampa 24 dicembre 2015);
il costo dell'energia incide fortemente sul bilancio delle nostre imprese, arrivando anche al 30 per cento per alcuni comparti di
Confindustria, e quindi sulla loro competitività, sia sul mercato interno sia su quello globale;
il prezzo del carburante incide sul bilancio delle famiglie e dei cittadini italiani ed ha una forte influenza anche sui consumi, quindi
sull'economia dell'intero sistema-Paese;
a incidere sul prezzo del carburante è, secondo la CGIA, la componente fiscale;
le accise che attualmente gravano sul carburante risalgono a periodi storici superati da tempo, come si evince chiaramente da questo
elenco:
a)euro 0,000981: finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935-1936;
b)euro 0,00723: finanziamento della crisi di Suez del 1956;
c) euro 0,00516: ricostruzione post disastro del Vajont del 1963;
d) euro 0,00516: ricostruzione post alluvione di Firenze del 1966;
e) euro 0,00516: ricostruzione post terremoto del Belice del 1968;
f) euro 0,0511: ricostruzione post terremoto del Friuli del 1976;
g) euro 0,0387: ricostruzione post terremoto dell'Irpinia del 1980;
h) euro 0,106: finanziamento della guerra in Libano del 1983;
i) euro 0,0114: finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
l) euro 0,02: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
m) euro 0,005: acquisto di autobus ecologici nel 2005;
n) euro 0,0051: terremoto dell'Aquila del 2009;
o) euro 0,0073: finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali nel 2011;
p) euro 0,04: arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
q) euro 0,0089: alluvione in Liguria e Toscana nel novembre 2011;
r) euro 0,082 (euro 0,113 sul diesel): decreto «Salva Italia» nel dicembre 2011;
s) euro 0,02: finanziamento post terremoti dell'Emilia del 2012;
da anni associazioni dei consumatori, comitati, forze politiche e singoli cittadini, anche attraverso petizioni online, l'ultima delle quali
sulla piattaforma change.org, hanno posto all'attenzione dei diversi governi la questione –:
quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere per rendere possibile una diminuzione dei costi del carburante attraverso
l'eliminazione delle accise più antiquate, prive di una ragione reale e per questo del tutto inique sul piano sociale ed economico.
(3-01959)
Camera dei Deputati – 3-01959 - Interrogazione a risposta immediata presentata dall’On. Pisicchio (Misto) il 26
gennaio 2016 e discussa in Aula il 27 gennaio 2016 - Iniziative urgenti per una diminuzione dei costi del carburante
attraverso l'eliminazione delle accise più antiquate – n. 3-01959
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Camera dei Deputati – Interrogazione a risposta immediata n. 3-01959 presentata dall’On. Pisicchio (Misto) il 26 gennaio 2016. (Risposta del 27
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Camera dei Deputati – Interrogazione a risposta immediata n. 3-01959
presentata dall’On. Pisicchio (Misto) il 26 gennaio 2016. (Risposta del 27
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PRESIDENTE. Il deputato Pisicchio, ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3–01959 (Vedi All. A), concernente iniziative urgenti
per una diminuzione dei costi del carburante attraverso l'eliminazione delle accise più antiquate (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a
risposta immediata), per un minuto.
PINO PISICCHIO. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro torniamo a toccare il tema di un antico paradosso: il prezzo del petrolio
crolla a valori inusitati per i mercati, ma il costo di un litro di benzina italiana continua ad essere più alto di quasi il 15 per cento di
quello francese, del 19 di quello sloveno, del 30 per cento in più di quello austriaco. Il costo di questo di più, pagato dagli italiani, non
solo si scarica sulle famiglie, ma ha anche un peso importante in termini di costi aggiuntivi per l'impresa italiana. Il punto è che sul
prezzo del carburante gravano accise francamente anacronistiche, tra le altre, tanto per fare un esempio, il finanziamento della
guerra in Etiopia del 1935. Che iniziative intende, signor Ministro, assumere per eliminare almeno le accise più antiquate e ridurre
così il prezzo del petrolio ed il carburante soprattutto.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie Presidente, grazie onorevole Pisicchio. Come è noto l'accisa
costituisce una delle componenti del prezzo finale dei carburanti e concorre nella sua formazione, unitamente all'IVA, all'imposta
regionale, agli interventi alla benzina e al costo industriale. Il pezzo finale dei carburanti è determinato dalle compagnie petrolifere e
ad una riduzione della componente tributaria non necessariamente corrisponde una riduzione di pari valore del prezzo finale del
prodotto, come d'altro canto a un incremento dalla fiscalità non deriva un eguale aumento del prezzo finale.
