U «Elena, storia tragica che svela leggerezza
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U «Elena, storia tragica che svela leggerezza
Cultura e spettacoli Zalone con De Gregori in Arena Sting chiude Pistoia Blues Sarà Sting a chiudere oggi la 36ª edizione del Pistoia Blues Festival, una delle più importanti di sempre, con tantissime star internazionali che si sono avvicendate in Piazza Duomo. Dopo Malika, Caparezza, Elisa, Fedez, Giuliano Sangiorgi, Ambrogio Sparagna e L’Orage, si aggiunge anche Checco Zalone tra gli ospiti di Francesco De Gregori il 22 settembre per il concerto-evento all’Arena di Verona. Futura Festival a Civitanova LIBERTÀ Venerdì 24 luglio 2015 28 Giannini e De Sio: set a Sassari David Grossman, Cristina Comencini, Vinicio Capossela, Piergiorgio Odifreddi e Gianni Vattimo. Ecco i primi grandi ospiti dell’edizione 2015 di Futura Festival in programma a Civitanova Marche da oggi al 2 agosto. Si è conclusa a Sassari la sessione di riprese del film “Buon lavoro” diretto da Marco Demurtas che ha visto protagonisti, dopo Pippo Franco, Giuseppe Giacobazzi ed Alvaro Vitali, Giancarlo Giannini e Giuliana De Sio. «Elena, storia tragica che svela leggerezza» Stefania Sandrelli stasera in scena a Veleia per il Festival del Teatro Antico Stefania Sandrelli con il marito e regista Giovanni Soldati e l’amico Sandro Bottega con cui la coppia ha avviato la produzione di Chianti di MATTEO PRATI innamorata. Questi cambi in corsa nella vita portano spesso ai n sorriso che scivola li- risultati migliori. Non vedo l’ora bero tra i fotogrammi di essere questa sera in scena». della storia del cinema In questo momento come si italiano ed internazio- sente? nale. Stefania Sandrelli, «Una Cenerentola cui è stato un viso ben stampato nella me- imbastito un splendido abito su moria collettiva di una nazione. misura». Le cineprese di Germi, Bertoluc- Le è stato dedicato un libro inci, Scola, Monicelli, per citarne titolato L’arte di essere donna. alcuni, l’hanno «Un’arte da corteggiata maneggiare con puntando dritto In risalto la maturità attenzione e ai suoi occhi «Un testo magnifico, cautela. Mi senprofondi. L’atto una donna trice toscana una piéce che mi felice, gratificasarà protagoni- commuove, mi dà forza» ta da tutto quelsta, questa sera lo che ho avuto alle 21.30 (innella vita privagresso libero fino ad esaurimen- ta e professionale. Ecco, mi sento posti) del terzo appuntamen- to compiuta». to del Festival di Teatro Antico a Torniamo al 1961, un anno Veleia. In scena porterà Elena di decisivo per il suo percorso arGhiannis Ritsos con la regia di tistico. Giovanni Soldati. «Un testo ma«E’ l’anno dei miei esordi. Un gnifico, sembra sia stato scritto inizio in grande stile, tre film in apposta per me. Una pièce - un anno lavorando prima con spiega la Sandrelli - cui tengo Mario Sequi, poi con Ugo Totantissimo, mi commuove, mi gnazzi nel Federale diretto da dà forza. Una tragedia che svela Salce e, infine, con Pietro Germi una certa leggerezza di sottofondo che mi ha conquistata». Ritsos pensa ad un’Elena in età molto avanzata. Dobbiamo scordarci l’immagine della donna più bella dell’antichità? «Quella rimane nel mito ma in questo copione è la parte più matura della donna che viene messa in risalto. Pur non essendirigere Stefania Sandrelli, in do anziana come l’Elena descritquesto viaggio nel mito di Eta nel testo mi sono calata con lena, c’è Giovanni Soldati, facilità nel ruolo. Conosco la vita, autore, regista e marito dell’attrice: le sue contraddizioni, capisco la «Il testo ci ha conquistato e coinprotagonista. Inizialmente non volto, Ritsos mette in evidenza ero pienamente convinta di acun’Elena