Vini di Sicilia

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Vini di Sicilia - Sicilia
Vini di Sicilia
Essenza della civilizzazione europea
Nella riscoperta delle radici della viticoltura europea la Sicilia occupa un posto di primo
piano.
Il vino per antonomasia, quello al quale i commercianti fenici e greci affidavano le sorti dei loro
commerci e che attraversava il mediterraneo a diffondere il rito del simposio, era quasi
certamente un vino dolce, ottenuto dalla sovramaturazione delle uve.
Il più antico riferimento a questi vini dolci in ambito Mediterraneo è siciliano ed è relativo
ad una iscrizione su un frammento di orcio che risale a 1500 anni prima di cristo che
recita: ”vino fatto con uva passa nera”.
Anche la citazione nell’odissea, al IX canto, riferita all’isola dei Ciclopi, identificata nelle Egadi,
rappresenta la prima attestazione letteraria in Europa dell’esistenza di una protoviticoltura
costituita da viti selvatiche, che si contrapponeva a quella asianica dalla quale proveniva il vino
che Ulisse offre per ubriacare Polifemo.
Recenti riscontri sperimentali ottenuti su vitigni autoctoni siciliani attraverso le analisi
del dna hanno evidenziato all’interno della variabilità delle popolazioni varietali, una
variabilità genetica che non ha riscontri in nessun altro vitigno europeo e testimonia una
antica pratica di moltiplicazione fatta attraverso i semi e la coltivazione nello stesso
vigneto di più varietà. Lo testimonia ad esempio, la presenza nel dna di nero d’avola, di
sequenze di pugnitello e di frappato che danno ai diversi profili genetici (biotipi varietali) dignità
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di vitigni autonomi. A queste differenze genetico-molecolari corrispondono espressioni
qualitative significative sul profilo sensoriale e polifenolico che offrono opportunità di
valorizzazione dei vitigni siciliani non riscontrabili in nessun vitigno europeo e che
rappresentano per il futuro un autentico scrigno a cui attingere per produrre vini sempre diversi.
E’ difficile immaginare quali fossero in passato i profumi del vino: le scarne descrizioni che ci
sono giunte sulle sue caratteristiche organolettiche raramente riportano dei profumi specifici,
soprattutto perchè tra i sensi, quello dell’olfatto era considerato il più vicino al fiutare degli
animali e questo avvicinava l’uomo alle bestie.
Fa eccezione una citazione di Esiodo per un vino di Siracusa affermando che “dopo il quarto
anno è profumato come fosse appena uscito dalla pressa.”
Ma della Sicilia non rimane solo l’impatto evocativo della tradizione, quella sensazione di vivere
in questa isola come i protagonisti della storia.
Qui la tradizione non è un fenomeno museale, o la nostalgia di un tempo che non c’è più
, ma è lo sviluppo di un’identità secondo la radice greca della parola che ne richiama. Il
significato cruciale, quello di legame, quindi non solo trasmissione, continuità, ma soprattutto
connessione, partecipazione che vede la tradizione come un fenomeno collettivo, inconscio, in
continuo divenire, che non guarda al passato se non per l’esperienza portata da ciascun
partecipante della collettività e che non può per questo essere rivendicata da un singolo.
Una efficace esemplificazione del signficato della parola “tradizione“ è quella rappresentata dal
recente interesse per i vitigni antichi o tradizionali o autoctoni, paradigma per la comprensione
di altri fenomeni di moda nel settore della viticoltura. Il ritorno dei vitigni antichi alla coltivazione
va quindi interpretato nel segno della tradizione come un tradimento fedele alla tradizione
stessa,solo se la loro coltivazione e vinificazione non ricalca gli schemi del passato ma utilizza
correttamente l’innovazione tecnologica per offrire ai consumatori dei vini moderni adatti al
gusto ed alle abitudini alimentari dei nostri giorni.
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Vanno però rispettati alcuni prerequisiti nell’azione di recupero e di valorizzazione di
questi vitigni, quali un’azione collettiva di un gruppo di viticoltori o di una regione come
nel caso della sicilia, attraverso uno specifico progetto di ricerca coordinato
dall’assessorato all’agricoltura, nell’interpretazione dei valori di ciò che si vuole
trasmettere. La produzione del vino in molte parti del mondo, soprattutto in quelle dove la vite
si è diffusa solo in tempi recenti, è ormai una vera e propria mistificazione della tradizione: i
modelli viticoli europei più famosi stanno trasformando tante viticolture del nuovo mondo in
altrettante periferie.
Il vitigno autoctono smette di essere una curiosità biologica e diventa cultura nello
stesso momento in cui esce da una collezione ampelografica e ritorna in rapporto con
uno spazio: il luogo della sua coltivazione.
Questo spazio non è solo un suolo, un clima, una tecnica colturale ma è soprattutto un
insieme di tradizioni in divenire, un oggetto culturale. La Sicilia ha quindi una grande
responsabilità nei confronti della cultura viticola europea: quella di custodire il senso della storia
che è insito nella tradizione, di mantenere vivo quel rapporto che esiste tra l’universalità del mito
e la tradizione, dove i segni tangibili dei simboli veicolati dalla tradizione sono i vitigni antichi
ed i luoghi che li fanno vivere.
Il rischio è che chi deve interpretare e valorizzare i vitigni antichi nei vigneti e nelle cantine e chi
deve comunicarne l’originalità,deve fare i conti con le insidie della normalizzazione gustativa,
una sorta di estetica da laboratorio che tende a proporre per tutti i vini del mondo una stessa
monocorde architettura sensoriale che configura la storia più che millenaria della vinificazione
delle regioni più ricche, come un lungo periodo di tenebre dal quale finalmente si sta uscendo.
E' necessario cominciare a sottrarsi da quel pensiero unico che tende a delegittimare i valori
della tradizione della viticoltura mediterranea, che comunica il successo dei vitigni antichi come
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il rimpianto e la nostalgia di un epoca passata un moda effimera, non riconoscendo a questi
vitigni meriti qualitativi.
I vini delle regioni mediterranee e della Sicilia in particolare, per le imprevedibili condizioni
climatiche che sono alla base della modulazione gustativa imposta dall’annata e per la grande
ricchezza varietale, che rappresenta l’antidoto più efficace al clonaggio estetico del gusto,
garantiscono con la loro grande diversità compositiva un universo di vini autentici
.
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Sicilia: Un Mare di Vino
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