L'accisa è un'imposta armonizzata nell'ambito dei Paesi dell'Unione europea, la relativa disciplina trova fondamento nelle direttive
comunitarie che individuano i prodotti sui quali essa debba gravare e le relative modalità di applicazione, inclusi i livelli minimi al di
sotto dei quali non è possibile fissare le relative aliquote. Nell'ordinamento nazionale, i carburanti sono sottoposti ad accisa ai sensi
dell'articolo 21, del decreto legislativo 26 ottobre 1995 n. 504, con l'applicazione di specifiche aliquote stabilite dal medesimo
decreto coerentemente alle previsione del diritto comunitario.
Gli aumenti dell'imposizione indicati dall'interrogante finalizzati a reperire urgentemente nuove entrate tributarie per fronteggiare
eventi calamitosi o improvvisi erano riferiti alle previgenti imposte di fabbricazione sui carburanti. Tali imposte di fabbricazione, a
partire dal 30 agosto 1993, sono state sostituite dall'accisa sugli oli minerali, attualmente disciplinata dal suddetto testo unico delle
accise. Anche le aliquote di accisa sono state, successivamente al 1993, più volte rideterminate senza prendere a riferimento gli
aumenti precedenti delle previgenti imposte di fabbricazione.
L'onorevole interrogante giustamente mette in luce gli effetti negativi relativi all'aumento del costo dell'energia sulla competitività.
Vorrei ricordare che nell'ambito del sistema nazionale dell'accisa è prevista una specifica agevolazione a favore degli
autotrasportatori e di altre particolari categorie di operatori, consistente nel rimborso dei maggiori oneri derivanti dagli aumenti
dell'accisa sul gasolio sostenuti dagli stessi operatori per l'acquisto del medesimo prodotto. Considerato, infine, che la disciplina delle
accise è armonizzata a livello europeo, si fa presente che l'incidenza fiscale accisa e IVA è pari al 70.3 per la benzina e al 69.3 per il
gasolio. A titolo di confronto europeo, da ultime rilevazioni a livello di Unione monetaria, la componente fiscale sul prezzo pesa al
consumo della benzina per il 67.8 percento e per il gasolio per il 63.5.
PRESIDENTE. Il deputato Pisicchio ha facoltà di replicare.
PINO PISICCHIO. Io la ringrazio, signor Ministro, per la chiarezza con cui si è espresso, tuttavia vorrei dire che nel mese di gennaio noi
abbiamo assistito a situazioni che ci hanno portato a verificare il costo di un barile di petrolio intorno a 25 dollari, un prezzo
assolutamente basso, forse tra i più bassi negli ultimi decenni. Il prezzo del nostro carburante, invece, è salito del 30 per cento negli
ultimi otto anni. Il problema delle accise, in modo particolare di quelle antiquarie, è anche un problema di ripulitura estetica di quello
che è palesemente fuori dalla sensibilità del corpo dei consumatori. Non c’è una posizione di rifiuto pregiudiziale all'accoglimento del
principio delle accise motivate da circostanze e da eventi anche eccezionali riferiti a situazioni attuali che si sviluppano nel corso di
un tempo certo e che poi hanno una loro caduta ed una loro fine. L'imputazione di numerose accise ad eventi risalenti anche a un
tempo assai remoto – come dicevo – non è solo una cosa poco estetica, ma suona anche come una beffa.
Torno a dire che apprezzo le dichiarazioni che il Ministro ha fatto, apprezziamo anche con riferimento alla sua personale serietà, ma
confidiamo che lei riesca, in qualche modo, a rendere più chiaro questo meccanismo che le associazioni dei consumatori, le
associazioni dei cittadini ed anche delle autorità indipendenti hanno indicato come assolutamente non più accettabile.
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