che ricorda la sua antica cettare questa sfida, non mi senbellezza, c’è un ribaltamento deltivo del tutto pronta per una tral’immagine di stampo omerico». Il gedia. Poi è bastata una lettura recital è impreziosito dall’accomdella sceneggiatura e me ne sono pagnamento musicale, al pia- U in Divorzio all’italiana insieme a Mastroianni». Ricorda quel primo provino con Germi? «Avevo 15 anni, una ragazzina. Quando ho affrontato il provino per la parte di Angela ero emozionata ma assolutamente tranquilla. Sono andata a cuor leggero, una caratteristica della mia personalità. In casa urlavo: “qualcuno mi porti a Roma”. L’approccio non è mai stato superficiale anche perchè ci tenevo molto ad entrare nel cast di un film diretto da Germi». Cosa le torna in mente di Marcello Mastroianni? «Un compagno di set eccellente, un attore unico, inimita- «Il testo ci ha conquistato» Giovanni Soldati dirige la moglie nel mito di Elena A noforte, del maestro Guido Scano. In apertura di serata una breve introduzione a cura del grecista e traduttore Nicola Crocetti. Giovanni Soldati, figlio di Mario, ha cominciato la sua carriera di regista collaborando con Steno, Alberto Sordi e Tinto Brass. La vera scuola di cinema arriva con Bernardo Bertolucci in Novecento, sul cui set conosce Stefania Sandrelli. Al suo attivo una trentina di film per il grande schermo e la televisione. Di recente ha dato alle stampe un interessante libro intitolato Pane al pane. Storia di farina, vino e amori con gli amici di una vita con prefazione di Oscar Farinetti e l’introduzione di Stefania Sandrelli. Quattro decenni dopo la pubblicazione del libro di Mario Soldati, Vino al vino, Giovanni compie una bile. Penso che l’Academy si debba vergognare per non avergli conferito l’Oscar. Recentemente hanno riparato ad un’altra grave mancanza con l’Oscar al grandissimo costumista Piero Tosi». Nel 2009 si è tolta un’altra soddisfazione: l’esordio alla regia sorta di omaggio al celebre padre. In questo percorso del gusto ha incontrato tanti volti noti che hanno raccontato il rapporto con il principe degli alimenti. Un racconto vivace, coinvolgente che accoglie le testimonianze della stessa Sandrelli, di Ermanno Olmi, Francesco Rosi, Gino Paoli, Renzo Arbore, Ettore Scola, Maurizio Micheli, Nino Benvenuti. «A questo mio itinerario - aggiunge Soldati - ho voluto dare la forma di conversazioni con alcuni degli autorevoli amici con cui ho condiviso parte della mia esistenza». m.p. Doctor 3, un sound raffinato tra jazz, rock e pop Summertime in jazz: Rea, Pietropaoli e Sferra di nuovo insieme a Palazzo Rota Pisaroni on li sentivamo suonare insieme dal 2009. Perderli di vista? Un vero peccato. Sembrava che la loro avventura fosse definitivamente terminata ed invece circa un anno fa una graditissima reunion ed eccoli riconquistare i palcoscenici italiani e non solo. Loro sono Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, in arte Doctor 3. Carriere eccezionali a confronto. Dopo sei anni di assenza dalle scene, per dedicarsi ai rispettivi progetti solisti, ritornano cavalcando improvvisazione, gusto melodico e raffinatezza. Un trio di eccellente fattura, sensibilità, abilissimi a “scatenare” la tensione emotiva. Il pubblico piacentino ha potuto rimpossessarsi del loro straordinario interplay in una tappa della seconda edizione del Summertime in jazz, la rassegna, costola estiva del Piacenza Jazz Fest, è organizzata con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, dall’Associazione culturale Piacenza Jazz Club, presieduta da Gianni Azzali che ne è anche direttore artistico. La ras- N A sinistra Doctor 3 in concerto nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni per la rassegna Summertime in jazz. Sopra Danilo Rea al pianoforte (foto Del Papa) segna gode inoltre del patrocinio della Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, di Expo e della collaborazione di tutti i Comuni di Valdarda e Valtrebbia che hanno aderito all’iniziativa. Un concerto, incorniciato nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni, splendido e caratterizzato da continui cambi di registro musicale. Davanti ad un folto parterre ha preso la parola Gianni Azzali che ha delimitato il perimetro entro il quale i Doctor 3 hanno liberato il loro sound delicato e raffinato: «Questo strepitoso trio, certamente uno dei migliori in Italia, si muoverà agevolmente tra standard jazz, rock, pop e cantautorato. Un viaggio tra le pieghe della buona musica». Poco dopo i tre musicisti in scena. Il pubblico capisce subito come funziona. Le note si sommano, creano armonie inusitate, il brano prende forma, prima camuffato, nascosto poi sempre più libero di di impossessarsi delle stimmate jazz. Gli spettatori devono solo togliere il velo e il gioco è fatto. Una sfida piacevolissima, una con Christine. «Mi guardo indietro e sono orgogliosa. Sono stata brava, me lo dico da sola, perchè in otto settimane esatte ho concluso i ciak. Parla di Cristina da Pizzano, una scrittrice vissuta in epoca medievale». A teatro, nella prossima stagione, sarà in scena con sua figlia Amanda in uno spettacolo di Astrid Veillon, Il bagno. «Un testo leggero, molto divertente, di ispirazione francese. Un gruppo di amiche si confronterà sul tema dell’amicizia. Sono molto orgogliosa di Amanda, è un’attrice bravissima, anche più di me». Si è chiusa la terza serie di Una grande famiglia, ne preparerete una quarta? «Non credo, almeno a breve. Un prodotto che riusciva ad abbinare la qualità con ascolti eccellenti». Ci può raccontare la sua “nuova” avventura da produttrice di vini? «Da buona toscana ho sempre amato il vino. Nel 1994 è nato il progetto “Acino d’Oro”, un Chianti pregiato. Una sera proprio come amici al bar stavamo cenando in Toscana con Giovanni Soldati e Sandro Bottega, nostro caro amico e noto produttore di vini e distillati. Ci chiese se eravamo interessati a partecipare alla produzione di un vino rosso, accettammo più che volentieri». Un’altra passione che le riempie le giornate? «La musica, per me è la più alta delle arti. Ascolto le partiture classiche e le arie d’opera». Immagino che troverà un po’ di tempo per ascoltare anche i cantautori. «Certo, e non solo Gino Paoli». corsa nei meandri della memoria per riconoscere i pezzi rivisitati dal trio. Tessuti nobilissimi. Ritmo, stile, colore. Dal tema portante della colonna sonora di Schlindler’s List che il trio indossa con invidiabile disinvoltura ci si dirige ad un impeccabile Cheek to cheek, un classico che Irving Berlin scrisse per la coppia Ginger Rogers e Fred Astaire (clima bebop degno dei migliori anni ’30), una malinconica quasi struggente Time after time che fece di Cindy Lauper una delle regine degli anni Ottanta. In scaletta, molto articolata, scendono la Ain’t no sunshine di Bill Withers, le beatlesiane Get back e Come together, Blowin in the wind di Bob Dylan, lo standard Love is a many splendored thing, fino ad Unchained melody dal film Ghost. Nei bis, infarciti di applausi, spicca la Canzone di Marinella di De Andrè. Si tornerà a parlare di Summertime in jazz il 29 luglio. Nell’occasione si tornerà in Valtrebbia e più precisamente a Travo con il quintetto La Drummeria. Insieme in scena cinque tra i migliori batteristi italiani: Ellade Bandini, Walter Calloni, Maxx Furian, Christian Meyer e Paolo Pellegatti. Mat.Pra.